SS103_Trauma Cranico Cesena Servadei Bertozzi
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SS103_Trauma Cranico Cesena Servadei Bertozzi
“Epidemiologia del trauma cranico in Romagna ed effetti dell’entrata in vigore della legge 472/99” F.Servadei1, C. Begliomini1, N.Bertozzi2, P.Cesari3, A. DeTogni4, O.Mingozzi5, F.Righi2 , G.Silvi6, P.Vitali2 1 Centro di collaborazione O.M.S. per il 3 Dipartimento di Sanità Pubblica Ausl Rimini 4 Neurotrauma Dipartimento di Sanità Pubblica Ausl Ferrara 5 Ausl Cesena Dipartimento di Sanità Pubblica Ausl Forlì 2 6 Dipartimento di Sanità Pubblica Ausl Cesena Dipartimento di Sanità Pubblica Ausl Ravenna Introduzione Il Trauma Cranico costituisce una delle più frequenti cause di mortalità e disabilità in Italia e nel mondo. Ogni anno si verificano nel mondo 7.800.000 casi di trauma cranico: un 20% circa di questi determina il decesso ed un 30% si accompagna a gravi disabilità sul piano neuromotorio, cognitivo o comportamentale. Il carico sociale del trauma cranico è aggravato anche dal fatto che la fascia d’età più colpita è quella dei giovani adulti, seguita dagli anziani. In Italia non sono disponibili valutazioni d’incidenza e prevalenza del trauma cranico a livello nazionale, ma alcuni studi, per quanto parziali, stimano ogni anno circa 300/400 ricoveri per 100.000 abitanti e 25 decessi per tale causa. L’Istat inoltre rileva che nel periodo dal 1969 al 1990 il 65% dei decessi per incidente stradale di età compresa tra i 15 e i 19 anni è avvenuto per trauma cranico. Vi sono ormai forti evidenze sul fatto che l’uso del casco, rafforzato da apposite leggi, determina una riduzione dell’incidenza di traumi cranici e della gravità delle lesioni riportate (compresa la mortalità) negli incidenti in motocicletta. La legge 472/99 In Italia un intervento preventivo di notevoli dimensioni è stato rappresentato dall’introduzione nell’anno 2000 della Legge 472/99: questa ha sancito l’estensione dell’obbligo dell’uso del caso come dispositivo di sicurezza per la prevenzione del trauma cranico a tutti gli utenti di ciclomotore, indipendentemente dall’età anagrafica. La precedente normativa limitava l’obbligo del casco ai soli minorenni, nonostante numerosi studi epidemiologici mostrassero come la maggior parte dei decessi (68%) a causa di un incidente in motocicletta coinvolgesse persone con più di 18 anni d’età. Con l’entrata in vigore della Legge 472/99, avvenuta il 30 Marzo 2000, si interviene per tentare di sanare almeno in parte una situazione nazionale che conta in media all’anno più di 70.000 incidenti a carico di guidatori di motorini e moto (18% sul totale degli incidenti), circa 72.000 feriti (25% dei feriti totali a seguito di incidente stradale) e oltre 1.100 morti (20% dei decessi totali). Infatti studi condotti per valutare la reale efficacia del casco nel proteggere il cranio da un trauma sottolineano che la percentuale di morte per chi indossa il casco risulta essere dello 0,8% contro il 2,4% di chi non lo indossa, traducendosi in un decremento stimato circa attorno al 60% dei casi di trauma cranico. L’uso del casco pre e post legge 472/99 L’Istituto Superiore di Sanità, in previsione dell’entrata in vigore della nuova legge sull’obbligo del casco, ha attuato un programma di sorveglianza sull’uso dei dispositivi di sicurezza (Casco 2000) per misurare l’utilizzo effettivo del casco prima e dopo l’introduzione della Legge sul territorio nazionale. Nel periodo febbraio-giugno 2000, in 57 province distribuite in maniera uniforme sul territorio nazionale, si è monitorato l’utilizzo del casco in circa 300.000 guidatori di motorino o di moto; in circa la metà delle province sono stati anche raccolti dati relativi agli accessi presso il Pronto soccorso prima e dopo l’entrata in vigore della Legge. Dalle rilevazioni condotte emerge un consistente incremento dell’utilizzo corretto (cioè allacciato) del casco: la percentuale d’uso del dispositivo precedente alla Legge era decisamente limitato (media del 1015%), specie nell’area del Centro-Sud. La situazione post-legge delinea invece una sorta di divisione tra il Nord ed il Centro Italia da una parte (media del 90-95% circa di utilizzo corretto del casco) ed il Sud dall’altra, con una percentuale d’uso del casco generalmente più bassa. 1 Utilizzo del casco in Romagna L’area della Romagna, comprendente le province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, si estende su un territorio di circa 5.500 km2 con una popolazione complessiva di circa un milione di abitanti: durante il periodo estivo questa cifra tende a raggiungere valori pari al doppio, a seguito del notevole afflusso turistico concentrato soprattutto nei mesi estivi e durante i fine settimana. I dati relativi al Progetto Casco 2000 hanno mostrato che prima dell’entrata in vigore della legge (periodo di rilevazione febbraio-marzo 2000) la percentuale di utilizzo corretto del casco risultava pari solo al 19.5% su un campione di 25.356 motociclisti. Nel periodo successivo la percentuale è salita a ben il 97.5% in un campione di 39.327 motociclisti (periodo di rilevazione aprile-maggio 2000). Questo cambiamento appare correlato sia alla campagna informativa condotta sui media all’entrata in vigore della Legge sia ai rigorosi controlli sull’applicazione da parte degli organi di polizia. Epidemiologia del trauma cranico in Romagna e primi risultati correlati all’entrata in vigore della legge 472/99 Per valutare gli effetti della Legge 472/99 sui traumi cranici in Romagna sono stati presi in esame: - i dati provenienti dall’archivio delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) al fine di fornire l’inquadramento epidemiologico dell’intera area; si sono considerati i ricoveri avvenuti con diagnosi principale di trauma cranico nelle tre province dell’area romagnola relativi al triennio 1998-2000. - i dati provenienti dal database dei ricoveri per trauma cranico avvenuti presso il reparto di Neurochirurgia per la traumatologia dell’Ospedale “M.Bufalini” di Cesena. In questo database è raccolta la maggior parte dei casi gravi di trauma cranico di tutta la Romagna: il reparto (individuato dall’Organizzazione Mondiale di Sanità come centro di riferimento per il Neurotrauma nell’area dell’Europa Meridionale) è infatti il solo presente sull’intera area romagnola ed è stato recentemente attrezzato per la trasmissione di immagini TAC dagli ospedali periferici del territorio. I tassi d’incidenza sono stati calcolati sulla popolazione residente, escludendo pertanto i ricoveri avvenuti in non residenti (20 % dei ricoveri complessivi). Inoltre, per avere un quadro il più preciso possibile della situazione "pre" e "post" legge, si sono messi a confronto i 365 giorni precedenti e successivi al 30 Marzo 2000. L’analisi generale dei dati raccolti mostra la presenza di un trend in diminuzione dell’incidenza complessiva dei ricoveri per trauma cranico: nel 1999 si registra un decremento pari al 10,5% rispetto al 1998, passando da 290 a 258 casi registrati ogni 100.000 abitanti/anno, nel 2000 la variazione assume dimensioni doppie (-22,3%, corrispondente a 199 casi su 100.000 abitanti/anno). L’incidenza dei ricoveri per trauma cranico in neurochirurgia mostra una significativa riduzione del 31,4% dopo l’introduzione della Legge (Fig.1) ; il cambiamento nel tasso d’incidenza rimane visibile utilizzando come riferimento il numero di motocicli registrati anziché la popolazione residente (n=432.000) nel periodo di riferimento. Il tasso d’incidenza risulta prima della legge pari a 63 traumi cranici per 100.000 veicoli registrati, mentre scende a 43 dopo entrata in vigore della legge, con un significativo decremento del 31.7%. I dati relativi al numero di motocicli circolanti sono stati ottenuti dall’Automobile Club Italia. Si è osservato anche un cambiamento nelle diagnosi specifiche di trauma cranico: ad esempio si è avuto una significativa diminuzione del 76% nelle diagnosi di emorragia subdurale ed ematoma subdurale ed epidurale in ricoveri dovuti ad incidenti in motore dopo l’introduzione della Legge. Il cambiamento nelle diagnosi di ammissione al centro di neurochirurgia è infatti stato determinato soprattutto dalla riduzione del numero di pazienti ricoverati con ematoma epidurale da incidente in motore: i pazienti ricoverati con ematoma epidurale sono stati 37 nel 1998 e 42 nel 1999, mentre nell’anno successivo all’entrata in vigore della Legge solo 4 pazienti. Considerando la causa che determina il trauma cranico nei due periodi temporali considerati, emerge un dato fondamentale: la situazione rimane sostanzialmente invariata per tutte le possibili cause di trauma cranico (incidenti domestici, infortuni sul lavoro, incidenti in auto…), mentre per i traumi cranici avvenuti per 2 incidente su ciclomotore si registra una diminuzione pari al 66% (Fig.2). Questo decremento interessa maggiormente i soggetti tra i 14 e i 30 anni. Considerazioni conclusive In Italia i primi dati, desunti dal sistema di sorveglianza predisposto, mostrano che l’utilizzo del casco riduce i ricoveri per trauma cranico del 28- 37%. Anche in Romagna si evidenzia dopo l’entrata in vigore della Legge,una riduzione del 31% dei ricoveri in neurochirurgia per questa causa. Nel complesso si può pertanto affermare che per l'area della Romagna sia presente un reale trend di diminuzione per i ricoveri dovuti a trauma cranico, che assume portata maggiore nel periodo più recente. Questa tendenza sembra essere il risultato principalmente di due fattori: l'adozione delle linee guida integrate con la trasmissione di immagini TAC e la diminuzione dei traumi cranici dovuti ad incidente stradale. La tipologia di incidente stradale col decremento più consistente è senza dubbio quello su ciclomotore, testimoniando nei fatti come in questo caso il casco si sia confermato un dispositivo di sicurezza estremamente efficace per la prevenzione del trauma cranico. Fig.2 Bibliografia 1. Begg DJ, Langley JD, Reeder AI. Motorcycle crashes in New Zealand resulting in death and hospitalization: introduction methods and overview. Accid Anal Prev 1994;26:157–64. 2. Clarke JA, Langley JD. Disablement resulting from motorcycle crashes. Disabil Rehabil 1995;17:377–85. 3. Bjornsteg VL, Bylund PO, Lekander T, et al. Motorcycle fatalities in Sweden. Acta Chir Scand 1985;151:577–81. 3 4. Taggi F . Safety helmet law in Italy [letter]. Lancet 1988;i:182. 5. 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Br J Neurosurg 2002;16:36–42. 4