TESTIMONE DELLA FEDE E Dialogo tra Culture e Religioni
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TESTIMONE DELLA FEDE E Dialogo tra Culture e Religioni
TESTIMONE DELLA FEDE E Dialogo tra Culture e Religioni “Noi siamo molto bravi a dare, a ricevere no. Bisogna, invece, mettersi nella disponibilità ad accogliere il dono degli altri. Il marocchino, il tossicodipendente, l’altro in genere sono soggetti che hanno da darci anche loro qualcosa. Tutto questo significa attenzione ai volti e valorizzazione della diversità come fattore di ricchezza. La tavola attorno a cui persone uguali e distinte seggono per mangiare il pane è il simbolo dell’umanità nuova che ci sforziamo di realizzare già qui sulla Terra. L’immagine di una società solidale fiorisce solo quando i fratelli si trovano insieme e dialogano.” Don Tonino testimonia con concretezza questo pensiero. Nell’ottobre del 1986 solidarizza con i marocchini di Ruvo, mediando con le autorità per non farli mandare fuori dalla città e ancora a marzo del 1991 accoglie nel Seminario regionale 125 profughi albanesi sbarcati a Molfetta e ne invia molti altri , sbarcati a Brindisi, in vari centri religiosi. TESTIMONE DELLA FEDE E Pace La vocazione pacifista e il rifiuto di ogni violenza hanno certamente le loro radici nell’aver sperimentato il dolore della perdita dei fratelli maggiori nell’ultimo conflitto mondiale e si caricano di vitalità quando nel novembre del 1985 Don Tonino è nominato presidente nazionale di Pax Christi, un movimento cattolico internazionale per la pace. Egli parla di pace come “Preghiera, Audacia, Convivialità, Esodo.” Preghiera perché è dove c’è la luce che noi possiamo trovare questi valori. Audacia che è franchezza di parola, capacità di denunciare la folle corsa alle armi e al loro commercio clandestino, l’iniqua distribuzione delle ricchezze della terra, i problemi della fame e della miseria. Convivialità delle differenze, cioè sedere alla stessa tavola con persone diverse che noi siamo chiamate a servire Esodo, cioè, lasciare le ricchezze, il potere, la volontà di dominio che è anche potere sulle coscienze, sui poveri, lasciare le vesti e cingersi il grembiule. TESTIMONE DELLA FEDE E Povertà “Condividere la situazione dei poveri deve diventare stile di vita. Stare dalla parte degli ultimi significa allenarsi a conoscere i compagni di viaggio. Prima la povertà aveva i suoi standard. Uno straccione faceva subito capire di essere un povero. Adesso i poveri sono diversi. Sono dappertutto, magari hanno il portafoglio pieno e il cuore vuoto. Non sanno per che cosa vivere, non sanno amare, non hanno il dono di nessuno, non sanno a chi stringere una mano. Esauriti,incompresi,disoccupati,giovani che si chiudono in sé stessi. Siccome ho la grande casa dell’episcopio,vi ho introdotto la gente che ha bisogno. Questo è condividere la povertà degli altri.” TESTIMONE DELLA FEDE E Giustizia Don Tonino si impegnò sul fronte della giustizia con chi era nel bisogno, volgendo la su attenzione verso i più poveri di questa nostra società, i tossici. Sicchè nel 1985 fondò la Comunità di Accoglienza e Solidarietà Apulia che suona con il nome familiare di CASA, ad indicare che il recupero non passa solo per una cura disintossicante, ma per il recupero di tutta la persona a quote di normalità familiare e sociale. Per questo progetto investì molte energie e molte risorse, destinando ogni provento personale, derivante da offerte per conferenze, a questo fine. Trovandosi in ristrettezze economiche per il pagamento dei mutui contratti per l’acquisto della struttura CASA, continuò sempre a confidare nella Provvidenza tanto da non lasciare alcun debito alla sua morte e consegnando tutta la proprietà alla Diocesi. TESTIMONE DELLA FEDE E Politica L’icona del Samaritano diventa l’immagine dell’uomo politico, capace di misericordia, che “non disdegna di sporcarsi le mani, che non passa oltre per paura di contaminarsi, che si impiccia dei problemi altrui, che non si rifugia nei suoi affari privati. Un politico che disdegna la prossimità e si chiude nell’alterigia aristocratica della sua funzione, non è degno di questo nome. Il politico vero, come il buon Samaritano, ha misericordia del popolo e gli si fa vicino per restituirgli la mezza vita che gli hanno tolta e non per aggiungergli la mezza morte che gli manca e stenderlo definitivamente.” Il 27 novembre 2007 la Congregazione per le Cause dei Santi ha avviato il processo di beatificazione. ISTITUTO COMPRENSIVO “SCARDIGNO-SAVIO” - MOLFETTA LAVORO SVOLTO DAGLI ALUNNI DELLE CLASSI TERZE SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO - a.s. 2012-2013 NOME: Antonio Antonio nasce nell’estremo lembo di terra che costituisce la Puglia: il Salento. Certamente la figura più importante nella sua vita è la madre: Maria Imperato che si era sposata con Tommaso Bello. Appena 8 anni dopo rimane vedova, con tre figli da accudire. Egli è il primogenito, gli succedono Trifone e Marcello. Gli viene dato il nome di Antonio che significa: colui che combatte, affronta, precede. Si è distinto infatti, per il coraggio profetico con cui ha affrontato il suo ministero pastorale. COGNOME: Bello Il cognome è quello del padre Tommaso del quale Tonino ricorda poco. Egli quando si sposò con Maria era vedovo e padre di due figli: Giacinto e Vittorio. Morì improvvisamente, probabilmente per un attacco cardiaco il 29 Gennaio 1942. Anche i suoi fratelli maggiori moriranno durante il conflitto mondiale. Il 9 settembre 1943 muore Vittorio nell’ affondamento della corazzata Roma e l’anno successivo, il 3 ottobre, muore Giacinto il quale era radiotelegrafista sui MAS. NATO: 18 Marzo 1935 Tonino nasce in pieno periodo fascista. L’Italia, dopo aver dichiarato guerra all’Etiopia, il 2 ottobre subisce le sanzione economiche dalla Società delle Nazioni. Mussolini parla di assedio economico e invita il popolo italiano a sacrificarsi in nome della patria. Il 18 dicembre si svolge in tutta Italia “la giornata della fede” in cui gli italiani sono chiamati a cambiare la loro fede in oro con una in acciaio. CITTADINANZA: Il creato Tonino amava la bellezza del creato, dono di Dio per tutti gli uomini che si può ammirare “nella maestà delle vette innevate, nell’assorto silenzio dei boschi, nella forza furente del mare, nel brivido profumato dell’erba, nella pace della sera”. Egli amava ripetere spesso: “la bellezza salverà il mondo e ci fa intuire che ogni cosa della Terra è appena un ruvido seme destinato a fiorire nelle serre di lassù”. RESIDENZA: Alessano e dintorni Ad Alessano Tonino frequenterà le scuole elementari. Ad ottobre del 1945 entrerà nel seminario di Ugento. Successivamente passerà per il liceo al Pontificio Seminario Regionale Pio XI a Molfetta. Proseguirà gli studi a Bologna dove giungerà nel 1953. Qui riceverà gli ordini minori e l’ordinazione diaconale. Ma sarà Mons. Ruotolo nella sua Alessano che l’ 8 dicembre 1957 lo ordinerà presbitero. Nel 1958 sarà nominato vice rettore nel seminario di Ugento e nel 1978 parroco di Tricase. Il 10 Agosto 1982 sarà eletto vescovo della diocesi di Molfetta, Giovinazzo, Ruvo e Terlizzi. STATO CIVILE: Innamorato Don Tonino ha vissuto ogni istante della sua vita innamorandosi perdutamente di Maria e di Gesù, non loro “aggrappandosi” come soleva dire, ma completamente abbandonandosi al loro amore. Era abituato a prolungate soste davanti al Tabernacolo, da cui traeva energia e ispirazione. Al suo capezzale, nei suoi ultimi mesi di vita, ha voluto le icone di Maria, venerata come protettrice nei paesi della sua diocesi: Maria dei Martiri, di Corsignano, di Sovereto, delle Grazie per sentire la sua rassicurante presenza. PROFESSIONE: Fratello vescovo Don Tonino vescovo di Molfetta nel 1982, nonostante l’alto incarico ecclesiale, era affabile e disponibile con chiunque bussava alla sua porta per chiedere una parola di conforto, un aiuto materiale, un momento di ristoro per l’ anima. Era notato proprio per la sua scelta di una vita comune. Vescovo, prendeva l’autobus, andava spesso in bicicletta, per non inquinare con l’ auto, discorreva con la gente al bar. Coniugava il magistero evangelico, con il servizio di persona a chiunque ne avesse bisogno. Non temeva di partecipare a manifestazioni pubbliche e cortei non violenti e pacifisti. Morì poco dopo aver partecipato, gravemente ammalato, alla marcia a piedi dei 500 su Sarajevo durante il conflitto della ex Jugoslavia. CARATTERISTICHE: Don Tonino non si è mai adagiato nelle retrovie della storia o nei protetti accampamenti dei miseri progetti degli uomini, ma è sceso sempre in prima fila accanto a chi soffre, a chi subisce ingiustizie, alle famiglie senza casa né lavoro, ai giovani senza ideali e senza futuro, a tutti coloro ai quali la vita nega anche il più elementare dei diritti. Egli è stato un credibile: TESTIMONE DELLA FEDE E Carità Se la fede ci fa essere credenti, e la speranza ci fa essere credibili,è solo la carità che ci fa essere creduti. Don Tonino rilancia con forza a vivere la carità “con viscere di misericordia”. “Occorre prendere coscienza che i poveri esistono ancora, bisogna rimuovere i meccanismi che generano la sofferenza ed è necessaria la solidarietà come impegno per il bene comune. E’ necessaria la solidarietà lunga, non quella corta. La solidarietà corta è quella di dare ai poveri il pane, il vestito, un tetto. La solidarietà lunga è quella di schierarsi dalla parte di coloro che non contano niente, perché Dio li ama e sceglie loro per operare i prodigi del suo annuncio.” TESTIMONE DELLA FEDE E Ragione Don Tonino ha incarnato il concetto di ragione come elemento di “democrazia fra gli uomini”. Grazie alla ragione l’uomo esce da uno stato di minorità, ovvero di incapacità di avvalersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. La ragione è dunque intesa come strumento di conoscenza della realtà che rende uguali gli uomini. “Il Signore vi liberi dalle tentazioni della superficialità. Vi comunichi la gioia di riconoscervi poveri e vi preservi dall’ arroganza di sentirvi ricchi di scienza che gonfia. Il Signore non coltiva le nostre superbie intellettuali. Non l’acquazzone torrenziale, ma la rugiada della sua Sapienza fecondi i vostri propositi.” TESTIMONE DELLA FEDE E Scienza Don Tonino in alcuni scritti ha voluto affermare l’ambiguità del progresso che non sempre è indice di sviluppo. “Le sofisticatissime armi moderne si inseriscono nella logica del progresso, non in quello dello sviluppo, perché non favoriscono l’uomo integrale. Anche il fascino del nucleare, con tutti i suoi vantaggi immediati rispetto al fabbisogno energetico , è segno di progresso: ma bisognerà stare molto attenti a dargli la patente di sviluppo se alimenta il sospetto che possa pregiudicare il futuro della Terra e arrestare la crescita armonica del genere umano. Il nostro compito è quello di batterci affinché ogni segno di progresso porti anche la sigla dello sviluppo e questo ci porterà sui traguardi della pace.” TESTIMONE DELLA FEDE E Sofferenza Per Don Tonino la sofferenza trova un senso vero solo se condivisa amorevolmente con Dio. Dice infatti: “c’è anche il caso che il dolore rafforzi l’intimità con Dio, il quale viene riscoperto non come rifugio di consolazione, ma come Colui che conosce il dolore e che sa solidarizzare fino in fondo con tutta la nostra esperienza.” Colpito da un male inguaribile non cessò un solo istante di affrontare anche le sofferenze che non gli appartenevano, lasciando sempre spazio a chi chiedeva aiuto o desiderava una risposta sull’assurdità del dolore.