Per non solo sopravvivere - Sindacatoscuola FLC CGIL Brescia

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Per non solo sopravvivere - Sindacatoscuola FLC CGIL Brescia
Per non solo sopravvivere
40° anniversario della strage di Piazza della Loggia
martedì 20 maggio 2014
Auditorium S. Barnaba
Corso Magenta 44/A Brescia
SALUTI E PRESENTAZIONE DELL’INIZIATIVA
PIERPAOLO BEGNI
Segretario Generale Provinciale FLC CGIL Brescia
MARIO MAVIGLIA
Dirigente Ufficio Scolastico Regionale Ufficio XI di Brescia
RUGGERO RUOCCO
Dirigente del Conservatorio “Luca Marenzio” di Brescia
GIOVANNI SPINELLI
Dirigente Liceo Musicale “Veronica Gambara” di Brescia
CLAUDIA FRANCESCHINI
Docente Liceo Musicale “Veronica Gambara” di Brescia
PATRIZIA GRASSO
Docente Conservatorio “Luca Marenzio’”di Brescia
Vincitori del concorso di Composizione Musicale, indetto in Brescia
dal Conservatorio Luca Marenzio e dal Liceo Musicale Veronica
Gambara:
Gianluca Iadema - Chiara Scalfi
“Preludio” per clarinetto, pianoforte e suoni elettronici
Classe di Tecnologie musicali del prof. Roberto Di Filippo
Liceo Musicale “Veronica Gambara”
Daniele Mandonico
“Pietra nera” per quartetto d’archi
Classe di Composizione della prof.ssa Emanuela Ballio
Conservatorio “L. Marenzio” di Brescia
Si ringraziano per la collaborazione i docenti:
Patrizia Grasso, Emanuela Ballio, Pinuccia Giarmanà,
Corrado Guarino, Francesco Villa del Corsevatorio “Luca
Marenzio” di Brescia
Claudio Azzini, Marco Borghesi, Roberto Di Filippo,
Claudia Franceschini, Pino Marchetti, Gabriele Miglioli
del Liceo Musicale “Veronica Gambara” di Brescia
LICEO MUSICALE
“Veronica Gambara”
Brescia
POTEVA ACCADERE
Wisława Szymborska
Legge: Federica Venchiarutti - Liceo Linguistico “Veronica Gambara”
Poteva accadere.
Doveva accadere.
È accaduto prima. Dopo.
Più vicino. Più lontano.
È accaduto non a te.
Ti sei salvato perché eri il primo.
Ti sei salvato perché eri l’ultimo
Perché da solo. Perché la gente.
Perché a sinistra. Perché a destra
Perché cadeva la pioggia. Perché cadeva
un’ombra.
Perché splendeva il sole.
Per fortuna là c’era un bosco.
Per fortuna non c’erano alberi.
Per fortuna c’era una rotaia, un gancio, una trave, un freno,
un telaio, una curva, un millimetro, un secondo.
Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio.
In seguito a, poiché, eppure, malgrado.
Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba,
a un passo, a un pelo da una coincidenza.
Dunque ci sei? Dritto dall’attimo ancora socchiuso?
La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì?
Non c’è fine al mio stupore, al mio tacere.
Ascolta come mi batte forte il tuo cuore.
Gianluca Iadema - Chiara Scalfi
‘Preludio’ per clarinetto, pianoforte e suoni elettronici ‘
Pianoforte: GIANLUCA IADEMA
Clarinetto: CHIARA SCALFI
Liceo Musicale ‘Veronica Gambara’
Classe di Tecnologie musicali del prof. Roberto Di Filippo
TESTIMONIANZE
Lucia Calzari
Legge: Marta Onorato, Liceo Linguistico ‘Veronica Gambara’
[...]
Il 28 maggio c’era lo sciopero proclamato dai sindacati confederali, io andai al corteo con la Clem e ricordo che arrivammo in piazza parlando del più e del meno.
Pioveva e Clem ed Alberto avevano lasciato a casa Giorgino, che portavano quasi
sempre con loro. Mio marito faceva servizio d’ordine per la Fiom. La piazza era molto affollata anche se era una mattinata molto grigia, piovosa. Qualche giorno prima
c’era stata la morte di un fascista saltato per aria sulla moto, mentre trasportava
una bomba. Il clima politico era teso, però nessuno di noi aveva l’idea che potesse
accadere qualcosa. Poi la piazza era l’occasione per stare insieme e vederci, così ci
trovammo tutti lì. Pioveva e ci riunimmo sotto il portico, dove stavamo anche molto stretti. Proprio dove c’era quel cestino dei rifiuti.
Frédéric Chopin
Mazurka in la min. op. 17 n. 4
Pianoforte: LUCA CAPOFERRI
Conservatorio ‘Luca Marenzio’
Classe di pianoforte del prof. Domenico Clapasson
Manlio Milani
Legge: Giorgio Forlani, Liceo Musicale ‘Veronica Gambara’
[...]
Ero con mia moglie e avevamo l’appuntamento con gli amici in piazza. L’attraversammo dirigendoci verso un portichetto per proteggerci dalla forte pioggia. Individuammo i nostri amici vicino alla colonna e mentre stavamo avviandoci verso di
loro, un mio compagno mi fermò chiedendomi delle informazioni. Mi fermai con
lui mentre mia moglie proseguì verso gli amici. Dopo aver parlato con questo compagno ho ripreso a camminare verso mia moglie che distava dieci metri. In quel
momento ci siamo guardati, salutati allegramente...
[...]
Mia moglie si chiamava Livia, aveva 32 anni ed era un’insegnante impegnata nel
sindacato scuola e nella vita culturale e sociale della città. La scelta di essere in
piazza per lei... aveva radici nella sua cultura. Livia era un’insegnante di Storia e
Letteratura. Il suo antifascismo era in primo luogo maturato sui libri e nel dialogo
all’interno della scuola. Una scelta quindi culturale che poi trovava momenti di pratica applicazione nella vita quotidiana.
Frédéric Chopin
Preludio in sol min. op. 28 n. 22
Pianoforte: GIANLUCA IADEMA
Conservatorio ‘Luca Marenzio’
Classe di pianoforte del prof. Giampaolo Stuani
Manlio Milani
Legge: Giorgio Forlani, Liceo Musicale ‘Veronica Gambara’
[...] e poi... lo scoppio.
Ho capito dopo che era stato un saluto d’addio. In un primo momento ho pensato
che quello scoppio fosse un petardo, una bomba carta, ma anche dall’odore del
fumo mi resi conto che era ben altra cosa. Mi sono precipitato dentro quel terribile
mucchio di corpi straziati, egoisticamente preoccupandomi solo di lei. L’ho intravista, l’ho sollevata e ho avuto la sensazione che fosse ancora viva.
In quel momento sono arrivate le ambulanze, andammo in ospedale, dove mi confermarono la sua morte. Più tardi mentre girovagavo per l’ospedale vidi una persona distesa su un lettino purtroppo anche lei deceduta. Nel riconoscerla mi resi
effettivamente conto di quanto era accaduto a quel gruppo di amici. Loro erano
morti mentre il caso volle che per me le cose andassero diversamente.
Quando cominciai a girovagare per l’ospedale, scoprii che con Livia erano morti anche gli amici con i quali eravamo stati insieme anche la sera prima. Scoprii proprio
su un letto vicino Giulietta Banzi Bazoli e poi seppi degli altri.
Con Giulietta, Livia, Clementina, Alberto, morì qualche giorno dopo Luigi Pinto, anche lui insegnante, venuto dal Sud da poco tempo, nella speranza di trovare un lavoro. Con loro morirono anche due operai, Bartolomeo Talenti e Vittorio Zambarda
ed un pensionato, Euplo Natali. Emblematicamente in quelle morti era racchiuso
il mondo del lavoro e quello della scuola, l’attività e il sapere, cioè una unità che si
proponeva di attuare una società capace di saper dialogare, di creare condizioni di
maggior uguaglianza, di assicurare più giustizia e più rispetto per i deboli. Quella
bomba era contro tutto ciò.
Daniele Mandonico
‘Pietra nera’ per quartetto d’archi
Violino: ISABELLA CONDINI
Violino: CAMILLA SQUASSINA
Viola: GIULIA FONTANA
Violoncello: LEONARDO PEZZOTTI
Conservatorio ‘Luca Marenzio’
Classe di Composizione della prof.ssa Emanuela Ballio
Ada Bardini, moglie di Luigi Pinto
Legge: Federica Venchiarutti - Liceo Linguistico ‘Veronica Gambara’
Quello che fa più male è che la gente non riesce a rendersi conto che non è un problema tuo, di sofferenza privata: è una strage, un delitto politico, va collegato ad altri episodi analoghi. Io non la sento come una mia storia personale, assolutamente:
è un male fatto a tutti. Anche continuare a sentirsi il famigliare è una tortura. Non
voglio essere identificata come il famigliare, non sento la morte di Luigi un fatto
mio, non riesco ancora a considerarla così, perché ci sono ancora delle persone che
si battono, che credono, e sono solidali. Non so neanche io che cosa fare, però, non
penso di essere sola, questo no, non penso che sia finita: ritengo che queste cose
vadano rivalutate e non dimenticate.
Lucia Calzari
Legge: Marta Onorato, Liceo Linguistico ‘Veronica Gambara’
Si è creato un prima e un dopo. Prima era il mondo della scoperta, delle idee, delle
discussioni, della crescita, dello stare insieme per capire, per divertirsi, per vivere.
Dopo era un vuoto, un buco, come se tutto si fosse fermato. E poi le forze che non
c’erano più e poi la perdita enorme... Ci ho messo anni a riprendermi... Mia madre si
chiuse in casa. Io e mamma abbiamo continuato a parlare di Clem, a ricordarla nella
vita normale, ma non abbiamo maiparlato di piazza della Loggia. Mai una volta.
È stato molto duro, molto duro...
Johann Sebastian Bach
Adagio, Ia sonata per violino solo
Violino: ANDREA MAURO RANIERI
Conservatorio ‘Luca Marenzio’
Classe di violino del prof. Filippo Lama
RESPIRO
Mark Strand
Legge: Francesco Nencetti, Liceo Linguistico ‘Veronica Gambara’
Quando li vedi
di’ loro che io ci sono ancora,
che mi reggo su una gamba mentre l’altra sogna,
che solo così si può fare,
che le bugie che dico loro sono diverse
da quelle che dico a me stesso,
che con lo stare sia qui che oltre
mi sto facendo orizzonte,
che come il sole si leva e cala io conosco il mio posto,
che è il respiro a salvarmi,
che persino le sillabe forzate del declino sono respiro,
che se il corpo è bara è anche madia di respiro,
che il respiro è uno specchio offuscato da parole,
che solo il respiro sopravvive al grido d’aiuto
quando penetra l’orecchio dell’estraneo
e permane ben oltre la scomparsa della parola,
che il respiro è di nuovo l’inizio, che da esso
si stacca ogni resistenza, come il significato si stacca
dalla vita, o il buio si stacca dalla luce,
che il respiro è ciò che do a loro quando mando saluti affettuosi.
‘Respiro’
Improvvisazione jazz
Sax tenore: GIANLUCA ZACCHI
Tromba: GRAZIANO GATTI
Pianoforte: SIMONE BIGIOLI
Basso elettrico: MARCO FEDRIGOLLI
Batteria: SIMONE GELMINI
Conservatorio ‘Luca Marenzio’
Dipartimento di jazz del prof. Corrado Guarino