Il surrealismo di Liliana Panizza

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Il surrealismo di Liliana Panizza
IL SURREALISMO
L’arte del sogno e
dell’inconscio
I primordi
È negli anni della Prima guerra mondiale
che prende vita il movimento
surrealista, proponendosi come mezzo
per rivoluzionare la realtà.
Il giovane Andrè Breton sfugge
all’arruolamento e diventa medico in
vari ospedali psichiatrici.
Questi luoghi accoglievano soldati che la
Grande Guerra aveva fatto impazzire.
Venne diagnosticata loro un nuovo
tipo di malattia mentale: lo shock da
combattimento.
“Il tempo trascorso in quel luogo, e
l’attenzione con la quale studiavo ciò
che stava accadendo, hanno contato
immensamente nella mia vita e
hanno avuto sicuramente
un’influenza decisiva sul mio modo di
pensare”. – A. Breton
Salvador DalÍ – Giraffa infuocata (1936/37)
Opera che mostra gli orrori e la distruzione della
guerra.
“Il corpo umano è oggi pieno di cassetti che solo la
psicoanalisi è in grado di aprire”. – S. DalÍ
L’automatismo psichico
Durante la guerra Breton legge gli scritti di Freud e applica le
sue teorie psicanalitiche sui malati e anche sulla scrittura.
Insieme a Soupault, nel 1919 elabora la scrittura automatica,
attraverso la quale è possibile far emergere la dimensione
inconscia della nostra mente.
SURREALISMO, n.m. automatismo psichico puro col quale ci si
propone di esprimere, sia verbalmente, sia per iscritto, sia in
qualsiasi altro modo, il funzionamento reale del pensiero.
Dettato dal pensiero in assenza di qualsiasi controllo esercitato
dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica o
morale. – dal primo manifesto del Surrealismo
In pittura, per giungere allo scioglimento dei processi razionali
della ragione, vengono elaborate varie tecniche: il collage, il
grattage e il frottage.
Il frottage è una tecnica elaborata da
Max Ernst nel 1925.
Consiste nello sfregare una
matita o un pastello su una
superficie ruvida che si vuol
far risaltare.
Max Ernst – Visione provocata dall’aspetto notturno della porta di Saint-Denis
Freud – il metodo delle libere associazioni
L’automatismo psichico viene elaborata da Breton prendendo
spunto dal metodo freudiano delle libere associazioni.
I due punti fondamentali sono il transfert e la resistenza, che
forniscono preziose informazioni sull’inconscio del paziente.
La regola fondamentale di tale metodo è l’eliminazione, da parte
del paziente, di ogni tipo di censura in modo da esprimere ogni suo
pensiero, anche se ritenuto irrilevante.
“Avrei potuto dirglielo al primo tentativo, ma pensavo che non
fosse quello che lei voleva.” – Elizabeth von R.
Il sogno
La principale manifestazione dell’inconscio è il sogno; in esso infatti
diminuisce il controllo della ragione e l’inconscio emerge più
facilmente.
Secondo Freud il sogno è l’espressione di un desiderio censurato, di
un trauma o di una paura. Aspetti che vengono dimenticati perché
l’Io attua una procedura di difesa nei confronti di tali ricordi.
Si attua quindi una censura onirica che camuffa il contenuto latente
del sogno, cioè il vero significato che si nasconde dietro al contenuto
manifesto,la “storia” del sogno.
Anche i surrealisti cercano di scoprire i contenuti della loro
dimensione interiore attraverso l’analisi dei sogni, che prendono
vita in opere d’arte.
Salvador DalÍ – Sogno causato dal volo di un’ape (1944)
L’artista immortala sulla tela tutte le
visioni che gli appaiono nel momento
in cui un’ape lo punge, svegliandolo dal
sonno.
Queste sono le immagini giunte dal
suo inconscio al momento della
puntura.
In questo dipinto, come in tante opere surrealiste, non è possibile
dare un significato a tutto.
“Il fatto che neppure io, mentre dipingo, capisca il significato dei
miei quadri, non vuol dire che essi non ne abbiano alcuno: anzi, il
loro significato è così profondo, complesso, coerente, involontario
da sfuggire alla semplice analisi dell’intuizione logica” – S.DalÍ
L’arte surrealista non si propone più di imitare la natura, vuole
invece rappresentare l’interiorità dell’uomo. Diventa un mezzo per
vedere oltre la quotidianità e raggiungere la surrealtà.
Joan Miró – Il carnevale di arlecchino (1924/25)
Questo quadro è scaturito da uno stato di allucinazione, ovvero da
un momento in cui la ragione non ha il controllo sulla mente.
È un chiaro esempio di “automatismo psichico allo stato puro”:
l’artista raffigura in un flusso libero di immagini tutto ciò che gli
giunge alla mente.
L’arte surrealista è
figurativa, ovvero attinge
a figure del reale e le
trasfigura per ottenere
soggetti strani, onirici,
visionari.
Il carattere rivoluzionario
I surrealisti non cercano una via di evasione dalle realtà, ma un
nuovo mezzo per cambiare il mondo: la conoscenza profonda
dell’uomo.
“Il pensiero è comune a tutti, il surrealismo sta lavorando per
portare alla luce questo tesoro da troppo tempo sepolto, per
comprendere e ridurre le differenze che esistono tra gli uomini” – A.
Breton
La rivoluzione deve partire innanzitutto da se stessi e poi dalla
società. L’arte surrealista si propone come mezzo per conoscere se
stessi e liberarsi.
Secondo Breton la libertà dell’individuo è possibile solo in una
società senza classi e senza Stato, poiché solo in questa società si
può realizzare l’amore e la poesia.
A partire dal 1929 molti esponenti del gruppo dichiarano la loro
adesione al comunismo e entrano a far parte della Terza
internazionale.
Questa svolta costituisce anche un punto di rottura: molti membri
abbandonano il movimento, che aveva cambiato nome in “Il
Surrealismo a servizio della rivoluzione”.
I surrealisti volevano creare un mondo migliore coniugando arte e
azione politica.
L’unico modello che gli si presentava davanti era quello della
rivoluzione bolscevica, ma si resero presto conto che venne meno
la loro rivoluzione iniziale: quella culturale, che parte
dall’individuo.
Resteranno sempre fedeli ai loro ideali iniziali: “È la rivolta stessa,
la rivolta sola, che è creatrice di luce. E questa luce non può
conoscere che tre vie: la poesia, la libertà e l’amore” – A. Breton
Bibliografia:
“ART DOSSIER – SURREALISMO” di
Marta Ragozzino
“SERREALISMO” di René Passeron
Libro di testo “Itinerario nell’arte”,
Zanichelli
“LA RIVOLUZIONE SURREALISTA” di
Antonio Bertoli
Man Ray – Scacchiera surrealista (1934)

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