Saluto di benvenuto

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Saluto di benvenuto
Direzione Generale dello Sviluppo
Economico
Settore Politiche Regionali dell’Innovazione
e della Ricerca
Convegno 12/13 dicembre 2003 – Fortezza da Basso – V.le F.Strozzi 1
Regioni&Innovazione
Idee ed azioni a confronto per costruire uno sviluppo duraturo e sostenibile
Simone Tani, Assessore all’Innovazione, Comune di Firenze
Saluto di benvenuto
Porgo il mio più caloroso benvenuto a questo convegno sia ai fiorentini sia a tutti coloro che sono venuti anche
da posti più lontani, in qualche caso anche dall’estero per questa importante sessione sull’innovazione della
ricerca e le politiche per lo sviluppo. Devo dire che i Comuni sono non da molto tempo impegnati come primi
attori nella scena dello sviluppo locale e in particolar modo dello sviluppo tecnologico legato alla ricerca. Però
sempre di più oggi si sta cercando di trovare un ruolo fortemente integrato con il sistema delle Province, il
sistema delle Regioni: quindi con tutta la programmazione economica e tecnologica per riuscire a svolgere un
ruolo al servizio delle imprese, al servizio dei cittadini e al servizio di una trasformazione del territorio che
ovviamente non può che passare da competenze integrate dallo sviluppo economico alle trasformazioni urbane,
alla politica per la ricerca, a queste nuove forme di “governance” locale che oggi in varie città italiane ed
europee stiamo osservando e stiamo cercando di guidare.
Vorrei fare una riflessione generale con tre punti come punti salienti. Il tema di fondo è che oggi le
politiche per l’innovazione non possono essere più gestite da singoli soggetti, ma hanno bisogno di una
fortissima integrazione fra tutti i vari soggetti istituzionali, finanziari e della ricerca che operano intorno al
percorso dello sviluppo. E vorrei usare questo concetto intanto per una prima affermazione. Non è possibile
parlare di politica per l’innovazione in quanto tale, ma la politica per l’innovazione entra trasversalmente in
tutte le politiche di settore; entra trasversalmente nelle nuove forme di governance e di gestione dello sviluppo e
della trasformazione del territorio. In questo senso la politica per l’innovazione è una politica che entra nel
mondo della finanza. E mi fa piacere dirlo da qui, da una città, dalla Toscana dove il sistema bancario è nato
alcuni secoli fa e ha avuto il suo principale inizio, il suo principale sviluppo con importantissime innovazioni
che non erano a carattere tecnologico ma senza le quali sia ieri, sia oggi è impossibile pensare allo sviluppo
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della ricerca, allo sviluppo dell’innovazione: innovazione come artigianato, innovazione nel mondo della
scienza, innovazione nel mondo del governo locale. Oggi abbiamo davanti grandissime sfide come quella
dell’E-Government per esempio, oppure della infrastrutturazione delle reti cittadine a banda larga. Grandi sfide
che sono sfide di tecnologia ma anche sfide culturali, urbanistiche, di governo del territorio in senso più vasto.
Quindi il primo concetto che vi vorrei proporre è un’idea di innovazione che interviene orizzontalmente nel
governo del territorio, nel governo delle comunità locali e che in qualche maniera è diffusiva all’interno delle
amministrazioni e all’interno delle comunità locali stesse. Oggi l’innovazione secondo noi è una creazione di
grappoli di eccellenza a livello locale. Quando si trovano riuniti fattori quali le infrastrutture, le disponibilità di
competenze, l’esperienza, la vicinanza di centri tecnologici e di ricerca, l’esistenza di imprese con potenziale di
innovazione, allora si crea vera innovazione. Anche i centri di formazione hanno una funzione importante in
quanto possono servire come nuclei per la formazione di questi grappoli di competenze e di risorse. Basandosi
sulla ricerca universitaria e creando centri nevralgici di innovazione. E’ come degli addensamenti in un sistema
nervoso che sono poi i cuori di tutto un sistema innovativo più complesso.
Secondo noi condurre una corretta politica per l’innovazione a livello locale e regionale è anzitutto
sapere concertare con i territori un sistema di strategie atte a valorizzare le competenze locali, a metterle in rete,
a favorirne la specializzazione e la complementarietà a livello regionale, aiutando a superare campanilismi che
fanno parte un po’ della storia di tutti i territori. E presentare queste opportunità, queste ricchezze, queste
competenze promuovendo questo insieme di grappoli di competenze di eccellenza all’esterno del territorio
regionale stesso. E quindi in qualche maniera riuscendo a guidare, a governare uno sviluppo territoriale più
vasto. Una politica per l’innovazione focalizzata su questi clusters di eccellenza intersettoriale per comprendere
la ricerca, lo sviluppo tecnologico, la formazione, le infrastrutture tradizionali e quelle innovative, la finanza di
progetto, la finanza innovativa e quant’altro. Questa politica deve trovare un forte riscontro negli atti di
programmazione integrata fra i vari soggetti istituzionali. Proprio in queste settimane stiamo firmando fra il
Comune di Firenze, la Provincia di Firenze e la Regione Toscana un patto per lo sviluppo nel quale reinseriamo
e integriamo queste diverse politiche per l’innovazione, che sono politiche trasversali ma che sono legate da un
forte contenuto innovativo che individua degli assi di sviluppo sul territorio. Quindi la conseguenza di questo
approccio è una nuova centralità delle politiche per l’innovazione a livello locale.
L’innovazione non è solo un oggetto a sé stante, una delle tante politiche ma entra trasversalmente nello
sviluppo locale ed è una grande scommessa di democrazia e di governance sul territorio, a livello locale,
provinciale, comunale e regionale. E quindi è anzitutto innovazione di processi decisionali che portano a
condividere azioni concrete per lo sviluppo territoriale. Farò solamente un esempio per esprimere e definire un
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po’ questo punto. Da tre anni ormai nell’area metropolitana fiorentina abbiamo avviato l’esperienza del piano
strategico. Molte città italiane ed europee hanno sviluppato un percorso di pianificazione strategica. Questo è
un percorso che porta un’innovazione nel governo del territorio, a forme innovative del governo del territorio
proprio per rendere più semplici e più realizzabili alcuni di questi interventi complessi, legati a tematiche di
forte contenuto innovativo che se non avessero un sub strato di nuove capacità di governance difficilmente
verrebbero realizzate. Sto parlando di interventi a forte contenuto integrato di conoscenze e di soggetti
istituzionali coinvolti. Il piano strategico parte nel 2001 con un lavoro importante di diagnosi dei problemi e
delle opportunità dell’area metropolitana. Nel 2002 diventa una fase di progettazione nel quale si definisce
quali sono gli assi principali di sviluppo, innovazione e cultura, funzione del territorio, qualità urbana. A fine
2002 viene redatto un piano che è una guida di assi di sviluppo e di progetti. Nel 2003 nasce un’associazione
del piano strategico. Partecipa il Comune di Firenze, i Comuni metropolitani, la Provincia, la Regione, le
Associazioni di categoria, la Camera di Commercio, l’Università per lavorare insieme intorno a questi grandi
progetti innovativi che non possono essere realizzati se non esiste una forte condivisione democratica da un lato
e di governance locale dall’altro.
Fondamentale avere una visione unitaria quando si definiscono questi processi. E in questo caso per
l’area fiorentina la visione, la prospettiva di realizzazione vede in Firenze non solamente una città di arte e di
consumo ma anche centro di alta formazione e di applicazione delle nuove tecnologie ai beni culturali, centro di
creazione del made in Italy, produzioni manifatturiere di qualità, Firenze e la sua area come centro capace di
coniugare innovazione e qualità sociale e ambientale. Questo è un tema veramente importante cioè capire come
le politiche per l’innovazione si legano in maniera forte, in maniera molto coesa con tutte le politiche di
socialità che le pubbliche amministrazioni portano avanti sul territorio. E allora da questa visione strategica
nascono quattro assi fondamentali di intervento. Promuovere l’innovazione con una migliore integrazione delle
risorse e delle funzioni. Riequilibrare la localizzazione delle funzioni tra il Comune centrale e l’area fiorentina.
Cioè vedere l’innovazione anche come ridistribuzione di funzioni di assi prioritari strategici. Organizzare più
efficacemente la mobilità interna e l’accessibilità. Migliorare la qualità urbana come risorsa per lo sviluppo.
Cioè temi apparentemente non legati con l’innovazione e con lo sviluppo, che in realtà devono trovare intorno
al nodo dello sviluppo del territorio un comune denominatore e un comune asse di sviluppo. Da questo punto di
vista cito solamente uno dei 50 progetti che fanno parte del piano strategico, il progetto del polo di Sesto. Cioè
come immaginare che la più grande concentrazione di cervelli che abbiamo in Toscana, nelle materie
scientifiche – tecnologiche, riesca a rimanere non soltanto una grande concentrazione di intelligenze ma a
fertilizzare tutto il territorio circostante. E far sì che si crei in questa grande area della Toscana centrale,
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ovviamente raccordata con gli altri grandi poli di competenze della Regione, un grande centro di eccellenza di
sviluppo dove sia possibile parlare di sistemi di incubazione d’impresa, sia possibile parlare di alta formazione,
sia possibile parlare di progetti innovativi per i quali diventiamo leader magari in Europa e nel mondo. Questa è
una politica di sviluppo e di innovazione che non è solamente innovazione e ricerca, ma si integra con le
politiche infrastrutturali, si integra con le politiche per la mobilità, si integra con le politiche per la qualità
sociale e con tutto il governo metropolitano del territorio. Ecco in questo senso il Comune da solo o la
Provincia da sola o la Regione da sola non sono sufficienti per garantire questo tipo di percorso, ma è
necessario un fortissimo coinvolgimento di tutti i soggetti che operano sul territorio. Pubblici, privati. E
possibilmente attrarre sul nostro territorio anche soggetti che oggi non esistono ma che possono portare ulteriori
competenze e risorse che non sono attualmente disponibili nella nostra area. Ecco questo secondo noi è un
esempio di politica per l’innovazione. Questo è un percorso sul quale siamo partiti qualche anno fa e che sotto
la guida ovviamente del ruolo principale dell’Università di Firenze ritengo che possiamo percorrere al servizio
di tutta la comunità locale.
Io penso che il dibattito di oggi e le risultanze che emergeranno da questo importante convegno di
livello internazionale rispetto alle politiche per l’innovazione e le politiche regionali, possano mettere in luce
sfaccettature importanti per riuscire anche a dare delle esperienze, delle idee utili per noi amministratori locali
che magari non siamo degli specialisti della materia però quanto meno abbiamo una visione, tendiamo a un
obiettivo e ci avvaliamo anche delle vostre competenze per riuscire a guidare lo sviluppo del nostro territorio.
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