Rivestire l`edilizia economica popolare anni `80

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Rivestire l`edilizia economica popolare anni `80
RIVESTIRE L'edilizia
20-10-2006
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Progettare Architettura
Un’ipotesi applicativa per l’esistente
Rivestire l’edilizia economica popolare
anni ‘80
Il rinnovo dell’edilizia
residenziale esistente deve
conciliare risparmio
energetico, nuova identità
architettonica e budget
economici accessibili.
Questo è il punto di partenza
dell’indagine progettuale
svolta da Francesca
Riccardo e Stefan Pollak1
su un edificio di edilizia
economica e popolare
realizzato negli anni ‘80
nella periferia nord-est di
Roma.
L’intenzione è quella di verificare in
che misura un nuovo involucro edilizio possa portare l’edificio a rispettare gli standard di Casaclima.
Questa norma, già vigente nella
Provincia di Bolzano, classifica gli edifici in funzione dei consumi termici:
la classe C, il requisito minimo per
edifici di nuova costruzione o rinnovati, equivale ad un consumo termico
annuo di 70 kWh/m 2 , mentre per
essere qualificato come edificio di
classe A, i consumi annui non devono
superare i 30 kWh/m2.
L’indagine punta a soddisfare quest’ultima categoria partendo da una condi——————
1 Dipartimento di Progettazione e Studio
dell’Architettura di Roma Tre.
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Fig. 1 - L’edificio in linea al Tiburtino III oggi
zione attuale calcolata di 101 kWh/m2,
corrispondente alla classe D.
Ipotizzando che la norma Casaclima
diventi legge nazionale, interventi
sostanziali sarebbero necessari.
Un primo intervento consisterebbe
nell’inserire spazi commerciali al piano pilotis, oggi sottoutilizzato e
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Fig. 2 - Confronto ipotesi di nuova pelle e stato attuale
degradato. Ciò permetterebbe di dare
nuova vivacità al livello strada e di
migliorare l’isolamento termico del
primo piano, le cui dispersioni verso il
basso sono elevate.
L’operazione potrebbe essere svolta
dall’ATER – Ente proprietario dell’immobile - in accordo con i commercianti così da non gravare sui propri bilanci.
Il contributo di questa singola iniziativa permetterebbe di abbattere di
1/3 i consumi dello stabile e di raggiungere la classe C (67 kWh/m2).
Ulteriori risultati si potrebbero ottenere intervenendo sull’involucro esistente.
Le facciate esistenti sono in pannelli
prefabbricati di calcestruzzo. Questo
sistema permette la sostituzione integrale dei singoli elementi con componenti migliori sul piano termico.
Il calcolo energetico ha rilevato che gli
attuali pannelli presentano uno scarso
livello di isolamento, con valori k pari
a circa 0,69 W/m2K.
La ridefinizione della pelle esterna fornirebbe anche l’occasione per ripensare completamente l’immagine architettonica del complesso.
Tramite una differenziazione di materiali, si distinguerebbero due tipi di
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facciata che nell’insieme assumono
rispettivamente il ruolo di torre e sviluppo. Ciò permette di scandire il lungo volume e definire delle sottounità
maggiormente riconoscibili.
Volumi aggiuntivi caratterizzano le
torri e fornirebbero quella quantità di
spazio vivibile in più che serve per
riorganizzare internamente i tagli
degli alloggi: in questo modo sarebbe
possibile individualizzare le soluzioni
tipologiche rispondendo anche ad
una struttura famigliare degli utenti
notevolmente cambiata nel corso
degli anni.
Duplice è la flessibilità della facciata
nelle zone tra le torri. In termini tipologici, l’aggiunta di un telaio strutturale
addossato alla facciata esistente potrebbe accogliere, a seconda delle esigenze,
spazi aperti, semiaperti o chiusi.
Un livello di lamelle ombreggianti
posto sul filo più esterno del telaio
unificherebbe l’immagine della facciata pur permettendo situazioni spaziali diverse.
Per raggiungere gli obiettivi energetici
posti, la facciata deve avere prestazioni termiche elevate.
Nella parte delle torri, un pacchetto
altamente isolato, derivato dalle fac-
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ciate impiegate per le case passive in
Germania, garantirebbe un valore k
di 0,19 W/m 2K, impiegando, inoltre, vetri tripli per le chiusure.
Nelle zone intermedie, nell’ipotesi
progettuale, si è optato per una facciata altamente vetrata per dare massima continuità visiva tra l’interno esistente e gli spazi aggiunti sul telaio,
siano essi accorpati all’alloggio o terrazze esterne.
È stata scartata l’ipotesi di una vetratura completa per raggiungere un
valore medio, di trasmittanza che permettesse il raggiungimento di consumi inferiori a 30 kWh/m2 e quindi la
classificazione nella categoria A.
I vetri sarebbero infatti alternati a
pannelli altamente isolanti con carter
metallico. Il layer schermante esterno
previene l’eventualità di effetto serra.
Le misure descritte hanno un costo
stimato di 3.990.000 €: un rapido
esame dei benefici ottenuti mostra
che tali costi possono essere ammortizzati. Anche applicando valori inferiori a quelli di mercato per gli
aumenti di spazio residenziale, il valore della cubatura aggiuntiva oltrepassa
i costi dell’operazione: infatti il valore
degli spazi commerciali ricavati, da
solo, è superiore a 2.000.000 €.
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