Dott. Emanuele Risciotti Scelta del materiale restaurativo in funzione
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Dott. Emanuele Risciotti Scelta del materiale restaurativo in funzione
Dott. Emanuele Risciotti Scelta del materiale restaurativo in funzione della diagnosi, parte 1: restauri in metallo ceramica Il relatore presenta con l’ausilio di casi clinici le indicazioni che ritiene essere ancora in essere per la realizzazione di restauri protesici in metallo ceramica, ricordandoci come questo tipo di restauro sia ancora oggi il gold standard prognostico al quale tutti i nuovi materiali devono rapportersi. Il materiale scelto per il restauro ha un impatto sull’estetica ma anche sui fattori di rischio prognostico. La scelta del materiale restaurativo in protesi va fatta in funzione della diagnosi locale e sistemica, del singolo pilastro e di tutto il trattamento, non tanto (soltanto per la scelta del materiale) in relazione alla complessità del caso, ma piuttosto alla segmentazione del restauro, infatti l’aspetto progettuale cambia molto se è previsto un restauro su un pilastro singolo o un restauro protesico con pilastri collegati. Diagnosi sito specifica: per la scelta del materiale si deve tenere in massimo conto la presenza di discromie ed i erosioni. Una discromia molto pesante che si estende oltre la giunzione amelocementizia in zone estetiche vede indicata una metallo ceramica per il suo effetto coprente, nelle discromie bisogna tenere conto anche dello spessore dei tessuti parodontali. Diagnosi sito specifica per il posizionamento del margine: discromie, erosioni, integrità strutturale, biotipo parodontale, rapporto cresta ossea margine gengivale: (high crest, normal crest, low crest). Una delle considerazioni da fare nella scelta dei materiali è la prognosi a lungo termine: se uno degli obiettivi terapeutici principali è la stabilizzazione dei pilastri quando ci sono travate estese o addirittura cantilever la metallo-ceramica risulta un materiale ben collaudato. (Scurria MS, Journal of Porsthetic Dentistry 1992. Le percentuali di successo a 5 anni della metallo ceramica sono intorno al 95%, che solo a 15 anni diventa del 75%.)) Uno dei vantaggi dei restauri in metallo ceramica è il non presentare vincoli relativi alla linea di finitura, che può essere scelta dal clinico in base alla scuola di formazione o alle indicazioni cliniche. Copyright® 2013 | Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica Non sempre è necessario o possibile inserire impianti per diminuire la lunghezza delle travate, e quando vi siano rischi biomeccanici la metallo ceramica è ancora indicata, così come quando gli impianti non si possano inserire in posizione o inclinazioni ideali e si debba quindi ricorrere a soluzioni protesiche complesse. Alcuni casi presentano rischi particolari, per esempio le seconde classi presentano fattori di rischio aggiuntivi, così come i pazienti parafunzionali, o casi con progettazioni complesse su denti e/o impianti. La metallo-ceramica è il punto di partenza rispetto al quale confrontare le altre opzioni terapeutiche in merito a: ponti estesi con travate lunghe necessità di splintaggio di denti mobili o di stabilizzazione (post-ortodonticper esempio) situazioni biomeccaniche di difficile gestione, per discrepanze occlusali da compensare protesicamente necessità di compensare angolazioni estreme degli impianti mediante connessioni avvitate lingualmente controllo dei profili di emergenza, parafunzioni (Scurria, Tan, Pjetursson, Sailer: la percentuale di fratture a tipo “chipping” è maggiore nei restauri metal free) presenza di parafunzioni Copyright® 2013 | Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica