europa - Life club

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viaggi europa
Slow Mood
]
Sui canali francesi in house boat
H
o vissuto
per una
settimana
al ritmo del fiume, attraversando le
campagne, con paesaggi di altri tempi
che mi scorrevano davanti, come in una
cartolina. La Francia ha una rete di fiumi e canali molto estesa, che veniva utilizzata fino a una cinquantina di anni
fa dai barconi da carico, le peniches.
Per secoli le vie d’acqua sono state il
sistema di trasporto di merci e prodotti in grandi quantità, in alternativa alle
strade fangose ed insicure. I castelli, le
chiese, le dimore della nobiltà sono state
costruiti con la facciata rivolta al fiume.
Ecco perché oggi viaggiando sull’acqua
si ha una percezione del territorio completamente diversa da quella che si ha
viaggiando via terra su strade realizzate
in tempi molto più recenti.
Attraverso canali e fiumi si può arrivare
dal Mare del Nord fino al Mediterra-
neo. Dal Belgio e dall’Olanda seguendo
il Canal de l’Est, in 420 km si arriva fino
alla Saone. Si scende il fiume attraverso
la Borgogna fino a Lione, dove confluisce
nel Rodano, e da lì si arriva in Camargue
e al Mediterraneo. Per noleggiare una
house boat non occorre avere la patente
nautica: in un’oretta vi fanno diventare
marinai d’acqua dolce, vi spiegano come
é fatto il battello, come funziona e poi vi
fanno provare ad uscire sul fiume e a rientrare all’attracco.
I battelli in genere sono lunghi una dozzina di metri, larghi tre e mezzo, ospitano sei persone in tre cabine, hanno tre
toilette, una zona soggiorno, un angolo
cucinino, e i doppi comandi, all’interno
e in alto sul ponte esterno.
Siamo partiti dal porto fluviale di
Saint Jean de Losne, una trentina di
km da Digione.
Da lì si risale il corso della Saone. Tra
le dotazione di bordo c’è un libro con
le cartine fluviali molto precise: le
parti non navigabili a causa di secche
o altri ostacoli sono segnate in rosa.
Inoltre di notte la navigazione è vietata. La nostra prima tappa è stata Port
les Mailly, un villaggio circondato da
campi di asparagi.
Attracco perfetto, vicino ad alcune
casette sulla riva, i cui abitanti salutano cordialmente quando si sbarca.
A Maillys c’è un piccolo ristorante. Si
telefona e vi vengono a prendere in
macchina e vi riaccompagnano dopo
cena. E infatti alle 8 in punto è arrivato all’imbarcadero lo chef, Michel Virion, che è il proprietario, con la blusa
bianca, gli mancava solo il cappello da
cuoco in testa. Durante il percorso vi
chiede cosa vorreste mangiare, elencando le specialità del posto. La scelta
naturalmente è caduta su asparagi,
coq au vin, pesce di fiume, fois gras al
porto fatto in casa. Una cena perfetta,
innaffiata da grandi vini di Borgogna,
a prezzi molto inferiori a quelli della
Costa Azzurra.
Il giorno dopo abbiamo affrontato la
prima chiusa. Le chiuse permettono
di salire o di scendere di livello rispetto al corso del fiume e sono regolate
da una specie di semaforo, un grosso pannello triangolare con ai vertici
tre luci da semaforo: rosso, ti fermi e
aspetti il tuo turno. Rosso e verde, sta
per succedere qualcosa. Verde entri
nel bacino. Le houseboats ci passano di misura e per evitare danni allo
scafo fortunatamente sono imbottite
di parabordi e hanno gomma dappertutto, come le automobiline degli
autoscontro.
L’eclusier, l’addetto alla chiusa, ha
il compito di controllare e aiutare il
passaggio delle imbarcazioni. Con
il mezzo marinaio, che è quel bastone con l’uncino in punta, prende la
vostra gomena, la passa attorno alla
bitta, e la restituisce. Quando l’acqua,
con l’apertura della chiusa, affluisce
velocemente nel bacino, la barca deve
essere stabilizzata tirando le funi, altrimenti sbatacchia sulle pareti ricoperte di alghe verdi.
Mentre l’acqua sale si chiacchiera con
lui del più e del meno. L’eclusier spes-
Per organizzare una vacanza in House Boat in Francia:
LOFT studioviaggi
Via Torricelli, 30
20136 MILANO
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Attraverso il sito è possibile scegliere il percorso
e domandare la disponibilità delle barche.
Basi di partenza in Borgogna, dove si parcheggia l’auto che
poi vi faranno ritrovare al porto fluviale d’arrivo:
St Jean de Losne (per navigare nella Franca Contea)
Chatillon-sur-Loire, Decize e Joigny
(per visitare la Borgogna Nivernais)
Quota di noleggio di una barca da 6 posti per una settimana:
a partire da 1620 euro
so vende anche vini e prodotti agricoli locali. Le chiuse sono un’occasione
per scambiare informazioni con altri
viaggiatori: i porti meglio attrezzati
e i ristoranti da non perdere lungo il
percorso sono un ottimo argomento
di conversazione. Non è infrequente
incrociare battelli svedesi, danesi e
olandesi che scendono dal mare del
Nord per raggiungere il Mediterraneo
e passarci l’estate. Sono barche a vela,
costruite appositamente con l’albero
ripiegabile per passare sotto i piccoli
ponti dei canali.
Navigare sul fiume vuol dire viaggiare
in piena libertà. Quando arriva mezzogiorno, ti fermi dove vuoi. Un campanile che sbuca dagli alberi segnala
la presenza di un villaggio. Allora ci si
ormeggia, si tirano giù le biciclette e si
va a fare la spesa.
Le houseboats hanno in dotazione un
martello e dei pioli da piantare sulla
riva. Per esempio a Rigny, che è un
paesino di qualche centinaio di abitanti, era giorno di mercato e sulle
bancarelle c’erano i prodotti del terroir: jambon persillè, cioè prosciutto
cotto in gelatina all’aglio, una specialità della Borgogna. E poi salame, formaggi della Franche Comté e il pane
ancora cotto in forno a legna. Da evitare le classiche baguettes, ingestibili
se si deve pedalare.
Di incontri sul fiume se ne fanno tanti. Tutti si salutano: ci si fa un cenno di
saluto tra barche, quando ci si incrocia. Si salutano i pescatori sulle rive. E
poi si incontrano i cigni. Ce ne sono
moltissimi, in vari punti della Saone. I
cigni sanno che dalle barche avranno
del cibo, per cui vi vengono addosso.
Puntano dritto sulla barca e un attimo prima di entrare in collisione con
la prua scartano di lato con un colpo
di zampetta palmata. Aspettano una
fetta di pane secco, che prendono col
becco, immergono più volte nell’acqua
per ammorbidirla, e poi inghiottono.
I villaggi lungo il fiume sono molto
tranquilli, persino troppo. Per esempio Ray sur Saone, un bel paesino in
Franche Comté dominato da un castello sulla collina, ha 192 abitanti,
in maggioranza vecchi. C’é solo una
bambina, che deve andare a scuola in
un paese vicino. Quando qualcuno
del paese muore, la casa viene comprata da stranieri, soprattutto Svizzeri, che la restaurano con cura ma a
loro gusto. E così Ray sur Saone si sta
trasformando in un villaggio svizzero
di chalet coi gerani alle finestre. Molto carino, ma sempre meno francese.
Maurizio Di Maggio
24 luglio agosto Life club
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