Marzo 2016 Spec.Donne

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Marzo 2016 Spec.Donne
LAGUNA NORD EST
ANNO XIII - N. 3bis - MARZO 2016
FAVARO VENETO • MARCON • QUARTO D’ALTINO • PORTEGRANDI
8 MARZO...
è una festa?
Lega
LAGUNA NORD EST
Q
Essere donna
è... CHEuna
sfida
NON ANNOIA MAI
Supplemento mensile di VeneziaLavoro – Direttore responsabile Giovanni Pascoli – Direttore editoriale Ettore Vittiman – Autorizzazione Tribunale Ve n.1493 del 06.10.04
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Angiola Tiboni Segretaria Generale Spi Cgil Metropolitano Venezia
uest’anno è particolarmente difficile pensare
all’8 marzo come ad una festa: è penoso questo
elenco, quotidianamente aggiornato, di donne uccise, umiliate, tradite e mortificate anche dopo la
morte, nel racconto delle loro vite e nei loro corpi.
È una di quelle volte in cui penso che tutte le nostre battaglie
di autonomia e di libertà, alle quali abbiamo dedicato passione e tempo, anche tempo sottratto a nostri cari, rischiano
di diventare un ricordo per la collana dei libri dell’Ediesse,
anziché parte così costitutiva della nostra vita da non poter
essere più – non dico cancellata – neppure ridotta.
Mi capita di vedere molte splendide ragazze, più libere nei
comportamenti e nelle scelte, scolarizzate e decise, eppure
così disinformate o distratte sui rischi dei loro stessi diritti,
perché non ne conoscono la faticosa storia o perché danno per
acquisito quello che invece mai non è.
Mi preoccupa che non si accorgano dei continui attacchi alla
legge 194 che rappresenta l’anima della autodeterminazione
femminile, o non si ribellino alle forme di bullismo in cui alcune pensano addirittura di manifestare una violenta e distorta parità coi maschi.
Quello che mi pesa di più è che la responsabilità non è loro,
capitate in un momento di una società che più che liquida potremmo in alcuni casi definire fangosa.
In questo mesto quadro, la recente battaglia svoltasi sulle
unioni civili in Parlamento, è stata davvero “una brutta battaglia”, strumentale, tradita, con pesanti arretramenti di civiltà
anche nelle piazze, fino a un clima di inaccettabile volgarità.
Alla fine la legge è stata faticosamente approvata intanto dal
Senato, pur se mutilata.
Di fronte ai due atteggiamenti possibili, di delusione e sfiducia da un lato, o di stimolo ad una ripartenza più limpida e
combattiva per riconquistare quello che ci è stato strappato
coi numeri, con le falsità, con dei palesi voltafaccia, io scelgo
con decisione il secondo, ed invito tutte le donne a fare altrettanto, a ricominciare a rivendicare diritti civili per tutti,
che sono poi l’architrave della libertà personale.
La nostra tenacia e l’importante scelta della Cgil di presentare una legge popolare che rappresenti la Carta universale
dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, daranno forza alla
nostra scelta.
Giannina Faraon
Il tempo è il miglior amico della donna, e con il suo
trascorrere innesca una continua battaglia per giungere alla parità con l’uomo, battaglia tutt’altro che
conclusa, iniziata agli albori dell’uomo stesso. Ora
si è iniziato a valutare la donna per le sue capacità
intellettive, per il suo intuito e per le capacità organizzative, e non solo, ma anche nel suo ruolo di moglie e madre, nel mondo del lavoro e a livello politico
sociale. Questo ha innescato una continua battaglia
per giungere alla parità con l’uomo, battaglia tutt’altro che conclusa, specialmente fuori della famiglia, nel mondo del lavoro e dell’imprenditoria
tecnico-scientifica; il muro più difficile da abbattere
è però quello che riguarda il mondo politico. Infatti,
a distanza di settant’anni dal momento in cui la
donna ha avuto la possibilità di esprimere il suo parere nelle urne elettorali, ci sono ancora profondi dislivelli tra uomo e donna.
Segue a pag. 2
CIAO GIUSY
Con l’uscita del giornale in rosa di Marzo
2016, vogliamo ricordare chi per prima lo ha
voluto, la mai dimenticata Giusy Campello.
L’impegno de’ “il giornale in rosa”è portato
avanti dalla segreteria della lega Laguna Nord
Est, ma soprattutto dal suo Coordinamento
donne, augurandosi che entri in tutte le case.
Ma soprattutto che sia letto non solo dalle
donne ma da tutti i cittadini che hanno a cuore
la questione femminile. Il rispetto della condizione femminile nella società civile e all’interno
del rapporto di coppia è una condizione essenziale per il progresso di tutta la società.
Segue dalla prima pagina
Essere una donna è una sfida continua e mai noiosa. C’è stato un tempo
in cui si combatteva per riuscire a ottenere gli stessi livelli di istruzione
degli uomini, gli stessi lavori, lo
stesso rispetto.
Oggi possiamo dire di avere raggiunto parte di questi obiettivi, ma è
sorta una sfida diversa, nuova, terribile. Ciò anche grazie ad anni di televisione spazzatura, che non
valorizza certo la figura femminile in
sé, ma le tendenze della moda.
Di errori ce ne sono stati e molti a
tutti i livelli: questo non va giustificato ma combattuto e non solo da una
parte, ma in tutta la società. Ciò che
si deve combattere con forza e determinazione, anche tre le donne, è il
giudizio che non basta un bel corpo
per ottenere il giusto posto nella società, è indispensabile un cervello
pensante e un’intelligenza libera, che
si ottiene già dai primi giorni della
nascita e viene allenato col passare
del tempo.
In questa fase di vita è determinante
il ruolo dei genitori i quali se vogliono il bene dei loro figli, senza distinzione di sesso, religione, o colore
della pelle, devono plasmare il sapere
del loro bambino per un futuro migliore. In questo contesto la donna, in
quanto madre, svolge il compito più
arduo della sua vita, e anche il più faticoso, anche con il suo esempio ed il
suo intuito.
Il tempo della donna bella e stupida
è finito da un pezzo e non sarebbe
mai dovuto iniziare. Ciò si vede tra i
giovani che crescono nelle nostre
scuole e università, costatando la loro
preparazione sempre più elevata e
spicca il fatto che le ragazze ottengono migliori voti dei ragazzi. Le future donne hanno compreso che per
uscire da questa involuzione bisogna
lottare uscendo così dal solito mondo
e confrontarsi con altri paesi, con altri
metodi e tipi di consumi rifuggendo
all’induzione sterile di questi. E di
nuovo risulta determinante il ruolo
dei media che mettono marcatamente
in rete figure di donne alquanto discutibili che fanno del male al mondo
femminile e che non sono di certo un
buon esempio per nessuno.l
COORDINAMENTO DONNE
LEGA LAGUNA NORD EST SPI CGIL VENEZIA
Programma
“Marzo Donna” 2016
 6 marzo
• ore 17,00 Marcon Centro Culturale De André
“Io sono libera” spettacolo teatrale di Alessandro Trigona
Occhipinti. Con il patrocinio del comune di Marcon
 dal 7 al 10 marzo
• Favaro Veneto Residenza per Anziani “Anni Azzurri”: mostra
sulle donne dell’Assemblea Costituente
 8 marzo
• Case di Riposo del territorio Omaggio floreale alle ospiti offerto
dalla Lega SPI Laguna Nord Est
 16 marzo
• ore 20,30 a Marcon, Centro Culturale Fabrizio De André, spettacolo teatrale “Ragazze del ’900” organizzato dal Comune di Marcon in collaborazione con il Coordinamento Donne Lega
25 aprile
• ore 20,30 Marcon, Centro Anziani: mostra sulle donne dell’Assemblea Costituente, organizzata da SPI CGIL e ANPI di Marcon
2
LE DONNE CHE HANNO
CAMBIATO IL MONDO
Il 3 marzo, nei dintorni della Giornata internazionale della donna, è
uscito un bel film, Suffragette (candidato all’Oscar) che narra una storia
vera.
Agli albori del Novecento una donna di nome Maud lavora in una lavanderia industriale tra vapori mefitici e orari impossibili e perfino con
un “padrone” che le palpeggia il sedere. Un giorno assiste in strada
ad un’iniziativa delle suffragette, che stanche di non venir ascoltate, si
erano lanciate contro le vetrine e quant’altro, pur di essere notate.
Tra le manifestanti, vede anche una sua collega e qualcosa scatta in
lei e, quindi, comincia a prendere parte alle manifestazioni. Il marito,
che non ha mai aperto bocca quando vedeva il padrone toccarle il sedere, si “incazza” per questa sua adesione, ma coraggiosamente la
nostra Maud continua a partecipare al movimento delle suffragette.
Gli abusi sul lavoro erano e restano un problema e purtroppo considerati quasi una prassi, se non proprio legittima, di certo usuale. Nel
Regno Unito, che ha avuto sovrane passate alla storia e pure la prima
premier donna d’Europa, le donne hanno dovuto lottare decenni per
ottenere il voto, conquistato poi nel 1918.
A quei tempi c’era una rigida divisione sociale: le nobili e le borghesi non concepivano ci fosse una “questione femminile”. Le suffragette, tra l’altro, hanno avuto il merito di “mescolare le classi”, unendo proletarie e borghesi sullo
stesso obiettivo. Alla Thatcher non importavano i diritti delle donne: si preoccupava solo che i mariti fossero in grado
di passar loro la carta di credito e che, così, stessero tranquille.
Questo film descrive il percorso umano e politico di un’operaia che al lavoro e in casa vive una condizione di inferiorità.
Il suo riscatto, peraltro riuscito, è costato dei prezzi altissimi. Il film si coniuga assai bene con l’altro che, come Coordinamento Donne, abbiamo proiettato un paio d’anni fa “We want sex (equality)”. Lì le operaie della Ford inglese
lottavano per la parità salariale tra i due sessi. Loro, come noi, sono le eredi del primo movimento delle suffragette e
bisogna non solo ringraziarle per averci aperto la strada, ma impegnarci con la proposta e con la lotta per conquistare
sempre più importanti diritti per le donne. B.B.
UNA STORIA FINITA BENE
“Mi chiamo Fiore del deserto. Il mio destino era sbocciare
per gridare al mondo l’orrore della mutilazione sessuale”
così dice Waris Dirie, una ragazza, ora donna di 50 anni,
che ha subito le mutilazioni sessuali, ma ha saputo reagire.
Questa è la sua storia.
Una ragazzina nomade con un nome profetico, sua mamma
l’ha chiamata Waris che significa fiore, proprio un fiore nel
deserto. A cinque anni le hanno tagliato le grandi labbra e
asportato il clitoride e l’hanno anche infibulata. A sei anni
accudiva un gregge di settanta pecore e capre; a tredici suo
padre l’ha venduta ad un sessantenne e qui viene fuori la
forza di questa ragazzina: è scappata senza scarpe così
com’era. Dopo giorni di cammino è arrivata a Galcaio, una
città. Era la prima volta che ne vedeva una.
Lì è andata in cerca di uno zio, ma lui voleva riportarla a
casa. Fuggita di nuovo, è arrivata a Mogadiscio dove abitava
una sua sorella e lì si è fermata, lavoricchiando un po’. Una
vita dura, ma lei cercava sempre un’opportunità. Un giorno
ha trovato uno dei suoi tanti zii che era ambasciatore a Londra che cercava una domestica e così si è trasferita nella capitale inglese. Per quattro anno ha pulito la casa degli zii, si
è iscritta a una scuola serale per imparare l’inglese, ma i
suoi zii non volevano: doveva restare “diversa” così come
era nata. Waris soffriva anche per l’infibulazione che du-
rante le mestruazioni le procurava dolori fortissimi, e
svenimenti. Credeva che ciò
succedesse a tutte le donne,
anche perché era appena
adolescente e non aveva
esperienze nè amiche.
Intanto lo zio era tornato al
suo Paese e lei aveva trovato
un altro lavoro in un self service. Conobbe in quell’occasione un fotografo che la
riprese e successivamente fu
chiamata da un’agenzia per un casting. La selezione imponeva che si scoprisse la parte superiore del corpo, ma lei
non accettò e se ne andò. L’agenzia, però, la richiamò, le offrirono ben 1.500 sterline per partecipare al calendario Pirelli e lei accettò l’offerta.
Con i primi soldi si fece operare per rimediare alle ferite infertele da piccola. Adesso è sposata, ha avuto un bambino e
sta lottando per salvare altre bambine, raccontando la sua
storia. È portavoce dell’ONU contro quel tipo di mutilazioni
che devastano il corpo e la mente di bambine e donne.
3
Bruna Busso
Sono passati vent'anni da quando nel 1996, un gruppo
di militanti della CGIL, ha iniziato a parlare, per la
prima volta, di un servizio all'interno della Camera del
Lavoro di Venezia rivolto al contrasto alla violenza di
genere, della promozione delle pari opportunità e
della rivendicazione dei diritti delle donne. Infatti, per
noi di telefono donna, parlare di donne significa parlare di diritti, visto che molte delle nostre conquiste si
sono trasformate in un diritto per tutti, vedi, ad esempio, le nuove norme sui congedi parentali.
Sono passati vent'anni, ma tutto sembra ancora attuale: 156 femminicidi nel 2015, le donne guadagnano
ancora meno dei colleghi uomini, la maternità è ancora considerata come un danno per l'azienda e non
una risorsa per il nostro futuro.
Oggi ci stiamo mobilitando, ancora una volta, per riprenderci i diritti nel mondo del lavoro promuovendo
la “Carta dei Diritti Universali del lavoro, nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori”.
In quella giornata, in cui la nostra Segretaria generale
Susanna Camusso veniva a Venezia per iniziare le diverse assemblee territoriali di presentazione ai lavoratori della Carta dei Diritti, abbiamo deciso di
festeggiare con lei il nostro compleanno. Volevamo
onorare un'idea, il coraggio di un sindacato di parlare
di diritti quale fondamentale strumento di salvaguardia del nostro vivere civile.
Un compleanno è sempre il momento di bilanci, una
riflessione su quanto fatto ma, soprattutto, sulla lunga
strada che ancora dobbiamo percorrere. Vent'anni di
Telefono Donna hanno significato: dare voce ed
ascolto alle donne creando uno strumento di prevenzione primaria e di aiuto; la collaborazione attiva con
tutti quei soggetti che, a vario titolo, si occupano di
violenza sulle donne, pari opportunità, emancipazione
femminile nei diversi Comuni della nostra Provincia;
essere parte operativa del numero verde 1522, (servizio telefonico governativo attivo su tutto il territorio
nazionale per il contrasto alla Violenza di Genere);
avere un numero verde, quindi una linea telefonica
completamente gratuita per chi chiama a nostra disposizione.
Un enorme lavoro fatto da volontarie che hanno dedicato tempo ed energie affinché Telefono Donna crescesse, fino a diventare un servizio conosciuto e
riconosciuto, un servizio affidabile e competente che
ha fatto crescere anche le singole operatrici che si
sono succedute nel tempo.
Se straordinario è stato il lavoro delle volontarie, non
va dimenticato che il Telefono Donna è supportato da
tutti gli iscritti alla CGIL visto che i costi sono interamente sostenuti dalla Camera del Lavoro di Venezia
di cui Telefono Donna è uno dei servizi.
La giornata è stata, per noi, motivo di orgoglio ed
emozione, abbiamo incontrato vecchi e nuovi compagni, abbiamo sentito l' affetto che si stringe intorno a
Telefono Donna e quindi siamo pronte a ripartire con
maggiore entusiasmo e determinazione.
Grazie a tutti.
Katia Dal Gesso
Responsabile Telefono Donna CGIL Camera del Lavoro
Metropolitana di Venezia