Rassegna stampa FISMIC del 14 settembre 2010

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Rassegna stampa FISMIC del 14 settembre 2010
Del 14 settembre 2010-09-14
A cura Ufficio Stampa FISMIC
SOMMARIO DEL NUMERO DEL 14 settembre 2010
AVVENIRE
La prima pagina
NUOVA BASILICATA
Di Maulo chiede di parlare col Giudice di Melfi
QUOTIDIANO BASILICATA
SATA: FIOM sotto attacco
REPUBBLICA
Indagati per strage su lavoro a Capua
REPUBBLICA
Tre giorni di sciopero benzinai
AGI
CISL e UIL in piazza il 9 ottobre
SOLE24ORE
La nuova mappa del risparmio dopo la crisi
LA STAMPA
Certificati malattia anche per via telematica
CORRIERE DELLA SERA
A Erice danneggiata gigantografia di Falcone e Borsellino
REPUBBLICA
Violenza islamica contro cristiani in India e Pakistan
RADIOCOR
In Cina un sommerso enorme che minaccia la pace sociale
Dieci indagati per i morti di Capua I parenti: li trattavano come schiavi - Repubblica.it Pagina 1 di 2
Cronaca
LA TRAGEDIA
Dieci indagati per i morti di Capua
I parenti: li trattavano come schiavi
L'accusa del pm: bisognava vietare l'accesso alla cisterna.Nel mirino le quattro aziende coinvolte
nelle operazioni di bonifica del silos
dal nostro inviato PATRIZIA CAPUA
CAPUA- Dieci indagati per la strage
degli operai. A tempo di record la
Procura muove le prime accuse per
ciò che è accaduto a Capua. Dove
non si placa la rabbia dei familiari
delle vittime, che accusano i datori di
lavoro: "Li trattavate come schiavi".
Dieci indagati, dunque, per la morte
per asfissia in un silos di fermentazione dei tre operai edili Antonio Di Matteo,
63 anni, Vincenzo Musso, 43 anni, e Giuseppe Cecere, 52 alla Dsm di Capua,
multinazionale olandese che fornisce prodotti alle cause farmaceutiche. Il pm
Donato Ceglie, a capo delle indagini, farà partire oggi gli avvisi di garanzia. Le
accuse sono omicidio colposo plurimo, omissione di soccorso e numerose
violazioni della normativa antifortunistica. E potrebbero anche aggravarsi.
"Non dovevano entrare nella cisterna", sostiene la Procura. Nelle tasche delle
tute degli operai rimasti uccisi, gli inquirenti hanno trovato regolari permessi di
lavoro rilasciati sabato mattina, prima della tragedia, dalla Dsm. L'autopsia
affidata a un collegio di esperti dirà l'ultima parola sulle cause della morte. Per
gli addebiti, gli inquirenti fanno riferimento anche alla legge 231 sulla
responsabilità delle persone giuridiche, come per la Thyssen. Gli indagati
sono anzitutto le quattro aziende coinvolte nelle operazioni di bonifica del
silos 14: la Dsm, committente della bonifica, la Rivoira di Anagni che venerdì
sera ha immesso la miscela di 180 metri cubi di azoto ed elio nel silos, la
Errichiello, impresa edile delle tre vittime, e una quarta ditta consulente della
Rivoira.
Ieri a Capua è stato il giorno della rabbia. E delle accuse. Una su tutte, quella
della moglie di Giuseppe Cecere, Giuseppina Della Valle: "Assassini, lì dentro
non c'era sicurezza. Dicono che queste morti sul lavoro non ci devono essere,
e invece continuano". Lina, 27 anni, la figlia, si è messa in ginocchio davanti
alla fabbrica ha urlato "li trattavate come schiavi" e a tutti ha chiesto "fate
giustizia". Uno dei top manager della azienda farmaceutica, piombati ieri a
Capua dall'Olanda, è andato a casa della famiglia Cecere e ha offerto un
sostegno economico.
Di Matteo, Musso e Cecere erano stati chiamati la mattina di sabato a
svolgere un lavoro extra, (50 euro in più di straordinario, dicono le famiglie),
più rischioso di quelli di routine. Ne erano consapevoli? La Rivoira, infatti, per
verificare la tenuta delle apparecchiature del silos, aveva usato una procedura
nuova. Venerdì sera la cisterna è stata imbottita di azoto ed elio e
pressurizzata. Benché la bocca d'ingresso sia rimasta aperta tutta la notte,
non è bastato a ripulire l'aria all'interno. Il giorno dopo i lavoratori che si sono
calati nella cisterna hanno respirato anziché ossigeno, il gas mortale. "Le
misure di sicurezza prima e dopo l'intervento di bonifica della cisterna,
dovevano essere triplicate", afferma il pm Ceglie.
(13 settembre 2010)
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13/09/2010
Benzinai, tre giorni di sciopero I consumatori: "Attenti alle speculazioni" - Repubbli... Pagina 1 di 1
Affari&Finanza
CARBURANTI
Benzinai, tre giorni di sciopero
I consumatori: "Attenti alle speculazioni"
Da domani alle 22 sulle autostrade e dalle 7,30 di mercoledì sulle strade ordinarie, per tre giorni,
si rischia di restare a secco. Adusbef e Federconsumatori: "Gravissimo che non si sia riusciti a
ricomporre la frattura". Gestori convocati domani al ministero
ROMA - Lo sciopero dei benzinai, in
programma a partire dalle 7,30 di
mercoledì fino a sabato sulle strade
ordinarie e dalle 22 di domani alla
stessa ora di venerdì sulle
autostrade, "non solo comporterà
gravi disservizi per i cittadini, ma
determinerà anche ricadute
speculative, come sempre accade, in
vista della chiusura degli impianti". Lo denunciano Adusbef e
Federconsumatori, secondo cui è "gravissimo che non si sia riusciti a
ricomporre la frattura con i gestori della rete di distribuzione".
Secondo i calcoli delle due associazioni le speculazioni si aggiungerebbero a
quelle già denunciate "di 6-7 centesimi al litro". Adusbef e Federconsumatori
ribadiscono quindi "l'urgenza che da parte del Governo si dispongano le
misure indispensabili definite nel protocollo tra Ministero e filiera petrolifera,
con riferimento particolare all'istituzione di una commissione istituzionale di
controllo sulla doppia velocità; al blocco settimanale degli aumenti (e,
ovviamente, non dei ribassi); alla razionalizzazione e la liberalizzazione della
rete di distribuzione, con l'apertura della vendita presso la grande
distribuzione. Tutto ciò consentirebbe risparmi di 8-9 centesimi al litro come
per le cosiddette pompe bianche".
I gestori sono stati convocati per domani alle 15 al ministero dello Sviluppo
Economico. Al tavolo, secondo quanto si apprende, parteciperanno il
sottosegretario, Stefano Saglia, e Faib-Confesercenti, Fegica e FigiscConfcommercio.
(13 settembre 2010)
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di stop" 14 febbraio 2007
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AGI News On - FISCO: CISL E UIL IN PIAZZA 9 OTTOBRE PER RIFORMA E ... Pagina 1 di 2
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FISCO: CISL E UIL IN PIAZZA 9 OTTOBRE PER RIFORMA E
SVILUPPO
16:48 13 SET 2010
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(AGI) Roma - Cisl e Uil scenderanno in piazza il 9 ottobre per chiedere al governo di avviare un
confronto con le parti sociali. Le due confederazioni chiedono anche una riforma integrale del fisco,
in particolare che punti alla riduzione delle tasse per i pensionati, le famiglie e le imprese.
L'iniziativa, che si svolgera' sabato 9 ottobre con una grande manifestazione a Roma, e' stata
presentata nel corso di una conferenza stampa congiunta tra i due leader di Cisl e Uil, Raffaele
Bonanni e Luigi Angeletti.
Tags: Roma, Cisl, Roma, Uil, Luigi Angeletti, Raffaele Bonanni
http://www.agi.it/rubriche/ultime-notizie-page/201009131648-eco-rom0092-fisco_cis... 13/09/2010
La nuova mappa del risparmio dice addio a formiche e cicale - Il Sole 24 ORE
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13 settembre 2010
La nuova mappa del risparmio dice addio a
formiche e cicale
di Chiara Bussi
È finita l'era delle cicale e delle formiche. A due anni dal crack Lehman la favola di Esopo ha perso la sua attualità.
L'inverno della crisi ha estinto le ultime cicale, ma ha anche reso più difficile la vita delle formiche. Lo rivelano gli
ultimi dati statistici, che fotografano un cambio di rotta nella bussola del risparmio mondiale: nell'area euro inizia a
erodersi la quota di reddito destinata al "gruzzolo", dopo un 2009 dedicato al salvadanaio. Negli Usa si assiste
invece al fenomeno opposto: i grandi consumatori diventano, loro malgrado, risparmiatori.
Secondo Eurostat nel primo trimestre 2010 il tasso di risparmio aggregato dei sedici paesi dell'Eurozona, in
percentuale al reddito disponibile lordo, è sceso dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti a quota 14,6%, lo stesso
livello di fine 2008. Una nuova tendenza, rispetto al 2009, quando il tasso di risparmio aveva sfiorato il 16% del
reddito disponibile nel secondo trimestre, un livello mai raggiunto negli ultimi dieci anni. Il dato aggregato nasconde
però diverse sfaccettature. In linea con la tendenza europea è l'Italia, mentre i tedeschi si confermano parsimoniosi,
insieme alla Francia. I campioni del salvadanaio sono, a sorpresa, gli spagnoli, che mettono da parte oltre il 18%
del loro reddito. Ma qui si tratta di un atteggiamento obbligato per abbattere l'alto indebitamento che supera il 120
per cento della disponibilità economica.
In Italia nei primi tre mesi di quest'anno la propensione al risparmio delle famiglie ha raggiunto il 13,4%, ben al di
sotto della media europea. Un calo di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,6 punti rispetto allo
stesso periodo del 2009. Tutto questo è stato accompagnato da una flessione del potere di acquisto di mezzo punto
rispetto al trimestre precedente e del 2,6% rispetto a un anno prima. In aumento, invece, l'indebitamento, che si è
attestato al 63,1% del reddito disponibile nel primo trimestre. Il passivo resta però ben al di sotto di quello degli altri
paesi dell'area euro. «Non siamo più formiche – chiarisce Chiara Fornasari, partner di Prometeia – perché non
possiamo più permettercelo. Per quest'anno ci attendiamo un ulteriore calo della propensione al risparmio: questo
perché stiamo uscendo dal tunnel, ma dobbiamo ancora fare i conti con le ferite che la crisi ci ha lasciato. Poi, man
mano che procederemo sulla via della ripresa potrà esserci un ritorno al risparmio. Il ruolo delle banche sarà
fondamentale per comprendere le nuove esigenze delle famiglie».
Tiene invece la propensione al risparmio nella ritrovata locomotiva tedesca. Qui dal primo trimestre 2009 il tasso
resta stabile al 17,3%, il livello massimo degli ultimi dieci anni. Il gruzzolo, secondo l'ultima indagine effettuata
dall'istituto di ricerca Mea, serve nella maggioranza dei casi per far fronte agli imprevisti e per finanziare gli anni
della vecchiaia. Anche perché la Finanziaria 2010 impone una riduzione dei contributi pensionistici. A interpretare il
dato tedesco è Christoph Deutschmann, profesore di sociologia dell'Università di Tubinga e studioso dell'evoluzione
della classe media. «La crisi non è stata percepita più di tanto nella vita di tutti i giorni. La disoccupazione sta
scendendo ai livelli minimi dai tempi della riunificazione e il sistema di welfare ha sostenuto il reddito, agendo come
una sorta di stabilizzatore automatico».
Se i tedeschi non tradiscono la loro natura, oltreoceano è in atto una vera e propria mutazione genetica. Dalla fine
del 2008 le cicale non esistono più e il tasso di risparmio personale (come viene definito) secondo l'ultimo dato di
luglio ha raggiunto quota 5,9%. Un dato ben lontano dagli anni del boom dei consumi di cinque anni fa, quando gli
americani destinavano al gruzzolo meno dell'1% del loro reddito. «I consumatori non hanno scelta. La priorità delle
famiglie – sottolinea Heidi Shierholz, ricercatrice dell'Economic Policy Institute – è oggi quella di tenersi stretto il
posto di lavoro e l'unico traguardo è la riduzione del debito. È una sorta di aggiustamento fisiologico dopo la sbornia
da indebitamento degli anni passati, ma anche un cambiamento del Dna degli americani». E una constatazione che
diventa sempre più reale: «Non saranno più i consumi il motore della ripresa Usa».
Un grande "sorvegliato speciale", da una parte all'altra dell'Oceano, sarà nei prossimi mesi l'indebitamento delle
famiglie. Negli Usa il dato sembra aver invertito la rotta, anche se si mantiene ancora sopra il 150% del reddito. In
Eurolandia solo nell'ultimo trimestre il trend è in discesa. L'allarme resta, dunque, tanto che il ministro del'Economia
italiano Giulio Tremonti ha proposto di annoverare il debito privato tra i parametri del Patto di Stabilità. Su questo,
però, i partner europei restano ancora divisi.
13 settembre 2010
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A Erice distrutta una gigantografia di Falcone e Borsellino - Corriere della Sera
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India, violenze contro i cristiani Almeno 14 morti, bruciata scuola - Repubblica.it
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Esteri
IL CASO
India, violenze contro i cristiani
Almeno 14 morti, bruciata scuola
Scoppiano le rivolte contro gli Usa e i minacciati roghi del Corano. Le forze dell'ordine sono
intervenute contro la folla. Nessuna conferma ufficiale sulle morti. E' stata la giornata più
sanguinosa dall'inizio del movimento di protesta contro il governo. Vaticano: "A violenza è
seguita violenza"
SRINAGAR - Almeno 14 persone
sono morte e altre 75 sono rimaste
ferite nel Kashmir indiano - regione a
maggioranza musulmana - durante
una violenta protesta contro il rogo
del Corano 1 minacciato per l'11
settembre e poi annullato dal pastore
americano Terry Jones. Le notizie
sulla morte dei manifestanti e di un
poliziotto non sono state confermate ufficialmente. Nella regione la tensione è
al punto limite e da giugno si contano almeno 79 morti in proteste di stampo
indipendentista, tanto che anche oggi Nuova Delhi è tornata a offrire la via del
dialogo a chi rinuncerà alla violenza. Preoccupato anche il Vaticano,
intervenuto sulle violenze nel Kashmir indiano e l'attacco ai cristiani attraverso
il segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso: "Purtroppo a
violenza è seguita violenza - ha detto mons. Celata -, una violenza contro
ogni ragionevolezza, perché contro la vita di persone innocenti, creature di
quel Dio che si vorrebbe onorare e servire".
VIDEO 2
I manifestanti hanno assaltato e incendiato una scuola missionaria cristiana.
La folla, scandendo slogan contro gli Stati Uniti e i dissacratori del libro sacro
dell'Islam, ha appiccato il fuoco all'istituto scolastico privato che si trova a 45
chilometri dal capoluogo Srinagar e che appartiene a un gruppo missionario
cristiano. Le forze dell'ordine sono intervenute uccidendo 14 persone e
ferendone una ventina. La folla ha impedito ai vigili del fuoco di raggiungere
l'edificio di legno, che è stato del tutto distrutto dal fuoco, poi ha preso
d'assalto edifici governativi, veicoli, abitazioni e danneggiato altre proprietà
governative.
In violente proteste scoppiate a Budgam, Bandipora e Saraf-e-Sharif sono
morti altri dimostranti che hanno fatto salire il bilancio dei morti della giornata
a un totale di 14 (12 secondo altre fonti come l'agenzia Pti, 18 per la Bbc, tra i
quali anche uno studente di 12-13 anni). Fra le vittime accertate c'è un
poliziotto, investito da un camion carico di dimostranti. Con le sei vittime nelle
manifestazioni contro Nuova Delhi, oggi è stata la giornata più sanguinosa
dall'inizio del movimento di protesta contro il governo centrale indiano tre mesi
fa. Dimostranti anti-americani ieri avevano assaltato anche una chiesa nello
Stato indiano del Punjab.
Dopo le proteste e l'allarme in tutto il mondo contro il rogo del Corano
annunciato da Jones (era interventuo anche il presidente americano Barack
Obama), il pastore aveva deciso all'ultimo momento di annullare il rogo 3, ma
due predicatori evangelici hanno dato fuoco a due copie del Corano nel
Tennessee e ci sarebbero stati anche emuli a New York 4. In un comunicato
l'ambasciatore statunitense a New Delhi, Timothy Roemer, ha detto che gli
Usa sono "costernati" per questi episodi. Il diplomatico ha condannato
"l'abominevole" intenzione del pastore che non è "rappresentativa dei valori
americani".
Il leader separatista Syed Ali Shah Geelani, agli arresti domiciliari da
http://www.repubblica.it/esteri/2010/09/13/news/india_corano-7034423/?ref=HREC1-1 14/09/2010
India, violenze contro i cristiani Almeno 14 morti, bruciata scuola - Repubblica.it
Pagina 2 di 2
settimane, ha esortato "tutti i musulmani a proteggere i membri delle comunità
delle minoranze e i loro luoghi religiosi". "Dobbiamo mantenere a ogni costo la
secolare armonia e fratellanza tra comunità -ha detto- per cui il Kashmir è
famoso nel mondo". "Condanniamo con forza coloro che hanno incendiato la
scuola cristiana", ha detto. "Chiedo ai musulmani di proteggere le minoranze
e i loro luoghi di culto", ha aggiunto.
Intanto oggi il governo si è riunito per decidere la revoca parziale dello stato
d'emergenza decretato in quattro distretti del Kashmir vent'anni fa nel
tentativo di smorzare la tensione e porre fine alle manifestazioni. Il JammuKashmir è il solo stato dell'unione indiana dove la popolazione è a
maggioranza musulmana. L'altra parte del Kashmir è controllata dal Pakistan.
La parte indiana è teatro da vent'anni di una rivolta contro l'amministrazione di
Nuova Delhi che ha provocato più di 47mila morti dal 1989. Le forze di
sicurezza indiane da tre mesi sono impegnate a contenere le violenze
innescate dalla morte di uno studente di 17 anni, ucciso dalla polizia l'11
giugno in una manifestazione anti-indiana.
In Kashmir la situazione è molto tesa da mesi. Da giugno sono oltre 79 i
dimostranti, tra i quali molti giovani, uccisi per la maggior parte dei casi in
scontri con la polizia. La popolazione accusa i paramilitari di essere
responsabili delle morti. Per la prima volta da molti anni le autorità indiane
hanno deciso di dispiegare nel Jammu e Kashmir migliaia di soldati, dopo
aver accusato i militanti di Lashkar-e-Taiba, gruppo separatista con base in
Pakistan, di aver fomentato le proteste.
Dal 1989, la battaglia dei separatisti del Kashmir è costata la vita a decine di
migliaia di civili. Negli ultimi anni le violenze si erano ridotte perché la lotta
armata ha lasciato il posto a proteste che spesso sfociano in sassaiole contro
le forze di sicurezza. La nuova 'strategia' dei separatisti ha reso più
complesso il lavoro delle truppe paramilitari e nelle proteste spesso muoiono
dimostranti. La morte di questi ultimi provoca sempre ulteriori proteste e la
rabbia della popolazione.
Profonda indignazione e "assoluta riprovazione", è stata espressa dal titolare
della Farnesina, Franco Frattini, che ha commentato l'assalto alla scuola
cristiana in Kashmir e alla chiesa nel Punjab, esprimendo il proprio "profondo
cordoglio" per le vittime. "La comunità internazionale si faccia carico in
maniera corale e senza esitazioni dell'obbligo di difendere, in ogni contesto, il
principio della libertà di culto, che costituisce un diritto umano fondamentale",
ha aggiunto il ministro degli Esteri.
(13 settembre 2010)
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INDICE DEI LINK
1. il rogo del Corano — http://www.repubblica.it/esteri/2010/09/09/news/corano-6893756/
2. VIDEO — http://tv.repubblica.it/copertina/india-violente-manifestazioni-contro-l-occidente/53077?
video=&ref=HREA-1
3. aveva deciso all'ultimo momento di annullare il rogo —
http://www.repubblica.it/esteri/2010/09/09/news/il_pastore_jones_rinuncia_ai_roghi_non_brucer_le_copie_del_corano6924239/
4. New York — http://www.repubblica.it/esteri/2010/09/11/news/moschea_obama-6959927/index.html
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Il Sole 24 ORE - Radiocor
13/09/2010 - 16:43
· Cina: un 'sommerso' enorme che mina la pace
sociale - TACCUINO DA SHANGHAI
di Alberto Forchielli * Radiocor - Milano, 13 set - La Cina e' piu' ricca e disuguale
di quanto registrino i suoi dati ufficiali. Il National Bureau of Statistics, spesso
accusato di gestioni artigianali o propagandistiche, non ha seguito lo stesso
progresso del paese e si trova in disarmo nel rilevare i fenomeni di una societa'
che cambia rapidamente. Tuttavia non e' per incompetenza e malizia che le sue
registrazioni vengono smentite da fonti indipendenti e molto qualificate che
elaborano anche i fenomeni sotterranei. La distribuzione del reddito e' un caso
eclatante di sottovalutazione dell'ineguaglianza tra i cittadini. Il coefficiente di
Gini, l'indice internazionalmente applicato per misurare il disequilibrio nella
distribuzione del reddito, pone la Cina alla 33ima posizione, addirittura avanti gli
Usa (41ima). H un segnale evidente che per la crescita del paese e' stata
necessario sconfessare l'egualitarismo del periodo precedente. La divaricazione
della forbice dei redditi e' un fenomeno sociale insidioso. Il NBS rileva che il
reddito pro capite in Cina e' di 16.000 Rmb all'anno, che al cambio corrente
valgono 1.900 Euro. Anche se le istituzioni internazionali forniscono valori piu'
alti, e' nevralgico il dato ufficiale relativo al 10% della popolazione piu' ricca che
vanta un reddito pro capite di 44.000 Rmb. Colpisce la sua relativa modestia,
rispetto a fenomeni inequivocabili come gli incessanti acquisti immobiliari, i
capitali investiti in Borsa, l'ascesa dei consumi di lusso. Uno studio finanziato dal
Credit Suisse rileva valori diversi, perche' gli intervistati non hanno avuto timore
delle autorita' e del fisco nel rivelare i propri guadagni. Ha innanzitutto appurato
cio' che le autorita' da tempo non nascondono piu': la Cina ha un reddito
aggiuntivo, immenso ma non rintracciabile. Non finisce dunque ne' nelle
statistiche, ne' nelle casse dello stato. H una sterminata zona grigio-nera che
cresce piu' velocemente del Pil. Non senza inquietudine e' stato rilevato che i
beneficiari del 'reddito invisibile' sono i cittadini che gia' dispongono di ricchezza. I
frutti del sommerso sono appannaggio del 10% dei benestanti. Di conseguenza il
reddito delle famiglie piu' povere nelle citta' risulta 26 volte inferiore di quelle
all'altro estremo, mentre le rilevazioni ufficiali pongono il rapporto pari a 9 volte.
Se si considerano anche le campagne la differenza sale a 65 volte (23 secondo il
NBS). La differenza rischia di divenire troppo grande per essere contenuta. Non
appartiene infatti soltanto alle normali fortune economiche, ma affonda le radici in
comportamenti illegali. La corruzione, l'abuso di potere, il privilegio di informazioni
riservate sono fonte di guadagni. In scala minore lo sono le piccole rendite di
posizione, il lavoro nero, l'affitto di spazi distributivi, dei quali approfittano i piccoli
burocrati o gli intermediari illegali. Rischia di divenire esplosiva
un'insoddisfazione latente. La dirigenza sa bene che dovra' intervenire, sia
reprimendo la corruzione che immaginando schemi di piu' equa distribuzione
della ricchezza attraverso la tassazione. Il tempo non e' inesauribile perche' i
poveri di oggi, pur non rimpiangendo il passato, potrebbero cominciare a
contestare chi si impadronisce del futuro.
* Presidente di Osservatorio Asia