La qualità delle mele in diversi ambienti: pianura, collina e montagna
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La qualità delle mele in diversi ambienti: pianura, collina e montagna
DOSSIER QUALITÀ Ricerca La qualità delle mele in diversi ambienti: pianura, collina e montagna Roberto Gregori1 - Mauro Bergamaschi2 - Lorenzo Berra3 - Luca Folini4 DipSA, Dipartimento di Scienze Agrarie - Università di Bologna CREA FC, Unità di ricerca per la frutticoltura - Forlì Agrion, Fondazione per la ricerca l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese - Manta (Cn) 4 Fondazione Fojanini di Studi Superiori - Sondrio 1 2 3 L’ ambiente di coltivazione dei frutti è sicuramente uno dei fattori principali per definirne la qualità e, al tempo stesso, è un’importante discriminante per determinarne il valore di mercato. L’area geografica perciò è divenuta un elemento selettivo per gli indirizzi commerciali e le scelte del consumatore. Da qui nasce il concetto di tipicità dei prodotti (in senso più ampio è ciò che vuole esprimere il marchio di Indicazione Geografica Protetta, IGP), che identifica, distingue e riconosce le TAB. 1 - GRUPPI VARIETALI E CLONI PIÙ RAPPRESENTATIVI DEL PANORAMA VARIETALE ITALIANO Varietà e cloni estivi Varietà e cloni autunnali Varietà e cloni invernali Cloni gruppo Gala: Cloni gruppo Red Delicious: Cloni gruppo Braeburn: Annaglo Jeromine* Mariri Red* Aporo® Baigent Brookfield Gala® Sandidge Superchief® Cloni gruppo Stayman: Fendeca Roat King Stayman Lb® 78/1 ® Gala Schnitzer Schniga® Stark Gugger RedVelox® Superstayman Gala SchniCo Schniga Cloni gruppo Pinova: Cloni gruppo Fuji: Galaval Roho3615* Evelina Aztec Fuji Zhen® Simmons Buckeye® Golden Delicious e cloni: Fuji Fubrax Kiku® Devil Gala Golden Delicious cl. B Cloni gruppo Granny: Fengal Golden Parsi da Rosa Dalivair Challenger® Gala Perathoner Redlum® Golden Reinders® Granny Smith Yellow Delicious Smoothee® Annurca e cloni: ® ® ® Annurca Annurca Rossa del Sud Clone Pink Lady: Rosy Glow Pink Lady® TAB. 2 - UNITÀ OPERATIVE CHE HANNO COLLABORATO, DISLOCATE IN DIFFERENTI ZONE ALTIMETRICHE Zone altimetriche Unità operative m s.l.m. Materiali e metodi Il progetto nazionale dell’allora Mipaaf, nato nel 1994, produce dati ed informazioni da più di venti anni, con l’attività, nel caso del melo, di sedici Unità operative dislocate sul territorio nazionale ed ha il compito di Montagna Fondazione Fojanini di Studi Superiori, Sondrio 650 Collina Agrion, Fondazione per la ricerca l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese, Manta (Cn) 420 Dipartimento di Scienze Agrarie (DipSA), Università di Bologna 30 Unità di ricerca per la frutticoltura (CREA), Forlì 37 Pianura 2 FRUTTICOLTURA - n. 5 - 2016 peculiarità estetiche ed organolettiche di un certo prodotto in una definita area geografica. Uno degli esempi più riusciti è sicuramente la “zonazione”, introdotta in viticoltura, per la quale è stato creato un “database” per classificare le aree più adatte per ciascun vitigno (Stainer et al., 2000). In frutticoltura, molto spesso, i confini delle valutazioni qualitative vengono ridotti ad un confronto fra le differenti aree di coltivazione, senza tener conto di importanti fattori agronomici (es. data di raccolta, conservabilità, test qualitativi, ecc.) e colturali, che all’interno di ciascuna area possono giocare un ruolo importante nella definizione generale della qualità finale del prodotto. È perciò fondamentale, per orientare le scelte varietali, avere una visione più completa nella riscoperta della “vocazionalità” territoriale (Lalatta et al., 1977). Nella presente indagine abbiamo voluto confrontare i differenti ambienti di coltivazione delle mele (pianura, collina e montagna) attraverso alcuni parametri di “vocazionalità” menzionati in precedenza, rielaborando, per la maggior parte dei casi, i dati provenienti dal progetto ministeriale “Liste di orientamento varietale dei fruttiferi”, consistenti in rilievi annuali eguali per tutte le varietà e su tutto il territorio nazionale. Agosto Gruppi e cloni Settembre Ottobre 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 Gala P C M Red Delicious P M C Pinova P M C Golden Delicious P M C Braeburn P M C Stayman P Fuji C M P Granny C M P M C Annurca M C P Pink Lady P C M Montagna Collina Pianura 178 212 189 203 dy a La rc Pi nk De ny an peso frutti (g) dy a rc La nu An la nk 5Fig. 2 - Consistenza dei frutti alla raccolta, coltivati in differenti areali. orientare gli operatori del settore nella scelta varietale, valutando le caratteristiche organolettiche, produttive, nonché le esigenze di coltivazione e di adattamento ambientale di molte nuove e vecchie varietà, provenienti da diversi programmi di miglioramento genetico italiani ed esteri. Prendendo in considerazione gli ultimi sette anni di attività del progetto, sono stati rielaborati e sintetizzati i dati inviati dalle unità operative relativi alle caratteristiche dell’albero e del frutto. Per quanto riguarda la rugginosità, vengono riportati i dati medi degli ultimi 4 anni (per la montagna si riporta solo il dato del gruppo Golden Delicious; Guerra, 2012). Le valutazioni su conservabilità e aspetto qualitativo dei frutti sono stati estrapolati dal lavoro di riepilogo di Testoni et al., 2006, relativi a Gold Pink* Gold Chief®, coltivata in montagna e collina, dopo 180 giorni di conservazione e “shelf life”. Delle molte varietà policlonali a confronto vengono riportate le medie Pianura 160140 Pi An nu ny ji an Fu De 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100 Ga Gr la Ga 6,5 Collina 268 225 219 244 182 202 201 235 234 245 220 199 233 215 221 236 244 251 244 217 192 218 205 203 ji 8,7 7,9 6,5 7,2 6,5 7,0 7,6 8,0 7,1 7,7 7,8 6,9 8,7 8,6 7,1 6,2 5,6 6,9 6,8 7,3 6,9 7,5 8,0 6,8 6,5 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 Montagna Pianura Fu Collina Gr Montagna lic Red io us G De ol lic den io us Pi no va Br ae bu rn St ay m an 7,9 8,2 7,9 lic Red io us De Gol d lic en io us Pi no va Br ae bu rn St ay m an °Durezza (kg) 5Fig. 1 - Epoca di raccolta dei frutti coltivati in differenti areali. 5Fig. 3 - Peso dei frutti coltivati in differenti areali. dei gruppi varietali e cloni più rappresentativi del panorama varietale italiano (Tab. 1). I dati presi in considerazione sono stati: epoca di raccolta (differenza di giorni rispetto a Golden Delicious, raccolta al Nord in montagna e collina il 18/9 ed in pianura Padana l’11/9); consistenza della polpa dei frutti (kg/ cm 2); Residuo Secco Rifrattometrico (RSR, in °Brix); acidità titolabile (g/l di acido malico); rapporto RSR/acidità; peso dei frutti (g); percentuale e intensità di sovraccolore (dati Minolta, L); rugginosità (%); giudizio complessivo per aspetto e sapore. Conservabilità e test gustativi sono stati determinati in accordo con Gregori et al., 2013. Risultati Dei dieci gruppi varietali considerati, il primo parametro valutato riguarda l’epoca di raccolta (Fig. 1). Le date di raccolta dimostrano che la maturazione più precoce si ha in pianura, seguita dalla coppia della collina-montagna. Le maggiori differenze (in giorni) fra i differenti areali di coltivazione si evidenziano soprattutto per le varietà estive (confronto fra cultivar di pianura rispetto a quelle di collina-montagna), anche superiori a 10 giorni. Man mano che la stagione avanza le epoche di raccolta tendono ad avvicinarsi, fino a coincidere nelle varietà invernali. La consistenza dei frutti alla raccolta (Fig. 2) e la pezzatura (Fig. 3), non mostrano interessanti differenze ed hanno andamenti indipendenti dalla provenienza. Le analisi fisicochimiche all’interno delle singole varietà, prese da siti diversi, indicano che quasi sempre le varietà allevate in quota hanno un valore superiore di durezza della polpa rispetto alla pianura. Per quanto riguarda i °Brix, invece, sono le mele di pianura a superare più spesso la coppia collina-montagna. Per quanto riguarda il Residuo Secco Rifrattometrico (Fig. 4), la pianura svetta per valori decisamente superioFRUTTICOLTURA - n. 5 - 2016 3 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 Collina Pianura Gruppi e cloni: RSR acidità RSR acidità RSR acidità Gala 11,5 3,8 12,1 4,1 12,7 4,0 Red Delicious 11,1 3,3 11,9 3,2 12,4 2,9 Golden Delicious 13,1 5,0 13,2 5,4 13,9 4,9 Pinova 13,6 6,4 14,3 6,6 14,8 5,5 Braeburn 11,2 6,3 12,2 6,6 12,9 5,6 Stayman 11,6 6,7 13,1 5,9 12,9 6,6 Fuji 13,4 3,7 14,3 3,8 14,7 3,9 Granny 10,1 8,7 11,2 8,5 12,1 8,4 Annurca 12,5 5,5 12,1 6,0 13,5 6,5 Pink Lady 13,0 7,2 14,0 10,1 14,9 7,3 sia superiore per le varietà allevate in pianura rispetto a quelle coltivate in quota. A prescindere dall’aspetto, che notoriamente premia le mele di montagna e collina (più belle per colore, forma e brillantezza), il confronto fra le varietà delle diverse provenienze indica che non è possibile generaliz- 72 78 82 86 78 92 69 10 8 1 la 3 4 y La d ca nk nu r An an ny Gr Pi FRUTTICOLTURA - n. 5 - 2016 33,1 72,2 36,1 59,0 34,4 28,4 49,8 45,7 39,2 40,3 39,9 29,5 dy Pi n k La y An n ur nn ca ji Fu 40,6 44,6 57,3 44,4 54,7 33,8 47,3 44,9 39,6 la 5Fig. 6 - Percentuale di sovraccolore dei frutti coltivati in differenti areali. 4 44,2 40,0 Pianura Ga i 4 Fu j Ga 62 60 74 85 73 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Collina ny An nu rc a Pi nk La dy 94 77 80 69 84 Montagna Pianura Fu ji 90 96 Collina De lic Red io us De Gol lic de io n us Pi no va Br ae bu rn St ay m an 88 Montagna 95 Luminosità (L) 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 98 De R lic ed io us G De ol d lic en io us Pi no va Br ae bu rn St ay m an percentuale di sovraccolore 91 88 zare. Ciascuna area tende ad influenzare il comportamento delle singole varietà in modo specifico; pertanto, la risposta del frutto e in particolare della sua qualità non è omogenea e costante per le singole cultivar, ma è alquanto condizionata dall’interazione genotipo-ambiente (entrano in gioco il portinnesto, i fattori nutrizionali-colturali, la data di raccolta, ecc.). Quando si parla di percentuale ed intensità del sovraccolore (Figg. 6 e 7; Fig. 12), ad esempio, i dati confermano la maggiore predisposizione della zone collinari e montane ad accentuare ed a rendere più omogenea la colorazione dei frutti, soprattutto per quanto riguarda l’intensità del sovraccolore. I frutti della pianura presentano in generale una maggiore luminosità (L), dovuta ad una minore colorazione del frutto, che rimane più chiaro (anche la tonalità del colore è meno intensa rispetto ai frutti maturati in quota). L’altitudine è un parametro che influenza molto la qualità dei frutti, a cominciare dalla percentuale di rugginosità della buccia (Fig. 8) che Gr an ri (> di 1-2 °Brix), rispetto alla collina e ancora di più rispetto alla montagna. In figura 5 vengono riportati i dati di acidità, che manifestano un andamento opposto rispetto al grado zuccherino. Se si confrontano i due parametri appena citati, RSR e acidità (Tab. 3), si può notare come il differenziale fra contenuto zuccherino e acidità Gr a De k La ur Pi n 5Fig. 5. - Acidità titolabile (g/l di ac. malico) dei frutti coltivati in differenti areali. TAB. 3 - CONFRONTO FRA CONTENUTO IN ZUCCHERI E ACIDITÀ DEI FRUTTI COLTIVATI IN DIFFERENTI AREALI Montagna Pianura la Ga dy ca y Fu 5Fig. 4 - Residuo Secco Rifrattometrico dei frutti coltivati in differenti areali. Collina 8,7 6,4 10,1 6,3 6,7 8,5 6,6 5,0 3,8 6,6 7,2 8,4 4,1 3,3 5,4 5,9 5,5 6,6 4,0 5,5 3,2 4,9 6,0 7,3 5,6 3,7 6,5 2,9 3,8 3,9 lic Red io us G De ol lic den io u Pi s no va Br ae bu rn St ay m an acidità titolabile (g/l di ac. malico) Montagna ji De Gr a An n la Ga nn 16 14 12 10 8 6 4 2 0 lic Red io us De Gol d lic en io us Pi no va Br ae bu rn St ay m an °Brix Montagna Collina Pianura 14,8 12,7 12,4 13,9 12,1 11,9 13,2 14,3 12,9 12,9 14,7 14,9 13,1 13,6 13,1 14,3 11,5 12,2 12,1 13,5 11,1 14,0 13,4 12,1 11,2 11,6 11,2 12,5 13,0 10,1 5Fig. 7 - Luminosità (L) dei frutti coltivati in differenti areali. 5Fig. 12 - Esempio di intensità di colorazione in mele delle varietà Nicoter Kanzi® (sinistra) e Fuji Fubrax Kiku® (destra), coltivate in differenti areali ne ha spesso esaltato le caratteristiche. Solitamente le mele prodotte in pianura hanno una minore consistenza della polpa e una ridotta serbevolezza rispetto a quelle prodotte in altitudine, anche se ci sono delle eccezioni (come è successo per esempio per il gruppo varietale delle Fuji, dove la durezza è stata particolarmente esaltata dalla pianura), insieme ad una minore colorazione della buccia nel caso delle mele rosse. Inoltre, le condizioni climatiche della pianura favoriscono l’insorgere della rugginosità, in particolare nel gruppo Golden. La Golden Delicious rugginosa della Pianura Padana è sì più dolce di quella a buccia liscia prodotta in montagna, ma è commercialmente penalizzata e deprezzata. A parità degli altri criteri di giudizio, il parametro dell’intensità del sopraccolore suscita nel consumatore una migliore percezione visiva ed organolettica del frutto, con la conseguente scelta di quella mela a discapito di altre. Appare quindi determinante l’influenza delle località di produzione in quanto i parametri qualitativi risultano favoriti da ambienti di produzione montani, soprattutto per quanto riguarda il parametro “colore” in senso lato (intensità del colore di fondo, componente rossa ed estensione del sovraccolore). Anche i parame- tri della croccantezza e della succosità sono stati apprezzati maggiormente nelle varietà di montagna. Per contro, i frutti di pianura presentano un maggiore contenuto in residuo secco rifrattometrico e una maggiore luminosità. Il maggior quantitativo in zuccheri misurati nelle cultivar di pianura (Pink Lady 14,9 °Brix della pianura rispetto a 13 °Brix della montagna; Pinova 14,8 contro 13,6 °Brix; Fuji 14,7 contro 13,4 °Brix; Golden Delicious 13,9 contro 13,1 °Brix) è imputabile ad una stagione vegetativa più lunga, con temperature più alte rispetto alle aree in quota. Inoltre, per i frutti coltivati in pianura la percezione della dolcezza è superiore rispetto ai frutti coltivati in collina-montagna perché il rapporto RSR/ acidità è maggiormente sbilanciato verso gli zuccheri e gli aromi compaiono prima, data la maggiore precocità di maturazione. Complessivamente, però, le mele della montagna e dell’alta collina del cuneese, anche in termini di sapore (cui concorrono, come noto, oltre alle caratteristiche fisiche, l’equilibrio zuccheri-acidi e l’aroma), hanno evidenziato una loro complessiva superiorità rispetto a quelle di pianura. Anche nel caso del confronto qualitativo Conclusioni di frutti di Gold Chief® provenienti da La sintesi del presente lavoro fornidue località sono emerse differenze sce ulteriori conferme ed innella definizione dei paradicazioni che si aggiungono metri, con una valutazione Montagna Collina Pianura a quelle derivanti da lavori superiore delle mele prodi altri Autori. In complesso, dotte in montagna. 15 sono emerse differenze fra i In riferimento al peso 13,3 12 tre ambienti di provenienza, dei frutti, dai dati rielabo6,6 4,9 9 rati emerge come, a diffeanche se, per certi caratteri 3,8 5,5 3,9 3,9 2,9 6 (esempio per la consistenrenza di quanto riferito da 7,5 3,4 3,8 1,5 2,7 za dei frutti e l’acidità della alcuni Autori (Fideghelli et 3 2,1 2,3 0,5 0,5 1,5 polpa), la componente geal., 1997), esso sia superio0 0,0 1,1 la netica ha prevalso su quella re per le varietà allevate in a G ambientale. Una maggiore montagna e collina, rispetto influenza dell’ambiente si a quelle di pianura. Questo è mostrata, invece, per alè probabilmente imputabile tri parametri, come il coload una differente intensità re, l’aroma e il sapore, per di diradamento e alla modai quali l’ambiente montano 5Fig. 8 - Percentuale di rugginosità dei frutti coltivati in differenti areali. lità di gestione delle piante. La dy nk Pi An nu rc a i an ny Fu j Gr De lic Red io us G De ol lic den io us Pi no va Br ae bu rn St ay m an percentuale di rugginosità risulta maggiore nei frutti di pianura e man mano che si sale di quota tende a ridursi e quasi sempre scomparire in montagna. Per quanto riguarda il giudizio complessivo per l’aspetto e il sapore (Figg. 9 e 10), i valori sono spesso superiori se la cultivar viene allevata in montagna, seguita da collina e pianura, anche se in alcuni casi (gruppi Fuji e Granny Smith) la pianura può competere con la montagna. Diverso è invece il risultato espresso con il test gustativo delle cultivar, dove entra in gioco la capacità di conservazione delle singole cultivar (Fig. 11). Anche in questo caso, vengono prese in considerazione esclusivamente le medie dei gruppi varietali e dei cloni più rappresentativi del panorama varietale italiano, evitando di fare confronti fra varietà dello stesso gruppo. A livello generale, si può notare come per diversi parametri organolettici (aromi, succosità, acidità, dolcezza, ecc.), le cultivar provenienti dalla pianura presentino valori leggermente inferiori di quelle provenienti dalle zone collinari-montane, fra le quali non si nota particolare distinzione fra varietà e fra siti. FRUTTICOLTURA - n. 5 - 2016 5 5 Montagna Collina Pianura Aspetto 4 3 2 1 0 Gala Red Golden Delicious Delicious Pinova 5 Braeburn Stayman Fuji Granny Annurca Pink Lady Montagna Collina Pianura Sapore 4 3 2 1 0 Gala Red Golden Delicious Delicious Pinova Braeburn Stayman Fuji Granny Annurca Pink Lady 5Figg. 9 e 10 - Giudizio complessivo per l’aspetto e il sapore dei frutti coltivati in differenti areali. 8,0 7,0 6,9 6,0 5,0 4,0 6,2 6,1 5,2 5,3 5,9 5,7 4,9 6,2 5,4 3,0 2,0 gruppi varietali di Granny Smith, Pink Lady (anche per l’avvento di cloni più colorati) e, soprattutto, Fuji. Entro certi limiti anche il gruppo Gala, per la precocità di maturazione, nelle prime settimane di raccolta può ottenere ottimi risultati in pianura. Numerosi sono stati gli sforzi al fine di limitare il declino della melicoltura negli areali più svantaggiati, valorizzando le produzioni maggiormente indicate per tali zone, anche di nicchia e con vecchio germoplasma. Uno degli aspetti sui quali si deve puntare per un recupero dei mercati è la valorizzazione della migliore qualità estetico-gustativa delle mele prodotte nei diversi areali, associata ad una attenta scelta varietale sostanzialmente differenziata a seconda del luogo di coltivazione (esempio Annurca per le sue peculiari aromatiche e per la modalità di maturazione e conservazione). In generale, ogni località ha dimostrato di poter valorizzate certi caratteri: le zone di montagna quelle pedemontane hanno accentuato il colore dei frutti, la durezza e la croccantezza, la succosità e l’acidità, mentre le mele di pianura si sono fatte apprezzare per la dolcezza, la tessitura e la succosità. È confermato anche che la pianura può produrre mele con buone caratteristiche qualitative, come dimostrato da Fuji e Pink Lady, fra le più note a maturazione tardiva. Un’ultima considerazione è da attribuire ai caratteri esaltati dalla pianura (dolcezza e succosità), che sono apprezzati soprattutto dall’industria di trasformazione (puree e succhi), la quale potrebbe così assorbire una parte delle produzioni che il mercato fresco non premia a sufficienza. 1,0 0,0 BIBLIOGRAFIA Consistenza Croccantezza Succosità SO (montagna) Aromaticità Giudizio CN (collina) 5Fig. 11 - Valutazioni sulla conservabilità ed aspetti qualitativi dei frutti di Gold Pink* Gold Chief®, coltivati in montagna e collina, dopo 180 giorni di conservazione e “shelf life”. Il delinearsi di una diversità varietale per le aree di pianura rispetto alla collina e alla montagna non potrà che favorire una complementarietà tra le diverse realtà in termini di produzioni e mercati. Le peculiarità delle zone di montagna avvantaggiano i gruppi Golden Delicious, Red Delicious, Pinova, Stayman, Braeburn e Gala. In passato, per esempio, quest’ultima 6 FRUTTICOLTURA - n. 5 - 2016 veniva sconsigliata in montagna per le insufficienti pezzature, esprimendo al meglio le proprie caratteristiche nelle aree pedemontane e di pianura. Oggi, con l’avvento di nuovi cloni e mutanti, il gruppo Gala ha preso il “sopravvento”, diventando uno dei gruppi varietali maggiormente coltivati, preceduto solo dal gruppo Golden. La pianura è invece più favorevole ai Stainer R., Stefanelli D., Lanzoni S., Pellegrino S., Sansavini S., 2000. Valutazione sensoriale e strumentale di mele di diverse provenienze. Rivista di Frutticoltura, 7/8:53-62 Lalatta F., Eccher T., Eccher Zerbini P., Gorini F.L., 1977. Introduzione allo studio sui caratteri qualitativi delle mele per il consumo fresco. Annali I.V.T.PA voI. VIII Gregori R., Guerra W., Berra L., Bassi G., Sansavini S., 2013. Panel test sensoriale e comparazione di varietà in diversi contesti ambientali. Rivista di Frutticoltura, 11:44-52 Fideghelli C., Bassi G., 1997. La scelta delle cultivar di melo adatte alla pianura. L’Informatore Agrario 38:67-77 Guerra W., 2012. Golden Parsi da rosa® primi risultati ed esperienze in Alto Adige. Frutta e Vita, 3:98-100 Testoni A., Rizzente A., 2006. Conservazione e valutazione qualitativa di mele Gold Chief®. Rivista di Frutticoltura, 5:59-61 n