1Il giudice costituzionale a 73 anni sale al Colle con quasi due terzi

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1Il giudice costituzionale a 73 anni sale al Colle con quasi due terzi
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IL FATTO
DEL GIORNO
IL NUOVO
CAPO DELLO STATO
UNA TRAGEDIA ALL’INIZIO DI TUTTO
 L’OMICIDIO DEL FRATELLO PIERSANTI
Il 6 gennaio del 1980 il fratello di Sergio Mattarella,
Piersanti, presidente della Regione Sicilia, viene
ucciso nella sua auto con otto colpi di pistola ANSA
LA CARRIERA POLITICA NASCE CON LA DC
 A LUNGO AL FIANCO DI DE MITA
Sulle orme del fratello, Mattarella entra in politica
con la Dc. Tra il 1987 e il 2001 sarà più volte ministro
e anche vicepremier del governo D’Alema ANSA
LEGATISSIMO ALLA FAMIGLIA
 CON I SUOI TRE FIGLI
Sposato con Marisa Chiazzese, scomparsa nel
2012, ha tre figli: Laura, Francesco e Bernardo. Con
loro e altri parenti ieri ha seguito lo spoglio ANSA Il presidente Mattarella
sarà arbitro o giocatore?
1Il giudice costituzionale a 73 anni sale al Colle con quasi due terzi dei voti. Ex Dc e uomo
della lotta contro la mafia, verrà subito messo alla prova con la firma della legge elettorale
di GIORGIO DELL’ARTI
[email protected]
Sergio Mattarella è il nuovo presidente della Re­
pubblica, eletto ieri mattina dall’Assemblea dei
grandi elettori con 665 voti, otto in meno di quelli
che gli sarebbero bastati già nelle prime tre vota­
zioni. La sua prima dichiarazione è stata questa:
«Il mio pensiero va soprattutto e anzitutto alle dif­
ficoltà e alle speranze dei nostri concittadini».
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Ne abbiamo detto qualcosa nei giorni scorsi,
ma insomma moriamo dalla voglia di saperne di più.
È nato a Palermo il 23 luglio del 1941, ma ha
studiato al liceo San Leone Magno di Roma. Tre
anni fa gli è morta la moglie, Marisa Chiazzese,
un’elegante signora bionda, figlia del grande
studioso delle antiche istituzioni giuridiche di
Roma, Lauro Chiazzese. Da allora si è trasferito
dall’appartamento di via della Mercede – cuore
di Roma, a un passo da piazza di Spagna – nella
foresteria della Corte costituzionale, cinquanta
metri quadri appena, in un punto della Capitale
molto meno seducente. Una veloce rassegna dei
giudizi che sono stati dati su di lui nei giorni
scorsi ne delinea il carattere meglio di qualun­
que discorso: «Pio, schivo, incapace di sorriso,
grigio, invisibile, dolente e creativo, mite fin
quasi ad apparire fragile, mediatore per natura e
vocazione politica, sembra uno in bianco e nero
degli Anni 60, un monaco». Quest’ultimo giudi­
zio è di Silvio Berlusconi.
Il nuovo presidente
della Repubblica, Sergio
Mattarella, 73 anni, ieri
durante la comunicazione
ufficiale della sua elezione,
nella sede della Corte
Costituzionale a Roma AFP
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Figli?
Tre: Laura, Francesco, Bernardo. Quest’ul­
timo si chiama come il nonno, che fu eletto
alla Costituente, varie volte ministro e di conti­
nuo accusato senza prove di avere rapporti con
la mafia. I cronisti hanno scavato nei giorni scor­
si per trovare qualche macchia nella famiglia,
ma finora è poca roba. Il nipote Bernardo, figlio
di Piersanti, deputato regionale in Sicilia, è in­
dagato per peculato sui rimborsi regionali.
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In definitiva, si direbbe, una vita senza troppi eventi.
Detto del suo carattere schivo, la sua vita
consta di quattro punti di svolta. Era ancora un
giovane avvocato e la mafia gli ammazzò il fra­
tello Piersanti, presidente della Regione sicilia­
na e nemico delle cosche. Era il 6 gennaio 1980.
Furono Sergio Mattarella e la moglie di Piersan­
ti, Irma (Irma Chiazzese, i due fratelli avevano
sposato due sorelle) a estrarre il corpo ancora
vivo dall’auto. Piersanti spirò tra le braccia di
Sergio. I cronisti ricordano il suo maglione tutto
chiazzato di sangue. Quel delitto spinse il giova­
ne avvocato, fin allora assai resistente, ad entra­
re in politica. Il secondo momento chiave della
biografia cade alle 21 del 26 luglio 1990. Matta­
rella, ministro della Pubblica Istruzione, lascia il
governo Andreotti perché non può ammettere la
forzatura sulla legge Mammì che regolamenta il
sistema televisivo in senso troppo favorevole a
Berlusconi: «Riteniamo che porre la fiducia per
violare una direttiva comunitaria sia, in linea di
principio, inammissibile…». La motivazione
delle dimissioni, tutta giuridica, dice tutto sul­
l’uomo. La svolta a sinistra avviene alla fine di
luglio del 1994 (terza tappa della sua vita). In un
IL MIO PENSIERO VA
SOPRATTUTTO ALLE
DIFFICOLTÀ E ALLE
SPERANZE DEI NOSTRI
CONCITTADINI
sotterraneo dell’hotel Ergife in Roma i superstiti
della pattuglia dc decimata da Mani Pulite e da due
turni elettorali tremendi discutono il futuro del
Partito popolare. Vince Buttiglione che vuole orien­
tare il Ppi a destra. Quelli di sinistra escono allora
dalla sala scandendo «Fascisti, fascisti». Li guidano
Mattarella e Rosy Bindi. Mattarella lascerà subito la
direzione del Popolo. E infine: in quelle elezioni che
fecero a pezzi gli eredi democristiani si votò col si­
stema escogitato proprio da Mattarella e che chia­
miamo Mattarellum: tre quarti dei seggi assegnati
col maggioritario, un quarto col proporzionale.
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Il nuovo Presidente della Repubblica è mai stato ministro?
Sì, certo. Nel governo De Mita (Rapporti con
il Parlamento), nell’Andreotti VI (Istruzione), nel
D’Alema II (Difesa). Nel primo governo D’Alema
era stato vicepresidente del Consiglio. È rimasto
ininterrottamente alla Camera dal 1983 al 2006,
sei legislature. Nel 2011 il Parlamento lo ha eletto
giudice costituzionale. Radicali, Di Pietro e un pez­
zo del Pd gli fecero la guerra (volevano Violante):
passò anche allora alla quarta votazione, per un so­
lo voto.
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Tutto questo grigiore significa che Renzi potrà
fare quello che vuole?
Renzi ieri, subito dopo l’elezione, ha twittato
(senza hashtag): «Buon lavoro, presidente Matta­
rella. Viva l’Italia». Buttiglione, suo avversario ven­
t’anni fa, ha detto: «Renzi ha fatto eleggere Matta­
rella perché non lo conosce». Tra le sue poche, vec­
chie dichiarazioni ho pescato: «Talvolta la goccia è
più efficace del torrente in piena, i piccoli passi so­
no importanti almeno quanto i grandi movimenti
che suscitano clamore». L’elezione di Mattarella
stabilisce alcune prime volte: è la prima volta che
un siciliano sale al Colle, è la prima volta – dopo
Einaudi – che diventa capo dello Stato uno che non
è stato prima capo del governo o presidente di Ca­
mera o Senato. Aggiungerei una terza novità: è il
primo non renziano nominato da Renzi, che se lo è
messo addirittura sulla testa. Qualche guaio ci sa­
rà. A cominciare dall’Italicum: sicuri che quel pun­
to della legge dove si stabiliscono i capilista blocca­
ti sia coerente con la sentenza della Consulta che
ha riformato il Porcellum e che vuole le preferenze
senza se e senza ma? Sentenza che ha contribuito a
scrivere lo stesso presidente della Repubblica?
L’OMAGGIO DI TAVECCHIO E MALAGÒ
Ha il Palermo nel cuore
E Zamparini lo invita:
«Venga presto allo stadio»
 Il tifo passionale, sfegatato, non gli appartiene per carattere, ma il neocapo dello Stato una
squadra del cuore ce l’ha, eccome: segue con
simpatia il «suo» Palermo. Per questo, ieri, Maurizio Zamparini e la squadra rosanero hanno
subito mandato le congratulazioni di rito, con
tanto di invito al «Renzo Barbera» (al presidente
palermitano hanno scritto anche il presidente
della Figc, Carlo Tavecchio, e il presidente del
Coni, Giovanni Malagò, che ha chiesto «vicinanza
per l’Olimpiade»). Nel cuore del riservatissimo
Sergio Mattarella ci sarebbe pure spazio per
un’altra squadra: secondo alcuni avrebbe un
debole per l’Inter, secondo altri per la Roma. In
ogni caso, l’uomo non era sportivo neanche da
ragazzo: il fratello maggiore Piersanti giocava a
calcio, lui si limitava a fare l’arbitro. Sul suo
amore per il calcio ha aggiunto una curiosità
Pierluigi Castagnetti, amico e compagno di
partito, in una intervista al «Fatto»: «Sa a memoria tutte le formazioni delle squadre: se gli chiedi
chi giocava nella Pro Vercelli nel ‘38, te lo dice».
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