Retriever Magazine

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Retriever Magazine
RETRIEVER
magazine
photo C J-L Klein & M-L Hubert
periodico di informazione on-line del RCI - anno 3/numero 5
Il CHESAPEAKE BAY RETRIEVER:
questo sconosciuto
Il 30simo anniversario del RCI: Dall’Inghilterra per il
benessere dei cani di razza
una vista dall’estremo nord
l’editoriale
Un cucciolo per regalo? Un momento: parliamone prima.
Un cucciolo vivo deve entrare in una casa solo quando è fortemente desiderato da tutti i
componenti della famiglia, disposti a dedicargli - come ad un bambino neonato - le loro
cure e tempo libero ben oltre le disponibilità delle feste.
in questo numero:
•Editoriale RCI - di Elena Casolari Videsott
•CIAO... CRISTINA - di Enrica Barlucchi
•Il CHESAPEAKE BAY RETRIEVER: questo sconosciuto - di Moira Frank
•Il 30simo anniversario del RCI: una vista dall’estremo nord - di Monica Merima
•“Trent’anni a lavoro” - di Carlo Guggia
•Fortuna di famiglia nel Championship del Centenario - di Phil Wagland
•Il Championship dei cento anni… impressioni di un italiano - di Tiziano Cagnoni
•MUNICH CUP 2009 - di Helene Leimer
•Warringah Valley View - di Rosa Agostini
•Golden in Show: come presentare al meglio il vostro golden retriever
di Cristina Santinon
•“Spegnere il fuoco aggiungendo la legna”:
La paura degli animali e la Terapia Breve-Strategica - di Lara Farinella
•Labrador come “golden” standard - di Cinzia Stefanini
Martino Salvo
•Caterina, Zar e Napo. Vita e amore:
coordinatore di redazione
un percorso di Pet Therapy nell’acqua - di Edi Accornero
•Puppy Love - di Jon Katz
Patty Fellows
•Paese che vai, campione che trovi - di Alessandra Franchi
redattore
Dall’Inghilterra
per
il
benessere
dei
cani
di
razza
di
Patty
Fellows
•
Alessandra Franchi
•Retriever e non solo – libri, tv, regali, attualità, curiosità
a cura di Patty Fellows e Alessandra Franchi
Un sentito grazie a quanti hanno collaborato a questo numero, in particolare a
Phil Wagland e la rivista SHOOTING TIMES per l’articolo sul Championship,
Margus Merima per le foto del Trentennale del RCI, Enrica Barlucchi, Susan
Street, Patrizia Michelini, Tiziano Cagnoni.
redattore
Leonardo Langiu
impaginazione/grafica
Ogni articolo esprime in libertà le opinioni del suo autore, il RCI puo’ non condividere o sottoscrivere necessariamente quanto viene pubblicato.
La stagione invernale non è propizia per educarlo all’autocontrollo igienico, neppure se
fosse pensabile di lasciarlo fuori in giardino, per non dire che la notte di Capodanno è alle
porte, con i botti dei fuochi d’artificio, la voglia di andare al Cenone, o a sciare... e il
cucciolo che fa: rimane solo da qualche parte, ora che ha appena perso tutta la famiglia
e si sente orfano soprattutto dei suoi fratelli?
Come si cicatrizza poi il trauma psichico di un ragazzino adolescente che ha desiderato
con tutte le sue speranze un cucciolo per Natale, l’ha finalmente trovato sotto l’albero, per
poi vederselo togliere il giorno dopo perché in casa non si riesce a gestirlo?
E se anche il cucciolo riesce a superare le prime difficoltà e a tirare avanti, bene o male,
senza tutte le cure e le attenzioni indispensabili nel delicatissimo periodo della prima
infanzia, intanto cresce, ingombrante e maleducato, tanto che a giugno/luglio la famiglia
non ne può proprio più, e decide di scaricarlo, “per rispetto dell’animale, che non possiamo
più tenere”.
Ecco che i veterinari si sentono chiedere di “addormentare” giovani cani perché ingestibili
(disturbando soprattutto durante le vacanze!), i canili pubblici se li ritrovano legati davanti
alla porta, se non sono addirittura abbandonati sulle autostrade (tanto certamente nessuno
ha pensato di identificarli con il microchip e registrarli presso un’Anagrafe canina…).
Il cucciolo di Natale diventa così un cane da “rescue”, il lodevole servizio di soccorso che
andrebbe incoraggiato da parte di tutte le organizzazioni cinofile sia direttamente,
contribuendo a “ricostruire” il giovane cane e a collocarlo adeguatamente, sia indirettamente, soprattutto scoraggiando l’acquisto di cuccioli “regalo”, in particolare nel periodo
natalizio. Sarebbe saggio per esempio suggerire di non produrre cuccioli a quest’epoca
ed invece indirizzare i richiedenti all’adozione di un rescued dog del Natale precedente.
Se vogliamo fare una sorpresa alla fidanzata, o regalare un giocattolo insolito a un
ragazzino - soprattutto se non vive con noi -, compriamo cuccioli di peluche, per favore.
Buon Anno 2010 ai nostri soci, ai loro cani, a tutti i fortunati cani con padrone, ma
soprattutto a quelli soli.
Dr. Elena Casolari Videsott – Presidente RCI
in memoria
in memoria
locemente possibile per cercare di
non intralciare o ritardare il lavoro
degli altri, sperando che il mio cane
non si comportasse per quello che
era: un cucciolone alle prime armi.
Lei, percependo perfettamente il
mio disagio, mi disse letteralmente: non preoccuparti, prenditi il tuo
tempo, in fondo siamo tutti qui per
divertirci e per imparare, per stare
insieme, senza fretta. Ricordati,
siamo tutti “poveracci”.
In effetti siamo tutti poveracci, poveri uomini che a volte perdono il
senso della vita e danno importanza a ciò che, in realtà, ne ha ben
poca.
La notizia dell’improvvisa
scomparsa di Cristina Garbarino
ha lasciato smarriti e increduli tutti
coloro che l’hanno conosciuta,
perchè ci eravamo abituati alla
forza, al coraggio e alla tenacia
con cui Cristina aveva lottato negli
ultimi anni contro quel male che
oggi l’ha portata via.
Con la dignità e la riservatezza che
l’hanno da sempre contraddistinta,
ci lascia così un’altra amica dei
nostri amati retrievers.
Francis Bisagno
CIAO...CRISTINA
Nonostante la lontananza e l’impossibilità di mantenere con regolarità un contatto che andasse al di
là delle mail e del telefono, io sapevo che Cristina
c’era ed in qualche modo mi bastava.
di Enrica Barlucchi
Senza dubbio ci sono persone che conoscevano Cristina molto meglio di me e che, meglio di me,
possono ricordarla. Nonostante questo, quando la redazione del Magazine mi ha chiesto di scrivere
alcune righe su di lei non ho esitato, e lo faccio con molto piacere e nostalgia.
Tutti conoscevano Cristina come allevatrice e giudice di field trial, e forse è superfluo dire che tantissimo
ha dato e tanto avrebbe potuto ancora dare a beneficio
della razza e di noi appassionati.
Ricordo Cristina come persona eccezionalmente forte,
ma al tempo stesso capace di
grande sensibilità.
L’ho conosciuta parecchi anni
fa durante una battuta di caccia. Per molto tempo ci siamo
perse di vista. L’ho cercata
anni dopo e, grazie ad una
lunga serie di mail e di telefonate, l’ho convinta a darmi un
suo cucciolo. Scherzo un po’,
ma non del tutto: i suoi cuccioli erano parte di lei e della
sua vita e, mai, ne avrebbe
dato via uno con leggerezza.
Ricordo la prima volta che sono andata in Svizzera dove viveva. Rivedendola dopo
anni, la malattia l’aveva un po’ cambiata nell’aspetto
ma non nello spirito e nella forza d’animo.
Da quando ho Lothaire mi sono spesso rivolta a lei
per consigli di ogni genere ed è sempre stata disponibile nonostante avesse ben altri pensieri e preoccupazioni a cui far fronte.
Ci siamo viste poco e sostanzialmente quando veniva in
Italia, io raramente sono riuscita ad andarla a trovare
in Svizzera. Mi ha insegnato
tanto, con grande competenza e mai con supponenza,
cosa rara di questi tempi. Era
brava in quella che era la sua
passione, la sua vita, i suoi
meravigliosi cani. Non si perdeva in chiacchiere, era diretta, sincera, autoironica e,
decisamente, donna coraggiosa.
Come tutti ho sperato fino in fondo che vincesse la
sua battaglia. In questi anni ci ha dato testimonianza
di come, con estrema dignità e coraggio si affronta
anche la prova più difficile senza mollare mai.
Mi permetto di fare i nomi di Roberto Marena e Diego
Del Soldato, cari amici miei, ma soprattutto suoi che,
come me, rimpiangono ora come in futuro la sua amicizia, la sua presenza, il suo “esserci”, i suoi consigli,
le sue battute e la sua grande determinazione.
Ricordo benissimo una volta
a Parma. Mi chiese di raggiungerla da Roberto Marena
per una giornata di lavoro.
Ben contenta, andai con il
mio Lothaire di circa sei mesi. Una volta lì, mi resi
conto che gli altri cani presenti erano adulti e ad un
livello di addestramento decisamente alto. Mi sentivo
fuori posto, mi sforzavo nel fare gli esercizi il più ve4
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Quando si ricorda una persona che ci ha lasciati è
difficile evitare i luoghi comuni, le parole sono spesso
simili, le frasi si assomigliano un po’ tutte e temo che
anch’io non faccia eccezione scrivendo queste righe.
Spero però di essere riuscita a trasmettere parte della complessità della persona che era Cristina, e che
ancora “è”, per tutti coloro che l’hanno conosciuta ed
apprezzata.
razze retriever
razze retriever
morbido come quello di un Terranova, o liscio come
quello di un pointer o di un hound. Queste variazioni,
così come quelle relative al peso ed alla taglia, erano
evidentemente dovute ai diversi incroci eseguiti.
è arrivato anche in
Italia l’amato Chessie, il
riportatore
americano
specializzato in
“estreme hunting”, la
caccia alle
anatre in acqua gelata
e sul ghiaccio.
il CHESAPEAKE BAY
RETRIEVER: questo sconosciuto
di Moira Frank
La Baia di Chesapeake è una larga insenatura sulla costa est del continente nordamericano. Gli indiani
la chiamavano ‘Grande Baia’, ovvero, nella loro lingua, Che (grandi) Sepi (fiumi) Ook (molti, oppure ‘molti
in uno’). Da questo nome originario Chesepiook deriva l’attuale nome di Chesapeake.
Il Chesapeake Bay Retriever é una delle poche
razze selezionate negli Stati Uniti. Nel 1807 un bastimento americano, il Canton, traeva in salvo l’equipaggio e due cuccioli di terranova da un brigantino
inglese incagliatosi nelle secche della Baia. Il
cucciolo maschio, Sailor, veniva ceduto a John
Mercer, mentre la femmina, chiamata Canton,
andava al Dr. James Stewart. Non esiste alcuna
notizia che questi due cani siano mai stati accoppiati tra di loro, viene tuttavia riferito che essi vennero
successivamente accoppiati ad altri cani da caccia
locali, dando così origine a quella che sarebbe poi
diventata la razza.
Nella Baia di Chesapeake i cani venivano usati per recuperare la selvaggina che era abbattuta in grandi
quantità, specialmente durante la stagione migratoria. Il
cane usato per questo lavoro doveva non solo amare
l’acqua, la selvaggina e il riporto, ma doveva essere fisicamente forte, capace di resistere a temperature
estreme, all’acqua gelata e al ghiaccio.
Tutte le storie degli inizi delle razze retrievers sembrano
risalire al ‘Water Spaniel’. Incroci venivano effettuati
con pointers, setters, terranova e hounds (Tan and
Yellow Hounds).
I gentiluomini di campagna dell’epoca erano molto
attenti a tutto il bestiame presente nelle ‘farms’ e lavoravano intensamente sia al miglioramento zootecnico
del proprio bestiame che al miglioramento delle linee
dei propri cani, riproducendo soprattutto i cani che dimostravano una disposizione particolare al recupero
della anatre. I Chesapeakes di allora trascorrevano
moltissimo tempo coi loro proprietari e con i bambini di
casa, erano parte della famiglia e venivano tenuti in
grandissima considerazione.
Su entrambe le rive della Baia, quella dell’est e quella
dell’ovest, veniva selezionato un tipo di cane ben
definito, di temperamento e abilità venatorie fissate,
che variava tuttavia nel tipo di pelo, il quale poteva
essere riccio come quello di un Irish Water Spaniel,
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I Chesapeakes venivano presentati per la prima volta
all’esposizione di Baltimora nel 1876 sotto la denominazione di Chesapeake Bay Duck Dogs, ovvero Cani da
Anatre della Baia di Chesapeake. Due erano i tipi presentati, molto diversi l’uno dall’altro. I gentiluomini
presenti all’esposizione decidevano pertanto di incontrarsi per discutere insieme della possibilità di migliorare la razza, così come di standardizzare il nome dei tipi.
Veniva quindi deciso che tre tipi di mantello potevano
allora essere ammessi: il tipo ‘lontra’, il tipo ‘a pelo liscio’
ed il tipo ‘a pelo riccio’.
Nel 1878 l’American Kennel Club registrava il primo
Chesapeake Bay Retriever: si trattava di Sunday, un
maschio allevato da Mr. O.D. Foulks e di proprietà di Mr.
G.W. Kierstead di La Porte, nello Stato dell’Indiana.
Dalla Baia di Chesapeake all’Europa
In Europa le prime importazioni di soggetti americani
hanno inizio nel 1936. I primi Chesapeakes esportati
dagli USA vennero introdotti in Inghilterra dal Conte di
Sefton allo scopo di migliorare l’allevamento dei suoi
Labradors. A quel tempo il Kennel Club inglese registrava i soggetti incrociati con l’una o l’altra delle razze
retrievers riconosciute. D’altro canto, l’esistenza di
comuni antenati nel Chesapeake e nel Labrador è ben
documentata.
Durante la seconda Guerra Mondiale prestavano
servizio in Inghilterra alcuni ufficiali statunitensi, accompagnati non di rado dai loro cani, e ciò costituì un
nuovo, singolare, veicolo per l’introduzione della razza
in Gran Bretagna.
All’inizio degli anni ‘60 il Capitano Robert Conlin
portava con sé in Inghilterra ‘Alpine Abi’. Abi, accoppiato ad una femmina nata presumibilmente in Inghilterra, produceva una cucciolata. All’incirca nello
stesso periodo, Bruce Kennedy, un allevatore di
bestiame scozzese, inviava un suo dipendente sulla
costa est del Maryland per valutare il bestiame ivi
prodotto. Il suo emissario rientrava in Scozia facendo
menzione, tra l’altro, dei cani della Baia di Chesapeake. Il racconto intrigava Kennedy, il quale decideva di
commissionare l’acquisto di una femmina, dandole
quindi il nome di ‘Doonholme Dusty’. Doonholme
Dusty veniva riprodotta in Scozia diverse volte, accoppiandola al maschio di un gamekeeper, Brandy of
Cowal, un figlio di Alpine Abi. Uno dei soggetti usciti
da questo accoppiamento, Doonholme Dandy, veniva
esportato in Danimarca fornendo così la base a quello
che sarebbe diventato tutto l’allevamento danese.
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razze retriever
Questo era il solo allevamento in Gran Bretagna finché
Mrs. Margaret Izzard dell’allevamento Ryshot, noto per
i suoi eccellenti Flats e per l’allevamento e addestramento di Labradors e Goldens, cominciò ad interessarsi alla razza. Nel 1967 Mrs. Izzard acquistava da
Kennedy ‘Ryshot Welcome Yank’. Yank veniva addestrato per la caccia, regolarmente condotto in picking
up ed esposto ai concorsi di bellezza. Alcuni anni dopo
Mrs. Izzard importava dagli USA una femmina, Eastern
Water’s Ryshot Rose, con la quale nel 1974 produceva
una cucciolata dalla quale sarebbe uscita l’INT CH
NORD CH Ryshot Yank’s Seacoral, soggetto alla base
dell’allevamento svedese.
Un’altra femmina, ‘Eastern Water’s Morag’, importata in
Inghilterra, nel 1975, accoppiata come sempre con
‘Ryshot Welcome Yank’ produceva una cucciolata.
Da queste due cucciolate, nate entrambe dallo stesso
riproduttore, prende avvio praticamente tutto l’allevamento dei Chesapeakes in Europa: Inghilterra, Francia,
Danimarca, Svezia, Finlandia, Norvegia.
I soggetti importati in questi paesi venivano quindi incrociati con qualche sporadico soggetto importato dagli
USA dalla metà degli anni ‘70 in avanti.
razze retriever
I Chesapeakes sono cani molto attivi che necessitano
fondamentalmente di tre cose: una corretta socializzazione con cani e persone, una buona obbedienza di
base e molto moto quotidiano. Il forte orientamento ‘da
lavoro’ che la razza conserva rende necessario che
ogni cane possa svolgere un lavoro. Per quanto grande
un giardino possa essere non sarà mai abbastanza
grande per un Chesapeake, per evitare quindi che il
nostro Chessie decida di trovarsi da solo una occupazione (di solito per noi quasi sempre sgradita) dobbiamo
dargli un compito da svolgere. Ogni tipo di lavoro va
bene per un Chesapeake, l’importante per lui é ‘fare
qualcosa’ col proprietario.
Negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti le cose andavano diversamente. Linee
diverse venivano selezionate fin dagli anni ‘30. Il primo
Chesapeake Field Trial Champion è ‘Skipper Bob’, nato
nel 1931, mentre al 1936 risale il primo Dual Champion,
‘Sodak Gypsy Prince’. ‘Prince’ é stato uno dei più grandi
riproduttori nella storia della razza. Era veloce e aveva
stile, qualità che si accoppiavano ad una naturale abilità
nel prendere le direzioni. Non solo ha prodotto dei Field
Trial Champion, ma i suoi discendenti hanno dominato
tra i competitori Field Trial per moltissimi anni. La sua
progenie, incrociata con quella di ‘Skipper Bob’ ha a
lungo dominato la scena dei FT. A tutt’oggi, esaminando attentamente a ritroso i pedigree dei soggetti più
competitivi ritroviamo questa linea.
Negli USA, dopo la Seconda Guerra Mondiale, i
Labradors prendono il sopravvento sui Chesapeake
nelle competizioni. Un gruppo di amatori della razza
tuttavia si impegna duramente per mantenere i Chesapeake competitivi in Field Trial. La cronaca recente
registra dal 1998 al 2007 ben cinque Dual Champion
Chesapeake. Un risultato davvero di tutto rispetto - sia
per qualità che per quantità - se si pensa al numero
esiguo di cani prodotti ed addestrati, per non parlare
della durissima competizione con i Labrador.
Eastern Water, la linea americana alla base praticamente di tutto l’allevamento europeo, dalla Svizzera con
i soggetti importati poi negli anni ‘80 da Maia Machler (e
successivamente passata ai lagotto) e riprodotti con
l’affisso Water Lovers, alla Danimarca (Roneklint’s,
Cheslabben), alla Gran Bretagna (Arnac Bay e Penrose),
fino alla Svezia (Double Coat’s, Vattlestugans) e alla
Finlandia (ancora Double Coat’s), era di fatto una linea
selezionata negli USA rigorosamente per il ring d’esposizione. Il che, a mio giudizio, la dice lunga sulle forti
qualitá di lavoro che la razza mantiene in sé.
Addestramento
Addestrare un Chesapeake per le gare, Field Trial o
Working Test, non è un lavoro semplice e soprattutto voglio sottolinearlo a scanso di equivoci - non è un
lavoro per tutti. I Chesapeake sono cani dalla fortissima
personalità e allo stesso tempo sono cani sensibilissimi. Non lavorano perché devono ma lavorano perché
vogliono e perché hanno fiducia, stima, amore e rispetto
nei confronti del conduttore. Paragonati al numero di
Labrador o di Golden prodotti, ho visto più Chesapeakes buttati via perché i proprietari non avevano capito
assolutamente nulla della razza di quanto non accada
con altre razze retriever. Questa è una delle ragioni che
spinge gli allevatori ad essere molto cauti ed estremamente selettivi nell’affidare i cuccioli.
I Chesapeake non sono Labrador e non sono Golden.
Sono retriever selezionati per aver cura del proprietario,
dei suoi beni e della sua famiglia. Sono disposti a morire
per il proprietario e lo proteggeranno sempre, anche
quando non ce n’é davvero bisogno, cosa che può
essere talvolta piuttosto imbarazzante.
Addestrare un Chesapeake per le gare, dicevo, è un
lavoro difficile. La prima cosa, per chi vuole seriamente
competere in questo tipo di gare con un Chesapeake, é
ottenere un buon cane da un allevatore serio. Può
sembrare una banalità ma non è così. Provate a
chiedere un Chesapeake da lavoro a un qualunque allevatore e tutti vi risponderanno “è da lavoro”. Provate a
chiedere un Chesapeake da esposizione a un qualunque
allevatore e tutti vi risponderanno “è da esposizione”.
Questo perché in effetti tutti gli allevatori si sforzano di
mantenere qualità da lavoro e qualità morfologiche.
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Attualmente il Chesapeake Bay Retriever è una razza in
contenuta ma costante espansione, sia negli USA che in
tutta Europa. La forte tensione verso il lavoro che la
razza mantiene fa del Chesapeake un cane non certo di
moda ma un eccellente ‘all round’’ per ogni tipo di lavoro.
I Chesapeakes, è noto, sono fantastici cani per la caccia
agli acquatici, i migliori per il recupero della selvaggina
su terreni paludosi, ma non solo. Sebbene vengano usati
in tutto il mondo per la caccia agli uccelli acquatici, i Chesapeakes sono estremamente versatili. Sono cani che
amano lavorare e danno senza dubbio il meglio di sé
quando lavorano per il proprietario o per la sua famiglia,
che amano incondizionatamente. Sono cani da guardia
eccellenti e calmi, e sono tranquilli cani di famiglia. A differenza di altre razze il Chesapeake - proprio perché selezionato per aver cura del proprietario, della sua famiglia
e dei suoi beni - sopporta male la vita in canile, la quale
viene tollerata solo a patto che questa sia VERAMENTE
piena di compagnia umana. In Germania, Svezia,
Finlandia, Norvegia e Danimarca i Chesapeakes
vengono utilizzati sempre più per la traccia di sangue.
Il sangue dei Tan and Yellow Hounds usati negli incroci
fatti agli albori della razza per migliorarne l’olfatto, é a
tutt’oggi ancora ampiamente riscontrabile nella razza.
Non pochi Chesapeake sono naturalmente, per usare
un’espressione tedesca, ‘Spurlaut’, vale a dire che
danno voce sulla traccia, qualità estremamente apprezzata tra i cacciatori tedeschi e che dà diritto in Germania
ad una speciale menzione nel libretto di lavoro.
razze retriever
trentennale RCI
I Chesapeakes vengono addestrati con grande e
crescente successo ed utilizzati per tutti i lavori di
ricerca e di salvataggio, per il lavoro di traccia di persone
scomparse (man trailing, disciplina nella quale peraltro
si stanno dimostrando molto affidabili), per le competizioni di obedience e di agility.
Nel nord Europa e in Alaska i Chesapeake vengono usati
anche per trainare slitte e veicoli per disabili, per la
traccia nella caccia all’alce, la caccia di conigli e volpi,
per la caccia agli acquatici così come a tutti gli altri volatili.
In Canada e in Alaska sono specialmente apprezzati
per la caccia alle grandi oche e alle anatre, come sleddogs, e per la caccia all’orso bruno.
I circa 1500 membri dell’American Chesapeake Club
negli Stati Uniti, così come i soci di tutti i Club di Razza
o, genericamente, di tutti i diversi Retrievers Clubs
europei sono devoti a mantenere inalterati l’uso originale
e la conformazione della razza. Un Chesapeake ideale
dovrebbe essere in grado di andare a caccia, essere
esposto alle gare di bellezza, partecipare a concorsi di
obedience e a gare di caccia, ed essere un leale, affettuoso e gentile cane di famiglia. Tutti i soci - sia del Club
americano di razza che dei clubs europei - sono seriamente impegnati nell’evitare la spaccatura della razza
nei due distinti tipi, da lavoro o da bellezza, come si è
verificato per le altre razze retriever
una vista
dall’estremo nord
il 30° ANNIVERSARIO
del RCI
di Monica Merima
presidente Retriever Club di Estonia
Lo scorso autunno abbiamo avuto la gradita opportunità di prender parte alle celebrazioni del
trentennale del Retrievers Club Italiano in Greve in Chianti, in Toscana. Ero molto curiosa di vedere
come sono i working test e le prove in Italia e di vedere al lavoro i cani in questa natura e in questo
clima così differente dal clima e dalla natura in Estonia.
Voglio ringraziare di cuore i nostri amici Cinzia e Sergio Sgorbati per averci dato questa magnifica
opportunità e anche tutti i retrieveristi italiani che hanno reso così piacevole il nostro viaggio.
Moira Frank
Laureata in Lettere Moderne e specializzata in Archivistica,
Paleografia e Diplomatica, Moira Lanza Frank ha lavorato molti
anni alla conservazione del Catalogo Storico della Biblioteca
dell’Archiginnasio di Bologna, cosí come a numerose trascrizioni
e traduzioni di documenti antichi.
Nel 1996 cominciava a lavorare con il suo primo chesapeake, il
Trialer/IT/INT/FR/VDH CH Dustin’s Francis Drake. Da allora è socio
dell’American Chesapeake Club.
La sua FR Dual CH/DT/VDH/INT CH Caroway’s Sergeant Pepper
JH WDQ era, e a tutt’oggi è, la prima e unica Dual Champion
Chesapeake, Campionessa di Lavoro alla Francese e all’Inglese
nonché Campionessa di Bellezza, in tutta Europa. Sua figlia,
FR CH/FR TF CH/VDH/DT/INT CH SedgeGrass Acid Test, da lei
allevata, addestrata e condotta è stata ed è a tutt’oggi in Europa la
piú giovane Chesapeake ad aver vinto un titolo Field Trial.
Partecipa quasi annualmente alle Speciali (Show e Field Trial)
dell’American Chesapeake Club negli Stati Uniti ed ha visitato
allevamenti di chesapeakes dalla costa dell’Est a quella dell’Ovest.
È socio del Chesapeake Club inglese e dei Retrievers Clubs italiano, francese, e tedesco. In qualitá di
membro delle Commissioni di razza dei Retrievers Clubs tedesco e francese ha messo a disposizione
tutte le sue conoscenze affinché la razza non cadesse in nessuna facile e locale degenerazione. In
quanto Responsabile Regionale dell’American Chesapeake Club, per una completa e corretta diffusione
della razza, ha scritto numerosi articoli e recentemente ha partecipato ad uno speciale sulla razza
prodotto da Sky TV.
È un giudice ENCI/FCI di Field Trial. Attualmente sta svolgendo l’iter formativo come giudice di bellezza.
Dal 2001 alleva chesapeakes sotto l’affisso ‘SedgeGrass’.
Vivere con i cani può diventare un meraviglioso stile di
vita, ancora più divertente se si conoscono molte altre
persone che condividono lo stesso hobby. Ci si abitua
al calendario fitto di eventi, prove ed esposizioni lungo
tutto l’anno e non ci si ricorda di quanto si è viaggiato e
di quanto sforzo ci è costato partecipare a tutto. In tutti
i retriever club molte persone regalano il loro tempo e
le loro energie a questa passione.
Per noi è stata una meravigliosa opportunità vedere in
un periodo di tempo così breve come si addestrano i
cani in Italia, come sono organizzati i working test,
come sono le gare di caccia e conoscere la differenza
tra le prove all’inglese e quelle alla francese. La cena
sociale a Greve è stata come la ciliegina sulla torta. E
in più, tutte queste opportunità di imparare sono state
offerte nella splendida campagna toscana!
I quattro giorni a Greve
Nel Field Trial all’Inglese abbiamo seguito un walk up
giudicato dal danese Keld Jorgensen. Mio marito
Margus e io eravamo così eccitati, ci sentivamo come
dei pionieri: è buffo, ma in effetti eravamo i primi retrieveristi estoni a vedere un field trial in Italia!
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E’ stato veramente speciale. Anche se poi ci è stato
detto che la gara non era delle più riuscite, con poca
selvaggina e tanto da camminare. Gli spaniel andavano
fuori controllo e riportavano al posto dei retriever. Era
caldo e secco, e i cani dovevano lavorare in condizioni
difficili. Mi ha molto colpito il livello dei cani e dei loro
conduttori. La maggior parte dei cani erano di linee da
lavoro, attenti, calmi, concentrati, e così affiatati ai loro
conduttori.
trentennale RCI
trentennale RCI
Ci è piaciuta molto l’atmosfera della Cena
Sociale e la cucina e i vini Toscani. E’ sempre
divertente per noi che abbiamo cani vestirsi
bene una volta tanto e uscire senza stivali e
giacconi coperti di pelo di cane. L’antico
Castello di Verrazzano era ricco di atmosfera e
abbiamo trascorso proprio una bella serata.
Un cane mi ha colpito in modo particolare, un cane da
esposizione con ossatura e sostanza, un magnifico
golden retriever, Wigglin’ Jigglin’ Cupcake, mi sono
stupita di come fosse anche bravo nei suoi riporti. Un
esempio perfetto di come un retriever possa sia
lavorare che andare in esposizione. Ed essere oltre
tutto un magnifico compagno di vita.
Il secondo giorno abbiamo seguito il gruppo giudicato
da Beppe Masia. Ci sono state parecchie situazioni
difficili sia per i cani che per il giudice e questo ci ha
dato una magnifica opportunità per imparare. La nostra
ammirazione va alle persone che sono riuscite ad addestrare i cani così bene, è davvero un grande lavoro.
Anche quando i cani non sono riusciti nel loro compito,
si sono comunque dimostrati ottimi retriever con un
grande potenziale.
Il working test del terzo giorno ci ha fatto vedere come
in genere si inizia ad addestrare un cane. Siete
veramente fortunati in Italia ad avere degli ottimi cani a
cui potersi ispirare, così chi inizia può vedere che cosa
possono fare questi cani e fino a dove si può arrivare.
Il working test è stato anche una gara divertente e può
rendere interessante il lavorare con i cani anche per
coloro che sono al primo cane e non sanno ancora
molto di addestramento.
movimento e sulla funzionalità di un cane da caccia.
Tuttavia nel complesso la qualità dei soggetti era ottima.
Estonia – un piccolo paese ai confini del mondo
L’Estonia è un paese piccolo come la Svizzera (42226
km quadrati), ma con una popolazione di solamente 1.4
milioni di persone è il più piccolo degli stati baltici.
Alla scoperta dell’Italia
Il raduno nella piazza centrale di Greve è stato
allestito in un modo molto professionale, anche
se c’era solo un punto dove scaricare i cani,
tutto si è svolto bene, si riusciva a trovare
posteggio per le auto e ombra per sistemare le
gabbie dei cani. Siccome mi interesso sopratutto di Labrador, sono rimasta focalizzata sui
due ring di questa razza - seduta in mezzo - e
sono stata contenta di vedere numerosi
soggetti belli, soprattutto nel ring dei maschi.
Uno dei miei preferiti è stato un maschio nero,
Ukbarrow delle Acque Lucenti. Ho trovato
questo giovane molto “classy” con delle linee
pulite e un temperamento adorabile. Un altro
cane che mi è piaciuto molto è stato un maschio
nero di nome Dolphingham DeTolomei; l’avevo
visto in alcune foto circa un anno fa e mi sentivo
già attirata e desiderosa di vederlo dal vivo. Sono stata
molto orgogliosa di presentarlo nel ring. Per me questo
cane rappresenta un tipo meraviglioso di Labrador:
una statura buona, delle belle linee e proporzioni e, di
nuovo, un temperamento amabile. Fra i gialli, Heatherbourne Spitfire at Loch Mor ha attirato la mia attenzione; ne cito solo alcuni, ma ce n’erano tanti altri molto
interessanti.
Veniamo in Italia abbastanza regolarmente da
quando abbiamo conosciuto l’allevamento Dolphingham e acquistato le prime due femmine, che sono
entrambe figlie di Poolstead Parker, di Sergio e Cinzia
Sgorbati. Ci piacevano molto le linee Poolstead e
abbiamo scoperto che l’allevamento Dolphingham è
basato su Poolstead. Ci è piaciuto molto quello che
abbiamo visto in Dolphingham, lo spirito e il carattere
dei loro cani. Cinzia e Sergio ci hanno insegnato così
tanto sui Labrador, in effetti sono stati davvero il nostro
inizio. Non potremo mai ringraziarli abbastanza.
Siamo stati in molte parti d’Italia e non ne abbiamo mai
abbastanza, e sempre, mentre torniamo a casa, ci
rendiamo conto di quanto più vorremmo conoscere e
provare qui e ci dispiace che la distanza tra casa nostra
in Estonia e l’Italia sia di molte migliaia di chilometri. Lo spirito dell’Italia è per noi irresisitbile.
Ci siamo al tal punto innamorati di questo paese,
della sua cultura e della sua gente, che abbiamo
iniziato pian piano a studiare italiano.
Se devo parlare anche dei difetti, posso dire che erano
gli stessi che si trovano in tutto il mondo: avambracci
troppo dritti è uno dei principali problemi strutturali e
poi le code a bandiera. Alcuni avevano gambe un po’
corte, un paio di Labrador aveva troppa angolatura posteriore, altri avevano un posteriore troppo arcuato
(hollow-backed). I giudici si prendono una grande responsabilità se non sono costanti nel mettere in
evidenza problemi strutturali che influiscono sul
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La capitale Tallinn è citata fin dal 1154 e la Città Vecchia
è Patrimonio Mondiale, famosa per la sua struttura
medievale ben conservata. Tallinn è piccola, ha circa
450.000 abitanti e questo la rende la maggiore città
Estone. Può forse essere interessante sapere che molti
edifici della Città Vecchia sono proprietà di italiani, forse
attratti dall’aspetto familiare delle strade strette e delle
case medievali, così simili ad alcune piccole città
italiane, oltre che dalle opportunità di investimento.
Dopo l’indipendenza riguadagnata nel 1991 in Estonia
si respira aria nuova: è una società in cambiamento, a
veloce sviluppo. In fondo, sia le cose buone che quelle
meno buone arrivano in fretta.
L’Estonia è vicino al Mare Baltico, e ha più di 1500 isole.
In molti punti la natura è selvaggia e caratteristica. Ad
esempio ci sono numerose colonie di uccelli sulle isole
e sulle spiagge, e ci sono grandi animali selvatici come
i cervi, i cinghiali e i lupi. Ecco perché vengono da noi i
13
trentennale RCI
trentennale RCI
cacciatori di molti paesi europei. Normalmente abbiamo
neve in febbraio, ma il riscaldamento globale ha fatto il
suo lavoro e ora gli inverni sono semplicemente bui e
piovosi, proprio deprimenti. Invece le notti estive sono
molto attraenti per la gente del sud Europa.
Con una nave veloce ci vuole solo un’ora e mezza per
fare gli 80 km che ci separano da Helsinki, la capitale
della Finlandia, e questo spiega l’influenza finlandese
in molte cose, anche nei pedigree dei cani.
Il Retriever Club Estone
I primi Labrador sono arrivati in Estonia nel 1982, seguiti
poi dai Golden. Ora in Estonia ci sono tre Flat Coated e
tre Chessies. I Labrador sono più numerosi, ma in tutto
ne abbiamo circa poco più di un migliaio.
Il Club è stato fondato nel 1999, e così il 2009 è un anniversario speciale anche per noi. Il nostro Club ha solo
circa 80 membri, con sei consiglieri, e in totale circa
quindici persone sono attive in qualche modo. Così
sono ancora pochi coloro che si offrono volontari per
organizzare eventi. E’ stato curioso scoprire che anche
nel Retrievers Club Italiano avete lo stesso problema:
sembra che la percentuale di soci attivi sia la stessa!
Queste persone si meritano supporto e rispetto.
Il nostro pubblico è limitato. Anche quelli di Golden
hanno il loro Club, ma dal momento che nel Retriever
Club siamo in maggioranza proprietari di Labrador non
abbiamo un Club separato. In Estonia ci sono 25 allevamenti ufficiali, e 33 di Golden, ma dobbiamo ricordarci
che solo pochi fanno veramente dell’allevamento. La
maggior parte degli affissi appartiene a persone che
hanno un paio di cani con pedigree e hanno fatto una
volta una cucciolata. E’ troppo facile prendere un affisso
e diventare allevatori. Abbiamo anche un allevatore di
Curly e due di Nova Scotia Duck Tolling.
Il consiglio è composto per ora da cinque membri più il
Presidente. Abbiamo due raduni all’anno. Un raduno
Labrador e uno retriever. Negli ultimi anni è diventata
popolare una esposizione puppy e veterani che si
svolge in primavera. Normalmente organizziamo due
retriever test che danno qualifiche in lavoro, e alcuni
corsi di addestramento e seminari. Il sito (www.retriiverid.ee) è la sola fonte di informazione, dal momento
che la rivista si è chiusa alcuni anni fa: tutti volevano
leggere, ma non scrivere e raccogliere il materiale. Il
Club è responsabile della raccolta dati sui controlli
sanitari e per le linee guida dell’allevamento: prima di
esser riprodotto un cane deve aver passato i controlli
sanitari con risultati decorosi (HD ed ED normali, occhi
a posto) ed aver avuto alcuni risultati normali in esposizione. Non abbiamo avuto problemi a seguire queste
linee guida. Per ora solo pochi allevatori fanno i test
genetici (Optigen, EIC). Piano piano aumenta la consapevolezza della gente e speriamo che con essa
aumenti anche il senso di responsabilità: il progresso
è stato molto veloce.
si interessavano di queste discipline. Abbiamo avuto un
grande aiuto dalla Finlandia e dai retrieveristi finlandesi
che ci hanno lasciato usare i loro regolamenti per i
working test. Abbiamo organizzato il primo cold game
test nel 2004, con il giudice finlandese Ari Pekka Fontell.
In Estonia non abbiamo ancora linee da lavoro, e molti
cani possono andare ugualmente bene in esposizione
prendendo l’eccellente ed anche in lavoro sulla selvaggina. Io sono convinta che sia giusto che per avere il
titolo di Campione estone oltre ai risultati in esposizione
un retriever debba avere anche un risultato in prove.
Questa regola per il Campionato è stata introdotta
qualche anno fa ed all’inizio è stata molto male accolta
dalle persone che facevano esposizioni, ma ora
vediamo che la gente ha iniziato a lavorare con i propri
cani e che i cani se la cavano molto bene. Pochissimi
sono poco adatti; ma davvero, un Campione dovrebbe
avere sia cervello che bellezza. Solo la bellezza non è
sufficiente per prendere un titolo di Campione. Credo
che sia l’abilità nel lavoro che fa dei retriever i cani che
amiamo, amichevoli, intelligenti, capaci di usare e la
testa e con voglia di compiacere. L’andare d’accordo
con gli altri cani e con le persone e la capacità di
reggere diverse situazioni, queste sono le qualità che
un buon cane da caccia dovrebbe avere. Addestrare e
lavorare con i retriever dà loro la possibilità di sviluppare le qualità per le quali sono stati creati. E questo è
importante anche per i retriever da famiglia. Per
mantenere la razza come è stata creata, per conservare le qualità e il carattere che li fanno amare, credo che
sia importante addestrare i cani, anche se sono solo
cani da famiglia. Dopo tutto, addestrare un cane è un
magnifico hobby.
Tempo fa in Danimarca ho visitato un allevatore di Irish
Wolfhound e sono rimasta molto colpita da come gli
allevatori di questa razza collaborino in tutto il mondo, e
hanno addirittura una rivista internazionale a cui contribuiscono tutti i paesi membri. Il pool genetico è piccolo,
e gli allevatori condividono informazioni sulla salute e
collaborano attivamente tra loro. Ecco qualcosa per cui
dovremmo lavorare: lo scambio di informazioni e la collaborazione.
Inizialmente il Club organizzava esposizioni e eventi
sociali. La maggior parte dei proprietari ha cani da
famiglia, e vogliono solo avere un buon cane amichevole. Solo sei anni fa abbiamo iniziato a imparare di più
sui test e i field trial per retriever e abbiamo iniziato ad
addestrare nel modo giusto. Era una cosa nuova, e
molti di coloro che amavano i retriever come cani da
esposizione non sopportavano l’idea che Io stesso
cane potesse riportare selvaggina viva. Solo un
gruppetto di giovani ed entusiasti proprietari di labrador
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Monica
Merima
è il presidente del
Retriever Club
Estone e alleva con l’affisso ELVENDOR.
Con il marito Margus è stata molto attiva nel
club sin da quando hanno avuto il loro primo
Labrador, otto anni fa. “I cani sono compagni
meravigliosi per noi e ci piace questo modo
di vivere”, ci dicono. Hanno a casa nove
Labrador di età diverse, e cinque di essi sono
qualificati in prova di lavoro. Prima di essere
tanto coinvolta nella cinofilia Monica ha
lavorato per giornali e riviste per circa dieci
anni. Margus è ancora nei media. Oggi Monica
e Margus hanno una società che importa
prodotti di alta qualità per cani, hanno anche
un negozio e un piccolo albergo che destina
i suoi proventi all’aiuto dei cani abbandonati.
Sono entrambi appassionati di fotografia.
*(Le foto che illustrano gli articoli sul trentennale
RCI sono di Margus Merima)
trentennale RCI
trentennale RCI
Working Test
Il secondo giorno ci siamo portati su terreni diversi per
svolgere il working test, articolato su tre step.
Il giudice del primo step ha giudicato anche il terzo.
Nell’occasione del
Trentennale del RCI
si sono svolte, a
Greve in Chianti,
una serie di
manifestazioni di
lavoro per retriever.
“TRENT’ANNI A LAVORO”
di Carlo Guggia
Tra uliveti, vigneti, boschi, e grandi macchie di rovi che creavano un’atmosfera autunnale nonostante
la temperatura si portasse ancora una coda d’estate, si sono svolti tre giorni di gara della tanto attesa
settimana del Trentennale. Le colline del Chianti, decantate in tutto il mondo, adagiate tra le provincie di
Firenze e Siena, ci hanno regalato giorni meravigliosi.
Primo giorno: Field Trial all’inglese;
secondo giorno: Working Test;
terzo giorno: Field Trial alla Francese.
giudici chiamano i concorrenti.. gli spaniel iniziano
a battere il terreno.. e l’adrenalina dei primi quattro
concorrenti sale rapidamente. L’ottimo lavoro svolto
dai cani da caccia, ha consentito di vivere con i nostri
retrievers una giornata veramente indimenticabile. Già
dalle prime battute però si sono avvertite le difficoltà
che hanno portato all’eliminazione progressiva dei
concorrenti, sino alla finale che ha visto disputare su
un terreno molto insidioso un barrage tra i migliori due
cani che si sono battuti per il CACIT.
I° step: giudice Jean Pigal.
Il primo step consisteva in un marcato in acqua. I cani
erano posizionati sulla riva di un laghetto. Le distanze
del riporto sono state differenziate a seconda della
classe di appartenenza (beginners-novice-open). In
apparenza non difficoltoso, l’esercizio ha invece messo
in evidenza le capacità natatorie e di marking dei nostri
retrievers.
II° step: giudice Keld Jorgensen.
il secondo esercizio impegnava i nostri amici in un
doppio marcato su terreno molto impervio, con distanze
adattate alle varie classi. Erba alta, rovi, terreno difficile
hanno esaltato le peculiarità dei retrievers come cani
da riporto, specialmente nelle condizioni più difficili.
III° step: giudici Jean Pigal (beginners); Keld
Jorgensen (novice e open).
Il terzo step simulava un walk up, con tre cani in linea.
Un dummy lanciato per il ogni cane che andava al
riporto. Successivamente gli assistenti lanciavano in
aria molti dummies, facendo rumore, e raccogliendoli
subito dopo, in modo che il giudice potesse valutare
la steadiness dei cani. Fatti girare di 180 gradi i cani,
ognuno di essi veniva inviato ad un riporto blind. Questo
esercizio credo abbia rappresentato molto bene gli
elementi essenziali della disciplina del riporto eseguito
dai nostri cani.
Questa seconda giornata di gara ha regalato sia ai
principianti che ai più esperti momenti di vera sportività,
in un clima animato dalla voglia di divertirsi e condividere
la nostra passione più che dalla competitività. A ciò
hanno sicuramente contribuito i giudici, sempre pronti
a fornire un utile commento e qualche suggerimento ai
concorrenti.
Field Trial all’inglese
L’evento più importante è stato senz’altro il primo: walk
up all’inglese. Ritrovo nel centro cittadino del piccolo
paese a ridosso della riserva. Sveglia di buon mattino,
estrazione dell’ordine dei concorrenti, delle batterie,
dei giudici… e via verso i campi di gara. La partenza
è stata data in corrispondenza di un antico casale
del ‘900 con gradoni, stalle e granaio. Le due batterie
si sono subito divise sui due versanti della collina. I
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Field Trial alla Francese
La gara di caccia alla francese si è svolta il terzo giorno,
negli stessi terreni della gara all’inglese, ma in questa
occasione con i cani in linea (drive) e gli spaniels che
battevano il terreno e i concorrenti erano divisi in tre
batterie molto numerose. I terreni presentavano notevoli
difficoltà che hanno messo subito a dura prova i cani.
Molti gli eliminati, man mano che i drive si spostavano
lungo il terreno, con difficoltà sempre crescenti. Con il
procedere della gara solo i cani con le migliori attitudini
naturali e una buona dose di dressaggio riuscivano ad
essere condotti sulle lunghe distanze e ad accedere
alla finale per la conquista del CAC.
mondo lavoro
mondo lavoro
cane F.T.Ch Goldie of Teith from Yelobrook ha eliminato
tre cani con due eye-wipes in successione. Ribattendo
il terreno abbiamo avuto altri riporti di fagiani, poi una
beccaccia e una pernice grigia. Alla fine del primo giro
20 cani erano stati eliminati o scartati.
Relazione
sul Retriever
Championship 2009
Dopo la pausa pranzo siamo poi ritornati
al campo di senape per iniziare il secondo
giro. Sono stati eliminati un paio di cani,
poi il cane della Duchessa del Devonshire.
F.T.Ch.Roberto Rannaldini of Bolton Abbey
condotto da John Halsted junior ha dato un
eyewipe. Quasi a buio abbiamo terminato
la giornata con un carniere di 99 fagiani, 2
beccacce e una pernice. I 55 cani erano stati
ridotti a 32.
Fortune di famiglia
nel CHAMPIONSHIP
del CENTENARIO
di Phil Wagland
Il Retriever Championship nel centenario della International Gundog League è stato organizzato nel
Blankney Estate, nel Lincolnshire, grazie all’ospitalità della famiglia Parker. Richard Parker, presidente
dell’IGL, ha fatto in modo che tutto nella tenuta fosse organizzato perfettamente. Blankney aveva già
ospitato il Championship in due occasioni, e il guardiacaccia Terry Stoddart e la sua equipe erano
perfettamente preparati.
Il Segretario dell’IGL Philip Wainwright e tutto il comitato
organizzatore hanno curato ogni dettaglio dell’evento.
Concorrevano 55 cani, 41 Labrador neri, 10 Labrador
gialli e 3 Golden Retrievers. Ben sei Labrador portavano
l’affisso Levenghyl. C’erano 6 cani dalla Scozia, 1 dal
Galles, 5 dall’Irlanda e 1 dall’ Europa. In novembre
l’ungherese Rita Kokeny era diventata il secondo
straniero ad aver diritto di partecipare al Championship
vincendo due gare e diventando il primo straniero a
fare un field trial champion in Inghilterra.
Ci siamo trovati il 30 novembre sull’altipiano calcareo
di Lincoln Heath. Il tempo era bello, e il sole brillava.
Janet Webb e John Stubbs giudicavano sulla destra
mentre Hugh Paterson e Heather Bradley erano sul
lato sinistro.
La linea dei concorrenti, giudici e assistenti si è formata
in un campo di senape. Abbiamo incontrato subito dei
fagiani e i fucili hanno dimostrato rapidamente il loro
valore fornendo dei riporti marcati dritti davanti alla linea.
Superato un muro in pietra siamo entrati in un grande
campo di gambi di rapa e di senape. L’abbondanza
di selvaggina ha fatto procedere velocemente la
gara. Alcuni cani hanno marcato perfettamente, altri
sono andati lunghi, e sono stati penalizzati per aver
disturbato il terreno e alzato selvaggina.
Su molti riporti il primo cane inviato non è riuscito
a trovare, e sono stati quindi inviati o due o quattro
cani. Soltanto su un riporto i giudici hanno eliminato
tutti i cani sollevando a mano la selvaggina abbattuta.
Anche il vincitore dello scorso anno, Noel Bayley, è
stato eliminato come first dog down. Tim Brain e Ricky
Moloney si sono messi in luce per ottimi eyewipes, e in
particolare lo scozzese John MacColl, che con il suo
Il tempo è stato bello anche il martedì, e il
secondo turno è continuato in un campo di
barbabietole, con un bosco sulla sinistra.
La buona visibilità e la non grande altezza
della vegetazione hanno fatto si che i cani se
la cavassero bene anche con riporti lontani
Jamie Bettinson e Levenghyl Peacock
e incrociati. E’ stato alzato e abbattuto un
gruppo di fagiani che hanno fornito i riporti
dell’ungherese Rita Kokeny e dell’iralandese Nigel La maggior parte dei riporti era al centro, ma F.T.Ch.
Carville. Poi parecchie lepri sono state riporti di diverso Archie Charlie at Wadesmill di Andrew Wright ha
livello, con un buon riporto del golden di Graham Bird elegantemente riportato un capo abbattuto dietro la
Scherzando Pisces.
linea.
Intanto Hugh e Heather sulla sinistra avevano finito i
loro secondi riporti, mentre Janet e John sulla destra
dovevano vedere ancora parecchi cani. Alla fine del
turno alcuni cani erano stati eliminati, e 25 Labrador
e 2 Golden erano pronti per il terzo turno. Abbiamo
continuato nelle barbabietole. F.T.Ch.Cherwood Ace of
Spades di Cherry Finlan e condotto da John Halsted
ha dato subito un eyewipe al cane di Steve Hore. E poi
due buoni riporti di F.T.Ch.Levenghyl Peacock condotto
da Jamie Bettinson, il solo gallese qualificatosi
quest’anno.
Il folto pubblico ha potuto vedere bene quattro cani che
hanno lavorato su un ferito vicino alla siepe sulla destra,
che non è poi stato trovato. Dopo il riporto di una lepre
fatto da Rockside May di Tim Brain, un fagiano è stato
abbattuto davanti al centro della linea ed ha pedonato
tra le file di barbabietole a grande velocità. Twixwood
Shooting Star of Fernshot, labrador giallo di tre anni di
Phil Parkins, ha individuato subito il punto di caduta e
a naso a terra si è lavorato bene la traccia avanzando
per 100 metri. Quando è stato trovato, il fagiano ha
fato un tentativo di involarsi, ma è stato bloccato tra
gli applausi del pubblico. I cani di destra lavoravano
lungo la linea sui fagiani abbattuti a sinistra, al margine
o appena dentro al bosco. I cani di John MacColl e di
John Halsted hanno continuato a ben impressionare.
I quattro giudici
18
Due capi abbattuti al centro sono stati recuperati dai
Labrador di George Ridley e di Sandra Halstead,
avendo bisogno di un po’ di handling. Poi una beccaccia
lontana sulla destra ha messo fuori il primo cane inviato,
ma è stata riportata dal giallo di Lynn Mitchell F.T.Ch.
Glasnevin Just William.
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A questo punto ci siamo riallineati in un campo di stocchi
di rapa e di cavolo da foraggio tagliati. La vegetazione
più fitta ha reso più difficili i riporti, e i solchi del terreno
facevano sì che i conduttori non sempre riuscissero
a stimare le distanze o a vedere i cani per condurli in
lontananza. Ci volveva un po’ di fortuna per riuscire
a fare due riporti. F.T.Ch.Levenghyl Sun Dancer di
Steve Richardson ha riportato con stile una lepre e poi
un fagiano. Una pernice davvero lontana ha causato
problemi alla concorrente ungherese, ma è stata
riportata da F.T.Ch.Jasmine Milly at Labdom di Wayne
Mitchell.
Il terreno più difficile era per i cani di sinistra, che
venivano inviati verso una siepe sulla destra dove il
fucile Philip Burt ha abbattuto con abilità una serie di
capi. Era difficile marcare con la siepe sullo sfondo, e
la vista dei cani era limitata anche dalle ondulazioni del
terreno. Molti cani non hanno portato a termine questi
riporti, inclusi i due golden. I cani che sono stati condotti
oltre la siepe e poi hanno cacciato in distanza hanno
potuto dare dei buoni eyewipe. Hanno dato un eyewipe
Wayne Mitchell con Milly, e Jenny Hankey con Ardmuir
Lady’s Smock. Il cane di John MacColl che aveva fatto
ben sperare ha avuto eyewipe da Rannaldini di John
Halsted. Annette Clark ha messo fuori tre cani con un
altro eyewipe della sua F.T.Ch.Garronpoint Liffy. Questo
mondo lavoro
mondo lavoro
ai cani sulla destra, e ben riportata da “Ace” di Cherry
Finlan e condotto da John Halstead. In seguito c’è stato
un fagiano per Peacock di Jamie Bettinson. Il fagiano
successivo sulla destra era un ferito molto veloce
caduto ben lontano. “Star” è stato il primo cane a venir
provato, ma non ha ripetuto la performance del giorno
precedente, e per questo purtroppo non è stato portato
avanti. Invece Sandra Halstead con F.T.Ch.Levenghyl
Silvercloud of Drakeshead ha avuto un riporto corto, di
un fagiano che ancora sbatteva le ali, e abboccato con
facilità. Così va la sorte nelle gare.
Un fagiano è stato il secondo riporto di “Ace”, e
“Peacock” ha finito il turno con una lepre. John Halstead
è stato rivisto con il suo secondo cane “Rannaldini”,
insieme a Nigel Carville che conduceva Marranscar
Black Cap. Entrambi hanno avuto riporti lungo la linea,
con Rannaldini che ha fatto una miglior figura. Sono poi
state abbattute parecchie lepri. Una, presa ben lontano
sulla destra verso una siepe, è stata riportata con
disinvoltura dal maschio di Lynn Mitchell, “Just William”.
John Halsted e Rannaldini
riporto ha concluso il terzo round; in totale il carniere
era di 45 fagiani, 2 pernici, 3 beccacce e 8 lepri. Dopo
un pranzo sul tardi i giudici hanno annunciato la fine
della giornata con 12 cani ancora in gioco.
Anche per il terzo giorno niente pioggia, con un po’ di
foschia in distanza. I dodici Labrador rimasti erano 7
maschi e 5 femmine. Dieci erano neri e due gialli, con età
variabili tra tre e sette anni. I conduttori erano 8 uomini
e 4 signore, delle quali solo Sandra Halstead aveva già
vinto il Championship. C’era anche suo figlio
John che portava due cani, e i coniugi Wayne
e Lynn Mitchell, il che rendeva il tutto un po’
come una riunione famigliare. Siamo partiti
con un walkup in un campo di barbabietole più
alte di quelle del giorno precedente. Il pubblico
aveva una vista eccellente dato che seguiva in
una linea parallela 25 metri dietro, con i fucili
che sparavano solo in avanti. In questo round
erano richiesti due riporti per cane, e i giudici
avevano optato per riporti incrociati sulla linea
per testare i cani.
Una pernice lontana sulla destra ha buttato
fuori Rockside May di Tim Brain. Infatti Phil
Parkins con il suo giallo ha colto al volo
l’occasione di dare un eyewipe. Con il recupero
del più bel ferito del secondo giorno Shooting
Star sembrava in buona posizione per la
vittoria. Una beccaccia abbattuta di fronte a lui
un po’ a sinistra è stata naturalmente offerta
Steve Richardson ha poi riportato due lepri, e in uno dei
due riporti ha dovuto ignorare una lepre viva balzata via
accanto a lui. I concorrenti rimasti hanno completato
il turno nel campo successivo, dove la usuale miscela
di rape e senape si è dimostrata più difficile del solito.
Lynn Mitchell è stata messa fuori per first dog down. Poi
due uccelli sono stati sparti sulla sinistra. Milly di Wayne
Mitchell ha riportato il più lontano. Liffy di Annette Clark
ha cacciato bene nella zona, fuori vista della conduttrice,
ma ritornava sempre sul punto di caduta dell’uccello
più lontano. Dopo che Jenny Hankey aveva inviato su
questo riporto anche Ardmuir Lady’s Smock, i giudici
raccogliendo a mano questo riporto hanno messo fuori
gara entrambi i cani.
Dei sette cani che avevano completato sette riporti
ciascuno, sei sono stati portati al drive conclusivo.
I fagiani si sono involati alti e con forza dalla “Round
Plantation” per venire abbattuti dagli otto fucili in un
campo di senape. Dopo due riporti per cane i giudici
hanno chiuso i loro libretti. Così tanti dei cani avevano
a loro credito degli eyewipe che sicuramente sarebbe
stato dato risalto soprattutto a un marking preciso, a un
handling discreto e alla capacità di trovare il selvatico.
Chi avrebbe vinto? Forse Sandra Halstead con il cane
che si era già piazzato terzo l’anno precedente? O
quello dei due cani condotti da suo figlio John che si
era piazzato secondo in altri due Championship?
Come se la serebbero cavata i concorrenti dal Galles,
dall’Irlanda del Nord o dal Warwickshire? Lo sponsor
Skinners aveva preparato un palco adeguato per la
consegna dei magnifici trofei, e ci sono stati i discorsi
di Richard Parker e di John Halstead senior per
commentare la pianificazione e la organizzazione di
questo superbo Championship, e per ringraziare tutti
coloro che sono stati coinvolti in esso.
Il palco era pronto per i risultati, proclamati da Philip
Wainwright, mentre la Duchessa del Devonshire
consegnava i premi. Applausi hanno salutato i risultati
e sottolineato l’importanza storica di un conduttore
che proprio nel Championship del centenario vinceva
primo e secondo posto. Con Sandra e John Halstead
e tre cani con l’affisso Levenghyl tra i premiati è stato
davvero un affare di famiglia!
Hanno detto:
Hugh Patterson (giudice):
“La famiglia Parker e tutto lo staff della tenuta
devono ricevere i complimenti per aver
organizzato un superbo Championship”.
Phil Parkins (concorrente): “Sono contento che il
mio cane abbia lavorato così bene fino all’ultimo
ferito”.
Hans Richter (spettatore dalla Svezia): “Ho visto
molti Championship, ma questo è stato quello
dove gli spettatori hanno potuto veder meglio i
cani migliori in azione”.
Paul Birkbeck (guardiacaccia e spettatore): “Mi
stupisce vedere i concorrenti che indossano abiti
e cappelli così chiari”.
John Halsted (vincitore): “Sono molto fortunato
ad avere il sostegno di tre signore: la Duchessa,
la signora Finlan e mia moglie Nina”.
Risultati:
1° F.T.Ch.Roberto Rannaldini of Bolton Abbey,
lab maschio, della Duchessa del Devonshire
(conduttore John Halsted Junior).
2° F.T.Ch. Cherwood Ace of Spades, labrador
maschio di Mrs Cherry Finlan (conduttore John
Halsted Junior).
3° F.T.Ch. Levenghyl Peacock,
maschio di Mr Jamie Bettinson.
labrador
4° F.T.Ch. Levenghyl Silvercloud of
Drakeshead, labrador femmina di Mrs Sandra
Halstead.
Diplomi di Merito:
Marranscar Black Cap lab maschio di Mr Nigel
Carville.
F.T.Ch. Levenghyl Sun Dancer lab maschio di
Mr Steven Richardson.
John Halsted Jr e la Duchessa del Devonshire
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21
Phil
Wagland
Sono un insegnante in pensione di 70 anni,
ho working Golden Retriever da 35 anni.
Sono un giudice in panel A e sono il
segretario di due Retriever Club.
mondo lavoro
mondo lavoro
L’atmosfera tranquilla si è respirata anche
quando i battitori sono entrati nel bosco
per far involare la selvaggina: normalmente
questa operazione è accompagnata
volutamente da un gran baccano provocato
dagli stessi battitori, ma in quella occasione
è stato sufficiente un bastone sapientemente
scosso qua e là.”
il CHAMPIONSHIP
dei CENTO ANNI…
impressioni di un italiano
C’è stata una azione di un cane concorrente che ti
è colpita di più che potresti raccontarci?
“E’ stato proprio il recupero effettuato da Twixwood
Shooting Star che mi ha colpito: la distanza del
riporto era di circa 200 m, in un terreno coltivato a
barbabietole. In realtà quella azione non ha colpito
solo me, ma gran parte del popolo dei field trial, che
giustamente ha concesso un meritato applauso.”
di Tiziano Cagnoni
Quest’anno i noti handler italiani Tiziano Cagnoni e Ilaria Martinelli sono stati fra i numerosi
spettatori a Blankney per assistere a questo appuntamento importante, il centenario del IGL Retriever
Championship. Abbiamo fatto alcune domande a Tiziano su questa esperienza e le sue impressioni
della gara.
Come siete stati accolti come spettatori italiani?
Ci sono stati altri spettatori stranieri?
“Domenica pomeriggio ci siamo recati al meeting-point,
dov’era in corso una riunione fra i quattro giudici di
gara e l’organizzazione IGL. Ci siamo presentati a Mr.
Richard Parker, proprietario della Blankney Estates,
nonché presidente della IGL.
Il giorno dopo, prima giornata di gara, un’addetta
dell’organizzazione IGL - probabilmente grazie all’intervento di Mr. Richard Parker - ci ha invitato a seguire
la gara sulla linea di walking-up, scambiandoci ogni
quaranta minuti, al fianco dei giudici e dei cani che
stavano lavorando.
Sì, abbiamo notato la presenza di altri spettatori
stranieri: Danny Fraser, inglese di nascita ma danese
di adozione da molti anni, ad esempio, è giunto in
compagnia di alcuni suoi amici danesi. Abbiamo visto
anche il giudice belga Ronny Michiels.”
Come è stata l’atmosfera della gara?
“Sebbene ci fosse davvero tanta gente (il popolo
dei field trial), il clima si è dimostrato estremamente
tranquillo, educato e rispettoso per tutti e tre i giorni
della manifestazione.
Alcuni noti handler, pur non avendo qualificato il
proprio cane al Championship, erano comunque
presenti ed interessati a seguire la manifestazione.
In particolare,Tony Parnell ed Alan Thornton (due
nomi molto famosi) si sono rivelati molto collaborativi
durante il driven-shoot finale con gli ultimi sei cani
rimasti in gara, coadiuvando i giudici nel marcare i
punti di caduta dei selvatici abbattuti.
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Qual è stata la cosa che ti ha colpito di più del
Championship?
“Innanzitutto è stata la gara in sé ad avermi colpito più
di ogni altra cosa.
Ho sicuramente apprezzato il notevole grado di
preparazione dei cani che, durante le azioni di caccia,
hanno sempre seguito il conduttore con molta concentrazione, pronti al recupero non appena veniva loro
chiesto.
I recuperi erano apparentemente semplici, data la ridotta
distanza che separava i cani dal selvatico abbattuto.
Dico “apparentemente” poiché molta selvaggina viva,
lepri, conigli e fagiani, interferiva continuamente con il
lavoro dei cani, ma questi hanno sempre completato il
loro compito senza farsi minimamente distrarre.
La selvaggina presente sul terreno di gara era in quantità
tale da creare grossi problemi durante il recupero dei
fagiani “runner”. Come ben noto, il fagiano ferito d’ala
fugge a grande velocità quando viene abbattuto, ed il
cane incaricato del suo recupero difficilmente riesce a
raggiungerlo. Giunto sul punto di caduta, il cane fiuta il
tratto percorso dal volatile, ma durante questa ricerca
disturba inevitabilmente la selvaggina viva presente
sul terreno, e la possibilità che questa venga abbattuta
viene purtroppo sprecata. Il cane viene fatto così
richiamare dai giudici.
In tre giorni di gara, ho visto un solo recupero di runner
che non ha disturbato selvaggina sul terreno; il cane era
Twixwood Shooting Star of Fernshot di Mr. P.W. Parkins.
Ironia della sorte, lo stesso cane è saltato il giorno dopo
su un riporto simile.
23
Hai qualche altro commento o osservazione?
”Fin qui ho elencato i punti positivi del Championship,
potrei vedere come punto debole le caratteristiche del
terreno di gara, che erano a mio avviso un po’ troppo
uniformi in tutti i giorni della manifestazione. In generale,
il terreno era coltivato a barbabietole e a colza.”
Tiziano
Cagnoni
alleva labrador di linee
da lavoro in Nord Italia e
negli anni ha fatto diversi
field trial champion. Due
dei suoi cani, IT FTCh
Oued Es Saf Saf e IT FTCh Waterfriend Fair and
Flames, sono anche Campioni Sociali RCI.
mondo lavoro
mondo lavoro
MUNICH CUP 2009
Il giudice Mark Bettinson con Sandra Scheuerle
naturali come grinta, stile, naso, il giusto equilibrio tra
indipendenza e controllo, tutto questo arricchito da un
buon handling perfettamente calibrato su vento, fiuto,
condizioni di terreno e vegetazione sono stati i fattori
importanti nella valutazione dei giudici.
Quality At Its Best!
di Helene Leimer
Se la prima Munich Cup, nel 2008, è stato l’inizio vincente di una nuova tradizione, l’edizione del 2009
ha confermato le premesse. Dietro a questo evento troviamo Simone Heissmann-Ramge e il suo folto
gruppo di collaboratori: bisognerebbe premiarli con una medaglia al merito che non è stata ancora
inventata. Simone è una organizzatrice che non solo ascolta i consigli degli esperti, ma li mette anche in
pratica! Per tutto l’evento ha controllato ogni cosa con suoi modi amichevoli e calmi, sempre attenta ai
giudici, come ai partecipanti e agli spettatori.
Da dove posso iniziare a descrivere questo evento
fantastico?
Inizio con il gruppo dei giudici, formato da 5 giudici
inglesi in panel A, che hanno alle spalle molti più anni
di esperienza di quanti farebbe loro piacere dichiarare.
Roger Tozer, Mark Bettinson, John Stubbs, Phil Parkins
e Rupert Hill sono tutti molto attivi come conduttori,
allevatori, giudici ed addestratori, e questo si è visto
molto bene nella preparazione di ogni esercizio e in
ogni giudizio. Io avevo cani in novice e in open, e
posso testimoniare che le richieste fatte ai cani erano
perfettamente adeguate a ciò che i cani avrebbero
dovuto saper fare in ogni classe.
Molti cani novice non hanno avuto successo, ma
questo non è stato da imputare alla difficoltà degli
esercizi. Al contrario, molti “zero”sono stati causati da
un non adeguato addestramento di base.
Nella Munich Cup 2009 in particolare ai cani giovani è
stato chiesto di dimostrare un adeguato addestramento
di base. Un eccellente lavoro al piede sarebbe stato
sufficiente per passare almeno la metà del test! Per
l’altra metà serviva un retriever di buon carattere e ben
allevato, con tutte le auspicabili qualità naturali.
Per tutto il weekend i giudici hanno fatto apprezzare
il loro amore per il lavoro dei nostri cani. Hanno fatto
complimenti per il lavoro ben fatto, hanno consolato i
concorrenti meno fortunati, hanno dato una quantità
di consigli e, a coronamento del loro lavoro molto
professionale, hanno sempre avuto un commento
allegro o spiritoso: nel complesso una gradevole
dimostrazione di “positive judging”!
I giudici volevano vedere cani in grado di fare il lavoro
per il quale sono stati creati. Volevano vedere cani
che potessero lavorare a piena velocità sia al caldo
che al freddo, al sole o sotto la pioggia, sempre pronti
ad ascoltare i loro conduttori e ad obbedire ai loro
comandi. Tutti i giudizi assegnati sono stati coerenti
con queste aspettative. Un addestramento di base ben
approfondito, un buon temperamento e adeguate qualità
Martine Alt-Tebacher e Barbara Campi
Nessuna gara può riuscire senza gli aiutanti.
Avevamo ben 51 aiutanti e molti di loro erano
persone ben conosciute nell’ambiente dei retriever.
Se i concorrenti della novice hanno a disposizione
i conduttori della open come lanciatori di dummy, i
dummy andranno a cadere ogni volta al posto giusto
o nell’area giusta, disegnando nell’aria un bell’arco
che aiuta a marcare. Un buon marking è proprio
una delle qualità più importanti per un retriever, e
gli aiutanti della Munich Cup hanno fatto in modo
che I cani giovani avessero le migliori opportunità di
dimostrare la propria abilità.
Il giudice Mark Bettinson con Helene Leimer e
Francesca Navratil
I grandi giudici attirano sempre molti partecipanti, e così
questa volta sono arrivate a Monaco per gareggiare 151
squadre da sette paesi europei. Molti hanno ritrovato
conoscenze fatte negli anni passati e molti vecchi amici
si sono divertiti a confrontare i propri cani nel working
test. Le richieste per ogni classe sono state sempre
adeguate, anche se di alto livello, e i giudizi severi, ma
sempre dalla parte del cane
i giudici con i cani
24
25
Labrador nell’esercizio all’acqua
Al di là della gara, abbiamo assaporato lo stile di vita
di Monaco grazie agli stuzzichini e alle bevande che
includevano le famose birre locali. C’erano anche
due stand che proponevano una buona scelta di
persone e retriever
mondo lavoro
materiale per l’addestramento e di
abbigliamento sportivo. Ovunque si
incontravano membri dell’organizzazione, vestiti in “country style” durante
il giorno e con i costumi locali per le
premiazioni alla sera. E se tutto ciò
non fosse abbastanza, Simone Heissmann-Ramge con il suo labrador nero
sempre al suo fianco, ha catturato i
momenti migliori con le sue macchine
fotografiche high-tech, e ci ha
presentato una selezione di foto in un
piccolo e grazioso album!
David &
Carole Coode:
l’amore di
una vita per il
labrador
WARRINGAH VALLEY VIEW
I giudici alle premiazioni
Dopo aver riflettuto un po’, Simone Heissman-Ramge organizzerà la prossima
Munich Cup il 7 e 8 agosto 2010, questa
volta con il patrocinio del Retriever Club
Tedesco (DRC). Giudicheranno cinque
giudici inglesi in panel A, più un giudice
tedesco, come richiesto dai regolamenti
working test del Retriever Club Tedesco.
Edith Vetter e Helene Leimer
Helen
Leimer
Mi sono già segnata in agenda queste date e
spero di gareggiare in due o forse anche tre
classi. Con i miei Golden in open e novice
e con il mio piccolo labrador nero nella beginner! Sarà
divertente incontrare degli aficionados dei retriever
italiani,svizzeri, tedeschi, austriaci, olandesi, francesi o
belgi e chiacchierare con tutti in molte lingue...compreso
il body language.
Possiede Golden
Retriever e caccia
con essi dal
1986. E’ giudice
internazionale
di prove di lavoro dal 1998. Tiene corsi e
seminari sull’addestramento in Austria e
in tutta Europa, ed è autrice di alcuni libri
e video nei quali presenta il suo metodo di
addestramento, con enfasi particolare sulla
comunicazione tra uomo e cane. Per molti
anni ha inoltre lavorato a preparare cani da
assistenza, soprattutto per bambini disabili,
per i quali ha creato i Working Test “Vita
Charity”.
di Rosa Agostini
Un cancello di legno nero, una piccola insegna che raffigura la sagoma di un labrador ed
all’interno fiori, rosmarino, menta, in un angolo fanno capolino delle fragole; un giardino tanto
colorato e curato da far pensare ad un giardino incantato.
Ad attendermi per darmi il benvenuto Mr e Mrs
Coode, la vecchia dolcissima Bungle, Dee Why, e
due simpaticissime e “sorridenti“ Sussex Spaniel; mi
sento un po’ nervosa, dopo aver tanto sentito parlare
dell’allevamento Warringah e dei signori Coode,
eccomi di fronte a loro pronta ad intervistarli. Ciò
che mi ha più piacevolmente colpito è stata la loro
gentilezza e la grande simpatia, in meno di un minuto
il mio imbarazzo iniziale era scomparso lasciando il
posto ad una gran voglia di conoscere meglio queste
persone che tanto hanno dato e stanno dando all’allevamento dei labrador retriever.
Preferisco scrivere questo articolo come una vera
e propria intervista, riportando le loro parole e
facendomi portavoce del loro modo di pensare e
vivere i labrador: iniziamo quindi con le domande…..
campione di Obedience e subito dopo David ha
superato l’esame per diventare giudice di Obedience.
Abbiamo poi iniziato a frequentare gli show con buoni
risultati fino a quando non ci siamo trasferiti in Malesia
a causa del lavoro di David, ma anche lì la nostra
passione ha continuato a crescere.
Nel 1974 siamo tornati in Inghilterra ed abbiamo
iniziato a leggere seriamente ogni libro e pubblicazione
sui labrador ed a realizzare nella nostra mente il
tipo di labrador che noi volevamo avere ed allevare.
Dall’allevamento Lawnwoods abbiamo aquistato
quella che a mio avviso è stata la nostra “foundation
Io ho letto il tuo libro Carole, e l’ho trovato molto
interessante e soprattutto istruttivo per tutti
coloro che amano questa razza: potresti parlarci
un po’ di te , di come avete iniziato e di quello che
amo chiamare il Carole pensiero?
Mrs. Coode: ”Il primo labrador è entrato nella nostra
vita nel 1967, il suo nome era Basker, ed è stato un
regalo di David per il nostro primo anniversario di
matrimonio. Mi piace pensare che è stata tutta colpa
di David se la nostra vita è tanto cambiata in funzione
dei labrador ! Con lui abbiamo ottenuto il titolo di
26
27
Un caloroso benvenuto all’Allevamento Warringah.
persone e retriever
bitch”, Brentville Marcella of Lawnwood. In seguito
Marjorie Satterthwaite ci ha dato una meravigliosa
femmina nera Lawnwoods Hot Pants of Warringahe
proprio da queste importanti femmine è nato l’intero
allevamento Warringah’s, e da
allora non abbiamo mai più
acquistato nessun altro labrador
per il nostro allevamento.
Allevando sempre con passione
e dedizione abbiamo ottenuto
grandi successi. Non abbiamo
mai avuto preferenze di colore,
allevando anche dei chocolate.
Questo colore era presente nelle
nostre vecchie linee attraverso
Hot Pants, il cui padre era Ch
Lawnwoods Hot Chocolate.
Ora io giudico ben 23 razze tra
il gruppo 8 ed il 7 e sono molto
richiesta sia in Inghilterra che
all’estero e ricevo molti inviti a
giudicare sia in Inghilterra che
all’estero. Da quando David si è
ritirato dal lavoro ha iniziato a lamentarsi di non poter
presentare i cani e in molti show, perché io venivo
chiamata a giudicare altre razze; da qui la decisione
di trasferire l’affisso Warringah a suo nome. Ora che
è diventato il proprietario di quasi tutti i cani io non
ritengo più necessario alzarmi molto presto la mattina
per prendermi cura di loro: pensa a tutto lui, dal cibo
alle passeggiate all’addestramento… finalmente un
po’ di relax per me! Gli unici cani che David non porta
a passeggio sono le mie due adorate Sussex Spaniel,
così sono io ad occuparmi sempre di loro, quindi in
realtà io posseggo solo due cani!”
Tu sei una famosa giudice che giudica ed ha
giudicato i labrador e non solo in tutto il mondo;
qual è il tuo rapporto con il ring, con gli espositori
e cosa suggerisci ai giudici che iniziano ora la loro
avventura?
Mrs. Coode: “E’ fondamentale che il giudice abbia un
ottimo feeling con il ring. Il giudice deve dimostrare
padronanza di sé nel modo in cui valuta i cani ma
nello stesso tempo creare un’atmosfera rilassata tra
gli espositori. Un buon giudice deve necessariamente
essere in grado gestire un ring specie se numeroso
come nel caso dei labrador. Non bisogna mai guardare
l’handler ma solo e soltanto i cani: è fondamentale
mettere una distanza tra te i tuoi amici che presentano
i cani. In Inghilterra tu puoi essere nel ring a presentare
il tuo cane vicino ad un amico che è il giudice che ti
giudicherà tre giorni dopo! Il giudice dovrebbe guardare
i cani soltanto come sono quel giorno e dovrebbe dare
la stessa considerazione ad ogni soggetto.
persone e retriever
In molti paesi europei si usa redigere dei giudizi: io
penso che se da un lato questo costituisce un ulteriore
lavoro ed un prolungamento dei tempi di giudizio,
dall’altro è molto importante per aiutare l’allevatore
e/o espositore a comprendere
quello che il giudice pensa del
soggetto e magari aiutarlo nel
lavoro di selezione. Tutto ciò a
patto che il giudice che redige
il giudizio sia competente e
capace, e che sia in grado
di individuare correttamente
cosa vorrebbe da quel cane,
di spiegarlo concisamente e in
modo “politicamente corretto”,
tanto da non urtare la suscettibilità dell’espositore/allevatore.
Come vedi quindi il lavoro di noi
giudici non è affatto semplice!”
arrivare e cosa avremmo voluto realizzare. Quando ho
finito di leggere quel libro ho realizzato che eravamo
sulla buona strada per arrivare al top!
Purtroppo oggi molti nuovi allevatori/espositori non
capiscono che il successo non arriva subito ma dopo
anni di dedizione e attenta selezione.
Quante cucciolate allevate mediamente durante
l’anno e soprattutto qual è la caratteristica che
ricercate quando progettate una cucciolata?
Quanto è importante il temperamento per voi?
Mrs. Coode: “Abbiamo sempre condiviso tutte le
decisioni riguardo alle nostre cucciolate.
Negli ultimi 14 anni abbiamo allevato non più di due
cucciolate l’anno includendo German Short-haired
Pointers e Sussex Spaniels. Non guardiamo mai i
cuccioli fino a cinque settimane, quando scriviamo un
giudizio su ogni singolo cucciolo. Ripetiamo di nuovo
questa operazione quando i cuccioli hanno sette
settimane e solo allora decidiamo quale tra loro ha la
migliore costruzione.
sopra: Ch Warringah’s Harlech JW vince
Best of Breed a Crufts.
A destra: Lawnwoods Hot Pants at Warringah,
una delle due capostipiti dell’allevamento.
sotto: Sh Ch Warringah’s Fair Clamency JW, la
Marilyn Monroe dei labradors!
JW Warringah’s Gundaroo.
Sopra: Warringah’s Dee Why
Quando voi avete iniziato ad allevare ed a
presentare i labrador, avresti mai creduto che un
giorno sareste diventati uno dei più importanti
allevamenti al mondo e soprattutto che sareste
diventati dei custodi dello Standard oggi, come
tutti gli allevatori seri dovrebbero essere? Ed
inoltre cosa ti senti suggerire a tutti coloro che
come me stanno iniziando solo ora?
Mrs. Coode: “Io ho iniziato in primis leggendo libri,
e poi ancora leggendo libri ed in secondo luogo
ASCOLTANDO E FACENDO TESORO DI CIO’ CHE
LE PERSONE ED I VECCHI ALLEVATORI DICEVANO
PARLANDO DI LABRADOR! Io penso che non ci
siamo resi conto di quanto avevamo lavorato bene
in allevamento fino a dieci anni dall’inizio, quando
avevamo già tre campioni.Quando ho iniziato a leggere
il libro di Mary Roslin Williams “Advanced Labrador
Breeding” ho iniziato a riflettere su dove volevamo
28
Quindi alla tua domanda su cosa mi sento di suggerire
a te ed a tutti i principianti o a coloro che si sentono tali
è leggere i libri, documentarsi, studiare lo Standard,
cercare di acquistare una buona femmina con la quale
iniziare, ascoltare con molta attenzione i suggerimenti
ed i consigli degli allevatori con anni di esperienza, farsi
consigliare buoni stalloni ed iniziare poi a decidere
con la propria testa. Da quando il nostro allevamento è
partito noi abbiamo impiegato almeno cinque anni per
capire e decidere quale era il tipo di labrador che noi
desideravamo avere!”
29
Abbiamo poi bisogno ancora di due settimane
per decidere quale tra di loro ha la migliore
testa: sappiamo che le nostre teste si
sviluppano più lentamente rispetto ad alcune
altre linee. Questo significa che i cuccioli non
lasciano la nostra casa prima di aver compiuto
nove settimane almeno. Noi vogliamo sempre
il meglio della cucciolata, non ci interessa il
sesso o il colore, e speriamo, se possibile,
di tenere sempre per noi un maschio ed
una femmina. Due cuccioli insieme si fanno
buona compagnia finché non saranno in grado di stare
insieme ai più grandi; ciò avviene generalmente non
prima dei sei mesi di età.
Noi non abbiamo mai allevato una cucciolata solo per
venderla ma se non troviamo niente di interessante
ovviamente siamo costretti a vendere tutto e ad
iniziare di nuovo. Generalmente non ripetiamo mai gli
stessi accoppiamenti, ma ricordo che anni fa abbiamo
allevato una meravigliosa cucciolata dalla nostra
Lawnwoods Hot Pants e da Lawnwoods Secret Song,
persone & retriever
da qui abbiamo ottenuto due bellissime campionesse
nere, Warringah’s Hot Favourite e Warringah’s Hot
Property. Mrs Satterthwaite ci ha chiesto di ripetere
la cucciolata, e lo abbiamo fatto, ma la seconda volta
la cucciolata non è stata della stessa qualità. Con
ciò non voglio dire che per altri non abbia funzionato,
questa è solo la nostra esperienza.
persone & retriever
condivise. Ora che lui si è ritirato dal lavoro si sta
dedicando solo ai cani frequentando assiduamente e
con successo Field Trials, “picking up” ed esposizioni.
Personalmente amo vedere i labrador lavorare, e
amo avere cani intelligenti, gestibili e fisicamente ben
costruiti per lavorare. Mi sono occupata di Obedience
ma mai di Field Trials; questo è sempre stato il
compito e la passione di David, che oltre che istruttore
è anche giudice per i Working Test. E’ stato sempre
molto importante per noi come giudici che il Labrador
che ci viene presentato sia sano e in ottima forma,
correttamente costruito ed in grado di svolgere il lavoro
per il quale è la razza è stata creata. A nessuno di noi
piace vedere un labrador grasso; ciò che noi amiamo
vedere è un buon tono muscolare.
Quindi per me senza dubbio un labrador deve essere
oltre che bello EFFICIENTE!
Mr Coode: Nel 1958 il KC ha introdotto il titolo di “Show
Champion”, prima di questa data solo un cane che
aveva ottenuto una qualifica in un Field Trial poteva
guadagnarsi il titolo di Campione. Oggi in alcuni paesi
Europei è richiesta una qualifica in Field Trial o un
test attitudinale o di riporto senza il quale il cane non
potrà mai omologare il suo campionato pur avendo
un grande numero di CC. E’ interessante però notare
come un cane per omologare il titolo di Field Trial deve
essere valutato in esposizione. Forse l’introduzione
da parte del Kennel Club del titolo di “Show Champion”
non è stato un grande servizio per la razza, ma questa
è solo la mia opinione.
Ritratto di Warringah’s Karalee
sempre tenuti nella giusta considerazione. Un cane
che non ha la costruzione e la condizione fisica
corrette non potrebbe lavorare tutto il giorno al freddo.
Un cane con una scarsa angolazione anteriore per
esempio non potrebbe seguire la traccia di un fagiano
ferito perchè non potrebbe tenere la testa bassa
mentre corre.
Per questo per me le caratteristiche principali che un
labrador deve avere sono EFFICIENZA, FUNZIONALITA’ e di conseguenza BUONA COSTRUZIONE, ogni
qualità in funzione dell’altra.
Ch Warringah’s Harlech JW con i suoi trofei.
Per quanto riguarda il carattere che un labrador deve
avere, questo per noi non è meno importante delle
qualità morfologiche; ciò che contraddistingue principalmente un labrador da un altro gundog è appunto il
carattere amabile, “nato per compiacere” e con forti
attitudini al lavoro, per il quale tanti anni fa è stato
selezionato. Siamo molto attenti nel selezionare
Labrador con un buon carattere e questo influisce
anche nella scelta dello stallone, allevando in linea da
più di 40 anni conosciamo perfettamente il carattere
dei nostri cani per cui non abbiamo bisogno di fare
test sul carattere ai nostri cuccioli. Proprio per questo
motivo molti acquirenti ritornano da noi più volte per
aver un labrador Warringah. In tanti anni ci è capitato
una sola volta di trovarci di fronte ad una cagnolina
con un carattere “diverso”: il suo nome era Sh Ch
Warringah’s Clemency, una cagnolina molto bella,
dolcissima ma completamente “svampita”, con la
testa tra le nuvole, tanto che io l’ho soprannominata la
Marylin Monroe dei Labrador!”
Avete sempre condiviso ogni vostra scelta di
allevamento, questo vale anche per l’addestramento? Ed inoltre quali sono le caratteristiche
principali che un labrador deve avere, e quindi, le
più importanti per voi?
Mrs Coode: “Fino a che David non è andato in
pensione passava gran parte dell’anno all’estero
a causa del suo lavoro ma era sempre nel ring non
appena ne aveva l’occasione, e come ho detto, le
nostre decisioni sull’allevamento sono state sempre
JW Warringah’s Kurri Kurri.
Mrs Mary Roslin William amava definire scherzosamente il titolo di Sh Ch come “shame champion” - gioco
di parole basato sull’assonanza show (esposizione) e
shame (vergogna). Non dobbiamo mai dimenticare
che il labrador è nato per lavorare nelle battute di
caccia raccogliendo la selvaggina, e non soltanto
come cane da bellezza o da esposizione o viceversa
come cane da Field Trial. Gli eccessi sono sbagliati sia
quando si parla di cani esclusivamente da Field Trial
che di cani esclusivamente da esposizione. I cani da
Field Trial sono ok ma dal mio punto di vista possono
essere troppo veloci per il tipo di lavoro che devono
svolgere; non abbiamo bisogno tutta di quella velocità.
Il labrador non è stato certo selezionato per la sua
velocità al lavoro.
sopra: Ch Warringah’s Bunya salta con il riporto.
sotto: Ch Warringah’s Bunya torna con un fagiano.
A proposito di labrador belli ed efficienti ho letto un
bellissimo quanto interessante articolo scritto da
Mr Coode nel 2008 dal titolo “Labrador Champions
or Show Champions”. Voi avete allevato ben 14
full Champions e tre Show Champions; potreste
spiegarmi la differenza tra questi due titoli?
30
Negli ultimi 25 anni in Inghilterra abbiamo ottenuto 236
show Champions e solo 56 full Champions, e il 25 per
cento di questi proviene dall’allevamento Warringah.
Quando noi abbiamo iniziato in Inghilterra nel 1974 la
maggior parte dei giudici di esposizione lavoravano
con i loro cani durante la stagione di caccia, oggi
ci sono davvero pochi Championship show judges
che lavorano con i loro cani. Questa situazione ha
contribuito al fatto che oggi sembra che la costruzione,
il movimento e la condizione fisica dei cani non siano
31
David Coode partecipa al picking up con la femmina
Warringah’s Karalee.
Per avere un buon labrador non è necessario unire
le due linee di sangue da lavoro e da esposizione
poiché a mio avviso ed esperienza con un buon
lavoro di selezione ed addestramento si può ottenere
facilmente un labrador normale in grado di lavorare
senza mescolare le due linee di sangue. Il mio W.
Tennant’s Creek ha alcune linee da lavoro dietro ma
ho scelto suo padre non perché è un cane da Field
Trial e quindi allo scopo di mixare le due linee. L’ho
usato semplicemente perché a mio avviso è un ottimo
esemplare; molto bello, corretto ed equilibrato. Mi
piaceva tantissimo, e quindi ho deciso di usarlo. Un full
persone & retriever
persone & retriever
Champion è esattamente questo, un bel cane corretto
che è in grado di svolgere il lavoro per il quale appunto
il labrador è stato selezionato, lo show champion è
solo un buon cane.
Come esempio potrei portare la mia CH e JW
Warringah’s Bunya: lei è figlia di due cani che non
hanno particolari abilità al lavoro, ma lei ha vinto nel
2006, 2007 e 2008 il trofeo dell’United Retriever Club
per il miglior retriever dual purpose. In 2006, 2007 e
2008 ha anche vinto il Dual Purpose Trophy per il Kent,
Surrey and Sussex Labrador Club e per il Hampshire
Gundog Society nel 2007 e 2008.
una prova competitiva nella quale i giudici mettono a
confronto le attitudini del tuo cane con quelle degli altri
cani partecipanti.
Nei SGWC e WGC i giudici valutano le attitudini al
lavoro del tuo cane, ma non sono prove competitive,
nel senso che più di un cane può vincere il certificato in
un giorno. Il SGWC valuta l’istinto a caccia (le attitudini
venatorie) del tuo cane, e permette un cane Show
Champion ad omologare il titolo di full Champion. Il
WGC è un altro tipo di prova non competitiva introdotta
dal Kennel Club nel 2006, aperta a tutti cani da caccia
e ai loro conduttori, che devono lavorare insieme con
successo. In più i cani devono raggiungere un
buono standard di lavoro e di controllo.
In termini pratici la differenza principale fra il
SGWC ed il GWC è che nella prova del SGWC
ti chiedono di fare pochi riporti mentre nell’altra
prova bisogna lavorare tutto il giorno sotto la
direzione di due giudici durante una battuta di
caccia normale o in una battuta organizzata specificamente per la prova. Devi fare dimostrare
che il tuo cane è in grado di cacciare in presenza
di altri cani, di camminare al piede senza
guinzaglio e di stare in linea senza guinzaglio.
Tale madre tale figlio! Ch Warringah’s Bunya
(sopra) e suo figlio JW Warringah’s Gundaroo.
Negli ultimi 25 anni un solo allevamento
ha ottenuto più full Champion che Show
Champion, e questo è proprio l’allevamento
Warringah: questa è la nostra filosofia! Come
ho notato nel mio articolo: “E’ una delusione
notare che in Inghilterra da 2003 ci sono
stati soltanto otto full Champions e 50 Show
Champions. E’ provato che i proprietari che
ottengono il Show Gundog Working Certificate
(“SGWC”) non sono sempre quelli che hanno i
cani Show Champions. Dal 2003 ci sono stati
22 labrador a ottenere il SGWC; tanti fra questi magari
non vinceranno mai un titolo nel ring, ma sono cani
che mantengono le attitudini di lavoro e chi sa magari
l’entusiasmo dei loro proprietari per il lavoro avrà un
effetto positivo su altri.”
Potrebbe spiegare la differenza fra il SGWC, il
Working Gundog Certificate (“WGC”) e un Field
Trial?
Mr. Coode: “Tutti i tre tipi di prova seguono il
regolamento del Kennel Club e si svolgono durante
una battuta di caccia con la selvaggina. Il Field Trial è
Questa prova richiede più addestramento ed è quasi
allo standard del Field Trial, con la differenza che
richiede meno conduzione.”
Che cosa consiglierebbe per aiutare o incentivare
tutte quelle le persone che vorrebbero avvicinarsi
al mondo del lavoro ma che per vari motivi più o
meno validi ne restano fuori?
Mr Coode: “Il miglior modo per avvicinare i proprietari di
Labrador al mondo del lavoro dovrebbe essere quello di
organizzare degli incontri non competitivi in cui parlare
di addestramento e di lavoro tra persone comuni, il tutto
32
fuori dai test competitivi dove deve essere valutata con
una classifica l’abilità del cane.
E’ importante far capire a queste persone che non è
necessario passare intere giornate a lavorare con i
loro cani, 10-15 minuti tre o quattro giorni a settimana
sono sufficienti, e che è bene farsi aiutare da buoni
addestratori per migliorarsi, e organizzare degli incontri
regolari per scopo. Ad esempio il mio piano di lavoro è
di 10 minuti al giorno per ogni cane variando gli esercizi:
10 minuti sono un tempo sufficiente se si lavora ogni
giorno.
Quindi la mancanza di tempo libero non può essere una
scusa valida. A coloro che invece dicono di non essere
interessati io chiedo a questo punto perché hanno
scelto di allevare e presentare negli show un gundog?
Questa è la domanda che vorrei fare a loro, perché un
labrador e non un barboncino?”
veloci non corrono sopra la selvaggina. Al mio avviso
se ENCI introducesse una prova simile potrebbe solo
migliorare lo Standard in Italia! Esiste soltanto un Breed
Standard e dovremmo tutti, sia chi fa esposizioni che
chi fa lavoro, allevare puntando a quello Standard.
Ho avuto la fortuna a condurre uno dei nostri cani
Warringah’s Harlech al Best of Breed a Crufts. Con
invece Warringah’s Bunya ho vinto il Trofeo per il
Miglior Riporto all’annuale giornata del Gundog
Working Certificate del LRC, e devo dire che mi ha fatto
più piacere vincere quest’ultimo. I cani da bellezza
possono lavorare e il lavoro non soltanto migliora la
razza ma crea cani più addestrabili per il ring: perchè
non provate anche voi, forse vi divertirete!”
Grazie per la vostra gentilezza e per il tempo che
avete dedicato a questa intervista!
Allevare per voi non è solo un
hobby ma una grande passione
e lo fate con amore e dedizione:
è bello incontrare persone come
voi dalle quali abbiamo tanto da
imparare. La vostra vita si è svolta
e si svolge in funzione dei labrador,
si può davvero dire: “David e Carole
Coode, una vita per i labrador”.
L’ENCI
ha
recentemente
approvato un nuovo regolamento
per
le
razze
da
ferma
introducendo un test analogo
al SGWC. Superando questo
test non competitivo dove si
misurano le abilità e le attitudini
del cane, lo stesso otterrà un
certificato che ne permetterà
A lavoro terminato David e Carole
l’iscrizione in classe lavoro
mi mostrano i loro cani e posso
e potrà utilizzarlo anche per
ammirare un magnifico giovane
omologare il campionato italiano
giallo che a soli nove mesi ha già
(essendo queste razze in Italia
ottenuto il titolo di Junior Warrant:
sottoposte a prova di lavoro per
Warringah Gundaroo.
l’omologazione del campionato) .
Per i retriever in Italia a mio molto
Dopo l’intervista Carole ci fa provare
modesto parere sarebbe bello ed
Carole Coode presenta
un saggio della sua ottima cucina
interessante proporre qualcosa
nel ring il suo Sussex
e poi vengono gli addii. E non me
del genere, l’unico dubbio che si
presenta e che molti temono, è che questo possa ne vado senza prima aver dato un ultimo sguardo al
aumentare il divario già grande tra le linee da lavoro fantastico panorama che si può ammirare dall’alto
e quelle da esposizione . In Inghilterra quando è della collina: ora capisco perché questa casa ospitale
stato introdotto il SGWC questa differenza è andata si chiama Warringah Valley View.
peggiorando o questo test è servito ad aiutare ed
incentivare molti ad avvicinarsi al mondo del lavoro?
Mr Coode: “Secondo me il SGWC ha coinvolto più
gente da esposizione al lavoro. Alle origini potevi solo
ottenere il SGWC ai Field Trials se gli organizzatori
lasciava il tuo cane lavorare alla fine della giornata,
ma adesso il KC ci ha dato il permesso di organizzare
giornate apposta per il SGWC. Adesso è più facile per
la gente partecipare con i loro cani e ce ne sono di più
che vorrebbero provare. Io ho scoperto che i miei cani
si presentano meglio nel ring dopo avere fato un po’ di
addestramento per la caccia. Credo che i bravi cani
da bellezza che lavorano possano essere più addatti
al “picking up” a rispetto ai cani di linee Field Trial
perchè spesso hanno un buon naso ed essendo meno
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Rosa Agostini
Vive in un piccolo paese
tra Viterbo ed Orvieto dove
dirige l’azienda agricola di
famiglia. Ha acquistato il
suo primo Labrador circa
dieci anni fa.
Alleva con passione e
con l’affisso “Rosemade”.
E’ consigliere del gruppo
cinofilo Viterbese (Viterbo
Kennel Club) dal 2005. E’ Presidente della Sezione
Labrador del Retriever Club Italiano.
mondo expo
mondo expo
Esistono due metodi con cui il cane può venir
presentato al giudice: “free handling” o “stacking”.
Il free handling comporta la presentazione “libera”
del cane il quale si troverà davanti al conduttore
attirato da un oggetto di suo interesse o un
bocconcino. Ci sono cani più o meno predisposti
naturalmente a questo tipo di presentazione.
Sconsiglio questo tipo di handling per cani timidi,
o anche troppo esuberanti, che per opposte
ragioni potrebbero, all’avvicinarsi del giudice,
non mantenere la posizione corretta necessaria
perché il giudice possa valutarli senza problemi
e senza quindi sprecare del tempo. Questa
tecnica è consigliata invece per cani ormai
maturi fisicamente e psicologicamente, con
alle spalle esperienza in sede di esposizione.
Un bel free handling prevede in ogni modo non poco
addestramento e allenamento a meno che, come già
detto in precedenza, il cane non sia predisposto per
questo tipo di presentazione.
GOLDEN IN SHOW
come presentare al meglio il vostro golden retriever
l’altra mano, la sinistra, per sistemare gli arti del cane,
qualora ce ne fosse bisogno.
Gli appiombi vanno sistemati parallelamente tra loro e
in maniera tale che il cane risulti bilanciato e armonioso.
La coda va tenuta infine con la mano sinistra, alzandola
in maniera tale che risulti a livello della linea dorsale.
Continuiamo invece con la destra a far annusare al
cane il boccone.
di Cristina Santinon
I golden retriever, ormai si sa, sono cani assolutamente versatili e dotati di una grande voglia di
compiacere, che si esprime dal semplice gesto quotidiano del “riporto della ciabatta”, a quello più
delicato che lo vede come animale da pet therapy, a quello più complicato e intrinseco dell’essere un
ottimo ausilio dell’uomo durante le battute di caccia.
Oltre alle innumerevoli attività che vedono questa razza
protagonista, esistono le esposizioni canine, durante
le quali i cani vengono valutati secondo la morfologia
e lo standard e, in teoria secondo la loro fisicità che
dovrebbe sempre essere adatta al lavoro per i quali
questi cani sono stati concepiti.
E’ secondo me molto importante arrivare a questi
eventi preparati…non si ci può improvvisare e non si
può arrivare in esposizione senza sapere cosa serve
e soprattutto senza sapere cosa fare con il proprio
beniamino.
Ogni privato, come ogni allevatore ha fatto ai suoi inizi,
dovrebbe visitare alcune esposizioni e osservare i
movimenti dei più esperti e perché no? Frequentare i
numerosi corsi di handling che al giorno d’oggi sono
a disposizione di tutti e che aiutano a fronteggiare
attraverso simulazioni, quello che sarà il momento
della gara.
Per cominciare, qualsiasi cane va addestrato a stare
fermo, abituato ad essere toccato per la valutazione,
abituato all’esame dei denti e a muoversi senza
strattonare al guinzaglio, quindi la prima cosa che
andrebbe insegnata al cane è la condotta al guinzaglio
oltre al movimento in trotto che il cane deve compiere
triangolarmente o circolarmente attorno al giudice, che
valuta il movimento anteriore, posteriore e laterale.
Ci si può aiutare utilizzando un guinzaglio più fine rispetto
a quello da passeggiata e mettendolo subito dietro alle
orecchie del cane, in maniera tale da acquisire immediatamente più controllo su di esso. Allenatevi sempre con
un bocconcino goloso o qualcosa che attiri l’attenzione
del cane: una pallina o un pupazzetto con il suono.
Complimentatevi con il cane ogni volta che si muove
al vostro fianco e al vostro passo, disapprovate invece
ogni qualvolta il cane tirerà al guinzaglio, cambiando il
vostro tono di voce.
Il risultato finale dovrebbe essere di saper controllare il
cane durante il trotto facendolo avanzare leggermente
oltre il conduttore, in modo che il movimento del cane
non sia “frenato” ma sciolto e fluido. Durante il giudizio
il cane non dovrebbe mai galoppare.
Una fase importantissima, se non la più importante,
durante il giudizio di un cane è quella del piazzamento
del cane.
34
Altro metodo è quello dello stacking, ossia
piazzare a mano il cane davanti al giudice,
metodo più sicuro perché tenendo testa e coda
del cane, si ha maggiore controllo su di esso.
La prima cosa che mi sento di dire è che spesso
si vedono cani che si sistemano adeguatamente
da sé ma immancabilmente il conduttore sposta
le zampe. Mai spostare quello che già è nella giusta
posizione. Si perde tempo inutilmente e il tempo di una
valutazione è sempre talmente poco e prezioso che
bisogna sfruttarlo in pieno.
Anche lo stacking ha bisogno di addestramento che come
sempre verrà fatto con qualcosa di goloso tra le mani
posizionato dinanzi la bocca del cane che lo annuserà e
lo leccherà. Vengono utilizzati per la maggiore i wurstel,
il fegato o gli stick oppure semplicemente le crocchette
che però, essendo utilizzate già per i pasti, possono
risultare poco interessanti al cane.
Tenendo sempre il “bait” (così viene anche definito il
bocconcino) a portata di bocca del cane, utilizziamo
35
Ma nella presentazione di qualsiasi cane di qualsiasi
razza ci sono due cose fondamentali da conoscere:
- lo standard
- il soggetto che stiamo presentando.
L’handler davvero capace sa presentare il suo cane
nascondendo i difetti e esaltando i pregi, aiutando
il cane a sentirsi a suo completo agio nel ring. Per
questo una conoscenza approfondita dello standard vi
permetterà di capire come presentare il cane al meglio.
L’elemento essenziale per il cane è il divertimento…fin
da piccolo, un cucciolo di golden che avrà un futuro in
mondo expo
Psicologia e comportamento
Non esiste il coraggio in
natura. In natura esiste la
paura. Per questo è più
facile avere paura che avere
coraggio, la paura viene da
sé, non occorre andarla a
cercare.
V.G. Rossi
esposizione dovrà essere ben socializzato ed abituato
ad ambienti chiassosi e affollati, a qualcuno che lo
tocchi e lo esamini.
Luogo ottimo per questo tipo di socializzazione è il
parcheggio di un supermercato o una fiera, oppure
ancora un mercato di paese. Quella della socializzazione e delle nuove esperienze è una fase delicata che
verrà analizzata in un secondo momento.
La prima esperienza di un cucciolo sarà importantissima, per questo tutti i privati che intendono incominciare
un’avventura di questo genere con il proprio cane, non
devono aver paura di chiedere all’allevatore consigli
e trucchi del mestiere. Le prime volte, se ne avete
possibilità, chiedete al vostro allevatore di presentare
per voi il cucciolo perché la vostra tensione verrà
trasmessa al cane il quale non vivrà questa prima volta
con positività.
Portate sempre con voi un gioco, uno “squeaker”
(giocattoli con suono) o qualcosa che distragga il cane
e lo faccia divertire.
Le esposizioni diverranno per entrambi un momento di
piacevole svago, di aggregazione con gli amici e nuove
conoscenze per entrambi!
“SPEGNERE IL FUOCO
AGGIUNGENDO LA LEGNA”
La paura degli animali e la Terapia Breve-Strategica
di Lara Farinella
In questo articolo viene presentato il modello di terapia breve strategica nel trattamento dei disturbi fobici
con particolare riferimento alle monofobie paure patologiche focalizzate su una singola realtà. Una delle
forme ricorrenti di queste fobie specifiche è la zoofobia ovvero la paura degli animali. Il tratto costante da
un punto di vista psicofisiologico di tutte le monofobie è che la persona nelle situazioni per lei spaventose
manifesta reazioni di panico con tachicardia, respirazione affannosa, blocco dei pensieri e della ragionevolezza il tutto associato alla esigenza irrefrenabile di fuggire e/o chiedere aiuto e protezione. Il fatto che
questo tipo di patologia dilagante sia così pervasiva non significa tuttavia che sia una condanna dalla
quale sia impossibile liberarsi. La terapia strategica si dimostra concretamente efficace e rapida per il loro
superamento con percentuali di efficacia ed efficienza del 95% con una media di 7 sedute.
La paura degli animali
Cristina
Santinon
La paura come emozione psicobiologia non è di per
sé una forma di patologia anzi, essa è un’emozione
fondamentale per l’adattamento degli animali e degli
esseri umani al loro ambiente circostante. Senza una
dose di paura naturale non si sopravvive poiché questa
è la reazione che ci allerta di fronte ai reali pericoli e che
ci permette di fronteggiare tali situazioni dopo averle
riconosciute come pericolose. Tuttavia come per le
altre nostre reazioni psicofisiologiche quando la paura
supera una certa soglia rende l’essere umano bloccato
e incapace di avere le idonee reazioni nei confronti
degli eventi. Pertanto ciò che fa la differenza tra la paura
come utile emozione naturale e la paura come reazione
patologica è che la prima incrementa la capacità di
gestire la nostra realtà, la seconda al contrario limita
Da quasi undici
anni nel mondo del
golden retriever che
alleva amatorialmente con passione, ora
in carica come Consigliere della Sezione Golden nel RCI. Ha iniziato a
frequentare il mondo cinofilo e le esposizioni all’età
di 13 anni ottenendo il titolo di Campionessa Europea di junior handling nel 2003 e portando spesso
sul podio cani affidatogli da altri allevatori e privati.
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37
Psicologia e comportamento
o addirittura impedisce tale capacità incatenando la
persona dentro la prigione del panico. La paura essendo
la più primitiva tra le nostre emozioni quando raggiunge
i suoi estremi è la più concreta e reale delle nostre
sensazioni e coinvolge mente e corpo in una sequenza
reattiva così rapida da anticipare qualunque pensiero.
Valutando proprio il livello di impedimento esistenziale
è possibile dare una definizione delle patologie fobiche.
Esistono alcune forme di questo disturbo che
impediscono di vivere solo alcune situazioni specifiche
(monofobie) nelle quali la paura è focalizzata su una
sola realtà e altre che invece bloccano completamente
l’individuo (fobie generalizzate) (Nardone 2000).
Tra le moltissime monofobie ritroviamo la zoofobia
ovvero la paura esasperata sino al panico innescata
dall’incontro con certi animali tra i quali in particolare
piccioni, ratti e cani non a caso gli animali che più spesso
si incontrano nelle nostre città. Ciò sta a significare che
le tipologie di fobia evolvono in linea con l’evoluzione
del nostro stile di vita.
Ciò che fa scatenare il panico in questi incontri, il più
delle volte, non è l’aggressività di questi animali - e
questo vale anche per i cani - ma la loro percezione di
incontrollabilità o l’essere potenziali portatori di sporco,
infezioni e malattie.
Tuttavia fortunatamente le zoofobie tendono a rimanere
forme monofobiche che solo raramente si trasformano
in patologie invalidanti. Il più delle volte i soggetti
convivono con la paura semplicemente evitando il più
possibile il rischio di incontri e giungono a chiedere
l’aiuto terapeutico solo nel caso in cui le circostanze li
obblighino a confrontarsi frequentemente con l’oggetto
del loro panico. In alcuni casi però la fobia può essere
talmente acuta da scatenare il panico anche solo alla
vista di fotografie o filmati dei temuti animali.
Psicologia e comportamento
questi ne sia consapevole. In altri termini riprendendo
l’antica saggezza cinese il primo passo con i pazienti
fobici è far loro “solcare il mare all’insaputa del cielo”.
Le patologie fobiche in tutte le loro forme si costituiscono
e soprattutto si mantengono grazie ad alcune specifiche
tentate soluzioni, per ridurre la paura, che sono state
individuate nell’evitamento (evitare tutte le situazioni in
cui posso incontrare un cane, un piccione ecc), nella
richiesta d’aiuto (se proprio non posso evitare mi faccio
accompagnare da qualcuno oppure chiedo ad altri
di fare qualcosa per me) e nel tentativo di controllo
(controllo le mie reazioni emotive e il comportamento
dell’animale).
La terapia Breve-Strategica
Attualmente il tipo di terapia che ottiene i maggiori
risultati nel trattamento di queste fobie è la terapia breve
strategica. La nascita di questo modello di trattamento è
legata a Giorgio Nardone oggi considerato l’esponente
di maggior spicco tra i ricercatori della scuola di Palo
Alto e unico erede di Paul Watzlawick con il quale
nel 1987 ha fondato ad Arezzo il Centro di Terapia
Strategica dove svolge la sua attività di psicoterapeuta
e didatta.
La terapia breve strategica è un approccio originale
alla formazione e alla soluzione dei problemi umani che
ha specifici fondamenti teorici e prassi applicative, in
costante evoluzione sulla base della ricerca empirica.
E’ un intervento terapeutico breve (al di sotto delle
20 sedute) che si occupa di come i sistemi umani
costruiscono i problemi e persistono nel mantenerli e
di come progettare e applicare strategie di intervento
capaci di produrre rapidi e risolutivi cambiamenti in tali
sistemi.
La Terapia Breve Strategica si occupa, da una parte,
di eliminare nella persona i sintomi o i comportamenti
disfunzionali, dall’altra, di produrre in essa il
cambiamento delle modalità attraverso cui costruisce
la propria realtà, personale e interpersonale. Il produrre
dei cambiamenti nella percezione della realtà e non
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solo nelle reazioni comportamentali, fa
sì che la persona sposti il suo punto di
osservazione dalla posizione irrigidita
in un circolo vizioso ad una prospettiva
più elastica e con maggiori possibilità di
scelta. Questa nuova prospettiva porterà
la persona ad un conseguente cambiamento delle sue
modalità comportamentali e delle sue cognizioni. In
altri termini il terapeuta guida il paziente a vivere reali
esperienze percettivo-emotive correttive (Nardone
2008) che lo porteranno ad aprire la strada a forme di
rappresentazione della realtà diverse (cambiamento a
livello delle sensazioni e percezioni) e a nuove modalità
comportamentali e solo in un secondo momento
lo condurrà al consapevole recupero delle proprie
risorse e capacità anche da un punto di vista cognitivo
(Nardone- Watzlawick 1990).
Con le parole di San Tommaso “Niente è nell’intelletto
che non sia passato prima per i sensi”.
Il costrutto di fondo che differenzia questo tipo di
modello da tutte le forme di psicoterapia è il fatto che a
livello di logica di intervento ci si focalizza sulle tentate
soluzioni (tutto ciò che la persona fa nel tentativo di
risolvere il suo problema ma che in realtà lo complicano)
lavorando per interrompere quel circolo vizioso di
percezioni e reazioni che reciprocamente si alimentano
in una spirale perversa. Per fare questo si utilizzano
stratagemmi terapeutici, veri e propri trucchi benefici,
che conducono la persona a fare concrete esperienze
di superamento o estinzione della paura senza che
39
Un caso clinico: “una paura superata”
Per chiarire meglio come funzionano tali patologie e
come la terapia strategica interviene nel loro trattamento
vediamo il caso di una fobia nei confronti dei cani.
Mi telefona la mamma di un ragazzo di 16 anni
chiedendomi un appuntamento per il figlio perché il
ragazzo era affetto dal terrore dei cani. Il suo disturbo
era diventato negli ultimi sei mesi talmente invalidante
da impedirgli di camminare per strada da solo,
qualcuno doveva sempre accompagnarlo, preferibilmente in macchina, altrimenti evitava con cura di uscire
per evitare di imbattersi in un cane e se proprio era
costretto ad uscire da solo usava la bicicletta perché in
questo modo era più facile fuggire. Utilizzando l’usuale
strategia terapeutica idonea a tutti i casi di fobia di un
animale la terapia si è sviluppata come segue. Mi feci
raccontare nel modo più preciso possibile quello che
sentiva e quali erano i suoi comportamenti e poi gli
chiesi di farmi una ricerca specifica e dettagliata sui
cani andando a ricercare più informazioni possibili su
tutte le razze, sulle loro abitudini, i loro comportamenti,
e altro ancora, e di correlare tutto ciò con delle immagini
proprio come si fa nelle ricerche scolastiche. Doveva
Psicologia e comportamento
studiare i cani nel modo più preciso possibile come
se dovesse fare una verifica a scuola. Questa prima
indicazione terapeutica aveva lo scopo di iniziare a
sbloccare la tentata soluzione dell’evitamento.
Come di solito accade in questi casi il ragazzo tornò
alla seduta successiva con una ricerca dettagliata e mi
raccontò tutto quanto aveva scoperto su questi animali.
A tal riguardo affermò anche che all’inizio aveva avuto
molto timore ma poi aveva cominciato ad incuriosirsi
nell’osservare quante razze di cani diverse esistono, i
loro comportamenti, le loro capacità ecc.
Poiché il lavoro era stato così ben fatto gli chiesi di
continuare la ricerca entrando nel merito specifico di
ogni razza e di raccogliere, inoltre, la quantità maggiore
di immagini di cani che potesse trovare.
Oltre a questa indicazione, sempre in seconda seduta,
gli prescrissi poi la tecnica della peggiore fantasia:
“Vorrei che ogni giorno da qui a quando ci rivedremo,
ad una stessa ora che stabiliremo, prendessi una
sveglia e ti chiudessi in una stanza dove puoi stare
da solo. Poi predisponi la sveglia a suonare mezz’ora
più tardi, abbassi le luci, ti metti comodo e cerchi di
immaginare tutte le situazioni peggiori rispetto al tuo
problema…devi sforzarti di stare deliberatamente il più
male possibile, pensare a tutte le tue paure e angosce
nei confronti dei cani e tutto quello che ti viene da fare
lo fai: se ti viene voglia di piangere piangi; se ti viene
voglia di urlare urli… Quando suona la sveglia STOP
stacchi la sveglia ed è finito tutto. Vai a lavarti il viso e
torni alla tua usuale giornata.
Psicologia e comportamento
strategico da apparire quasi magico. Del resto con
le parole di Arthur C.Clarke “una tecnologia molto
avanzata nei suoi effetti non è dissimile da una magia”.
*Per saperne di più:
www.terapiabrevestrategica-bologna.it
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
Come avviene nella maggioranza dei casi nell’arco
di circa dieci sedute il ragazzo giunse al completo
superamento della sua paura.
Questa tecnica è una prescrizione paradossale che
funziona secondo la logica dello stratagemma cinese
di “spegnere il fuoco aggiungendo la legna” e porta
solitamente a due tipi di effetti: alcune persone (la
maggioranza) pur provando a calarsi nella situazione
non riescono a provare nulla e possono addirittura
arrivare ad addormentarsi; altre (la minoranza)
provando ad evocare il proprio “fantasma” riescono a
star male. In entrambe i casi, nel corso della giornata,
stanno meglio.
Ed infine chiesi al ragazzo di misurare a quale distanza
da un cane cominciasse ad avere paura. In altri termini
avrebbe dovuto andare in giro per la città e tutte le
volte in cui avesse incrociato un cane avrebbe dovuto
avvicinarsi fino a quando cominciava sentire paura.
Questo gli sarebbe servito a misurare il suo limite
attuale.
Alla terza seduta il giovane paziente mi dice in modo
quasi incredulo di essersi avvicinato ai cani che
incontrava molto più del previsto riferendo inoltre che
guardandoli bene si era accorto che sembravano
addirittura simpatici piuttosto che minacciosi. Inoltre
come avviene di solito anche in questo caso il rituale
della mezz’ora si era trasformato in rilassamento.
Il lavoro proseguì, sulla base del protocollo di intervento
delle fobie specifiche, distribuendo la mezz’ora in
appuntamenti di 5 minuti con le proprie paure ripetuti
nell’arco della giornata in una sorta di allenamento ad
evocare i propri fantasmi per farli svanire e parallelamente a scoprire come i suoi limiti nell’avvicinamento ai
cani si riducessero.
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Giunti alla fine di questo breve viaggio all’interno delle
fobie possiamo affermare che una dose gestibile di
paura è fondamentale alla nostra esistenza; certo però
se questa diventa troppo forte può essere per noi fonte
di grande disagio: “un male immaginario è peggiore di
uno reale e può diventare, nei suoi effetti, più reale di
qualunque realtà” (Nardone 2003).
Il fatto tuttavia che questo tipo di patologia sia così
pervasiva da diventare invalidante non sta a significare
che sia una condanna dalla quale sia impossibile
liberarsi. Per superare una fobia non sono necessarie
costose e prolungate forme di terapia ma può essere
sufficiente un intervento terapeutico così rapido e
Lara
Farinella
Psicologo-psicoterapeuta, è ricercatore
associato presso il
al Centro di Terapia
Strategica (CTS) di
Arezzo, diretto dal
Prof. Giorgio Nardone, e responsabile degli studi
di Bologna, S.Giovanni in Persiceto (Bo) e Ferrara,
affiliati al CTS. Si occupa di formazione sulla
comunicazione e il problem solving strategico in
ambito educativo e sociale, ed è docente nei master di Counseling Strategico di Roma e Milano.
41
-Watzlawick P., Weakland J. H., Fish R., Change:
sulla formazione e soluzione dei problemi,
Astrolabio, Roma, 1974.
-Nardone G., Watzlawick P., L’arte del
cambiamento, Ponte alle Grazie, Milano, 1990.
-Watzlawick P., Nardone G. (a cura di), Terapia
breve strategica, Raffaello Cortina Editore, 1997.
-Nardone G., Psicosoluzioni, Bur, Milano, 1998.
-Nardone G., Oltre i limiti della paura, Bur, Milano,
2000.
-Nardone G., Cavalcare la propria tigre, Ponte
alle Grazie, Milano, 2003.
-Nardone G., Non c’è notte che non veda il
giorno, Ponte alle Grazie, Milano, 2003.
-Nardone G., Cambiare occhi toccare il cuore,
Ponte alle Grazie, Milano, 2007.
Psicologia e comportamento
Psicologia e comportamento
Uno studio condotto recentemente, per esempio,
confronta le doti caratteriali dello springer con quelle
del Labrador che viene preso a punto di referimento.
Tali studi possono, però, indurre a facili distorsioni: una
razza, infatti, può essere preferibile ad altre in un periodo
storico od in un determinato ambiente: il Labrador per
esempio, è più socievole del pastore tedesco, dote
che si adatta meglio alle nostre affollatissime città
rispetto alle case isolate. Per tale motivo infatti fino a
pochi anni fa, quando le persone vivevano più isolate
in zone meno densamente abitate al cane era richiesto
una maggiore vigilanza: chi non ha sentito dire, infatti,
ai “vecchi” cinofili che l’unico cane degno di questo
nome era il pastore tedesco! Attenzione, inoltre, che
comunemente il Labrador è anche considerato nell’immaginario un cane “buono” i cui cuccioli sembrano
tanto dei “peloches” perché non vengono per esempio
considerate le sue doti di predatorietà e di persistenza
(che lo rendono un cane tanto “noioso” da cucciolo).
LABRADOR come
“GOLDEN” standard
Alcune distorsioni poi sono riscontrabili nell’impiego nel
campo delle attività assistite: ho sentito dire, e non solo
una volta, da psicologi e psichiatri a genitori disperati
“gli prenda un bel Golden Retriever che è tanto buono e
può aiutare suo figlio”. Quale Golden Retriever? Quale
linea di sangue? Di quale sesso? Di che età? E’ approssimativo come dire che tutti i milanesi sono dei grandi
lavoratori!
di Cinzia Stefanini
Di recente mi sono recata ad un congresso svoltosi a Edimburgo, (IVBM international meeting) in cui
sono stati presentati molti lavori, spesso notevoli, svolti nelle maggiori università del mondo riguardanti
il comportamento del cane (e degli altri animali d’affezione). Come già accaduto in passato ho potuto
costatare che molto spesso si confrontano le risposte comportamentali di cani appartenenti a razze
diverse.
Quest’anno per esempio c’è stato un bel lavoro
“Pairing of vocal and visual commando during training”
di R Skyme in cui si confrontavano le risposte ai
comandi sia visivi che vocali di diversi cani, ponendo
come golden standard (standard di riferimento) quelle
fornite dai Labrador che hanno partecipato all’esperimento. Già in passato avevo notato questi confronti
soprattutto negli studi fatti dal Dr Miklosy dell’università di Budapest sull’orientamento del cane a seguire le
indicazioni gestuali del proprietario. L’esperimento era
per verità del tutto incruento: in una stanza venivano
messe due ciotole identiche una contenente del
cibo e l’altra vuota. Il cane veniva messo di fronte al
proprietario che doveva indicare con il braccio e la
mano la ciotola contente il cibo. Secondo i ricercatori
questo test misura il grado di orientamento del cane a
seguire le indicazioni dell’uomo e dunque a prenderlo
come referente sociale. I cani (Labrador) tendevano
a scegliere di presenza la ciotola con il cibo mentre
i lupi allevati in cattività “sbagliavano” molto di più. Lo
stesso esperimento ripetuto in altra sede con cani di
razze differenti ha portato allo stesso risultato. Tali
Vigilanza - È la capacita del cane di avvertire l’approssimarsi di pericoli esterni per lui o per il suo branco (cani
o uomini). È la qualità psichica del cane che lo rende
particolarmente attento al mondo esterno.
Docilità - È la capacita del cane di accettare l’uomo
come naturale superiore, come atavico capo branco
senza che questo debba ricorrere continuamente ad
interventi repressivi. La docilità è una qualità che ci
consente una migliore interazione col cane, e permette
al cane di esprimersi e lavorare con noi, in quanto lo
rende naturalmente disponibile ai nostri insegnamenti
e comandi, non per timore, o paura, ma per l’estrema
naturalezza di lavorare e ubbidire col proprio capo
branco.
Aggressività - È la prontezza di reazione istintiva o
parzialmente acquisita a stimoli che individua come
minaccia a se stesso o alle persone che riconosce
come suoi simili (il branco) o all’integrità delle cose di
sua proprietà o affidatagli.
Sociabilità - È la dote che consente al cane di adattarsi
ad ogni situazione, di stare in mezzo ad persone o
animali senza timore.
Possessività - È la dote che consente al cane di
“diventare proprietario” di qualcosa o di qualcuno.
Combattività - Si identifica come la capacità
di rispondere ad un impulso spiacevole con un
atteggiamento di lotta contro la causa dello stimolo.
risultati ci hanno fatto dedurre che i Labrador (e in
qualche occasione i Golden) siano i cani modello, da
prendere come standard point: ma è poi così strano
che i Labrador mostrino socievolezza, cioè quella dote
caratteriale che induce il cane a prendere l’umano
come punto di riferimento sociale.
Quali sono dunque le doti caratteriali
più comunemente valutate nei cani
(non si vuole qui dare una spiegazione
esaustiva):
Temperamento - È la velocità ed intensità
di reazione agli stimoli esterni, fisici o
psichici.
Tempra - È la capacità di resistere, tollerare
stimoli negativi esterni e di superarli senza
che né derivino sviluppi negativi.
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Curiosità - È la capacità del cane d’interessarsi al
mondo esterno, da non confondersi con il temperamento,
perché in questo caso lo stimolo esterno non viene
offerto al soggetto, ma viene da esso ricercato.
43
il mio retriever
Psicologia e comportamento
Vita e amore: un
percorso di
Pet Therapy
nell’acqua
CATERINA,
ZAR E NAPO
Non è dunque complesso dedurre che una razza
selezionata appositamente per mostrare una bassa
possessività, una alta sociabilità, una grande
socievolezza (“will to please”), bassa combattività,
bassa aggressività e soprattutto una tendenza naturale
a osservare il mondo esterno ed il proprio conduttore,
scelga la ciotola giusta se gli viene indicata.
parla mamma Angelica
Guardiamo anche queste recente studio, tali caratteristiche, però, variano a seconda non solo della razza
ma anche dell’individuo. All’interno della razza infatti le
doti caratteriali di cui abbiamo brevemente parlato, si
esprimono nell’individuo con una notevole varietà fin dai
primi giorni di vita tanto da poter addirittura configurare
una sorta di deviazione dallo “standard caratteriale”. Più
tale deviazione sarà grande più i soggetti manifesteranno un carattere atipico e dunque imprevedibile per
quel soggetto: per esempio, mi è capitato recentemente
di incontrare, soprattutto nel nord Italia, certi retrievers
maschi che mostrano possessività eccessiva, tanto da
sfociare in atteggiamenti aggressivi… più da rottweiler
che da retrievers. Nella tabella sottostante per esempio
sono riportate non solo le differenze fra le razze ma
soprattutto la deviazione media dallo “standard” di
razza: possiamo immediatamente notare dunque che
molto spesso le differenze fra soggetti della stessa
razza sono notevolissime. Io stessa ho fissato la mia
attenzione sulle Labrador nere femmine e vi posso
assicurare che alcuni soggetti potrebbero difficilmente
ricevere un “pedigree comportamentale”.
Dividiamo la nostra vita con i Labrador da 11 anni.
Dico i Labrador perché Napoleone è il secondo dopo
la prematura scomparsa del nostro Zar. E scrivo
nostro perché io sono la mamma di Caterina, la mia
“bambina speciale” di 13 anni, disabile agli occhi del
mondo, unica insostituibile e bellissima ai miei.
All’età di due anni Caterina non camminava ancora,
ma stava in piedi eretta con sostegno, e ho quindi
pensato che sarebbe stato uno stimolo allegro e
positivo la compagnia di un cucciolo di Labrador che
poi è diventato parte integrante e fondamentale della
nostra “piccola e strana” famiglia.
Con l’arrivo di Zar lei si è staccata dal divano, si è
attaccata con fiducia al dito indice della mia mano
sinistra o alla mano dei nonni, e per un bel periodo si è
aperta al mondo camminando, pedalando e nuotando.
Non so se è stato l’arrivo di Zar a darle lo stimolo
giusto per iniziare a camminare, ma di certo la sua
vivacità, la sua voglia di coccole, il suo amore, la sua
presenza ci ha aiutato ad affrontare il nostro non facile
percorso di vita.
Non voglio cadere in retorica e lacrime, siamo qui per
raccontare la nostra storia d’amore incondizionato e
reciproco.
Zar ci ha lasciate presto, troppo presto e non eravamo
pronte ad affrontare la solitudine così abbiamo scelto
Napoleone, un altro Labrador giallo. Oggi è Napoleone
a rallegrare le nostre giornate. Lui ha due anni ed è una
vera forza della natura. E’ simpaticissimo, bellissimo,
Sarà quindi compito dell’allevatore prediligere quelle
linee di sangue che maggiormente mostrino le doti
caratteriali tipiche della razza e compito delle famiglie
e degli educatori esaltarne la manifestazione nella vita
di tutti i giorni.
*Si ringrazia la Dott.sa Simona Normando, dell’Università di Padova per il materiale fornito.
44
45
pasticcione e adorabile. Non sopporta quando Caterina
dorme fino a tardi e la sveglia saltando sul letto come
un cavallo impazzito, adora le sue calze ma ne mangia
una sola per paio in modo tale che diventano inutilizzabili e....potrei stare qui a riempire pagine e pagine
di esempi che io definisco con due sole parole: vita e
amore.
Abbiamo partecipato a mini maratone e ora da quasi
un anno abbiamo iniziato un percorso di Pet Therapy
il mio retriever
il mio retriever
marzo 2009 è stato attivato un progetto di Pet Therapy
e richiesta la mia consulenza e l’intervento dei miei
validissimi operatori di Pet Therapy: Golden, Labrador
e Terranova.
molto positivo con l’aiuto di professionisti seri molto
preparati. Svolgono gli incontri con vera passione
per il loro lavoro e per i loro cani: Labrador, Golden e
Terranova.
Edi (la Presidente dell’associazione “Dei dell’Acqua
– onlus”) è diventata un vero punto di riferimento per
noi, ci aiuta e consiglia in modo molto amichevole ma
deciso quando “Napo” fa saltare tavoli e transenne,
si innamora di ogni essere a 4zampe, corre con la
velocità di un bolide da formula uno ....etc etc etc.
Con lei facciamo Pet Therapy in acqua in piscina e
Caterina si rilassa notevolmente allungando le mani
volontariamente per accarezzare e giocare con
Napo e le splendide cucciole di terranova Sidney e
Edith e la loro mamma Georgia. I benefici non posso
descriverli o giudicarli da mamma, io ci credo, vedo i
risultati con Caterina. Non so come concludere questo
articolo, i miei pensieri sono troppi e li voglio dedicare
a Caterina, ai miei nipoti Giacomo, Tommaso e Mattia
che stanno imparando a crescere con l’amore per gli
animali. E soprattutto voglio dire grazie a Zar ieri e a
Napoleone oggi: “la vostra presenza ha reso la nostra
vita piu’ colorata, rumorosa e divertente”.
parla Edi
Dalla mia infanzia coltivo l’amore per i cani, quasi
tredici anni fa ho iniziato ad operare con loro in acqua
unendo così due grandi passioni: i cani e l’acqua.
Mi sono specializzata nel settore del salvataggio
nautico, della Pet Therapy, della riabilitazione motoria
e comportamentale seguendo Master e corsi in Italia e
all’estero. Ho conosciuto molti professionisti preparati
ma i miei migliori insegnanti sono stati indubbiamente
i cani ed in particolar modo i Terranova, i Golden e i
Labrador Retriever, uniti dalla grande passione per il
gioco acquatico che ci accomuna.
Una grande occasione per operare in acqua con i cani
nel campo della Pet Therapy, attività che svolgo da 12
anni e mezzo, è arrivata grazie all’ASL di Vercelli. Nel
Alla presentazione del progetto a Cascina Bargè (VC),
erano presenti molte persone, molti esperti del settore
e molte famiglie. Tra tutte queste persone avevo notato
una bambina su una sedia a rotelle accompagnata
dalla sua mamma.
A fine presentazione, la mamma si avvicinò a me e mi
chiese se poteva svolgere il progetto con il suo cane
di proprietà: un simpatico Labrador Retriever di nome
Napoleone. Fantastico, adoro lavorare con le famiglie
e i loro cani perché hanno già una loro relazione, una
loro intimità e per questo non esitai a rispondere di
sì, sorprendendola per aver accolto la sua domanda
immediatamente.
Angelica, la mamma di Caterina, mi raccontò che
Napoleone era il loro secondo Labrador e che era il
maschio di casa. Mi disse che quando Caterina aveva
le crisi epilettiche, soprattutto di notte, Napoleone
si andava a coricare vicino a lei, si acciambellava
intorno alla sua testa, sul cuscino, e cercava di tenerle
compagnia.
Mi commossi pensando a quanta sensibilità doveva
avere quel meraviglioso Labrador. E così iniziai la
conoscenza di Napoleone: un vero uragano, un 4X4 ai
180 all’ora che arrivava a Cascina Bargè trascinando
dietro di se la mamma o la nonna di Caterina come
due aquiloni. Dall’espressione della mia faccia ai
primi incontri devo aver trasmesso tutta la mia seria
preoccupazione per il fatto che ci volesse del tempo
prima di potersi fidare di Napo e legarlo alla sedia a
rotelle di Caterina durante una passeggiata. Abbiamo
iniziato una prima serie di incontri con Napoleone,
Caterina, Angelica e la nonna di Caterina per cercare
di “contenere” l’irruente Napo. Dopo una decina di
lezioni a terra (utilizzando il clicker training), abbiamo
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visto i primi miglioramenti e abbiamo potuto iniziare le
prime passeggiate con Napo tenuto a lato della sedia
a rotelle di Caterina.
Si trattava quindi di iniziare gli incontri in acqua,
elemento che purtroppo Napoleone apprezzava
parzialmente. La famiglia mi raccontava che era
un’impresa impossibile convincere Napo a tuffarsi
nella loro piscina In effetti ci siamo riusciti utilizzando
alcuni stratagemmi:
conducendolo dolcemente in acqua, accompagnandolo (e non tirandolo), con pettorina e
guinzaglione lungo;
inserendo le mie Terranova femmine, delle quali
si può tranquillamente dichiarare che Napoleone
è decisamente attratto, attirato a tal punto da
dimenticare la sua “quasi paura” dell’acqua per
raggiungerle.
Con l’impiego di questi due stratagemmi e conquistandomi la sua fiducia, gradualmente, siamo arrivati
al punto che Napo ora entra in piscina, si lascia
sostenere nelle mie braccia e si rilassa appoggiando
il suo testone sul petto di Caterina mentre lei lo tocca,
sorride e ride felice perché può stare a contatto del
suo cane anche quando è in acqua, elemento a lei
favorevole.
Caterina sta facendo grandi progressi come
Napoleone.
A ottobre è venuta la troupe del TG5 a registrare un
servizio su di noi: Angelica ed io eravamo agitatissime
e felici e l’abbiamo trasmesso a tutti con inaspettate
conseguenze positive.
Napoleone è entrato in acqua di sua spontanea volontà,
era rilassato e si è lasciato condurre e adagiare su
Caterina senza agitarsi.
Edith e Georgia si sono comportate bene come al
solito, Sidney (cucciola di 6 mesi) invece ci ha stupito
con tre fantastici tuffi lanciati che hanno fatto molto
sorridere anche Caterina. I cameraman erano divertiti
dal festoso caos scodinzolante che si era creato.
Ma la cosa meravigliosa che è accaduta è che
Caterina ha afferrato un anello galleggiante, gioco che
usiamo per i cani, e per la prima volta lo ha tenuto
stretto e non lo ha lasciato quando le mie cagnone lo
hanno afferrato con la bocca. Così per la prima volta
si è lasciata trasportare da loro nell’acqua, sorridendo
stupita.
La nonna e la zia di Caterina ci guardavano commosse
perché anche loro come Angelica e me, credono nel
potere straordinario degli animali.
Ah, il potere degli animali! Quanto è contagiosa la
loro allegria e quanto benessere ci possono regalare,
basta crederci e vivere loro accanto, senza fare loro
nessuna richiesta, loro ci regalano gioia incondizionatamente.
Edi Giovanna Accornero
Presidente, Associazione
“Dei dell’acqua” onlus
(www.deih2o.eu/ )
Tredici anni fa grazie alla mia Terranova Darky, cucciola di tre mesi
paralizzata a causa del cimurro provocato da “incidente vaccinale”,
mi sono avvicinata alla idroterapia che le dava tanto sollievo. Le
avevo comprato una piscina e la facevo galleggiare sostenendola in
braccio. Dopo sei mesi di cure decisamente alternative ce l’abbiamo
fatta e lei ora è la capostipite di tutto il mio felice branco peloso di
casa (sono a quota sei Terranova). Grazie a lei sono arrivata all’intuizione che si poteva fare qualcosa in acqua anche con i bambini, la
Pet Therapy si poteva realizzare anche in acqua. Dal 1997 ho iniziato
una prima sperimentazione fino ad arrivare ai giorni nostri. Ora Darky non è più operativa e ha ceduto il
testimone alla sua nipotina Georgia e alle sue pro-nipotine Sidney e Edith.
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retriever in libreria
retriever in libreria
Lungo la nostra passeggiata del mattino facciamo i
nostri esercizi di obedience - seduto, a terra, resta.
Questi esercizi sono essenziali, sono il motivo
principale per cui Lenore è così calma e si comporta
così bene. Cerco di essere preciso e di farle fare
questi esercizi due o tre volte al giorno, senza tirar per
le lunghe e incoraggiandola.
Quando ritorniamo alla fattoria, spalmo un po’ di burro
di arachidi su tre strisce di carne secca e le dò una
ciascuno ai cani nel cortile davanti a casa. Rose corre
con la sua nel giardino, e si mette fuori vista. Izzy
guarda e annusa fintanto che non si sente pronto a
masticare. Lenore piroetta con gratitudine e si sistema
felice sotto il portico.
PUPPY LOVE
di Jon Katz
Tutti i sorrisi che ha causato si sono accumulati,
e mi hanno aiutato a uscire da me stesso. Il suo
amore incondizionato era sempre lì. Sempre
consolante, sempre tranquillizzante. Le sue
buffe acrobazie e a sua allegra personalità mi
hanno ricordato che c’era la vita oltre il buio,
e che io e lei potevamo raggiungerla in punta
dei piedi insieme.
Nell’ultimo libro di John Katz, “Izzy & Lenore: Due cani, un viaggio inatteso, e me”, l’autore prosegue
il racconto dei suoi ricordi della vita a Bedlam Farm con i suoi cani e gli animali della fattoria. Rose, il
suo border collie più anziano, continua con impegno a tener d’occhio le pecore, mentre Izzy, un border
collie trovatello, porta Katz in una nuova avventura come “volontario-hospice”, a offrire conforto e
compagnia alle persone malate terminali. Lenore, un turbolento cucciolo di Labrador, accompagna
Katz in un altro viaggio, facendogli scoprire di persona il potere di guarigione dei cani mentre lo aiuta
ad uscire dal buio della malattia mentale. In questo breve estratto dal libro, Katz racconta una giornata
tipo nella fattoria Bedlam Farm con i suoi tre cani.
Lei si è ormai ben inserita nella mia
routine giornaliera. La sua giornata
inizia ufficiosamente alle cinque del
mattino, quando si stiracchia, arriva
furtiva e mette la sua testa sulla mia
spalla, mi mordicchia il mento e poi se
ne torna a dormire. Questa è la prima
delle molte volte nella giornata in cui
Lenore mi fa sorridere.
Verso le sei, io normalmente accendo
la luce e leggo per qualche minuto, poi
mi alzo, faccio la doccia e mi vesto.
Rose normalmente se ne sta seduta
ai piedi del letto, Izzy è raggomitato
sotto il letto e Lenore sotto le coperte,
schiacciata contro la mia schiena o
contro il mio collo, ovunque sia più
caldo.
Quando esco dal bagno e mi infilo gli stivali è il segnale
per i cani di spararsi giù dalle scale e infilare la porta,
poi correre sulla collina vicino alla fattoria e fare i loro
bisogni.
Quando rientrano, dò loro da mangiare. I pasti non
sono normalmente una cosa importante per i border
collies, ma Lenore è quasi fuori di sé pensando alla
colazione, scodinzola e si dimena,
quasi si tuffa a testa in giù nella ciotola
quando l’appoggio sul pavimento.
Fa quasi ridere guardare Rose e
Lenore mentre mangiano. Di solito
devo chiamare Rose due tre volte
perché venga via dalla finestra del
soggiorno, dove sta appollaiata a
studiarsi le pecore. Lenore ha di norma
trangugiato tutta la sua pappa prima
che Rose abbia assaggiato senza
entusiasmo il suo primo boccone.
Verso le sette, usciamo per la prima
passeggiata per il sentiero nel bosco.
Credo che Lenore pensi di essere un
border collie, galoppa dietro a Izzy
e Rose che partono a razzo verso il bosco. Ma non è
veloce come loro. Corre più in fretta che può, poi torna
indietro: camminare vicino a me è la sua scelta di ripiego.
Ogni tanto devia per battere il bosco in cerca di
schifezze da mangiare o su cui rotolarsi, ma non
scappa mai. Perché non cambi abitudini, metto a terra
un bocconcino ogni tanto per tenerla interessata a me
e focalizzata sulla passeggiata.
48
pranzo. Quando il tempo è buono a volte pascoliamo
le pecore, o facciamo un giro in fuoristrada. Quando è
freddo, stiamo accanto alla stufa, e io lavoro.
Di pomeriggio lanciamo la pallina, attraversiamo il
granaio e controlliamo gli animali della fattoria. Poi
arriva il momento di dar da mangiare ai cani.
Verso sera i cani sono stanchi. Lenore pattuglia la
casa raccogliendo ossa e giochini di peluche e mordicchiandoli, ma senza vero interesse. Mi trova e si
arrotola ai miei piedi o salta vicino a me sul sofa per
farsi grattare la pancia, o per mettere la testa sulle
mie ginocchia. Adoro tutti, sembra dirmi, ma so di
essere il tuo cane.
Se sto alzato più tardi di quello che le par giusto, sale
le scale e aspetta che la aiuti. E’ ora di andare a letto.
E’ un buon cane per l’inverno, un cane caldo.
Due o tre volte per notte scivola vicino alla
mia faccia, mi annusa e mi lecca un paio di
volte. Io la bacio sul naso. Più di qualsiasi
altra cosa o creatura, Lenore mi ha aiutato a
uscire dalla tenebra, verso la luce.
Io entro in casa e mi faccio un po’ di colazione, telefono
a Paula se lei è fuori casa, aspetto che Annie arrivi
a dare una mano a sistemare il cortile. Poi accendo
la stufa e vado a lavorare, dopo aver aperto la porta
d’ingresso in modo che cani possano correre dentro.
Leonore ha preso senza alcuna fatica il ruolo di cane
letterario; incarna tutte le qualità di un eccellente
assistente alla scrittura. Non è affatto irrequieta, in
effetti potrebbe scoppiare una bomba nel giardino
e lei, se è ben addormentata, probabilmente se ne
accorgerebbe appena. Si infila sotto la mia scrivania,
felice di essermi di ispirazione o di conforto, e se ne
rimane lì fino a che non spengo il computer.
I border collies non smettono mai di indagare su
tutto. Rose controlla le pecore; Izzy va alla finestra
per vedere che cosa si muove fuori. Però quando
Lenore dorme, si impegna al massimo nel sonno.
Mi piace lavorare con lei vicino, presente ma non
fastidiosa, mi calma. I nostri giorni passano in questa
tranquilla routine.
Usciamo di nuovo a tarda mattinata, e poi ancora dopo
49
Così questa creatura modesta e gentile mi
ha fatto un regalo. E’ entrata in sintonia con
me, ha risvegliato un istinto dentro di me, e
questo istinto mi ha detto che tutto si sarebbe
sistemato. In fin dei conti Leonore si è
dimostata essere davvero un cucciolo da pet therapy.
Jon Katz
ha pubblicato 18 libri,
scrive una rubrica
sui cani e la vita in
campagna per la
rivista on-line “Slate”,
ha scritto articoli per
diversi giornali e riviste
americani, appartiene
all’Association of Pet Dog Trainers e presenta
un programma radiofonico chiamato “Dog
Talk” su Northeast Public Radio. Vive nello
stato di New York con i suoi cani, delle pecore,
dei manzi e una mucca, degli asini, un gatto, un
gallo di nome Winston e tre galline.
cani nel mondo
cani nel mondo
Campionati nazionali di bellezza e lavoro in Italia
e in alcuni paesi europei
Campionato di Bellezza
In Italia le razze retriever sono razze non sottoposte
a prova di lavoro e rappresentate da una associazione
specializzata (Retrievers Club Italiano – www.retrieversclub.it), e per il campionato nazionale di bellezza
sono richiesti 6 CAC in classe libera o intermedia di
cui almeno 2 acquisiti in esposizioni internazionali e 2
in raduno o mostra speciale. I certificati devono essere
rilasciati da almeno 5 differenti esperti giudici. Le
esposizioni sono realizzate secondo il Regolamento
Generale delle Manifestazioni Canine e secondo il
Regolamento Speciale delle Esposizioni Canine. Non
è richiesta prova di lavoro.
PAESE CHE VAI,
CAMPIONE CHE TROVI
di Alessandra Franchi
In questo e nei prossimi numeri Retriever Magazine vi presenta una raccolta di informazioni sui risultati necessari
per ottenere un Campione (in esposizione o in lavoro) in molti paesi europei.
L’Italia aderisce alla Fédération Cynologique Internationale, che è l’organizzazione internazionale
mondiale della cinofilia. La FCI Comprende 83 paesi membri, ciascuno rappresentato da un organismo
centrale riconosciuto ufficialmente (per l’Italia l’Ente Nazionale della Cinofilia - ENCI – www.enci.it/),
che emette i propri pedigree e prepara i propri esperti giudici. La FCI fa si che pedigree e giudici dei
paesi membri siano mutualmente riconosciuti. Un gran numero di informazioni sulla FCI e sul lavoro
che essa compie si può trovare sul sito www.fci.be, che viene regolarmente aggiornato.
Ogni paese ha i propri regolamenti per la
proclamazione dei campioni nazionali, mentre i titoli
di Campione Internazionale (di bellezza o di lavoro)
vengono omologati ottenendo le qualifiche richieste
dalla FCI, e – ovviamente - tali qualifiche sono valide
ed identiche per ogni paese membro.
in cui sia in palio il CACT (Certificat d’Attitude au
Championnat de Travail) o aver (cfr sito ENCI) almeno 1
BUONO in una Prova di Lavoro con CACT – Certificato
di Attitudine al Campionato di Lavoro - in palio (oppure
un terzo premio, oppure con un punteggio minimo di
75%).
Ricordiamo in breve le qualifiche richieste dalla
FCI per le razze retriever:
Campionato Internazionale di Lavoro: 2 CACIT
attribuiti da 2 esperti giudici diversi in 2 Paesi diversi
(oppure da 2 club organizzatori di nazionalità diversa).
1 Molto Buono in una Esposizione Internazionale di
Bellezza della FCI all’età minima di 15 mesi.
Le prove per retrievers sono realizzate seguendo
il regolamento internazionale per Field Trial per
Retrievers (sito ENCI e sito FCI).
Campionato Internazionale di Bellezza: 2 CACIB
attribuiti da 2 esperti giudici diversi in 2 Paesi diversi,
conseguiti in un periodo minimo di 1 anno ed 1 giorno.
Inoltre il cane deve (cfr sito FCI) aver superato una
prova di caccia o un test specifico per la sua razza
50
In Austria sono necessari 6 CAC ottenuti in classe
intermedia/libera/lavoro/campioni/honour, da almeno
tre giudici differenti, e tra il primo e l’ultimo CAC deve
essere passato almeno un anno e un giorno. OPPURE
3 CAC (di cui 2 in classe lavoro e 1 in un’altra classe)
PIU’ il retriever deve aver passato una prova di lavoro
(una prova di caccia o un Field Trial).
In Belgio si omologa il campionato con 2 CAC. E’
inoltre necessaria una qualifica (B, MB, ECC) in un
field trial novice o open (senza guinzaglio) oppure i cani
che hanno almeno un CAC in expo possono provare
le loro qualità naturali durante un field trial senza
essere propriamente in gara, ricevendo una qualifica
“successful” (oppure “unsuccessful”). La qualifica
di “successful” è equivalente a una qualifica (B, MB
o ECC) in un field trial novice o open su selvaggina
naturale (con il guinzaglio).
In Danimarca esistono tre titoli differenti: DKCH
- campione di bellezza con prova di lavoro - che si
ottiene con 3 CAC in esposizione ottenuti da almeno
due giudici diversi e con il superamento della Kvalifikationsprøve , un nuovo test base per retriever, DKCH(J)
campione di bellezza con qualifica Molto Buono in
prova di tipo B e DKCH(U) campione di bellezza
senza prova di lavoro.
In Francia sono necessari 3 CAC ottenuti con
giudici differenti: 1 CAC in Nationale d’elevage o in
Championnat de France, 1 CAC in expo internazionale, 1 CAC in expo “Nationale toutes races” che sia
anche speciale di razza. Tutti i risultati devono essere
ottenuti entro 2 anni dalla data del CAC in Nationale
d’elevage o Championnat de France.
Occorre inoltre avere 1 Molto buono in Field Trial
(alla francese o all’inglese) oppure aver passato il
TAN, avere certificato aggiornato per le tare oculari
ereditarie ed avere HD A, B oppure C.
51
In Gran Bretagna, paese non membro della FCI,
abbiamo due titoli differenti:
Show Champion (Sh Ch): questo titolo si acquisisce
vincendo 3 Challenge Certificates con tre giudici
differenti, cioé tre primi posti o Migliore di Razza
in un Championship Show. In un anno standard
normalmente vengono omologati dai 12 ai 18 campioni
golden e circa 13 Labrador.
Champion (Ch) Titolo a volte definito “Full Champion”.
Uno “Show Champion” diviene “Full Champion”
se ottiene una qualsiasi qualifica in Field Trial, o,
più comunemente, ottenendo uno “Show Gundog
Working Certificate”, test più semplice che non un
Field Trial, che certifica che il cane può lavorare in una
battuta di caccia, non piange, può cacciare e riportare
selvaggina, e che ha bocca morbida. Si può accedere
allo “Show Dog Working Certificate” solo quando si
è raggiunto il titolo di Show Champion. In un anno
standard vengono omologati 4-6 Ch Golden e 1-2 Ch
Labrador.
In Olanda per omologare il campionato servono 4 “CAC
points” che possono essere ottenuti in esposizioni con
valori diversi: valgono 1 punto il CAC ottenuto in expo
nazionale e la RCAC ottenuta nelle speciali di razza,
valgono 2 punti i CAC ottenuti al Winer in Amsterdam
e i CAC ottenuti nelle speciali di razza. La RCAC
ottenuta in expo nazionale o al Winner di Amsterdam
valgono ¼ di punto. Non è richiesta prova di lavoro.
In Norvegia occorrono 3 CAC da 3 giudici diversi.
Almeno uno dei CAC deve essere vinto quando il cane
ha più di 24 mesi. Per il titolo di NUCH non occorrono
prove di lavoro.
In Svezia come in Danimarca i titoli sono due,
si omologano entrambi con 3 CAC in expo e si
differenziano per la presenza o meno del risultato in
prova di lavoro: SUCH, per il quale occorre un Molto
Buono in cold game test, e SU(u)CH campione di
bellezza senza prova di lavoro.
In Svizzera esistono tre titoli di Campione:
Campione Giovane Svizzero: 3 CAC-giovani in classe
giovani, di cui uno vinto in una mostra internazionale, Campione Veterano Svizzero: 3 CAC-veterani in
classe veterani, di cui uno vinto in una expo internazionale, Campione Svizzero: per il campionato di bellezza
occorrono 4 CAC, da almeno tre giudici differenti, e
due dei CAC devono esser vinti in expo internazionali
come Friburgo/Lucerna/Losanna/San Gallo, e il cane
deve aver ottenuto almeno un “non classificato” in
una prova per retrievers (cold game test o field trial)
oppure aver superato il TAN (Test di Attitudini Naturali)
svizzero.
L’Italia è il paese in cui , tra quelli esaminati, si richiede
il maggior numero di CAC per poter omologare il
cani nel mondo
Campionato di Bellezza e (come Norvegia e Olanda
e in parte l’Austria) in cui non si richede alcun risultato
in lavoro. E’ interessante notare come in molti paesi
(Gran Bretagna, Danimarca, Svezia) sia data evidenza
sia ai Campioni di Bellezza che superano la prova di
lavoro, sia ai Campioni senza prova di lavoro, ai quali
viene data visibilità con un apposito titolo.
In Francia, Danimarca e Gran Bretagna è accettato,
al posto superamento della prova di lavoro (field
trial) anche il superamento di una prova attitudinale
che richiede un addestramento minore che non la
presentazione in field trial.
E’ molto interessante a questo proposito la Kvalifikationsprøve danese, in vigore dal 2008, per i cani di almeno
12 mesi di età, che non pretende di valutare le “qualità
naturali del cane” ma richiede una verifica morfologica
e una verifica su un minimo di addestramento sia di
base che al riporto. Il superamento di questa prova dà
l’accesso alla classe lavoro in expo.
L’Austria è l’unico paese che diminuisce il numero di
CAC necessari al campionato di bellezza se il retriever
ha superato una prova di lavoro.
Campionato di Lavoro
In Italia il Campionato di Lavoro si omologa con 3
CAC in prova di lavoro più un Molto Buono in speciale
di razza o raduno. I CAC possono essere vinti in
Field Trial alla Francese (con guinzaglio) o all’Inglese
(senza guinzaglio) ed ai fini del Campionato di Lavoro
hanno pari valore. Le prove alla Francese e all’Inglese
non sono attualmente normate da alcun regolamento
specifico, mentre le prove all’Inglese nelle quali è in
palio il CACIT seguono il Regolamento Internazionale
FCI per i Field Trial per Retriever.
In Austria: 3 CACAT (CAC in prove nazionali austriache)
ottenuti da almeno 2 giudici diversi in un Field Trial
all’Inglese o in prove per retriever normate da appositi
regolamenti (Bringleistungsprüfung e Int. Vollgebrauchsprufungen), e tra il primo e l’ultimo deve passare almeno
un anno e un giorno. Oppure 2 CACIT, oppure 2 CACAT
e 1 CACIT. Non è necessario alcun risultato in expo.
In Belgio per il Campionato nazionale di lavoro
servono 2 CAC in un field trial open su selvaggina
naturale, più un Molto Buono in esposizione.
In Danimarca esistono due campioni di lavoro:
DKCRCH è un campione di lavoro che ha ottenuto 3
vittorie con Certificato in winner class, di cui almeno
una in prova di tipo B (test su selvaggina fredda) e
una in prova di tipo A (caccia); DKJCH è un campione
di lavoro che ha ottenuto 3 vittorie con certificato in
cani nel mondo
prova di tipo A in winner class, e almeno una di queste
prove deve essere una prova aperta a tutti i retriever.
Entrambi questi titoli necessitano anche di un Molto
Buono in expo (2° premio, alla danese) oppure del
superamento della nuova Kvalifikationsprøve.
In Francia esistono due campionati di lavoro, uno alla
Francese e uno all’Inglese, entrambi precisamente
normati. Durante la stagione di caccia si svolgono
molte prove sia alla francese che all’inglese e solo
alcune delle prove all’inglese hanno in palio il CACIT
(“action de chasse” su selvaggina naturale). In questa
stagione 2009 – 2010, ad esempio, sono in programma
51 giornate di gara sia alla francese che all’inglese, e 9
giornate di gara all’Inglese con CACIT. Vediamo come
raggiungere il titolo di Campione.
CHTF (Campione di lavoro alla francese): Per i
maschi 3 CAC alla francese, per le femmine 2 CAC
alla francese più 2 ECC alla francese (o 3 CAC alla
francese), accompagnati per maschi e femmine da 1
MB all’inglese e 1 MB in speciale di razza o Nationale
d’elevage.
CHTA (Campione di lavoro all’inglese): Per i maschi 3
CAC all’inglese, per le femmine 2 CAC all’inglese più
2 ECC all’inglese, accompagnati da 1 MB in Nationale
d’elevage o in speciale di razza.
Viene tenuto in conto solo un CAC per ogni tipo di
prova specializzata (dietro ai cani da ferma, walk up,
battuta all’acqua).
In Gran Bretagna: Field Trial Champion (FTCh) Nei
retriever il cane deve vincere almeno 3 “Qualifying
Open Stakes” da un giorno, gare a 12 cani;
oppure 2 Open Stakes da due giorni; oppure 1 Open
Stake da 2 giorni e 1 Open Stake da 1 giorno; oppure
vincere il retriever Championship.
Inoltre deve essere in possesso di un “Water Certificate”
che attesta che entra in acqua senza problemi e nuota,
e deve avere un “Drive certificate” che attesta che sta
calmo e silenzioso e steady durante un drive.
Non è richiesta alcuna qualifica in esposizione.
Normalmente vengono omologati 1-2 campioni Golden
all’anno (qualche volta nessuno e raramente 3) e 10-12
campioni Labrador.
In Svezia: SJCH è il campione di lavoro che ha
ottenuto 3 volte l’eccellente (1° premio, alla svedese)
in cold game test, più ha passato un intero giorno di
caccia sotto l’osservazione di un giudice, e in più ha
avuto un Molto Buono in expo. SJ(j)CH è il campione
che ha avuto gli stessi risultati riportati sopra, ma non
ha il Molto Buono in expo.
Per quanto riguarda il lavoro, possiamo notare che
l’Italia è l’unico paese dove esistono prove di differente
livello, ma senza un regolamento che ne codifichi
chiaramente lo svolgimento e senza una differenziazione dei campionati.
52
DALL’INGHILTERRA
per il benessere dei cani di razza
di Patty Fellows
A novembre un gruppo del parlamento inglese chiamato APGAW (Associate Parlamentary Group for
Animal Welfare) ha pubblicato un rapporto molto atteso sul futuro dei cani di pura razza.
L’inchiesta, composta di nove MP (membri del
parlamento) e tre Peer (Pari – titolo nobiliare), è stata
organizzata un anno fa per indagare i problemi della
malattia genetica e della selezione genetica messi
in evidenza dal programma “controversa della BBC”
Pedigree Dogs. L’inchiesta ha raccolto prove da fonti
diverse, da proprietari dei cani, allevatori, club di
razza, addestratori, comportamentisti, accademici e
associazioni per i diritti degli animali.
Ilrapporto propone numerose raccomandazioni per il
Kennel Club inglese da seguire in coordinazione con
altri gruppi interessati come le società specializzate e i
veterinari. L’indagine consiglia anche la fondazione di un
gruppo indipendente per dare consigli ai club di razza
attraverso il KC esistente. Mentre l’inchiesta riconosce
il lavoro fatto del KC nell’ultimo anno, crede che passi
successivi siano necessari nell’arco del prossimo anno.
Ecco alcune delle raccomandazioni principali:
•
Tecniche di selezione come l’incrocio
di consanguinei e l’uso di stalloni molto
utilizzati dovrebbero essere riconosciute
come fattori importanti legati alle malattie
ereditarie. Consigliano il KC di imporre delle
regole chiare per limitare l’uso eccessivo di
stalloni, da determinare insieme ai genetisti
e agli esperti del benessere dei cani (il KC
ha già vietato la registrazione di cucciolate
provenenti dall’accoppiamento fra cani
imparentati).
•I controlli sanitari per malattie ereditarie
Il rapporto conclude che esiste di fatto un problema
grave nella salute e il benessere di diversi cani di
pura razza, anche se ammette che sia difficile stimare
quanto sia grave ed esteso il problema, a causa della
scarsità di dati disponibili.
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dovrebbero diventare obbligatori a livello
legislativo per la selezione di riproduttori.
•Con
il coinvolgimento di diverse organizzazioni, il
KC dovrebbe introdurre delle strategie specifiche di
selezione per ogni razza in modo da diminuire nel
tempo le malattie ereditarie.
cani nel mondo
Retriever e non solo - libri, tv, regali, attualità, curiosità
a cura di Patty Fellows and Alessandra Franchi
da leggere
Training the Working Retriever di Anthea Lawrence,
Ed. Quiller - 2009. (Solo in inglese).
•
Il KC è invitato ad aggiornare il suo sito web per fornire
più informazioni sui problemi di salute e per rendere più
visibili gli allevatori che eseguono i controlli sanitari.
•
I veterinari dovrebbero attivarsi per educare gli
allevatori e i loro clienti sulle malattie ereditarie e per
assicurare che i cuccioli venduti siano sani.
•
I cuccioli dovrebbero essere venduti con un contratto
di vendita legale.
•
Le società specializzate dovrebbero assicurare
meglio che i loro soci allevatori seguano i loro codici
deontologici, e prendere provvedimenti contro i soci
che non lo fanno.
•
Tra gli infiniti libri di
addestramento retriever
a questo “Training the
Working Retriever”
spetta un posto in primo
piano: è stato scritto
con precisione e grande
amore per il cane, nostro
compagno nel lungo
viaggio dell’addestramento, e Anthea Lawrence
ci consegna un piccolo
gioiello: passo a passo,
dalla scelta del cucciolo
fino all’addestramento più avanzato l’autrice ci guida
a fare scelte logiche e conseguenti, ponendo grande
attenzione a insegnare al cane, a guidarne l’apprendimento in modo positivo e a dare al cane il tempo di
imparare ciò che gli insegniamo, controllando che stia
imparando ciò che gli vogliamo insegnare e non altro!
•I
Il Patto dei Labrador di Matt Haig, Einaudi - 2009.
(In inglese e italiano).
•Il KC dovrebbe fare più attentamente il monitoraggio
di tutti gli allevatori che registrano cani e implementare
nuovi standard sulla salute e il benessere per tutte le
razze.
Il KC dovrebbe approfittare di raduni e esposizioni
per evidenziare la salute prima dell’estetica, e utilizzare
gli standard di razza per assicurare che i cani siano
funzionali.
cani non dovrebbero poter avere piazzamenti o
vincere i titoli di bellezza se non hanno superato
i controlli sanitari per diminuire la possibilità che
riproduttori trasmettano malattie ereditarie.
I portavoce del KC hanno risposto in una
maniera positiva, dicendo che queste raccomandazioni serviranno come un inizio
di dibattito. Il KC accetta di assumere un
ruolo centrale nel salvaguardare il futuro
delle razze ma sottolinea come ulteriori dati
scientifici siano necessari insieme al dibattito
con i diversi gruppi interessati per assicurare
che tutte le raccomandazioni siano seguite.
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Il “Patto dei Labrador “di M.Haig è una favola,
sicuramente di ispirazione shakespeariana, narrata in
modo insolito, acuto e
divertente da Prince il
labrador di casa Hunter.
Prince è un attento
osservatore delle azioni,
dei comportamenti di
ogni membro della sua
famiglia ed è soprattutto
messo in allarme
dalle difficoltà che
incombono su di loro.
Sempre diviso tra il
suo mentore il labrador
Henry e il malvagio
springer Falstaff, Prince
non esita a intervenire
tradendo anche il patto
dei labrador pur di preservare l’unità della famiglia.
Scelta drammatica che gli costerà molto cara…
In primo piano l’amore commovente, viscerale, di
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un cane disposto a tradire la propria natura pur
conoscendo le relative conseguenze imposte dal
mondo degli umani.
Si tratta solo di una favola che evidenzia però la
profonda sensibilità del Labrador additato dalle altre
razze come razza “diversa” molto più vicina al mondo
umano che a quello animale.
Ora la mia riflessione è: ma noi umani siamo sempre
davvero all’altezza di sapere cogliere il linguaggio e le
conseguenti esigenze del nostro labrador? e saremmo
anche noi in grado di tradire il “Patto degli Uomini” per
il bene del nostro cane?
Ma questa è un’altra favola….
*di Patrizia Michelini, socia RCI
Liu’. Biografia morale di un cane di Edmondo
Berselli, Mondadori - 2009. (In italiano).
La trama di questo
romanzo si sviluppa a
un doppio livello, come
se fosse un racconto
allegorico. Su un livello
superficiale racconta
come la vita quotidiana di
una coppia di mezza età
senza figli cambia quando
entra una labrador nera
chiamato Liù, il nome della
schiava di Turandot. Su
un livello più profondo,
la cagna con i suoi modi
irresponsabili e invadenti
mette in crisi il loro senso
del mondo ordinato e del rapporto uomo-cane; l’autore
comincia a leggere il mondo intorno in un nuovo modo.
da vedere
Basta! Sono io o il cane, Animal Planet (Sky
Television canale 421) domenica alle 21 e 21.30
Metti ti a fianco della talentuosa addestratrice inglese
Victoria Stilwell mentre attraversa le Isole Britanniche
e gli Stati Uniti in una spider rossa per sistemare
famiglie con alcuni dei cani più disastrosi del mondo.
Victoria risolve dei problemi che sembrano senza
rimedio (per alcuni cani è l’ultima speranza) in modo
Retriever e non solo - libri, tv, regali, attualità, curiosità
Retriever e non solo - libri, tv, regali, attualità, curiosità
a cura di Patty Fellows and Alessandra Franchi
vivace e originale, utilizzando solo i metodi positivi
basati sul premio.
In ogni episodio Victoria visita una nuova famiglia,
raccoglie le prove, si
fa raccontare da tutti e
osserva il comportamento
di cani e persone. Dopo
tutto questo diagnostica
il problema e comincia a
rieducare tutti i membri
del branco, utilizzando
tecniche pratiche per
motivare sia umani che
cani. Il programma è
stato creato dall’azienda
inglese Ricochet per il canale 4 e oggi viene seguito
in più di 20 paesi. Visita il sito web per sapere di più
dei consigli segreti di Victoria e per vedere i video dei
dieci cani più terribili:
www.animal.discovery.com/tv/its-me-or-dog/
da comprare
Un anno nuovo golden
Inizia il nuovo anno con il golden calendario
2010 creato dalla sezione golden retriever RCI.
Acquistandolo per soli 10 euro, aiuterai La Lega
nazionale per la difesa del cane, un’associazione
benefica che si batte dal 1950 sul territorio italiano per
i diritti degli animali abbandonati e maltrattati. Ogni
mese vedrai le foto simpatiche di golden dei soci e
sostenitori del RCI in acqua e su terra, durante il gioco
e in momenti di relax. Troverai il calendario in vendita
al banchetto gadget ai raduni e alle esposizioni RCI.
Per la spedizione a casa contatti il presidente Maria
del Mar Viggianiello: [email protected].
Power Paws
Quando il rottweiler quattordicenne Woodrow ha
cominciato ad aver difficoltà ad alzarsi e a camminare
per la sua displasia delle anche, il veterinario di
Lorraine Walston le ha consigliato di mettere la
moquette in casa. Lorraine invece ha inventato i
“Power Paws”, una versione canina di calze antiscivolo
che permettono ai cani displasici e anziani di
camminare senza fatica sui pavimenti di legno e di
marmo. Le calze sono elasticizzate per aderire bene
a cura di Patty Fellows and Alessandra Franchi
alle quattro zampe e sono venduti in quattro misure:
da XXS per i chihuahua a XXXL per il sanbernardo al
costo di $19.99 per quattro. Per informazioni vai al sito
www.woodrowwear.com.
Nuova ciotola Aqua-fur
La nuova ciotola Aqua-fur di Tazlab è stata creata per
proprietari avventurosi
che hanno bisogno di
una ciotola pieghevole
da mettere nello zaino
che non scivoli nel
dietro della macchina,
e rimanga abbastanza
rigida per servire
Fido cibo e acqua. La
ciotola viene venduta
in quattro colori ed è
costruita in silicone
certificatoa e non
tossico. Per saperne
di più visita www.tazlab.com.
Protezione per i nostri water dogs
Nei mesi invernali cacciatori e cani esposti per ore
al gelo e al ghiaccio sono più soggetti a morire per
il freddo che per qualsiasi altra ragione, inclusi gli
incidenti di caccia.
Temperature di
acqua sotto 13° e di
aria sotto 4°, insieme
al vento forte, sono
condizioni ideali per
l’ipotermia canina.
Il “Neoprene Dog
Parka” di Avery
funziona come una
muta per tener caldo
le zone del petto e
della pancia del tuo
cane. In più il cane
galleggia meglio
nell’acqua – conservando le sue forze per altri riporti
– e si asciuga più in fretta. Il giubbotto presenta anche
delle maniglie incorporate in modo da poter sollevare il
cane dall’acqua sulla barca.
Visita www.averyoutdoors.com.
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notizie
Axel vince Eukenuba World Challenge 2009
Incantando spettatori e giudici con il suo passo
elegante e distinto, il Bracco Italiano Axel ha vinto
l’ambito Best in Show a Eukenuba World Challenge a
Long Beach, California il 13 e 14 dicembre.
Axel Del Monte Alago, pluricampione Bracco Italiano
di quattro anni (una razza non ancora riconosciuta in
America) è stato scelto da ENCI per rappresentare
l’Italia alla terza edizione di questo expo prestigioso
di campioni di 54
diversi paesi. Axel
rappresenta una
antica e illustre
razza italiana che è
stata selezionata per
cercare e fermare
la selvaggina prima
dello sparo, nota per
le sue forti attitudini
di caccia e il suo
trotto che è quasi
una danza. Come
cane ha iniziato
una vita normale
all’unica cucciolata di Rivana, pluricampionessa che
vive a Savona. E’ stato scelto a solo tre giorni di vita
dal suo proprietario Salvo Tripoli, commercialista e
allevatore amatoriale, insieme alla sua socia Bitte
Ahrens, una allevatrice svedese di levrieri. Tripoli
commenta che riusciva già a vedere che Axel “era
un cane con la stoffa del campione”. Dice che il suo
successo dipende del suo Dna, perchè “buon sangue
non mente” e “eleganza o ce l’hai dentro o non la
impari. Axel è nato così.”
Cuccioli dietro le sbarre
A novembre due cuccioli Labrador sono diventati
i più giovani detenuti in una carcere a Lodi. Sono
i primi cani a partecipare a un progetto innovativo
chiamato “Puppy Walker” organizzato in collaborazione con i soci del Lions Club Torrione. L’idea
di base è quella di considerare i detenuti come
una famiglia che adotta i due cuccioli, dopo di che
saranno restituiti alla associazione ai fini dell’addestramento per le persone non vedenti. I detenuti
dovranno anche assistere ai corsi sull’educazione del cucciolo e sulle tecniche di gestione del
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piccolo animale. La
direttrice Stefania
Mussio spera che
i reclusi avranno
anche il beneficio
di trascorrere
momenti piacevoli
in compagnia
dei piccoli amici.
Questa è la terza
di una seria di
iniziative mirate
a migliorare il
benessere dei detenuti e la qualità di vita dietro le
sbarre.
I giudici di esposizione inglesi devono seguire i
Field Trial
Il Kennel Club inglese ha recentemente introdotto una
nuova richiesta per i futuri giudici di esposizione che
dovranno assegnare i CC: essi dovranno assistere
a un field trial
o a un working
test a livello
“open” prima di
poter ricevere la
autorizzazione
ad assegnare
i CC. Ai giudici
già accreditati
viene rivolta una
forte raccomandazione a fare
altrettanto.
Questo nuovo
criterio è in
accordo con la campagna “Fit for Function: Fit for
Life” lanciata per rispondere alla recente polemica
con i gruppi animalisti sul benessere dei cani di
razza. E’ stato pensato per far in modo che i giudici
di esposizione possano capire meglio il lavoro per
il quale le razze che essi giudicano sono state
create e che, nel fare i giudizi, tengano in conto
l’adeguatezza dei soggetti al lavoro loro proprio. Agli
aspiranti giudici verrà concesso il privilegio di stare
in linea con i giudici dei field trial o working test, che
spiegheranno loro le proprie valutazioni. Ci si augura
che questo promuoverà maggiore collaborazione e
comprensione tra lato esposizione e lato lavoro di
molte razze.
Retriever e non solo - libri, tv, regali, attualità, curiosità
a cura di Patty Fellows and Alessandra Franchi
Il fagiano dal campo al tavolo
Quando le battute di caccia all’inglese erano molto
diffuse in Inghilterra nel ‘800, a cena potevano
servire il fagiano, il cervo o l’oca arrostiti. Anche
le cucine tradizionali locali in Europa e in America
offrono una varietà di suggerimenti per portare il
fagiano dal campo al tavolo.
Oggi il fagiano rimane il volatile selvatico più esteso
e più antico nel mondo. E’ stato introdotto in Europa
dal suo abitato naturale in Asia durante l’Impero
Romano e negli anni è diventato parte della fauna
naturale europea. Sia i romani che i normanni
l’hanno portato nelle Isole Britanniche nel 10°
secolo; dopo di che è stato ignorato per secoli e poi
riscoperto dai
cacciatori negli
anni intorno
al 1830. Da
questa epoca
è stato allevato
sia in UK che
sul continente,
e oggi sta
tornando di
moda sul tavolo
in un clima di
preoccupazioni per la carne
proveniente da
allevamenti intensivi. In Inghilterra si trova anche
nel supermercato e il Game & Wildlife Conservation
Trust sta ricercando metodi per aumentare la
riproduzione dei fagiani naturali.
Nella maggior parte delle ricette le fagiane giovani
sono arrostite intere nel forno a vapore. Si può
anche arrostire un giovane maschio o femmina
seguendo una ricetta per il pollo arrosto, o riempirlo
con castagne o salsiccia. Se invece il fagiano è
più anziano, è meglio togliergli la pelle e tagliarlo a
pezzi, e poi cucinarlo in umido con verdure.
Ecco una ricetta per il patè di fagiano per una
bella “Merenda Sinoira (alla piemontese)” dopo la
giornata di caccia:
Togliere la pelle di un fagiano, farlo a pezzi, mettere
i pezzi in padella con olio, burro, rosmarino, aglio
e sale e cuocere coperto a fiamma media fino
a quando sarà tenero e delicatamente rosolato.
Raffreddare e disossare. Mettere nel frullatore
i pezzetti di carne con 120 gr di burro, 80 gr di
panna da montare, mezzo cucchiaio di grappa,
3 cucchiai di marsala, 6-7 mandorle tostate e
sbriciolate, 1 cucchiaio di parmigiano grattugiato,
un pizzico di noce moscata, sale. Lavorare fino
a quando la massa si gonfia, poi mettere in uno
stampo e lasciarlo in frigo almeno tre ore. Volendo
conservarlo alcuni giorni, coprire con uno strato di
gelatina aromatizzata al Marsala. Buon appetito!
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