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numerO verde 800.036.036 c/c pOstaLe 882233 intestato a cesvi
obiettivo mamme
sessuali. Nella Casa del Sorriso
siamo molto impegnati nella prevenzione dell’Aids: distribuiamo
materiali informativi, incoraggiamo i ragazzi a fare il test dell’Hiv,
li aiutiamo ad accedere ai servizi
medici e di supporto psicologico
offerti dalle cliniche e dai centri
specializzati con cui collaboriamo. Come molte altre ragazze,
Francesca ha ricevuto informazioni e sostegno psicologico. È
stata coinvolta nelle attività di
“educazione alla pari” dal 2003 al
2005, mostrandosi sempre molto
responsabile. Nel 2008, grazie al
programma dedicato alle giovani
mamme, ha potuto iniziare un
piccolo business come venditrice
di buste di plastica all’ingresso dei
supermercati. Con i guadagni ottenuti da questo lavoro ha preso
in affitto un appartamento nella
popolosa area di Epworth, dove
attualmente vive con il marito
e dove prosegue la sua attività
di vendita. È ancora attivamente impegnata nelle attività di
supporto alle altre ragazze nella
Casa del Sorriso. Francesca è
cresciuta. Oggi è una donna responsabile e consapevole di sé
e della propria salute. In questi
anni Cesvi ha aiutato tanti ragazzi e tante ragazze, a volte poco
più che bambini. Alcuni si sono
riuniti alle loro famiglie, altri come Francesca - hanno trovato
la giusta motivazione per allontanarsi definitivamente dalla
strada. Molti, però, sono ancora
per le strade di Harare, esposti a
pericoli di ogni genere. Una situazione grave soprattutto per le
ragazze, come spiega Ally: “Ho
lavorato con centinaia di ragazze
e giovani donne, ma il problema
rimane. Alcune ce l’hanno fatta,
hanno lasciato la strada, ma sono
state rimpiazzate da altre. Voglio
continuare a impegnarmi per
loro, aiutandole prima di tutto a
ricostruire la propria autostima. È
un lavoro che richiede pazienza
e costante incoraggiamento, ma
non mi arrendo”.
Harare (Zimbabwe).
Momenti di svago nella
Casa del Sorriso creata
dal Cesvi.
Più del 45% degli ospiti
della Casa è composto
da ragazze che
provengono dalla strada.
Molte rimangono incinte
quando sono ancora
minorenni.
Nel 2010, il 50% di
queste ragazze è
risultato sieropositivo.
Foto James Pursey
segue dalla prima
F
*Coordinatrice
Cesvi in Zimbabwe
segue dalla prima
libia i primi trenta giorni
geria e tanti altri - vengono bloccati
per mancanza di documenti idonei.
Cesvi inizia a svolgere un’importante attività informativa per far
conoscere ai migranti le procedure
amministrative e facilitare l’ottenimento dei documenti. Un altro
problema riguarda la distribuzione
di cibo. Cesvi apre un dialogo con
gli sfollati di diverse nazionalità, per
individuare una tipologia di cibo
che possa soddisfare i loro bisogni
nutritivi e al tempo stesso rispondere alle loro abitudini alimentari.
Contestualmente, Cesvi partecipa
alla distribuzione, fornendo, oltre al
pasto messo a disposizione da IOM
(Organizzazione Internazionale per
le Migrazioni) e dalla Mezza Luna
Rossa egiziana, anche 4.500 banane
e arance ogni giorno. Micol Picasso, esperta di emergenze, racconta
così il suo ingresso in Libia: “Cesvi
è la prima organizzazione umanitaria italiana ad avere attraversato il
confine”, Ora stiamo monitorando
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la situazione dall’Egitto: il nostro
obiettivo è rientrare in Libia da
est non appena le condizioni di sicurezza lo consentiranno, raggiungere le comunità più bisognose e
distribuire al meglio gli aiuti che
stiamo raccogliendo”. Una prima
distribuzione di cibo è già avvenuta
a favore di 140 famiglie che vivono
in tre baraccopoli alla periferia di
Bengasi. Una parte del budget rimarrà a disposizione per intervenire
nei settori che saranno considerati
prioritari e nelle zone più a rischio.
Nel frattempo si lavora per la distribuzione di beni non alimentari
come coperte, kit igienici, materiali sanitari in collaborazione con
ACTED, ong francese partner del
network Alliance2015, nell’ambito
di un progetto finanziato da OFDA
(Agenzia Umanitaria della Cooperazione Americana). L’impegno di
Alliance2015 nell’area del Mediterraneo prosegue anche attraverso
Welthungerhilfe, associazione tedesca che ha inviato i propri esperti
in Tunisia per assistere gli sfollati al
confine con la Libia.
Puoi dare il tuo contributo con una
donazione per l’Emergenza Libia: numero verde 800.036.036
c/c postale 882233
intestato a Cesvi Onlus Emergenza
online sul sito www.cesvi.org
ino ad oggi si parlava di Nord
Africa, spesso, solo per criticare
i migranti marocchini presenti in Italia
o per difenderli, a seconda dei punti di vista. Ma il 2011 ha portato un
vento nuovo. Una ventata di aria fresca sui Paesi nordafricani che crea
tanti scompigli, certo, ma obbliga a
pensare anche ai possibili cambiamenti - ci si augura verso il meglio
- di situazioni che sembravano ormai
cristallizzate.
Rispetto al resto del Maghreb, il
Marocco è relativamente stabile e
nell’ultimo decennio sempre in crescita. Il Cesvi ha deciso di entrare nel
processo di cambiamento di questo
Paese nel 2001, in concomitanza con
l’avvento di re Mohammed VI, il quale ha aperto la strada dello sviluppo
e, progressivamente, anche quella
della democrazia. In questi 10 anni
il Cesvi ha accompagnato il cambiamento della società civile marocchina, cercando di formare, nutrire e
accompagnare i giovani nella costruzione di un Marocco migliore. Cesvi
opera nel Nord del Marocco, un’area
con tante potenzialità non sempre
sfruttate e tante contraddizioni. I
progetti si svolgono a Larache, un
centro di medie dimensioni a pochi
chilometri dalla più moderna Tangeri
e dalle spiagge di Assilah affollate di
turisti stranieri. A Larache, invece, la
gente è più tradizionale, più chiusa.
La scelta strategica di lavorare in un
Paese come il Marocco è nata dalla
convinzione che il vento di cambiamento possa arrivare anche in modo
graduale e pacifico. Che la presa di
coscienza della popolazione, a livello di identità e di capacità econo-
focus marocco
Il marocco di domani
di Valeria Boatti - foto di Marta Sarlo
mica, sia il primo passo necessario
perché i cambiamenti rispondano
alle esigenze vere delle persone e
possano essere duraturi. Perché, al
tempo stesso, l’evoluzione avvenga
in funzione della società esistente e
delle caratteristiche dell’economica
locale. Le persone devono potersi
esprimere liberamente con le parole
e con i fatti, prendendo coscienza
di sé e alimentando il proprio vissuto di idee, esperienze, riflessioni
e contatti. Proprio a Larache Cesvi
ha creato il Centro di Formazione
Professionale Wafa in collaborazione
con il Ministero Affari Esteri italiano,
ora sostenuto grazie ai fondi della
Regione Lombardia e del Ministe-
ro dell’Educazione marocchino. Un
buon esempio di collaborazione tra
enti pubblici italiani e marocchini e
la società civile dei due Paesi. Con
il progetto di sostegno allo sviluppo
locale nel Nord del Marocco, il Cesvi
punta sulla formazione professionale dei giovani vulnerabili della città
di Larache, dando ampio spazio e
accesso alla formazione, all’alfabetizzazione e all’accompagnamento
al credito (soprattutto per le ragazze). È in questo modo che il progetto
sostenuto dalla Regione Lombardia
sta promuovendo l’alfabetizzazione delle donne - una trentina ogni
anno - e la formazione in settori che
rispondono alle maggiori richieste
Storie da Larache
Queste sono solo due delle tante storie del Centro Wafa raccolte
dalla fotografa Marta Sarlo. Donne che vengono dai quartieri più
poveri di Larache, spesso analfabete.
Donne che con tenacia diventano protagoniste del proprio riscatto,
anche economico, grazie alla possibilità di studiare e imparare un
mestiere.
Fatine, 26 anni, ha sempre lavorato per mantenersi agli studi.
Di origini poverissime, dopo la laurea in lingue, un corso da cameriera
e un’esperienza come receptionist, è stata assunta presso un grande
hotel di Tangeri. Un lavoro che le consente di interagire con clienti di
nazionalità diverse, che accoglie parlando francese, inglese e spagnolo.
Fatine ha realizzato il suo sogno, senza dover abbandonare il suo
Paese, e ora può aiutare economicamente la sua famiglia.
Naima, 31 anni, sposata con due figli, si sente un’imprenditrice grazie
al fondo di microcredito erogato dal Cesvi, un’opportunità che le ha
permesso di raggiungere l’indipendenza economica e una maggiore
consapevolezza di sé come donna. Nonostante le reticenze del marito,
incinta del secondo figlio, Naima lascia la famiglia a Nador - zona del
Sahara vicino all’Algeria - e torna a Larache per seguire il corso di
parrucchiera. Oggi gestisce il suo salone di bellezza da sola e presto
comprerà una casa di proprietà.
del mercato e agli interessi dei giovani. I corsi di formazione, che sono
gratuiti proprio grazie al sostegno
della Regione Lombardia, danno la
possibilità di ottenere un diploma
di formazione specialistica. Questi
diplomi sono riconosciuti dall’amministrazione pubblica marocchina
e offrono ottime possibilità d’inse-
La Regione Lombardia
sostiene il centro
di formazione creato
dal Cesvi a Larache.
rimento nel mondo del lavoro. Inoltre le madri di famiglia con figli non
ancora in età scolare possono usufruire, durante i momenti di formazione, dell’asilo creato all’interno del
Centro Wafa, dove lavorano maestre
premurose e professionali. Chi invece è interessato ad aprire un’attività
economica indipendente può seguire un corso di creazione d’impresa
e di accompagnamento al credito.
Sono le donne le principali protagoniste del progetto Cesvi-Regione
Lombardia. Donne che sono educatrici delle nuove generazioni, pronte
a lottare per la parità di genere e a
trasformare i venti di cambiamento
in opportunità concrete.
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