Programma - Tuscan Rewind
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Programma - Tuscan Rewind
PROGRAMMA - 1° TUSCAN TEST Giovedì 8 setembre 2016 Test: strada comunale Torrenieri/Val di Cava – Montalcino (SI) Conferenza stampa: Castello di Poggio alle Mura - Montalcino (SI) PROGRAMMA Accoglienza ed accreditamento presso area assistenza Torrenieri (SI) – Viale Bindo Crocchi (coordinate GPS 43°05’06N-11°33’02”E) ore 09:00/10:00 Sessione test vetture ore 10:30/12:30 e ore 13:00/15:00 Conferenza stampa presentazione Tuscan Rewind 2016 presso Castello Banfi di Poggio alle Mura ore 17:30 Dibattito sui rally su terra (Trofeo Rally Terra moderno e Campionato Italiano Autostoriche) ore 18:15 Apericena presso show room Banfi ore 19:30 Percorso test Percorso su strade comunali del Comune di Montalcino. E’ un tratto di km 04,92 interamente sterrato: si parte con un misto veloce per 1800 metri e si prosegue con un una serie di curve di ampio raggio con brevi allunghi. L’altimetria è varia: dai 273 metri s.l.m. della partenza si raggiungono i 327 metri s.l.m. dopo circa 3.700 metri per poi ridiscendere fino ai 267 metri s.l.m. dell’arrivo situato al bivio per la Cantina Caparzo. E’ stato utilizzato 3 anni fa come prova speciale del rally Tuscan Rewind. L’area di sosta per le assistenze e ubicata nell’area ex stazione ferroviaria di Torrenieri in via Bindo Crocchi e zone limitrofe. La location Torrenieri Lungo l'antica via francigena o romea sulla sponda destra dell'Asso ebbe vita fra il IX e il X secolo il castello di Torrenieri, quando instaurato sotto la dominazione de' Franchi, il feudalesimo, si videro sorgere numerosi castelli feudali nel territorio senese. Il nome Turris Nerï da un indizio del primo fondatore che forse fu un Ranieri de' Signori di San Quirico oppure. Come seconda ipotesi il nome deriverebbe da “Torre Nera” per il colore scuro della pietra con cui la torre è costruita. L'appellativo di "nera" potrebbe essere anche dovuto ad un incendio. Quale che sia la sua origine, comunque fu certo anteriore al mille come si rileva dall'itinerario percorso nel 990 dall'arcivescovo di Canterbury Sigerico, quando succedendo nella sede londinese ad Edelgardo, si recò a Roma per prendervi il pallio. Nel viaggio di ritorno vi effettua la XIII sosta, e chiama nel suo diario il luogo "Turreiner", stazione di posta dove conveniva fermarsi per approvvigionamenti. Intorno al X-XII secolo vengono edificate le mura di cinta attraversate da due pubbliche porte, una verso Siena ed una verso Roma, i cui avanzi erano ancora visibili nella metà del XVIII secolo. Durante il periodo medioevale Torrenieri formava comune a sé ed aveva assunto una certa importanza essendo inserito nel 1208 fra i castelli soggetti a Siena che dovevano pagare un'imposta straordinaria di L. 50, (una delle maggiori) istituita dal governo di quella città per far fronte alle spese di guerra. A causa della sua posizione strategica lungo la via Francigena, come sbocco e crocevia verso la Val d'Arbia, la Val d'Orcia, la Val di Chiana e la zona amiatina e per mancanza di difese naturali il castello fu spesso saccheggiato e devastato dagli eserciti di passaggio. Nel 1235 il borgo fu incendiato dagli orvietani. Nel 1295, quando a motivo di confini, si erano acuite fra Torrenieri e Montalcino le discordie, dalle quali nascevano di continuo risse, ferimenti e uccisioni, i Signori Nove Governatori della Repubblica di Siena intervennero con premura nel dissidio stabilendo le confinazioni. Un altro dei numerosi assalti sostenuti dal castello di Torrenieri fu quello che ebbe luogo nel 1316, quando una schiera di duemila fanti e mille soldati a cavallo riaccompagnava in patria, ad Arezzo, la nuora di Uguccione della Faggiola, il celebre condottiero che resosi signore di Pisa e di Lucca, aveva vinto i fiorentini nella battaglia di Montecatini, (dove era rimasto ucciso suo figlio Francesco), visto l'audace divieto di entrare nel castello, lo assalirono ed incendiarono ed i difensori in parte furono uccisi ed in parte condotti prigionieri (per i quali fu pagato un riscatto di 600 fiorini), non furono risparmiate neppure le donne, le vecchie e le brutte, per irrisione, furono lasciate ignude o in camicia mentre le più giovani e più belle vennero trascinate ad Arezzo. La Repubblica di Siena mossa a compassione dai gravissimi danni toccati agli abitanti del castello, esonerò la comunità da tutti i dazi e balzelli. La rocca di Torrenieri, rimasta in parte distrutta, subì a breve distanza nuovi danneggiamenti, quando i Tolomei cacciati da Siena, assoldarono truppe nel fiorentino e fuorusciti orvietani ed aretini, ed occupate Sinalunga e Torrita, cavalcarono a Torrenieri, "...guastando, prendendo prigionieri e prede ed ardendo case". Nel 1330 si svolse nel borgo di Torrenieri un altro fatto di sangue, da parte della casata dei Tolomei, che seguiti da più di quaranta cavalieri uccisero Messer Benuccio Salimbeni. Nel 1350 circa Torrenieri fu ricordato dal Boccaccio nella novella IV della IX giornata del decamerone. "Deh, fallo, se ti cal di me! perché hai tu questa fretta? Noi giugnerem bene ancora stasera a buonora a Torrenieri ... senza più rispondergli, voltata la testa del pallafreno prese il camin verso Torrenieri". Nel 1371 Siena decise la costruzione di una fortezza. Tra il 1384 ed il 1408 Siena fece potenziare le fortificazioni di Torrenieri costruendo a guisa di fortilizio guardastrada il palazzo de' Ballati detto anche posta Vecchia, sul piano tra l'antico ponte dell'Asso e l'antico castello, quattro torri angolari una per cantonata con base fortemente scarpata interamente in laterizio limitato nella parte alta da un robusto cordone in pietra e dotati di balestriere, con fossato tutt'intorno come si vedeva poco più di un secolo e mezzo fa, e di cui rimangono adesso solo i due in facciata. Sul fianco ovest si notano dei contrafforti relativi ad un intervento di consolidamento eseguito in epoca posteriore. Alla metà del secolo XVI, la cavalleria imperiale di Carlo V, ottenuto il passo attraverso lo Stato della Chiesa, si accinse ad invadere il territorio senese dalla parte della Val di Chiana, occupando senza contrasto Lucignano, Montefollonico e dopo il 1552 anche Pienza, da dove eseguì una scorreria fino a Torrenieri espugnando il castello e facendo razzia di bestiame. Con la caduta della Repubblica di Siena, anche Torrenieri perdette di importanza diventando un modesto borgo. Torrenieri, già castello e comune autonomo con la riforma del 1777, diviene frazione del comune di Montalcino. Castello Poggio alle Mura La posizione strategica tra Siena e la Maremma, ed i fertili terreni che lo circondano, hanno fatto del Castello di Poggio alle Mura una proprietà ambita e contesa a lungo nei secoli. Il complesso si sviluppa per lo più tra il IX ed il XIII secolo, ma la sua origine è certamente anteriore. Alcuni sotterranei scavati nel tufo e tuttora visibili, oltre ad alcune urne di pietra e vasi in ceramica ritrovati durante l’ultimo restauro, fanno presumere, infatti, l’esistenza di un insediamento già in epoca Etrusca. I “conci” – pietre bianche tipicamente utilizzate nella costruzione di archi romani – inseriti nell’arco di ingresso sembrano, invece, testimoniare una successiva trasformazione in villa romana. La prima citazione ufficiale è del 1318, anno in cui Poggio alle Mura appare all’interno del catasto descrittivo dell’epoca – la “Tavola delle Possessioni”– come inserito amministrativamente nella Curia di Camigliano ed appartenente agli eredi di Messer Mino di Neri dei Ranuccini. In seguito, con il passaggio dalla famiglia Ranuccini a quella Colombini, la tenuta passa dallo stadio di insediamento aperto a quello di centro aziendale fortificato (palatium seu fortelitia). E’ la storia dei Conti Placidi, però, che più di tutte si lega a quella del Castello. Questa famiglia di nobili senesi con importanti incarichi di governo nella città, ne entra in possesso nel corso del quattrocento quale ricompensa per essersi distinta durante le guerre della Repubblica di Siena contro Firenze. Successivamente, ed in due occasioni diverse, la proprietà viene loro confiscata dalla stessa Repubblica ed affidata allo “Spedale di Santa Maria della Scala”: nel 1483, con la cacciata dei Noveschi - il partito sostenuto dai Placidi - e nel 1487 – quando i Placidi vengono dichiarati ribelli. Nel 1529 i Conti riprendono però possesso del Castello e da allora governano indisturbati fino al 1959, anno in cui Poggio alle Mura viene acquistata da Giovanni Mastropaolo, un imprenditore italiano che aveva fatto la sua fortuna in Sud America. L’ultimo passaggio di proprietà avviene, infine, nel 1983, quando il Castello, in condizioni precarie a causa dei danni subiti nel corso della II Guerra Mondiale, entra a far parte dell’azienda vitivinicola Banfi. Saranno i lavori di restauro voluti dalla famiglia Mariani – proprietaria dell’azienda - ed iniziati subito dopo l’acquisto, a riportarlo agli antichi splendori. Atualmente il fortlizio si presenta con un impianto piutosto vario dovuto alle sovrapposizioni storico-architetoniche. Ha uno schema compato a pianta quadrata e due cortli interni con una torre merlata, utlizzata come torre di avvistamento verso il fanco nord. Sul lato opposto, invece, è la cosiddeta torre di “arroccamento” dove era collocata una scala che poteva essere ritrata in caso di assedio. All’esterno si trova una rampa di accesso poggiata su archi. Di partcolare interesse sono il cortle quatrocentesco, con basse arcate su pilastri otagonali e, all’esterno, la rara ed antca ghiaccera, con la carateristca forma a tumulo. Da notare, inoltre, la lastra di marmo sul portale di ingresso, che riporta le notazioni sugli intervent al cortle efetuat nel 1654.