[brescia - 11] gdb/cronaca/cro-04 01/03/09

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[brescia - 11] gdb/cronaca/cro-04 01/03/09
Data e Ora: 01/03/09
08.57 - Pag: 11 - Pubb: 01/03/2009 - Composite
Giornale di Brescia
la città 11
Domenica 1 Marzo 2009
Salute Non solo tecnica
«Scienza e fede siano
al servizio dell’uomo»
Il Vescovo mons. Luciano Monari in visita al Centro di ricerca
della Poliambulanza: «Voler conoscere è obbedire al Signore»
■ «Il ricercatore è colui che ha deciso di in-
traprendere un cammino»: con queste parole Ornella Parolini, direttore del Centro di ricerca Eugenia Menni della Fondazione Poliambulanza, ha iniziato la presentazione della sua attività a beneficio di un visitatore speciale, il Vescovo mons. Luciano Monari.
Una presentazione dalla quale è emerso
che la valenza scientifica del lavoro svolto
dalla dott. Parolini e dalla sua équipe non è
disgiunta da una visione etica «che non dimentica mai l’obiettivo del lavoro, che è quello di salvare vite umane. Ecco, allora, che
dobbiamo chiederci in continuazione se i
mezzi che utilizziamo siano in contraddizione con l’obiettivo di fondo. E, nelle continue
domande, ci rendiamo anche conto che siamo maturati molto nel nostro approccio tecnico-scientifico al quale non si è affiancata,
per tutta la comunità degli studiosi, una analoga maturazione di coscienza che ci faccia
riflettere su quello che stiamo facendo».
E quello che si fa al Centro di ricerca intitolato alla memoria di madre Eugenia Menni,
superiora delle Ancelle della Carità «è impostare la ricerca per la vita dell’uomo», come
ha osservato mons. Monari. «Una ricerca
che, in tal senso, entra pienamente nella dimensione della fede: si suppone, infatti, che
ci sia qualcosa da capire che deve essere
comprensibile. Un mondo intelligibile che si
lega con l’atto di fede originale che è quello
del creatore - ha detto il Vescovo -. In realtà,
scienza e fede nella loro radice sono strettamente legate tra loro: vi è intelligenza in ciò
che esiste e, dunque, bisogna avere fiducia
nella realtà. E se il Signore ci ha dato una
testa, bisogna usarla: nel cuore dell’uomo
c’è un originario impulso alla conoscenza;
svilupparlo significa obbedire al Signore.
Una ricerca che entra dunque pienamente
nel progetto del Signore su umanità e storia
e che deve, per questo, essere svolta nella logica della vita, perché l’intelligenza ci è data
al servizio dell’uomo».
Obiettivi nobili, non sempre facili. «Del resto, la maturità dell’uomo e la sua capacità
di ragionare eticamente nascono quando
egli è in grado di capire che il bene non è sempre una cosa facile e gradevole».
Il Centro di Ricerca «Eugenia Menni» è un
luogo di studio e ricerca dedicato alla memoria di Madre Eugenia Menni, la quale volle
fortemente un centro di ricerca accanto ad
una struttura già operante per la cura del
malato. L’obiettivo è quello di integrare due
realtà ormai indistinguibili della medicina
moderna: la ricerca e l’assistenza al malato.
Il Centro nasce quindi con obiettivi e programmi di attività ben precisi: realizzare un
centro di ricerca all’interno dell’Istituto
Ospedaliero; fare ricerca in campo biomedico attivando progetti in discipline e settori
specifici quali: la biologia cellulare, la biologia molecolare, l’immunologia, e la biologia
dello sviluppo; educare alla ricerca, favorendo programmi di formazione per giovani ricercatori; favorire uno scambio internazionale promuovendo stages all’estero e ospitando ricercatori stranieri.
Obiettivi ai quali la dott. Ornella Parolini,
insieme al gruppo di ricercatori che operano
al suo fianco, sta lavorando da anni.
E lo sta facendo, come si è visto ieri durante la visita ai laboratori durante la quale anche mons. Luciano Monari si è cimentato
nell’osservazione delle cellule staminali al mi-
POLIAMBULANZA
OBIETTIVI DEL CENTRO
Il vescovo, mons. Luciano Monari, mentre osserva alcune cellule
staminali nel laboratorio del Centro diretto dalla dott. Ornella Parolini
croscopio, negli spazi ristrutturati della cascina che il Centro divide con il Corso di laurea in infermieristica. Spazi diventati ormai
troppo angusti per una realtà che sta crescendo anche a livello internazionale: «Per
questo stiamo valutando ipotesi di ampliamento, a conferma della grande importanza
che il Centro di ricerca ha per la Fondazione
Poliambulanza, forte della sua valenza scientifica ed etica», ha detto il direttore generale
della Fondazione, Enrico Zampedri, che ieri
ha accolto il Vescovo insieme ad alcune suore Ancelle della Carità e, ovviamente, a fianco del gruppo di lavoro composto da giovani
ricercatori, dottorandi, specializzandi e borsisti.
Anna della Moretta
Il futuro nelle staminali della placenta
Parolini: «Possono avere caratteristiche intermedie tra quelle embrionali e le adulte»
Obiettivi del Centro: fare ricerca in
campo biomedico; educare alla ricerca
e favorire uno scambio internazionale.
IL GRUPPO DI LAVORO
Il Vescovo insieme al gruppo di lavoro del Centro di ricerca «Eugenia Menni» diretto da Ornella Parolini
■ Le cellule staminali presenti nel
nostro organismo possono rigenerare i tessuti; a volte, tuttavia, non lo
possono più fare a causa di qualche
danno o difetto genetico. Allora, cosa
accade? Il ricercatore si pone alcune
domande: il trapianto di cellule staminali può essere una terapia? Quali cellule utilizzare, Quali principi eticoscientifici?
«Ci rendiamo conto che la ricerca è
un insieme di domande con poche risposte» ha detto Ornella Parolini, direttore del Centro di Ricerca «Menni» della Poliambulanza. «La domanda di fondo, la principale, è questa:
qual è l’obiettivo finale della mia
ricerca? Ovvia la risposta: salvare
Avis Brescia: un 2008 positivo
Superati i tremila soci attivi con un incremento del 10% rispetto al 2007
■ È stato positivo il 2008 del-
Riconoscere gli alberi:
al via un ciclo d’incontri
■ Riconoscere alberi e arbusti. Questa l’abilità che si cercherà di sviluppare attraverso il
ciclo di incontri che si terrà al museo di Scienze di via Ozanam da giovedì prossimo. Il corso, proposto dall’Associazione amici dei parchi e delle riserve naturali, offre oltre al consueto programma - due incontri teorici e tre
uscite - la possibilità di coinvolgere anche i giovanissimi che potranno partecipare, accompagnati dagli adulti, alle visite naturalistiche. Le
due lezioni teoriche sono in programma il 5 e il
12 marzo, alle 20.45. Le tre uscite pratiche
avranno luogo il 5 aprile nel Parco del fiume
Strone, il 31 maggio in località Madonna del
Corno (Provaglio d’Iseo) e il 14 giugno in Val
Palot (Pisogne). Le lezioni saranno condotte
da Livio Pagliari. Le iscrizioni si raccolgono al
Cts (tel. 030.41889).
Lunedì 9 marzo, alle 20.30, sempre in via
Ozanam, prenderà invece il via una nuova iniziativa. Si tratta delle cinque lezioni del corso
«Impara ad usare il tuo telescopio», proposto
dall’Unione astrofili bresciani in occasione dell’Anno mondiale dell’astronomia, che si celebra proprio per la ricorrenza dei quattro secoli che ci separano dalle prime osservazioni al
telescopio compiute nel 1609 da Galileo. Le lezioni si terranno al Museo con cadenza settimanale. Il programma è nel sito www.astrofilibresciani.it.
La sera di giovedì 2 aprile si svolgerà invece
il primo dei sei incontri del seminario divulgativo sul tema «Come è nato l’Universo?». L’appuntamento è sempre in via Ozanam dove, infine, il 7 aprile prenderà il via il corso di informazione botanica per iniziativa dell’Associazione botanica bresciana.
Tutte queste iniziative sono descritte nel
programma mensile «La scienza per tutti» in
distribuzione all’ingresso del museo di via Ozanam.
l. r.
l’Avis comunale di Brescia. L’anno appena passato si chiude in
attivo sia nel bilancio sia nel numero di donatori rispetto al
2007.
La conferma arriva dopo l’assemblea annuale dell’associazione, tenutasi ieri nella sede di
San Zeno.
Poco più di 6500 euro l’avanzo
nel bilancio del 2008, anno che
ha visto superare i tre mila soci
attivi - 3038 per la precisione con un incremento del 10% rispetto al 2007.
In totale - tra sangue intero,
plasmaferesi e piastrinoaferesi sono state 6826 le donazioni effettuate dall’Avis bresciano, 400
in più del 2007. Alcuni donatori,
341, sono stati «eliminati» per
malattia, revisione archivio o
età, mentre sono stati 73 quelli
sottoposti ad elettrocardiogramma con visite mirate di controllo
cardiologico.
Per tutelare la salute del donatore, oltre che della donazione
stessa, sono state più di 1600 le
visite di controllo annuale, 1626 i
donatori sottoposti a controllo
estemporaneo e 1665 quelli sottoposti ad esami annuali con un
incremento di quasi il 20% rispetto al 2007.
Altro dato interessante sono i
626 nuovi aspiranti avisini che si
sono presentati nel corso dell’ultimo anno, di cui più di un terzo
hanno già effettuato il primo prelievo.
Con l’assemblea di ieri si conclude anche la presidenza dell’Avis bresciana di Marco Aliprandi che ha voluto ringraziare
tutti i donatori presenti: «Alcune delle idee proposte da voi e
dai simpatizzanti dell’associazio-
ne si sono spesso dimostrate vincenti e sono state per noi stimolo per nuovi programmi e nuove
iniziative». Aliprandi ha sottolineato i risultati ottenuti nel
2008, nonostante il trasloco nella nuova sede avvenuto nel 2007
che avrebbe potuto creare difficoltà ai donatori. «Abbiamo ottenuto risultati molto soddisfacenti - ha assicurato -. Il frutto
di numeri così alti è dato da
un’ottima attività dei due direttori sanitari, Dino Mursia e Paolo Barziza, da uno stretto lavoro
di equipe tre il nostro consiglio e
la segreteria e da un’analisi condotta dalla nostra segretaria,
Carla Cora, che ha contattato e
sollecitato tutti i donatori sospesi da tempo».
Positivo il lavoro della commissione scuola che ha organizzato incontri in diversi istituti e
concluso con la visita alla sede
«che ha permesso di affievolire il
timore per la donazione, gli aghi
e gli infermieri lasciando spazio
al desiderio di effettuare il primo prelievo». Il mandato di Aliprandi si conclude dopo quattro
anni di cambiamenti, primo fra
tutti il trasferimento dalla vecchia sede di via Balestrieri all’attuale di San Zeno. Al futuro presidente, Aliprandi ha augurato
«un mandato ricco di soddisfazioni».
Presente all’assemblea anche
Aristide Peli, vicepresidente della Provincia e donatore Avis,
che ha voluto ringraziare tutti i
donatori: «Brescia è una provincia ricca da questo punto di vista. Quelli dell’Avis sono valori
importanti da trasmettere alle
giovani generazioni».
Andrea Spitti
una vita. Non altrettanto ovvia, tuttavia, quando si analizza il mezzo utilizzato per raggiungere l’obiettivo: è evidente che, se per salvare una vita, ne
uccido un’altra utilizzando le cellule
embrionali, sono in forte contraddizione con quello che sto facendo. Ed
è a questo punto che è nato il nostro
interesse verso le membrane fetali
della placenta, un materiale biologico facilmente accessibile. Non solo: la
placenta, che comunque verrebbe
gettata, ha un elevato potenziale staminale e un bassissimo rischio di rigetto dopo il trapianto».
Un interesse che si traduce in studi
finalizzati ad identificare, all’interno
dei tessuti placentari, cellule che pos-
sano avere caratteristiche intermedie tra le cellule staminali embrionali
e le cellule staminali adulte.
Il Centro ri ricerca ha già pubblicato su importanti riviste del settore numerosi lavori relativi alla caratterizzazione e all’utilizzo delle cellule isolate
dalla membrana amniotica e coriale
della placenta a termine.
«La placenta, normalmente gettata dopo il parto, contiene infatti cellule particolarmente interessanti per il
loro potenziale staminale, in grado di
differenziare verso diversi tipi di cellule adulte - ha spiegato Parolini -. Inoltre, la sperimentazione in modelli animali ha dimostrato che le cellule isolate dai tessuti placentari sono in gra-
do di migrare e attecchire in diversi
organi (polmone, midollo, cervello),
facendo intuire la possibilità che queste cellule possano essere utilizzate
per rigenerare tessuti ed organi colpiti da malattie degenerative. Le particolari caratteristiche immunomodulatorie dimostrate da queste cellule
nelle sperimentazioni in vitro le rendono utilizzabili anche in trapianti allogenici escludendo così le problematiche del rigetto».
Tra le linee di ricerca attualmente
in corso, quella che riguarda il trapianto di cellule isolate dalle membrane fetali di placenta umana per diminuire il livello di fibrosi polmonare
e l’identificazione delle cellule tumorali circolanti in pazienti con tumori
solidi.
a.d.m.
INFORMAZIONI PUBBLICITARIE
conosciamole meglio
AUTORIZZAZIONE
N° 243 DEL 2002
SINUSITE?
CURIAMOLA ALLA FONTE!
Parliamone con il Dott. Andrea Cazzaniga (Resp. del CENTRO PER LA CURA DELLA SINUSITE)
Tante persone soffrono di sinusite… ma che cosa è questa patologia?
La sinusite è un’infezione delle
mucose dei seni paranasali causata,
per lo più, da problematiche legate al
naso come le riniti croniche e le
allergie.
Come si manifesta?
In genere con un senso di pesantezza
a livello della fronte, con mal di testa,
naso chiuso, dolore alla pressione in
determinati punti del viso e con un
fastidioso scolo di muco in gola.
E’ vero che la sinusite diventa
facilmente cronica?
Purtroppo si. E non solo perché a volte
le sinusiti acute non vengono trattate
come si deve, ma anche perché
spesso esistono fattori anatomici
legati alla persona, come le deviazioni
del setto nasale, che ne possono
favorire la persistenza.
Che soluzioni offre il “Centro per la
sinusite” delle Terme di Trescore?
Protocolli terapeutici estremamente
efficaci nel trattamento della sinusite
in fase cronica, quella cioè che risponde meno alla tradizionale farmacoterapia. Il Centro offre anche la possibilità
di abbinare alle cure termali un
ciclo di LINFODRENAGGIO AL VISO
(v. immagine): un massaggio specialistico che favorisce l’eliminazione delle
secrezioni nasali e la diminuzione del
fastidioso mal di testa e della sensazione di stordimento che accompagnano la sinusite.
Che tipo di risultati ci si può aspettare?
In genere, già dal primo ciclo si ha una
consistente riduzione dei disturbi e
una minore tendenza alle ricadute. E’
comunque importante sottoporsi a
queste cure con una certa regolarità,
al fine di stabilizzare e incrementare
progressivamente i risultati. Se le
condizioni anatomiche del singolo lo
consentono, nel tempo si può arrivare
anche alla completa risoluzione del
quadro.
A cosa è legata l’efficacia della
terapia termale di Trescore?
Alle doti terapeutiche dell’acqua
Le Terme di Trescore sono convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale per le seguenti terapie:
• Terapie inalatorie;
• Insufflazioni endotimpaniche e politzer;
• Ventilazioni polmonari;
• Bagni e fanghi.
Le prestazioni riabilitative, di flebologia e di medicina estetica non sono
convenzionate con il S.S.N.
sulfurea utilizzata, doti dovute principalmente
all’idrogeno
solforato
presente in quantità elevatissime.
Questo gas, che agisce come
antinfiammatorio e mucolitico, aiuta a
fluidificare e rimuovere il catarro,
stimolando nel contempo il sistema di
difesa dell’organismo
PER INFORMAZIONI:
“Centro per la cura della sinusite”
delle Terme di Trescore (BG)
800.801.191
www.termeditrescore.it
[email protected]