Il postimpressionismo - Liceo Classico «Pilo Albertelli

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Il postimpressionismo - Liceo Classico «Pilo Albertelli
CORSO DI STORIA DELL'ARTE A.S. 2010-2011
classi IIIB, IIIC, III D e IIIE
INDICE DELLE FONTI BIBLIOGRAFICHE - ANTOLOGIA ESSENZIALE DEGLI SCRITTI D'ARTE
Il postimpressionismo.
Michel Eugène Chevreul (Angers 1786 – Parigi 1889)
Chimico francese, membro dell’Accademia delle Scienze e direttore della
fabbrica di arazzi Gobelins.
Autore del trattato sulla legge del contrasto simultaneo dei colori pubblicato
per la prima volta a Parigi nel 1839 e successivamente nel 1889 a cura
dell’Imprimerie Nationale. Il medesimo trattato, nel 1854, fu edito in inglese
con il titolo “The Principles of Harmony and Contrast of Colours”.
Sulla base delle sue osservazioni sui colori e sul contrasto simultaneo dei
complementari, Chevreul elaborò un cerchio cromatico diviso in 72 parti.
De la loi du contraste simultané des couleurs. Parigi, 1839.
Paul Signac
(Parigi 1863- ivi 1935)
Pittore francese, tra i fondatori della Société des artistes indépendants,
presentò i suoi dipinti al Salon des Indépendants (1884) e all’ultima mostra
degli impressionisti (1886). Sintetizzò l'evoluzione delle ricerche in campo
cromatico nel libro "Da Eugène Delacroix al neoimpressionismo".
D'Eugène Delacroix au néo-impressionisme. Parigi, Ed. de la Revue Blanche,
1899.
Jean Moréas
(Atene.1856 – Saint Mandé 1910)
Poeta francese di origine greca. Il 18 settembre 1886 firmò sul supplemento
letterario del Figaro il "Manifesto del simbolismo".
Manifesto del simbolismo. Parigi, 1886.
Roger Eliot Fry
(Londra 1866 - ivi 1934)
Critico d'arte e pittore britannico.
Importante studioso dell'opera di
Cézanne, fu curatore del dipartimento di pittura del Metropolitan Museum
di New York dal 1905 al 1909. Membro del gruppo di Bloomsbury, coniò il
termine postimpressionismo in occasione di un'importante mostra (il titolo era
"Manet e i postimpressionisti") alle Grafton Galleries di Londra nel 1910.
Espose le proprie teorie in Visione e disegno (1920).
Vision and design. London, 1920.
A sinistra: cerchio cromatico a 12 colori
A destra: cerchio cromatico di Chevreul a 72 colori.
Mario Scotognella
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Dal " Manifesto del simbolismo " in Supplément littéraire du Figaro.
[…] Così il Romanticismo, dopo aver tumultuosamente intonato le campane a
martello della rivolta, dopo aver vissuto i sui giorni di gloria e di battaglia,
perdette la sua forza e la sua grazia, abdicò alle sue audacie eroiche, si
fece discreto, scettico e pieno di buon senso; nell'onorevole tentativo dei
Paul Cézanne, Donna con caffettiera, 1895. Olio su tela.
Parigi, Musée d’Orsay.
[…] Puntualmente, dietro la successione ordinata di vedute,
nature morte e ritratti si riconosce con chiarezza la
progressione verso un supremo ideale di sintesi. Lo scopo cui
aspira Cézanne è trovare una tecnica che esalti, attraverso il
colore, le volumetrie delle forme secondo schemi geometrici
fondamentali: cilindro cono e sfera. La Femme à la cafetiére
assume la stessa monumentalità di certi paesaggi. […] Il
volume del corpo si impone su tutto, la caffettiera e la tazza
si pongono come due torri di un paesaggio. Tutto è solido,
tutto è struttura, il panno che copre il tavolo ha un suo
spessore, la testa si iscrive in un cerchio, il corpo è reso come
se si trattasse di due tronchi di cono rovesciati e uniti, le
braccia hanno la pesantezza di un cilindro. [….]
Elena Vaiani, Orsay Parigi. Milano, Skira, 2006.
Lettera di Paul Cézanne ad Emile Bernard, 15 aprile 1904.
“[….] Permettetemi di ripetere quello che vi dicevo qui: trattare
la natura secondo il cilindro, la sfera, il cono, il tutto posto in
prospettiva, in modo che ogni lato di un oggetto o di un piano
si diriga verso un punto centrale. Le linee parallele all’orizzonte
danno l’estensione, cioè una sezione della natura, o, se
preferite, dello spettacolo che il Pater Omnipotens Aeterne Deus
dispiega dinanzi ai nostri occhi. Le linee perpendicolari a questo
orizzonte danno la profondità. Ora per noi uomini la natura è
più in profondità che in superficie, di qui la necessità di
introdurre nelle nostre vibrazioni di luce, rappresentate dai rossi
e dai gialli, una quantità sufficiente di azzurri, per far sentire la
presenza dell’aria. […]”
Tratto da P. Cézanne, Lettere. A cura di E. Pontiggia, Milano
1985.
parnassiani
(1),
sperò fallaci nuove stagioni, poi, finalmente, come un re
rimbambito, si lasciò deporre dal Naturalismo, cui non si può sul serio che
accordare un valore di protesta, legittima, ma incauta, contro le scipitezze di
alcuni romanzieri allora alla moda. Una nuova manifestazione d'arte era
dunque attesa, necessaria, inevitabile. […] Abbiamo già proposta la
denominazione di Simbolismo come la sola capace di designare chiaramente
l'attuale tendenza dello spirito creatore nell'arte. […] Diciamo che Charles
Baudelaire deve essere considerato l'autentico precursore dell'attuale
movimento; Stéphane Mallarmé come l'interprete del senso del mistero e
dell'ineffabile; Paul Verlaine ha infranto in suo onore le pastoie del verso,
che le dita prestigiose di Théodore de Banville avevano precedentemente
ingiubellato. […]
Nemica “dell’insegnamento, della declamazione, della descrizione obiettiva”
la poesia simbolista cerca di rivestire l’Idea di una forma sensibile che,
ciononostante, non deve essere fine a se stessa, ma che tutta protesa a
servire l'Idea, ne costituirà il complemento. L'Idea, a sua volta, non deve
vedersi privata dei sontuosi paramenti delle analogie esteriori, poiché il
carattere peculiare dell'arte simbolica consiste nel non approdare alla
concezione dell'idea in sé. Così in tale arte gli aspetti della natura, le umane
azioni, tutti i fenomeni concreti non si estrinsecano in se stessi: si tratta di
Odilon Redon, Pallone-occhio, 1878. Carboncino. New York,
MoMA.
[…] Il tema dell’occhio e quello della testa mozzata sono assai
frequenti nell’opera di Redon, e senza dubbio alcuno sono in
relazione con l’infanzia dell’artista, il quale da bambino venne
separato dalla famiglia e visse lontano da essa. L’occhio
rivolto verso il cielo verrebbe così ad essere una sublimazione
artistica della sua dolorosa situazione. I palloni aerostatici
svolsero un ruolo importante nel corso della guerra con la
Prussia nel 1870; i parigini assediati li utilizzarono
regolarmente per comunicare con il resto della Francia.[…]
Michael Gibson, Odilon Redon. Koln, Taschen,1999.
apparenze sensibili destinate ad esprimere le loro affinità esoteriche con le
idee primordiali. Per la realizzazione perfetta della sua sintesi, al
Simbolismo occorre uno stile archetipo e complesso: incontaminati vocaboli,
un periodo architravato alternantesi a un periodo tentennante e onduloso,
pleonasmi significativi, misteriose ellissi, anacoluto sospensivo, il tutto con
ardita multiformità. […]
[…] Nel percorso dal reale al visionario, dall’occhio esterno a
quello interno, in volo verso la spirituale, Redon trasforma
l’immagine del progresso contemporaneo –il pallone
aerostatico usato a Parigi durante la guerra franco-prussiana
del 1870- in veicolo di fuga fantastica. L’occhio, senso
rivelatore per eccellenza, diviene pallone, proteso verso
l’infinito, legato alla nozione di magia, di chiaroveggenza,
simbolico di un’identificazione con il modo di vedere richiesto
all’arte. […]
Maria Teresa Benedetti, Simbolismo. Firenze, 1997.
[da "Antologia critica – Soggettività e oggettività del linguaggio simbolista" a cura di
Franco Russoli. Milano, Fratelli Fabbri Editori, 1967.]
Mario Scotognella
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(1) Appartenenti al movimento letterario affermatosi nel periodo 1866-76. I parnassiani, che si
richiamavano al monte sacro ad Apollo evocante una superiore serenità, perseguivano un
ideale di poesia emotivamente distaccato e al tempo stesso formalmente impeccabile.
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