“Anna al collo” di Chekhov: i matrimoni d`interesse

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“Anna al collo” di Chekhov: i matrimoni d`interesse
“Anna al collo” di Chekhov: i matrimoni d’interesse sono attuali?
Scritto da Valentina Moretti
Mercoledì 28 Maggio 2014 18:09 - Ultimo aggiornamento Lunedì 11 Agosto 2014 18:43
“Neravnij brak”
"Matrimonio ineguale" di Pukirev
Oggi si può ancora parlare di matrimoni d’interesse? E’ un argomento attuale? Se si pensa a
certi paesi orientali, il matrimonio combinato è diffusissimo, specialmente ai piani alti. Per gli
occidentali, la questione suscita sempre un certo scalpore, come se fosse qualcosa di
impensabile, obsoleto e oltraggioso per le spose “vittime”.
Escludendo i casi clamorosi (la badante che circuisce il vecchio milionario e lo persuade al
matrimonio, i matrimoni per regolarizzare gli immigrati…), in Italia il matrimonio, anche quando
d’interesse, è sempre mascherato dalla parola amore (“cosa credete, l’ho sposato perché lo
amo e credo nel matrimonio, non certo per il suo conto in banca!”), ed è una scelta libera degli
sposi. Una sera a cena con amici, e contando tra i conoscenti comuni quanti erano divorziati,
mai sposati o single, ne è risultato che forse, se i loro matrimoni fossero stati combinati,
avrebbero avuto più fortuna! Paradossalmente, si potrebbe azzardare che hanno più chance di
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Scritto da Valentina Moretti
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durare, non essendo mossi dalla volubile passione, ma da uno scopo esplicito e dichiarato da
subito, che non muta mai nel tempo!
In Russia nell’Ottocento la pratica del matrimonio d’interesse era estremamente diffusa. Un
racconto che lo evidenzia è Анна на шее, “Anna sul collo” di Anton Chekhov. La protagonista,
la giovane e bella Anna, si sacrifica e decide di sposare il vecchio e poco affascinante
funzionario Modest Alekseich (che di non modesto ha solo il conto in banca) per aiutare il padre
alcolizzato, caduto in miseria, e il fratellini. Modest è un uomo rigido, ottuso, autoritario e
grossolano, che si preoccupa soltanto di ottenere dal suo superiore un’altra decorazione da
appendere al collo (qui c’è il gioco di parole tra “Anna al collo”, intesa come l’ambita medaglia
dell’ordine di Sant’Anna, oppure Anna, la moglie, a carico). Questo matrimonio forzato ricorda il
quadro del 1863 esposto alla galleria Tretyakovskaya di Mosca, del pittore russo Vassilij,
intitolato “Невавный брак”, “Neravnij brak” (“Sposalizio ineguale”). Nel quadro si vede un
matrimonio secondo rito ortodosso tra un vecchio signore facoltoso, dall’espressione arcigna, e
una giovanissima ragazza, dallo sguardo mesto e rassegnato (guarda in basso). C’è chi
sostiene che nel compare di matrimonio, l’uomo nell’angolo del quadro a destra, dietro la sposa,
Pukirev abbia raffigurato se stesso.
L’Anna del racconto di Chekhov è dunque una martire, votata al sacrificio per il bene economico
della famiglia? Niente affatto. La sua situazione si capovolgerà nel momento in cui Anna farà
ingresso nell’alta società borghese, ad una festa a cui parteciperà anche “sua Eccellenza”, e
verrà ammirata da tutti. Qui conoscerà il giovane e ricco Antimov, di cui diventerà l’amante
ufficiale. Non appena Anna si rende conto del suo potenziale (bellezza e giovinezza, che
portano più soldi di qualunque impresa economica), da vittima diviene carnefice dell’ignaro
marito- padrone, che si permette di prendere in giro apertamente e che tradisce senza scrupoli.
Questo è un concetto molto attuale: Anna potrebbe essere la Velina, la Olgettina dei tempi di
Chekhov.
C’è chi la paragona a Madame Bovary. Sicuramente ci sono analogie, ma Anna non
trasgredisce tradendo il marito con un umile stalliere: ha ben stampati in mente i suoi scopi,
tutt’altro che ingenui. Usa le convenzioni a suo vantaggio e se ne beffa. A salvarla da problemi
morali è la sua coscienza leggera, la sua bellezza e giovinezza, che non sono fardello, né
colpa, né maschera, ma la sua essenza. Anna non soffre perché non pensa, e perché compie
un’evoluzione. Il suo scopo inizialmente sono gli altri (la famiglia), poi diviene se stessa e la sua
emancipazione. Il fascino non discreto, ma irresistibile dell’alta borghesia la travolge, e in
maniera assai prevedibile, la trasforma in una viveur incurante del padre e dei fratelli. Il marito
sembra non accorgersi dei tradimenti, tutto preso com’è dall’Anna al collo, piuttosto che da
quella in carne ed ossa.
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*Anna
Valentina
Moretti
è rivista
blogger
(altrui?
"NonSoloMatrioske"
giornalista.
Collabora
con
la
online
"Moscowita".
L'articolo
), scrittrice,
dal
russo,
èL'autrice
tratto
dal
blog
per
sua
gentile
concessione.
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