La Sardegna del basket? Non solo Datome e

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La Sardegna del basket? Non solo Datome e
BASKET NELL'ISOLA
Pianigiani:
«Qui non solo
Datome
e la Dinamo»
«La Sardegna del basket?
Non solo Datome e Dinamo»
Il Ct-manager della nazionale esalta la crescita del movimento cestistico isolano
«Gli stimoli e i buoni esempi non mancano, presto produrrete anche i campioni»
di Mario Carta
• INVIATO AD ALGHERO
[ giornalisti sardi non sono abituati a vedere un Simone Pianigiani così rilassato. Ben altea
faccenda la fresca veranda d'albergo algherese con un Capo
Caccia da cartolina sullo sfondo, il bordopiscina quasi molle
e «La vera storia di Harry Quebert», il recentissimo capolavoro di circa ottocentopagine fermalibrato già al sesto capitolo,
rispetto alla tensione dei dopopartita in veste di coach di Siena e della Nazionale italiana, di
solito con location PalaSerradimigni, Sassari.
Il commissario tecnico a
tempo pieno della squadra azzurra di basket riesce a strappare un momento di pausa al clinic per allenatori organizzato
dalla Fip regionale ad Alghero.
Nei giorni scorsi gli ospiti sono
stati Vanuzzo, Devecchi e Sacchetti della Dinamo, domani
sarà la volta del fresco Detroit
Pistons Gigi Datome, ma adesso tocca a lui, il et, che già ieri
mattina si è tuffato tra i bambini con l'entusiasmo che solo
un vero innamorato della palla
a spicchi può avere. E lavora,
Pianigiani, e telefona. Ieri pomeriggio ripetuti contatti diretti con Belinelli, trasferito di recente a San Antonio.
Il Beli giocherà agli Europei?
«Non posso dire niente - sor-
ride -, è ancora presto. Enteo
un paio di giorni lo sapremo».
Pianigiani può dire, invece,
della sua presenza ad Alghero.
E ne dice bene. «Era una promessa fatta a Bruno Perra, il
presidente della Federbasket
sarda. Mi ha... incastrato, glielo
dovevo e lo dovevo a tutto il
movimento cestistico saldo. La
mia non è ruffianeria, l'entusiasmo dell'isola per il basket non
è di oggi e io partecipo a questo
clinic con lo stesso entusiasmo.
Anche per me, credetemi, è
un'importante occasione di conoscenza e di scambio di idee».
E' un momento importante
anche per i coach sardi. Ma
mentre qualche giocatore sta
emergendo, oltre Gigi Datome, dalla Sardegna invece
stentano a decollare gli allenatori.
«Non la vedo proprio così.
L'Italia ha una grande cultura
cestistica e una grande tradizione di coach, che nascono ovunque. Anche in Sardegna. L'isola
poi, lo ripeto, sta attraversando
un momento di glande crescita
con la Dinamo, con le giovanili
e con il settore femminile, ora
c'è più confronto ed è inevitabile che tanti giovani si appassionino al basket. C'è terreno fertile, nasceranno anche gli allenatori».
Il confronto si ha anche grazie alla possibilità di assistere
a tornei precampionato sempre più interessanti. La Sarde-
gna diventa l'alter ego «balneare» della Valtellina.
«E' vero, con le mie squadre
qui sono venuto spesso ed è
inutile girarci attorno: l'accoglienza è splendida, il livello
tecnico e la capacità organizzativa altissime e il contorno turistico viene universalmente riconosciuto».
Con la Fip sarda e la Dinamo Sassari padroni di casa.
Come viene su, la Dinamo?
Deve ancora stabilizzarsi?
«E' già stabile, c'è solo da augurarle di continuare a essere
così com'è. Quando rimani in
alto e non perdi quota vuol dire
che lo spirito è quello giusto,
che oltre a tecnica ed entusiasmo ci sono serenità di giudizio
e un progetto serio, indipendententemente da una partita
persa per un tiro all'ultimo secondo. E' l'equilibrio tea sconfitta e vittoria a fare la differenza, è la faccia pulita del basket,
e anche il pubblico di Sassari è
un gran bello spot per la nostra
disciplina».
Restiamo in Sardegna, a Datome. E andiamo nella Nba,
dove va Gigi. Lei lo ha avuto a
Siena e lo ha in nazionale. Lo
avrà anche per gli Europei, in
settembre?
«Sì, certo. Gigi ci saia. Lia una
passione straordinaria per la
nazionale, che insieme alla
Nba era il suo sogno di bambino. Li ha coronati entrambi, e
agli Europei avremo un Dato-
me caricato a mille».
Nell'orbita delle nazionali
minori oltre a Tessitori viaggia il sassarese Spissu. Come
vede i giovani sardi?
«Ci vuole un po' di pazienza,
ma ho fiducia. I giovani ci sono
e crescono, i successi e i buoni
esempi delle squadre del territorio aiutano, aumentano la base e creano un effetto cascata
del quale vedremo presto i frutti».
Ora è et a tempo pieno. E'
manager e et. Sono passati un
po' di giorni dall'investitura,
si sta abituando?
«Questa estate è la stessa ri-
spetto all'altea, sono sempre al
telefono. Sto già pensando a organizzare il dopo-Europei, ma
non devo più sdoppiarmi con il
club. E' stata una scelta molto
ponderata, avevo delle offerte
ma la vicinanza di intenti con i
vertici federali mi ha convinto.
Dopo venti anni di attività sempre e solo in palestra con i club,
adesso posso confrontarmi in
un alteo ruolo, e naturalmente
ricevere suggerimenti».
Rivedremo l'Italia in Sardegna?
«La Nazionale per sua natura
deve girare ma sto cercando di
ricavale un po' di spazio anche
per l'inverno, di moltiplicale
l'attività per tutte le selezioni, e
più occasioni vuol dire più possibilità, quindi perché no?»
Più spazio, quello che chiede
anche il et del calcio Prandelli
con l'idea degli stage per reparti.
«E' vero. Ho parlato con Cesare, abbiamo esigenze analoghe. Gli sport di squadra sono
simili e l'ho riscontrato anche
nel confronto con gli allenatori
della pallavolo, Berrutto, e della pallanuoto, Campagna. Ci
confronteremo tea di noi, il
confronto mi sta bene. Io ho
paura soltanto di chi si chiude».
Il commissario tecnico della nazionale italiana di basket Simone Pianigiani ieri ad Alghero durante una pausa del Basketball coach clinic
La Fip
regionale
sta facendo un
ottimo lavoro
Gigi Datome con la Nba
ha coronato il suo sogno
e agli Europei lo avremo
caricato a mille
Gigi Datome e in alto Bruno Perra