e prefazione - LUISS University Press
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e prefazione - LUISS University Press
8 Che cos’è il cambiamento climatico e perché secondo alcuni non esiste? Perché dobbiamo preoccuparci di come vivrà chi nascerà dopo di noi? In che senso la questione ambientale rappresenta un problema etico? In questo libro la risposta a queste e a tante altre domande. www.luissuniversitypress.it 11.00 Euro Le Piccole Introduzioni LUISS, scritte da esperti del mondo accademico e delle professioni, sono create per un primo approccio, facile e veloce, ai temi più importanti delle scienze sociali. Il piccolo formato di questi volumi e il taglio rigoroso ma accessibile fanno di essi il miglior modo per entrare in contatto con una nuova materia, approfondire i temi di attualità o essere aggiornati sugli argomenti trattati. Marcello Di Paola Cambiamento climatico Marcello Di Paola, è Research and Teaching Fellow del Center for Ethics and Global Politics presso la LUISS. Esperto di filosofia ambientale, insegna Filosofia politica, Giustizia ambientale e Sviluppo sostenibile presso lo stesso ateneo. È autore di Giardini globali. Una filosofia dell’ambientalismo urbano (LUISS University Press, 2012) e curatore, con Gianfranco Pellegrino, di Canned Heat: Ethics and Politics of Global Climate Change (Routledge, 2014). Marcello Di Paola Cambiamento climatico UNA PICCOLA INTRODUZIONE Il cambiamento climatico non è una punizione divina ma un fenomeno dovuto in maniera determinante ai nostri schemi di pensiero e alle nostre scelte politiche, economiche e personali. Tuttavia, la percezione del problema e il dibattito internazionale spesso sembrano mancare il cuore della questione. Questa piccola introduzione al cambiamento climatico, partendo dai fatti scientifici e analizzandone gli aspetti politici, economici e sociali, intende fare chiarezza e mostrare al lettore come, ripensando noi stessi, possiamo costruire un avvenire migliore per la collettività. marcello di paola Cambiamento climatico Una piccola introduzione Indice Prologo.................................................................................................p. 7 Introduzione....................................................................................... “11 1.Scienza 1.1Come funzionano le cose................................................ “17 1.2 Fatti e previsioni................................................................... “22 1.3Incertezza scientifica e negazionismo climatico............................................... “30 1.4 Scienza e politica.................................................................. “37 2.Politica 2.1 Storia di un fallimento....................................................... “41 2.2Ragioni globali del fallimento....................................... “53 2.3Ragioni domestiche del fallimento............................. “57 2.4Considerazioni conclusive............................................. “64 3.Giustizia 3.1 Mitigazione e adattamento (e geo-ingegneria)................................................................ “69 3.2Cambiamento climatico, responsabilità e giustizia globale: alcune complicazioni............... “76 3.3Responsabilità comuni ma differenziate............... “83 3.4Considerazioni conclusive............................................. “103 4.Economia 4.1Il tasso di sconto sul futuro............................................ “106 4.2Economia, democrazia ed etica................................... “109 5 4.3Ulteriori difficoltà con l’analisi economica........... “113 4.4Considerazioni conclusive............................................. “116 5.Etica 5.1L’Antropocene....................................................................... “120 5.2 Agency.. ...................................................................................... “123 5.3Responsabilità morale...................................................... “125 5.4Considerazione morale.................................................... “127 5.5Etica senza obblighi............................................................ “133 5.6Etica senza criteri................................................................. “136 Epilogo.. .................................................................................................. “141 Per approfondire............................................................................. .“ 145 6 Prologo Scrivere di cambiamento climatico nel 2015 è come fare il resoconto di un rito di passaggio. Il 2015 potrebbe essere ricordato come lo spartiacque tra i tempi in cui il cambiamento climatico veniva negato e quelli in cui è divenuto la nuova normalità. Alle nostre spalle ci sono quasi trent’anni di inazione, falsi annunci, veti incrociati e negoziati falliti. Davanti a noi ci sono minacce ecologiche e sociali i cui contorni si fanno sempre più netti e un futuro di adattamenti, a oggi imprevedibile nei dettagli, in cui saranno in gioco le vite e il benessere di milioni se non miliardi di persone, la sopravvivenza di innumerevoli specie, l’integrità d’interi ecosistemi e la fisionomia stessa del pianeta. Nel mezzo c’è la Conferenza internazionale sul clima di Parigi, ovvero la (ri-)negoziazione globale delle responsabilità di ciascun paese a fronte delle minacce che l’umanità ha portato a se stessa cambiando il clima della Terra. Il 2015 è stato l’anno più caldo di cui il genere umano abbia memoria, anche se questo primato è destinato a passare di mano molte volte. Inoltre, il 2015 ha segnato il decimo anniversario dall’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, un trattato oggi sottoscritto da 191 paesi che prevedeva l'obbligo di operare, entro il 2015 appunto, una riduzione delle emissioni globali di gas serra in misura non inferiore all’8,65% rispetto alle emissioni registrate nel 1985, considerato come anno base. Quell’obbligo è stato ampiamente disatteso, e dunque il 2015 è il decimo anniversario di una colossale bugia redatta e sottoscritta dai più alti rappresentati della politica mondiale. La comunità internazionale sembra oggi più pronta a guardare in faccia la realtà. Parlando dall’Alaska il 31 agosto del 2015, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama 7 ha riconosciuto in modo esplicito la pericolosità e soprattutto l’urgenza del problema climatico, e si è assunto la responsabilità di guidarne il contrasto nonostante le perenni ostruzioni del Congresso americano. In precedenza, Obama aveva stretto accordi bilaterali — non rivoluzionari ma comunque innovativi — con la Cina, l’India e il Brasile, ovvero i principali emettitori del mondo insieme a Stati Uniti e Russia. Tali accordi hanno agganciato molto chiaramente la questione climatica a quella energetica, segnalando dunque l’esistenza di interessi economici concreti intorno alla complessa transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili. Sempre nel 2015, il colosso automobilistico Volkswagen è finito al centro di uno scandalo planetario riguardante le emissioni prodotte dalle sue vetture diesel, il cui rilevamento veniva bloccato mediante l’uso di un software poi smascherato dall’EPA, l’agenzia americana per la protezione dell’ambiente. Le ripercussioni dello scandalo su tutta la linea di produzione di auto diesel, non solo della Volkswagen, potrebbero spostare futuri investimenti e anticipare così la transizione globale verso la produzione di massa di veicoli ibridi ed elettrici. Ancora nel 2015, l’Europa ha visto centinaia di migliaia di migranti varcare i suoi confini in cerca di migliori prospettive di vita. Molti di questi migranti fuggono da scenari di guerra, ma moltissimi altri provengono dalle aree più povere del mondo come l’Africa subsahariana e fuggono soprattutto dalla fame. Laddove i flussi di migranti provenienti da scenari di guerra potrebbero in linea di principio diminuire al placarsi dei conflitti, i flussi dei migranti in fuga dalla fame e dalla povertà non diminuiranno finché le loro aree di provenienza non diverranno più ricche e produttive. Questo processo è ostacolato dalla siccità, dalla desertificazione e da altre problematiche ecologiche che piagano quelle aree e che il cambiamento climatico chiaramente aggrava e continuerà ad aggravare in futuro. Beninteso, sui referti dei morti affogati nel canale di Sicilia non troveremo mai scritto “morto per cambiamento cli8 matico”, perché il cambiamento climatico uccide solo per interposta persona. Ma molti dei morti per acqua fuggivano proprio dalla mancanza d’acqua e dunque di cibo che il cambiamento climatico aggrava e continuerà ad aggravare in futuro. Nel 2015, infine, una delle guide spirituali del pianeta, papa Francesco Bergoglio, ha affidato alla sua enciclica Laudato si’ tutto lo sconcerto della Chiesa cattolica di fronte a un fenomeno che minaccia le strutture stesse del mondo naturale che ospita e rende possibile lo spettacolo dell’umanità. Il papa ha sottolineato il dovere ineludibile di tutelare il creato, imputando chiaramente il cambiamento climatico alla rincorsa al profitto che caratterizza il nostro attuale modo di intendere l’economia e che sfrutta e impoverisce intere aree e popolazioni del mondo. L’enciclica papale stabilisce una stretta connessione fra l’innalzamento delle temperature e l’aggravarsi della disuguaglianza globale, fenomeni la cui eziologia è presentata come unica (la rincorsa al profitto) e le cui implicazioni sono presentate come legate a doppio filo. Con quel documento, la Chiesa cattolica è andata a rinfoltire il già ampio fronte di confessioni religiose — cristiane, islamiche, induiste, ebraiche, buddiste — che hanno negli anni preso posizione contro il cambiamento climatico in nome dell’umanità o della natura o di entrambe. Il rito di passaggio è dunque allestito e gli ingredienti tipicamente necessari a un grande mutamento ci sono tutti: insostenibilità strutturale e conclamata dei sistemi attuali; incentivi concreti a innovare tali sistemi; orizzonti culturali di ampio riferimento che abbraccino e promuovano tali innovazioni; opportunità di negoziazione politica ai più alti livelli. Resta da vedere se ci saranno anche due ulteriori elementi, che hanno latitato per decenni ma che sono indispensabili a una gestione virtuosa di un pianeta globalizzato, altamente interconnesso e rapidamente cangiante: cooperazione globale tra le nazioni e una visione comune per il futuro dell’umanità. 9