L`Italiano non è una minaccia […] La recente decisione della Giunta

Transcript

L`Italiano non è una minaccia […] La recente decisione della Giunta
L’Italiano non è una minaccia
[…] La recente decisione della Giunta di Bolzano di introdurre un'ora di italiano seconda lingua in
prima, più un'ora facoltativa, costituisce una novità quasi storica per questa terra e per la scuola
sudtirolese e va dato atto all'assessora Sabina Kasslatter Mur di essersi battuta per arrivare a questo
risultato, per niente scontato, come dimostrano le prese di posizione molto critiche di una parte del
mondo tedesco. D'altronde, questa scelta risponde forse in ritardo alle esigenze dei tempi e alle
pressanti richieste di una società civile sensibile ai problemi educativi dei giovani. Per questo motivo,
anche chi in questa terra ci è nato e cresciuto, ne conosce la storia, vive e lavora all'intemo del mondo
tedesco, non può non stupirsi di fronte ai colpi di coda di un nazionalismo strumentale, che fa della
chiusura nei riguardi del mondo italiano la propria bandiera, addirittura il baluardo della propria
identità C'è da riprendere le parole dell'assessora Kasslatter Mur, la quale in occasione
dell'inaugurazione recente di una scuola in Venosta, ha ribadito che, se un'ora d'italiano in più deve
essere vissuta come una minaccia all'identità sudtirolese, "povera identità sudtirolese".
Chiediamoci allora che cosa significhi identità per un cittadino che vive nella nostra provincia:
un'identità ita1iana, tedesca, sudtirolese, ladina, europea? E ancora: bilingue, trilingue, monolingue
ecc.? Che cos'è l'identità per ciascuno di noi? Certo, è una domanda a cui è difficile rispondere, anche
se sappiamo che la nostra identità è legata alla lingua che parliamo e alla cultura in cui siamo cresciuti
di cui questa lingua si fa tramite. Ma, proprio in questa provincia, non sarebbe forse più opportuno dire
che la nostra identità è legata anche "alle lingue che parliamo e alle culture in cui siamo cresciuti"? E
non è una fortuna, un bene da difendere strenuamente, poter affermare che la nostra identità si è
plasmata anche grazie alle lingue e alle culture con cui siamo entrati in contatto in questa terra?
Sia il Consiglio d'Europa sia l'Unione Europea hanno da tempo pubblicato documenti programmatici
in cui si afferma la necessità di difendere il multilinguismo in Europa e, allo stesso tempo, si considera
imprescindibile l'acquisizione per ogni cittadino europeo di almeno tre lingue, cioè si auspica il
plurilinguismo come dato costitutivo di ogni cittadino europeo. A tal fine, il documento europeo
programmatico in campo educativo, il famoso Libro Bianco dell'Unione Europea Insegnare e
apprendere. Verso la societá conoscitiva, presentato nel 1995 dai commissari Cresson e Flynn,
riconosce la necessità di insegnare precocemente le lingue. […] Nello stesso documento si afferma:
"L'apprendimento delle lingue […] organizzato dalla più giovane età, risulta un fattore non trascurabile
di successo scolastico. Il contatto con un'altra lingua non soltanto è compatibile con la padronanza
della lingua materna ma la potenzia. Il plurilinguismo è un elemento costitutivo sia dell'identità e della
cittadinanza europee che della società costitutiva".
Forse chi teme per la madrelingua tedesca, a causa dell'introduzione di un'ora d'italiano, dovrebbe
riflettere più a fondo su queste parole e chiedersi, eventualmente, se un'educazione linguistica intesa in
senso ampio, non delegata solo all'insegnante di tedesco (magari l'unico che in classe parla la
Hochsprache), non sia invece la strada inevitabile per un cittadino sudtirolese che voglia sentirsi ed
essere europeo o, meglio, cittadino di questo mondo.
(Carmen Siviero, L’Italiano non è una minaccia, in «Alto Adige», 12/06/2003)
1. Rispondi brevemente alle seguenti domande:
?
?
?
?
Quale innovazione ha introdotto la Giunta di Bolzano nei programmi scolastici delle scuole
tedesche?
Quali interrogativi pone Carmen Siviero nel suo articolo?
Qual è la posizione del Consiglio d'Europa e dell'Unione Europea sul problema del
multilinguismo?
A quale riflessione invita l’articolista in conclusione del suo articolo?
2. Fingi di essere intervistata per un’inchiesta. Esprimi il tuo accordo o disaccordo rispetto agli
argomenti principali riportati nell'articolo in alcune domande e risposte (min. 5 -max.7)
3. Spiega come, secondo te, la scuola potrebbe aiutare i ragazzi ad apprezzare le altre culture e a
potenziare l'insegnamento delle lingue (in un testo di circa 40 righe di scrittura media).
..