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VquaC04 Giovanni 8, 1-11. l`adultera. L`AMORE NON GIUDICA E
VquaC04 Giovanni 8, 1-11. l’adultera. L’AMORE NON GIUDICA E NON CONDANNA. Non esiste abisso che la misericordia divina non possa colmare.. L’episodio dell’adultera ce lo mostra all’evidenza. Un gesto di sconfinata bontà salva una persona perduta. Secondo la legge di Mosè, una donna colta in adulterio veniva punita con la morte a colpi di pietra. Gli avversari di Gesù pretendono da lui un giudizio per metterlo alla prova. La risposta di Gesù è: “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Gli accusatori della donna se la squagliano. Sant’Agostino: “Relicti sunt duo: misera et misericordia” ( rimasero sulla scena due persone soltanto: la misera e la misericordia”. Solo Dio può giudicare, ma Dio non condanna, perdona e converte. Revisione di vita: Se Gesù fosse stato duro con l’adultera, una persona in più sarebbe stata irrimediabilmente perduta; invece, la sua comprensione la libera dal peccato, le ridà fiducia, si apre un nuovo futuro. La causa di tanti nostri fallimenti sta nel non capire che Dio è l’unico che veramente crede in noi, in quello che possiamo diventare: non c’è futuro per i disperati, ma per chi spera nel Signore, sì. Chi manca di questa speranza si rassegna, non tenta neanche di reagire. Il vero peccatore è colui che non crede all’amore di Dio. Chi è intransigente e spietato con gli altri non è mai innocente. Il giusto, se mai, è severo con se stesso, ma buono, fraterno, misericordioso con gli altri: non esclude mai nessuno dal suo amore. Il fatto che Gesù non condanni l’adultera, non significa che sia indifferente al suo problema, l’aiuta ad uscirne: “va’ e non peccare più”. E’ la bontà che persuade a cambiare vita: l’adultera, creatura perduta e indifesa, recepisce l’invito di Gesù alla conversione perché finalmente incontra sulla sua strada uno che la guarda senza desiderarla, che le parla senza disprezzarla, che l’accoglie senza secondi fini. Per convertirsi non basta essere ridotti alla verità, bisogna accoglierla con umiltà. Gli accusatori della donna, infatti, escono di scena sconfitti, ma non salvati. Due testimonianze di segno opposto. – Un giovane padre: “Io ho sbagliato ( si trattava di n furto ), ma poi sono stati gli altri a farmi affogare, parenti compresi, facendomi il vuoto attorno, togliendomi il saluto, tagliandomi i ponti per il lavoro. Allora mi son detto che non valeva la pena di tornare indietro, se per me non c’era più posto né speranza”. – Una ragazza madre: “Ero terrorizzata. Mi immaginavo gli occhi addosso e i giudizi spietati di condanna. Invece ho trovato una cerchia di persone amiche che mi hanno circondato di premure senza giudicarmi. Allora la mia vita è cambiata, ma in meglio”.