Cardinale Martini Un confronto con il pensiero ateo
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Cardinale Martini Un confronto con il pensiero ateo
34 LA PROVINCIA GIOVEDÌ 18 FEBBRAIO 2016 CulturaeSpettacoli [email protected] Tel. 031 582311 MASSIMARIOMINIMO FEDERICO RONCORONI Parlare d'amore fa bene all'amore La donna raramente ci perdona d’essere gelosi ma non ci perdonerà mai di non esserlo. Cultura: Mario Schiani [email protected], Massimo Romanò [email protected], Umberto Montin [email protected], Mauro Butti [email protected], Pietro Berra [email protected], Spettacoli: Edoardo Ceriani [email protected], Nicola Nenci [email protected], Fabio Cavagna [email protected], Riccardo Bianchi [email protected], Lilliana Cavatorta [email protected], Antonella Crippa (Lecco)[email protected], Sara Baldini (Sondrio)[email protected] Paul Jean Toulet senbürg nell’aprile del 1945: «È buio dentro di me, Ma presso di te c’è la luce; / sono solo, ma tu non mi abbandoni; / sono impaurito, ma presso di te c’è l’aiuto; / sono inquieto, ma presso di te c’è la pace; / in me c’è amarezza, ma presso di te c’è la pazienza; / io non comprendo le tue vie, ma la mia via tu la conosci». La preghiera del non credente Il cardinale Carlo Maria Martini (1927-2012) Massimo Cacciari, filosofo e politico, già sindaco di Venezia Cardinale Martini Un confronto con il pensiero ateo Riflessioni. “Le cattedre dei non credenti”: Bompiani pubblica in volume gli incontri tenuti tra l’87 e il 2002 con personalità quali Cacciari, Natoli e Liana Millu PAOLO GRIECO «L’eredità che ci ha lasciato il cardinale Martini è un dono prezioso. La sua vita, le sue opere e le sue parole hanno infuso speranza e sostenuto molte persone nel loro cammino di ricerca». Lo scrive Papa Francesco nella prefazione al coinvolgente e appassionante volume “Le cattedre dei non credenti”, appena pubblicato da Bompiani, a cura di Virginio Pontiggia con un’introduzione di Guido Formigoni, una serie di otto incontri, promossi nel 1987 e durati fino al 2002 da Martini per mettere a confronto le contrastanti visioni sulla fede di personalità di altro profilo culturale. Un’iniziativa che ottenne risonanza sia per i temi affrontati – tra i quali le ragioni della fede, la speranza, i sentimenti, la preghiera, il senso del dolore, il silenzio di Dio, gli orizzonti e i limiti della scienza – sia per il valore degli intervenuti: Massimo Cacciari, Salvatore Natoli, Liana Millu, Renato Cantalamessa, Pierangelo Sequeri, Enzo Bianchi ma solo per fare qualche nome tra le personalità italiane. Martini mise in luce come gli incontri non fossero mere lezioni accademiche, ma l’occasione per riflessioni e considerazioni per aiutarci ad uscire dal letargo dell’indifferenza, del non porci domande sul significato da dare alla nostra esistenza e rimuovere lo squallore di giorni trascorsi meccanicamente, senza nulla cedere e nulla sperare. Non lezioni accademiche Con estrema onestà intellettuale, il Cardinale ha evidenziato come credere non sia facile poiché ciascuno di noi ha in sé un non credente e un A Milano Kengiro Azuma Il canto di vuoto e pieno La mostra L’artista novantenne espone alla Galleria Cortina fino al 2 marzo Novant’anni e non li dimostra. La battuta è facile, ma è certo che se Kengiro Azuma può festeggiare le prime nove decadi, le sue sculture non hanno età. Sono arte e basta. La celebrazione alla Galleria Cortina di Milano (fino al 12 marzo, via Mac Mahon 14/7, martedì - sabato 10-12.30/16.3019.30 e lunedì pomeriggio) vuole dunque essere un omaggio a questo artista italo-giapponese che riunisce nelle sue sculture il meglio dell’arte occidentale e della cultura del suo Paese d’origine. Figlio di un artista-artigiano, il padre fabbricava campane di bronzo per i templi, ha partecipato all’ultimo conflitto mon- diale nella marina come pilotakamikaze. Due giorni prima della sua missione la bomba atomica cambia la sua vita e, soprattutto, l’Imperatore giapponese non sarà più di origine divina. È la crisi, superata attraverso l’arte: prima si laurea in scultura all’Università di Tokyo e poi con una borsa di studio arriva nel 1956 all’Accademia di Brera dove studia con Marino Marini e diventa sua assistente. Non lascerà più l’Italia con credente che si rimandano continuamente ad interrogazioni pungenti e inquietanti. Il volume, il primo di una serie di diciotto che raccoglierà l’intera opera di Carlo Maria Martini, dimostra la profondità del pensiero di una mente tra le intelligenti della Chiesa cattolica, capace soprattutto di far sentire a chi lo ascoltava la vastità della sua cultura e della sua fede, un volume che costringe il lettere a partecipare idealmente alla discussione, a porsi alla ricerca di Dio, a chiedersi quale sia l’essenza del cristianesimo, come ha parlato al cuore degli uomini con l’amore e il perdono. L’argomento del dolore Ogni argomento affrontato nelle cattedre ci tocca, infatti, da vicino e non può sfuggire ad insidiosi punti interrogativi per chi crede ed allo stesso tempo per chi non crede, come riguardo al tremendo tema del dolore, affrontato nel biblico libro di Giobbe, l’uomo buono, fiducioso in Dio, improvvisamente travolto da una serie di disgrazie. Giobbe non si ribella a Dio, non lo nega, ma lo chiama in causa, vuol sapere la ragione di tanto soffrire non dovuta ad una colpa, come sostengono gli amici, secondo la teoria della retribuzione, cara al mondo ebraico. Dio risponde – la teodicea -, però non sulla studio alla Bovisa a Milano e dal 1962, dal Festival dei Due Mondi di Spoleto, tutte le sue opere sono intitolate MU, vuoto in giapponese, e da un serie di quattro numeri. “MU YU” è il titolo di questa mostra, cioè il vuoto e il pieno, e mentre per noi il vuoto è assenza di materia nello spazio, per il taoismo è un elemento costitutivo del mondo e della ricerca personale, al pari del pieno. Anzi, il vuoto è sinonimo di apertura, di capacità di ricevere e di dare quando l’artista ha saputo trovare il ritmo delle e nelle cose. Nelle sculture di Kangiro Azuma non basta cogliere l’essenzialità delle forme, occorre andare oltre immedesimandosi nel ritmo dell’oggetto per passa- “Le cattedre dei non credenti” ragione dolore. Rivendica invece il Suo ruolo di creatore dell’universo. «Veramente – scrive Natoli – con Giobbe Dio diventa il mistero… Dio si allontana, diventa il Dio nascosto, oscuro». È qualcosa che non si capisce, d’insondabile.. Il discorso poi si allarga, si estende alle varie dimensioni del male, non solo individuali, ma corali, la sofferenza che colpisce spietatamente gli uomini: stragi, eccidi, guerre. La testimonianza più spaventosa è data dallo sterminio di milioni di ebrei da parte di Hitler: l’Olocausto. In questo tragico scenario si avverte – e le pagine che ne parlano nel volume sono davvero commoventi e intense, il silenzio di Dio, la domanda su come abbia potuto permettere simili crudeltà. Eppure Dio è sempre presente anche dove il dolore raggiunge livelli assoluti. Chi scrive ricorda le parole di Dietrich Bonhoeffer il teologo luterano trucidato nel campo di concentramento di Flos- 1 L’uomo davanti al male e al silenzio di Dio Riflessioni vibranti Ha perfettamente ragione Martini nel sostenere che nel credente si annida anche il non credente, di fronte al dolore e al silenzio di Dio e alla mancanza d’amore, ed ancora, a titolo personale, ci vengono in mente le parole di Huysmans «Signore, abbiate pietà del cristiano che dubita, dell’incredulo che vorrebbe credere, del forzato della vita che s’imbarca, solo nella notte, sotto un firmamento che non è più rischiarato dai consolanti fari dell’antica speranza». Tuttavia anche nell’ateo esiste la tentazione di rivolgersi a Dio, di pregare, quando il suo cuore comprendere di non farcela, quando la disperazione prende il sopravvento. La cattedra riguardante “La preghiera di chi non crede” tenuta da Mario Trevi e da Roberta de Monticelli contiene pagine vibranti di riflessione, che portano a ritrovare il Dio nascosto, il Dio che non risponde. Mistero illuminato Volume straordinario quello dell’esperienza voluta da Martini di confrontare la visione sulla fede e del senso da dare alla vita, il tormento di un Dio che sfugge da ogni parte; ci sorride, ci colpisce e si nasconde. Martini del resto ha scritto: «Mi sono fatto forte di una parola di Norberto Bobbio che disse un giorno: “Per me non ci sono credenti e non credenti, ma solo pensanti e non pensanti.” Il cuore trafitto è quindi il simbolo della forza dell’amore di Dio che scuote profondamente». Le cattedre dei non credenti è un libro che illumina il mistero cristiano. Senza di esso la nostra vita sarebbe un assurdo. re dalla percezione visiva e tattile all’emozione invisibile: a quel vuoto che c’è perché non c’è. Non a caso accanto a Marino Marini uno dei suoi punti di riferimento è stato Lucio Fontana e, se per anni è stato considerato un artista “troppo avanzato” e quindi difficile da comprendere, non c’è dubbio che oggi una maggiore conoscenza del mondo e della cultura orientali rende il giusto onore a questo scultore. Ma la mostra milanese ha anche il merito di presentare una piccola selezione di quadri e, soprattutto, 15 disegni degli anni ’80 preparatori alle sculture. Un lavoro minuzioso, di fatica perché il vuoto, che c’è perché non c’è, è difficile da raggiungere! Un’opera di Kengiro Azuma Felice Bonalumi