il granato di m.te arsiccio

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il granato di m.te arsiccio
Societ4
H"II",.,,, MI,.,u"logl"
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P~trologiQ.
_ MI/a,.,o.
/975.
VoI. xxxr (1/
LEONAROO LEONI, PAOLO ORLAND I
pp. 7J-18
(*)
IL GRANATO DI M.TE ARSICCIO
(ALPI APUANE)
RIASSUNTO. _
Vengono riportate le caratteriSlkhe chimiche e mineralogiche del granato
rinvenuto nella mineral izzazione di M. Arsiccio (Alpi Apuane). Tale granato è riferibile ad una
spessartina quasi pura di formula (Mn...., Ca. ..., Fe.... ) (Al,.", Fe.... ) (SiO. l..
La particolare giacitura e paragenesi di questo granato sembrano suggerire che la formazione sia avvenuta durante il metamorfismo che ha caratterizzato la messa in posto del parautoctono della zona di Massa; condizioni chimico-fisiche particolari come la presenza di ossidi
di manganese nel sedimento originario ed una fugaci tà di ossigeno corrispondente all'equilibrio
emalile-magnetile ne avrebbero favorito la form azione.
ABsTRAcT. - Phisical paramelet~ and chemical composilion of the garnet occured in tlle
M. Arsiccio area (Al pi Apuane, Iraly ) are reported. The el( ~ minaled gamel is substantially
li Spessartine whose chemical composition is (Mn .... ,
Fe..... ) (Al, ."" Fe.,... ) {SiO. ".
The genesis of this garnel is due IO Ihe m'e lamorphic grade of the hosl rocks and IO
peçuliar chemical.phisical condition as the presence in the originaI sedimenlS of manganese
oxide and an oxygen fugacily during the metamorphism corresponding IO hematite-magnetite
equilibrium.
ea.....,
Introduzione
Il Pelloux (1922) segmlò per la prima volta la presenza di un gra nato nella
mi neralizzazione ;\ pirite e baritina di M.te Arsiccio (Alpi Apua ne). T ale minerale,
secondo la descrizione che ne dà questo autore, si rinviene incl uso in noduli di
calcare rosato, sia al letto che al tetto del giacimento associato ad ossidi di fe rro
e clorite.
Un esame della situazione geologica del giacimento mette in evidenza che detta
mineralizzazione corre pa r~lIeiamente al contatto tra i calca ri cavernosi al tetto e
gli scisti metamorfici del trias a Ietto, quest'ulti mi riferibili secondo i più recenti
rilevamenti gt"Ologici a lembi parautoctoni d'ella zona di -Massa (Baldacci e al, 1967).
Il granato è presente solo nelle salbande al tetto dci giacimcmto in associazione
con magnetite, ematite e clorite. L'intera mi neralizz.1.zione interessa un livello
calcareo brecciato e metamorfos ato di colore rosa. appartenente in origine alla copertura calcarea degli scisti parautoctoni (Carmignani, comunicazione personale), men(n Istituto di Mineralogia e Peuografia, Università di Pisa.
CentrO di Minerogenesi, Petrogcnesi e Tellogenesi dell'Appennino Settentrionale.
74
Lo LW:>II. P. ORU I\'UI
tre nessun accenno di mineralizzazione è presente nei calcari cavernosi sovrastanti.
D i questo minerale, che rappresenta l'unico ritrovamento in tutta la wna delle
Alpi Apuane vengono riportate le caratteristiche chimiche e mineralogiche e viene
fornita un'imerpretazione dell:J sua genesi.
De8Crizione del minerale
Il gra nato dci M.te Arsiccio si presenta in piccoli cristalli le cui dimensioni
massime non raggiungono mai i 3-4 mm; l'abito è caralterizzato dalla presenza
delle forme {IlO} e {211}. Una delle caratteristiche morfologiche più salienti di
questo minerale è rappresentata dal falto che le sue facce anzichè essere costituite
da un unico piano di accresci mento, sono formale da numerosi e .wuili pian i di
accrescimento sovrapposti, di dimensioni sempre più piccole mano mano che ci si
sposta verso il centro delle facce (fig. l) ; si potrebbe descrivere ta le caratteristica
morfologica come l'inverso di una struuura a tramoggia. Questa caraueristica è ri·
scontrabile in tutti i crista lli esa minati ed è presente sia sulle facce dell'icositetraedro
che su quelle dci rombododccaedro.
Caratteristiche mineralogiche
Del granato in esame sono state determinate alcune caratteristiche mineralogiche quali lato della cella. indice di rifrazione e peso specifico. Il lato delb cella
IL r.RANATO DI
~tONTE
ARS ICCIO
7S
è stato determinato ut ilizzando i valori delle distanze reticolari ricavate da uno
spett ro di polvere a raggi X otten uti con un diffrattometro cd estrapolando i valori
di 30 a 2 ~ = 180".
Il valore di a(l è risultato di 11,643 A ± 0,002.
1-1 determinazione deU'indice di rifrazione è stata eseguita con il metodo deUa
dev iazione minima in quanto, nonostante la scabrosità superficiale delle fac:c:e, i
cristall i sono internamente molto limpidi; le due superfici pia ne dci prisma utili
per questa determinazione sono state ottenute artificialmente mediante un'accurata
ed opportuna levigalura.
II valore di tale indice è risultalO di 1,809. II peso specifico determinato con il
metodo picnometrico è risultato di 4,17 ± 0,01.
Caratte ristiche chimiche
L 'analisi chi mica dci minerale è stala effettuata attraverso la Auoreseenz;l a
raggi X seguendo il metodo di Franzini e Leoni (1972) modificato da Leoni e
$aiu a (1973) per analizzare piccole quantità di sost3nz.1. Nell'applicare questo metodo abbiamo dovuto tuttavia calcola re i valori dei coefficienti K l. j (vedi Franzini
e Leoni, 1972) dci MnO alle lunghezze d'onda di Mg, AI, Si, Ca, T i, Mn e Fe.
T ABELLA l
Co~Oici~nti
K l. Mno ,,~ I~ righ~ analltich~ (K.)
di M g, AI, Si, K , Ca, Ti , Mn , F~
K •. _
Riga K<&
Mg
AI
2,8206
SI
K
O,94J4
O,OJ49
O,2~66
Go
O, II O~
TI
O,OllJ
0,00 148
O,!}78
M"
Fo
Sulla base di alcune considerazioni di carattere teorico. tali coefficienti 50no stati
calcolati Uli lizzando i va lori dci coefficienti sperimentali K I. j rel:Hivi al com(XlstCJ
Fe 203 e applicando la relazione:
=
(IJ. / P)l. ","O
K I. ",no
dove (IJ./ P)i F~203 e (IJ./ P)i. MDO sono i valori dei coefficienli di assorbimento di mass:1
di qucsti componenli calcolati dalle l:lbel1e imernazionali alla lungnezz.1 d'onda del-
7(,
L. LEONI. P. ORLANDl
l'elemento l, mentre i valori Kl,l sono i coefficienti sperimentali che F ranzini e
Leoni (1972) usano per la carreLione degli effetti d i matrice. I valori (]..L, p)l. ....203 e
(IJ. P)i. MilO sono stati calcolati dalla relazione (Liebafsky cl aL, 1961):
(1J. /p)1 = (]J.I P)l ~"" 1)1 + (IJ. P}2 .... ih
dove (IL P)l e (]J./ p)-l sono rispettivamente i coefficienti di assorbimento d i massa
del fascio incidente ed emergente; nel nostro caso i)1 e i)2 valgono rispeniva;nentt'
600 e 30°. In tabella l sono riportati i valori dei coefficient i K L M"O calcolati.
In tabella 2 viene riportata l'analisi chimica completa del granalO, la su:! formula calcolata sulla base di 12 ossigeni e la percentuale dei vari termini puri che
costituiscono questo minerale. Questi dati, insieme a quelli relativi alle proprietà
ANORAOITE
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SP ES SA RT INA
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AL M A N OINO
Fig. 2. - Diagramma triangolare SpC:S"'lnina·Almamli no_Amlrad ile (Sriram~da., 1957) che
melle in relazione parametro, indice di rifra7.ione e composizione chimica dd grana iO
,Ii M.te Ar$Ì<:cio.
fisiche indicano che il granato in esame (: riferibile sostanzialmente ad una spessarti na q uasi pura. In fig. 2, uti li zzando il d iagramma tria ngola re spessartinaalmandino-a ndradite (Sriramadas, 1957), sono stati correlati parametro e Jn dice di rifrazione con la composizione chimica. In linea generale si può osservare
dai dati riportati nel diagramma di fig. 2 che esiste una buona correlaz ione tra
composizione chimica, parametro e indice d i rifrazione. A nche il valore della dell-
77
IL CRAt"ATO DI M01'<'TE ARSICC IO
sità (4,170 è il valore relativo al granato in esame e 4.190 quello relativo ad una
spessartina pura) è in buon accordo con gli altri dati.
TAIIELLA
2
Composizione chimica del granalo di M. Arsiccio
SiO,
36,28
AI.o.
F"'
F<O"
17,8.5
4,17
1,30
C.O
TiO.
M,O
4,39
0,04
3.5,97
Formula cristallo chimica
IMn...., C&, • • Fe.... l (AI, ... , Fe., .. ) (SiO.).
Percentuale dei vari componenli
Spessartina
Ana radite
Almanaino
84
13
3
Con8iderazioni 8ulla genesi d e lla Spes8artina del M. Arsiccio
Le caratteristiche mineralogiche e chimiche del granato del M. Arsiccio, indi·
cano che esso è riferibile sostanzialmente ad una spessartina quasi pura. Uno degli
aspeui più interessanti di questo mine.rale è tuttavia rappresentato, oltre che dalla
sua particolare giacitura, dal fatto che è l'unico ritrovamento in tutta la zona metamorfica delle Alpi Apuane.
Studi di sintesi sulla spessartina (Maues, 1% 1) hanno mostrato che il limite
di temperatura più basso in cui questo minerale è stabile, sotto 200 Atm. di P(H'>O),
è circa 410" C. Miche1-Levy (1951) si ntetizzò spessarti na partendo da una miscela
di Si02, AbO~ e MnCOs in presenza di vapor d'acqua a 500" C. Da un punto di
vista geologico il minerale in esame si ri nviene, come già accennato in un lembo
parautoctono appartenente all'unità di Massa. Il grado metamorfico di tale unità,
che al M.te Arsiccio è costituita dagli scisti di base triassici e dal livello calcareo
mineralizzato, è leggermente più alto di quello che caratterizza gli scisti di base
dell'autoctono Apuano. Mentre infatti quest'ultimo presenta un grado metamorfico
corisp:mdente alla subfacies a qua rzo.-muscovite-clorite, cioè alla subfacies a minor
grado metamorfico della facies a scisti verdi (Barberi e Giglia, 1965), il parautoctono
della zona di Massa sembra avere un grado metamorfico più alto c corrispondente
alla facies quarzo.-albite-epidoto-biotite (Bonatti, 1938; T rcvisan, 1965; Giglia. 1965).
Sebbene il ritrovamento di granati manganesiferi in zona a basso grado metamorfico (facies degli scisti verdi) sia abbastanza comune, il fatto che tale gra nato
78
L
LEONI, 1'.
()RI.~NVr
sia stato ritrovato, per il momento in tutta l'unitiì parautOC[Qna di Massa, so\ameme
nella 7..ona del M. Arsiccio, fa supporre che le C:Luse della sua formazione non possono essere riconclotte unicamente al gr:1do metamorfico che caratterizza tale unità .
i! noto che il contenuto di MnO nei granati presenti in rocce metamorfiche
d ipende oltre che dalla disponibilità di MnO, dal grado di metamorfismo raggiunto
(nel scmo che aumentando il grado metamorfico il contenuto in MnO diminuisce).
Muller e Schneider (1971) hanno tult:lVia messo in evidenza che tale contenuto non dipende solameme dai fattori sopra deni ma anche dalla fugacità di
ossigeno al momento della loro formazione.
T ali Autori trovano infatti che il g-r;l11ato di manga nese è particolarmente stabile ad una fugacità di ossigeno corrispondente all'equilibrio magnetite-ematite.
L'associazi one del granato di M. Arsiccio con ematite e magnetite e la presenza nei ca mpioni studiati di calcari molto rmali suggeriscono qui ndi che la genesi
del granato sia da mettere in relazione, oltre che alle temperatu re raggiunte durame il metamorfismo (con ogni probabilità non sufficienti) a condizioni chimicofisic he particolari come la presenza nel sedimento originario di minerali di manganese ed il rea lizzarsi al momemo della sua formazione di una fugacità di ossigeno
opportuna.
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