India, il trionfo di Sonia Gandhi
Transcript
India, il trionfo di Sonia Gandhi
India, il trionfo di Sonia Gandhi - Repubblica.it » Ricerca ARCHIVIO LA REPUBBLICA DAL 1984 India, il trionfo di Sonia Gandhi Repubblica — 17 maggio 2009 pagina 1 sezione: ALTRO NEW DELHI "JAI Ho!". Il canto della vittoria è un boato con la colonna sonora del film Millionaire, adottata come inno dal partito del Congresso. Una folla di militanti vestiti in tunichee sari bianco immacolato assedia la residenza di Sonia. ESPLODONO fuochi d' artificio, tuonano i tamburi, sventolano i poster giganti con la foto del figlio Rahul. E' appena finito lo spoglio di 400 milioni di schede elettorali, il più gigantesco suffragio universale della storia. L' India porta in trionfo la sua "dinastia repubblicana", la famiglia Gandhi. Sonia ringrazia con eleganza regale: «Il popolo indiano sa riconoscere il bene del paese e ha fatto la scelta giusta». La vittoria è più ampia del previsto, il Congresso risale ai massimi dal 1991. E' rafforzata la coalizione di governo uscente, guidata dal premier Manmohan Singh. E' un messaggio di stabilità che irradia oltre i confini dell' India: verso il Pakistan assediato dai Taliban, verso lo Sri Lanka dove imperversa la guerra civile e incombe una tragedia umanitaria. Non c' è stato nessun effetto-Mumbai. A pochi mesi dalla strage terroristica che fu definita "l' 11 settembre indiano", la maggioranza degli elettori ha respinto la logica dello scontro di civiltà. Il vero perdente è il Bjp, il partito d' opposizione nazionalista che cavalca l' integralismo indù e soffia sulle tensioni con la minoranza musulmana (150 milioni). Perdono quota i comunisti, che facevano parte della coalizione ma ostacolarono il riavvicinamento con l' America sul nucleare. E' premiata una politica economica prudente, che ha cercato di attutire l' impatto della crisi sulle fasce più povere. Dal 2004 l' India ha avuto una crescita annua dell' 8%, seconda solo alla Cina. Perfino quest' anno il Pil indiano crescerà del 5%, un exploit nella recessione mondiale. La più grande democrazia del mondo non dà segni di stanchezza. Malgrado gli scandali a ripetizione e la corruzione dilagante, l' affluenza alle urne è aumentata al 60%. Il margine ampio di vittoria libera il partito del Congresso dall' ipoteca di lunghi negoziati per allargare la coalizione. La "regina degli intoccabili", Mayawati, ha vinto nell' Uttar Pradesh (uno Stato con la popolazione del Brasile: 190 milioni) ma non sfonda a livello federale e il suo appoggio non sarà indispensabile. Anche questo è un segnale. Il Congresso è la forza politica che ha tenuto duro sui valori della laicità indiana. E' stato la barriera contro le tentazioni dell' integralismo religioso. Ha fatto argine alla frammentazione della rappresentanza politica per caste, una tendenza pericolosa perché può trasformare il Parlamento in un mercato di scambio di interessi corporativi. Ipnotizzati dai riti dell' incoronazione del nuovo erede al trono, Rahul, gli indiani rischiano di dimenticare l' umile lavoro del premier: l' unico dopo Nehru a vincere le elezioni dopo un' intera legislatura al governo. A 76 anni e con la barba ormai candida Manmohan Singh è l' antipolitico per eccellenza. Primo esponente della minoranza sikh a dirigere un governo indiano, affezionato ai suoi tradizionali turbanti colore azzurro-cielo, Singh ha mantenuto la reputazione di uomo onesto: una fama rara nel paese dove il 20% dei parlamentari ha pendenze con la giustizia. Tecnocrate, ex dirigente del Fondo monetario internazionale, Singh ha saputo manovrare con flessibilità il timone della politica economica. All' inizio degli anni Novanta avviò le liberalizzazioni per aprire un' India protezionista e stagnante. In questa legislatura ha corretto il tiro in favore delle politiche sociali. Ha varato i «cento giorni di lavori pubblici al salario minimo garantito», un New Deal rooseveltiano per i disoccupati poveri delle regioni rurali. Un anno fa quando imperversava l' inflazione dei prezzi alimentari, Singh non esitò a chiudere le frontiere per impedire l' export di riso riservando le scorte al mercato interno. Ha messo fuori leggei futures sui prezzi agricoli. Ha aperto i rubinetti del credito per i contadini poveri strangolati dagli usurai. In una recessione globale che mette alla prova i modelli occidentali, Singh ha rivalutato la tradizione socialista di Nehru e Indira Gandhi. Non è immune dal vizio dell' assistenzialismo; e non ha saputo riformare una burocrazia pletorica e inefficiente. Ma ha evitato la trappola in cui si sono cacciati i comunisti, stritolati in una guerra tra poveri: il governo "rosso" del Bengala occidentale, per aver sostenuto l' occupazione operaia creata dalla fabbrica della Tata Nano, si è messo contro le masse contadine vittime degli espropri di terreni. Operato al cuore pochi mesi fa, Singh si è visto poco in campagna elettorale. La nuova star che il Congresso ha lanciato nei comizi è il giovane Rahul. Ieri Singh si è affrettato a dire che "le porte del nuovo governo sono spalancate per lui, speriamo di averlo nell' esecutivo". Come sempre sarà la famiglia India, il trionfo di Sonia Gandhi - Repubblica.it » Ricerca a decidere tempi e modi della successione. Entro due anni c' è da scommettere che avremo un rimpasto, e un Gandhi alla guida del governo. - dal nostro inviato FEDERICO RAMPINI La url di questa pagina è http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/05/17/india-il-trionfo-di-soniagandhi.html Abbonati a Repubblica a questo indirizzo http://www.servizioclienti.repubblica.it/index.php?page=abbonamenti_page