Luca Parmitano, il cow boy spaziale amico dell`ambiente

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Luca Parmitano, il cow boy spaziale amico dell`ambiente
ILGIORNALEDELLAPROTEZIONI
28/05/13
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Luca Parmitano,
il
cow boy spaziale amico dell'ambiente
L'astronauta italiano partirà' questa sera diretto verso l'International Space Station, dove
stara' 166 giorni. Intervistato da Greeno.it parla del suo rapporto con l'ambiente
Martedi 28 Maggio 2013 - Attualità' Partirà' questa sera per un viaggio davvero speciale. L'astronauta italiano Luca Parmitano
fa parte dell'equipaggio della navicella Soyuz, che alle 22.31 ore italiane si staccherà'
dalla terra con destinazione l'International Space Station. E' li' che Luca Parmitano passera'
sei mesi in orbita attorno alla Terra. Sarà' il primo italiano a camminare nello spazio: effettuerà'
due "passeggiate spaziali" e parteciperà' a numerosi esperimenti, che riguardano soprattutto
cambiamenti fisiologici dell'apparato muscoloscheletrico in condizioni di microgravita'
e dei ritmi circolatori. Con lui c'è' anche l'altra e' Samantha Cristoforetti, un'altra astronauta
italiana che fa parte dall'Agenzia spaziale europea (ESA).
Luca e' un catanese di 36 anni, maggiore dell'Aeronautica con 2000 ore di volo sulle spalle
e medaglia d'argento al valore. Fa parte della "nuova generazione" di astronauti dell'ESA
ed e' alla sua prima missione dello spazio. Insieme a lui, nella Soyuz partono due veterani
del cosmo: il russo Fyodor Yurchikhin, 54 anni, alla sua terza missione sull'ISS, e Karen
Nyberg della NASA, 43 anni, che nel 2008 e' stata la 50esima donna a volare nello spazio.
Nei giorni scorsi Luca Parmitano e' stato intervistato da portale Greeno - un gruppo di giornalisti
che si occupano di tematiche legate alla terra e all'ambiente - in collaborazione con il concorso
Giornalisti Nell'Erba. Vi proponiamo alcuni stralci dell'intervista, consultabile nella sua
interezza a questo link.
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Luca, e' tutto pronto. Stai per partire per la Stazione Spaziale Internazionale. Come ti sei
preparato?
il privilegio di essere il primo della nuova generazione degli astronauti dell'ESA a essere
stato assegnato a una missione sulla ISS. Il mio volo avrà', tra gli altri, l'obiettivo di
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promuovere il futuro dell'esplorazione spaziale dell'Europa, il ruolo che l'Europa ha sulla
Stazione (attraverso l'ESA) e sottolineare l'importante ruolo dell'Italia nel campo dell'astronautica.
La mia missione sarà' la prima di lunga durata per l'Agenzia Spaziale Italiana. L'addestramento
per una spedizione (che corrisponde a una permanenza di 6 mesi sulla Stazione SpazialeLa preparazione
della missione Internazionale) ha una durata di circa 2 anni e mezzo. Consiste inizialmente
in una serie di lezioni teoriche che servono a preparare l'astronauta ai vari componenti della
Stazione; poi prosegue con l'addestramento pratico nei simulatori. Le aree di lavoro sono
molteplici: ci addestriamo a lavorare nei vari settori dell'ISS (Americano, Russo, Europeo
e Giapponese), alla loro manutenzione; a lavorare ai vari esperimenti presenti durante la
spedizione (a bordo dell'ISS sono presenti, in un dato momento, anche più' di 100 esperimenti,
molti dei quali dell'ESA e dell'ASI); a rispondere alle situazioni di emergenza, per mettere
l'equipaggio e la Stazione in sicurezza; a effettuare Attività' Extraveicolari (le cosiddette
"passeggiate spaziali") con lo scafandro; a operare attra- verso il braccio robotico Canadarm2;
e, nel mio caso, mi addestro anche come copilota della navetta Soyuz, il che vuoi dire che
devo essere pronto a effettuare in maniera manuale tutte le fasi più' importanti del volo.
Come pilota dell'Aeronautica Militare (sono un Maggiore tutt'ora in servizio) questo e' uno
dei ruoli che rendono più' interessante la missione!
Per via dello spazio limitato, le dotazioni delle navicelle devono essere sicuramente ottimizzate,
riducendo al massimo le risorse da utilizzare. Com'e' organizzata in questo senso la stazione
spaziale?
Sebbene l'ISS sia l'astronave più' grande mai costruita, il volume e' effettivamente limitato.
L'organizzazione della logistica di bordo e' gestita grazie a un software, chiamato IMS (Inventory
Management System), accessibile dagli astronauti e dal personale di terra, dove e' catalogato
ogni oggetto presente a bordo, e il luogo in cui si trova. Grazie a questo software si cerca
di evitare la ridondanza, laddove non sia stretamente necessaria per motivi di sicurezza,
e limitare le risorse. Per quanto possibile, cerchiamo di intervenire per riparare guasti,
piuttosto che cambiare una installazione con una nuova. Facciamo molta manutenzione preventiva,
per evitare che si sviluppino problemi con la strumentazione. E infine, dove possibile, ricicliamo:
non siamo ancora arrivati ad avere un ambiente completamente autosufficiente, e ne siamo anzi
ben lontani, ma siamo sicuramente all'avanguardia in questo campo.
i
energie rinnovabili stanno prendendo sempre più' campo nella nostra realta'. Aumenta la
consapevolezza della necessita' di optare per una soluzione "alternativa" ai combustibili
fossili. Cosa si sta facendo per portare le fonti rinnovabili anche nello spazio? L'energia
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solare che ruolo ha oggi in questo settore?
spazio e' da sempre la massima espressione della tecnologia di frontiera, per cui già'
da anni satelliti e le sonde spaziali utilizzano combustibili non fossili che ali- mentano
motori e gli strumenti per moltissimi anni. Le tecnologie al momento esistenti non consentono
tuttavia di costruire vettori spaziali (ovvero, lanciateri) funzionanti con fonti di energia
rinnovabili. Uno dei problemi e' che le risorse destinate alla ricerca spaziale sono estremamente
limitate, e chi gestisce programmi spaziali si trova di fronte a un dilemma: come impiegare
fondi a disposizione cercando di crea- rè nuove tecnologie (o migliorare quelle esistenti)
senza intaccare programmi in atto. Comunque la ricerca nel campo energetico continua: uno
degli esperimenti che seguirò' sulla Stazione (italiano, per altro - con la cooperazione dell'Agenzia
Spaziale Italiana) si chiama Green Air e si prefigge di studiare il funzionamento di combustibili
e comburenti per minimizzare le emissioni - in orbita come sulla Terra. Per quanto riguarda
l'utilizzo dell'energia solare, la risposta e' molto più' semplice: quasi il 100% dell'energia
elettrica utilizzata dalle navette spaziali e' prodotta attraverso pannelli solari e poi conservata
in appositi accumulatori. Sulla Stazione Spaziale, il 100% dell'energia prodotta e' solare.
Inoltre il sistema di generazione di ossigeno utilizza un motore Sabatier che combina l'ossido
di carbonio prodotto dalla respirazione (C02) con idrogeno (H2) per generare metano (CH4)
e ossigeno (02). L'idrogeno proviene da un altro sistema, chiamato OGA, che utilizza acqua
riciclata (H20) per generare H2 e ossigeno. Ecco un esempio di tecnologia sostenibile, efficace
Lo
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e razionale.
Qual e' la prima cosa che farai quando tornerai sulla Terra? Cosa pensi ti mancherà' di più'
quando sarai sulla ISS?
E' difficile immaginare cosa faro' al rientro, perche' non ho ancora volato e passo molto
più' tempo a pensare a quello che faro' durante sei mesi di lavoro in orbita. Posso immaginare
che, viste le condizioni di vita sull'ISS, avrò' voglia di fare una lunga doccia. Sono invece
sicuro che nulla potrà' mancarmi più' delle mie due figlie.
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red/wm
fonte: Greeno.it/Giornalisti nell'erba
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