nuove criticita` e processi di riorganizzazione delle funzioni
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nuove criticita` e processi di riorganizzazione delle funzioni
NUOVE CRITICITA’ E PROCESSI DI RIORGANIZZAZIONE DELLE FUNZIONI LOGISTICHE NELLA NEW ECONOMY Roberta Scarsi ∗ Abstract La logistica, quale flusso parallelo di beni materiali e di informazioni, risulta pesantemente investita dalla rivoluzione della new economy. Al di là delle mode esasperate, che hanno lasciato o lasceranno presto il campo denunciando la loro effettiva inconsistenza speculativa, ciò che della net economy è destinato a restare e a svilupparsi è proprio l’impressionante effetto di trasformazione e efficientizzazione nelle supply chain, con tutto quanto ciò significa in termini di trasformazione nelle architetture, nelle tecnologie e nei modelli di gestione della logistica. Il lavoro intende fornire una strutturata proposta interpretativa del fenomeno sotto il profilo della domanda di servizi logistici, analizzando la crescente complessità e criticità delle attività logistiche nell’ambito delle imprese, e sotto il profilo dell’offerta, rivedendo i percorsi di sviluppo degli operatori logistici e cercando di ridefinirne i profili e le determinanti alla luce delle tendenze attuali e previste. Key words: new economy; supply chain; operatori logistici Logistics, as a parallel flow of materials and information, is hardly influenced by the new economy revolution. Beyond any exasperated fashion, that will soon reveal his speculative flimsiness, the striking effect of net economy on supply chains structure, management and efficiency is meant to develop and strengthen. This paper intends to provide an articulate framework in order to explain the phenomenon on both sides of demand and supply of logistics services. First, it analyses the growing complexity and the crucial role of logistics inside the companies. Then, it reviews the development paths of logistics operators in order to define features and success factors emerging when considering the last trends. Key words: new economy; supply chain; logistic operators 1. Introduzione Il presente contributo si propone di analizzare il processo di riorganizzazione ∗ Dottorando di Ricerca in Economia e Management dei Servizi - DITEA (Dipartimento di Tecnica e Economia delle Aziende), Università degli Studi di Genova e-mail: scarsi_ditea@hotmailcom sinergie n. 57/02 108 NUOVE CRITICITA’ E PROCESSI DI RIORGANIZZAZIONE DELLE FUNZIONI LOGISTICHE delle funzioni logistiche ed i nuovi modelli evolutivi degli operatori logistici indotti dalla new economy. Le trasformazioni che la net economy impone in misura crescente alle supply chain aziendali comportano infatti un profondo ridisegno delle architetture, delle tecnologie e dei modelli di gestione della logistica, processo che interessa non solo le imprese di produzione ma anche e soprattutto il vasto ed eterogeneo settore degli operatori dei trasporti e della logistica. Questi ultimi sono oggi chiamati a confrontarsi con bisogni nuovi e a ricoprire un ruolo sempre più determinante nell’acquisizione e nel mantenimento del vantaggio competitivo delle imprese. L’analisi prende avvio da una descrizione dei principali modelli dell’ecommerce1, quale aspetto di più immediata evidenza nell’ambito del fenomeno new economy, per evidenziare le nuove criticità delle funzioni logistiche in tale contesto. L’affermarsi dell’e-commerce, prima nelle forme del C2C e B2C e, successivamente, secondo il modello B2B, enfatizza il ruolo della logistica e del servizio in generale, spingendo gli operatori a performances “estreme” sotto il profilo dell’efficienza, della qualità, della velocità e della flessibilità, non solo a livello di distribuzione finale, ma relativamente all’intera supply chain, e richiedendo dunque la predisposizione di procedure e soluzioni innovative, coordinate rispetto agli obiettivi strategici a monte definiti dall’impresa. Data la complessità crescente delle funzioni logistiche e la necessità di operare mediante approcci di tipo globale in un’ottica di processo, le imprese ricorrono massicciamente all’outsourcing, anche per attività che in effetti possono assumere un’elevata valenza strategica. Il processo determina l’esigenza di una riqualificazione e di un riposizionamento degli operatori logistici rispetto alle nuove esigenze manifestate dalle imprese clienti e comporta una ridefinizione dei rapporti competitivi tra gli operatori stessi. Il lavoro procede pertanto con l’individuazione dei percorsi evolutivi degli operatori logistici, attraverso un breve richiamo dei modelli tradizionali ed un’analisi delle tendenze in atto, con alcune brevi riflessioni relativamente ai nuovi protagonisti della delivery industry. In particolare, ci si concentra sulla tendenza alla “disintermediazione” e sul ruolo dei diversi operatori alla luce di tale sviluppo. Sulla base di considerazioni inerenti la crescita dei mercati di riferimento e la necessità di coordinare le esigenze “fisiche” della logistica con l’annullamento delle distanze 1 Nei testi e sulla stampa internazionale si trovano definizioni di e-commerce molto diverse per ampiezza e determinazione. La definizione fornita dall’OECD e accreditata in numerosi testi fa riferimento a “qualsiasi business, inteso come attività - interna o esterna all’azienda - che generi valore, all’interno di un network che usi protocolli non proprietari basati su uno standard comune”. Alcuni autori differenziano l’e-commerce dal concetto più ampio di e-business, inteso come processo di ridefinizione del modello aziendale e di impostazione di nuovi sistemi interaziendali fondato sulla tecnologia. Tuttavia in molti testi tale distinzione non trova riscontro o, comunque, i due termini vengono utilizzati in modo indifferenziato. Nel presente lavoro il termine e-commerce verrà utilizzato indistintamente ad indicare l’attività di acquisto/vendita on-line che si svolga a monte o a valle del processo produttivo. ROBERTA SCARSI 109 spaziali e temporali tipico del marketspace virtuale, si evidenzia per l’operatore logistico la necessità di dotarsi di una copertura sul mercato globale. Tale esigenza, che richiede forti investimenti sotto il profilo infrastrutturale e, ancor più, nella riorganizzazione dei processi informatici, viene affrontata con modalità diverse dai vari operatori, con scelte che vanno dall’instaurazione di rapporti di cooperazione sempre più spinti, alla ricerca di economie derivanti dalla concentrazione, al ricorso più o meno intenso all’outsourcing. 2. Commercio elettronico e ridefinizione della Supply Chain Come è noto, i siti che svolgono commercio elettronico a beneficio dei consumatori finali sono essenzialmente dei negozi virtuali (cybershop), dove il venditore offre beni/servizi al pubblico ad un prezzo prestabilito comprensivo della consegna a domicilio. Il numero dei clienti riveste una certa importanza sotto il profilo del potere di mercato del gestore del sito nei confronti dei fornitori, potere che consente peraltro di praticare prezzi al consumo competitivi rispetto al mercato “reale”. Dal punto di vista dell’acquirente, tale servizio si presta soprattutto a transazioni relative a prodotti standardizzati a moderato valore, dove la comodità e la velocità dell’acquisto on-line assumono un’importanza determinante rispetto all’acquisto presso i canali tradizionali2. Per quanto riguarda l’impresa, quando Internet non sia ridotto a mero veicolo promozionale per la vendita di beni e servizi attraverso i canali tradizionali, si prospettano vantaggi economici reali, legati essenzialmente alla riduzione delle transazioni intermedie e, quindi, dei costi relativi al personale, ai magazzini, agli spazi per la vendita al dettaglio, ecc. La vera rivoluzione collegata alla vendita online consiste però nella possibilità di migliorare il fatturato grazie ad un sistema di vendita e assistenza 24 ore su 24 e di generare una base clienti globale, uscendo dai mercati di riferimento tradizionali3. Per le imprese di tipo commerciale poi, il passaggio dal tradizionale modello organizzativo BHS (Buy-Hold-Sell) ad una logica SSS (Sell-Source-Ship) consente di beneficiare di un effetto di generazione di cassa che aumenta al crescere del giro d’affari4. 2 3 4 Si noti tuttavia che sono già state avviate con un certo successo iniziative di vendita online di beni di elevato valore unitario e per i quali è possibile un notevole livello di personalizzazione, quali pc ed altri prodotti hi-tech, automobili e motocicli. Per quanto riguarda ad esempio le auto, una ricerca svolta da Cap Gemini Ernst & Young su un campione di consumatori europei ed americani (On-line Car Retailing Survey) evidenzia come il mercato on-line copra attualmente l’8% del mercato nel Regno Unito (rispetto allo 0,1% del 1999), il 4% in Germania, il 2% in Francia. (Vedi sito Internet http://www.capgemini.it). Cfr. Korper S., Ellis J., Il libro del commercio elettronico, Milano, Apogeo, 2000. L’azienda non deve sostenere i costi connessi al possesso delle scorte e, in aggiunta, viene pagata dai clienti prima di avere pagato i prodotti ai fornitori (Gosso, Muscetti, 2000). 110 NUOVE CRITICITA’ E PROCESSI DI RIORGANIZZAZIONE DELLE FUNZIONI LOGISTICHE Il modello descritto comporta tuttavia delle difficoltà legate in parte a problemi tecnici, relativi all’affidabilità ed alla sicurezza dei mezzi di pagamento, che peraltro sembrano essere oggi superati o facilmente superabili, in parte ad una questione di maggiore criticità, ovvero la gestione della logistica relativamente alla parte “fisica” della transazione, ove questa non riguardi esclusivamente beni digitalizzabili o servizi5. Se la realizzazione di un sito è un’operazione relativamente semplice e comporta un investimento limitato, la logistica, almeno per le aziende che trattano beni materiali, sembra essere il vero problema dell’e-commerce. Navigando in rete, il consumatore ha la possibilità di accedere in qualsiasi momento e ad un costo pressoché nullo ad un’offerta illimitata e può valutare i differenziali di costo/prestazione tra prodotti concorrenti su un mercato tendenzialmente perfetto e trasparente. In un contesto di questo genere, l’elemento di differenziazione diventa la qualità del servizio, che si esprime essenzialmente in termini di velocità di consegna. Per l’impresa, afflitta da una progressiva riduzione del prezzo di vendita dei prodotti determinata dal peso concorrenziale crescente, la predisposizione di elevati standard del servizio può trasformarsi in un’ulteriore spinta negativa sui livelli di redditività. Il ricorso al commercio elettronico quale strumento di allargamento del mercato e, per conseguenza, del volume di affari, qualora non sia supportato da un ridisegno del sistema logistico, sortisce un effetto negativo e perverso (il “paradosso dell’e-commerce”)6. La gestione di numerose decine di ordini giornalieri di dimensioni medio-piccole verso un gran numero di destinazioni non ricorrenti diventa un problema insormontabile qualora non si disponga di una supply chain integrata e di un adeguato sistema informativo. L’incapacità di gestire in modo automatico gli ordini in arrivo dal punto di vista logistico, amministrativo e informativo determina infatti il sicuro fallimento di qualsiasi tentativo volto a sfruttare le potenzialità di Internet. La capacità innovativa e la risposta alle esigenze di velocità espresse dalla clientela rappresentano i principali fattori di successo. Una razionalizzazione del processo di gestione dell’ordine e, più in generale, dell’intero sistema logistico, risulta indispensabile ai fini della flessibilità e dell’economicità ed è determinante per assicurare la qualità e la convenienza del servizio. “Pensare” anche in termini di logistica diventa quindi una condizione di primaria importanza al momento della progettazione di qualsiasi iniziativa di commercio elettronico7. La logistica rappresenta, per così dire, l’unico processo hard a supporto del commercio elettronico; nell’ambito di tale funzione vengono ad essere sempre più 5 6 7 Il problema logistico può presentarsi anche in relazione alla vendita di determinati servizi (ad esempio di assistenza), alla cessione di diritti relativi a prestazioni future (biglietti per spettacoli, biglietti di viaggio, ecc.), alla vendita di beni digitalizzabili (musica, video, ecc.); tuttavia la particolare natura di tali beni rende la problematica in questione meno determinante ai fini dell’economia complessiva dell’attività (Grando, 2001). Cfr. Gosso M., Grando A., “Vincoli fisici e sviluppo dell’economia virtuale”, in Dematté C., (a cura di), E-business: condizioni e strumenti per imprese che cambiano, Milano, Etas Libri, 2001. Cfr. Grando, 2001. ROBERTA SCARSI 111 enfatizzate le fasi di stoccaggio e distribuzione, non tanto in relazione ad esigenze di stock intermedio da parte della domanda, quanto piuttosto per le necessità dell’impresa di produzione o, ove la funzione logistica venga esternalizzata, dell’operatore terzo, costretto ad organizzarsi in maniera più efficiente rispetto ai concorrenti, in modo da essere in grado di rispettare gli standard imposti dal mercato in termini di velocità. I casi di successo sono accompagnati pertanto dall’elaborazione di strategie ad hoc, che possono comportare soluzioni anche molto diverse in termini di integrazione interaziendale, da schemi di tipo “centrico” a modelli collaborativi orientati alle partnership. Ai fini della consegna a domicilio e, ancor più, della vendita basata sul Web, diventa indispensabile velocizzare la “catena di fornitura” (Supply Chain Management)8 e gestirla in modo olistico e integrato, ovvero essere in grado di ricevere l’ordine, stabilire le date di produzione, effettuare la produzione, allocare e spedire correttamente i prodotti, mantenere un livello di scorte minimo, in modo da soddisfare il cliente riducendo gli sprechi in termini di tempo e denaro. Una supply chain integrata è rappresentata da una serie di operazioni relativamente semplici realizzate tramite il supporto di adeguati software che consentano un’efficiente gestione delle informazioni ed una comunicazione in tempo reale delle parti. Si è più volte fatto riferimento alla criticità di una gestione efficiente della supply chain, intendendo sottolineare come solo la capacità di riorganizzare in tal senso i sistemi logistici consenta di convertire gli ordini sempre più numerosi dei clienti del mercato globale in profitti operativi, superando il già citato “paradosso dell’ecommerce”, ovvero il duplice effetto di senso contrario sul ritorno del capitale investito determinato rispettivamente dall’aumento del volume di affari e dalla crescita dei costi del processo logistico-distributivo. Se i sistemi distributivi tradizionali non sono adeguati e se puntare all’efficacia può risultare penalizzante sotto il profilo economico (come dimostrano i risultati pesantemente negativi di molte notissime esperienze di e-commerce), l’efficienza diventa condizione imprescindibile e richiede una revisione ed un potenziamento dei rapporti con i fornitori, la produzione, i distributori e i clienti. Quanto più efficiente è il rapporto con i partner ai diversi livelli, tanto maggiore è il vantaggio che l’impresa o, meglio, l’intera “catena distributiva”, può ottenere sulla concorrenza9. Il controllo dei costi si sposta da un’ottica limitata alla struttura direttamente controllata (produzione, trasporto, distribuzione, ecc.) ad un’ottica del tipo end-toend, dove la sincronizzazione dell’intero canale e la gestione delle interdipendenze vengono perseguite mediante l’impiego di applicazioni di nuova generazione, capaci di gestire grandi volumi di transazioni e di analizzare e immagazzinare dati e informazioni provenienti da tutto il mondo con un elevato grado di affidabilità. Poiché il commercio elettronico impone la massima flessibilità di produttori e distributori rispetto ai clienti, soprattutto quando riguardi beni ad elevato contenuto tecnologico, e poiché la pressione competitiva costringe i produttori a comprimere 8 9 Cfr. Kalakota R., Robinson M., E-business. Come avviare un’impresa di successo in Internet, Addison-Wesley Longman, Inc., 1999. Cfr. Kalakota R., Robinson M., op.cit. 112 NUOVE CRITICITA’ E PROCESSI DI RIORGANIZZAZIONE DELLE FUNZIONI LOGISTICHE tempi e costi, l’implementazione di nuovi schemi organizzativi e di tecnologie innovative consente di allentare le pressioni mediante l’elaborazione di una pianificazione più precisa. Il principale risultato conseguibile attraverso una gestione integrata della supply chain è rappresentato da una progressiva sostituzione dei magazzini con l’informazione10, specialmente nelle catene del tipo build-to-order (BTO), che stanno emergendo soprattutto nel settore hi-tech, dove il rapido processo innovativo che interessa le componenti determina esigenze di flessibilità massime. Se dal punto di vista tecnico una gestione dei processi improntata a tale metodo richiede il supporto di strumenti e soluzioni ad ampia funzionalità integrata, essa comporta anche, a monte, una precisa definizione degli obiettivi strategici, in modo da focalizzare il Supply Chain Management in relazione alle caratteristiche del mercato di riferimento, alla pressione competitiva, ai prodotti offerti, alle normative, ecc. L’elaborazione del disegno logistico più confacente rispetto al contesto di riferimento ed alle strategie di base dell’impresa può condurre a configurazioni anche molto diverse della supply chain, scegliendo tra accentramento/decentramento del sistema logistico, tra produzione in proprio e outsourcing, tra modelli di produzione integrata per il magazzino, sistemi a reintegro continuo o produzione sull’ordine, condizioni tutte che determinano differenti gradi di integrazione fra i partner relativamente ai livelli di approvvigionamento, alla capacità produttiva, alla gestione dei magazzini, allo scambio di informazioni, ecc. Per quanto riguarda in particolare le scelte di produzione/esternalizzazione, l’analisi di alcuni casi di successo sembra dimostrare come l’outsourcing dei processi aziendali rappresenti spesso una strategia vincente: il BPO (Business Process Outsourcing) è secondo alcuni autori l’unico modo per creare una vera impresa virtuale e viene pertanto considerato il “cuore” del concetto di e-business.11 La creazione di strutture aziendali orizzontali sarebbe il miglior modo per fronteggiare la globalizzazione, la complessità ambientale, l’evoluzione tecnologica, conseguendo uno sviluppo dell’impresa collegato ad una nuova cultura ed all’implementazione di capacità e tecnologie di alto livello. Sotto il profilo strettamente logistico, le scelte di terziarizzazione, giustificate in passato dal punto di vista operativo con riferimento ad obiettivi di variabilizzazione dei costi e di alleggerimento e flessibilità della gestione, vengono oggi ulteriormente sostenute e incoraggiate dal progressivo sviluppo di un’offerta competente. Le imprese oggi, superando l’approccio strategico classico (Quinn, Hilmer, 1994), sono sempre più disponibili ad affidarsi ad operatori terzi, legandosi con relazioni di durata o rapporti di partnership, per attività che vanno oltre i tradizionali servizi di trasporto e magazzinaggio e comprendono servizi a valore aggiunto, talora ad elevato grado di strategicità (assemblaggio, confezionamento, etichettatura, ma anche gestione ordini, fatturazione, ecc.)12. Il logistics BPO identifica e ottimizza il 10 11 12 Cfr. Kalakota R., Robinson M., op.cit. Cfr. Kalakota R., Robinson M., op.cit. Circa il ricorso alla terziarizzazione della funzione logistica anche alla luce della ROBERTA SCARSI 113 sottoprocesso logistico nell’ambito della supply chain del cliente e ne garantisce i risultati13. Date queste premesse, l’implementazione di un sistema di e-business richiede più che mai la predisposizione di una “ossatura” d’impresa capace di consentire un agile scambio di informazioni fra le diverse divisioni aziendali o fra i partner. Colossi come Microsoft, Coca-Cola, Cisco e Compaq hanno già da tempo riorganizzato il proprio sistema di back-office tramite l’adozione di soluzioni per la pianificazione delle risorse ERP (Enterprise Resource Planning), ovvero strutture di riferimento comprensive di applicazioni a tutto campo (pianificazione e programmazione della produzione, elaborazione degli ordini, approvvigionamento, contabilità, finanza, gestione delle risorse umane, ecc.) in grado di accorpare processi fondamentali all’interno di un’unica famiglia di moduli software, con il risultato di facilitare lo scambio di dati e informazioni e aumentare l’efficienza delle diverse operazioni, evitando altresì duplicazioni, errori e inefficienze in generale. Oggi anche le imprese di minori dimensioni si stanno adeguando in tal senso, per beneficiare dei vantaggi connessi in termini di diminuzione dei tempi di produzione, riduzione del magazzino, contenimento dei costi, ecc. L’e-commerce determina un’ulteriore spinta a dotarsi di un sistema operativo integrato e fornitori di sistemi quali SAP, Oracle, People Soft e J.D. Edwards costruiscono le loro strategie di crescita e commerciali sull’esigenza espressa dalle imprese di sostituire i sistemi tradizionali ormai obsoleti, di acquisire un maggior controllo mediante un processo informativo in tempo reale, di gestire e coordinare operazioni a livello globale, ecc.14 3. E-procurement: opportunità e problemi Se il commercio elettronico rivolto al consumo è diventato una “moda” che costringe le imprese ad elaborare soluzioni ad hoc anche al di là degli effettivi risultati, l’impiego del Web da parte delle imprese stesse ai fini dell’approvvigionamento interno sembra essere il campo dell’e-commerce caratterizzato per le più interessanti opportunità e destinato ai maggiori sviluppi 13 14 strategicità della stessa, vedi Hinterhuber H., Friedrich H., “Gewinnen im Wettwerb der Zukunft”, Gablers Magazin, n. 3/1995; Merlino M., Testa S., Valivano A., “Opportunità e limiti dei processi di outsourcing”, Economia & Management, n. 3/1997; Grosso M., “Rivoluzione logistica mancata: la terziarizzazione offre un’opportunità di riscatto”, Economia & Management, n. 6/1998. Cfr. Berini, 2000. Il futuro di ERP tende ad una maggiore flessibilità operativa, ovvero alla possibilità di modificare, accrescere, comporre elementi e soluzioni al fine di rispondere ai cambiamenti nelle esigenze operative e di consentire la scomposizione o l’abbinamento delle applicazioni nell’ottica di modelli operativi sempre più improntati all’outsourcing. ERP si sta trasformando cioè in Supply Chain Planning, fenomeno che, come vedremo, assume un’importanza precipua nell’ambiente B2B dell’e-commerce. 114 NUOVE CRITICITA’ E PROCESSI DI RIORGANIZZAZIONE DELLE FUNZIONI LOGISTICHE Consumatore finale Dettagliante Trasporto e logistica Distribuzione Trasporto e logistica Produzione Trasporto e logistica Materie prime futuri. Le più recenti stime lasciano prevedere che il commercio elettronico tra aziende entro il 2003 raggiungerà, nell’ipotesi più prudenziale, un valore di 1,3 milioni di miliardi di dollari, con un volume cinque volte superiore rispetto a quello che ruota intorno al B2C15. Dall’acquisto e trasporto delle materie prime, alla movimentazione di prodotti finiti a magazzini, distributori e dettaglianti, esistono molteplici opportunità per gli attori del B2B per migliorare il flusso di beni e/o servizi, ricavando percentuali da tutte le transazioni del ciclo. Esaminando una ipotetica e generica catena del valore, si vede come l’unico spazio al di fuori del dominio del B2B sia rappresentato dalle relazioni tra dettaglianti e consumatori finali, sempre che questi ultimi non siano grandi imprese (Fig. 1). Fig. 1: B2B e B2C nell’ambito della catena del valore Fonte: Merrill Lynch Internet Research [2000] Il sistema Web-based, quale sistema aperto, grazie alla facilità di accesso, alla flessibilità e all’economicità, viene ritenuto in grado di soppiantare i sistemi Intranet e EDI, che per oltre vent’anni hanno operato al servizio delle maggiori imprese attive sui mercati internazionali (Fig. 2). 15 Cfr. Korper S., Ellis J., op.cit. Per quanto riguarda l’Italia, il segmento B2B ha fatto rilevare per il 1999 un valore di 1.936 miliardi di lire, contro 520 miliardi nel 1998. (Vedi Caviglia S., “Il giro d’affari, in Italia, triplicato nel 1999. Vanno forte soprattutto le vendite business to business”, La Repubblica, 7.1.2000). ROBERTA SCARSI Fornitore A Fornitore B 115 Fornitore D Acquirente Fornitore C Fornitore E Fornitore F Fig. 2: EDI - Electronic Data Interchange Fonte: Merrill Lynch Internet Research [2000] EDI infatti, considerato il precursore del commercio elettronico B2B, quale sistema atto a facilitare lo scambio di informazioni e documenti tra fornitori e acquirenti, è un sistema chiuso e dedicato, ad uso esclusivo delle parti e, pertanto, sicuro e affidabile ma, d’altra parte, complesso, costoso, sia per quanto riguarda l’investimento iniziale sia relativamente alla predisposizione di adeguate soluzioni software, e difficilmente adattabile ad un mercato in rapida e continua evoluzione sotto il profilo dei soggetti coinvolti. Internet in questo senso rappresenta uno strumento veramente rivoluzionario, in quanto sistema universale, aperto, di semplice utilizzo e praticamente gratuito. L’approvvigionamento elettronico via Net, relativamente sia ai beni destinati alla produzione sia alle cosiddette risorse operative (computer, cancelleria, beni in conto capitale, ecc.), si pone obiettivi di efficienza (riduzione dei costi di approvvigionamento, maggiore informazione e integrazione all’interno dell’impresa, risparmio in termini di tempo) ed efficacia (maggior controllo sulla supply chain, controllo attivo dell’informazione, gestione di maggiore qualità relativamente alla funzione acquisti). Il reengineering e l’integrazione dei processi di approvvigionamento hanno lo scopo di trasformare l’approvvigionamento da funzione di supporto a mezzo per la creazione di un vantaggio competitivo e si basano sulla predisposizione di strumenti applicativi integrati16. Le relazioni nell’ambito del supply chain network possono assumere diverse configurazioni in base alla struttura dei rapporti e alla titolarità del controllo (Fig. 3). Secondo il primo criterio si distinguono relazioni one-to-one (la gestione di semplici operazioni di e-purchasing o di rapporti di e-procurement condotti dall’impresa separatamente con i diversi fornitori), one-to-many (relazioni di eprocurement tra più fornitori e un’impresa acquirente o più imprese consorziate), many-to-many (network digitali cui partecipano numerosi clienti e fornitori, spesso gestiti da intermediari terzi). Per quanto riguarda il controllo della relazione, si 16 Un esempio può essere fornito da Microsoft, il cui gruppo di approvvigionamento sviluppò nel 1996 uno strumento chiamato MS Market per l’elaborazione di ordini on-line tramite una rete Intranet. Tale sistema, assai innovativo, ha consentito una riduzione delle risorse necessarie per la gestione degli approvvigionamenti di materiali ed accessori, eliminando le procedure su carta. (Vedi Kalakota R., Robinson M., op.cit.). 116 NUOVE CRITICITA’ E PROCESSI DI RIORGANIZZAZIONE DELLE FUNZIONI LOGISTICHE distinguono modelli di tipo sell-side, basati sulla predisposizione di siti più o meno evoluti da parte dei fornitori, di tipo buy-side, gestiti tramite Corporate Portal del/degli acquirente/i e marketplace, tipici del modello many-to-many, organizzati mediante portali verticali o orizzontali, che si articolano a loro volta nelle più svariate forme in relazione al tipo e alla varietà dei servizi offerti17. Soluzioni sell-side Sito Seller-Hosted Acquirente A Modelli many-to-many Fornitore A Fornitore B Acquirente B Soluzioni buy-side Fornitore A Market Maker Corporate Portal Fornitore B Acquirente A Acquirente B Fig. 3: Possibili configurazioni delle relazioni nell’ambito del Supply Chain Network Fonte: ns. elaborazioni da fonti varie Oggi, benché la maggior quota del commercio elettronico B2B si svolga ancora tramite siti seller-hosted, le aziende, almeno all’interno di determinati settori, stanno progressivamente abbandonando il modello dell’approvvigionamento elettronico del tipo business-to-supplier, basato su Internet, che pure presenta enormi vantaggi in termini di standardizzazione delle operazioni, integrazione dei processi, semplificazione delle procedure, riduzione di tempi e costi (e che, come si sottolineerà più oltre, per determinati settori ci sembra ad oggi l’unico modello proponibile), per indirizzarsi verso le comunità di commercio indipendenti e, in alcuni casi per il momento abbastanza “pionieristici”, verso l’automatizzazione dell’intera catena logistica. Il B2B di seconda generazione mette in contatto compratori e venditori di beni e componenti industriali, creando comunità elettroniche in grado di favorire il contatto e la collaborazione tra i soggetti o, nei modelli maggiormente orientati alla 17 In relazione a tali parametri, si può individuare una molteplice varietà di market maker, ovvero di strutture ospiti; tuttavia esse rappresentano combinazioni o ibridi di quattro forme principali: trading community, catalogo elettronico, exchange e auction. Per un’accurata disamina delle principali caratteristiche di tali modelli si rimanda a Merril Lynch & Co., The B2B Market Maker Book, 2000, consultabile sul sito Internet http://www.nmm.com. ROBERTA SCARSI 117 transazione, di favorire e gestire materialmente il rapporto di fornitura, spot o di durata, giungendo a riorganizzare le catene logistiche su scala mondiale18. Queste caratteristiche rendono tale modello attrattivo non solo per le grandi imprese internazionali, ma anche e soprattutto per le piccole-medie imprese, che vedono in tale sistema la possibilità di ampliare il proprio mercato. Secondo alcuni autori, infatti, a ricevere il maggiore beneficio da questo genere di strumento sarebbero proprio i piccoli fornitori, i quali, attraverso nuovi canali a basso costo, sarebbero in grado di raggiungere piccoli acquirenti che, con i mezzi tradizionali, sarebbe troppo costoso o difficile raggiungere, anche per la distanza spaziale, e grandi acquirenti ai quali altrimenti non avrebbero alcuna possibilità di accedere19. In secondo luogo, sarebbero fortemente aiutati i piccoli acquirenti, grazie alla possibilità di automatizzare il processo di approvvigionamento, ridimensionare il livello delle scorte, riducendo i relativi costi, accedere a fornitori di elevata qualità o dimensione variamente localizzati e difficilmente raggiungibili con i sistemi tradizionali. Per quanto riguarda i grossi acquirenti, questi non avrebbero niente da perdere, in quanto il ricorso ai market maker consentirebbe loro di ampliare il mercato di approvvigionamento, introducendoli ai piccoli fornitori, ai quali altrimenti non avrebbero accesso, fornitori che, spesso, sono in grado di offrire prodotti di elevata qualità e un buon livello di servizio. In definitiva, il sistema offrirebbe loro una maggiore scelta in termini di prodotti e servizi e garantirebbe valide alternative per la fornitura nel caso in cui i grossi fornitori abituali avessero problemi di disponibilità dei prodotti o di termini di consegna. Ulteriori spinte in questo senso derivano, soprattutto in determinati settori, dalle caratteristiche dei beni (standardizzazione, sostituibilità) e della struttura dei mercati (equilibri domanda/offerta). In settori particolarmente maturi, le imprese industriali, forti dell’eccesso di capacità presente sul mercato dell’offerta e del fatto che la qualità dei beni acquistati è comunque garantita da apposite certificazioni, rinunciano progressivamente alla stipula dei tradizionali contratti di fornitura a medio-lungo termine e alla certezza in termini di tempi e di prezzi connessa a tale metodo, per aderire al modello degli e-Market e servirsi del meccanismo dei prezzi quale fattore di riequilibrio tra domanda e offerta. Emblematico è il caso delle grandi marche di auto, “assemblatori” che, in virtù della capacità in eccesso presente sul mercato della fornitura, possono far leva sulla concorrenza fra i fornitori per ridurre i costi associati senza d’altro canto rischiare “rotture” nel processo di produzione e nel ciclo logistico. La maggiore sfida per i market maker sarebbe rappresentata in definitiva dall’acquisizione dei grandi fornitori. Questi infatti sono generalmente già dotati di propri siti Internet attraverso i quali effettuano vendite on-line, beneficiano di reti distributive consolidate ed efficienti e godono di elevato potere contrattuale sul mercato dei trasporti. Tuttavia si ritiene che anche questi soggetti possano avere interesse a partecipare a mercati indipendenti per diverse ragioni, prime fra tutte una 18 19 Cfr. Korper S., Ellis J., op.cit. Cfr. Merrill Lynch & Co., op. cit. 118 NUOVE CRITICITA’ E PROCESSI DI RIORGANIZZAZIONE DELLE FUNZIONI LOGISTICHE domanda in questo senso da parte della clientela e la necessità di non perdere quote di mercato a vantaggio di fornitori di minori dimensioni. In secondo luogo, il ricorso ai market maker può consentire loro di guadagnare l’accesso a nuovi clienti. Parallelamente a quanto si è osservato nel C2C, da un lato ci si attende la concentrazione degli affari su un numero ridotto di siti destinati a prosperare a scapito delle realtà minori, dall’altro si prevede che i fornitori, per contrastare il potere di mercato degli acquirenti, si concentreranno tra loro o, addirittura, entreranno nell’organizzazione dei siti B2B, al fine di guadagnare dalla crescita prevista per le quotazioni di Borsa delle società di maggiore successo20. L’affermazione dello schema descritto testimonia la tendenza dei sistemi produttivi verso una logica di produzione senza scorte o “a flussi”, caratterizzata da un innegabile risparmio sui costi, ma soggetta ad un rischio potenziale sui prezzi, legato agli sviluppi della domanda, agli andamenti dei mercati internazionali ed alle crisi che possono investirli in modo del tutto imprevedibile. Per questo e per altri motivi, rimane il fatto che la possibilità di operare attraverso tale sistema, soprattutto nelle modalità che prevedono l’applicazione dello strumento dell’asta virtuale, è legata alla natura del settore di appartenenza e dell’attività svolta dall’impresa. I meccanismi dell’exchange e, ancor più, quello dell’asta, quali strumenti per abbattere i costi di fornitura e di transazione, possono funzionare su mercati “perfetti”, quali sono tipicamente quelli delle commodities, dove le criticità dell’approvvigionamento sono rappresentate essenzialmente dagli elementi prezzo, qualità e tempi di consegna e dove, quindi, i fornitori che siano in grado di rispettare determinati standard minimi possono essere considerati in linea di massima fungibili. Su mercati che invece tradizionalmente non sono perfetti, il meccanismo dell’eMarket non tiene nella dovuta considerazione aspetti ulteriori che contraddistinguono i rapporti di durata tra impresa e fornitori (localizzazione, specificità delle risorse attivate, vincoli tecnici o tecnologici, assistenza post-vendita, ecc.). In questi casi il B2B sembra potersi sviluppare con maggiore successo secondo i modelli tipo one-to-one o one-to-many, ovvero essenzialmente come mezzo per realizzare e/o potenziare network con i fornitori abituali. La giustificazione teorica allora non risiede più nel semplice abbattimento dei costi di transazione, ma può essere ricercata nel ridisegno delle gerarchie fra i soggetti coinvolti nella supply chain e nella definizione di più intensi rapporti di cooperazione. La selezione dell’ambiente-mercato elettronico di riferimento secondo i parametri sopra definiti, in quanto definizione delle modalità di gestione del rapporto con i fornitori, rappresenta per l’impresa una scelta di tipo strategico. A questa segue un problema di tipo operativo, ovvero la scelta dei cosiddetti EP-Tools, gli strumenti per la digitalizzazione e le integrazioni dei processi di approvvigionamento interni all’impresa e delle relazioni tra impresa e fornitori. In 20 Cfr. De Cecco, 2000. ROBERTA SCARSI 119 virtù del moltiplicarsi dei rapporti e delle esigenze di scambio e comunicazione con partner a diversi livelli, il commercio elettronico B2B, infatti, ripropone in misura ancor più stringente la necessità di adeguare gli strumenti informativi ai fini della gestione della relazione (selezione dei fornitori, instaurazione e gestione dei rapporti di cooperazione) e dell’aspetto prettamente operativo della transazione. Le diverse case propongono a tali fini una vasta gamma di prodotti e sistemi finalizzati alla realizzazione e gestione di soluzioni buy-side, sell-side, exchange, auction o programmi integrati per l’ottimizzazione della supply chain21. 4. I percorsi evolutivi degli operatori logistici: modelli tradizionali e tendenze Il business della logistica si trova in una fase che, soprattutto a livello europeo, può essere ancora definita evolutiva e di sviluppo; questo influisce sulle molteplici e differenziate risposte strategiche e organizzative che l’offerta dà rispetto alle esigenze del mercato. In conseguenza di ciò, un tentativo di classificare gli operatori logistici può apparire insufficiente ad esaurire le tipologie esistenti e a definire un quadro in continuo divenire. L’analisi dei percorsi di crescita intrapresi dalle imprese logistiche nel corso dell’ultimo decennio ha evidenziato come alla base della capacità di imporsi sul mercato della logistica su vasta scala, pur a partire da situazioni iniziali differenti, stiano alcune caratteristiche comuni in termini di capacità finanziaria e capacità di coordinamento. L’operatore logistico, fatti salvi i casi in cui nasca già come tale, è tendenzialmente un soggetto che in origine gestisce una singola attività del ciclo logistico (tipicamente trasporto o stoccaggio) e che, intervenendo a monte o a valle rispetto al proprio core business, riesce ad accrescere la porzione di supply chain controllata. In tal modo amplia la gamma dei servizi offerti e migliora l’integrazione del ciclo22. Tale sviluppo segue percorsi differenti in relazione alle risorse interne e alle competenze di base dell’impresa. Si possono distinguere soggetti, come le grandi imprese di navigazione di linea, che si sono evoluti in “operatori globali” forti di una posizione di partenza particolarmente vantaggiosa in termini di volumi di traffico controllati, dotazione di asset fisici, competenze acquisite, risorse umane e cultura sviluppata. In particolare, l’elemento comune che caratterizza tali soggetti sembra essere rappresentato dal possesso di una massa critica finanziaria, fattore che pare indispensabile per sostenere processi fortemente capital intensive. L’ingresso di tali soggetti al più vasto mercato della logistica va ricollegato essenzialmente all’esigenza di ridurre il rischio e di superare la concorrenzialità collegati all’attività originaria, al fine di 21 22 Per un’analisi dei prodotti esistenti e dei relativi ambiti di applicazione, vedi Alaniz S., Roberts R., E-procurement. A guide to buy-side applications, Stephens Inc., 1999, consultabile sul sito Internet http://nmm.com. Vedi Gozzi A., Dispense per il corso di Economia e Tecnica delle Imprese Logistiche, DITEA, Università di Genova, 1999. 120 NUOVE CRITICITA’ E PROCESSI DI RIORGANIZZAZIONE DELLE FUNZIONI LOGISTICHE rafforzare la propria presenza sul mercato e di conseguire margini di profitto remunerativi. D’altra parte, negli ultimi anni si è parimenti assistito all’imporsi sul mercato della logistica di altri soggetti, quali le grandi case di spedizione internazionali e i MTO23 che, seppure ben posizionati sotto il profilo del range dei servizi offerti, della conoscenza dei mercati e delle capacità di coordinamento, non dispongono di risorse tangibili altrettanto consistenti, ma riescono ad offrire un servizio che va oltre la mera intermediazione grazie alla capacità di selezionare e coordinare in modo sistematico e continuativo una serie di fornitori di secondo livello24. La crescente tendenza delle imprese a rivolgersi a fornitori specializzati per l’organizzazione/gestione dell’intero processo logistico determina l’evoluzione del rapporto cliente-fornitore verso forme di partnership o, comunque, verso relazioni complesse e di durata. In tale contesto, quale che sia il percorso di sviluppo precedente, l’operatore logistico che si ponga quale partner più o meno integrato nell’ambito di relazioni di tipo strategico con le imprese clienti (Clark, Zmud, 1991) sembra dover essere dotato fondamentalmente della capacità di instaurare e mantenere relazioni interattive a lungo termine con i propri clienti, fondate sulla fiducia reciproca e sulla comunicazione, dell’abilità di individuare i bisogni dei potenziali clienti e di elaborare soluzioni personalizzate di qualità in relazione ad obiettivi comuni e dell’affidabilità, intesa come condivisione del rischio e dei vantaggi derivanti dal successo del cliente25. Se da tempo il comparto della logistica è interessato da alcune macro-tendenze, riassumibili, oltreché nello sviluppo di interrelazioni e rapporti collaborativi tra imprese, in una spinta verso una maggiore trasparenza ed una migliore sincronizzazione della supply chain, nell’offerta di una gamma sempre più vasta di servizi ad alto valore aggiunto, in un processo di concentrazione e specializzazione degli operatori e in un crescente ricorso all’outsorcing logistico, la new economy impone ai provider di servizi logistici un’evoluzione ulteriore, nel segno della velocità, dell’agilità, dell’informazione e della collaborazione. Quali significativi esempi di forme innovative di operatore logistico, di particolare interesse sembra l’analisi dei percorsi strategici intrapresi da alcune categorie di soggetti che, pur caratterizzati da competenze, culture e cammini 23 24 25 I Multimodal Transport Operator possono assumere una varietà di forme organizzative e gestionali, caratterizzate da differenti gradi di integrazione verticale e di intensità di capitale. In questa sede si fa riferimento ai cd. NVOCC – Non Vessel Operator Common Carrier – soggetti che offrono il trasporto intermodale riducendo al minimo gli investimenti in immobilizzazioni, acquisendo i servizi da terze economie e concentrandosi sugli aspetti organizzativi, sull’utilizzo delle risorse informative aziendali e sulla conoscenza dei mercati. (Cfr. Midoro R., Dallo shipping all’intermodalità. Elementi di gestione strategica dell’impresa, Genova, ECIG, 1992). Circa lo sviluppo di reti di subfornitura articolate su due livelli nell’ambito di relazioni strategiche fra operatori logistici e imprese, vedi Ricciardi M., “Informatica aziendale e outsourcing: motivazioni e prospettive”, Economia & Management, n. 6/1993. Cfr. Council of Logistics Management, Leading edge logistics competitive positioning for the 1990s, Michigan State University, USA, 1989. ROBERTA SCARSI 121 differenti, si stanno progressivamente inserendo nel comparto della e-logistics rivedendo e, in alcuni casi, rivoluzionando il proprio business di partenza. - I corrieri espresso Soggetti come Dhl, Tnt, Ups e FedEx, grazie alla massa critica di partenza, alla rete distributiva sviluppata e alla cultura maturata, sono già attrezzati per offrire a chi voglia sviluppare il business del commercio elettronico, soprattutto per quanto attiene ai beni di consumo, servizi di e-fulfillment, ovvero di consegna rapida e sicura su scala mondiale a costi più vantaggiosi rispetto ai canali tradizionali, unita a sistemi informativi che consentono un facile accesso del cliente e permettono il monitoraggio continuo dell’ordine. Tali operatori stanno d’altra parte già sperimentando l’accesso al mercato del B2B e sarà interessante vedere se, alla luce degli ulteriori stimoli offerti dalla new economy, sapranno effettivamente imporsi come gli operatori logistici del futuro. Se il limite di tali soggetti è ancora oggi rappresentato dai vincoli di peso/volume dei colli trattati, l’accelerazione del commercio elettronico ha comunque consentito una crescita delle spedizioni di merci. Naturalmente tale processo non è scevro da implicazioni di tipo logistico: l’aumento nella massa e nelle dimensioni dei beni trattati impone, oltre ad un potenziamento dei mezzi di trasporto a disposizione (in particolare, della flotta aerea) e della rete distributiva, lo studio di nuove strategie26. L’esame della realtà evidenzia come gli express courier siano in effetti ancora indietro nella progettazione di modelli distributivi su misura per il commercio elettronico e per lo più si limitino a focalizzare i propri sforzi nell’adattamento dei modelli organizzativi tradizionali, che privilegiano la rapidità di consegna di unità di piccole dimensioni destinate a clienti commerciali27. I sistemi distributivi, per soddisfare le esigenze legate all’elevata densità di valore dei beni e alla loro deperibilità o obsolescenza, sono improntati all’efficacia assoluta, intesa come 26 27 Emblematico di tale tendenza, da alcuni definita irrefrenabile, è il caso Dhl: ad una crescita delle merci del 25-30% nel corso della prima metà del 2000 si affianca una stagnazione dei documenti, che d’altro canto tendono a viaggiare progressivamente tramite la rete. Tale evoluzione, in relazione al fatto che il trasporto era originariamente organizzato su uno schema centralizzato, ha condotto ad una progressiva saturazione degli hub a disposizione e, di conseguenza, al manifestarsi della necessità di affiancare al nucleo centrale diversi hub secondari. Il passaggio successivo è stato quello ad uno schema multi-hub, dove svariati aeroporti, virtualmente equivalenti per posizione geografica e potenzialità di sviluppo delle aree, operano in rete. Gli sforzi dell’operatore per il futuro sono concentrati su un altro aspetto altrettanto fondamentale rispetto all’organizzazione del ciclo logistico delle merci, ovvero la gestione dei flussi informativi. A questo proposito è in fase di realizzazione un progetto per il trasferimento dei documenti sotto forma di immagine, in modo da rendere disponibili le fatture presso ogni hub e semplificare le procedure doganali. Obiettivo prioritario per il futuro è poi la possibilità di controllo della spedizione da parte del cliente finale tramite accesso facilitato al sistema, attraverso terminale o cellulare. (Vedi Dardani B., “L’e-com cambia il volto a Dhl”, Il Sole 24 Ore, 23.6.2000). Cfr. Gosso, Muscetti, 2000. 122 NUOVE CRITICITA’ E PROCESSI DI RIORGANIZZAZIONE DELLE FUNZIONI LOGISTICHE velocità, sacrificando piuttosto l’efficienza. Il settore B2C pone delle problematiche che determinano ad oggi, in taluni casi, l’esclusione dal business e con cui i corrieri espresso dovranno imparare a confrontarsi. In particolare, si fa riferimento al fatto che l’e-commerce richiede un servizio 24 ore su 24, a vantaggio di clienti non sempre raggiungibili. Il servizio tradizionale di consegne consente quasi sicuramente la riuscita della missione, in quanto si rivolge ad uffici e, pertanto, si svolge entro orari ben definiti. Diversa è la situazione quando dal comparto business si passa alla consegna a privati, che richiede l’elaborazione di soluzioni per il caso, peraltro altamente probabile, in cui il destinatario sia assente. Le caratteristiche dei beni acquistati online, non sempre sono assimilabili a quelle del prodotto urgente: spesso prevalgono aspetti come la minimizzazione del costo, la puntualità della consegna o la capillarità. In ragione di ciò numerose aziende definiscono rapporti di collaborazione solo con quei soggetti che denotino una predisposizione rispetto a questo tipo di tematiche e che comprendano la criticità del loro ruolo. La collaborazione con un valido corriere può infatti essere determinante ai fini del successo di un operatore che decida di competere nel campo del commercio elettronico. Si consideri ad esempio il caso della vendita di fiori on-line: i risultati possono essere più o meno soddisfacenti in relazione alla velocità e sicurezza del servizio, al prezzo, alla qualità del prodotto28. D’altra parte, i corrieri stessi riorganizzano la propria attività creando nel proprio ambito apposite divisioni dedicate alla gestione delle relazioni di commercio elettronico29 o sviluppando relazioni stabili con soggetti operanti nel business dei trasporti e della logistica e specializzati nel comparto delle vendite on-line. Le osservazioni svolte evidenziano l’emergere di opportunità notevoli per soggetti che siano in grado di gestire assetti logistici flessibili e riconfigurabili in relazione ai principi della “agile logistics”; in particolare, sembrano emergere interessanti occasioni di riqualificazione per i piccoli operatori locali, come le microimprese di autotrasporto così diffuse nel nostro Paese, che, opportunamente 28 29 Proflowers - http://www.proflowers.com - vende fiori recapitati direttamente dal luogo di coltivazione, servendosi di un sistema software che mette in collegamento diretto i produttori locali con FedEx. Tale sistema consente la spedizione di un prodotto di elevata qualità, personalizzato e sempre fresco e, d’altro canto, ad un costo che arriva ad essere fino al 40% inferiore rispetto ai prezzi al dettaglio. L’alleanza con l’operatore logistico, nel caso citato, si affianca ad una serie di servizi aggiuntivi, quali la garanzia “soddisfatti o rimborsati” e la commercializzazione del prodotto attraverso una serie di affiliati via Internet, fra cui www.bluemountains.com, uno dei principali siti di cartoline elettroniche. (Vedi Korper S., Ellis J., op.cit.). A questo proposito si può menzionare la costituzione della divisione “e-logistics” di Ups, con cui Ups si propone alle PMI quale “e-commerce enabler”, attraverso un’integrazione con le imprese e un contatto diretto con i loro intangible asset, a favore del cliente finale e con l’obiettivo di sviluppare nuovi servizi specificamente pensati per le imprese Internet di piccole-medie dimensioni. (Vedi Handling & Distribuzione, (a cura di), “Ups e il commercio elettronico”, Sistemi & Impresa, luglio/agosto 2000). ROBERTA SCARSI 123 coordinati, potrebbero rivitalizzare la propria attività in controtendenza rispetto alle previsioni di estinzione più volte formulate30. I corrieri stessi, per ovviare ai problemi cui si è fatto cenno e risultare vincenti nella sfida della “last mile logistics”, ovvero della distribuzione capillare dei prodotti acquistati on-line, e per raggiungere una presenza radicata nel territorio, hanno avviato da tempo strategie di collaborazione o acquisizione proprio rispetto ad aziende distributive locali e a canali distributivi capillari e consolidati31. - Le poste Potenzialmente avvantaggiate dal radicamento territoriale e dalla capillarità della presenza sul territorio in termini di depositi e di uffici, le poste, pur essendo nate con finalità differenti rispetto alla distribuzione dei beni acquistati on-line, si propongono in vari paesi come potenziali attori dell’e-commerce in virtù del “presidio dell’ultimo miglio”32. Le più recenti notizie di stampa testimoniano l’impegno e il fermento che caratterizzano tali soggetti in relazione ad una riprogettazione del loro ruolo in chiave logistica, tramite la realizzazione di collaborazioni ed acquisizioni con operatori grandi e piccoli del settore. Il primo e più eclatante esempio di ingresso delle poste nel mercato della logistica è rappresentato da Deutsche Post. Il gruppo, che controlla già da tempo una consistente quota nell’ambito di Dhl, ha intavolato negli ultimi mesi trattative simultanee con diversi azionisti per acquisire la parte rimanente delle azioni33. Attraverso una serie di partecipazioni all’interno di altre imprese dei trasporti e della logistica, Deutsche Post è presente anche sui mercati esteri34. La Poste – il gruppo delle poste francesi - tramite la holding controllata Colis et Logistique, ha siglato un’intesa operativa con FedEx, il primo vettore via aerea 30 31 32 33 34 Cfr. Gosso, Muscetti, 2000. A questo proposito si ricordano a titolo di esempio, in Italia, gli accordi di Tnt con operatori di micrologistica come Pony Express, La Florentia, Milano Recapiti, Motomail, Lega delle Cooperative (per la consegna quotidiana della spesa alimentare on-line) e con reti distributive come la rete di negozi Buffetti, le stazioni di provincia delle FF.SS., tabaccherie e cartolerie, ecc. o, ancora, la nuova rete implementata da Dhl fondata, tra l’altro, su una catena di agenzie di viaggio. Cfr. Pucci E., “Servizi postali, nuovo look per l’era della e-economy”, Il Sole 24 Ore, 18.10.2000. A tale proposito è stato raggiunto nel settembre 2000 un accordo con Japan Airlines e con due fondi di investimento controllati da West LB per rilevarne azioni Dhl pari al 29% della società. Il gruppo tedesco sarebbe poi vicino alla conclusione positiva delle trattative con il management e le famiglie dei fondatori di Dhl per acquisire azioni per un ulteriore 21%. Il restante 25% di Dhl è controllato da Lufthansa, la compagnia aerea di bandiera tedesca; Lufthansa e Deutsche Post già lo scorso anno avevano raggiunto una intesa per collocare le proprie quote in una joint venture nel settore dei corrieri espresso per via aerea. Sul mercato italiano, oltreché attraverso Dhl, Deutsche Post è presente attraverso Spedizioni Ascoli, Nedlloyd, Giorgio Gori, Danzas Italia, Danzas Logistics e Mit. 124 NUOVE CRITICITA’ E PROCESSI DI RIORGANIZZAZIONE DELLE FUNZIONI LOGISTICHE USA, al fine di potenziare i servizi nell’area europea e di rafforzare il ruolo di entrambe le imprese nell’area. Attraverso tale intesa si sviluppano sinergie da una integrazione nelle reti logistiche via aerea e via terra: i clienti di Chronopost International35 possono accedere al network aereo di FedEx, mentre i clienti del gruppo USA traggono vantaggio dalle infrastrutture via terra del gruppo La Poste in molti mercati chiave in Europa. La Poste si dichiara aperta ad estendere l’alleanza ad altri partner in Europa (e in tale contesto si inserisce la recente intesa con le Poste Italiane). Le Poste Italiane hanno acquisito nel 1998 Sda Express Courier, che ha programmato per i prossimi anni consistenti investimenti per tecnologia e centri di smistamento destinati in parte al commercio elettronico. Sda ha trasformato la divisione logistica in una società autonoma (Sda Logistica) in grado di fornire alle aziende dell’e-commerce un’assistenza a 360 gradi, con servizi di warehousing e assistenza nei pagamenti da parte degli acquirenti finali. Tale ultimo aspetto riveste una particolare importanza strategica se si tiene conto della forte resistenza ancora diffusa presso il pubblico ad eseguire pagamenti on-line tramite carta di credito. Dall’intesa fra Sda e Poste Italiane è nato un progetto espressamente finalizzato alla predisposizione a vantaggio delle imprese di e-commerce di soluzioni uniche di distribuzione, stoccaggio e gestione amministrativa (documenti e pagamenti), gestibili interamente on-line (progetto “e-boost”)36. Se le Poste non presentano differenze sostanziali rispetto ai concorrenti della delivery industry relativamente alla gamma ed alla qualità dei servizi offerti, si segnala una debolezza dal punto di vista della presenza geografica che, allo stato attuale, si limita al territorio nazionale. In relazione a ciò si pone la citata partnership internazionale con FedEx e con La Poste, sfociata nella creazione di una società ad hoc per le attività on-line (Edigen)37. 35 36 37 Chronopost International, soggetto interamente controllato da La Poste, è leader per la consegna espressa di lettere e pacchi in Francia e opera in numerosi paesi di Europa, America e Africa. Possiede inoltre partecipazioni all’interno di L’Aéropostal (trasporto aereo - Francia - 10%), Top Chrono (urban courier - Francia - 49%), Taxicolis (consegne personali urgenti - Francia - 95%), EMS Delta Plus (corriere espresso - Gabon - 34%), EMS Garantpost (corriere espresso - Russia - 20%). Vedi sito Internet http://chronointer.com. Il sistema si basa sulla rete dei corrieri, delle filiali e dei centri di smistamento Sda, degli uffici postali abilitati al servizio di fermoposta, dei centri e messaggeri Mototaxi (dal 1999 Sda ha acquisito Mototaxi Milano e Mototaxi Torino; a sua volta Mototaxi Milano è titolare del marchio Mototaxi, operante in 25 città italiane nel settore del motorecapito urbano). Il sistema è assistito da un call center per le informazioni e un help desk per l’assistenza informatica. Attraverso tali strutture, vengono offerti servizi di consegna in tutta Italia secondo varie modalità (“classico”, “1giorno”, “disera”, “solosabato”, “fermoposta”). Vedi sito Internet http://www.eboost.it. Le Poste Italiane controllano il 35% della società italo-francese attraverso Postel, mentre il 50% è di Sofipost (controllata da La Poste), e il resto dei privati Mikros (9%) e Steria (6%). Vedi sito Internet http://www.ilsole24ore.com (notizia datata 9.11.2000). ROBERTA SCARSI 125 Le brevi riflessioni svolte circa l’evoluzione della figura dell’operatore logistico e, per conseguenza, dei percorsi di sviluppo e di crescita che caratterizzano l’offerta di servizi logistici, evidenziano come il superamento della tradizionale fornitura di servizi di mero trasporto e stoccaggio e l’inserimento sul mercato più vasto e remunerativo dei servizi ad alto valore aggiunto richiedano da parte dell’operatore una crescente flessibilità e la capacità di gestire in modo integrato l’intera supply chain delle imprese clienti. L’organizzazione delle attività che compongono il ciclo, sia sotto il profilo fisico sia per quanto riguarda l’aspetto informativo, comporta la realizzazione di investimenti che possono rendere assai proficua l’instaurazione di rapporti di cooperazione fra operatori, determinando quel progressivo processo di concentrazione che da tempo si osserva sul mercato. La collaborazione, la condivisione, l’integrazione, nella new economy diventano degli imperativi: le esigenze di velocità, flessibilità e affidabilità che, come abbiamo osservato, hanno condotto la logistica ad essere una funzione primaria nell’acquisizione e nel mantenimento del vantaggio strategico, impongono infatti una complessiva riprogettazione degli assetti logistici delle imprese e, parimenti, nell’ottica di un sempre più massiccio ricorso all’outsourcing logistico, una riorganizzazione e ridefinizione di ruoli dei fornitori di servizi. Benché il mercato della e-logistics spinga nel senso della concentrazione e della specializzazione, si osserva l’emergere di spazi competitivi interessanti per “new courier” in grado di progettare e gestire sistemi logistici agili e flessibili; tale sviluppo sembra offrire opportunità anche ad operatori di piccola dimensione, se convenientemente coordinati sulla base di schemi innovativi. 5. “Disintermediazione” e “reintermediazione” Secondo molti autori, uno dei principali effetti del commercio elettronico, specialmente in alcuni settori, è rappresentato dalla “disintermediazione”, ovvero dalla progressiva eliminazione di intermediari e rivenditori e dalla creazione di nuovi canali distributivi38. Tale processo sarebbe inversamente proporzionale rispetto alla dimensione d’impresa ed alle economie di scala sviluppate, alla specializzazione degli asset e delle risorse attivate, alla numerosità e varietà delle transazioni. La disintermediazione diventa quindi una vera minaccia per i dealer di piccole dimensioni, scarsamente specializzati, dotati di pochi asset e che si limitino, per la natura dell’attività svolta e dei prodotti trattati, al processamento di poche transazioni omogenee; in questi casi, riscontrabili soprattutto nei rapporti tipo B2C, la vendita on-line potrebbe potenzialmente arrivare a sostituire la vendita fisica. D’altra parte è altrettanto probabile che buona parte dei consumatori continui a rivolgersi al mercato tradizionale e che, quindi, la diffusione del commercio 38 Cfr. Watson R.T., Berthon P., Pitt L.F., Zinkhan G.M., E-commerce e impresa, Milano, McGraw-Hill Libri Italia, 2000. 126 NUOVE CRITICITA’ E PROCESSI DI RIORGANIZZAZIONE DELLE FUNZIONI LOGISTICHE elettronico produca in definitiva un ampliamento delle scelte in termini di prodotti e relazioni di acquisto e, in relazione a ciò, lo sviluppo di nuovi canali e di nuove figure di intermediari. La tecnologia produce effetti in grado di modificare profondamente le strategie di distribuzione tradizionali, che prevedono il ricorso ad intermediari per ragioni di efficacia ed efficienza (vantaggi economici e logistici legati alla scomposizione/ ricomposizione dei flussi fisici nello spazio e nel tempo, alla standardizzazione delle operazioni, alla riduzione delle incertezze, alla migliore gestione delle informazioni, ecc.), alla luce di alcune trasformazioni di portata rivoluzionaria, rappresentate essenzialmente dall’annullamento delle distanze fisiche e temporali e, di conseguenza, dall’eliminazione dei problemi legati agli orari, alla stagionalità ed alla localizzazione geografica: il marketspace è un luogo virtuale cui si può accedere da qualsiasi posto e in qualsiasi momento39. In un contesto di questo genere, la distanza non rappresenta più un problema per quanto riguarda la scelta del prodotto da parte del cliente, ma solo in relazione al recapito finale. Anche per quanto riguarda il comparto delle forniture industriali, dove l’ubicazione può essere un fattore di rilievo nella scelta del fornitore, specialmente quando il processo di acquisto richieda lunghe trattative dirette su modalità, prezzi, tempi, qualità, ecc., gli acquisti via Internet B2B, pur con le riserve cui si faceva riferimento in relazione alla natura del settore e del mercato di riferimento, arrivano a mettere in discussione la logica convenzionale, consentendo l’accesso alle gare di fornitura ad operatori variamente localizzati. Entra in crisi il modello della comakership, del rapporto fra produttore e fornitore unico, per tornare al gruppo di fornitori, spesso in competizione tra loro40. L’analisi di alcuni casi di successo (ad esempio Caterpillar e General Electric), evidenzia un’ampia partecipazione dei fornitori, un accorciamento dei tempi del processo di appalto ed una riduzione dei costi delle merci acquistate. La disintermediazione sta avanzando nel campo dei servizi, dove prodotti assicurativi e bancari, biglietti aerei, ecc. possono essere acquistati direttamente dal cliente tramite pc41, mentre nuovi canali distributivi operano da tempo sul mercato dei beni, dove i grandi corrieri espresso sono in grado di consegnare nelle 24 ore prodotti acquistati on-line scegliendo il rivenditore più fornito o più conveniente. Nascono nuove forme di intermediari, soggetti specializzati in grado di sfruttare le opportunità offerte dal Web che, disponendo di strategie distributive più efficienti, diventano lo strumento per consentire alle imprese di ridurre le spese associate alla catena logistica, ad esempio creando “borse” on-line o agendo come una sorta di 39 40 41 Cfr. Watson R.T., Berthon P., Pitt L.F., Zinkhan G.M., op.cit. Cfr. Oriani G., op.cit. Si consideri ad esempio il caso del sito britannico Cheapflight (http://cheaplight.co.uk), che consente l’individuazione del volo più economico su una determinata rotta in relazione alle esigenze del cliente, o di Priceline (http://www.priceline.com), che permette l’acquisto on-line del biglietto più conveniente, sulla base del budget stanziato dal cliente. (Vedi Watson R.T., Berthon P., Pitt L.F., Zinkhan G.M., op.cit.). ROBERTA SCARSI 127 stanza di compensazione nell’ambito di specifici mercati42. Il successo dell’intermediario e la sua permanenza sul mercato si collegano alla creazione di un rapporto con il cliente, grazie alla capacità di svolgere in modo efficace le funzioni essenziali della distribuzione prima individuate di disaggregazione/aggregazione dei flussi, creazione di routine operative, rapporti con la clientela e capacità di comprenderne i bisogni. La comunicazione con i fornitori, la definizione dei canali di distribuzione, l’architettura e l’organizzazione del sistema dei depositi e magazzini, il dimensionamento e la gestione delle scorte sono aspetti critici ai fini del successo di qualsiasi iniziativa di commercio elettronico e comportano scelte alternative, relativamente alla gestione degli aspetti logistici, che possono andare dall’impiego dei canali di distribuzione tradizionali, allo sfruttamento di economie di scopo mediante l’utilizzo di canali già esistenti ma normalmente adibiti a prodotti di altro genere (è il caso di prodotti distribuiti attraverso la rete delle tabaccherie, delle edicole, dei distributori di carburanti, ecc.), al ricorso a corrieri espresso, all’acquisto di servizi di fulfillment per tutti gli aspetti relativi all’evasione degli ordini, alla gestione delle scorte, alla distribuzione ed all’assistenza ai clienti. Le nuove esigenze espresse dalle imprese che scelgono di operare on-line sembrano dunque offrire una serie di opportunità per gli operatori impegnati a diverso titolo nel comparto della logistica. Alla luce delle trasformazioni descritte, ci si chiede se in futuro i percorsi di crescita degli operatori del settore continueranno a svolgersi secondo le direttrici descritte nel precedente paragrafo, se la dimensione e le capacità finanziarie continueranno a ricoprire un ruolo discriminante, se ci sarà ancora spazio per le attività di pura intermediazione. Probabilmente si dovrà distinguere tra mercati globali e mercati regionali: si può ipotizzare che le imprese logistiche globali tenderanno a divenire sempre più imprese “di processo”, ovvero dovranno essere in grado di seguire puntualmente la supply chain interna e di intervenire nell’ambito dei processi produttivi dei clienti, dovranno dotarsi di soluzioni informative sempre più avanzate, dovranno dare luogo a ulteriori processi di concentrazione. Si configura una situazione in cui la sopravvivenza sarà garantita solo agli operatori che direttamente o indirettamente sapranno darsi una copertura sul mercato globale, più facilmente attraverso l’instaurazione di rapporti di subfornitura a livello regionale, con ulteriore esasperazione dei sistemi informatici. L’attività core dell’operatore sarà rappresentata dagli aspetti strategici collegati alla gestione dei sistemi informativi ed al coordinamento della supply chain, mentre 42 Si cita a titolo di esempio il caso della società statunitense NTE – National Transportation Exchange (http://www.nte.net) -, che ha creato una borsa degli spazi su autocarri basata su Internet. I clienti, per lo più spedizionieri e autotrasportatori, dietro pagamento di una quota di accesso commisurata al carico di lavoro necessario per l’interrelazione dei propri database con il sistema di NTE, accedendo alla rete possono da una parte calcolare i margini di profitto correlati ad ogni possibile transazione, dall’altra completare i carichi risolvendo il problema dei viaggi di ritorno e, quindi, eliminando la principale fonte di inefficienza collegata all’attività svolta. (Vedi Korper S., Ellis J., op.cit.). 128 NUOVE CRITICITA’ E PROCESSI DI RIORGANIZZAZIONE DELLE FUNZIONI LOGISTICHE le attività più strettamente operative di logistica in entrata e in uscita, trasporto, immagazzinamento e stoccaggio potranno essere terziarizzate. Tale processo permetterà il superamento dei problemi classici di spazio e di collocazione geografica, ma d’altra parte enfatizzerà la tendenza alla moltiplicazione dei rapporti, che l’e-commerce fa crescere in misura esponenziale. L’ottimizzazione della gestione della catena logistica si associa dunque all’implementazione di sistemi di back office innovativi, che possibilmente siano tali da consentire la realizzazione di modi di comunicazione economici, affidabili e aperti con partner, clienti e fornitori43. La necessità di ingenti investimenti in processi di reengineering informatico rappresenterà quindi forse l’elemento discriminante a svantaggio degli operatori tradizionali. 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