Ringiovanire senza bisturi: sogno o realtà? – RINGIOVANIMENTO

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Ringiovanire senza bisturi: sogno o realtà? – RINGIOVANIMENTO
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S
in alute
Ringiovanire senza bisturi:
sogno o realtà?
Il ricorso alla chirurgia per rimediare ai danni estetici dell’invecchiamento ha avuto una notevolissima
diffusione per parecchi anni, ma oggi è sempre più frequente la richiesta di soluzioni “dolci”, in alternativa al
lifting tradizionale. Il pubblico è infatti sempre più consapevole del fatto che ogni intervento comporta
sempre un certo margine di rischio, anche se un chirurgo esperto e coscienzioso è generalmente in grado
di evitare gli inconvenienti seri e le brutte sorprese. Per rispondere a queste nuove esigenze vengono da
qualche tempo proposti trattamenti meno invasivi, dei quali tuttavia è bene conoscere vantaggi e limiti
prima di illudersi che possano risolvere ogni problema.
RINGIOVANIMENTO CUTANEO
A
lzi la mano la donna (ma,
da qualche anno, anche
l’uomo!) che, superata la fatidica soglia dei 40 anni,
non ha provato a “tirar su”
con le mani la cute del viso quando davanti allo specchio si è resa conto che
l’età cominciava a lasciare le sue tracce
sotto forma di rughe e rilassamenti.
Non a caso infatti la parola lifting , che
significa “sollevare”,
“rialzare”, ha avuto un
grande successo, tanto
che compare ormai
sulla maggior parte
dei prodotti cosmetici
destinati al mercato
degli “over 40”.
Ma se è vero che i cosmetici di qualità possono dare qualche
vantaggio, è altrettanto vero che nessuno di
essi è in grado di produrre risultati importanti su una cute segnata dagli anni: sieri e creme, tutt’al più, possono
in questi casi “tirar su” il
morale di chi li acquista,
dandogli temporaneamente la
speranza di un effettivo
e consistente miglioramento degli
inestetismi dovuti
all’età. Bisogna allora necessariamente affidarsi,
se proprio non
ci si rassegna
ad avere un
aspetto non
più giovane,
al bisturi del
chirurgo?
Se in certi casi
questa può essere l’unica soluzione, i progressi della ricerca in campo estetico (dove non vengono lesinate le risorse!) aprono un ventaglio di possibilità diverse.
Come alternativa all’intervento chirurgico vengono proposte già da diversi
anni metodiche destinate ad eliminare
lo strato più esterno della cute, facendo
emergere la superficie sottostante, non
segnata dalle rughe. Una delle prime
metodiche destinate a questo scopo è la
dermoabrasione, praticata con apparecchiature che esercitano un’azione di
fresa. Il trattamento richiede un’anestesia locale o con sedazione; la zona trattata deve poi essere protetta con un
bendaggio per circa una settimana e devono passare 2-3 mesi prima di potersi
esporre al sole. Possono però residuare
cicatrici e in certi casi le aree sottoposte
al trattamento rimangono più chiare di
quelle circostanti. Un’azione analoga è
quella dei peeling chimici: si tratta di
sostanze da applicare sulla cute, che ne
rimuovono gli strati più esterni producendo un effetto levigante.
Alcuni, come l’acido glicolico, esercitano un effetto superficiale, con meno rischi ma con effetti poco evidenti; altri
agiscono più in profondità (acido tricloroacetico, fenolo) dando risultati molto
più visibili, ma poiché hanno non poche controindicazioni e richiedono
grande esperienza da parte di chi li applica sono sempre più spesso sostituiti
dai raggi laser, meno rischiosi perché
permettono di controllare molto meglio
la profondità del trattamento. Esistono
parecchi tipi di laser: si va da quelli più
potenti, come il laser a CO2 o l’Erbium
laser, che analogamente alle metodiche
precedenti distruggono uno strato superficiale di cute, a quelli come il laser
Nd Yag, il laser a diodi, il Dye laser e il
laser a Luce pulsata, che invece agiscono attivando una catena di reazioni che
si conclude con la produzione di nuovo
collagene a livello del derma.
Questi nuovi tipi di laser fanno parte
delle metodiche del cosiddetto “ringiovanimento cutaneo non ablativo”, cioè
realizzato senza alcuna asportazione di
cute. Non richiedono quindi anestesie,
né medicazioni post-operatorie: la cute
non viene danneggiata, ma riattivata, risultando quindi più tonica, luminosa e
liscia; il trattamento non provoca dolore, ma solo una modesta sensazione di
fastidio e un bruciore, simile a quella di
una scottatura solare, che scompare dopo poche ore; nell’arco delle 48 ore successive scompaiono anche eventuali
piccoli gonfiori o ematomi, sicché è
possibile riprendere da subito una normale vita sociale.
Per avere risultati apprezzabili occorre
però sottoporsi a diverse sedute, da praticare a intervalli di circa 1 mese; nella
maggior parte dei casi sono opportune
sedute di mantenimento dopo un certo
periodo di tempo. Una metodica “non
ablativa” ancora più recente, che sembra promettere risultati anche migliori,
si basa sull’applicazione di radiofrequenze erogate da un’apparecchiatura
in uso già da tempo per la coagulazione
dei capillari e che solo di recente ha
trovato impiego in medicina estetica.
Provocando un riscaldamento del tessuto sottocutaneo (da 3 a 8-9 mm. di
profondità) senza danneggiare le strutture superficiali, la radiofrequenza provoca nell’immediato una contrazione
del collagene esistente (con un effetto
di “stiramento” della cute) e a medio
termine induce la formazione di nuovo
collagene e di acido ialuronico, che rimodellano i tratti del viso.
L’applicazione dura 30-45 minuti e
provoca una sensazione di bruciore
che può essere anche intenso; può
manifestarsi poi un modesto eritema
che scompare nelle 2-3 ore successive
e, in qualche caso, un edema di breve
durata.
La metodica si è dimostrata utile anche
per ridurre la lassità del collo, dell’addome, dei glutei e del seno.
I risultati, che si manifestano progressivamente nei mesi successivi al trattamento, sono apprezzabili anche se non
spettacolari e durano per 12-24 mesi,
dopodiché l’applicazione può essere ripetuta.
L’ultimo ritrovato in fatto di ringiovanimento non ablativo è infine quello delle
GentleWaves (“onde dolci”), che utilizza l’energia erogata da diodi luminescenti (LED) per stimolare la pelle a
produrre collagene, limitando contemporaneamente la produzione degli enzimi che distruggono il collagene stesso.
Ogni applicazione dura circa un minuto
e non provoca né dolore né bruciore,
perché l’energia luminosa utilizzata
non produce calore; anche se i primi
miglioramenti sono visibili dopo 3-4
settimane, il trattamento completo prevede 8-10 sedute da praticare 1 o 2 volte la settimana per dare i suoi risultati
ottimali, che si manifestano progressivamente ma sembrano decisamente positivi e abbastanza duraturi.
La metodica è senza dubbio promettente, anche per l’assenza di qualunque fastidio e di effetti collaterali spiacevoli,
ma essendo impiegata da poco tempo
non è ancora molto diffusa in Italia.
Pietro Salviati