Guida alle sale dell`esposizione

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Guida alle sale dell`esposizione
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Piccolo Baedeker, ovvero guida alle sale
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Vedi Parte Prima, settimo capitolo.
Le prime sale sono dedicate ai Precursori della poetica
surrealista e ai compagni di strada– ricordati dallo stesso André Breton nelle sue due opere classiche Le Surréalisme et la peinture (terza edizione ampliata del 1965) e L’Art
magique (1964) – e tra questi troveremo qui: Marc Chagall, Giorgio de Chirico, Marcel Duchamp, Vasilij Kandinsky, Paul Klee, Max Klinger, Alberto Martini, Gustave Moreau, Edvard Munch. Con loro anche tre compagni di strada: Fleury-Joseph Crépin – uno dei più sorprendenti pittori medianici: predisse la data della fine
del secondo conflitto mondiale tre anni prima che avvenne; Hector Hyppolite, pittore vudù; e Adolf Wölfli,
esponente di primo piano dell’arte psico-patologica. Seguono le sale dedicate alle opere collettive e ai Cadavres
exquis10.
Dopo questo primo gruppo di artisti segue lo spazio dedicato ai protagonisti del movimento Dada. A New
York, nel 1916, prima ancora che a Zurigo, il sodalizio
comprendeva, oltre ai due principali protagonisti – Marcel Duchamp e Man Ray, antesignani sia di Dada sia
del Surrealismo, ai quali è riservata la prima sala – anche Jean Crotti, Else von Freytag Loringhoven, Mina
Loy, Francis Picabia e Beatrice Wood. In Europa, la prima mostra collettiva si svolse a Berlino con la Erste Internationale Dada-Messe (Prima fiera internazionale Dada) che si inaugurò alla Galleria Otto Burchard il 5 giugno 1920 (per chiudersi il 25 agosto). Quasi contemporaneamente, si svolse a Parigi il Salon Dada alla Galerie Montaigne.
I principali protagonisti dei diversi gruppi Dada europei sono anche questi quasi tutti rappresentati qui, oltre quelli appena citati: Jean Arp, André Breton, Suzanne
Duchamp, Théodore Fraenkel, Francis Picabia, Georges Ribemont-Dessaignes e Sophie Taeuber-Arp, dalla
Francia; da Zurigo: Marcel Janco, Hans Richter, Christian Schad e Tristan Tzara; da Colonia: Johannes T.
Baargeld e Max Ernst; da Hannover: Kurt Schwitters;
da Berlino: Erwin Blumenfeld, Otto Dix, George Grosz, Raoul Hausmann, Hanna Hoech e Johannes Itten;
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dall’Italia: Francesco Cangiullo e Farfa (purtroppo Julius Evola è assente qui, non essendomi stato possibile
reperire una sua opera); dall’Olanda, Paul Citroen; dalla Russia, Iliazd; dal Belgio, Paul Joostens; dall’Ungheria, Lajos Kassák e László Moholy-Nagy.
Per la scelta degli artisti surrealisti ho preso in considerazione esclusivamente quelli che sono stati presentati
da André Breton nell’ultima edizione delle due opere
classiche precitate e quelli che hanno partecipato ad almeno una delle principali mostre collettive surrealiste
dirette da Breton (o con la sua partecipazione), sette delle quali scandiscono, come vedremo, gli ultimi settori di
questa mostra. Queste manifesrazioni documentano mirabilmente lo sviluppo internazionale del movimento.
Ma, più importante ancora, rivelano sia il contributo degli artisti all’estetica surrealista, sia la molteplicità dei loro stili e delle loro tecniche, smentendo così l’opinione
comune secondo la quale la pittura surrealista equivale a una pittura in stile Dalì – il quale, tra l’altro, oltre
a essere stato una presenza meteorica nel movimento
(dal 1929 al 1934), è certamente il meno rappresentativo dell’arte surrealista.
Dopo i precursori, i compagni di strada, le opere
collettive e i dadaisti, segue quindi la lunga serie degli
spazi dedicati al movimento surrealista. Le prime di queste sale presentano le opere degli undici artisti che parteciparono alla prima collettiva surrealista. Questa s’inaugurò alla Galerie Pierre di Parigi il 14 novembre 1925
(per chiudersi dieci giorni più tardi, il 25 novembre) con
i seguenti protagonisti, tutti qui presenti: Jean Arp, Giorgio de Chirico, Robert Desnos, George Malkine, Man
Ray, André Masson, Joan Miró, Pablo Picasso, Pierre
Roy. Fu presente, anche se solo idealmente, ovviamente André Breton. Invece vi parteciparono inoltre due artisti spariti dal panorama dell’arte: Dédé Sunbeam, della quale è sopravissuto un disegno (Breton chez la voyante, 1925) e Kristian Tonny.
Arrivano dopo le sale dedicate agli artisti attivi nel
periodo tra il 1925 e il 1936 e quelli che parteciparo-
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Per l’elenco completo delle
mostre surrealiste vedi Parte
Quarta, terzo capitolo.
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no, alla “International Surrealist Exhibition” – la più importante antologica surrealista allestita nel periodo tra
le due guerre, che documenta, tra l’altro, la diffusione
internazionale del verbo surrealista. Curata da Roland
Penose, la mostra si svolse alle New Burlington Galleries dall’11 giugno al 14 luglio 1936. Oltre alla rappresentanza di alcuni protagonisti dell’avanguardia storica (Arp, de Chirico, Paul Klee, Picasso). Troveremo quindi in questo settore gli artisti seguenti del gruppo inglese:
Eileen Agar, John Armstrong, John Banting, Emmy
Bridgwater, Leonora Carrington, Cecil Collins, Ithell
Colquhoun, Toni Del Renzio, Merlyn Evans, David Gascoyne, Samuel Haile, Stanley William Hayter, Charles
Howard, Humphrey Jennings, George Platt Lynes, Reuben Mednikoff, John Melville, Grace W. Pailthorpe, Roland Penrose, John Selby-Bigge, Graham Sutherland, Julian Trevelyan e John Tunnard.
Del gruppo francese e belga vi erano: Max Bucaille,
Jacqueline Lamba-Breton, Hans Bellmer, Victor Brauner, Claude Cahun, Alexander Calder, Salvador Dalí,
Paul Delvaux, Oscar Dominguez, Marcel Duchamp,
Max Ernst, Alberto Giacometti, Georges Hugnet, Valentine Hugo, Marcel Jean, Jacqueline Lamba, Dora
Maar, René Magritte, Man Ray, Marcel Mariën, André Masson, E.L.T. Mesens, Joan Miró, Meret Oppenheim, Wolfgang Paalen, Jules Perahim, Francis Picabia, Émile Savitry, Yves Tanguy, Sophie Henriette
Täuber-Arp e Raoul Ubac.
Del gruppo tedesco: Richard Oelze; del gruppo ceco: Jindrich Styrsky e Toyen; del gruppo danese: Harry
Carlsson, Wilhelm Freddie e Knud Merrild; dagli Stati Uniti, Alexander Calder; finalmente, del gruppo spagnolo e latinoamericano: Federico Castellon, Leandre
Cristófol, Julio Gonzáles, Juan Ismael, Nikolás de Lekuona e Maruja Mallo.
Tre importanti collettive del dopoguerra testimoniano lo sviluppo e la diffusione internazionale del Surrealismo11. La prima si svolse nel giugno del 1947 alla
Galerie Maeght di Parigi, e fu curata da André Breton
e Marcel Duchamp. Tra le nuove presenze in mostra qui
ho compreso anche gli artisti che, sebbene non avessero partecipato alla mostra parigina, furono attivi nello
stesso periodo: Maurice Baskine, Vilhelm Bjerke-Petersen, Francis Bott, Elisa Breton Serge Brignoni, JacquesBernard Brunius, Jorge Caceres, John Cage, Alexander
Calder, Bruno Capacci, Paul Colinet, Julio De Diego,
Jean Degottex, Frédéric Delanglade, Enrico Donati,
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René Duvillier, Esteban Frances, Henri Goetz, Arshile
Gorky, Adolf Gottlieb, Eugenio Fernandez Granell, David Hare, Jindrich Heisler, Maurice Henri, Jacques Hérold, Gerome Kamrowsky, Rita Kern-Larsen, Jerzy
Kujawsky, Wifredo Lam, Conroy Maddox, Émile Malespine, Léo Malet, Roberto Sebastian Matta, Nadja,
Gordon Onslow Ford, Jackson Pollock, Giselle Prassinos, Edith Rimmington, Kay Sage, Iaroslav Serpan, Dorothea Tanning, Claude Tarnaud, Karel Teige, Clovis
Trouille, Remedios Varo (Remei Lisoraga), Gérard Vulliami, Isabelle Waldberg, Vaclav Zykmund.
Dodici anni dopo, dal 15 dicembre 1959 al gennaio del 1960, si svolse, alla Galerie Daniel Cordier di
Parigi, curata anche questa da Breton e Duchamp, la
celebre “Exposition Internazionale du Surréalisme
(EROS)”. Accanto agli artisti già presenti nelle mostre
collettive anteriori, fanno il loro ingresso in questa occasione, oltre ad alcuni precursori, anche artisti della terza generazione: Jean-Louis Bédouin, Robert Benayoun,
Jean Benoît, Bona (Bona Tibertelli De Pisis), Elisa Breton, Adrien Dax, Yves Elléouët, Paul Éluard, Giordano Falzoni, Ángel Ferrant, Jacques Halpern, Simon Hantaï, Radovan Ivsic, Robert Lagarde, Yves Laloy, Gérard
Legrand, Jacques Le Marechal, Marcelle Loubchansky,
Pierre Molinier, Desmond Morris, Mimi Parent, Endre
Roszda, Kurt Seligmann, Jean-Claude Silbermann e
Mariane Van Hirtum.
Alla mostra “International Surrealist Exhibition”
(D’Arcy Galleries, 28 novembre 1960 – 14 gennaio
1961), anche questa diretta da Breton e Duchamp, scopriamo un altro gruppo di nuove presenze: Enrico Baj,
Augustin Cardenas, William Copley, Joseph Cornell,
Carl-Frederick Reutersward Max Walter Svanberg.
L’ultima collettiva surrealista, “L’Écart absolu” (Galerie L’Œil, Paris, dicembre 1965), diretta anch’essa da
Breton, precede di 9 mesi la morte del fondatore del Surrealismo. Accanto ai nomi di artisti presentati nelle mostre anteriori e di alcuni precursori, sono quasi altrettante le nuove presenze: Pierre Alechinsky, Jorge Camacho, Sergio Dangelo, Lucio Del Pezzo, Gabriel Der
Kevorkian, Fabio De Sanctis, Jean Pierre Duprey, Aube Élléouët, Alberto Gironella, Philippe Hiquily,
Édouard Jaguer, Konrad Klapheck, Jacques Lacomblez,
Jean-Jacques Lebel, Manina, Max Schoendorff, Ugo
Sterpini, Hervé Télémaque, Jean Terrossian, Ragnar
von Holten e Unica Zurn.