Istruzioni per la TESI

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Istruzioni per la TESI
INDICAZIONI SUL CONCETTO DI “TESI” DI LAUREA
PER IL PROF. LUIGI LA VIA
I – I DUE LATI DELLA TESI = IL tema E IL materiale
Il TEMA deve essere scelto a partire dalle esperienze e conoscenze del
candidato, ad esempio: viaggiare, fantasia, infanzia, felicità, design, bon
ton, moda, massa, lettura, cinema, guerra, amore, televisione, animali,
musica, filosofi, novecento, realtà, turismo, costumi, biografia, tempo,
io, pensiero, morte, scrittura, sogno, attori, Europa, Siena, Parigi, lingue,
pittori, santi, Socrate, riconoscenza, calunnia, verità… quindi il tema da
solo non ha senso, non ha confini, bisogna legarlo al materiale di lavoro.
Il MATERIALE sia limitato. Saranno opere che stanno a cuore al candidato: libri, film, fiabe, pitture, fantasie, meditazioni, ragionamenti, fumetti, canzoni eccetera. Così, unendo ad un tema forse sei o otto opere
nasce ad esempio: la solitudine in Paolo e Virginia e in altri testi, o confronti di mentalità e costumi secondo viaggiatori, o forme di esordio nella narrativa, o il robot in alcuni film e racconti, o denaro e destini in alcuni romanzi, o riti e testi sulla morte, o aura e look in punti di vista occidentali e orientali, o costumi (valori) tardo-ottocenteschi in film e racconti, o recenti libri sulla felicità, o libertà in Camus e Sartre, o un viaggiatore snob, o il concetto di ozio in diversi scritti, o infanzia e guerra in
opere narrative, o tre romanzi di disutopia, o autobiografie e così ad infinito. Minimo dei testi usati: tre. Meglio che non si vada oltre i dieci.
II – CIÒ CHE NON BISOGNA FARE (3 punti)
1’ Nota bene: tassativamente bisogna abbandonare ed escludere dalla
tesi tutti i tipi di testi di consultazione, quali enciclopedie, manuali di
scuola, quadri e panorami, riassunti e storie, antologie, affreschi di epoche, etichette sintetiche su un artista o un movimento, e definizioni di
termini, non solo, ma si deve inoltre eliminare ogni e qualsiasi accenno a
nomi o passi di autori, titoli, eccetera: è insomma vietato fare solo CENNI
a qualsiasi cosa che non sia parte dei soli testi che bisogna approfondire, come letture personali (“virgola per virgola”) da cima a fondo. 2’ Il
materiale essendo poco (da tre a dieci testi) deve accuratamente essere
capito, spiegato “virgola per virgola” e discusso, non brevemente.
3’ Estromettere dalla tesi le informazioni sul come un’opera sia nata,
o quali successi ebbe, o altri dati; anche le varie informazioni sulla vita
degli autori non devono entrare nel discorso tranne quando si dimostrino
strettamente utili a capire un qualche punto di una loro creazione.
III – AVVERTENZE (11 punti)
1’ Scegliere un carattere piccolo. 2’ Non dimenticare di andare a capo,
ogni 10 o massimo 15 righi. 3’ Non sprecare carta. Anche i TITOLI non
devono occupare un intero foglio a parte. Non lasciare nessuno spazio
tra rigo e rigo e nessuna parte bianca ingiustificata, in qualsiasi pagina.
4’ CITAZIONI e NOTE. — I passi citati vanno in corsivo e con margine
ben rientrato. Non vanno tra virgolette! 5’ Devono essere: ben scelti, essenziali, preferibilmente lunghi e numerosi, dotati comunque di un loro
senso conclusivo da capire, utili per quasi riassumere o illuminare tutto
il testo da cui sono tratti. 6’ Non è bene che siano spezzati da molte […]
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lacune. 7’ Attenzione a copiarli corretti; è offensivo per l’autore cambiare le loro virgole o parentesi o virgolette o spazi o altro. 8’ Per ogni
passo citato le NOTE di riferimento sono necessarie. Niente devono contenere, tranne questo: autore, titolo in corsivo, editore, [anno di creazione], anno di stampa, p. Il numero di pagina infatti si scrive col “p” puntato: e non conviene mai lasciarlo in bianco o in sospeso, perché in tempi distanti riuscirebbe poi complicato andare a ritrovare da quale pagina
fu copiato il passo. 9’ NOTA BENE: di ogni cosa che si scrive, bisogna
indicare sempre nella nota la fonte che l’ha ispirata, siano libri o giornali
o siti elettronici o altro. Usare una fonte senza citarla può, sotto certe
condizioni, perfino valutarsi come colpa grave.
10’ La COPERTINA sarà in normale cartoncino sottile, flessibile, maneggevole, leggero, come per un semplice libro senza rilegatura rigida.
11’ La BIBLIOGRAFIA elenca le opere realmente usate + eventuali consigli di letture, a parte (ma il tutto vada in un solo foglio, possibilmente).
IV – COME SI INOLTRA LA TESI (4 punti)
1’ Dopo aver dunque scelto il tema e tutto l’impianto del lavoro (e il
materiale da usare!) lo si confronti ai consigli del docente. 2’ Si potrà allora consegnargli presto almeno una dozzina di pagine piene, costituenti
un inizio della tesi. 3’ Da ciò si vedrà rapidamente se lo studente può far
la tesi, oppure no. È possibile telefonare a: 095.446804, o 0942.986002,
nelle ore di mezza sera: 18 o 19,30. 4’ NOTA BENE: lasciare liberi i fogli
a-4 senza alcun tipo di punti metallici, graffette, spilli, legacci eccetera.
V – PROCEDIMENTO e STILE (14 punti)
1’ Una tesi leggera, corta, è di buon auspicio. 2’ La PREFAZIONE dice
in breve le intenzioni e i risultati voluti, quindi è praticamente una specie
di conclusione e può essere scritta o perfezionata alla fine del lavoro.
E quali sono i traguardi, dal primo all’ultimo rigo della tesi? Due.
3’ PRIMO, un testo studiato ha un motivo di fondo, un risultato, un significato a cui vuole arrivare; 4’ questo quindi il candidato deve capirlo
pienamente, nelle sue esperienze, e sapere spiegarlo con precisione.
5’ SECONDO, per chi lo ha capito, un testo ha dato spunti di riflessione,
insegnamenti, entusiasmi, dubbi eccetera, 6’ quindi il candidato dovrà,
con ordine e distacco scientifico, mettere il tutto in luce, mostrare sempre con linearità ed esattezza le proprie conclusioni. Senza fretta.
7’ Occorre possedere bene la lingua italiana. 8’ Il periodo non sia lungo: si deve spezzarlo spesso con il punto. 9’ Spiegarsi in una prosa scorrevole, di tipo facile e giornalistico, come parlando a un ragazzino: si
deve supporre che egli non ricordi niente, quindi dire le cose da cima a
fondo, non lasciare nessun sottinteso, nessuna oscurità. 10’ Usare spesso
esempi, non teorie confuse. 11’ Cancellare le parole contorte, strane o
inutili, le ripetizioni. 12’ Cancellare le troppe virgole. 13’ Dire il massimo di cose nel minimo di righe. – 14’ Il pensiero è fatto frequentemente
di virgolette e parentesi, quindi attenzione: “chi apre, chiuda”!!
VI – RISULTATI (5 punti)
1’ Sostenere una tesi è voler porre in luce una propria esperienza di
lettura. È essenziale fare molta attenzione alla forma di ciò che si osserva. “FORMA” significa che non per puro caso un dettaglio nel testo è costruito in quel modo anziché in altro. Fermarsi a lungo nei dettagli: è così che si vede l’insieme dell’opera gustata. Le qualità estetiche in questo
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senso non sono un di più ma formano invece il valore della cosa, da capire minuziosamente, sotto i suoi propri aspetti.
2’ Se la “lettura” è indisturbata, scorrevole, le nostre riflessioni non
sono aggiunte forzosamente: però non sono certo impressioni soggettive
di un qualsiasi io; deve sempre essere la FORMA della cosa a parlare.
OSSERVARE LA FORMA. Ricordiamo: non ha alcun valore o interesse la
trama, il fatterello, il riassunto. Ad esempio non si va al cinema per
vedere una trama, un contenuto o un messaggio, ma tutto un ben compiuto film, cioè una forma, un discorso che scorre da un inizio a un risultato; si può notare se inizia dalla fine o dal mezzo dei fatti, e come sono
situati i colpi di scena, come si vedono le atmosfere, le ambientazioni, le
parole come sono scelte, la vivacità delle figure, gli aggettivi, come si
intreccia lo scorrimento, la velocità dei passaggi, i diversi punti di vista
e linguaggi dei personaggi resi, le MILLE cose da gustare, capire.
3’ Contro il rischio della noia bisognerà saper andare al cuore delle
cose, rilevare i dettagli che CARATTERIZZANO l’insieme del testo, i punti
chiave che danno da pensare, che fissano il perché del tutto, la forma
della distribuzione generale del testo, le durate dei capitoli, nei loro ritmi
e rapporti, le svolte e le scene, i dialoghi, le emozioni e i “punti acme”
dove si ha da pensare, da discutere. Non si deve mancare di cogliere corrispondenze, richiami, rimandi. Inoltre: sfumature e toni. 4’ Dunque si
veda se un discorso ha ironia, o umorismo, amarezza eccetera. 5’ Si deve capire, di una forma, i lati originali, inconsueti, arditi.
VII – È IMPORTANTE DISTINGUERE SEMPRE I PARLANTI
Non si confondano quali pensieri vengono dal candidato, quali no;
deve comparire senza ombra di dubbi chi sostiene una cosa, chi un’altra:
“a mio avviso è così; il Kert dice il contrario; però N. Rossi ritiene che”
eccetera. [Usare sempre i nomi propri: non trasformare “Socrate” in goffe perifrasi: “il marito di Santippe” o “il Nostro” addirittura]. Fare che
sia sempre chiaro “chi è” che sta parlando. Errore: attribuire a qualcuno
teorie che sta solo esponendo, o che perfino non condivide. E se egli cita
altri, è bene andare a controllare cosa hanno detto questi, e dove.
VIII – ATTENZIONE (8 punti)
1’ Con ordine, negli inizi della tesi, non premettere cose che il lettore
ancora non sa. 2’ Moderare l’impeto, il patetismo, i toni solenni, estremi, enfatici. 3’ Verificare con gli esempi se un concetto che vorremmo
sostenere è praticamente assurdo. 4’ Capiamo il vero senso italiano di
ciò che scriviamo? Piccole correzioni (grammatica, punteggiatura, sinonimi, salti) bastano a chiarirlo. 5’ Non rimangiarsi ciò che si afferma!
6’ Va usato UN SOLO FILE. Sicché la numerazione di pagine non sarà
mai interrotta. 7’ Occorre numerare ogni capoverso della tesi. 8’ Non
bisogna MAI RISTAMPARE né copiare – e neanche più ritoccare o modificare, nel file – le pagine già consegnate: invece, col titolo “CORRIGE”
si AGGIUNGANO continuando lo stesso unico file quelle sole righe che
sono via via (nelle nuove versioni) ampliate, allungate, rifatte, sostituite,
premettendovi il numero di capoverso originario a cui si riferiscono. Ad
esempio: 24 ho andato – sono andato [vuol dire che nel capoverso originario numero 24 è scritto “ho andato” e rimane LÀ per sempre scritto
“ho andato” mentre QUI si intende corretto in: “sono andato”].
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