Catullo - Salesiani Vomero

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Catullo - Salesiani Vomero
Catullo (c.5)
Viviamo, mia Lesbia, e amiamoci
e ogni mormorio perfido dei vecchi
valga per noi la più vile moneta.
Il giorno può morire e poi risorgere,
ma quando muore il nostro breve giorno,
una notte infinita dormiremo.
Dammi mille baci e poi cento,
e poi altri mille e altri cento,
e poi ancora una volta mille, e poi cento.
E quando saremo arrivati
a molte migliaia,
li mescoleremo tutti per non sapere il conto
o perché qualcuno maligno
non provi invidia per noi
sapendo il numero esatto dei baci.
Petrarca, Ad familiares
Sentivo Seneca dirmi: “La nostra vita scorre veloce come un fiume; tutto ciò che vedi
corre via insieme col tempo; nulla, fra tutto ciò che vediamo, dura. Io stesso, mentre
dico che codeste cose si mutano già, sono mutato”. E Cicerone mi diceva: “La vita
vola. Chi è tanto stolto, per quanto giovane sia, che possa affermare con assoluta
certezza, che vivrà fino a sera. È certo che si deve morire: e non sappiamo se proprio
in questi giorni”. Ecco, ero giunto a questo punto della presente lettera e deliberando
su che cosa dire ancora e che cosa non dire, frattanto com’è mia abitudine, rivoltata la
penna, battevo con essa la carta ancor bianca. Questo fatto materiale mi diede
occasione di pensare che fra i brevi intervalli di questo ritmico battito, il tempo
fuggiva via, e io intanto fuggivo con lui, me ne andavo, svanivo, e, per parlare
propriamente, morivo.
Continuamente moriamo, io mentre scrivo queste cose; tu, mentre leggerai, altri
mentre ascolteranno e non ascolteranno, e anch’io, mentre tu leggerai queste parole,
starò morendo, tu stai morendo mentre ti scrivo queste cose, ambedue moriamo, tutti
moriamo, sempre moriamo, non viviamo mai mentre siamo qui, in terra, ad eccezione
del tempo in cui, facendo qualche azione virtuosa, ci prepariamo la strada verso la
vita vera, dove al contrario nessuno muore, tutti vivono e sempre vivono, dove ciò
che piacque una volta sempre piace, né l’animo può concepire quanto grande sia
l’ineffabile e inesausta dolcezza di quella vita, né si avverte un suo mutamento, né si
teme che possa finire. Distinguiamo, come ti piace, moltiplichiamo il numero degli
anni, troviamo nomi per le varie età: la vita intera dell’uomo non è che un sol giorno,
neppure estivo, ma invernale, nel quale chi al mattino, chi a mezzogiorno, chi nel
meriggio, chi a sera, muore; questo tenero e fiorente, questo maturo, questo già arido,
consunto…
Lorenzo de’Medici, Il trionfo di Bacco e Arianna
Quant’è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
5Quest’è Bacco e Arïanna,
belli, e l’un dell’altro ardenti:
perché ’l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe ed altre genti
10sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
15per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or da Bacco riscaldati
ballon, salton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia
20di doman non c’è certezza.
Queste ninfe anche hanno caro
da lor essere ingannate:
non può fare a Amor riparo
se non gente rozze e ingrate:
25ora, insieme mescolate,
suonon, canton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Questa soma, che vien drieto
30sopra l’asino, è Sileno:
così vecchio, è ebbro e lieto,
già di carne e d’anni pieno;
se non può star ritto, almeno
ride e gode tuttavia.
35Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Mida vien drieto a costoro:
ciò che tocca oro diventa.
E che giova aver tesoro,
40s’altri poi non si contenta?
Che dolcezza vuoi che senta
chi ha sete tuttavia?
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
45Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi;
oggi siam, giovani e vecchi,
lieti ognun, femmine e maschi;
ogni tristo pensier caschi:
50facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Donne e giovinetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
55Ciascun suoni, balli e canti!
Arda di dolcezza il core!
Non fatica, non dolore!
Ciò c’ha a esser, convien sia.
Chi vuol esser lieto, sia:
60di doman non c’è certezza.
Quasimodo
« Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di Sole:
ed è subito sera. »