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Progetto Strada: Documento di sintesi dei progetti e degli studi esistenti
“Ove l’uomo disbosca e sradica senza riguardo le foreste, là cogli alberi spariscono anche i muschi che coprono la loro corteccia o
che, riparati sotto la loro ombra, rivestono il suolo e riempiono le lacune fra le piante più grosse. Ora, coi muschi spariscono pure gli
utili serbatoi che raccolgono la pioggia e la rugiada e la conservano per il tempo della siccità. Ne nasce un’irreparabile aridità del
suolo. Tutto il clima ne viene peggiorato.” (Ernst Haeckel, 1868).
Si deve a Ernst Haeckel, nel suo Genesi Naturali del 1868, la prima visione ecologica del sistema terrestre, la nascita del termine
stesso di ecologia che va a sostituire quello di “economia della natura”, e il primo accenno al ruolo della specie umana come attore
attivo nelle modificazioni dell’ambiente e del clima del nostro pianeta.
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1) Contesto generale e sintesi delle attività dell’Azione 1:
Coordinamento Scientifico, Informazione e Comunicazione
Il Progetto INTERREG IV/A STRADA (STRategie di ADAttamento ai cambiamenti climatici per la gestione dei
rischi naturali nel territorio transfrontaliero), di cui ERSAF è capofila di Azione e di singole sottoazioni, ha
visto un’interazione coordinata e armonica tra Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Cantoni Ticino,
Grigioni e Vallese, volta alla definizione di strategie di adattamento al cambiamento climatico condivise e
sostenibili nel territorio italo-svizzero. Le Azioni di STRADA riguardano, nello specifico, l’ottimizzazione
dell’uso della risorsa idrica, attraverso la regolazione congiunta del Lago Maggiore e di Lugano, la gestione
delle sorgenti di montagna, l’analisi delle valanghe di piccola e media dimensione, la caratterizzazione delle
precipitazioni estreme e la definizione e sperimentazione di strategie di adattamento comuni al
cambiamento climatico.
L’Azione 1, a guida ERSAF e Regione Lombardia (DG Ambiente, Energia e Reti) ha provveduto al
coordinamento scientifico del Progetto STRADA, attraverso l’organizzazione di Comitati di Pilotaggio, la
partecipazione a meeting delle singole Azioni e a incontri nazionali e internazionali sul cambiamento
climatico e le strategie di adattamento, e la condivisione di bibliografia di riferimento aggiornata sul
cambiamento climatico (presente, passato, proiettato nel futuro) nella Regione Alpina e sul mutato e
mutabile regime idrologico.
ERSAF, in qualità di capofila delle sottoazioni 1.2 e 1.3, ha inoltre provveduto in particolare a studiare
Progetti europei in materia di strategie di adattamento e sviluppo sostenibile in corso o già conclusi,
fornendo al partenariato materiale di riferimento per i singoli progetti individuati; i Progetti individuati, sia
nel cluster “Climate Change” di Spazio Alpino, sia in spazi quali “Central Europe” e “South East Europe”
hanno come focus principale l’acqua in tutte le sue accezioni, dall’idrologia, alla gestione di piene o periodi
di siccità, alla tenuta della criosfera alpina, in termini di ghiacciai e permafrost.
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ERSAF ha inoltre organizzato, in questo contesto, un Workshop di confronto e formazione dedicato alla
presentazione di “Esperienze in Strategie di Adattamento da alcuni Progetti Europei”, che si è tenuto al
Museo Civico di Storia Naturale di Milano nel dicembre 2011, ha visto la partecipazione di ricercatori e
tecnici italiani e stranieri, ha attratto un uditorio di circa 50 persone e ha permesso il confronto e la
discussione circa le esperienze sul campo attualmente in atto e relative all’adattamento ad un clima che
cambia, è cambiato, e continuerà a evolvere. I risultati del Workshop sono stati resi disponibili sul sito di
ERSAF, e divulgati a attraverso pubblicazioni su stampa generalista e di settore. Numerosi sono stati i
contatti di ERSAF con network internazionali tematici di settore, volti allo scambio e alla disseminazione
delle esperienze, quali CLIMATE 2011, SCR (Strengthening Climate Resilience), UNECE (Commissione
Economica per l’Europa delle Nazioni Unite), prendendo parte al Workshop sull’Adattamento al
Cambiamento Climatico nei Bacini Transfrontalieri, e la Commissione Europea attraverso l’iniziativa
ClimateAdapt, un sito per la condivisione di progetti di Adattamento Ambientale.
In qualità di leader di sottoazione 6.1, ERSAF ha inoltre fornito documenti ufficiali e bibliografia aggiornata
sulle strategie di adattamento al cambiamento climatico prodotti dall’Agenzia delle Nazioni Unite sul
Cambiamento Climatico (UNFCCC), dall’Unione Europea, dalla Convenzione delle Alpi e dall’AlleanzaIniziativa sulle Montagne e ha sovrinteso all’istituzione di un Comitato Tecnico Scientifico di Progetto che
redigerà un documento di sintesi per la definizione degli scenari evolutivi e la valutazione delle strategie
comuni proposte dalle diverse Azioni.
Al presente documento sono allegati:

Le conclusioni del Terzo Workshop sull’Adattamento al Cambiamento Climatico nei bacini
Transfrontalieri, tenutosi a Ginevra il 25-26 aprile 2012, presso la Sede delle Nazioni Unite, con
relativo verbale di partecipazione ERSAF;

La Strategia di Adattamento al Cambiamento Climatico dell’Unione Europea, resa disponibile ad
aprile 2013;
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
Il Libro Verde sulle Catastrofi Naturali, prodotto e reso disponibile dall’Unione Europea nell’aprile
2013;

Il documento relativo al Progetto Strada sottoposto e caricato online sul sito “Climate-ADAPT”
gestito dalla Commissione Europea: climate-adapt.eea.europa.eu/.
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2) Descrizione dettagliata delle attività: Azione 1 – Sottoazione 1.2
Raccolta e sistematizzazione studi e progetti esistenti
ERSAF ha provveduto, in prima analisi, allo studio e all’esame critico di Progetti Europei afferenti al
Programma di Cooperazione Territoriale Europea “Alpine Space”, con riferimento particolare al cluster del
cambiamento climatico e ai progetti, conclusi o in corso, AdaptAlp, ALPFFIRS, AlpWaterScarce, ClimAlpTour,
CLISP, MANFRED, PARAMount, PermaNET, SILMAS.
Si è inoltre valutato il Programma di Cooperazione Territoriale Europea “Central Europe”, in riferimento ai
progetti CEFRAME, EULAKES, Habit-Change, INARMA e LABEL e il Programma “South East Europe”, per i
progetti CC-WATER, EU-WATER e Monitor II. Per ciascuno dei progetti citati sono stati valutati e raccolti gli
output e i prodotti di progetto relativi alle strategie di adattamento al cambiamento climatico e i principali
risultati scientifici, che sono stati messi a conoscenza e a disposizione dei partner del Progetto STRADA.
E’ stata inoltre selezionata, analizzata e proposta al partenariato la bibliografia aggiornata di riferimento da
letteratura scientifica internazionale, relativa al cambiamento climatico nelle Alpi e alle strategie di
adattamento.
Il “Climate Change Cluster” di Spazio Alpino: output e risultati scientifici principali
Un breve quadro riassuntivo dei principali risultati scientifici e degli output disponibili dei 9 progetti “Alpine
Space” facenti parte del cluster del Cambiamento Climatico è stata proposta e condivisa con i partner di
progetto. I progetti trattati sono AdaptAlp, AlpFFIRS, Alp-Water-Scarce, ClimAlpTour, CLISP, MANFRED,
PARAmount, PermaNET e SILMAS e, per ciascuno, sono schematicamente presentate le caratteristiche
generali, gli scopi prefissi e ne viene indicato il lead partner.
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I risultati scientifici elencati includono, ove possibile, il background climatologico utilizzato nel singolo
progetto, in termini di dataset meteorologico selezionato e modelli di proiezione di scenari di cambiamento
climatico futuro, gli eventuali software ideati o perfezionati all’interno del progetto stesso, e le principali
pubblicazioni conclusive, in termini di report finali, linee guida o manuali tecnici. Sono inoltre indicate, ove
pertinente, le attività di disseminazione al pubblico e di coinvolgimento diretto di decisori politici o
utilizzatori locali.
Scopo del documento è quello di fornire un quadro speditivo dei risultati disponibili nel cluster del
Cambiamento Climatico di Spazio Alpino, cercando di investigare eventuali strategie comuni e/o
comunanza di quadro concettuale, di dataset, di procedure; il documento, opportunamente ampliato e
integrato, potrà permettere di meglio inquadrare anche le attività del Progetto STRADA, di investigarne le
tendenze comuni con gli altri progetti di respiro climatologico, o di indirizzarne singole attività in modo che
si armonizzino con il quadro scientifico più generalmente accettato dalla comunità di Spazio Alpino.
i)
AdaptAlp: Adaptation to Climate Change in the Alpine Space
www.adaptalp.org
Lead Partner: Bavarian State Ministry of the Environment and Public Health, Department 78 – Unit for
Climate Change Protection (StMUG)
Adattamento al cambiamento climatico; analisi di hazard e rischi idrologici e idrogeologici nel contesto del
cambiamento climatico futuro. Management e prevenzione del rischio. Attività di Public Outreach e
Education, disseminazione al pubblico e coinvolgimento dei decisori politici nelle aree pilota.
Output principali e disponibili:
-
Creazione di dataset idrologico e meteorologico: aree pilota Inn, Isonzo, Adda, Reno, Rodano.
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-
Produzione di scenari climatici, mappe e climatologie mensili ricostruite e future per la Grande
Regione Alpina (precipitazioni, temperature - 2m): scenario selezionato A1B, intervallo di tempo
2001-2030 vs 1971-2000, risoluzione di griglia 8, 14 km; modelli regionali ARPEGE – REMO – Reg.
HadCM.
-
Partecipazione al Global Runoff Data Center: dati di bilancio idrologico di bacini delle aree pilota.
-
Creazione di mappe di rischio (in massima parte rischio idrologico, e idrogeologico) e documenti di
strategie di adattamento al rischio.
-
Strumenti per il coinvolgimento degli stakeholders e per l’educazione:
 RiskPlan online per la valutazione delle risposte ai rischi (E-Tool DSS: decision support system):
http://www.riskplan.admin.ch/
 Piattaforma on-alp-exchange, scambio di contatti, esperienze
e informazioni sui rischi e sul
cambiamento ambientale nelle Alpi:
http://interpraevent.at/oax_frontend/index.php?modul=start&lng_set=1&lng=en
 BiberBerti
(o
Teodoro
Castoro),
il
cambiamento
climatico
spiegato
ai
bambini:
http://www.biberberti.com/IT/index.php.
-
Implementazione di un’estensione del software statistico HyStat per l’idrologia.
ii)
AlpFFIRS: Alpine Forest Fire Warning System
www.alpffirs.eu
Lead Partner: ARPA Piemonte
Prevenzione degli incendi boschivi attraverso la creazione di un sistema di allerta condiviso, basato sulle
condizioni meteorologiche che influenzano la potenzialità di incendi.
Output principali e disponibili:
-
Studio e implementazione di diversi possibili Fire Weather Indices (FWI), indici meteorologici di
potenziale d’incendio.
-
Prima bozza di un Alpine Forest Fire Warning System.
7
-
Newsletter attiva con le attività del primo anno di progetto.
Il sito non è stato aggiornato dal giugno 2010, e non è disponibile altro materiale oltre le presentazioni. Il
contatto è [email protected].
iii)
Alp-Water-Scarce: Water Management Strategies against Water Scarcity in the Alps
www.alpwaterscarce.eu
Lead Partner: Université de Savoie
Gestione delle risorse idriche e strategie di adattamento alla scarsità di acqua nelle Alpi; sistema di allerta
precoce per situazioni siccitose e per impatti degli eventi siccitosi su qualità dell’acqua, risorse agricole e
turismo; coinvolgimento diretto di decisori politici e gestori impianti.
Output principali e disponibili:
-
Manuali scientifici e strategici sull’utilizzo dell’acqua nelle Alpi: in particolare 1) Monitoring and
Modelling of Mountain Water Resources e 2) Water Management in a Changing Environment.
In particolare, vengono affrontate le tematiche di caratterizzazione e monitoraggio dei sistemi
idrologici dei Siti Pilota per valutarne la vulnerabilità alle pressioni climatologiche e le variazioni nei
componenti il bilancio idrico. Sono inoltre identificati e descritti l’uso dell’acqua nel passato, nel
presente e nel futuro; ove possibile, sono definiti scenari idrologici nelle aree pilota. Viene calcolato
e definito il deflusso ecologico ottimale, e delineati dei primi indicatori di siccità.
-
Area “Project Stakeholders” con coinvolgimento diretto di decisori e gestori locali, attraverso un
questionario dedicato. La newsletter è rivolta specificamente a loro.
-
Raccomandazioni per i gestori delle risorse idriche e per gli amministratori. Viene indagato il
quadro legislativo dei Paesi coinvolti, per identificare possibili strategie comuni di gestione
dell’acqua.
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-
Un primo sistema di allerta comune è sperimentato nei Siti Pilota di Arly, della Carinzia e del Bacino
del Piave: indagati, in particolare, impatti sulla qualità delle acque, sugli usi agricoli e sul turismo.
iv)
ClimAlpTour: Climate Change and its impact on tourism in the Alpine Space
www.climalptour.eu
Lead Partner: Regione Veneto
Valutazione degli impatti del cambiamento climatico sul turismo alpino; possibili interazioni dell’agricoltura
con il settore turistico; studi pilota su aree specifiche dell’arco alpino; definizione di strategie di
adattamento e mitigazione, distinte tra “technological options” e “behavioural adaptations”. Focus
sull’uscire da una logica programmatica di breve periodo (incarichi politici e di amministrazione) verso un
planning di respiro climatologico (decennale-ventennale).
Output principali e disponibili:
-
Overview delle conoscenze climatologiche sull’arco alpino: “Climate Analyses” di Gallée e Chaix
(2010); utilizzo del dataset HISTALP (Auer et al., 2007), sottolineatura dell’importanza del ruolo
dell’indice NAO (e NAO+) in particolare; analisi di scenari di cambiamento climatico da progetto
CNRS SCAMPEI (scenari regionali europei corretti con variabili osservative).
-
Strategie, Policy e Misure per l’Industria del Turismo “Coping with Global Climate Change”: testo
conclusivo delle conference series del progetto. Le Alpi come ambiente particolarmente vulnerabile
al cambiamento climatico ed il cambiamento climatico come opportunità; presentazione di studi ed
interventi specifici in aree pilota (vedi oltre).
-
ClimAlpTour E-tool MSDSS5. Software quali-quantitativo basato sulla logica del “decision support
system” e su procedure di MCA (multi-criteria analysis). Output, nelle aree pilota, sono analisi
SWOT (strenghts-weaknesses-opportunities-threats) di ogni opzione strategica proposta e
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valutazione quantitativa (attraverso l’assegnazione di pesi di rango) delle preferenze proposte dagli
utilizzatori e decisori locali.
Interessante la formalizzazione degli indicatori d’intervento in termini quantitativi ed il
coinvolgimento diretto e in prima persona dei decisori locali: il metodo di default è il Simple
Additive Weighting (SAW), previsti anche TOPSIS e ELECTRE. Eventuale incorporazione di scenari da
proiezioni climatiche.
-
Aree
pilota:
Presolana/Monte
Pora;
Monte
Rosa/Valgrisenche;
Auronzo
di
Cadore;
Zugspitze/Karwendel; Disentis/Sedrun/Andermatt, con produzione di output specifici.
v)
CLISP: Climate Change Adaptation by Spatial Planning in the Alpine Space
www.clisp.eu
Lead Partner: Umweltbundesamt GmbH / Environment Agency Austria
Prevenzione, riduzione e mitigazione di conflitti nel planning spaziale legati ai cambiamenti climatici;
investigazione della vulnerabilità di siti alpini; valutazione della robustezza del planning spaziale; strategie
di cooperazione e coordinazione; governance e comunicazione del rischio.
Output principali e disponibili:
-
Utilizzo del dataset DWD e HISTALP e produzione di scenari climatici attraverso il modello regionale
del progetto ENSEMBLES: valori di temperatura a 2m mensili proiettati per il 2011-2030 (intervallo
di tempo di controllo 1961-1990); scenario utilizzato: A1B. Griglia: 50x50 km.
-
Valutazione della vulnerabilità e della robustezza del planning spaziale: Produzione del Manuale per
la Valutazione d’Impatto con toolbox specifici (linguaggio VBA) per la quantificazione degli
indicatori di vulnerabilità e d’impatto, attraverso l’incorporazione di dataset specifici
(meteorologici, idrologici, fenologici, agronomici, urbanistici, turistici, …). Per la meteorologia, il
dataset utilizzato è quello del DWD e dello ZAMG.
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Valutazione delle catene d’impatto su aree urbanizzate, energia, foreste, agricoltura, idrologia e
turismo.
-
Concetti di climate change fitness of spatial planning e climate proof spatial planning in Regioni
Modello (MR) o siti pilota. Produzione del Manuale Checklist of Climate Change Fitness, con
valutazione di criteri specifici, e delineazione di una strategia transnazionale per il Climate Proof
Spatial Planning: disponibile un manuale riassuntivo e conclusivo sulla Strategia Transnazionale.
-
Governance del rischio e comunicazione del rischio: Manuale per la Governance del Rischio nella
pianificazione spaziale.
vi)
MANFRED: Management strategies to adapt Alpine Space forests to climate change risk
www.manfredproject.eu
Lead Partner: Forest Research Institute of Baden-Wuerttemberg
Valutazione e gestione delle conseguenze del cambiamento climatico sulla multifunzionalità delle foreste
alpine (ecologia, economia, aspetti ricreativi, conservazione); sviluppo di modelli di gestione delle foreste
nel contesto del cambiamento climatico.
Output principali e disponibili:
-
Raccolta preliminare di studi di impatto del cambiamento climatico sulle foreste. In particolare,
studi sull’ozono, in termini di AOT40 (Accumulated exposure Over a Threshold of 40 ppb).
-
Network
sullo
“State
of
the
world’s
forests”
(http://www.fao.org/docrep/011/i0350e/i0350e00.htm).
-
Link al toolbox su “Integrating climate change into forestry” (http://www.cifor.org/fctoolbox/) del
CIFOR, Centre for Integrated Forestry Research.
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vii)
PARAmount
Improved accessibility: reliability and security of Alpine transport infrastructure related to
mountainous hazards in a changing climate
www.paramount-project.eu
Lead Partner: Federal Ministry for Agriculture, Forestry, Environment and Water Management Forestry
Section (BMLFUW), Austria
Sicurezza, accessibilità e affidabilità dei trasporti nel contesto del cambiamento climatico nello Spazio
Alpino; protezione delle strutture di trasporto attraverso strategie ed interventi mirati; coinvolgimento di
attori diretti e decisori locali nell’individuazione delle vulnerabilità e nella valutazione delle strategie;
adattamento i strategie e metodologie già esistenti.
Output principali e disponibili:
-
Survey dei pareri degli esperti e dei decisori politici nello Spazio Alpino, in aree pilota in tutti i paesi
coinvolti, sulle priorità, l’organizzazione, le competenze amministrative e il contesto legislativo, i
processi decisionali e il supporto alle decisioni.
-
Studio sull’influenza della chiusura della rete ferroviaria legata ad eventi naturali
-
Stato dell’arte delle analisi SWOT e della gestione del rischio
-
Scenari di cambiamento climatico nello Spazio Alpino: dataset HISTALP, PRUDENCE. reclip:more
(research for climate protection: model run evaluation) provvede le proiezioni future, per
l’intervallo di tempo 2041-2050 versus 1961-1990.
-
Presentazione di tool operativi su modelli di flusso di detrito: di area inondata, di flusso, di dinamica
di versante, d’impatto. Modelli di tipo stocastico previsionale.
viii)
PermaNET: Longterm Permafrost Monitoring Network
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www.permanet-alpinespace.eu
Lead Partner: Provincia Autonoma di Bolzano
Creazione di una rete di monitoraggio a lungo termine del permafrost nell’area delle Alpi; definizione di una
strategia comune a lungo termine per i rischi da permafrost; strumenti di gestione per decisori locali circa il
monitoraggio e le strategie di adattamento ai cambiamenti nel permafrost.
Output principali e disponibili:
-
Creazione di mappe di distribuzione del permafrost: presentazione delle stazioni di monitoraggio e
mappatura del ghiaccio in roccia. Distribuzione del permafrost effettivamente rinvenuto e
modellazione della possibile distribuzione nell’arco alpino.
-
Studio sull’impatto del cambiamento climatico sul permafrost: risposta termica, termo igrometrica
e geomorfologica del permafrost; hazard idrogeologico e dinamica dei versanti; frane; il permafrost
e la risorsa idrica; raccomandazioni per l’adattamento.
-
Creazione di tool educativi: esperimenti e “percorsi di conoscenza”, con esperienze guidate e kit
educativi per singole aree tematiche (ad esempio, “il permafrost e la vegetazione”) o per singole
zone (ad esempio, gli Alti Tauri).
ix)
SILMAS: Sustainable Instruments for Lakes Management in the Alpine Space
www.silmas.eu
Lead Partner: Regione Rodano-Alpi, Francia
Valutazione degli effetti del cambiamento climatico sui laghi dello Spazio Alpino, in termini di bilancio
idrologico, biodiversità, fruibilità turistica; risoluzione dei problemi di governance dell’ecosistema lacustre,
in termini dei diversi utilizzi della risorsa “lago”; gestione della pesca e dell’attività turistica e d’irrigazione;
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gestione dei porti; attività di disseminazione di conoscenze sull’ecosistema lacustre e i suoi problemi
principali.
Output principali e disponibili:
-
Guida (2012) su “Effetti del cambiamento climatico sui laghi, e come affrontarli”. Il dataset
climatologico selezionato proviene da MétéoFrance.
-
Guida pratica all’Educazione per lo Sviluppo Sostenibile nelle aree lacustri: diverse linee d’approccio
allo sviluppo sostenibile e alla sua disseminazione presso decisori politici e il grande pubblico.
-
Eventi dedicati ai laghi, il 22 marzo di ogni anno.
-
Creazioni di centri di conoscenza dei laghi, con definizione di un gioco interattivo per la conoscenza
dei laghi del progetto.
-
Rafforzamento della rete di laghi interessati dal Progetto AlpLakes.
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Selezione della Bibliografia Scientifica di riferimento sul Cambiamento Climatico:
La raccolta, la sistematizzazione e la condivisione della bibliografia di riferimento si è concentrata
sul periodo di pubblicazione successivo all’anno 2008, con l’unica eccezione dell’atlante delle
precipitazioni svizzere (datato 2005), così da fornire un quadro aggiornato e quanto più adeguato in
un ambito ove la ricerca è vivace e in continua evoluzione.
La raccolta si è concentrata su studi relativi al cambiamento climatico nelle Alpi apparsi nella
letteratura scientifica internazionale di riferimento, con un attenzione particolare alle tematiche
del cambiamento climatico passato, presente e proiettato, delle variazioni del regime idrologico, e
delle procedure di modellazione del clima del futuro. Nel seguito una breve overview degli articoli
selezionati e proposti al partenariato:
i)
Brunetti et al., International Journal of Climatology, (2009): Climate variability and change
in the Greater Alpine Region over the last two centuries based on multi-variable analysis.
Il paper propone, a partire dal database HISTALP della Grande Regione Alpina descritto da Auer et
al. (2005), l'analisi multi variabile, in particolare in termini di trend secolare e di coerenza interna
spaziale e temporale) delle variabili meteorologiche alpine su un intervallo di tempo di 200 anni.
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Le variabili trattate sono la temperatura, le precipitazioni, la pressione atmosferica, la copertura
nuvolosa, l'eliofania, la pressione di vapore è l'umidità relativa. L'analisi multivariabile (trend,
correlazioni) è fornita sia per l'intera Grande Regione Alpina, sia per sottoregioni geograficamente e
morfologicamente omogenee.
ii)
Smiatek et al., Journal of Geophysical Research, (2009): Precipitation and temperature
statistics in high-resolution regional climate models: Evaluation for the European Alps.
Il paper propone, per la Grande Regione Alpina, un confronto tra diverse tipologie di modelli
regionali di cambiamento climatico ad alta risoluzione: i modelli sono testati in primo luogo nella
capacità di replicare le strutture spaziali e temporali osservate, in termini cioè di valutazione delle
prestazioni del modello, e in secondo luogo per la proiezione delle medesime variabili
meteorologiche nel periodo 2071-2090.
iii)
Bartolini et al., Hydrology and Earth System Sciences, (2009): Interannual variability of
winter precipitation in the European Alps: relations with the North Atlantic Oscillation.
L’articolo investiga nuovamente il ruolo dell'Oscillazione Nord Atlantica, e della struttura a più
grande scala spaziale denominata Oscillazione Artica, sulla modulazione delle precipitazioni
invernali nelle Alpi. Il database utilizzato è quello della Climate Research Unit dell'Università
dell'East Anglia. Importante è la sottolineatura del ruolo assai meno pronunciato del previsto, a
livello regionale, delle sopracitate macrostrutture bariche sulle precipitazioni alpine.
iv)
Buentgen et al., Science (2011): 2500 Years of European climate variability and human
susceptibility.
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Un'interessante overview a grande scala temporale del clima dell'Europa: il paper propone non
soltanto l'utilizzo di dati proxy per la ricostruzione del clima del passato, ma anche una ben
documentata visione sulla coevoluzione, o catena di impatti e "adattamenti" ante litteram, di
climatologia e società in senso ampio in Europa.
v)
Brugnara et al., International Journal of Climatology (2011): High-resolution of daily
precipitation trends in the central Alps over the last century.
Visione di dettaglio sul Trentino-Alto Adige, con particolare attenzione all'evoluzione temporale
secolare e agli eventuali trend di indici quali la precipitazione totale, il numero di giorni piovosi e
l'intensità media delle precipitazioni. Insieme con i paper di Ciccarelli et al. e Schmidli et al., fornisce
un quadro di insieme sull'evoluzione temporale delle precipitazioni nelle Alpi, evidenziando gli
indici per i quali si hanno trend significativi e le stagioni in cui simili tendenze significative hanno
avuto luogo.
vi)
Ciccarelli et al., Global and Planetary Change (2008): Climate variability in north-western
Italy during the second half of the 20th century.
Il paper investiga la variabilità e il cambiamento climatico del cinquantennio 1952-2002, sia in
termini di temperature sia in termini di precipitazioni, nelle regioni italiane del Nord Ovest.
L'articolo determina inoltre le proprietà statistiche della variabilità meteorologica interannuale e
quantifica la correlazione con strutture atmosferiche a scala regionale e subcontinentale quali
l'Oscillazione Nord Atlantica, il pattern scandinavo e il Bloccaggio europeo.
vii)
Schmidli and Frei, International Journal of Climatology (2005): Trends of heavy precipitation
and wet and dry spells in Switzerland during the 20th century.
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Investigazione sulla variabilità delle condizioni di precipitazione intensa e di siccità nel 20esimo
secolo in Svizzera.
Il dataset utilizzato è quello di MeteoSwiss, che comprende 104 stazioni svizzere secolari;
interessante sia la nota disparità di tendenze secolari esistente tra il nord e il sud delle Alpi, sia le
variazioni nei comportamenti degli eventi estremi nelle diverse stagioni. Di particolare interess,
inoltre, le tendenze nelle precipitazioni estreme dell'autunno e dell'inverno.
viii)
Chimani et al., Advances in Science and Research (2011): Development of a long-term
dataset of solid/liquid precipitation.
Il paper si concentra sullo sviluppo di un metodo volto ad ovviare alle lacune di dati di
precipitazione (piogge e nevi) sull’Arco Alpino, nel periodo 1800-2003. Il metodo permette inoltre
di inferire la percentuale di precipitazione nevosa a risoluzione mensile; è quindi possibile la
ricostruzione temporale (modellata) di lunghe serie di precipitazione nevosa.
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3) AZIONE 1 – SOTTOAZIONE 1.3 Informazione e comunicazione
Nell’ambito della Sottoazione 1.3 è stato organizzato il Workshop di confronto e formazione
“Esperienze in Strategie d’Adattamento da alcuni Progetti Europei”, tenutosi a Milano, presso il
Museo Civico di Storia Naturale il 14 dicembre 2011, che ha visto la partecipazione dei partner del
Progetto Strada e l’invito a Progetti esterni sia del Climate Change cluster quali AdaptAlp, e
AlpWaterScarce, sia di altri programmi di Cooperazione Territoriale quali FLORA e INARMA e ha
visto inoltre la partecipazione, alla tavola rotonda conclusiva, di Legambiente.
Nel seguito un breve elenco schematico dei progetti ospiti, con l’indicazione delle principali
tematiche trattate, dei risultati ottenuti e degli interventi presentati al Workshop:
i)
AdaptAlp, Adaptation to Climate Change in the Alpine Space (www.adaptalp.org)
Relatore: Jane Korck (Agenzia Ambientale della Baviera, Germania)
Titolo dell’intervento: Il Progetto AdaptAlp. Impatti del Cambiamento Climatico sui Regimi Idrologici
Alpini: Risultati e Strategie dal WP4 di AdaptAlp
Lead Partner: Bavarian State Ministry of the Environment and Public Health, Department 78 – Unit
for Climate Change Protection (StMUG).
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Tematiche principali del progetto: Adattamento al cambiamento climatico; analisi di hazard e rischi
idrologici e idrogeologici nel contesto del cambiamento climatico futuro. Management e
prevenzione del rischio. Attività di Public Outreach e Education, disseminazione al pubblico e
coinvolgimento dei decisori politici nelle aree pilota. Progetto concluso.
ii)
Alp-Water-Scarce, Water Management Strategies against Water Scarcity in the Alps
(www.alpwaterscarce.eu)
Relatore: Maurizio Rosso (Politecnico di Torino, UNCEM).
Titolo dell’intervento: Il Progetto Alp-Water-Scarce. Strategie di gestione della risorsa idrica nelle
Alpi – L’analisi multicriteria per la selezione di impianti idroelettrici.
Lead Partner: Université de Savoie
Tematiche principali del progetto: Gestione delle risorse idriche e strategie di adattamento alla
scarsità di acqua nelle Alpi; sistema di allerta precoce per situazioni siccitose e per impatti degli
eventi siccitosi su qualità dell’acqua, risorse agricole e turismo; coinvolgimento diretto di decisori
politici e gestori impianti. Progetto concluso.
Output principali e disponibili:
-
Un primo sistema di allerta comune è sperimentato nei Siti Pilota di Arly, della Carinzia e del
Bacino del Piave: indagati, in particolare, impatti sulla qualità delle acque, sugli usi agricoli e sul
turismo.
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-
Bacino del Sesia: studio dei diversi utilizzi concorrenti dell’acqua del Sesia, e dei
conseguenti conflitti tra autorità. Creazione di un Piano Strategico di gestione delle acque del fiume
Sesia.
iii)
FLORA-Flood estimation in complex orographic area for risk management in Alpine Space
Relatore: Andrea Salvetti (Dipartimento del Territorio, Canton Ticino, Svizzera)
Titolo dell’intervento: Il Progetto FLORA: stima e previsione delle piene in aree orograficamente
complesse per la mitigazione del rischio in ambiente alpino.
Lead Partner: ARPA Piemonte
Tematiche principali del progetto: Miglioramento dell’utilizzo operativo di strumenti per la difesa
dalle alluvioni in un’area ad orografia complessa, attraverso il miglioramento della stima delle
precipitazioni a piccola scala spazio-temporale, la sperimentazione di strumenti di nowcasting su
piene improvvise in piccoli bacini e l’aggiornamento delle valutazioni probabilistiche delle portate
di piena a scala regionale. Progetto in corso.
Output principali:
-
Realizzazione di nuove metodologie di previsione delle precipitazioni ad altissima
risoluzione, attraverso l’utilizzo di modelli meteorologici ad area limitata utilizzati per le allerte di
protezione civile.
-
Integrazione di misure radar meteorologiche per la stima dei campi di precipitazione
mediante validazione con dati provenienti dalla rete pluviometrica e creazione di una mappa
dell'incertezza associata alla misura sia in modalità off-line (stima post evento), sia in real time (in
corso d'evento);
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-
Previsione delle piene improvvise nei piccoli bacini finalizzati al nowcasting idrologico a
supporto della gestione delle emergenze, tramite modelli idrologici alimentati da campi di
precipitazioni ottenuti da set di osservazioni radar opportunamente generate (radar ensamble);
-
Valutazione probabilistica delle portate di piena attraverso l'aggiornamento del quadro
conoscitivo delle piene, l'applicazione e l'estensione di procedure statistiche esistenti per la
valutazione del rischio alluvionale, lo sviluppo di metodi per il miglioramento della stima delle
portate di progetto e la valutazione dell'incertezza.
iv)
INARMA, INtegrated Approach to flood Risk Management (http://www.inarma.eu/)
Relatore: Sandro Teruggi (Università di Pavia)
Titolo dell’intervento: Il Progetto INARMA: strategie per la minimizzazione del rischio idraulico nei
bacini idrografici minori
Lead Partner: Provincia di Alessandria
Tematiche principali del progetto: Gestione degli eventi di piena, con focus particolare sui bacini
idrografici di piccola dimensione. Creazione di modelli di previsione idrologici e idraulici utilizzabili a
livello di piccolo bacino in condizioni di near real time. Applicazione locale delle normative europee
in termini di gestione delle piene. Definizione di strategie locali condivise, tra diversi portatori di
interesse, per la gestione degli eventi di crisi. Progetto in corso.
Output principali:
-
Test e applicazione di metodi tecnici e organizzativi per la definizione dei fattori di rischio e
la gestione degli eventi di piena, calibrati localmente.
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-
Definizione di Best Practices e delle migliori tecnologie disponibili per l’analisi, lo sviluppo e
la gestione applicativa dei maggiori eventi di crisi.
-
Definizione di strategie concordate, con l’applicazione delle direttive europee, tra decisori
politici e portatori di interesse nei singoli bacini interessati. Aree pilota: Bacino del Po, Area di
Plock (Polonia); Transdanubia Meridionale (Ungheria), Stiria (Austria), Baviera (Germania).
-
Creazione e gestione di piani d’emergenza locale.
-
Attività di disseminazione di conoscenze e stimolo alla consapevolezza presso le realtà
locali.
-
Provincia di Alessandria: diffusione delle best practices e definizione delle linee guida dei
piani di adattamento strategico concordato a seguito degli eventi di piena del 1996 e del 2000.
Alla tavola rotonda conclusiva hanno partecipato, con il moderatore Eliot Laniado (Politecnico di
Milano, CNR), Nadia Chinaglia (ERSAF), Rodolfo Soncini Sessa (Politecnico di Milano), Jane Korck
(LFU-Baviera), Maurizio Rosso (Politecnico di Torino), Sandro Teruggi (Università di Pavia) e
Damiano Di Simine (Legambiente).
Punto focale della tavola rotonda conclusiva è stata la discussione intorno a due domande
fondamentali: come si costruisce la governance per una strategia di adattamento? Quali sono,
nell’esperienza diretta dei partecipanti, i principali fattori di successo e le maggiori difficoltà
attuative per una strategia di adattamento?
In primo luogo si è avvertita una forte discrepanza tra la situazione italiana, testimoniata dai
partecipanti italiani ai progetti ospiti, e la situazione bavarese: Korck, per AdaptAlp, ha discusso di
come le strutture di coinvolgimento dei portatori di interesse già esistano in Germania, e della
mancanza di particolari difficoltà nel far passare il messaggio di una visione strategica della
pianificazione del territorio a più lungo termine temporale. I diversi partner italiani hanno invece
discusso di una maggiore difficoltà culturale, istituzionale e organizzativa nel costruire una
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consapevolezza condivisa del dover agire sul territorio attraverso strategie di adattamento (Soncini
Sessa, Chinaglia, Di Simine, Rosso).
Soncini Sessa ha parlato della necessità di un processo di apprendimento sociale condiviso, che
conduca a una modifica della percezione del rischio, nei suoi aspetti razionali e irrazionali. Questo è
possibile coinvolgendo e diffondendo la conoscenza, come è avvenuto per l’Azione 2 del Progetto
STRADA, nella quale sono stati individuati 107 indicatori per la regolazione congiunta dei laghi
Ceresio e Verbano; questi indicatori sono emersi grazie al coinvolgimento di tutti i portatori di
interesse locali e grazie al recupero delle esperienze di progetti precedenti. Critico è il mandato
istituzionale: bisogna tenere vivo e continuo l’interesse delle istituzioni preposte al governo del
territorio.
Chinaglia concorda con la necessità di modificare la concezione di pianificazione territoriale,
incorporando la dimensione temporale futura (da scenari climatici di previsione/proiezione) in un
concetto ancora troppo “statico”, nell’accezione italiana, e concorda inoltre sul ricercare la volontà
politica di farlo, così come sulla necessità di diffondere una cultura della partecipazione. Korck
testimonia invece della realtà del Programma 2020 in Germania, in cui sono già i decisori politici
locali a chiedere ai tecnici di dar loro i fatti su cui la scienza concorda, e di raccomandare quale sia
l’approccio migliore, di norma il più cautelativo possibile considerata l’evidente impossibilità di
fornire certezze sul futuro.
Rosso porta in questo senso l’esperienza positiva di AlpWaterScarce, che ha visto un
coinvolgimento degli stakeholders pur nella difficoltà di liberare i decisori politici dalla visione a
breve termine legata al loro mandato e alle promesse elettorali. Il coinvolgimento è partito dalle
scuole, in cui si è scelto in primo luogo di sgomberare il campo da idee preconcette sul
cambiamento climatico, il rischio idrogeologico, e gli interventi sul territorio mostrando invece cosa
sa e cosa può fare esattamente la scienza.
Teruggi ricorda come l’esperienza precedente di un progetto statico (ossia, che non incorporava la
dimensione temporale insita nel concetto di cambiamento climatico) come INUNDA, abbia
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rappresentato un valido punto di partenza per un progetto di più profondo respiro temporale come
INARMA, che prevede pianificazione territoriale in bacini idrografici urbanizzati soggetti a piene.
Di Simine concorda che il nodo dell’intera questione delle strategie di adattamento sia nella
necessaria evoluzione del concetto di pianificazione territoriale, a fronte di fenomeni connessi al
cambiamento climatico, e al global change in generale, che sono noti e che hanno indotto la
coevoluzione dell’ambiente, ma che ora si propongono con frequenze e magnitudo diverse. Di
Simine introduce anche la necessità di attrezzare le aree urbane, e quelle metropolitane in
particolare, in ragione del nuovo contesto climatico e pedologico: è fondamentale in questo senso
darsi delle priorità d’intervento, e indirizzare consapevolmente le scarse risorse finanziarie
disponibili.
In quest’ottica Laniado definisce “buona” una governance se ognuno è messo in grado di svolgere
responsabilmente il proprio ruolo, una definizione che include sia l’impegno della classe politica sia
la responsabilizzazione di tutti i portatori di interesse.
L’attenzione viene quindi spostata sulle scarse risorse finanziarie disponibili. I relatori concordano
che questo non solo non sia necessariamente un problema, ma che anche la scarsità di risorse può
permettere di evitare grandi opere invasive che tendono ad andare in direzione opposta rispetto a
quella auspicabile. Di Simine conferma che nuove infrastrutture vanno costruite, ma secondo le
priorità dettate dalle esigenze ambientali attuali.
Ancora in quest’ottica, aggiungono Teruggi e Laniado, in Italia vi è scarsa abitudine culturale a
convivere con il rischio, ragione per cui il rischio viene rimosso, e non genera alcuna strategia, o
viene demonizzato, e genera strategie errate. Korck conferma che la gestione del rischio dev’essere
continua, e che il cambiamento climatico non fa che aggiungere un fattore di stress a una
situazione di per sé sotto pressione. Soncini Sessa aggiunge che, nell’ottica della convivenza e della
coevoluzione tra società e rischio, la pianificazione del territorio può divenire un processo iterato e
partecipato, se il modello di pianificazione e il processo di partecipazione sono credibili e
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comunicabili: già esistono, e i progetti della giornata lo hanno dimostrato, esempi validi in tal
senso.
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