CE1 pianificazione

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CE1 pianificazione
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
INDICE
1 INTRODUZIONE ........................................................................................................................................................... 2
1.1 Valutazione ambientale strategica (VAS) .................................................................................................................. 2
1.1.1
Ambito di applicazione............................................................................................................................... 2
1.1.2
Procedura di verifica di assogettabilità nella normativa regionale (art. 8, LR n°44/2012 e ss.mm.ii) ........ 3
1.1.3
Partecipazione e soggetti coinvolti ............................................................................................................ 4
1.1.3.1
1.1.3.2
Programma di partecipazione del PDG/VAS ....................................................................................................................... 4
Proposta soggetti competenti in materia ambientale e degli enti territoriali interessati ........................................................ 5
1.2 Contenuti e aspetti metodologici del documento ....................................................................................................... 6
1.2.1
Scopo e articolazione della Rapporto preliminare (RP) ............................................................................. 6
1.2.2
Metodologia, valutazione dello stato dell’ambiente e degli eventuali impatti ............................................. 7
2 CARATTERISTICHE DEL PDG ................................................................................................................................... 8
2.1 Analisi della coerenza esterna ................................................................................................................................... 8
2.1.1
Rapporti e sinergie del PDG con la pianificazione regionale (PPTR) ........................................................ 8
2.1.2
Rapporti del PDG con i piani di settore ................................................................................................... 10
2.1.3
Rapporti del PDG con la pianificazione comunale (PUC/PRG) ............................................................... 15
2.2 Matrice di correlazione della coerenza esterna ....................................................................................................... 16
2.3 Analisi della coerenza interna .................................................................................................................................. 20
2.3.1
Filosofia e approccio metodologico ......................................................................................................... 20
2.3.2
Struttura e contenuti ................................................................................................................................ 20
2.4 Matrice di correlazione della coerenza interna ........................................................................................................ 23
3 STATO DELL’AMBIENTE E CARATTERISTICHE DEGLI IMPATTI ........................................................................ 29
3.1 Area vasta di riferimento ambientale e paesaggistica ............................................................................................. 29
3.1.1
Componente fisica ................................................................................................................................... 30
3.1.2
Componente ambientale ......................................................................................................................... 32
3.1.3
Componente forestale ............................................................................................................................. 34
3.1.4
Componente culturale ............................................................................................................................. 35
3.2 Valutazione degli impatti sulle componenti ambientali ............................................................................................. 37
3.2.1
Possibili aree di attenzione e fattori di criticità ......................................................................................... 37
3.2.2
Effetti cumulativi e soglie di significatività ................................................................................................ 38
3.2.3
Programma di monitoraggio (PM) del PDG ............................................................................................. 41
4 CONCLUSIONI ........................................................................................................................................................... 42
4.1 Sinergie e azioni correttive del PDG ........................................................................................................................ 42
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
1
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
1
INTRODUZIONE
La procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), nelle intenzioni della direttiva europea, rappresenta uno
strumento di supporto alla formazione degli indirizzi e delle scelte di pianificazione. Si tratta di una modalità di aiuto
alla decisione che integra, in modo sistematico, le considerazioni ambientali e indirizza le scelte verso una politica
sostenibile sin dalle prime fasi di redazione dei piani o programmi. La VAS, infatti, viene condotta contestualmente alla
loro fase di predisposizione e, comunque, anteriormente alla loro approvazione e ha la finalità di:
a) garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente;
b) contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione, dell’adozione e
approvazione di detti piani e programmi;
c) favorire le condizioni per uno sviluppo sostenibile, nel rispetto della capacità rigenerativa degli ecosistemi e
delle risorse, della salvaguardia della biodiversità e di un’equa distribuzione degli effetti connessi all’attività
economica;
d) assicurare che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non comprometta la qualità della vita e
le opportunità delle generazioni future.
1.1
Valutazione ambientale strategica (VAS)
A seguito degli aggiornamenti apportati al D.Lgs n.152/2006 e ss.mm.ii (D.Lgs), la Regione Puglia ha provveduto,
prima con la Circolare n.01/2008 e con la Circolare n.01/2009, a specificare le finalità della procedura ed i suoi
contenuti essenziali, nonchè alcuni passaggi utili per il suo corretto svolgimento; successivamente con la LR n.
44/2012 e con la LR n. 4/2014 ha provveduto a dettagliare l’ambito di applicazione, i soggetti competenti, le modalità
ecc., in attuazione della Direttiva 2001/42/CE1, della procedura in adempienza, appunto, del D.Lgs.
Il presente rapporto preliminare di verifica di assogettibilità a VAS (Rapporto preliminare) è stato redatto in
rispondenza dei riferimenti normativi citati.
1.1.1 Ambito di applicazione
Il PDG, per sua natura, rappresenta uno strumento di conservazione attiva; i cui livelli di attuazione sono orientati alla
tutela e alla gestione sostenibile dell’ambiente naturale, in particolare degli habitat e delle specie di interesse
comunitario (Direttive “Habitat” 92/43/CEE e “Uccelli” 2009/147/CE), per i quali il Sito è stato istituito.
Tenuto conto di questo aspetto il PDG non rientra espressamente nella categoria dei piani di cui valutare “gli impatti
significativi sull’ambiente” (ai sensi dell’art. 6, comma c1 del D.Lgs), ma può altresì essere incisivo sulle modalità di
gestione del territorio perimetrato come SIC (ai sensi dell’ Allegato I - Criteri per la verifica di assoggettabilità di piani e
programmi di cui all'articolo 12 del D.Lgs).
Ai sensi della LR n°44/2012 e ss.mm.ii, la VAS riguarda i piani e i programmi che possono avere impatti significativi
sull’ambiente e sul patrimonio culturale e sono sottoposti a procedura quei piani o programmi la cui approvazione
compete alle pubbliche amministrazioni del territorio regionale.
Quindi per tutti i piani e i programmi elaborati per la valutazione e gestione dell’ambiente e che definiscono il quadro di
riferimento per l’approvazione, l’autorizzazione, l’area di localizzazione per la realizzazione di interventi (comma 3, art.
3), in considerazione dei possibili impatti, è prevista la procedura di VAS.
Ma il successivo comma 4 della LR, specifica che l’Autorità competente, qualora gli interventi di cui il
piano/programma costituisce quadro di riferimento, non siano soggetti a VIA (come il caso del presente PDG del SIC
“Murgia di Sud-Est”, in cui tutti gli interventi sono sogetti a valutazione d’incidenza – VI), valuta, attraverso la
procedura di assogettabilità a VAS (art. 8 LR 44/2012 e ss.mm.ii), gli effettivi significativi sull’ambiente e la necessità
stessa della VAS.
In particolare il PDG in valutazione, per tutti gli interventi all’interno del Sito e/o in un’area contigua (area buffer), che
dimostrino coerenza con le strategie, gli obiettivi, le azioni (PDA) e più in generale con quanto dettagliato nel
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Concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente.
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
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Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
Regolamento gestionale in termini di prescrizione e/o indirizzi, prevede una procedura di verifica semplificata rispetto
alla VI; tutti gli altri interventi sono sottoposti a VI.
In questi termini il presente PDG è sottoposto a verifica di assoggettabilità a VAS.
La procedura di assoggettabilità assume pertanto significato soprattutto per quanto riguarda:
-
-
-
-
la verifica della coerenza esterna del PDG, interpretata in modo pro-attivo ovvero verificando in quale misura
il Piano influenza o si confronta con altri piani o programmi (sinergie potenziali) e stabilisce un quadro di
riferimento programmatico. Questo verificando il livello di conformità e l’individuazione di potenziali elementi
di conflitto con gli altri strumenti di pianificazione (sia sovraordinati che subordinati);
la verifica della coerenza interna del PDG, interpretata come momento di valutazione dello proposta di Piano
e della sua pertinenza per l'integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo
sviluppo sostenibile in applicazione della normativa comunitaria ambientale;
l’identificazione del valore e della vulnerabilità dell’ambito di influenza ambientale che potrebbe essere
interessato da:
a. speciali caratteristiche naturali o dal patrimonio culturale;
b. superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite dell'utilizzo intensivo del suolo;
c. impatti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale;
la valutazione degli impatti, interpretata come capacità del PDG di mantenere e/o migliorare lo stato di
conservazione degli equilibri ecosistemici del Sito, quali ad esempio il rapporto tra presenza di habitat e
specie comunitarie, valori ambientali e paesaggistici e attività dell’uomo.
In quest’ottica il presente Rapporto preliminare costituisce, nel rispetto dei criteri dell’allegato I alla Parte Seconda del
D.Lgs, il documento di verifica preliminare da sottoporre all’autorità Competente e ai soggetti competenti in materia
ambientale, nonchè agli enti territoriali interessati.
1.1.2 Procedura di verifica di assogettabilità nella normativa regionale (art. 8, LR n°44/2012 e
ss.mm.ii)
Per il caso della presente verifica di assogettabilità riferita alla proposta di PDG del SIC “Murgia di Sud-Est”:
-
l’Autorità Competente è la Regione Puglia, Area di Coordinamento Politiche per la riqualificazione, la tutela e
la sicurezza ambientale e per l’attuazione delle opere pubbliche, ufficio Programmazione, politiche
energetiche, VIA e VAS;
-
l’Autorità Procedente è la Regione Puglia, Area Politiche per la mobilità e qualità urbana, servizio Assetto del
Territorio, ufficio Parchi e tutela della biodiversità, Servizio Ecologia.
L’assoggettabilità a VAS costituisce parte integrante del procedimento di formazione del PDG; si attiva
contestualmente all’avvio della fase di elaborazione dello stesso e si conclude anteriormente o contestualmente alla
sua approvazione. I piani o programmi assunti senza la previa VAS o la verifica di assoggettabilità, ovvero in difformità
al provvedimento dell'Autorità Competente, sono annullabili per violazione di legge ai sensi dell'art.11, comma 5, del
D.Lgs. n.152/2006 e ss.mm.ii.
La procedura di assoggettabilità a VAS è finalizzata a “garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente” e a
“contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali”, assumendo il significato della valutazione preventiva
integrata degli impatti ambientali nello svolgimento delle attività di pianificazione e di programmazione.
In sintesi la procedura, ai sensi dell’art. 8 (Verifica di assoggettabilità) della LR n°44/2012, prevede le seguenti fasi:
-
Presentazione istanza, avvio consultazione: dopo la formalizzazione da parte dell’Autorità procedente
della proposta di PDG comprendente il presente Rapporto preliminare e tutti i documenti della proposta di
Piano (istanza). Entro quindici giorni dalla data di presentazione dell’istanza si avvia la consultazione
(pubblicazione della documentazione);
-
Parere soggetti competenti in materia di ambiente: entro trenta giorni dalla pubblicazione e invio della
documentazione ai soggetti competenti in materia ambientale e agli enti territoriali interessati, questi devono
devono inviare il loro contributo. In caso di non ripsetto dei tempi l’Autorità competente può prosegue nella
procedura;
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-
Osservazioni Autorità procedente: entro i successivi trenta giorni l’Autorità procedente presenta le proprie
osservazioni o controdeduzioni relativamente a quanto rappresentato dai soggetti competenti in materia
ambientale e dagli enti territoriali interessati nell’ambito della consultazione, in modo da fornire ulteriori
elementi conoscitivi e valutativi all’Autorità Competente;
-
Provvedimento di verifica: entro i successivi novanta giorni l’Autorità competente adotta e successivamente
trasmette all’Autorità procedente il provvedimento di verifica assoggettando o escludendo il piano o
programma dalla VAS e, nel caso, definendo le necessarie prescrizioni.
1.1.3 Partecipazione e soggetti coinvolti
1.1.3.1 Programma di partecipazione del PDG/VAS
Il PDG in valutazione è stato redatto in forma partecipata nonostante l’evidente difficoltà di riuscire ad organizzare un
programma di incontri coerente con le esigenze di redazione del PDG nei tempi ristretti del contratto che NEMO S.rl. è
stato obbligato a rispettare (150 giorni a partire dalla firma del Contratto).
Questo ha portato ad un accordo tra la Committenza (Ufficio Parchi della Regione Puglia, Ente gestore del SIC), di far
coincidere i momenti di condivisione e partecipazione (anche ai fini della verifica di assoggettabilità a VAS) con quelli
delle presentazioni degli stati di avanzamento del servizio da parte del gruppo di lavoro (GDL) NEMO.
Si è quindi cercato di far conciliare le esigenze della partecipazione dei soggetti direttamente implicati nel processo di
partecipazione con quelle dei soggetti competenti in materia ambientale invitando sempre tutti i livelli istituzionali
(Regione, Provincia e Comuni) con particolare attenzione al coinvolgimento di uffici strettamente competenti.
Le modalità, gli strumenti e l’organizzazione dei momenti di partecipazione è stata condivisa e formalizzata con la
Committenza attraverso la consegna di un “Programma di comunicazione” (PC)(15 marzo 2015). Tale programma ha
previsto:
-
attività di informazione periodica - ascolto attraverso una “segreteria a sportello” con recapito telefonico fisso
attivo 3 mattine a settimana, una casella mail dedicata, un repository documentale (FTP) Regionale per la
condivisione dei documenti in progres;
-
momenti partecipativi (n°3 Forum, 27/03/2015, 14/05/2015, 02/10/2015 ) con funzioni di coinvolgimento e
tavoli di confronto tecnico (n°4 tavoli operativi, 16/17/18-06-2015).
Inoltre durante la fase di costruzione del Quadro Conoscitivo (QC) del PDG sono stati attivati contatti diretti con gli
uffici dell’Assessorato Ambiente e Territorio, del PPTR e ovviamente dei Parchi e della Rete ecologica regionale; per
quanto riguarda invece le Amministrazioni locali, oltre l’attivazione di contatti diretti durente tutte le fasi di costruzione
del PDG, in particolare durante la fase di verifica del Quadro valutativo (QV) sono stati organizzati n° 4 tavoli tecnicooperativi presso i Comuni più rappresentativi del SIC (in termini di estensione territoriale, ovvero Martina Franca, Noci
e Mottola). Gli incontri sono stati finalizzati alla verifica e/o all’integrazione delle componenti agro – forestale,
urbanistica – locale, culturale storico-architettonica e socio – economica, ed alla raccolta della progettualità locale.
Tutti i momenti partecipativi, così come le attività di sopralluogo (da marzo a giugno 2015), che hanno interessato
l’intero territorio del SIC e le aree contermini, hanno rappresentato per i componenti del GDL un’occasione di
confronto con amministratori, operatori di settore, categorie di settore e/o con soggetti a diverso titolo interessati.
In questa sede appare quindi utile menzionare i soggetti (pubblico/privati) intervenuti durante la fase di costruzione del
PdG, allegando al presente Rapporto preliminare i verbali dei signoli momenti di partecipazione (Allegato 1):
Regione Puglia:
- Servizio Assetto del Territorio (Parchi e tutela della biodiversità e Pianificazione Regionale e Osservatorio
sulla Qualità del Paesaggio)
- Servizio urbanistica;
- Area politiche per la riqualificazione, tutela e sicurezza ambientale e attuazione opere pubbliche (Servizio
Ecologia, Programmazione, politiche energetiche, VIA e VAS);
- Area politiche per lo sviluppo rurale (Servizio agricoltura).
Provincia di Taranto
- Pianificazione territoriale;
- Settore ecologia e ambiente;
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-
Ufficio aree protette.
Parchi e riserve naturali
- Corpo forestale dello Stato – Martina Franca (TA);
- Riserva Naturale Orientata Regionale Bosco delle Pianelle.
Comuni del SIC
- Alberobello;
- Castellaneta;
- Crispiano;
- Grottaglie;
- Martina Franca;
- Noci;
- Mottola.
Università e istituti culturali
- Politecnico di Bari – Facoltà di architettura;
- Museo Orto Botanico Università di Bari;
- Istituto Nazionale Urbanistica Puglia.
GAL – Associazioni
- GAL Valle d’Itria;
- GAL Terra dei trulli e di Barsento;
- GAL Luoghi del Mito;
- WWF Trulli e Gravine
- Italia Nostra;
- Ass. Citta possibile;
- Ecomiseo Valle d’Itria (Martina Franca);
- Gruppo umanesimo della pietra;
- Centomasserie (Crispiano);
- Fondazione “Casa rossa” (Alberobello);
- Coperativa Novelune e associazione Lesciaje;
- Associazione turistico-culturale “Terre delle Noci”;
- Coperativa Serapia (Martina Franca).
1.1.3.2 Proposta soggetti competenti in materia ambientale e degli enti territoriali interessati
La fase di verifica di assoggettabilità a VAS prevede che l'Autorità competente in collaborazione con l'Autorità
procedente, individui i soggetti competenti in materia ambientale da consultare e ai quali trasmettere il presente
documento preliminare insieme con i documento della proposta di PDG, per acquisirne il parere.
In considerazione della natura del PDG e dei soggetti già attivati durante il processo di partecipazione sopra riportati e
del fatto che molti tra questi sono essi stessi direttamente competenti in materia ambientale, si propone ad
integrazione la seguente lista di soggetti pubblici con competenze ambientali specifiche connesse alle finalità del PDG
in esame, da consultare in fase di verifica:
-
Regione Puglia
Servizio Assetto del Territorio (Pianificazione Regionale e Osservatorio sulla Qualità del Paesaggio);
Servizio urbanistica;
Area politiche per la riqualificazione, tutela e sicurezza ambientale e attuazione opere pubbliche (Servizio
Ecologia, Programmazione, politiche energetiche, VIA e VAS);
- Area politiche per lo sviluppo rurale (Servizio agricoltura);
- Arpa Puglia.
-
-
DAP Bari.
Provincia di Taranto e di Brindisi
- Pianificazione territoriale;
- Settore ecologia e ambiente;
- Ufficio aree protette.
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-
Parchi e riserve naturali
Corpo forestale dello Stato – Martina Franca (TA);
Riserva Naturale Regionale Orientata “Bosco delle Pianelle”;
Parco Naturale Regionale Terra delle Gravine;
Riserva Naturale Statale Orientata e Biogenetica “Murge Orientali”;
SIC contermini “Murgia Alta”, “Bosco Mesola”, “Area delle Gravine” e “Murgia dei Trulli”.
L’integrazione di questi soggetti istituzionale competenti in materia ambientale, quali enti interessati, chiamati a
valutare il PDG che hanno aiutato a costruire, potrebbe rappresentare non solo un momento di continuità istutizionale
attivato con il processo di partecipazione del PDG, ma anche un primo atto verso la costituzione di organi territoriali
locali del SIC di supporto alla Regione Puglia (Ente gestore del Sito) per l’attuazione del PDG, così come previsto dal
Piano stesso.
1.2
Contenuti e aspetti metodologici del documento
1.2.1 Scopo e articolazione della Rapporto preliminare (RP)
L’obiettivo del presente RP è quello di permettere la valutazione del grado di completezza e di aggiornamento delle
informazioni ambientali contenute nel Piano di gestione (PDG) in valutazione, definire, qualora necessario, le fonti ed i
mezzi per ulteriori approfondimenti, stabilire i criteri e le regole ritenute necessarie per assicurare la sostenibilità delle
trasformazioni previste del territorio (qualora presenti).
Il RP relativo alla verifica di assoggettabilità a VAS costituisce, dunque, il documento sulla base del quale esprimere
un giudizio che dia atto della irrilevanza o meno degli effetti del Piano nei confronti degli elementi e delle dinamiche
ambientali da salvaguardare all’interno del territorio di appartenenza del SIC.
L’assoggettabilità a VAS (AV) ha infatti il compito di evidenziare i temi e le problematiche ambientali oggetto delle
scelte del PDG, desunti dall’aggiornamento del Quadro conoscitivo (QC) e valutativo (QV) e raffrontati nell’ambito
dell’area vasta di riferimento ambientale-paesaggistica che inquadra il territorio del SIC.
In particolare il RP, secondo quanto specificato nella LR n.44/2012 e indicato nell’Allegato I del D.Lgs 152/06, deve
mettere in luce i seguenti aspetti:
-
in quale misura il Piano stabilisce un quadro di riferimento, per progetti ed altre attività, riguardo l’ubicazione,
la natura, le dimensioni e le condizioni operative o attraverso la ripartizione delle risorse;
le caratteristiche del Piano e come questo si confronta con i livelli territoriali sovraordinati;
in quale misura influenza altri piani o programmi, inclusi quelli gerarchicamente sovraordinati;
la sua pertinenza per l'integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo
sviluppo sostenibile;
i problemi ambientali pertinenti e le caratteristiche degli impatti;
la valutazione degli impatti;
la sua rilevanza per l’attuazione della normativa comunitaria nel settore dell’ambiente (ad es, piani e
programmi connessi alla gestione dei rifiuti o alla protezione delle acque);
lo schema del programma di monitoraggio.
In rispondenza dunque del D.Lgs il presente Rapporto preliminare è stato articolato in n.3 sezioni principali (oltre alla
premessa che costituisce il quadro normativo di riferimento per la procedura di VAS).
La prima (Cfr. Cap. 2) contenente la descrizione delle caratteristiche intrinseche del PDG e gli aspetti che il Piano
medesimo mutua dai piani sovraordinati o “trasmette” a quelli subordinati; in questi termini esplicita il livello di
coerenza esterna del PDG con la pianificazione sovraordinata e/o locale permettendo di consolidare, in questo modo,
strategie, obiettivi e azioni previste anche attraverso il confronto con gli obiettivi di sostenibilità ambientale desunti dal
quadro programmatico di riferimento.
In particolare nel presente rapporto, è stata dedicata specifica attenzione alla valutazione delle correlazioni del PDG
con la pianificazione sovraordinata, verificando non esclusivamente la sua congruità ma anche i possibili miglioramenti
apportati in termini di raggiungimento di obiettivi alla scala vasta ed alla loro diretta applicazione alla scala di Sito.
La cosiddetta “analisi di coerenza esterna del piano” viene dunque interpretata in modo pro-attivo come ricerca di
potenziali sinergie, oltre che verifica di conformità e individuazione di potenziali elementi di conflitto.
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
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La seconda (Cfr. Cap. 3) contiene la descrizione dello stato attuale delle componenti fisica, ambientale, agro-forestale
e culturale con riferimento all’area vasta del Sito e descrive i possibili impatti prodotti dal PDG in termini ambientali, o
meglio in senso più ampio, di sostenibilità ambientale.
Proprio in merito a questa seconda sezione occorre fare alcune precisazioni sulle considerazioni riportate nei relativi
paragrafi, in particolare per quanto concerne il punto di vista assunto nella valutazione e il concetto di impatto.
In primo luogo rispetto ad altre tipologie di piani soggetti a valutazione ambientale strategica, il PDG, in rispondenza
alla stessa Direttiva “Habitat” 92/42/CEE che ne costituisce il riferimento normativo di istituzione, rappresenta un caso
sui generis. Questo Piano è infatti finalizzato alla conservazione attraverso la regolamentazione degli usi e la
definizione di azioni mirate a mantenere, in uno stato di conservazione soddisfacente, le diverse componenti
ambientali che ne hanno determinato l’istituzione. Su queste componenti quindi il Piano non esercita impatti negativi,
ma è chiamato a ridurre e/o eliminare le criticità rilevate in occasione della sua redazione nonché a garantire nel
tempo, attraverso un programma di monitoraggio, la loro possibile reiterazione o il verificarsi di nuovi impatti (corenza
interna).
In considerazione di tutto ciò appare maggiormente corretto fare riferimento, più che a veri e propri impatti indotti dal
Piano, ad una possibile inefficacia dello strumento del PDG dovuta alla sua mancata applicazione o di una
insufficiente sinergia rispetto a piani o programmi sovraordinati (con i quali il PDG è tenuto ad una coerenza),
direttamente deputati a trattare questioni paesaggistiche e ambientali d’area vasta. Si deve infatti ricordare che la sua
mission prioritaria è quella di garantire la conservazione dell’interno del Sito ovvero l’integrità complessiva del SIC.
Un secondo aspetto riguarda il concetto di impatto, inteso come effetto, ricaduta di una determinata azione o progetto,
sulle singole componenti ambientali.
Anche in questo caso, sempre in stretta coerenza con la natura dello strumento del PDG, è stato assunto un punto di
vista “allargato”. Il PDG in valutazione infatti considera l’impatto non esclusivamente in termini di pressione e/o
modificazione dello stato della singola componente (cosa che, come sopra ricordato, rientra nei sui compiti istitutivi),
ma verifica in modo sinergico le alterazione e/o le eventuali compromissioni del sistema di relazioni tra le varie
componenti, applicando un approccio che fa riferimento al concetto di sostenibilità del complessivo ecosistema
(ambientale, antropico, socio economico). Si ricorda che, in ogni caso, ciascuna trasformazione (piani, interventi o
progetti ) all’interno del perimetro del Sito o, se indirettamente incidente su di esso, anche al suo esterno, è sottoposta
a valutazione di incidenza (ai sensi del DGR 304/2006).
In questo senso, un tema rilevante di valutazione diventa quello della capacità del PDG di mantenere e migliorare lo
stato di conservazione degli equilibri ecosistemici del Sito, quali ad esempio il rapporto tra presenza di habitat e specie
comunitari, valori ambientali e paesaggistici e attività dell’uomo.
La terza (Cfr. Cap. 4) parte del RP è quella delle conclusioni in cui viene dato un giudizio complessivo sul PDG.
1.2.2 Metodologia, valutazione dello stato dell’ambiente e degli eventuali impatti
Rispetto ad altri piani e programmi soggetti a VAS, il PDG costituisce un caso particolare, in quanto le sue azioni sono
finalizzate alla conservazione attiva ed al miglioramento delle componenti ambientali e paesaggistiche nonché
all’unitario sviluppo sostenibile del suo territorio. Come tale, per definizione, le sue azioni non dovrebbero direttamente
determinare impatti negativi sulle componenti ambientali.
Per la valutazione delle relazioni causali tra stato di salute del territorio del SIC e le azioni previste dal PDG, è stato
utilizzato il modello di riferimento DPSIRm (Determinanti – Pressioni – Stato – Impatto – Risposta e monitoraggio), per
la definizione di sistemi di indicatori significativi e contestualizzati, in quattro momenti sostanziali del processo di
valutazione:
1. Analisi ambientale e territoriale: indicatori ritenuti significativi per la conoscenza e la caratterizzazione dello
stato ambientale dell’area potenzialmente interessata dagli effetti del PDG (Area vasta di riferimento
ambientale - paesaggistica);
2. Definizione degli obiettivi di sostenibilità ambientale: indicatori che rendono misurabili gli obiettivi (generali,
specifici) del PDG;
3. Valutazione delle proposte di PDG: indicatori per valutare gli effetti significativi delle azioni previste con
riferimento agli obiettivi di sostenibilità ambientale (sono stati assunti gli indicatori del Piano di monitoraggio
del PDG);
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4. Costruzione del sistema di monitoraggio: indicatori di contesto (contributo del PDG alla trasformazione del
Contesto) e prestazione (grado di attuazione del PDG), per monitorare lo stato dell’ambiente nell’area vasta
di riferimento ambientale – paesaggistica ed i relativi effetti (positivi o negativi) significativi sulle componenti
ambientali.
Questo modello di riferimento fornisce una logica di sistema (catena) entro la quale valutare le relazioni causali che
intercorrono tra le attività umane (in questo caso le previsioni del PDG) ed il livello di trasformazione indotto
sull’ambiente (lo stato attuale).
Secondo il modello DPSIRm, gli sviluppi di natura economica e sociale sono i fattori di fondo (D) che esercitano
pressioni (P) sull’ambiente, le cui condizioni (S), ad esempio la disponibilità di risorse, il livello di biodiversità o la
qualità delle acque, cambiano di conseguenza. Questo ha degli impatti (I) sulla salute umana e gli ecosistemi, per i
quali vengono richieste risposte da parte della società (R). Le azioni di risposta possono riguardare qualsiasi elemento
del sistema, ovvero avere effetto direttamente sullo stato dell’ambiente o agire sugli impatti o sulle determinanti.
Ulteriore passaggio è rappresentato dalla definizione degli indicatori di monitoraggio (m).
2
CARATTERISTICHE DEL PDG
2.1
Analisi della coerenza esterna
2.1.1 Rapporti e sinergie del PDG con la pianificazione regionale (PPTR)
Il PPTR (vigente) è rivolto (in particolare) agli enti competenti in materia di programmazione, pianificazione e gestione
del territorio e del paesaggio. Le sue previsioni sono prevalenti “negli atti di pianificazione ad incidenza territoriale
previsti dalle normative di settore, ivi compresi quelli degli enti gestori delle aree naturali protette (art. 4 NTA PPTR)”.
In quest’ottica il PPTR indirizza in particolare il PDG a “privilegiare politiche di manutenzione, valorizzazione,
riqualificazione del paesaggio naturale e colturale tradizionale al fine: della conservazione della biodiversità, della
diversità dei paesaggi e dell’habitat; della protezione idrogeologica e delle condizioni bioclimatiche; della promozione
di un turismo sostenibile basato sull’ospitalità rurale diffusa e sulla valorizzazione dei caratteri identitari locali (art.69)”.
In questi termini il presente PDG deve garantire la conformità con il PPTR in quanto 2:
-
si configura come uno «strumento» complementare al PPTR, di maggior dettaglio delle conoscenze e della
disciplina specifica, contenuta anche nelle misure di conservazione (in questo caso in fase di redazione);
-
si adegua, per gli aspetti di natura paesaggistica, agli indirizzi, alle direttive e alle prescrizioni del PPTR, oltre
che agli obiettivi di qualità paesaggistica e alle normative d’uso relative agli ambiti interessati, in funzione
delle caratteristiche del territorio di pertinenza, qualora risultino utili ad assicurare l’ottimale salvaguardia dei
valori paesaggistici individuati dal PPTR.
La lettura incrociata delle NTA, della tabella degli obiettivi di qualità paesaggistica e territoriale (scheda ambito
paesaggistico n.7 “Murgia dei trulli”) e della relazione illustrativa (in particolare il Cap 4. “La visione progettuale: lo
scenario strategico”) del vigente PPTR (Cfr. Relazione illustrativa del PDG, par. 5.9.1 “Pianificazione regionale”), ha
consentito la verifica di quanto previsto per il territorio di pertinenza del SIC (area vasta di riferimento ambientale e
paesaggistica). Da questa lettura sono emersi i contenuti e gli aspetti di attenzione per il PDG, da assumere e/o
approfondire, per quanto di sua competenza, sintetizzabili nei seguenti punti:
-
componente geomorfologica (versanti, gravine, lame, grotte, geositi): preservare gli equilibri e la funzionalità
eco-sistemica e paesaggistica salvaguardando gli elementi di naturalità, mitigando i processi di
frammentazione, promovendo corridoi di connessione ecologica (Rete ecologica regionale), garantendo
l’accessibilità e la fruibilità esclusivamente attraverso mobilità dolce;
In coerenza ed in applicazione del PPTR, il presente PDG dettaglia le superfici boscate promuovendo azioni di
salvaguardia e recupero (anche con finalità di difesa dei dissesti geomorfologici); assume e dettaglia le prescrizioni
relative ai versanti, alle gravine e alle grotte, alle doline ed agli inghiottitoi; individua e promuove il miglioramento della
conoscenza sui manufatti in pietra legati alla gestione tradizionale della risorsa idrica (es.cisterne, pozzi, canali) al fine
di garantirne la tutela e la funzionalità, e promuove progetti di recupero ecologico e paesaggistico.
2 art. 70 NTA PPTR.
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
8
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
-
componete botanico-vegetazionale: preservare il mosaico del sistema di boschi e macchie, pascoli e colture
tradizionali che caratterizza l’altopiano murgiano, migliorando la funzionalità ecologica degli habitat,
rafforzando la naturalità diffusa delle matrici agricole tradizionali, promuovendo pratiche agronomiche che
favoriscono la diversità ecologica e il controllo dei processi erosivi.
In coerenza ed in applicazione del PPTR, il presente PDG dettaglia e specifica, ove necessario, in quanto piano di
settore finalizzato alla conservazione attiva degli habitat e delle specie presenti, il livello di conoscenze del patrimonio
forestale e botanico-vegetazionale e definisce azioni regolamentari, attive, di ricerca ecc. con particolare riferimento al
mosaico frammentato dei boschi di fragno e a quello agro-pastorale, salvaguardando le pratiche agronomiche che
favoriscono la stessa diversità ecologica ed il controllo dei processi erosivi in corso.
-
componente antropica (paesaggi rurali storici) e culturale (beni archeologici e storico-architettonici):
preservare gli spazi rurali (integrità delle trame storiche) e le attività agricole (integrità dei mosaici colturali
rurali) integrati con la fitta rete di beni diffusi delle emergenze archeologiche e architettoniche ivi inserite e/o
inglobate nelle urbanizzazioni recenti, contrastando il consumo di suolo urbano, industriale e commerciale del
suolo agricolo.
In coerenza ed in applicazione del PPTR, il presente PDG dettaglia e specifica:
- la salvaguardia dei paesaggi rurali, in quanto condizione essenziale per il mantenimento degli habitat e delle
specie presenti nel SIC, impedendo quelle trasformazioni territoriali (nuovi insediamenti residenziali, turistici e
produttivi, nuove infrastrutture, impianti tecnologici e di produzione energetica) che potrebbero minacciare
uno stato di conservazione soddisfacente;
- il recupero e la valorizzazione del sistema dei beni archeologici e storico-architettonici presenti nel SIC
(patrimonio edilizio rurale tradizionale esistente), con particolare riferimento a quei beni di servizio
all’agricoltura e alla zootecnica, il cui recupero consente contestualmente azioni per l’incremento delle reti
ecologiche (es. sistema delle cisterne come zone umide);
- la rigenerazione ecologica delle fasce extraurbane (campagna urbanizzata interne al Sito) dei centri del SIC
(es. Martina Franca, Mottola, Noci) in cui sopravvivono, in forma relittuale, habitat prioritari (multifunzionalità
delle aree agricole periurbane);
- il controllo progettuale del sistema di accessibilità e fruizione, promuovendo progetti di paesaggio coerenti
con le strategie del PPTR (es. rete ecologica, mobilità dolce, patto città–campagna, ecc.) e servizi per il SIC
all’interno delle aree protette apparteneti al Sito.
Il PDG inoltre, in adeguamento del PPTR per gli aspetti di natura paesaggistica, assume gli ambiti e le figure in termini
di obiettivi di qualità paesaggistica, indirizzi, direttive e prescrizioni e ne dettaglia differenze e contenuti all’interno del
territorio del SIC, individuando n°5 “Contesti paesaggistici locali”, ovvero porzioni di territorio omogenee identificabili e
nominabili per prevalenti invarianti strutturali e caratteri morfologico – ambientali, insediativi e culturali.
Per ciascuno dei contesti paesaggistici locali individuati il PDG indica obiettivi di contesto (in termini di salvaguardia,
gestione, pianificazione), evidenziando le priorità da perseguire in applicazione delle disposizioni contenute nel
Regolamento del PDG e , in coerenza con la Strategia Nazionale della Biodiversità (SNB), la Convenzione Europea
del Paesaggio (CEP) e in stretta ralazione, ovviamente, con il PPTR.
Nello specifico quindi il PDG ha assunto e verificato, attraverso la caratterizzazione aggiornata del Sito, le norme
dettate dallo strumento regionale articolando gli obiettivi per contesti paesaggistici locali, integrando gli aspetti che
sono risultati “critici” a seguito dalle indagini specifiche del suo Quadro conoscitivo (QC) e valutativo (QV).
Tutto questo ha consentito di individuare campi di azione specifici del PDG, ovvero temi rispetto ai quali il Piano,
attraverso obiettivi, indirizzi, norme regolamentari e azioni specifiche, ha esplicitato la sua funzione di conservazione,
in modo complementare e sinergico con la pianificazione regionale sovraordinata.
Conclusione
Il PDG risulta congruente con il livello di pianificazione sovraordinata regionale, condividendone e confermandone
l'approccio ed i risultati.
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
9
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
 Verifica in sintesi
Valutazione: conformità.
Componenti significative: Suolo/sottosuolo, acqua, flora-fauna-biodiversità, paesaggio, socio-economia.
Temi di confronto/verifica: equilibrio idrogeomorfologico, qualità ambientale del territorio, paesaggi rurali storici,
patrimonio identitario culturale-insediativo, paesaggi degradati delle urbanizzazioni contemporanee, multifunzionalità
in agricolura, riuso e nuova realizzazione delle attività produttive e delle infrastrutture.
2.1.2 Rapporti del PDG con i piani di settore
Piani e regolamenti del sistema delle Aree protette
Sul territorio del SIC “Murgia di Sud – Est” sono sovrapposti diversi livelli di tutela; quello del sistema delle Aree
protette di livello regionale (Riserva Naturale Regionale “Bosco delle Pianelle”, Parco Naturale Regionale “Terra delle
Gravine”) e statale (Riserva Naturale Statale orientata e biogenetica “Murge Orientali”)3.
La presenza di queste aree, nonché la loro parziale sovrapposizione testimonia il valore elevato di questa porzione di
territorio e mette contestualmente in evidenza la necessità di operare un coordinamento delle relative discipline
normative e regolamentari.
Per la redazione del PDG (parte regolamentare) si è fatto riferimento alla Riserva Naturale Regionale “Bosco delle
Pianelle”, l’unica delle suddette aree che si è dotata di un Piano territoriale (adottato con DCC n. 144/2013).
La lettura dei contenuti normativi del Piano della Riserva e dei progetti in esso contenuti, è stata affrontata dal PDG
nell’ottica di ricercare, almeno per i temi gestionali corrispondenti a criticità ricorrenti, una modalità di
interazione/integrazione e la possibilità di estendere i relativi aspetti regolamentari/gestionali ad altri settori del Sito.
Le principali criticità rilevate dal Piano della Riserva e confrontate con quelle emerse a scala di Sito nel PDG sono
riconducibili alle seguenti categorie:
-
attività agricola e zootecnica non regolamentata (masserie di prossimità alla Riserva);
sfruttamento forestale in atto (masserie di prossimità alla Riserva);
rischio incendio;
pressione venatoria (nelle aree di margine);
presenza invasiva del cinghiale;
locali fenomeni di instabilità delle pareti rocciose;
presenza elevata di infrastrutture (viabilità territoriale e rete locale, elettrodotti).
In particolare relativamente al tema infrastrutturale è emersa con evidenza la necessità di stabilire regole per la
manutenzione della viabilità secondaria e di servizio, che preveda modalità unitarie di intervento e tipologie di materiali
specifici per i diversi contesti presenti nel territorio del SIC.
Relativamente al rischio incendio, lo sfruttamento forestale (così come quello agricolo produttivo) e i fenomeni di
instabilità locale con riflessi sulla sicurezza del territorio, il Piano della Riserva ha previsto la redazione di successivi
strumenti: il “Piano Forestale Territoriale PFT”4 (da redigersi entro un anno dalla sua approvazione) e il “Piano di
difesa dagli incendi della Riserva” (da redigersi entro sei mesi) che rivestono una funzione soprattutto regolamentare;
il “Piano di fruizione e di promozione socio-economica” e il “Piano di messa in sicurezza di aree a rischio” con funzioni
regolamentari e programmatiche. Sotto questo profilo il PDG ha definito opportune misure regolamentari che
costituiranno indirizzi omogenei sia per i Piani attuativi della Riserva che per il resto del territorio SIC.
Il PDG, attraverso indirizzi, prescrizioni e linea guida del Regolamento e specifiche schede progetto si pone in
coerenza e sviluppa sinergie con quanto definito nel Piano territoriale della Riserva Naturale Regionale Bosco delle
Pianelle con riferimento a:
3 La Riserva istituita con DMAF 29/03/1972, ha una Superficie di 733,00 ettari compresi nei Comuni di Martina Franca e Massafra ed è gestita
dal Corpo Forestale dello Stato - Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Martina Franca (TA).
4 Ha l’obiettivo di identificare, sulla base di un Inventario Forestale Multirisorse appositamente redatto dall’Ente di Gestione, gli interventi
possibili per ogni comparto forestale, secondo gli approcci della selvicoltura su basi tipologiche e funzionali e aggiornare o sostituire “il
Disciplinare delle attività forestali” allegato alle NTA.
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
10
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
−
necessità di inserimento e mitigazione della viabilità principale;
−
necessità di riduzione e riqualificazione (regole per la manutenzione straordinaria) della viabilità secondaria e
di servizio;
−
necessità di completamento e valorizzazione rete locale sentieristica;
−
necessità di pianificazione di 2° livello per la gestione forestale;
−
controllo del rischio incendio e aumento della sicurezza del territorio;
−
definizione di un ruolo della Riserva da un punto di vista socio economico in un contesto territoriale più ampio
(scala di SIto).
 Verifica in sintesi
Valutazione: conformità.
Componenti significative: Suolo/sottosuolo, acqua, flora-fauna-biodiversità, paesaggio, socio-economia..
Temi di confronto/verifica: manutenzione e riqualificazione di viabilità e infrastrutture, gestione forestale, sicurezza
del territorio, sviluppo socio e conomico, turismo e fruizione
Infine per quanto riguarda le aree della Rete Natura 2000 presenti nell’ambito di riferimento, è stato analizzato il PDG
del sito IT9130007 SIC/ZPS “Area delle gravine”, posto in continuità al SIC “Murgia Sud-Est”.
Dalla lettura della Relazione illustrativa (quadro di valutazione delle pressioni e minacce nel Sito area delle Gravine) e
del quadro progettuale (schede azione), si evince che i territori dei due SIC (non a caso contigui) sono interessati da
problematiche simili, che nell’area delle Gravine sembrano avere una rilevanza maggiore che non nel Sito “Murgia di
Sud-Est” (sostanzialmente più integro) a testimonianza della permanenza del valore ecologico paesaggistico e
culturale dell’alto piano rispetto ai contesti limitrofi.
La valutazione di coerenza esterna in questo caso è stata condotta principalmente con riferimento alle potenziali
sinergie da sviluppare all’interno del PDG, prorpio in un’ottica di potenziamento delle funzionalità ecologica di RN2000.
A tal fine il PDG in oggetto ha sviluppato alcuni temi in modo trasversale o in relazione all’area vasta di riferimento
ambientale, nonché all’area contigua definita dal Piano stesso in particolare con riferimento a Interventi di
valorizzazione culturale e di potenziamento delle connessioni ecologiche nell’area contigua del SIC.
 Verifica in sintesi
Valutazione: coerenza.
Componenti significative: Suolo/sottosuolo, acqua, flora-fauna-biodiversità, paesaggio, socio-economia..
Temi di confronto/verifica: rete ecologica, benistorico paesaggistici, rifiuti e qualità dell’ambiente
Altri piani di settore
Per il territorio del SIC “Murge di Sud-Est” sono stati analizzati anche altri piani di settore, quali i Piani provinciali di
gestione dei rifiuti urbani, il piano di Assetto idrogeologico e di tutela delle acque (PAI e PTA), il Piano regionale delle
attività estrattive (PRAE), il Piano faunistico venatorio e il Piano Ambientale Energetico Regionale.
Elementi potenziali di relazione con le attività di gestione del Sito, rispetto alle quali valutare la coerenza o le sinergie
reciproche dei diversi Paini, sono emerse in particolare dai piani del settore estrattivo, venatorio ed energetico.
Per quanto riguarda Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani (PGRU), il PDG si conforma a quanto previsto
dalla pianificazione sovraordinata specificando in particolare azioni regolamentari che contribuiscono attivamente agli
obiettivi fissati. Questo in considerazione della sensibilità dei caratteri ambientali e paesaggistici del Sito, e
dell’importanza del tema.
Relativamente alla localizzazione degli impianti connessi al ciclo di gestione integrata dei rifiuti, premesso che la
salvaguardia delle aree SIC/ZPS è assicurata dal rispetto della LR n. 19/1997 e dalle misure di conservazione
(RR28/2008), il PRGRU ha previsto comunque limitazioni nella definizione dei criteri localizzativi degli impianti: nelle
aree Natura2000 il vincolo è “escludente” per la realizzazione di nuovi impianti e ampliamenti; nelle aree buffer (da
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
11
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
1000 a 2000 m in funzione della tipologia di impianto), il criterio è “penalizzante” (ad eccezione del buffer per il SIC
dell’area delle Gravine per il quale è stato proposto “escludente” in ragione dell’attuale pressione già esistente sul
territorio).
Il PDG ha previsto in aggiunta a questo un’area di attenzione buffer di 5km (quindi maggiore) per la valutazione di
incidenza di piani e progetti.
Inoltre il PGRU in considerazione di alcune criticità oggi rilevate nel territorio, tra cui la presenza consistente di
discariche abusive diffuse, molto spesso di rifiuti inerti o materiali ingombranti, ha previsto alcune azioni del piano volte
ad incrementare la raccolta differenziata e più in generale il ciclo completo di gestione dei rifiuti, anche attraverso
l’incremento della raccolta porta a porta e la creazione di isole ecologiche in funzione degli ARO (ambiti di raccolta
ottimale) che possano ricevere anche tali tipi di “rifiuti speciali”. Il tema delle isole ecologiche connesso anche a quello
della corretta informazione/educazione del cittadino sulle modalità di raccolta è stato sviluppato sinergicamente nel
PDG nel Regolamento di gestione e con un apposita scheda progetto relativa al “Censimento delle discariche
abusive e loro bonifica; individuazione di “isole ecologiche” (MR/RE/IA). Il PDG promuove inoltre la riduzione
degli scarti della produzione agricola ed il riutilizzo in loco delle frazioni organiche e vegetali tramite compostaggio.
 Verifica in sintesi
Valutazione: conformità.
Componenti significative: Suolo/sottosuolo, acqua, biodiversità, salute
Temi di confronto/verifica: gestione e regolamentazione della produzione di rifiuti relativi ai settori agricolo produttivo
e turistico, obiettivi di qualità nel sistema di smaltimento.
Per quanto riguarda il PAI, le disposizioni relative alle limitate aree a rischio presenti nel SIC (titolo II artt.7-10 e titolo
III att.13-15), contenenti interventi consentiti e quelli soggetti a limitazione, non presentano elementi di contrasto con le
esigenze di conservazione degli habitat, fatta eccezione per eventuali interventi di messa in sicurezza dei versanti, che
devono comunque essere autorizzate dall’AdB. Inoltre per le aree naturali protette e per i siti della Rete N2000 – Siti di
Importanza Comunitaria e Zone di protezione Speciale – le norme dettate dal PAI sono coordinate con la disciplina
della Legge n. 394/1991 e del DP. n. 357/1997 e del DPR. n. 120/2003 (NTA art.34).
Significativo invece il contributo che il PDG apporta ai temi obiettivo del Piano di tutela delle acque (PTA), che in
particolare sul tema delle acque in relazione all’utilizzo agricolo specifica divieti nell’utilizzo di diserbanti e di
pirodiserbo per il controllo della vegetazione della rete idraulica (canali di irrigazione, fossati, scoline e canali collettori)
(art.19 del Regolamento del PDG).
 Verifica in sintesi
Valutazione: conformità.
Componenti significative: Suolo/sottosuolo, acqua.
Temi di confronto/verifica: salvaguardia degli equilibri idrici dei bacini carsici; efficienza del reticolo idrografico, uso
sostenibile della risorsa idrica, inquinamento
Il Piano Regionale Attività Estrattive (PRAE), approvato con DGR 580/2007 è stato oggetto di una variante,
finalizzata sostanzialmente ad una sue revisione strutturale che ha portato all’eliminazione dei Piani di Bacino e
all’introduzione della “Carta Giacimentologica”, con conseguente modifica delle Norme Tecniche di attuazione e del
Regolamento. La Variante adottata con DGR. n° 2112/2009 è stata definitivamente approvata con DGR n. 445/2010.
Il PRAE specifica (NTA art.3 comma 3) le tipologie di aree in cui è vietato l'esercizio dell’attività estrattiva, tra cui:
-
Lettera c) nei siti di interesse comunitario, nelle zone speciali di conservazione e nelle zone di protezione
speciale di cui alle Direttive 79/409/CE e 92/43/CE, qualora l’attività stessa non riguardi esclusivamente i
materiali di cui all’art. 1 comma 3 o altri materiali di inderogabile necessità5. I piani di gestione o le misure di
Per il SIC in oggetto la Carta giacimentologica del PRAE (http://www.sit.puglia.it/portal/attivita_estrattive/Documenti/P.R.A.E.) non
presenta aree di estrazione di pietre ornamentali o zone destinate a Piani particolareggiati (tale previsione è presente solo nel Comune di
Mottola, per un bacino di calcarenitii che risulta comunque esterno al Sito N2000).
5
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
12
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
-
conservazione individuano eventuali deroghe al divieto di estrazione e prevedono le relative misure
precauzionali e di mitigazione.
Lettera e) nelle aree in cui l’attività estrattiva sia preclusa da disposizioni contenute nel Piano Paesaggistico
Regionale o nel Piano di Assetto idrogeologico.
In coerenza con quanto previsto dal PRAE il PDG ribadisce il divieto all’interno del Sito per nuove cave o
l’ampliamento di cave esistenti, se non presenti nel Catasto delle cave alla data della sua approvazione o finalizzate al
recupero ambientale e paesaggistico secondo i criteri definiti dal PRAE e dalle linee guida vigenti in materia.
Va inoltre evidenziato che grande importanza e rilievo viene data dal PRAE alla salvaguardia e tutela dell’ambiente
attraverso la qualificazione di metodologie di coltivazione e recupero, così che cessata l’attività estrattiva il sito possa
essere opportunamente reinserito nel sistema territoriale e nel contesto ambientale e paesistico esistente.
Questo aspetto può risultare di interesse anche per il territorio del Sito che attualmente, come risulta anche dal
Catasto delle cave della Regione Puglia6, presenta significativi siti estrattivi principalmente nel Comune di Noci (loc.
Masseria Murgia Nuova), ma soprattutto nel Comune di Martina Franca (nelle loc. Masseria Trazzonara, Monte d’Oro
e Masseria Vainella dove una parte del bacino estrattivo, ancora non oggetto di coltivazione, interessa praterie e
boschi di fragno.)
Il PDG ha stabilito apposite norme regolamentari integrative per le attività estrattive residuali e quelle finalizzate al
recupero, all’interno del Regolamento. (art.18)
 Verifica in sintesi
Valutazione: parziale conformità.
Componenti significative: Suolo, flora, fauna, biodiversità.
Temi di confronto/verifica: progetti di recupero dei siti dismessi
Il territorio del SIC si caratterizza inoltre per la presenza di numerosi istituti faunistici di cui alla LR n.27/1998 "Norme
per la protezione della fauna selvatica omeoterma, per la tutela e la programmazione delle risorse faunisticoambientali e per la regolamentazione dell’attività venatoria” e ss.mm.ii.
Alle Province è attribuita la competenza ad esercitare funzioni amministrative in materia di caccia e di protezione della
fauna, attuando la disciplina regionale. I piani provinciali previsti ai sensi della L.R. n.27/98 art. 9 comma 15, non sono
stati ancora presentati in quanto il Consiglio Regionale con deliberazione n. 234/2014 ha proceduto alla rinnovata
approvazione del predetto Piano faunistico venatorio regionale 2009/2014 (PFVR) a seguito di quanto stabilito dal
Consiglio di Stato con sentenza n. 2755/2011 (attivazione del procedimento VAS sul Piano faunistico venatorio
regionale).
Il PFVR individua i seguenti istituti faunistici di cui alla LR 27/98, che interessano il territorio del SIC, indicando per
ciascuno istituto il soggetto gestore, la finalità della protezione da attuarsi e la superficie occupata, nonché
specificando lo stato amministrativo (confermati, da istituire, da ampliare o revocati):
6
▪
le oasi di protezione faunistica gestite dalle Province, zone utili al rifugio, sosta e riproduzione della fauna
selvatica e migratrice, che possono inoltre essere utilizzate in programmi di reintroduzione di fauna stanziale:
n.2 Bosco Selva (120 ha) e n.7 Santa Maria della Scala (860 ha) nel Comune di Noci), n. 2 Corno alla Strega
(309 ha) e n.4 Bosco delle Pianelle (1367 ha) nel Comune di Martina Franca;
▪
le Aziende Faunistico Venatorie preposte alla conservazione dell’ambiente naturale e della fauna selvatica:
n.16 Masseria Colombo (74 ha nel Comune di Noci), n.21 Masseria Colombo (648,2 ha nel comune di
Mottola) e n.22 San Paolo (1400,5 ha) in Comune di Martina Franca;
▪
le Zone di ripopolamento e cattura gestite dalle Province e destinate alla riproduzione della fauna selvatica
allo stato naturale ed alla cattura della stessa da utilizzare per l’immissione sul territorio destinato a caccia
programmata: n. 15 Bosco Sant’Antuono (Sup. 784 Ha nel comune di Mottola) e n.19 Monte Trazzonara
(959 ha nel comune di Martina Franca);
(http://93.63.84.69:8080/ae/).
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
13
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
▪
le zone di addestramento cani (ZAC) ovvero porzioni di territorio, gestite da associazioni venatorie, cinofile o
imprenditori agricoli singoli o associati, in cui sono consentite attività cinofile. Tali attività vengono distinte in
allenamento, addestramento, gare cinofile e prove cinofile, ciascuna con una propria regolamentazione 7:
n..25 Masseria Pizzica (44 ha nel Comune di Martina Franca).
In particolare all’art.17 viene ribadito che per la gestione e la tutela della fauna all’interno dei Siti N2000 sono
vigenti i Regolamenti regionali n°15 e 28 del 20088.
L’attività venatoria viene quindi effettuata sul territorio in conformità ai criteri e alle limitazioni dettate da detti
Regolamenti che il PDG ritiene sostanzialmente idonei in relazione alle esigenze ecologiche rilevate nel Sito,
assumendone le disposizioni nel proprio Regolamento di gestione.
 Verifica in sintesi
Valutazione: conformità.
Componenti significative: flora fauna e biodiversità.
Temi di confronto: gestione fauna selvatica.
Temi di verifica: aspetti normativi, azioni e monitoraggi (ungulati e avifauna migratoria).
Il Piano energetico ambientale regionale (PEAR), di cui è stato recentemente adottato l’aggiornamento con DGR
n.1181/2015 risulta strumento importante nell’ambito delle previsioni di sviluppo, nella complessiva area vasta, di reti
energetiche (elettrodotti alta tensione), impianti eolici e fotovoltaici.
L’aggiornamento è riferito specificatamente alle fonti energetiche rinnovabili (FER) ed alle strategie per garantire il
raggiungimento degli obiettivi regionali del Burden Sharing9, di cui al DM 15/3/2012.
Considerando che la Regione Puglia nella precedente programmazione era risultata tra quelle con il maggior tasso di
energia prodotta, a fronte di quella consumata, con un incidenza di energia da FER superiore al 20% del totale (questi
dati erano stati raggiunti soprattutto con il ricorso a impianti di grande taglia con prevalenza di eolico), il nuovo quadro
delle politiche energetiche ha introdotto indirizzi cautelativi e di maggior sostenibilità per quanto riguarda le FER (con
preferenza di impianti di piccola taglia e tipologie diffuse).
Gli aspetti menzionati sono stati presi in attenta considerazione negli indirizzi e nelle prescrizioni che il PDG può
introdurre rispetto ai potenziali d’uso delle diverse tipologie di FER, considerando eventuali sinergie con la normativa
esistente.
In primo luogo la Regione Puglia ha già disciplinato, per prima in Italia, le proprie aree non idonee a specifiche
tipologie di impianti FER, con Regolamento Regionale n.24/2010, provvedendo ad un’ampia descrizione dei siti
oggetto di tutela ambientale e ad una diretta correlazione tra gli stessi e le tipologie di impianti, caso per caso,
penalizzate.
Inoltre con DGR n. 2122 2012, la Regione Puglia ha fornito gli indirizzi per l’integrazione procedimentale e per la
valutazione degli impatti cumulativi degli impianti a fonti rinnovabili nelle procedure di valutazione ambientale. Il
provvedimento nasce dalla “necessità di un’indagine di contesto ambientale a largo raggio, coinvolgendo aspetti
ambientali e paesaggistici di area vasta e non solo puntuali, indagando lo stato dei luoghi, anche alla luce delle
trasformazioni conseguenti alla presenza reale e prevista di altri impianti di produzione di energia per lo sfruttamento
di fonti rinnovabili e con riferimento ai potenziali impatti cumulativi connessi.”
In particolare le aree dove si addestrano cani senza l’abbattimento di fauna vengono definite zone di tipo A, mentre quelle dove è ammesso
l’abbattimento sono definite zone di tipo B. In queste zone è prevista l’immissione di fauna allevata in batteria.
8 “Regolamento recante misure di conservazione ai sensi delle direttive comunitarie 74/409 e 92/43 e del DPT 357/97 e successive modifiche e
integrazioni” e “Modifiche e integrazioni al Regolamento Regionale 18 luglio 2008, n. 15, in recepimento dei “Criteri minimi uniformi per la
definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZCS) e Zone di Protezione Speciale (ZPS)” introdotti con D.M.
17 ottobre 2007”.
9 Il DECRETO 15 marzo 2012 Cd “Burden sharing” definisce e quantifica gli obiettivi intermedi e finali che ciascuna regione e provincia
autonoma deve conseguire ai fini del raggiungimento degli obiettivi nazionali fino al 2020 in materia di quota complessiva di energia da fonti
rinnovabili sul consumo finale lordo di energia e di quota di energia da fonti rinnovabili nei trasporti.
7
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
14
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
Questi riferimenti oltre alle citate “Linee guida sulla progettazione e localizzazione di impianti di energia rinnovabile”
del PPTR, sono ritenute sufficienti alla gestione del tema anche per l’intera area SIC, fatta eccezione per gli impianti
eolici per i quali il PDG pone la limitazione più restrittiva del RR consentendo la realizzazione dei soli impianti di
micro eolico per autoproduzione con potenza complessiva non superiore a 20 kw. (REG art.15.4)
Il PDG si è quindi conformato agli indirizzi strategici regionali in particolare nell’applicazione dello sviluppo delle
energie rinnovabile del Sito; tuttavia per garantire la tutela delle caratteristiche ambientali e paesaggistiche del SIC ha
introdotto, in coerenza con le “Linee Guida sulla progettazione e localizzazione di impianti di energie rinnovabili” del
PPTR, specifche sulla realizzazione di impianti fotovoltaici a terra, di impianti eolici e di impianti alimentati a biomassa,
esclusivamente se finalizzata all’autoconsumo e all’integrazione del reddito delle aziende agricole, a condizione che
non interferiscano direttamente con la presenza di habitat naturali e seminaturali, delle specie di fauna e flora selvatica
di interesse comunitario, o con l’integrità dei contesti paesaggistici locali individuati dal PDG stesso.
 Verifica in sintesi
Valutazione: parziale conformità.
Componenti significative: Flora e fauna, biodiversità, paesaggio.
Temi di confronto/verifica: sviluppo energie rinnovabili.
2.1.3 Rapporti del PDG con la pianificazione comunale (PUC/PRG)
Il territorio del SIC interessa 11 comuni, con quote di superfici diverse e un diverso stato di avanzamento della
pianificazione locale. La maggior parte degli strumenti urbanistici vigenti sono datati (i comuni di Crispiano e Ceglie
Messapica hanno ancora un PDF risalente alla fine degli anni ’60, metà anni ‘70). I PRG hanno avuto, in molti casi, iter
di approvazione lunghi e complessi che, dal periodo di formazione avviata alla fine degli anni ’70, hanno portato ad
approvare i Piani definitivi dopo 10 o 15 anni.
L’analisi urbanistica per la redazione del PDG è stata sviluppata attraverso una lettura diacronica e un confronto dei
diversi strumenti ad oggi disponibili (PDF/PRG, PRG/PUG) che interessano i singoli Comuni, con le seguenti finalità:
-
evidenziare eventuali previsioni critiche in relazione alla presenza di habitat e specie e, più in generale,
all’assetto ecologico ambientale e paesaggistico dell’intero Sito. Il livello di criticità è stato definito anche
attraverso il confronto con le linee di indirizzo e le prospettive di sviluppo confermate o meno dal DPP (nei
comuni che si sono dotati di questo strumento);
-
mettere in evidenza il censimento all’interno della pianificazione locale delle risorse, dei beni presenti sul
territorio e delle aree che possono rappresentare una potenzialità in termini di valorizzazione compatibile del
Sito.
Questo livello di approfondomento è stato rappresentato attraverso un elaborato cartografico (TAV. QC16 “Mosaico
urbanistico delle aree di attenzione per il PDG”), in cui sono state evidenziate “aree critiche” e “risorse” al fine di
rendere esplicito il ruolo del PDG quale strumento di controllo e verifica preliminare della compatibilità e/o dell’
interferenza delle trasformazioni antropiche rispetto alle esigenze di conservazione di habitat e specie (aree critiche) e
quello di strumento “contenitore” di raccordo tra politiche di settore per uno sviluppo compatibile del Sito (Risorse).
Nella sezione valutativa della relazione illustrativa del PDG, le aree di attenzione sono state verificate e quantificate in
termini di pressioni/minaccia al fine di definire opportuni indirizzi o prescrizioni, nonché eventuali schede progetto.
Per le aree evidenziate come risorse è stato verificato con le Amministrazioni locali il livello di progettualità in corso o
previsto e la possibilità di definire schede progetto “ad hoc” nel PDA del PDG.
Il PDG è per sua natura uno strumento settoriale ma capace di incidere sulle scelte di pianificazione urbanistica e può
quindi costituire uno strumento di supporto e di indirizzo per i PUG in formazione che dovranno introdurre un sistema
di regole che sostenga e sottenda una visione del territorio attenta ai valori e al ruolo ecologico del territorio aperto.
Al momento i nuovi strumenti in formazione (quasi tutti a livello di documento preliminare di indirizzo) hanno definito
delle prospettive di trasformazione attraverso l’individuazione dei contesti rurali e urbani, ma necessitano di
approfondimenti sui caratteri dei singoli contesti che diano maggior forza alle strategie locali, introducendo opportuni
parametri gestionali per il controllo della qualità delle trasformazioni ammissibili.
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
15
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
Sotto questo profilo il PDG risulta coerente con il suo ruolo e sviluppa sinergie con i Piani urbanistici attraverso
l’individuazione dei contesti paesaggistici locali (che i nuovi strumenti potranno assumere e verificare relativamente
alla loro delimitazioni a scala di dettaglio) e la definzione di precisi obiettivi di contesto, che dovranno costituire il
riferimento per la verifica di compatibilità delle previsioni e degli assetti proposti dai PUG e degli interventi in essi
contenuti.
In particolare in considerazione delle specifiche caratteristiche del contesto n°1 identificato come “Ecosistema agricolo
urbanizzato ad elevata frammentazione dell’hinterland di Martina Franca”, il PDG introduce norme regolamentari
dirette alla pianificazione strutturale (PUC) e a quella attuativa. Oltre al divieto di confermare nuove previsioni
edificaorie di espansione edilizia; il PDG fornisce indirizzi per l’attivazione di programmi di rigenerazione periurbana
finalizzati al recupero della funzionalità ecologica e della qualità ambientale e paesaggistica del Contesto.
 Verifica in sintesi
Valutazione: parziale coerenza.
Componenti significative:, rete ecologica, paesaggio, socio-economia..
Temi di confronto/verifica: manutenzione e riqualificazione di viabilità e infrastrutture, assetto insediativo, rete
ecologica locale e contesti ad elevata frammentazione.
2.2
Matrice di correlazione della coerenza esterna
La verifica della coerenza esterna consente di constatare il livello di coerenza del PDG con la pianificazione
sovraordinata e/o locale e di consolidare, in questo modo, strategie, obiettivi e azioni previste anche attraverso il
confronto con gli obiettivi di sostenibilità ambientale desunti dal quadro programmatico di riferimento.
Questo nell’ottica di fornire un quadro riepilogativo delle sinergie intercorrenti tra il PDG in valutazione e gli altri
strumenti di pianificazione in merito alle azioni poste in essere.
E’ stata redatta una tabella di sintesi che confronta i livelli di coerenza, parziale coerenza o incoerenza con quanto
definito dalla pianificazione sovraordinata e locale sulle tematiche ambientali attinenti alle finalità del PDG stesso. Per
ciascuno strumento sono state quindi riportate le componenti significative per il PDG ed il livello di coerenza (desunto
dalle considerazioni fatte per ciascuno strumento nei paragrafi precedenti, Cfr. box “Verifica in sintesi”).
Tabella 1 Simbologia per indicare livello di coerenza o incoerenza
COERENZA
PARZIALE
COERENZA
PARZIALE
INCOERENZA
INCOERENZA
Indica che il PDG persegue (attraverso obiettivi, regolamenti e/o azioni) finalità che
presentano elementi di integrazione o finalità sinergiche con quelle dello strumento
esaminato. Definisce altresì opportuni indirizzi per gli strumenti sotto ordinati (PUG)
Indica che il PDG affronta solo in modo parziale i temi di confronto con quelle dello
strumento esaminato, oppure nella maggior parte dei casi che obiettivi/azioni di settore sono
sostanzialmente divergenti e che quindi Il PDG introduce limitazioni intergative sui temi
specifici di pertinenza.
Indica i casi in cui il PDG pur potendo svolgere (attraverso obiettivi, regolamenti e/o azioni)
un ruolo sinergico con quelle dello strumento esaminato, alcuni obiettivi/azioni di settore
sono sostanzialmente divergenti.
Indica i casi in cui il PDG pur potendo svolgere (attraverso obiettivi, regolamenti e/o azioni)
un ruolo sinergico con quelle dello strumento esaminato, obiettivi/azioni di settore sono
divergenti.
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
;o)
;o/
;o/
;o(
16
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
Tabella 2 Sintesi della coerenza esterna
strumento
temi di confronto
componente ambientale
valutazione
dettaglio
-
PPTR
RNR
“Bosco
delle
Pianelle”
PDG
SIC/ZPS
“Area delle
gravine”
PGRU
Piano
regionale
gestione
sintesi
equilibrio idrogeomorfologico;
sicurezza idrogeomorfologica;
tutela delle specificità degli assetti naturali;
mitigazione rischio idrogeologico.
alta qualità chimico-fisica e biologica delle
risorse idriche;
- equilibrio idraulico e geomorfologico dei
bacini idrografici;
- agricoltura multifunzionale sostenibile.
- aree naturali e seminaturali come core
areas principali della rete ecologica;
- connettività e la biodiversità del sistema
ambientale regionale;
- riduzione processi di frammentazione e
aumeno dei livelli di biodiversità del
mosaico paesistico regionale;
- naturalità diffusa delle matrici agricole
tradizionali.
- identità dei paesaggi rurali storici;
- beni culturali come sistemi territoriali
integrati;
- edilizia e manufatti rurali tradizionali anche
in chiave di ospitalità agrituristica;
- contrasto consumo urbano, industriale e
commerciale del suolo agricolo;
- paesaggi degradati delle urbanizzazioni
contemporanee;
- margini
urbani
e
i
confini
dell’urbanizzazione;
- multifunzionalità delle aree agricole
periurbane.
- turismo costiero e sinergie con l’entroterra;
- agricoltura multifunzionale sostenibile;
- riuso e nuova realizzazione delle attività
produttive e delle infrastrutture.
Mitigazione / rimozione delle interferenze
dovute alle infrastrutture (vianilità e linee
elettriche)
Miglioramento delle pratiche di gestione
forestale
Mitigazione/riduzione e controllo dei fenomeni
relativi a incendi e dissesto per aumentare la
sicurezza del territorio e ridurre le pressioni su
gli habitat e le specie presenti
Recupero dei beni storico culturali e
valorizzazione
delle
emergenze
geomorfologiche con attività di fruizione
compatibili (regolamentate)
Rete ecologica, benistorico paesaggistici, rifiuti
e qualità dell’ambiente
Suolo/sottosuolo
;o)
Acqua
;o)
Flora, fauna e biodiversità
;o)
Paesaggio
;o)
Socio-economica
;o)
Suolo/ biodiversità/paesaggio
;o)
biodiversità
;o)
biodiversità
;o/
Paesaggio socio economia
;o)
Suolo/sottosuolo, acqua, florafauna-biodiversità, paesaggio,
socio-economia
;o)
;o)
Gestione e regolamentazione della produzione
di rifiuti relativi ai settori agricolo produttivo e
turistico, obiettivi di qualità nel sistema di
smaltimento
Suolo/sottosuolo
Acqua
Rifiuti(inquinamento)
;o)
;o)
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
;o)
;o)
17
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
dei rifiuti
urbani
PAI e PTA Salvaguardia degli equilibri idrici dei bacini Acqua
;o)
PRAE
Suolo, flora, fauna, biodiversità
;o/
Flora fauna e biodiversità
;o)
carsici; efficienza del reticolo idrografico, uso
sostenibile della risorsa idrica.
Attività estrattive residue in zona SIC e piani di
recupero
PFVR
Aspetti normativi, azioni e monitoraggi (ungulati
e avifauna migratoria).
PEAR
sviluppo energie rinnovabili.
PUC
Flora e fauna, biodiversità,
paesaggio.
manutenzione e riqualificazione di viabilità rete ecologica, paesaggio,
e infrastrutture, assetto insediativo,
socio-economia.
;o)
rete ecologica locale e contesti ad elevata
frammentazione.
;o/
;o/
;o)
;o/
;o)
;o)
;o/
Dalla lettura critica del quadro programmatico/normativo sono emersi quali obiettivi di sostenibilità per ciascuna
componente ambientale del SIC quelli del PPTR, che rappresentano appunto la sintesti alla scala regionale.
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
18
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
Tabella 3 Obiettivi di sostenibilità ambientale.
Componenti
Obiettivi di sostenibilità ambientale
Valorizzare le qualità paesaggistiche assicurando la salvaguardia del
territorio sotto il profilo idrogeologico e sismico;
Prevenirne pericolosità e rischi nel rispetto delle caratteristiche
paesaggistiche dei luoghi;
SUOLO
Garantire per interventi in gravine e lame il loro ruolo di componenti
idrauliche, ecologiche e storico testimoniali del paesaggio pugliese;
Salvaguardare e valorizzare lo skyline del costone murgiano orientale.
Salvaguardare gli equilibri idrici dei bacini carsici endoreici al fine di
garantire la ricarica della falda idrica sotterranea e preservarne la
qualità.
Garantire l’efficienza del reticolo idrografico drenante con particolare
ACQUA
riguardo alla tutela delle aree di pertinenza dei corsi d’acqua, sia perenni
sia temporanei, e dei canali di bonifica.
promuovere tecniche tradizionali e innovative per l’uso efficiente e
sostenibile della risorsa idrica.
Salvaguardare e migliorare la funzionalità ecologica;
Salvaguardare il mosaico formato dal sistema di boschi e macchie,
pascoli e colture tradizionali che caratterizza l’altopiano;
Valorizzare o ripristinare la funzionalità ecologica dell’intero corso delle
FLORA FAUNA
lame;
E
Salvaguardare le pratiche agronomiche che favoriscono la diversità
BIODIVERSITA’
ecologica e il controllo dei processi erosivi;
Tutelare la continuità della maglia olivetata e del mosaico agricolo;
Salvaguardare l’integrità delle trame e dei mosaici colturali dei territori
rurali di interesse paesaggistico;
Privilegiare politiche di manutenzione, valorizzazione, riqualificazione
del paesaggio naturale e colturale tradizionale al fine: della
conservazione della biodiversità, della diversità dei paesaggi e
dell’habitat; della protezione idrogeologica e delle condizioni
bioclimatiche; della promozione di un turismo sostenibile basato
sull’ospitalità rurale diffusa e sulla valorizzazione dei caratteri identitari
locali;
Privilegiare il recupero e al riutilizzo del patrimonio storico esistente;
Riqualificare e restaurare i paesaggi rurali, valorizzando il rapporto degli
stessi con le aree agricole contermini.
PAESAGGIO
Tutelare e promuovere il recupero della fitta rete di beni diffusi e delle
emergenze architettoniche nel loro contesto,
Tutelare la leggibilità del rapporto originario tra i manufatti rurali e il
fondo di appartenenza;
Valorizzare la funzione produttiva delle aree agricole periurbane per
limitare il consumo di suolo indotto soprattutto da espansioni insediative
lungo le principali vie di comunicazione;
Potenziare le relazioni paesaggistiche, ambientali, funzionali tra città e
campagna riqualificando gli spazi aperti periurbani e interclusi
(campagna del ristretto);
Valorizzare i sistemi di relazioni tra costa e interno;
Valorizzare i grandi scenari e le visuali panoramiche come risorsa per la
SOCIO
- promozione, anche economica, dell’ambito, per la fruizione culturaleECONOMIA
paesaggistica e l’aggregazione sociale;
Riqualificare le aree produttive dal punto di vista paesaggistico,
ecologico, urbanistico edilizio ed energetico.
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
strumento
PPTR
PPTR
PPTR
PPTR
PPTR
PPTR
PPTR
PPTR
PPTR
PPTR
PPTR
PPTR
PPTR
PPTR
PPTR
PPTR
PPTR
PPTR
PPTR
PPTR
PPTR
PPTR
PPTR
19
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
2.3
Analisi della coerenza interna
2.3.1 Filosofia e approccio metodologico
Strategia prioritaria delle Direttive comunitarie “Habitat” e “Uccelli” è quella di costituire attraverso l’insieme dei siti
(SIC/ZPS) una rete coerente, ovvero funzionale alla conservazione dell’insieme di habitat e di specie che li
compongono. In quest’ottica l’analisi di un sito, per il quale devono essere individuate misure di conservazione ed
eventualmente elaborato un PDG, deve comprendere la sua collocazione nel quadro delle reti (ambientale, culturale,
socio-economica) in cui si inserisce, perseguendo una logica di gestione integrata.
Una visione conformata quindi su questi indirizzi comporta, nell’impostazione e nella costruzione del PDG, la
necessità di sperimentare un approccio metodologico declinato sul paradigma della rete, allargato ad un territorio di
riferimento coerente con i caratteri del sito e “transcalare” rispetto ai processi di interdipendenza che si innescano con
tutti gli elementi della Rete ecologica regionale, locale e territoriale a cui il Sito appartiene.
La redazione del PDG SIC “Murgia di Sud-Est” ha seguito, dal punto di vista metodologico una vision di questo tipo,
ovvero un approccio integrato ecosistemico e di paesaggio (site/target-based - e landscape-based) in grado di
inquadrare in una logica di rete le caratteristiche delle comunità, degli ecosistemi e dei processi che sono all’origine
dell’attuale strutturazione e funzionalità ecologica del Sito, nonché di individuare set di indicatori di stato, pressione,
impatto ad una scala adeguata al monitoraggio a medio-lungo termine tipica del sistema ecologico.
Si tratta di un modello di pianificazione “aperto” basato, appunto, su una duplice chiave di lettura dei caratteri del Sito:
la prima, target-based, site-based è di tipo strettamente conservazionistico (strategie di conservazione alla scala di
Sito, focalizzate su specifici target e azioni esclusivamente al suo interno); la seconda landscape based, rientra tra gli
approcci di tipo pianificatorio-gestionale, relativi ad azioni che debbono essere necessariamente declinate alla scala,
invece, di territorio.
L’ approccio metodologico applicato dal presente PDG, rende esplicito il legame tra elementi di valore (biodiversità,
paesaggi), fattori/processi di criticità (attività antropiche, driving forces, minacce/pressioni dirette e/o indirette) e misure
attive (misure regolamentari, azioni ecc.).
Inoltre il PDG ha cercato di raccordare i diversi livelli di pianificazioni attualmente vigenti sul territorio del SIC, ovvero il
livello territoriale regionale (PPTR) con quello della pianificazione locale (PUC/PRG), garantendo il confronto dei
diversi obiettivi o, almeno, la non contraddizione tra le varie regole destinate a scopi in parte uguali, ma in parte diversi
(conservazione della biodiversità e degli habitat, mantenimento dei paesaggi storici, valorizzazione dei beni culturali).
2.3.2 Struttura e contenuti
Il PDG del SIC “Murgia di Sud-Est” si configura come piano integrato ed è articolato nei seguenti quadri, che ne
definiscono la sequenza logica:
1. Inquadramento territoriale di area vasta, finalizzato ad una lettura del Sito ad una scala territoriale
valorizzando i contenuti del PPTR;
2. Quadro conoscitivo (QC), relativo alle caratteristiche fisiche, biologiche, paesaggistiche e antropiche del
Sito e all’analisi del quadro socio economico e degli strumenti urbanistici e di pianificazione vigenti nell’area;
3. Quadro valutativo (QV), relativo alle analisi e alla valutazione delle esigenze ecologiche di habitat e specie
vegetali e animali di interesse comunitario o di interesse conservazionistico, all’analisi dei contesti
paesaggistici locali e alla individuazione dei principali elementi di pressione e minaccia;
4. Quadro progettuale/gestionale (QG), relativo alla definizione degli obiettivi (generali, di contesto e
specifici), degli interventi gestionali (interventi attivi, programmi di monitoraggio, incentivi, programmi didattici,
misure regolamentari), contenuti nel Piano di azione (PDA)., che comprende anche la redazione di un
apposito Regolamento di gestione (RE) e di un Programma di monitoraggio (PM) del Sito.
Gli elementi del PDG sono inoltre stati riassunti in un complessivo Atlante al fine di agevolare la lettura complessiva
dello strumento.
Il Regolamento di gestione (RE) contiene misure regolamentari, finalizzate alla conservazione delle specie e degli
habitat presenti nel Sito e alla gestione coerente delle attività antropiche.
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
20
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
Al processo di redazione del PDG si è affiancato quello di aggiornamento e integrazione del Formulario Standard
Natura 2000 del Sito, a seguito dei risultati del quadro conoscitivo e valutativo.
In particolare per la definizione delle scelte del quadro gestionale (QG) il PDG ha assunto, nel rispetto del proprio
ruolo, delle sue finalità istitutive e ai sensi della Direttiva “Habitat”, quali riferimenti di base i due documenti
condizionanti le politiche ambientali a tutti i livelli: la Strategia Nazionale per la Biodiversità (SNB) e la Convenzione
Europea del Paesaggio (CEP).
In questi termini, e a partire dai risultati del quadro conoscitivo (QC) e valutativo (QV) il PDG ha individuato quali
sintesi intepretative territoriali poste alla base delle scelte gestionali:
-
i valori naturalistici del SIC: attraverso un modello territoriale sintetico in ambiente GIS, una scala di valori
(alto, medio, basso) restituisce lo stato attuale del Sito per unità di superficie, in termini di ricchezza di habitat
di interesse comunitario/prioritario, in funzione del loro valore conservazionistico, del valore faunistico e
floristico, in base alla presenza di habitat di specie e alla densità di alcuni elementi geomorfologici (quali ad
es. grotte e doline), siti potenzialmente in grado di ospitare relittuali aree umide, permanenti o stagionali, di
interesse conservazionistico.
-
i contesti paesaggistici locali: attraverso un modello territoriale sintetico in ambiente GIS, è stato restituito per
unità di superficie del Sito l’indice di permanenza dei caratteri di lunga durata, derivato dalla valutazione e dal
confronto di indici di densità pesata riferiti a singole matrici caratteristiche e/o identitarie del territorio di
appartenenza del SIC: 1) geo-morfologica,2) insediativa, 3) storico-archiettonica e 4) agro-silvo-pastorale
tradizionale. A partire da questo indice sono stati perimetrati i contesti paesaggistici locali ovvero porzioni di
territorio omogenee per prevalenti invarianti strutturali e caratteri morfologico – ambientali, insediativi e
culturali.
Figura 1 TAVQV02 “Carta del valore Natura2000”. In giallo valore basso, in verde chiaro medio-basso, in verde brillante medio, in verde scuro
medio-alto, in blu alto.
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
21
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
Figura 2 TAVQV03 “Carta dei contesti paesaggistici locali” (reticolo con sovrapposti i perimtri) In viola Contesto 1. “Ecosistema agricolo
urbanizzato ad elevata frammentazione dell’hinterland di Martina Franca”; 2. “Mosaico rurale della “campagna abitata”: in marrone chiaro 2.a
dell’altopiano orientale; in verde scuro 2.b della piana ondulata di Martina Franca”;in verde chiaro 3. “Scrigno di naturalità e cultura del gradino
della piattaforma murgiana”; in rosso 4. “Matrice della “campagna produttiva” di Noci”; in arancione 5. Agro ecosistemi produttivi del “secondo
gradino murgiano”.
4
2b
5
1
3
2a
Figura 3 TAVQV03 “Carta dei contesti paesaggistici locali” (perimetri).
Valore Natura2000 e Contesti paesaggistici locali costituisco il riferimento per la definizione degli obiettivi (generali, di
contesto, specifici) del PDG, anche attraverso il confronto con la distribuzione degli elementi di pressione/minaccia.
Il PDG ha quindi definito:
-
obiettivi generali: riguardano la qualità complessità e l’integrità del Sito e sono finalizzati al loro
mantenimento/miglioramento, valutando i comportamenti gestionali e la compatibilità delle attività in tal
senso, in modo da conservare per le generazioni future in uno stato soddisfacente gli habitat naturali e
seminaturali, le specie di fauna e flora selvatica di interesse comunitario (obiettivi generali - Site-based);
-
obiettivi specifici: riguardano la risoluzione a specifiche pressioni/minacce e sono finalizzati al
mantenimento/miglioramento della qualità interna del Sito, in modo da conservare per le generazioni future
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
22
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
in uno stato soddisfacente gli habitat naturali e seminaturali, le specie di fauna e flora selvatica di interesse
comunitario (obiettivi specifici – Site target);
-
obiettivi di Contesto: riguardano i contesti paesaggistici locali svolgono un ruolo di raccordo tra obiettivi
generali e specifici evidenziando le priorità da perseguire in termini di salvaguardia, gestione e pianificazione.
Gli obiettivi si attuano attraverso indirizzi e prescrizioni contenuti nel Regolamento di gestione (RE) e rappresentano
riferimento imprescindibile per qualsisi azione all’interno del Sito, compresi tutti gli interventi del Piano di Azione (PA)
del PDG.
2.4
Matrice di correlazione della coerenza interna
La verifica della coerenza interna rappresenta un momento di valutazione della pertinenza del Piano per l'integrazione
delle considerazioni ambientali in relazione alla rispondenza tra obiettivi e azioni individuate nel Piano stesso.
Il PDG ha assunto, nel rispetto del suo ruolo e delle sue finalità istitutive ai sensi della Direttiva “Habitat”, quali
riferimenti i due documenti ormai affermati in Italia e che stanno divenendo condizionanti per le politiche ambientali a
tutti i livelli: la strategia nazionale per la biodiversità (SNB) e la convenzione europea del paesaggio (CEP).
In particolare il PDG, nella valutazione dello stato di conservazione di habitat e specie con riferimento alle criticità
(pressioni e minaccie) riconosciute all’interno del Sito e della sua area di riferimento ambientale, ha attuato una stretta
coerenza tra i propri obiettivi generali (OB) e specifici (OS) e le aree di lavoro e le priorità d’intervento della SNB.
Per quanto riguarda la correlazione con la CEP, il PDG ha assunto il valore di piano integrato, ed ha individuato, in
coerenza anche con quanto indicato dal PPTR i contesti paesaggistici locali, che rappresentano porzioni omogenee di
territorio caratterizzate da prevalenti caratteri geo-morfologici, ecologici e culturali. Questa scelta appare ancora più
appropriata per il SIC “Murgia di Sud-Est”, proprio in considerazione della sua estensione che, come già scritto, è
paragonabile a quella di un Parco. Ciò ha permesso di rispondere non esclusivamente in termini di obiettivi generali
(riferendosi all’unità del Sito) e specifici (in risposta delle singole pressioni/minaccie), ma anche di introdurre un
riferimento gestionale di indirizzo territoriale, per il quale il PDG ha definito obiettivi di contesto (OC) in stretta
coerenza sia con con le aree di lavoro e le priorità d’intervento della SNB, e sia con gli obiettivi di qualità paesaggistica
del PPTR, contestualizzando e rispondendo agli obiettivi generali di Sito.
Per tali motivi l’analisi di coerenza interna riasunta nella matrice di correlazione della Tabella 4 è stata costruita
articolando strategie, obiettivi e azioni ripsetto ai contesti paesaggitici locali individuati dal PDG, come riferimento
principale per la verifica di compatibilità/coerenza degli interventi su tutto il territorio.
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
23
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
Tabella 4 – matrice di correlazione della cerenza interna (in rosso gli obiettivi generali/specifici maggiormente significativi per ciascun contesto)
Contesti
paesaggistici locali
(CPL)10
1.
Ecosistema
agricolo
urbanizzato
ad
elevata
frammentazione
dell’hinterland di
Martina Franca
2.Mosaico
rurale
della “campagna
abitata”
2.a dell’altopiano
orientale;
2.b della
piana
ondulata di Martina
Franca.
Principali
obiettivi generali (OG)
OG01 Tutela della biodiversità del Sito e degli habitat e delle specie
di interesse comunitari;
OG02 Tutela attiva della matrice forestale, e in particolare dei boschi
di fragno, quale nodo strategico della rete ecologica regionale;
OG03 Tutela attiva e valorizzazione del paesaggio agricolo
tradizionale murgese, delle attività agro-silvo-pastorali sostenibili e
degli elementi del patrimonio storico -architettonico;
OG04 Controllo dei processi di consumo di suolo e razionalizzazione
del sistema dell’accessibilità al SIC;
OG07 Aumento del livello della conoscenza e di riconoscibilità del
SIC, anche finalizzata ad uno sviluppo turistico sostenibile (CETS).
OG01 Tutela della biodiversità del Sito e degli habitat e delle specie
di interesse comunitari;
OG02 Tutela attiva della matrice forestale, e in particolare dei boschi
di fragno, quale nodo strategico della rete ecologica regionale;
OG03 Tutela attiva e valorizzazione del paesaggio agricolo
tradizionale murgese, delle attività agro-silvo-pastorali sostenibili e
degli elementi del patrimonio storico-architettonico;
OG04 Controllo dei processi di consumo di suolo e razionalizzazione
del sistema dell’accessibilità al SIC;
OG06 Tutela del sistema delle zone umide naturali e artificiali;
OG07 Aumento del livello della conoscenza e di riconoscibilità del
SIC, anche finalizzata ad uno sviluppo turistico sostenibile (CETS).
Obiettivi di Contesto (OC)11: salvaguardia12, gestione13, pianificazione14
SALVAGUARDIA/GESTIONE delle aree naturali e seminaturali residuali della rete
ecologica locale (boschi di fragno, agroecosistemi, varchi inedificati, biotopi umidi,
reticolo idrografico ecc.) e dei beni culturali e paesaggistici, attraverso prescrizioni e
indirizzi contenuti nel Regolamento e azioni (IA, MR, IN, PD, RE) contenute nel
Piano di Azione del PDG, orientati a:
- aumento della biopermeabilità diffusa attraverso il potenziamento delle aree
seminaturali relitte;
- conservazione attiva del paesaggio rurale tradizionale;
- riduzione della frammentazione degli habitat naturali e seminaturali;
- rigenerazione degli spazi aperti e interclusi nell’edificato con funzione di varco
ecologico, quali nodi di qualificazione della città contemporanea e della rete
ecologica urbana.
PIANIFICAZIONE delle trasformazioni urbanistico-infrastrutturali finalizzata al
contrasto del consumo urbano, industriale e commerciale del suolo agricolo
(limitazione dei processi di deruralizzazione), attraverso prescrizioni e indirizzi
contenuti nel Regolamento e azioni (IA, MR, IN, PD, RE) contenute nel Piano di
Azione del PDG, orientate a:
- delocalizzazione dei comparti edificatori non compatibili (zone di espansione
residenziali, produttive e servizi);
- limitazione degli interventi di edificazione in aree agricole di valore ecologico
relittuali o compromesse dalle urbanizzazioni;
- riqualificazione ecologica delle aree periurbane, promuovendo progetti integrati
di recupero degli ambiti costruiti, anche attraverso la riqualificazione del verde
pubblico e privato e delle aree agricole e forestali intercluse
- riqualificazione degli habitat naturali e seminaturali a margine delle infrastrutture
lineari e puntuali attraverso progetti integrati della rete infrastrutturale con la
rete ecologica;
- definizione dei margini urbani e dei confini dell’urbanizzato che migliorino la
transizione tra il paesaggio urbano e quello della campagna abitata.
SALVAGUARDIA/GESTIONE del sistema di boschi di valore naturalistico e
paesaggistico, quale potenziamento delle connessioni (principali e secondarie)
della rete ecologica regionale, delle emergenze geomorfologiche (grotte, doline,
geositi) e architettoniche minori e dei biotopi umidi naturali e artificiali, attraverso
prescrizioni e indirizzi contenuti nel Regolamento e azioni (IA, MR, IN, PD, RE)
contenute nel Piano di Azione del PDG, orientate a:
- riduzione dei processi di frammentazione ecologica (2a, 2b);
- gestione forestale sostenibile e miglioramento dei livelli di maturità e di
funzionalità ecologica dei boschi (con particolare riferimento a quelli di fragno)
(2b);
- riduzione degli impatti derivanti dal carico pascolivo sui boschi di fragno (2b);
- mantenimento della trama fondiaria storica (2a, 2b);
- mantenimento degli elementi vegetali lineari e puntuali (alberi camporili, siepi,
boschetti, ecc.) del paesaggio agricolo;
- tutela, riqualificazione e creazione ex novo delle aree umide artificiali e naturali.
10Applicazione
Principali
obiettivi specifici (OS)
OS02 Tutela delle formazioni forestali più evolute;
OS03 Miglioramento della sostenibilità ecologica delle attività selvicolturali;
OS04 Miglioramento dei livelli di continuità e qualità ecologica delle formazioni forestali nell’ambito
delle matrici agricole;
OS09 Limitazione e controllo sullo sviluppo di fitopatologie;
OS010 Approfondimento delle conoscenze e controllo delle popolazioni di cinghiale;
OS13 Riduzione dei processi di consumo di suolo;
OS14 Tutela dei residuali varchi di naturalità e degli elementi di biopermeabilità;
OS15 Mantenimento e miglioramento dei caratteri agro-silvo-pastorali tradizionali e delle emergenze
storico-paesaggistiche;
OS16 Mantenimento e miglioramento delle aree agricole di valore conservazionistico ad elevata
urbanizzazione (frammentazione);
OS17 Recupero dei nuclei di espansione edilizia già pianificati (ove non in contrasto con la presenza
di habitat e/o specie di interesse), finalizzato alla limitazione del consumo di suolo;
OS18 Riduzione e/o mitigazione dell’effetto barriera della rete stradale;
OS19 Riduzione dei processi di artificializzazione del SIC del settore estrattivo e mitigazione degli
impatti;
OS21 Eliminazione e bonifica delle discariche abusive esistenti;
OS22 Riduzione e mitigazione degli impatti sulla fauna della rete elettrica AT e MT;
OS23 Tutela e approfondimento delle conoscenze relative alle relittuali aree umide naturali e
artificiali;
OS24 Tutela e approfondimento delle conoscenze relative ai siti ipogei di interesse
conservazionistico e alle altre emergenze geomorfologiche (siti ipogei, doline; gravine, ecc);
OS25 Mitigazione degli impatti dell’attività venatoria e ostacolo ai fenomeni di bracconaggio;
OS26 Controllo del fenomeno e limitazione degli impatti dovuti ai cani vaganti;
OS29 Controllo/eliminazione specie aliene invasive;
OS30 Miglioramento della compatibilità degli interventi di ristrutturazione edilizia con la presenza di
specie animali di interesse conservazionistico;
OS32 Miglioramento del grado di conoscenza del SIC e dei suoi valori nella comunità locale;
OS33 Miglioramento dei servizi di fruizione turistica sostenibile del SIC;
OS34 Realizzazione di attività turistiche, ricreative ed educazionali in grado di generare forme di
sviluppo sostenibile all’interno del Sito, senza alterare gli equilibri naturali e culturali;
OS37 Realizzazione di una gestione efficace delle procedure di V.Incidenza nel SIC;
OS01 Miglioramento della sostenibilità ecologica delle attività di pascolo in bosco;
OS02 Tutela delle formazioni forestali più evolute;
OS03 Miglioramento della sostenibilità ecologica delle attività selvicolturali;
OS04 Miglioramento dei livelli di continuità e qualità ecologica delle formazioni forestali nell’ambito
delle matrici agricole;
OS05 Miglioramento delle direttrici di connettività forestale con le aree esterne al SIC (priorità per la
direttrice di continuità ecologica di nord-ovest)
OS06 Miglioramento della gestione delle pinete mediterranee;
OS09 Limitazione e controllo sullo sviluppo di fitopatologie;
OS010 Approfondimento delle conoscenze e controllo delle popolazioni di cinghiale;
OS11 Miglioramento della sostenibilità del settore agricolo e zootecnico;
OS12 Mantenimento delle pratiche di pascolo tradizionali e della mosaicatura di habitat prativi e di
gariga;
OS15 Mantenimento e miglioramento dei caratteri agro-silvo-pastorali tradizionali e delle emergenze
storico-paesaggistiche;
della Convenzione Europea del paesaggio art. 1 "Paesaggio" designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni;
Confronto obiettivi di qualità paesaggistica CEP/Obiettivi strategici della Strategia Nazionale della biodiversità (2010).
12 Azioni volte alla conservazione attiva ed al mantenimento degli aspetti significativi o caratteristici di un paesaggio derivante dalla sua configurazione naturale e/o dal tipo d'intervento umano, al miglioramento del livello di biodiversità ed alla tutela della ricchezza paesaggistica.
13 Azioni volte al mantenimento ed al miglioramento degli aspetti significativi o caratteristici di un paesaggio derivante dalla sua configurazione naturale, culturale e delle attività tradizionali agro-silvo-pastorali, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, al fine di orientare e di armonizzare le trasformazioni antropiche.
14 Azioni fortemente lungimiranti, volte al miglioramento, al potenziamento ed alla valorizzazione degli aspetti significativi o caratteristici di un paesaggio derivante dalla sua configurazione naturale e/o dal tipo d'intervento umano, attraverso politiche, attività ed interventi sostenibili.
11
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
24
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
Contesti
paesaggistici locali
(CPL)10
Principali
obiettivi generali (OG)
Obiettivi di Contesto (OC)11: salvaguardia12, gestione13, pianificazione14
GESTIONE delle attività agro-zootecniche finalizzata alla conservazione attiva dei
mosaici agro-silvo-pastorali tradizionali, degli oliveti monumentali e degli
ecosistemi forestali attraverso prescrizioni e indirizzi contenuti nel Regolamento e
azioni (IA, MR, IN, PD, RE) contenute nel Piano di Azione del PDG, orientate a:
- integrazione con altre attività economiche (mutifunzionalità delle aziende
agricole) anche per favorire il presidio del territorio e il mantenimento della
eterogeneità del paesaggio rurale (2a, 2b);
- promozione di forme di turismo di qualità che valorizzino il ruolo delle comunità
locali nell’offerta turistica (2a, 2b)
- miglioramento dei livelli di sostenibilità ambientale delle attività agricole e
zootecniche, con particolare riferimento alla riduzione del carico pascolivo nei
boschi (2b);
GESTIONE/PIANIFICAZIONE della rete infrastrutturale finalizzata alla
razionalizzazione e gerarchizzazione dei livelli di fruizione del SIC (in auto, in
bicicletta, a piedi, ecc.) ed al miglioramento delle prestazioni culturali (itinerari
tematici e servizi all’utente fruitore) ed ecologiche (es. passaggi fauna selvatica),
attraverso prescrizioni e indirizzi contenuti nel Regolamento e azioni (IA, MR, IN,
PD, RE) contenute nel Piano di Azione del PDG, orientate a:
- integrazione delle infrastrutture all’interno dei contesti locali attraversati (2a, 2b);
- mantenimento e riqualificazione degli habitat naturali e seminaturali a margine
delle infrastrutture lineari e puntuali (2a, 2b);
- riqualificazione e/o nuova realizzazione di servizi all’utente-fruitore
promuovendo il recupero architettonico del sistema dei beni minori: itinerari
tematici, punti informativi, punti sosta, aule didattiche all’aperto, ecc (2a, 2b).
PIANIFICAZIONE delle trasformazioni urbanistico-infrastrutturali finalizzata al
contrasto di consumo urbano, industriale e commerciale del suolo agricolo
(limitazione dei processi di deruralizzazioni), attraverso prescrizioni e indirizzi
contenuti nel Regolamento e azioni (IA, MR, IN, PD, RE) contenute nel Piano di
Azione del PDG, orientate a:
- delocalizzazione dei comparti edificatori non compatibili (zone di espansione
residenziali, produttive e servizi) (2a);
- riqualificazione delle zone a destinazione agricola e agricola-residenziale
attraverso progetti integrati coerenti con il paesaggio agro-silvo-pastroale
tradizionale (2b).
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
25
Principali
obiettivi specifici (OS)
OS18 Riduzione e/o mitigazione dell’effetto barriera della rete stradale
OS19 Riduzione dei processi di artificializzazione del SIC del settore estrattivo e mitigazione degli
impatti;
OS22 Riduzione e mitigazione degli impatti sulla fauna della rete elettrica AT e MT;
OS23 Tutela e approfondimento delle conoscenze relative alle relittuali aree umide naturali e
artificiali;
OS24 Tutela e approfondimento delle conoscenze relative ai siti ipogei di interesse
conservazionistico e alle altre emergenze geomorfologiche (siti ipogei, doline; gravine, ecc);
OS26 Controllo del fenomeno e limitazione degli impatti dovuti ai cani vaganti;
OS29 Controllo/eliminazione specie aliene invasive;
OS30 Miglioramento della compatibilità degli interventi di ristrutturazione edilizia con la presenza di
specie animali di interesse conservazionistico;
OS31 Gestione ottimale dei rapporti tra lupo e attività zootecniche;
OS32 Miglioramento del grado di conoscenza del SIC e dei suoi valori nella comunità locale;
OS33 Miglioramento dei servizi di fruizione turistica sostenibile del SIC;
OS34 Realizzazione di attività turistiche, ricreative ed educazionali in grado di generare forme di
sviluppo sostenibile all’interno del Sito, senza alterare gli equilibri naturali e culturali.
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
Contesti
paesaggistici locali
(CPL)10
3.
Scrigno
di
naturalità
e
cultura
del
gradino
della
piattaforma
murgiana
Principali
obiettivi generali (OG)
OG01 Tutela della biodiversità del Sito e degli habitat e delle specie
di interesse comunitario;
OG02 Tutela attiva della matrice forestale, e in particolare dei boschi
di fragno, quale nodo strategico della rete ecologica regionale;
OG03 Tutela attiva e valorizzazione del paesaggio agricolo
tradizionale murgese, delle attività agro-silvo-pastorali sostenibili e
degli elementi del patrimonio storico-architettonico;
OG05 Tutela delle emergenze geomorfologiche;
OG06 Tutela del sistema delle zone umide naturali e artificiali;
OG07 Aumento del livello della conoscenza e di riconoscibilità del
SIC, anche finalizzata ad uno sviluppo turistico sostenibile (CETS).
Obiettivi di Contesto (OC)11: salvaguardia12, gestione13, pianificazione14
SALVAGUARDIA dell’unicità morfologica, naturalistica e paesaggistica, delle matrici
forestali delle Pianelle e del mosaico di boschi e macchie, pascoli e colture
tradizionali dell’altopiano murgiano che degrada verso la pianura di Taranto, quale
importante nodo e area source forestale della rete ecologica regionale, attraverso
prescrizioni e indirizzi contenuti nel Regolamento e azioni (IA, MR, IN, PD, RE)
contenute nel Piano di Azione del PDG, orientate a:
- conservazione e miglioramento della funzionalità ecologica degli habitat forestali
(con particolare riferimento ai boschi di fragno, alle leccete e ai boschi mesofili
degli impluvi) e dei mosaici di garighe e praterie aride mediterranee,
ripristinandone la funzionalità e promovendo la loro inclusione in un sistema di
corridoi di connessione;
- conservazione dei beni archeologici (es. siti rupestri) e storico-architettonici
minori, e delle emergenze geomorfologiche (gravine, doline, siti ipogei, ecc.).
GESTIONE regolamentata delle attività forestali, agricole e zootecniche produttive in
coerenza con la presenza del SIC, attraverso prescrizioni e indirizzi contenuti nel
Regolamento e azioni (IA, MR, IN, PD, RE) contenute nel Piano di Azione del PDG,
orientate a:
- miglioramento della funzionalità ecologica degli ecosistemi, attraverso la
regolamentazione delle attività antropiche;
- incentivo di pratiche agro-silvo-pastorali a basso impatto ambientale, anche
attraverso forme di controllo e monitoraggio.
GESTIONE del sistema delle aree protette presenti nel Contesto attraverso un
coordinamento amministrativo, programmatico e attuativo finalizzato all’ integrazione
dei relativi strumenti, attraverso prescrizioni e indirizzi contenuti nel Regolamento e
azioni (IA, MR, IN, PD, RE) contenute nel Piano di Azione del PDG, orientate a:
- individuazione e formalizzazione di idonei “organismi locali” di supporto all’Ente
Gestore del SIC per l’attuazione del PDG;
- valorizzazione del ruolo degli Enti gestori delle aree protette
4.
Matrice della
“campagna
produttiva”
di
Noci
OG01 Tutela della biodiversità del Sito e degli habitat e delle specie
di interesse comunitari;
OG02 Tutela attiva della matrice forestale, e in particolare dei boschi
di fragno, quale nodo strategico della rete ecologica regionale;
OG03 Tutela attiva e valorizzazione del paesaggio agricolo
tradizionale murgese, delle attività agro-silvo-pastorali sostenibili e
degli elementi del patrimonio storico-architettonico;
OG06 Tutela del sistema delle zone umide naturali e artificiali;
OG07 Aumento del livello della conoscenza e di riconoscibilità del
SIC, anche finalizzata ad uno sviluppo turistico sostenibile (CETS).
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
SALVAGUARDIA dei boschi di fragno relittuali con valore naturalistico e
paesaggistico, quale potenziamento delle connessioni (principali e secondarie) della
rete ecologica regionale, delle emergenze geomorfologiche (doline) e architettoniche
minori e dei biotopi umidi naturali e artificiali, attraverso prescrizioni e indirizzi
contenuti nel Regolamento e azioni (IA, MR, IN, PD, RE) contenute nel Piano di
Azione del PDG, orientate a:
- riduzione dei processi di frammentazione ecologica;
- gestione forestale sostenibile e miglioramento dei livelli di maturità e di
funzionalità ecologica dei boschi (con particolare riferimento a quelli di fragno);
- riduzione degli impatti derivanti dal carico pascolivo sui boschi di fragno;
- mantenimento degli elementi vegetali lineari e puntuali (alberi camporili, siepi,
boschetti, ecc.) del paesaggio agricolo;
- tutela, riqualificazione e creazione ex novo delle aree umide artificiali e naturali.
GESTIONE delle attività agro-zootecniche finalizzata al miglioramento dei livelli di
biopermeabilità del suolo, alla conservazione delle aree agricole ad alto valore
naturalistico e al miglioramento della rete ecologica locale, attraverso prescrizioni e
indirizzi contenuti nel Regolamento e azioni (IA, MR, IN, PD, RE) contenute nel
Piano di Azione del PDG, orientate a:
- riduzione dei processi di semplificazione agraria (seminativi intensivi) e di
perdita di elementi puntuali e lineari del paesaggio agrario tradizionale;
- miglioramento della sostenibilità ambientale delle attività agricole e zootecniche;
- utilizzo di forme di gestione delle colture più conservative (metodi di
dissodamento, prati permanenti, ecc..);
- utilizzo di forme razionali di pascolamento, che tengano conto del carico
26
Principali
obiettivi specifici (OS)
OS01 Miglioramento della sostenibilità ecologica delle attività di pascolo in bosco;
OS02 Tutela delle formazioni forestali più evolute;
OS03 Miglioramento della sostenibilità ecologica delle attività selvicolturali;
OS06 Miglioramento della gestione delle pinete mediterranee;
OS07 Limitazione e controllo del fenomeno degli incendi estivi;
OS08 Riqualificazione dei boschi degradati dagli incendi;
OS09 Limitazione e controllo sullo sviluppo di fitopatologie;
OS010 Approfondimento delle conoscenze e controllo delle popolazioni di cinghiale;
OS12 Mantenimento delle pratiche di pascolo tradizionali e della mosaicatura di habitat prativi e di
gariga;
OS15 Mantenimento e miglioramento dei caratteri agro-silvo-pastorali tradizionali e delle emergenze
storico-paesaggistiche;
OS18 Riduzione e/o mitigazione dell’effetto barriera della rete stradale;
OS20 Miglioramento della gestione naturalistica all’interno delle aree militari;
OS22 Riduzione e mitigazione degli impatti sulla fauna della rete elettrica AT e MT;
OS23 Tutela e approfondimento delle conoscenze relative alle relittuali aree umide naturali e
artificiali;
OS24 Tutela e approfondimento delle conoscenze relative ai siti ipogei di interesse
conservazionistico e alle altre emergenze geomorfologiche (siti ipogei, doline; gravine, ecc);
OS25 Mitigazione degli impatti dell’attività venatoria e ostacolo ai fenomeni di bracconaggio;
OS26 Controllo del fenomeno e limitazione degli impatti dovuti ai cani vaganti;
OS27 Riduzione dei fenomeni di raccolta di specie vegetali di interesse conservazionistico;
OS28 Controllo e miglioramento compatibilità delle attività di raccolta dei funghi;
OS30 Miglioramento della compatibilità degli interventi di ristrutturazione edilizia con la presenza di
specie animali di interesse conservazionistico;
OS31 Gestione ottimale dei rapporti tra lupo e attività zootecniche;
OS32 Miglioramento del grado di conoscenza del SIC e dei suoi valori nella comunità locale;
OS33 Miglioramento dei servizi di fruizione turistica sostenibile del SIC;
OS34 Realizzazione di attività turistiche, ricreative ed educazionali in grado di generare forme di
sviluppo sostenibile all’interno del Sito, senza alterare gli equilibri naturali e culturali;
OS35 Compatibilità delle attività di arrampicata con la tutela degli habitat/flora rupestre;
OS01 Miglioramento della sostenibilità ecologica delle attività di pascolo in bosco;
OS02 Tutela delle formazioni forestali più evolute;
OS03 Miglioramento della sostenibilità ecologica delle attività selvicolturali;
OS04 Miglioramento dei livelli di continuità e qualità ecologica delle formazioni forestali nell’ambito
delle matrici agricole;
OS05 Miglioramento delle direttrici di connettività forestale con le aree esterne al SIC (priorità per la
direttrice di continuità ecologica di nord-ovest);
OS09 Limitazione e controllo sullo sviluppo di fitopatologie;
OS010 Approfondimento delle conoscenze e controllo delle popolazioni di cinghiale;
OS11 Miglioramento della sostenibilità del settore agricolo e zootecnico;
OS12 Mantenimento delle pratiche di pascolo tradizionali e della mosaicatura di habitat prativi e di
gariga;
OS18 Riduzione e/o mitigazione dell’effetto barriera della rete stradale;
OS15 Mantenimento e miglioramento dei caratteri agro-silvo-pastorali tradizionali e delle emergenze
sorico-paesaggistiche;
OS22 Riduzione e mitigazione degli impatti sulla fauna della rete elettrica AT e MT;
OS23 Tutela e approfondimento delle conoscenze relative alle relittuali aree umide naturali e
artificiali;
OS24 Tutela e approfondimento delle conoscenze relative alle altre emergenze geomorfologiche
(siti ipogei, doline; gravine, ecc);
OS25 Mitigazione degli impatti dell’attività venatoria e ostacolo ai fenomeni di bracconaggio;
OS26 Controllo del fenomeno e limitazione degli impatti dovuti ai cani vaganti;
OS30 Miglioramento della compatibilità degli interventi di ristrutturazione edilizia con la presenza di
specie animali di interesse conservazionistico;
OS32 Miglioramento del grado di conoscenza del SIC e dei suoi valori nella comunità locale;
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
Contesti
paesaggistici locali
(CPL)10
Principali
obiettivi generali (OG)
Obiettivi di Contesto (OC)11: salvaguardia12, gestione13, pianificazione14
sostenibile, per garantire un equilibrio tra processi biologici e socio economici;
- riduzione dei fenomeni di frammentazione degli habitat forestali (boschi di
fragno) e loro riqualificazione ecologica;
- tutela, riqualificazione e creazione ex novo delle aree umide artificiali e naturali;
- incentivazione della mutifunzionalità delle aziende agricole per favorire il
presidio del territorio e la complessità ambientale delle aree agricole;
- promozione di forme di turismo di qualità che valorizzino il ruolo delle comunità
locali nell’offerta turistica.
5.
Agro
ecosistemi
produttivi
del
“secondo gradino
murgiano”
OG01 Tutela della biodiversità del Sito e degli habitat e delle specie
di interesse comunitari;
OG02 Tutela attiva della matrice forestale, e in particolare dei boschi
di fragno, quale nodo strategico della rete ecologica regionale;
OG03 Tutela attiva e valorizzazione del paesaggio agricolo
tradizionale murgese, delle attività agro-silvo-pastorali sostenibili e
degli elementi del patrimonio storico-architettonico;
OG04 Controllo dei processi di consumo di suolo e razionalizzazione
del sistema dell’accessibilità al SIC;
OG05 Tutela delle emergenze geomorfologiche;
OG06 Tutela del sistema delle zone umide naturali e artificiali;
OG07 Aumento del livello della conoscenza e di riconoscibilità del
SIC, anche finalizzata ad uno sviluppo turistico sostenibile (CETS).
GESTIONE/PIANIFICAZIONE della rete infrastrutturale finalizzata alla
razionalizzazione e gerarchizzazione dei livelli di fruizione del SIC (in auto, in
bicicletta, a piedi, ecc.) ed al miglioramento delle prestazioni culturali (itinerari
tematici e servizi all’utente fruitore) ed ecologiche (es. passaggi fauna selvatica),
attraverso prescrizioni e indirizzi contenuti nel Regolamento e azioni (IA, MR, IN,
PD, RE) contenute nel Piano di Azione del PDG, orientate a:
- integrazione delle infrastrutture all’interno dei contesti locali attraversati;
- mantenimento e riqualificazione degli habitat naturali e seminaturali a margine
delle infrastrutture lineari e puntuali;
- realizzazione e promozione di una rete di mobilità dolce (ferrovie, strade vicinali,
percorsi storici, tratturi, percorsi tematici ecc.) e di una rete di servizi al SIC
(punti informativi, zone sosta, ecc.).
SALVAGUARDIA del sistema di boschi di valore naturalistico e paesaggistico,
quale potenziamento delle connessioni (principali e secondarie) della rete
ecologica regionale, dei mosaici di praterie e garighe mediterranee, delle
emergenze geomorfologiche (doline) e architettoniche minori e dei biotopi umidi
naturali e artificiali attraverso prescrizioni e indirizzi contenuti nel Regolamento e
azioni (IA, MR, IN, PD, RE) contenute nel Piano di Azione del PDG, orientate a:
- gestione forestale sostenibile e miglioramento dei livelli di maturità e di
funzionalità ecologica dei boschi (con particolare riferimento a quelli di fragno);
- riduzione degli impatti derivanti dal carico pascolivo sui boschi di fragno;
- riduzione degli incendi estivi;
- riduzione dei processi di frammentazione ecologica;
- mantenimento degli elementi vegetali lineari e puntuali (alberi camporili, siepi,
boschetti, ecc.) del paesaggio agricolo;
- tutela, riqualificazione e creazione ex novo delle aree umide artificiali e naturali.
SALVAGUARDIA dell’unicità morfologica, naturalistica e paesaggistica del sistema
della piattaforma murgiana e della scarpata che degrada verso la pianura tarantina.
Conservazione della caratteristica alternanza di boschi di fragno, macchie, garighe e
agroecosistemi tradizionali con valore conservazionistico e paesaggistico, attraverso
prescrizioni e indirizzi contenuti nel Regolamento e azioni (IA, MR, IN, PD, RE)
contenute nel Piano di Azione del PDG, orientate a:
- conservazione e miglioramento della funzionalità ecologica degli habitat (con
particolare riferimento ai boschi di fragno) e delle emergenze geomorfologiche
(gravine), ripristinando la funzionalità e promovendo la loro inclusione in un
sistema di corridoi di connessione;
- conservazione attiva degli usi antropici tradizionali sostenibili e dei beni
archeologici e storico-architettonici locale (sistema delle masserie).
GESTIONE regolamentata delle attività agricole e zootecniche produttive intensive,
in coerenza con la presenza del SIC, ai fini della riduzione degli impatti sugli
ecosistemi naturali e seminaturali e dell’aumento delle prestazioni ecologiche degli
habitat, attraverso prescrizioni e indirizzi contenuti nel Regolamento e azioni (IA,
MR, IN, PD, RE) contenute nel Piano di Azione del PDG, orientate a:
- mantenimento della continuità della maglia fondiaria del mosaico agricolo
(sistema delle masserie storiche leggibilità del rapporto originario tra i manufatti
rurali ed il fondo di appartenenza);
- incentivazione delle pratiche agronomiche che favoriscono la diversità ecologica
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
27
Principali
obiettivi specifici (OS)
OS33 Miglioramento dei servizi di fruizione turistica sostenibile del SIC;
OS34 Realizzazione di attività turistiche, ricreative ed educazionali in grado di generare forme di
sviluppo sostenibile all’interno del Sito, senza alterare gli equilibri naturali e culturali;
OS01 Miglioramento della sostenibilità ecologica delle attività di pascolo in bosco;
OS02 Tutela delle formazioni forestali più evolute;
OS03 Miglioramento della sostenibilità ecologica delle attività selvicolturali;
OS04 Miglioramento dei livelli di continuità e qualità ecologica delle formazioni forestali nell’ambito
delle matrici agricole;
OS07 Limitazione e controllo del fenomeno degli incendi estivi;
OS08 Riqualificazione dei boschi degradati dagli incendi;
OS09 Limitazione e controllo sullo sviluppo di fitopatologie;
OS010 Approfondimento delle conoscenze e controllo delle popolazioni di cinghiale;
OS11 Miglioramento della sostenibilità del settore agricolo e zootecnico;
OS12 Mantenimento delle pratiche di pascolo tradizionali e della mosaicatura di habitat prativi e di
gariga;
OS13 Riduzione dei processi di consumo di suolo;
OS14 Tutela dei residuali varchi di naturalità e degli elementi di biopermeabilità;
OS15 Mantenimento e miglioramento dei caratteri agro-silvo-pastorali tradizionali e delle emergenze
sorico-paesaggistiche;
OS16 Mantenimento e miglioramento delle aree agricole di valore conservazionistico ad elevata
urbanizzazione (frammentazione);
OS17 Recupero dei nuclei di espansione edilizia già pianificati (ove non in contrasto con la presenza
di habitat e/o specie di interesse), finalizzato alla limitazione del consumo di suolo;
OS18 Riduzione e/o mitigazione dell’effetto barriera della rete stradale;
OS21 Eliminazione e bonifica delle discariche abusive esistenti;
OS22 Riduzione e mitigazione degli impatti sulla fauna della rete elettrica AT e MT;
OS23 Tutela e approfondimento delle conoscenze relative alle relittuali aree umide naturali e
artificiali;
OS24 Tutela e approfondimento delle conoscenze relative alle altre emergenze geomorfologiche
(siti ipogei, doline; gravine, ecc);
OS26 Controllo del fenomeno e limitazione degli impatti dovuti ai cani vaganti;
OS28 Controllo e miglioramento compatibilità delle attività di raccolta dei funghi;
OS30 Miglioramento della compatibilità degli interventi di ristrutturazione edilizia con la presenza di
specie animali di interesse conservazionistico;
OS30 Miglioramento del grado di conoscenza del SIC e dei suoi valori nella comunità locale;
OS31 Gestione ottimale dei rapporti tra lupo e attività zootecniche;
OS32 Miglioramento del grado di conoscenza del SIC e dei suoi valori nella comunità locale;
OS33 Miglioramento dei servizi di fruizione turistica sostenibile del SIC;
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
Contesti
paesaggistici locali
(CPL)10
Principali
obiettivi generali (OG)
Obiettivi di Contesto (OC)11: salvaguardia12, gestione13, pianificazione14
ed il controllo dei processi erosivi;
- utilizzo di forme di gestione delle colture più conservative (metodi di
dissodamento, prati permanenti, ecc..);
- incentivazione della mutifunzionalità delle aziende agricole per favorire il
presidio del territorio e la complessità ambientale delle aree agricole;
- promozione di forme di turismo di qualità che valorizzino il ruolo delle comunità
locali nell’offerta turistica.
GESTIONE/PIANIFICAZIONE della rete infrastrutturale principale finalizzata alla
conservazione e al miglioramento dello stato di conservazione dei valori ambientali
(habitat naturali e seminaturali) e all’arresto del consumo di suolo, attraverso
prescrizioni e indirizzi contenuti nel Regolamento e azioni (IA, MR, IN, PD, RE)
contenute nel Piano di Azione del PDG, orientate a:
- riduzione dei processi di frammentazione ecologica;
- riqualificazione degli habitat naturali a margine delle infrastrutture lineari e
puntuali (progetti di mitigazione ed inserimento paesaggistico);
- ricostruzione delle complesse relazioni ecologiche e paesistiche, garantendo
l’accessibilità e la fruibilità esclusivamente attraverso mobilità dolce (ciclopedonale etc.) con limitato impatto paesaggistico e ambientale;
- integrazione delle infrastrutture all’interno dei contesti locali attraversati;
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
28
Principali
obiettivi specifici (OS)
OS34 Realizzazione di attività turistiche, ricreative ed educazionali in grado di generare forme di
sviluppo sostenibile all’interno del Sito, senza alterare gli equilibri naturali e culturali.
OS36 Miglioramento del coordinamento tra i diversi Enti di tutela presenti nel territorio del SIC;
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
3
STATO DELL’AMBIENTE E CARATTERISTICHE DEGLI IMPATTI
3.1
Area vasta di riferimento ambientale e paesaggistica
Al fine di comprendere le caratteristiche paesaggistiche, naturalistiche, socio-economiche e le relative dinamiche in
atto del Sito “Murgia di Sud-est", è stato necessario individuare un territorio più ampio a cui il SIC appartiene, territorio
considerato come il riferimento per indagare il sistema di relazioni ecologiche, ambientali e culturali alla base delle
scelte del PDG alla scala ecologica (Rete ecologica regionale) e di paesaggio (landscape based).
Il Sito costituisce infatti un tassello del più ampio sistema ambientale-paesaggistico delle Murge, che comprende parte
degli Ambiti di paesaggio del PPTR della “Murgia dei Trulli” (Figure territoriali 7.1 “Valle d’Itria” e 7.3 “Boschi di
fragno”), dell’”Alta Murgia” (Figura 6.3 “Sella di Gioia” elemento di connessione tra il sistema Altomurgiano e la Murgia
meridionale) e dell’”Arco Ionico Tarantino” (con particolare riferimento alla sua porzione orientale delle Figure 8.1
“Anfiteatro della piana tarantina” e 8.2 “Paesaggio delle gravine ioniche”). Quì sono evidenti le connessioni esistenti
sia con il sistema di aree protette sia con gli altri Siti N2000 alla scala locale, e in particolare: “Area delle Gravine”,
“Murgia Alta”, “Bosco di Mesola” e “Murgia dei Trulli”.
Tutto ciò ha reso necessario un doppio sguardo. Nella defnizione dell’area vasta di riferimento ambientale e
paesaggistica per il SIC sono state infatti distinte:
-
un’area vasta esterna, che rappresenta il sistema ecologico di appartenenza del SIC ad una scala
sovralocale e sovraregionale. Si tratta del territorio murgiano pugliese e lucano, caratterizzato da alti valori
naturalistici, paesaggistici e storico culturali e articolato in un complesso sistema di Aree protette e Siti Rete
N2000. Quest’ area è stata identificata come “prioritaria” nell’ambito delle analisi propedeutiche alla Strategia
nazionale per la biodiversità, relative all’Ecoregione Mediterraneo centrale n.16 “Murge e valli fluviali lucane”,
in quanto comprende la quasi totalità dell’areale dei boschi di fragno (habitat) in Italia. Questo riferimento di
territorio vasto è servito per orientare le scelte del PDG alla scala della Rete Ecologica regionale e
mediterranea;
-
un’area vasta interna, ben riconoscibile dalle caratteristiche forme geomorfologiche e dall’immagine
identitaria dell’altopiano murgiano, che corrisponde alle due Figure territoriali del PPTR 7.1 “Valle d’Itria” (per
una porzione) e 7.3 “Boschi di Fragno” (per la maggior parte del territorio del SIC).
Figura 4 TAVQV02 “Carta rete ecologica”
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
29
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
Figura 5 TAVQV03 “Carta dei paesaggi del PPTR”, in cui sono state indicate le due aree di riferimento per la redazione del PDG.
L’elevato e riconosciuto valore ambientale, naturalistico e paesaggistico di questa doppia area è confermato dalla
compresenza di strumenti di tutela: la Riserva Naturale Regionale Orientata “Bosco delle Pianelle” (a costituire uno dei
più importanti nuclei forestali interni al SIC), il Parco nazionale dell'Alta Murgia, il Parco Naturale Regionale Terra delle
Gravine, la Riserva Naturale Statale Orientata e Biogenetica “Murge Orientali” (in parte ricompresi nel SIC), le oasi
faunistiche presenti (n. 2 Corno della Strega, n. 4 Bosco delle Pianelle, n. 7 Santa Maria della Scala).
Il SIC inoltre si localizza inoltre all’interno di un ricco sistema di Siti N2000 della Puglia centro-settentrionale, costituito
dai Siti “Murgia Alta”, “Bosco Mesola”, “Area delle Gravine” e “Murgia dei Trulli”.
Si propngono di seguito le sintesti delle componenti fisica, ambientale, agro-forestale e culturale esito del quadro
conoscitivo (QC) del PDG e rappresentazione dello stato attuale delle componenti ambientali e paesaggistcihe del
territorio di appartenenza del SIC.
3.1.1 Componente fisica
Assetto idro geomorfologico
Il Sito è inquadrato in un’area vasta di riferimento ambientale e paesaggitico che comprende il settore interno delle
Murge a cavallo dei territori di Bari e Taranto. Si tratta di un vasto altopiano impostato su calcari cretacei, che si
sviluppa parallelo all’attuale linea di costa in direzione NO-SE sino alla Soglia Messapica, che lo separa dal Salento,
ed esteso ad occidente fino alla Fossa Bradanica. Strutturalmente appartiene al settore delle Murge Alte: in
particolare, l'altopiano risulta suddiviso in due porzioni, Murge nord-occidentali e Murge di Sud-est, separate dalla
sella di Gioia del Colle, una grande depressione tettonica che scende al di sotto dei 350 m. Il SIC "IT9130005 - Murgia
di Sud-Est" ricade nell'omonima porzione.
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Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
L'altopiano delle Murge strutturalmente rappresenta un alto relativo, un frammento della Piattaforma carbonatica apula
emersa a partire dalla fine del Cretaceo. Nel tempo l'area ha subito alterne fasi di emersione di sommersione che
hanno portato alla deposizione di diverse litologie e hanno condizionato la genesi delle forme del paesaggio del SIC.
Caratteristico dell’ altopiano l’andamento con blande ondulazioni tra quote che non superano i 500 m s.l.m., costituito
prevalentemente da calcareniti pleistoceniche (Calcareniti di Gravina) poggianti su un substrato di calcari cretacei
(Calcari di Altamura). L'assetto del paesaggio è fortemente condizionato dai processi carsici, molto diffusi sul territorio,
che danno luogo a caratteristiche forme epigee, a numerose grotte e alla presenza di una serie di bacini endoreici.
Lo stesso toponimo ricorda il legame di questo paesaggio con la roccia, e quindi con il carsismo: il nome Murgia,
infatti, deriva dalla parola latina murex, che significa murice, roccia aguzza. Tuttavia, a differenza del territorio delle
Murge nord-occidentali, questo settore presenta una maggiore fertilità grazie alla presenza di suoli che hanno favorito
la presenza di attività agricole e boschi.
Anche l'idrografia risente della natura carsica dell'area, caratterizzata da carenza di acque superficiali. Il reticolo
idrografico presenta un assetto irregolare con corsi d'acqua, spesso episodici, che confluiscono all'interno di valli
carsiche e doline che costellano il paesaggio del SIC. L'assenza di risorse idriche e la scomparsa di antichi laghi, corsi
e invasi temporanei (ad es. dolina di Sorresso, che rappresenta ciò che rimane dell'antico Lago di Traversa) ha spinto
la popolazione a creare opere artificiali per il recupero, la conservazione e l'ottimizzazione dell'uso delle acque che
sono a tutt'oggi visibili sul territorio: pozzi e cisterne (chiamate localmente fogge) caratterizzano il paesaggio rurale di
questo settore delle Murge. Aree umide e rari specchi d'acqua permanenti sono, talvolta, presenti all'interno di doline
e di "fogge".
Il sottosuolo, invece, ospita un importante acquifero carsico alimentato dalle precipitazioni meteoriche (Acquifero della
Murgia - AC-0000-16-02015). L'acquifero murgiano rappresenta una importante risorsa strategica per il territorio.
Orli di terrazzo di origine marina (paleolinee di costa) o morfologica interrompono l'andamento prevalentemente
tabulare del rilievo creando una sorta di balconate, più o meno evidenti, soprattutto lungo il bordo sud-occidentale
(conosciuto anche come "secondo gradino murgiano".
Ripe di erosione fluviale e valli carsiche (lame e gravine), si riconoscono soprattutto ai margini della piattaforma
murgiana. Le lame sono costituite da impluvi poco profondi, con fondo piatto e colmato da depositi di dissoluzione
carsica, con versanti che si raccordano gradualmente al piano di campagna; le gravine, invece, sono profonde
incisioni formate nelle calcareniti plio-pleistoceniche dall’azione di vecchi corsi d’acqua che dall’altopiano si dirigevano
verso il mare: presentano fianchi scoscesi sub-verticali, spesso soggetti a crolli e frane, e in alcuni casi l'erosione ha
portato alla luce il substrato calcareo cretaceo.
La concentrazione nel Sito di forme carsiche è rilevante, in partcolare si contano:
▪
333 doline, chiamate localmente anche "puli" o "pulicchi", "vore" (grave o inghiottitoi), isolate e, in alcuni casi,
raggruppate in ampi "campi" comendell'area a N-NE del Monte Trazzonara, identificata dal PPTR come
geosito da tutelare;
▪
120 cavità naturali censite dal Catasto delle grotte e delle cavità artificiali della Federazione Speleologica
Pugliese;
Le forme carsiche presenti nel territorio del SIC spesso presentano singolarità naturali, ecosistemiche e
paesaggistiche. In molti casi nelle cavità e nei ripari sono stati rinvenuti reperti archeologici, paleontologici e tracce di
frequentazione preistorica. Alcune grotte sono comprese proprio per la loro importanza nel catasto regionale dei
Geositi: la Grotta di Nove Casedde, la Grotta di Pilano, la Grotta di Gemmabella, la Grotta di Foggia Nuova. Tra
queste cavità la grotta di Nove Casedde e la grotta di Pilano sono state turisticizzate; nell'area del SIC è presente
un'altra cavità turistica la grotta del Vuolo, ricadente nell'omonima gravina.
Bisogna segnalare inoltre che nel SiC sono presenti i seguenti siti censiti dal progetto di censimento dei geositi della
Puglia, corrispondenti principalmente a cavità carsiche.
Geosito CGP0067 - Grotta di Nove Casedde: cavità policiclica (cavità di interstrato dall'evoluzione complessa), che
ospita al suo interno speleotemi monumentali. Il sito ha un buon grado di conservazione e non presenta, attualmente,
rischi di degrado antropico o naturale. Il geosito viene considerato di interesse nazionale in quanto conserva
15 Piano di Tutela delle Acque - Relazione Generale http://www.regione.puglia.it/index.php?page=documenti&id=29&opz=getdoc
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successioni di speleotemi e depositi di grotta che si sono rivelati utili per la ricostruzione dell'evoluzione geodinamica e
del carsismo in quest'area. La grotta risulta ulteriormente importante per il grado evolutivo e le dimensioni della cavità
e delle concrezioni, che in alcune zone superano i 10 metri. Al suo interno ospita due stazioni di controllo micrometrico
per il monitoraggio delle deformazioni tettoniche, ed è possibile osservare colonie di chirotteri di specie diverse. La
cavità carsica conserva tracce di frequentazione preistorica e presenta iscrizioni di età medievale.
Geosito CGP0075 - Grotta di Pilano: cavità carsica che presenta come particolarità insediamenti paleolitici e una
breccia ossifera. Lo stato di conservazione del geosito è discreto e presenta un rischio di degrado antropico medio. La
cavità è ubicata lungo un versante dell’omonima lama, in un’area interamente coperta da vegetazione ma di facile
accesso. All'interno sono presenti forme di erosione carsica, depositi di grotta e concrezioni carbonatiche, talvolta con
stalattiti "spaghettiformi" e speleotemi di calcite molto pura. Interessante la presenza di un deposito fossile (breccia
ossifera) costituito da resti di vertebrati di diverse specie, risalenti all'ultima era glaciale (Wurm, 10000-15000 anni).
Sono presenti, inoltre, importanti tracce di frequentazione umana di epoca preistorica (resti di industrie litiche, reperti
ceramici e antropologici). La facilità di accesso e un tentativo di turisticizzazione negli anni ‘50 ha comportato danni al
patrimonio speleologico, paleontologico e archeologico della cavità.
Geosito CGP0351 - Grotta di Gemmabella: cavità carsica di interstrato, riccamente concrezionata e con andamento
morfologico complesso. Presenta un grado di conservazione buono e un rischio di degrado antropico medio (ha
registrato in passato atti vandalici e asportazione degli speleotemi). Per le sue caratteristiche risulta essere
estremamente rappresentativa dei caratteri del carsismo ipogeo nei calcari mesozoici delle Murge e in un ambiente di
plateau di avampaese della Puglia.
Geosito CGP0384 - Punto panoramico Orimini: la rilevanza del geosito è principalmente paesaggistica. La vista
panoramica da questo sito, ubicato a 280 m s.l.m, permette di osservare varie evidenze geologiche e geomorfologiche
presenti nella zona. Nei pressi del sito la trincea stradale mette in evidenza la successione delle formazioni geologiche
che costituiscono questo settore delle Murge. Verso nord è possibile osservare le evidenze del paesaggio fluviotettonico delle Murge, mentre a sud si estendono una serie di superfici di spianamento continentali e terrazzi marini.
Geosito CGP0385 - Grotta di Foggia Nuova: cavità carsica di interstrato, impostata su calcari intensamente fratturati.
La grotta presenta uno stato di conservazione buono e rischio di degrado, sia naturale che antropico, inesistente
grazie anche alla conformazione dell'ingresso, costituito da un pozzo di circa 8 metri che conduce a gallerie a sviluppo
orizzontale. L'interno presenta un'abbondanza di concrezioni, in particolare stalagmiti, tra cui spiccano per la loro
particolarità e rarità le "eccentriche", alcune anche di notevoli dimensioni. Le gallerie sono attraversate da un corso
d'acqua a carattere stagionale. All'interno sono stati rinvenuti numerosi reperti ceramici, probabilmente legati ad una
frequentazione nei pressi della cavità, e sono stati ritrovati resti paleontologici di mammiferi.
3.1.2 Componente ambientale
Nel complesso, il paesaggio vegetale del Sito presenta un caratteristico mosaico ambientale costituito da nuclei
forestali, più o meno estesi, stadi di ricolonizzazione arbustiva di ex coltivi e pascoli, relittuali praterie secondarie
calcicole e un diversificato ed esteso sistema agricolo.
I boschi di fragno costituiscono l’elemento caratterizzante delle superfici forestali del Sito, spesso a costituire
formazioni miste con la roverella (Quercus pubescens s.l., in cui vanno incluse Q. virgiliana (Ten.) Ten., Q. amplifolia
Guss. e Q. dalechampii Ten.); sono spesso sottoposti ad un intenso carico pascolivo. Numerose sono infatti le specie
floristicheb favorite dal pascolo che si rinvengono nel sottobosco, quali Asphodelus microcarpus, Asphodeline lutea e
Charybdis pancration, alcune più qualificanti, quali il gigaro pugliese (Arum apulum) e la peonia maschio (Paeonia
mascula).
Le pinete sono costituite prevalentemente da rimboschimenti recenti che non possono essere attribuite ad habitat
della Direttiva. Tuttavia, sul versante della scarpata murgiana verso ovest e in qualche piccola gravina sono localizzati
alcuni nuclei di pineta probabilmente autoctoni, che possono essere attribuibili all’habitat 9540.
Completano il paesaggio vegetale anche relittuali e lineari boschi di latifoglie mesofile, localizzati nelle aree più fresche
e umide di alcune gravine (in particolare del Vuolo e delle Pianelle), caratterizzate dalla dominanza di latifoglie quali
Ostrya carpinifolia e Carpinus orientalis.
Le formazioni alto-arbustive (macchia) e basso-arbustive (garighe), caratterizzano fortemente il paesaggio vegetale
della fascia meridionale del Sito e dei versanti , spesso in mosaico con praterie aride caratterizzate dalla presenza di
habitat e specie di interesse comunitari.
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Nel sito sono presenti relittuali praterie secondarie calcicole (caratterizzate dalla dominanza di emicriptofite), praterie
annuali (dominate da specie terofite), in particolare graminacee, quali Dasypyrum villosum, Avena barbata, Triticum
ovatum, Anisantha madritensis, Briza maxima, Stipa capensis, ecc. Una parte significativa delle praterie risulta oggetto
di attività di pascolo, con locali situazioni di sovrapascolo
Il sistema agricolo mostra una elevata ricchezza di elementi vegetali puntuali e lineari, quali siepi, siepi alberate,
boschetti e alberi isolati. La presenza di alberi camporili costituisce un elemento fortemente connotante, nei suoi
aspetti caratterizzati da agricoltura meno intensiva, presentando spesso alberi vetusti, di grandi dimensioni e
monumentali attribuibili principalmente a Quercus troiana, Q. ilex e Q. pubescens s.l.. In tale contesto di particolare
interesse risultano le praterie pascolate ricche di alberi isolati, attribuibili all’habitat delle Dehesas.
Particolare interesse infine, soprattutto per la fauna, rivestono alcune aree umide temporanee, pozze, stagni e cisterne
aperte nell’ambito di doline, che costituiscono biotopi umidi in gran parte privi o solo in parte interessati da vegetazione
e flora igrofila.
Le indagini condotte per la redazione del quadro conoscitivo del PDG, hanno portato alla individuazione dei seguenti
n.9 habitat di interesse comunitario, di cui 2 prioritari (evidenziati con un asterisco *):
-
3170*: Stagni temporanei mediterranei;
6220*: Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea;
62A0: Formazioni erbose secche della regione submediterranea orientale (Scorzoneratalia villosae);
6310: Dehesas con Quercus spp. sempreverde;
8210: Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica;
8310 : Grotte non ancora sfruttate a livello turistico;
9250: Querceti a Quercus trojana;
9340: Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia;
9540: Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici.
Il Sito può considerarsi d’interesse anche per la presenza di specie faunistiche. Di seguito una sintetica descrizione.
Invetebrati
Nel complesso le specie di interesse conservazionistico rilevate dal PDG sono n.31, di cui un aracnide, n.13 coleotteri,
n.6 lepitotteri, un ortottero e n.10 odonati.
Si segnala inoltre la presenza di Melanargia arge (Bosco di San Basilio), di Saga pedo, del Cerambice della Quercia
(Bosco di Pianelle), e di un discreto numero di Odonati nelle piccole zone umide (fogge e stagni temporanei) esistenti.
Anfibi
Nel complesso le specie ritenute presenti dal PDG sono n.7, di cui n.5 a presenza certa e n.1 possibile, mentre per
un’altra specie (ululone appenninico) pur presente in aree limitrofe, la presenza nel SIC non è stata confermata da
tempo. Delle specie a presenza certa, n.3 sono inserite nell’Allegato 4 della Direttiva Habitat (tritone italico, rospo
smeraldino e raganella italiana); una specie, il rospo comune, è considerata vulnerabile dalla Red List degli Anfibi
d’Italia e n.3 (tritone italiano, rospo smeraldino e raganella italiana) a minor preoccupazione.
Rettili
Nel complesso le specie ritenute presenti dal PDG sono n.15, di cui n.13 certe, tra queste vi sono specie molto comuni
e abbondanti (ramarro occidentale, lucertola campestre, geco comune, biacco e vipera), ma anche specie di maggiore
interesse conservazionistico come la testugine comune, il cervone e il colubro leopardino, inseriti negli allegati II e IV
della Direttiva Habitat.
Fauna ornitica
Nel complesso le specie di interesse comunitario risultano ben 28. Nel complesso sono state censite dal PDG per il
sito n. 91 specie di uccelli di cui n. 57 considerate nidificanti, una (averla piccola) migratrice/nidificante possibile e n.
32 tra svernanti e migratrici. Gli studi del PDG hanno ampliato notevolmente lo stato dell conoscenze per il Sito.
Mammiferi
Nel complesso le specie di Mammiferi, oltre quelle dei Chirotteri, presenti nel SIC sono n.19 di cui n.16 accertate, una
probabile e n.2 possibili. Accanto a segni di presenza delle specie più comuni come la volpe, il tasso e il riccio, nel
Bosco delle Pianelle è stata trovata una fatta molto probabilmente ascrivibile al lupo. Il Lupo rappresenta allo stato
attuale una criticità per le popolazioni del SIC.
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Chirotterofauna
Nel complesso le specie di chirotteri presenti nel Sito sono n.11, appartenenti a 4 famiglie differenti: Pipistrellus kuhlii,
Pipistrellus pipistrellus, Hypsugo savii, Myotis myotis, Eptesicus serotinus, Tadarida teniotis, Rhinolophus
ferrumequinum, Rhinolophus euryale, Rhinolophus hipposideros, Miniopterus schreibersii. Sono presenti nei querceti
(Quercus trojana, Quercus ilex), nelle pinete mediterranee, nei prati a graminaccee e nelle grotte.
Fauna invertebrata cavernicola
La Puglia rappresenta un territorio di grande interesse biogeografico per la fauna troglobia (organismi che vivono e si
riproducono esclusivamente nelle grotte) e vanta la presenza di ben n.42 specie, delle quali n.22 sono endemiche
della regione. Sull’altopiano delle murge sono segnalate n.14 specie troglobie e due di esse sono endemiche:
Murgeoniscus anelii e Castellanethes Sanfilippoi.
3.1.3 Componente forestale
I boschi interessano circa 15.000 ettari di superfice (pari al 32% del SIC, 42% se si considerano anche gli stadi di
degradazione rappresentati dalle macchie e garighe). La componente forestale rappresenta quindi il principale
elemento caratterizzante il Sit oche deve la sua istituzione proprio alla presenza di estese, seppur frammentate,
formazioni boschive riconducibili principalmente all’habitat di interesse comunitario 9250 ”Querceti a Quercus trojana”.
Le formazioni a dominanza di leccio (Quercus ilex) coprono all’interno del SIC circa 1472 ha, pari al 3% della
superficie totale e al 10% di quella boschiva. A questi andrebbero comunque aggiunti anche le macchie alte di
sclerofille per altri 720 ettari circa, pari al 4,7% della superficie forestale. L’area di distribuzione del leccio si colloca
lungo tutta la fascia dell’altopiano che dalla sommità degrada repentinamente verso l’arco jonico della provincia di
Taranto (Comuni di Mottola, Massafra, Crispiano e settore meridionale di Martina Franca), in particolare lungo i fianchi
delle gravine più strette e incavate e sui versanti più acclivi; fatta salva una fascia di transizione non molto ampia in
cui la specie partecipa alla composizione boschiva con le querce caducifoglie, il leccio risulta pressoché assente
dall’altopiano murgiano vero e proprio. Una parte significativa dei boschi dominati dal leccio sono compresi nella
Riserva Naturale Orientata Regionale “Bosco delle Pianelle”. All’interno della foresta, oltre a formazioni miste con
querce caducifoglie e specie della macchia mediterranea, sono presenti anche popolamenti in cui il leccio diviene la
specie nettamente prevalente. Si rinvengono soprassuoli invecchiati per le mancate ceduazioni di fine turno e
soprassuolo transitori in evoluzione naturale all’alto fusto. Se si esclude l’attuale gestione operata all’interno della
Riserva, il cui piano di gestione in corso di approvazione è orientata verso un progressivo miglioramento della struttura
anche attraverso l’allungamento dei turni di utilizzazione, la maggior parte dei boschi di leccio è stata gestita in
passato come cedui semplici o matricinati. Anche il ceduo composto, di regola finalizzato anche al pascolo, è stata
una forma di governo presente nelle situazioni di maggior fertilità e risultano ancora oggi visibili alcuni lembi più o
meno attivamente gestiti, oppure intuibili dalla presenza di numerose grosse ceppaie con polloni disposti a corona,
segno di un taglio di matricine di grandi dimensioni. All’interno del SIC sono presenti anche popolamenti governati a
fustaia (es. Bosco Orimini nel Comune di Martina Franca) di grande valore naturalistico e numerosi esemplari
monumentali, molti dei quali localizzati nel Bosco di Pianelle, oppure nella Riserva Naturale Orientata dello Stato
(Trasconi), oppure in terreni privati quasi sempre immersi nella matrice agricola come elementi relittuali puntuali delle
antiche coperture forestali.
Le formazioni a dominanza di querce caducifoglie occupano una superficie di circa 12400 ettari e risultano la tipologia
forestale spontanea più diffusa e caratterizzante, non solo del SIC “Murge di Sud-Est” (26% del SIC e 83% dei boschi)
ma anche di tutto il comprensorio murgiano. All’interno di queste formazioni le entità arboree dominanti sono
essenzialmente due: fragno e roverella s.l.. A queste due specie, come verrà descritto oltre, si può associare e
divenire localmente cospicuo anche il leccio; in generale, tuttavia, la presenza di altre specie arboree all’interno di
queste formazioni appare estremamente scarsa, come segno evidente di un forte e secolare condizionamento
antropico. L’importanza del fragno risiede nel fatto che proprio in quest’area è situato l’estremo limite occidentale
dell’areale della specie, il cui baricentro distributivo si colloca attualmente nel settore meridionale della Penisola
Balcanica (Misano & Di Pietro, 2007). Attualmente la distribuzione del fragno sul territorio murgiano è molto
frammentata oltre che estremamente ridotta rispetto al passato. Particolare interesse rivestono le formazioni presenti
nelle aree più periferiche, anche in relazione a particolari adattamenti a condizioni climatiche leggermente diverse da
quelle che caratterizzano l’area centrale di distribuzione murgiano. La maggior parte dei querceti caducifoglie possiede
una struttura fortemente condizionata dall’attività di ceduazione che normalmente si attesta su turni poco più che
ventennali. Sono presenti anche cedui invecchiati, molto spesso gestiti con finalità di pascolo arborato più o meno
denso. Alcune vaste aree presenti nel settore più occidentale del SIC (Comune di Mottola), presentano popolamenti
assai degradati dovuti all’effetto concomitante di utilizzazioni intense e incendi.
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
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Nel bosco di latifoglie mesofile sono compresi i lembi forestali presenti nelle aree più fresche ed umide del fondo delle
gravine presenti nel SIC, caratterizzate dalla dominanza di latifoglie dal temperamento tendenzialmente più mesofilo,
quali Ostrya carpinifolia e Carpinus orientalis (circa 8 ettari). Dal punto di vista strutturali, queste formazioni si
presentano ancora molto giovani per effetto di passate ceduazioni e la complessità strutturale è dovuta più
all’accidentalità morfologica del substrato che non alla diversa età delle piante. Se si eccettuano grandi e, talvolta
monumentali, esemplari di leccio e di carpino nero, il popolamento forestale si presenta ancora immaturo e in piena
fase di accrescimento e concorrenza inter- e intra-specifica.
La presenza di conifere ( bosco a prevalenza di pini mediterranei e cipresso e boschi misti di conifere e latifoglie) è
derivante da interventi di impianto artificiale effettuati soprattutto a partire dagli anni ’60 in diversi settori del sito (in
particolare quello meridionale). La specie maggiormente impiegata è il pino d’Aleppo (Pinus halepensis Miller), a
causa della sua elevata rusticità, ma non mancano impianti sia di pino domestico (Pinus pinea L.) che di cipresso
(Cupressus sempervirens L. e C. arizzonica Green). La finalià degli impianti è stata prevalentemente quella
idrogeologica ma non mancano impianti più recenti legati al programma di rimboschimento su superfici agricole.
Infine risultano presenti anche le facies di degradazione di boschi o boscaglie di sclerofille sempreverdi. Le specie
presenti in queste formazioni sono il risultato di una rarefazione progessiva di specie più esigenti tipiche della flora
arborea mediterranea delle sclerofille sempreverdi (in particolare il leccio) per effetto soprattutto degli incendi e del
pascolo (e in particolare di quello post-incendio). Le specie arbustive più diffuse sono il lentisco (Pistacia lentiscus), il
terebinto (Pistacia terebinthus), l’alaterno (Rhamnus alaternus), la fillirea (Phyllirea latifolia), il viburno (Viburnum
tinus), l’olivastro (Olea europaea var. sylvestris) oltre naturalmente al leccio. Complessivamente nel gli arbusteti
termofili e la macchia alta interessano circa 750 ettari di superficie.
Per quanto riguarda la struttura dei diversi popolamenti è stato possibile effettuare solo analisi di alcuni parametri
inerenti la struttura, la composizione e la copertura delle diverse categorie forestali, eseguita nell’ambito della Carta
forestale.
La forma di governo nettamente prevalente è il ceduo (in netta prevalenza matricinato) che interessa il 97% dei
boschi.
Particolarmente interessante, ai fini della valutazione sullo stato di conservazione degli habitat forestali, l’analisi dei
dati sul grado evolutivo e sulle classi di copertura delle chiome. Relativamente al grado evolutivo i risultati, seppur
indicativi e certamente non esaustivi in assenza di un vero campionamento sistematico a terra, mostrano la seguente
ripartizione: cedui invecchiati 11%, 46% a regime e 43% giovani o immaturi. Per le fustaie abbiamo la seguente
ripartizione: matura 6%, adulta 83%, giovane 6%, perticaia 3% e novelleto 1%. Relativamente alla densità di copertura
delle chiome i risultati dell’analisi sono i seguenti: copertura densa (80-100%) pari al 24% della superficie forestale
complessiva (sia cedui che fustaie); copertura rada (50-80%) pari al 64%, copertura aperta o degradata (20-50%) pari
al 12% della superfice, ovvero corrispondente a circa 1780 ettari.
3.1.4 Componente culturale
Tutto il territorio di appartenenza del SIC (area vasta corrispondente alle due figure territoriali del PPTR n. 7.1 “Valle
d’Itria” e n. 7.3 “Boschi di fragno”), conserva le permanenze di un’ intensa e stratificata attività antropica legata
principalmente alle attività agro – silvo – pastorali che si sono manentenute e alternate nelle differenti epoche
preistoriche e storiche, significative delle trasformazioni. I paesaggi naturali, rurali e insediativi che lo caratterizzano
rappresentano infatti l’esito di una sapiente integrazione tra componenti antropiche, ambientali e geomorfologiche.
Si tratta del paesaggio rurale tradizionale murgese evidente nella straordinaria quantità di permanenze architettoniche
minori e nelle stesse forme (frazionamento agrario, muretti a secco) e usi del suolo (usi agricoli estensivi, pascolo,
boschi di fragno, ecc.): il complesso sistema delle masserie (vere e proprie aziende agrarie), l'articolato sistema della
viabilità interna di collegamento tra i tratturi, il sistema capillare di approvvigionamento idrico strettamente connesso
alla presenza delle forme dell’idrografia carsica superficiale (corsi d’acqua episodici, doline) e sotterranea (pozzi,
cisterne, fontane, fogge, abbeveratoi spesso di interesse come biotopi umidi), le decine di chilometri di muretti a
secco, gli alvei di intere lame disseminati di ricoveri in pietra a secco, jazzi, specchie, poste, trulli; interi appezzamenti
a pascolo, mezzane incolte e residui di bosco ceduo, splendidi esemplari di antiche querce, nonché la grande quantità
degli alberi camporili testimonianza delle attività zootecniche.
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
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Figura 6 Mappa permanenza beni storico – architettonici tradizionali (fogge, fontanile, cisterne, jazzo, trullo, vasca, masseria, casale)
Alla ricchezza di questi paesaggi si aggiunge una complessità stratigrafica e diacronica ancor oggi apprezzabile. E'
infatti frequente che la localizzazione di un singolo bene consenta di ri-leggere, attraverso tracce, sovrapposizioni o
continuità di strutture e/o elementi architettonici, una sezione temporale molto ampia: dalla preistoria all’epoca
moderna.
Per meglio comprendere questa specificità viene proposta di seguito una semplificazione che mette in relazione il tipo
architettonico insediativo rurale o extraurbano riletto in chiave sistemica, con i funzionamenti e gli utilizzi nelle differenti
epoche. La lettura in sequenza permette di cogliere le alternanze di usi, le permanenze e/o le modificazioni dei tipi:
-
insediamenti capannicoli e cavernicoli, testimonianza di un economia di caccia e di una primordiale attività
agricola durante il paleolitico, il neolitico e l’Età del Bronzo localizzate principamente lungo la scarpata
meridionale murgiana;
-
fattorie (oikoi) dell’epoca della magna-grecia, espressione di un dinamismo economico legato alla coltura
dell’olivo e della vite;
-
villae rusticae e sistema della centuriatio romana, espressione di una strutturazione del territorio e di un
incremento della coltura del grano e dell’allevamento ovino;
-
masserie regie di epoca tardo antica, aziende agricole specializzate (produzione cerealicola, zootecnia),
finalizzate ad un controllo pubblico nella rete dei grandi commerci internazionali, emblema della velleità di
imporre forme di monopolio sul commercio mediterraneo del grano;
-
chorion e maxariae feudali dell’Alto Medio Evo (epoca normanna), funzionalmente ricollegabili al moderno
significato di insediamento agricolo (spesso appartenenti a enti ecclesiastici) ed alla rendita feudale. Si tratta
di comunità agricole e/o villaggi rupestri con un’organizzazione economico-sociale e di difesa;
-
sistema di casali rurali e di casedde medievali (epoca angioina), insediamenti accentrati aperti, all'interno di
un territorio organizzato e concepito come contado, ambito giurisdizionale sottoposto alle prerogative ed alle
esigenze di sviluppo della città, secondo un equilibrato rapporto tra agricoltura, pascolo e sfruttamento delle
risorse boschive;
-
rete dei tratturelli Basso Medievali (epoca aragonese - istituzione della Dogana delle pecore di Puglia), che
vincolava gli spostamenti dei greggi transumanti, obbligandoli a seguire determinati percorsi (Abruzzo,
Molise, Lucania, Puglia), utilizzando esclusivamente dei pascoli della Corona, con la conseguente
riconversione di terre coltivate e il prevalere dell’economia pastorale;
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
36
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
-
complessi masserizi di epoca Moderna (XVI – XVIII sec), media e grande azienda cerealicola-pastorale,
centri di attrazione di braccianti stagionali. Costituitisi a seguito dell’affermazione delle istituzioni annonarie e
dello sviluppo di Napoli capitale (con necessità di capitali e mano d’opera), dell’alienazione enfiteutica delle
terre delle abazie tarantine (bolla papale De censubus del 1505), della riduzione della rendita agraria e del
valore fondiario che condusse alla privatizzazione delle terre da parte di un nuovo ceto di possidenti
benestanti (i galantuomini);
-
palazzi gentilizi e ville di epoca Moderna (XIX – XX sec), all’interno degli stessi complessi masserizi esistenti,
testimonianza del definitivo superamento del sistema feudale (1865 legge alienazione vincoli), affermazione
di una nuova borghesia latifondista (ridistribuzione delle terre appartenenti alla Dogana) e introduzione di
moderne forme di gestione della proprietà fondiaria.
E’ possibile affermare che la trama storico inseditaiva che rileggiamo ancora oggi nel territorio rurale del SIC
corrisponda a quella degli assetti proprietari e, dunque, dei paesaggi rurali di impianto tardo antico – medievale (ad
eccezione degli interland dei centri urbani, in particolare il caso di Martina Franca, dove una partecellizzazione serrata
destinata all’urbanizzazione densa, ha destrutturato l’assetto originario). All’interno di questa trama ed in particolare
dei beni architettonici è comunque possibile rileggerne la stratigrafia sino alle epoche preistoriche.
3.2
Valutazione degli impatti sulle componenti ambientali
3.2.1 Possibili aree di attenzione e fattori di criticità
L’analisi delle pressioni e delle minacce risulta strategica per valutare gli impatti (positivi/negativi) che il Piano può
avere e determinarne quindi la reale rilevanza ed efficacia. Ossia nel caso specifico un PDG, la cui finalità è la
conservazione in uno stato soddisfacente di habitat e specie presenti, risulta tanto più coerente e potenzialmente
incidente sull’ambiente quanto più le azioni individuate concorrono alla risoluzione (mitigazione/rimozione) di fattori di
pressione (o minaccia) che hanno portato allo stato di conservazione rilevato e/o possono in futuro portare una
diminuzione del valore di qualità ambientale complessiva dell’area.
Per l’individuazione delle criticità nel PDG sono state utilizzate prevalentemente le definizioni di “minacce, pressioni e
attività con un impatto sul sito” come indicate nella Decisione di esecuzione della Commissione Europea dell’11 luglio
2011 “Concernente un formulario informativo sui Siti da inserire nella Rete Natura 2000”, oltre ad alcune definziioni
aggiuntive relative a problematiche gestionali, pianificatorie, ecc. non codificate nel sistema N2000.
Sinteticamente le criticità individuiate sono state ricondotte alle seguenti macro categorie:
1. riduzione della qualita’ delle cenosi forestali, riconducibile a elevato carico pascolivo negli ambienti forestali
(p/m), tagli boschivi irrazionali (p/m), frammentazione degli habitat forestali (p), inadeguata gestione delle
pinete (p), incendi (p/m), presenza di fitopatologie (p/m), impatti del carico di ungulati (m);
2. perdita di paesaggi agrico-pastorali tradizionali, riconducibile a intensificazione delle attivita’ agricole (p/m),
evoluzione della vegetazione per abbandono del pascolo (p/m), riforestazione (p/m);
3. aumento dei livelli di urbanizzazione e artificializzazione del suolo riconducibile a urbanizzazione diffusa in
ambito agricolo (p/m), urbanizzazione continua (p/m), elevata densita’ delle infrastrutture stradali con effetto
barriera (p/m), presenza di aree estrattive (p/m), presenza di aree militari (p/m), presenza di discariche
abusive (p/m, previsione di campi da golf (m), elevata densita’ delle linee elettriche AT (p),potenziale sviluppo
impianti da energie rinnovabili (m)
4. criticita’ derivanti da altre pressioni antropiche riconducibile a riduzione e isolamento delle relittuali aree
umide (p/m) mancanza di tutela specifica per i siti ipogei e per altre emergenze geomorfologiche (p/m),
attivita’ venatoria (p/m) e bracconaggio (p/m), presenza di cani vaganti (p/m), raccolta di specie vegetali
(p/m), raccolta di funghi epigei (m), diffusione di specie vegetali aliene (m), ristrutturazioni edilizie (m),
conflitto tra attivita’ zootecnica e conservazione del lupo (m);
5. criticita’ derivanti da aspetti gestionali e deficit conoscitivi, riconducibile a scarsa riconoscibilità e conoscenza
del sito n2000 e dei suoi valori naturalistici e storico/paesaggistici (p/m), arrampicata sportiva nella gravina
delle pianelle (p/m), inadeguato coordinamento tra gli strumenti di tutela (p), difficolta’ nella gestione delle
procedure di incidenza (p), non ottimale perimetrazione del sic al confine meridionale, assenza di un sistema
di monitoraggio su habitat e specie del sito (p), scarsa o incompleta conoscenza riferita a singole componenti
(m).
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
37
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
Si tratta di pressioni/minacce tra loro differenti per origine e tipologia. Sono principalmente derivate dal fattore
determinante (driving force) rappresentato dal sistema economico agro-silvo-pastorale, ma anche da driving forces di
altro tipo, dalla pressione insediativa (rilevante nell’area di Martina Franca) al sistema amministrativo-organizzativo di
gestione che risulta caratterizzato da punti di debolezza legati al mancato coordinamento tra soggetti pubblici diversi.
E’ stato quindi effettuato un processo di ordinamento gerarchico (ranking) sulla base degli attributi di intensità e
diffusione delle pressioni/minacce stesse, cui è stato attribuito un punteggio; cio ha consentito di eveidenziare quelle
criticità (con livello gerarchico di rilevanza medio alto) per le quali il PDG dovrebbe definire prioritariamente specifiche
azioni di eliminazione/riduzione o mitigazione.
Le aree/temi di maggior attenzione riguardano:
−
−
−
−
−
−
−
−
−
−
elevato carico pascolivo negli ambienti forestali (p/m);
tagli boschivi irrazionali (p/m);
intensificazione delle attivita’ agricole (p/m);
urbanizzazione diffusa in ambito agricolo (p/m);
frammentazione degli habitat forestali (p);
incendi (p/m);
evoluzione della vegetazione per abbandono del pascolo (p/m);
elevata densita’ delle infrastrutture stradali con effetto barriera (p/m);
riduzione e isolamento delle relittuali aree umide (p/m);
scarsa riconoscibilità e conoscenza del sito N2000 e dei suoi valori naturalistici e storico/paesaggistici (p/m).
3.2.2 Effetti cumulativi e soglie di significatività
Poiché un primo riscontro sulla compatibilità ambientale del PDG è scaturito dalla verifica di coerenza esterna, in
questa fase si è assunto quale criterio di valutazione più appropriato quello dell’identificazione specifica degli impatti
derivanti dalle singole azioni previste dal PDG rispetto alle singole componenti ambientali, sulla scorta delle
considerazioni evidenziate nel paragrafo precedente (ovvero lo stato attuale dell’ambiente e le criticità individuate).
Anche in questo caso la metodologia utilizzata si basa sulla costruzione di una matrice di correlazione tra gli interventi
previsti dal Piano e le componenti ambientali potenzialmente interessate, nella quale in ciascuna riga sono riportate le
azioni di Piano mentre nella colonna sono state rappresentate le componenti ambientali. L’incrocio di ogni azione con
le diverse componenti, individua un potenziale effetto imputabile a quella specifica azione.
La stima sulla significatività dei potenziali effetti individuati tiene conto dei seguenti aspetti:
- stato della componente ambientale interessata derivante dai risultati dello studio generale effettuato per il
PDG;
- sensibilità del contesto ambientale in relazione alla presenza di vincoli ambientali e paesaggistici;
- presenza di criticità ambientali;
- reversibilità e durata dell’effetto;
- incidenza diretta o indiretta (ovvero l’azione non è l’unica a concorrere a quell’effetto).
In linea generale sono stati considerati i seguenti livelli di influenza/significatività

Alto: il PDG è direttamente influente sulla componente analizzata, il livello di criticità individuato è medio alto;
la conservazione, tutela e/o la valorizzazione di quella componente è una delle finalità prioritarie del Piano
stesso ai sensi delle Direttive comunitarie di riferimento;

Medio: il PDG può influire indirettamente sulla componente analizzata, il livello di criticità individuato è medio;
le azioni, le norme o i regolamenti previsti dal Piano hanno un effetto sinergico/complementare a quelli di altri
piani o programmi;
Bassa: il PDG non può contenere elementi normativi cogenti che abbiano effetti diretti o indiretti sulla
componente e sulla criticità individuate (basse) ma può fornire indirizzi e promuovere azioni di supporto in
una logica di sussidiarietà gestionale e amministrativa.
La matrice adotta una scala di rappresentazione sintetica della entità dei potenziali effetti di impatto su ciascuna
componente ambientale, secondo la seguente simbologia grafica:

▪
(-2) l’azione ha un effetto negativo diretto sulla componente;
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
38
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
▪
(- 1) l’azione ha un effetto potenzialmente negativo sulla componente (indiretto);
▪
(0) l’azione non ha effetti sulla componente;
▪
(1) l’azione ha un effetto positivo (indiretto) sulla componente sinergico ad altre azioni;
▪
(2) l’azione ha un effetto positivo diretto e determinante sulla componente.
Tabella 5 – Matrice di correlazione interventi PDG/componenti ambientali potenzialmente interessate
07
08
RE
IA/IN
09
IA
10
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IA/IN
MR
12
IA/MR
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MR
MR
PD
MR/RE
/IA
IA
IA/MR/
RE
IA/MR
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IA/MR
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MR/IA
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PD
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MR
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MR
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18
SOCIOECONOMIA
06
MR/RE
/PD
IA/IN
RE
RE
RIFIUTI
(inquinamento)
MOBILITA’
TRASPORTI
04
DISTURBI ANTROPICI
(rumore, luminosità)
IN/RE
IN/RE
RETI ECOLOGICHE
02
03
Progetto LIFE Natura per la tutela e gestione sostenibile dei boschi
di fragno
Progetto “Foresta Modello” nell’ambito del territorio del SIC
PAESAGGIO
IA
FLORA,FAUNA
BIODIV
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TITOLO
ACQUA
TIPO
ARIA
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Campagna di informazione e divulgazione sul rischio di incendi
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Piano d’azione per la salvaguardia delle aree umide e realizzazione
interventi urgenti
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Installazione di nidi artificiali per il Grillaio
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Realizzazione interventi di tutela di Siti ipogei di interesse per i
Chirotteri
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1
1
1
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0
Piani di gestione forestale per le proprietà pubbliche, per quelle
private >50 ha e per le Aree protette
Redazione manuale buone pratiche forestali e realizzazione corsi di
formazione sulla gestione forestale sostenibile per tecnici e operatori
forestali
Interventi selvicolturali e fitosanitari per la riduzione del rischio di
incendi
Ampliamento della superficie dell’habitat Dehesas (Cod. N2000:
6310)
Censimento alberi monumentali
Creazione vivaio, riconoscimento “Bosco da seme” di fragno e
incentivi alla realizzazione di interventi di conservazione ex situ
(conservazione ex situ del germoplasma autoctono)
Studio di fattibilità per il progetto di tutela e valorizzazione del Bosco
Orimini
Ricostituzione corridoi forestali nel territorio di Noci e Gioia del Colle.
Miglioramento delle conoscenze sulle pinete mediterranee attribuibili
all’habitat (Cod. N2000: 9540) Pinete mediterranee di pini mesogeni
endemici
Censimento delle specie vegetali aliene invasive e realizzazione
intervento di eliminazione/controllo del nucleo di Ailanthus altissima
in loc. Masseria Giuliani (Comune di Martina Franca)
Studio e monitoraggio delle fitopatologie su querceti
Studio e monitoraggio sulla presenza e densità del cinghiale
Monitoraggio degli impatti sulla fauna dei principali assi stradali e
progettazione intervento di mitigazione su Autostrada Taranto-Bari
A14 in loc. San Basilio
Monitoraggio degli impatti delle linee AT e MT sulla fauna,
individuazione tratti critici e realizzazione interventi di mitigazione
Monitoraggio dei cani vaganti/inselvatichiti all’interno del SIC (MR),
realizzazione eventuali catture e collocazione in canili esistenti (IA);
Corsi di formazione per operatori sanitari sul riconoscimento dei
danni da lupo
Approfondimento delle conoscenze su fauna invertebrata,
chirotterofauna, anfibi
Piano di monitoraggio su habitat e specie di interesse comunitario
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
39
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
28
IN/RE
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30
MR
IA
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MR/IA
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IA/IN
33
MR/RE
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MR
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MR/RE
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RE/IN/
IA
IA/IN
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IA/IN
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IA/IN
40
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PD/IA/
IN
IA/MR/
IN
PD/IA
PD/ IA
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MR/IA
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IA/IN
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IA
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SOCIOECONOMIA
IA/IN
RIFIUTI
(inquinamento)
MOBILITA’
TRASPORTI
27
DISTURBI ANTROPICI
(rumore, luminosità)
26
RETI ECOLOGICHE
Redazione manuale buone pratiche agricole e zootecniche e
realizzazione corsi di formazioni per tecnici, operatori agricoli e
allevatori del SIC e delle zone limitrofe
Incentivi per la diffusione di tecniche di produzione agricola a basso
impatto
ambientale
(biologico
e
integrato)
e
il
mantenimento/incremento delle attività agricole tradizionali e di
pascolo ovino
Interventi di valorizzazione culturale e di potenziamento delle
connessioni ecologiche nell’area contigua del SIC: progetto pilota di
riconversione produttiva a basso impatto ambientale
Tutela e valorizzazione del patrimonio di varietà e razze locali di
interesse agrario, zootecnico, forestale (con alta priorità per il
cavallo murgese e l’asino di Martina Franca) e introduzione dello
strumento del “coltivatore custode”
Monitoraggio su uso di fitofarmaci in agricoltura
PAESAGGIO
MR/RE
PD
IN
FLORA,FAUNA
BIODIV
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SUOLO
TITOLO
ACQUA
TIPO
ARIA
N°
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2
Infrastruttura paesistico-ambientale: la strada paesaggio del SIC
(Noci SP 56 Taranto e SP 34 Bari)
0
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Progetto di informazione e comunicazione sul Sito Natura 2000
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2
Costruzione di un brand legato alla multifunzionalità dei complessi
masserizzi per la creazione di un marchio delle produzioni agrozootecniche del Sito N2000*
“Tratturello Gorgo Parco infrastruttura paesistico-ambientale”:
progetto di recupero paesaggistico - ambientale e valorizzazione
turistica (Comune Martina Franca)
Decespugliamento di habitat prativi in corso di chiusura per
successiva riattivazione del pascolo
Censimento degli scarichi zootecnici e relativi trattamenti di
depurazione e redazione Piano di fattibilità per lo sviluppo di centrali
a biomassa (aziendali o comprensoriali) per il recupero dei reflui a
fini energetici
Linee guida per il recupero e la valorizzazione delle emergenze
storico - paesaggistiche (censimento e monitoraggio del patrimonio
esistente).
Documento di indirizzo per la valorizzazione dei Beni Comuni del
territorio del SIC: proprietà pubbliche, beni collettivi e usi civici
Studio di fattibilità per l’attivazione di “contratti di varco” per il
miglioramento dei livelli di permeabilità ecologica nel Sito e nell’Area
vasta.
Centro visita e punto informativo “Bosco delle Pianelle; Progetto “un
bosco per tutti”.
Interventi di valorizzazione culturale e di potenziamento delle
connessioni ecologiche nell’area contigua del SIC: Centro di
educazione ambientale “Lamia di Sant’Antuono”
Interventi di valorizzazione culturale e di potenziamento delle
connessioni ecologiche nell’area contigua del SIC: centro di
documentazione delle memorie del SIC “Casa rossa”
Valorizzazione delle strutture per la fruizione e la didattica della
Riserva Statale Murge Orientali (Masseria Galeone) *
Didattica educativa per le scuole dei Comuni del SIC e percorsi
visita
Recupero e valorizzazione della rete dell’accessibilità lenta del SIC,
creazione di itinerari tematici (naturalistici, storico-architettonici,
archeologici, paesaggistici,…) *
Parco archeologico-naturalistico bosco di Dolcemorso (Comune di
Mottola) *
Recupero sede ferroviaria dismessa (Comuni di Castellaneta,
Mottola e Gioia del Colle): progetto pista ciclabile*
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
40
RIFIUTI
(inquinamento)
MOBILITA’
TRASPORTI
SOCIOECONOMIA
RE
DISTURBI ANTROPICI
(rumore, luminosità)
49
Attività di animazione per la costituzione di “organismi locali del
territorio SIC” a supporto dell’Ente Gestore (Regione) per
l’attuazione del PDG.
Regolamento PDG
RETI ECOLOGICHE
Censimento delle discariche abusive e loro bonifica; individuazione
di “isole ecologiche”
48
MR/RE
/IA
IN/RE
PAESAGGIO
47
FLORA,FAUNA
BIODIV
TITOLO
SUOLO
TIPO
ACQUA
N°
SCH.
ARIA
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
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1
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2
2
1
3.2.3 Programma di monitoraggio (PM) del PDG
Il PDG contiene anche un Programma di monitoraggio permanente del Sito costruito in risposta a due obiettivi
principali:
-
monitorare lo stato di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario o di particolare
valore conservazionistico;
monitorare lo stato di attuazione del PDG.
In questi termini l’attività di monitoraggio costituisce lo strumento che permette di valutare lo stato di attuazione e
contestualmente l’efficacia (impatti positivi) del PDG o, viceversa, la necessità di prevedere azioni correttive o
complementari (impatti negativi o assenza di risultati).
Il PM permanente degli habitat, delle specie e dell’integrità del Sito ha comportato l’individuazione di idonei indicatori
di stato, valorizzando in particolare quelli gia individuati e applicati anche da altri soggetti gestori (Regione, Provincia),
indicatori che vengono assunti dal presente Rapporto preliminare.
Gli indicatori proposti nel PM sono stati specificati all’interno delle singole schede azioni presenti nel Piano di Azione
(PDA) del PDA. Nella scelta si è tenuto conto:
-
del livello di riconosciuta significatività ecologica;
del livello di sensibilità ai fini di un monitoraggio precoce dei cambiamenti;
della vasta applicabilità a scala nazionale;
del facile reperimento, in quanto dati di base già esistenti all’interno dei sistemi di rilevazione ambientali
(regionali o locali), periodicamente aggiornati;
del rilevamento relativamente semplice ed economico.
Il risultato dell’attività di monitoraggio che si svolgerà durante il periodo di attuazione del PDG dovrà essere
rappresentato da Rapporti di monitoraggio con cadenza annuale a cura dell’Ente di Gestione, strutturati in modo tale
da riportare le seguenti informazioni:
-
le date di esecuzione dei rilevamenti e in genere delle attività di monitoraggio;
la porzione di territorio interessata dal monitoraggio;
gli obiettivi e le azioni di PDG monitorate;
gli indicatori e gli strumenti utilizzati per eseguire il monitoraggio;
lo stato di conservazione alla data del monitoraggio.
Le azioni previste dal PM saranno inoltre utili a definire, in fase di aggiornamento del PDG:
- l’individuazione di eventuali situazioni critiche;
- l’aggiornamento delle specie target e la variazione del loro status;
- le indicazioni sull’opportunità di eseguire un aggiornamento o un riesame del PDG, e su quali azioni correttive
intraprenderlo.
Il PM del PDG rappresenta uno strumento necessario per la valutazione dell’efficacia delle azioni di gestione
intraprese, la verifica del grado di avanzamento degli interventi previsti e il conseguimento degli obiettivi di contesto,
degli obiettivi generali e specifici di gestione.
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
41
Piano di gestione (PG) e Regolamento (RE) del SIC Murgia di Sud - Est
4
4.1
CONCLUSIONI
Sinergie e azioni correttive del PDG
La lettura ed il confronto delle tabelle di sintesi del presente Rapporto preliminare (Tabella 4 – matrice di correlazione
della cerenza interna e Tabella 5 – Matrice di correlazione interventi PDG/componenti ambientali potenzialmente
interessate”) mettono in evidenza come il PDG in valutazione, non generi impatti significativi sull’ambiente ” (ai sensi
dell’art. 6, comma c1 del D.Lgs n.152/2006).
Il PDG, in coerenza con le normative di riferimento (Direttive “Habitat” 92/43/CEE e “Uccelli” 2009/147/CE) per le quali
il Sito è stato istituito, partecipa, attraverso la definizione di obiettivi e azioni, alla conservazione attiva ed al
miglioramento dello stato di conservazione di habitat, habitat di specie e specie presenti, nel rispetto dei funzionamenti
della Rete ecologica regionale di appartenenza.
Da una parte infatti, per quanto di sua competenza e attraverso i suoi strumenti attuativi (Contesti paesaggitici locali e
relativi obiettivi di contesto, Regolamento, Piano di azione, Programma di monitoraggio), si è confrontato all’interno
dell’ area di influenza ambientale di cui è parte integrante, con le dinamiche evolutive di tutte le componenti ambientali
implicate, in relazione alle previsioni normative della pianificazione in essere, anche con azioni (IA, MR, IN, PD, RE)
che fossero di indirizzo e/o orientamento per la pianificazione più direttamente competente. Dall’altra parte si
evidenzia che le specifiche azioni del PDG, individuate in risposta alle criticità rilevate (pressioni/minacce) ed in
coerenza gli obiettivi (generali e specifici) nonché con quelli dei contesti paesaggistici locali individuati, generano
effetti (diretti e/o indiretti) esclusivamente positivi agendo nella maggior parte dei casi in termini sinergici.
Infine il Programma di monitoraggio, attraverso il set d’indicatori identificati, rappresenta lo strumento di controllo per
eventuali azioni correttive qualora si riscontrasse il mancato raggiungimento degli obiettivi.
Rapporto preliminare verifica di assogettabilità a VAS
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