Excusatio non petita, accusatio manifesta

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Excusatio non petita, accusatio manifesta
Excusatio non petita, accusatio manifesta
Scritto da redazione
Sabato 17 Novembre 2012 19:42 - Ultimo aggiornamento Domenica 25 Novembre 2012 14:16
“Scusa non richiesta, accusa manifesta”, questo il significato da attribuire alla lettera scritta dal
Sindaco Risi alla Corte dei Conti a settembre.
In tempi non sospetti, quando nessuno poteva immaginare che al Collegio sarebbe poi stato
attribuito dalla legge il compito di fare finalmente (e speriamo definitivamente) luce sull’ormai
notissima questione dei debiti fuori bilancio, il Sindaco...
ha ritenuto opportuno scrivere alla Corte dei Conti sostenendo che, con lui sindaco, i tre
professionisti avessero assunto addirittura un comportamento diverso rispetto al passato.
Questo come se la Corte non valuti e decida su fatti oggettivi ed obiettivi, ma solo in base a chi
si lamenta per primo.
La verità è un'altra. La Giunta, arrogandosi il diritto di valutare ciò che compete solo al Consiglio
Comunale, avrebbe fatto meglio a valutare con calma la decisione di riesumare i debiti fuori
bilancio che il Commissario non ha ritenuto di dover approvare per le dettagliate motivazioni
espresse nella delibera 146/2011. Nessun sotterfugio, nessun lascito ai posteri, caro Sindaco.
L’ufficiale di Governo ha ritenuto che, per le motivazioni giuridiche riccamente esposte, non
fossero debiti attribuibili alle finanze del Comune di Nardò.
Rimangono il Sindaco, la Giunta ed il Segretario a dover giustificare la volontà di imputare tali
debiti alle pubbliche casse.
E se proprio parliamo di tempistiche, dovrebbe essere chiaro a tutti il motivo per cui la denuncia
da parte dei Revisori arriva ora e non prima. Con la modifica legislativa in vigore dal
11/10/2012, i revisori sono stati trasformati in controllori “preventivi” e a consuntivo, insieme al
Segretario (lo tenga ben presente anche lui) degli atti e della legalità dei provvedimenti assunti.
Non è più solo il procuratore generale della Corte dei Conti ad invitare i Collegi a denunciare le
situazioni anomale. E’ la legge.
Il Sindaco oggi viene supportato da un Segretario incaricato di reggere il settore più delicato
dell'intero apparato amministrativo, che appare in evidente difficoltà quando si tratta di
rispondere alle richieste di delucidazioni, anche le più semplici; un segretario che forse ritiene di
scaricare la propria responsabilità quando sottoscrive gli atti "in linea tecnica e contabile dopo
aver sentito la consulente", ma che certamente dimostra scarsità di cognizione in tema di
responsabilità amministrativa-contabile e che deve essere “aiutato” da una consulente
dall'atteggiamento poco “consulenziale” e troppo passionale per nascondere il motivo della sua
presenza gratuita, contra legem, come rilevato dai revisori.
Questi sono coloro che cercano di far passare per legittimo e corretto un bilancio fallato nella
parte giuridica ed economica. Un'organizzazione che, se non fosse errata (come è) nei
presupposti legislativi, ha certamente dimostrato di esserlo da un punto di vista sostanziale e
contabile.
Si può comprendere la reazione di chi vede la propria opera magna bocciata per macroscopici
errori, ma tutti dovremmo ricordare che non vi può e non ci deve essere personalismo nel
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Sabato 17 Novembre 2012 19:42 - Ultimo aggiornamento Domenica 25 Novembre 2012 14:16
gestire la res publica. Il principio dominante deve essere quello del bene della città. Ed in
questo certamente esula l’essere più o meno bravi dei predecessori. Non siamo a scuola. Qui
non si cerca il più bravo a studiare, ma chi è capace di gestire, accettando con umiltà i
suggerimenti che le parti istituzionali e sociali forniscono. La veemenza ed i personalismi non
sono dimostrazioni di professionalità. La ricerca degli errori del passato (non rilevati dai pur
minuziosi controlli già effettuati della Corte dei Conti) sottende un'evidente difficoltà a fornire
oggettive prove di legalità delle scelte che si vogliono caparbiamente (e forse ottusamente)
sostenere.
Laddove si possano comprendere i motivi di chi, sicuro di non incorrere in alcuna responsabilità
erariale perché non firma nulla, spinge gli illusi verso il baratro, certamente non si possono
condividerne i contenuti. La palese difficoltà che porta a denigrare (noiosamente come un disco
rotto) il passato, salvo utilizzarlo poi come scusante alle proprie scelte, dovrebbe far riflettere
sulla improbabile solidità delle motivazioni addotte anche in presenza di un Collegio che ha
dimostrato assoluta volontà di far adottare atti legittimi (contrariamente a quanto sempre
affermato dai pretoriani del sindaco).
Una conclusione è doverosa. Per quanto da queste squallide e sterili prese di posizioni
qualcuno uscirà malconcio, l’intervento richiesto (e quelli obbligatoriamente da richiedere) alla
Corte dei Conti produrrà finalmente chiarezza di conti e di responsabilità. La città uscirà
migliore.
Intanto, per il senso di responsabilità che ci ha da sempre contraddistinto, vogliamo fare il
nostro appello al Sindaco affinché, almeno questa volta, riveda le proprie assurde posizioni e
tolga dal bilancio le somme che risultano palesemente duplicate. Le varie proposte di modifica
del Collegio dei Revisori, invece, sono state finora tutte respinte dalla consulente (non si sa
bene in che veste) come fossero censure personali. Solo censurando l'attività e le scelte della
consulente il sindaco potrebbe “salvare” il bilancio e la città.
Pippi Mellone
Paolo Maccagnano
oronzo Capoti
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