FATTI, NUMERI E LUOGHI DEI DIRITTI NEGATI DEI BAMBINI*
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FATTI, NUMERI E LUOGHI DEI DIRITTI NEGATI DEI BAMBINI*
FATTI, NUMERI E LUOGHI DEI DIRITTI NEGATI DEI BAMBINI* BAMBINI PER ADOZIONI ILLEGALI La vendita di bambini è definita come “qualsiasi atto o transazione che comporta il trasferimento di un bambino […] dietro compenso o qualsiasi altro vantaggio”. Perché si configuri invece il reato di tratta il reclutamento ed il trasporto dei minori deve avvenire tramite l’impiego o la minaccia della forza o altre forme di coercizione, di abuso di potere o di posizione di vulnerabilità. Le forme di violazione delle norme sulle adozioni internazionali più praticate sono: i falsi certificati di nascita rilasciati con il cognome dei genitori adottivi, lo spostamento di madri in gravidanza nei paesi di residenza dei genitori adottivi e l’acquisto di bambini negli orfanotrofi o su cataloghi pubblicati su internet. Le pratiche illegali possono essere messe in atto dai soggetti più svariati: organizzazioni criminali, intermediari corrotti, persino coppie pronte a compiere abusi o ad ignorarli pur di assicurarsi un bambino. In almeno un terzo dei casi di adozioni illegali il neonato viene registrato alla nascita direttamente con il cognome dei genitori che se lo sono comprato, denunciandolo come nato dalla mamma dichiarante il falso o registrando un caso di paternità fuori del matrimonio da madre che non vuole essere registrata. In alcuni paesi e presso i consolati di troppi paesi ricchi bastano due testimoni (sic!) per registrare una paternità risultante da relazione extra-matrimoniale con rischio molto basso di essere interrogati, investigati o perseguiti per falsa dichiarazione di paternità nel paese di origine. Non sono mancati casi di falsa certificazione del DNA a dimostrazione dell’asserita paternità. In Cina il prezzo attuale di un bambino è di 3000 dollari e le autorità dichiarano la scomparsa tra 30.000 e 60.000 minori all’anno che andrebbero a finire in orfanotrofi che facilitano le adozioni illegali; in Guatemala il prezzo di un’adozione illegale varia da 1000 a 15.000 dollari, i casi investigati di adozioni illegali dalla Romania hanno rilevato prezzi tra i 20.000 e i 30.000 dollari per bambino, e l’Unicef stima che in Svizzera tra il 30% e il 90% delle adozioni non seguono canali legali. La stima del valore totale delle adozioni illegali e acquisto similare di bambini è di 1.3 miliardi di dollari l’anno. BAMBINI LAVORATORI Secondo l’ILO, 352 milioni di bambini di età 5-17 anni partecipano in qualche forma di lavoro in attività illecite ed illegali. Di questi bambini 171 milioni lavorano in condizioni pericolose per la salute e la maggior parte hanno meno di 15 anni. 5,7 milioni di bambini risultano coinvolti in attività lavorative forzate o imposte loro per l’estinzione di un debito; 1,8 milioni di bambini lavorano nel giro della prostituzione e della pornografia. Tra le forme peggiori di lavoro infantile ci sono i bambini incollati sui cammelli come fantini nelle corse, i bambini usati per trasportare droga in sacchetti nel loro stomaco o in altre cavità del corpo, i bambini usati * Fonti: oltre a quelle citate nel testo le principali fonti di questi dati sono I recenti rapporti dell’UNICEF ed il libro di Sandro Calvani, Saccheggio Mondiale, Edizioni Effatà, 2011. per fabbricare droghe, i bambini usati nella pesca, nella produzioni di pelli e giocattoli dove sono in costante contatto con prodotti chimici tossici. BAMBINI MENDICANTI Tra i fenomeni più diffusi della violenza grave sui minori nei paesi poveri si registrano i fenomeni di mendicità urbana organizzata dai rackets criminali, comprese le situazioni estreme di malformazioni e menomazioni indotte o peggiorate per aumentare l’invalidità evidente dei minori che chiedono l’elemosina. Tra i casi più aberranti di criminalità spietata sono stati registrati, sia in India che in alcuni paesi africani, cecità indotte nei bambini perforando o bruciando gli occhi e l’induzione di mani deformi grazie al blocco della circolazione linfatica. BAMBINI MOLESTATI Secondo l’Istituto di ricerca e prevenzione delle molestie su minori degli Stati Uniti, in tutto il mondo in media almeno due ragazze su dieci e un ragazzo su dieci sono vittime di abusi sessuali entro la fine del loro tredicesimo anno. 150 milioni di bambine e 73 milioni di bambini sotto i 18 anni sono stati sottoposti nel 2010 a rapporti sessuali forzati o ad altre forme di violenza che includono il contatto fisico molesto. Reati di pedofilia si sono verificati in tutti i luoghi dove sono presenti bambini: famiglie (nel qual caso potrebbe trattarsi di incesto), centri religiosi (seminari, oratori), scuole d’infanzia, associazioni giovanili. La tipologia di reati è ampia. Alcuni crimini non richiedono nemmeno il contatto fisico col bambino, ad esempio l’esibizionismo, o la riproduzione di materiale pedopornografico. La diffusione dei reati di pedofilia è molto elevata. Il 10-30% circa dei bambini subisce molestie sessuali entro i 18 anni. L’attrazio- ne del pedofilo può essere rivolta sia verso i bambini sia verso le bambine, anche se queste ultime sono le vittime più frequenti (88%). Secondo i dati raccolti in Italia da Telefono Azzurro e pubblicati nel rapporto nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, quasi il 60% degli abusi su minori avviene in famiglia. Nel panorama internazionale emerge che in Belgio, Francia e in Inghilterra i minorenni vittime di abuso sessuale sono molto più numerosi, ma ciò che preoccupa in Italia è la quantità di abusi che rimane sommersa: è probabile, infatti, che diverse situazioni non arrivino mai alla denuncia. L’FBI stima che lavorino nella prostituzione infantile negli Stati Uniti, tra 300.000 e 400.000 minori. La polizia inglese stima che a livello globale almeno 1,8 milioni di bambini l’anno siano vittime di pedofilia attraverso prostituzione infantile, turismo sessuale e pedopornografia con un giro di denaro di 16 miliardi di sterline all’anno, cioè circa 24 miliardi di dollari. BAMBINI POVERI In tutto il mondo centinaia di milioni di bambini vivono in situazioni di povertà cronica che si manifesta non solo con la mancanza di cibo, ma anche con l’accesso insufficiente ad acqua potabile, servizi igienico-sanitari e istruzione primaria. Secondo i dati più recenti dell’Unicef il numero di bambini poverissimi è superiore ad un miliardo. Secondo il Centro nazionale per l’infanzia e la povertà degli Stati Uniti il 39% dei bambini americani vivono in famiglie a basso reddito, sotto gli standard di povertà. Quali sono le dimensioni principali della povertà globale? - Il 94% del reddito mondiale va alla popolazione di reddito medio-alto, cioè al 40% della popolazione mondiale, mentre il restante 60% più povero vive solo con il 6% del reddito mondiale. 4 miliardi di persone vivono nel mondo in via di sviluppo, un terzo di essi sono bambini. 1,2 miliardi di persone vivono con meno di un dollaro al giorno. Altri 2 miliardi di persone vivono con meno di due dollari al giorno. 800 milioni di persone soffrono la fame. 30 milioni di persone muoiono di fame ogni anno. Il 20% dei bambini del mondo riceve un insufficiente apporto di calorie o di proteine. 18 milioni di persone muoiono ogni anno per cause legate alla povertà, pari al 33% delle morti in tutto il mondo. Il 16% della popolazione del pianeta vive senza accesso all’acqua potabile. Il 34% non ha accesso a servizi igienicosanitari. Il 16% vive in alloggi inadeguati. Il 14% vive senza servizi sanitari di qualsiasi natura. Oltre 110 milioni di bambini non vanno a scuola. mento dei minori negli orfanotrofi è sempre riconosciuto come crimine, ma molto in basso nella lista delle priorità di prevenzione ed indagine delle forze dell’ordine. La cattiva gestione o peggio la gestione corrotta degli orfanotrofi in alcuni paesi è una causa scatenante del fenomeno delle adozioni illegali e delle adozioni a distanza fraudolente. BAMBINI ORFANI Delle decine di milioni di bambini orfani, almeno 9.5 sono rimasti senza famiglia e vivono negli orfanotrofi. Di essi una gran parte sono in Romania e in Russia, negli orfanotrofi ve ne sono oltre 4 milioni. In Nepal si stima che il 60% dei bambini negli orfanotrofi non sono realmente orfani. Una forte crescita di orfani viene provocata dai disastri naturali, dalle grandi pandemie e dalle guerre, che sono le tre cause principali dell’enorme aumento di orfani in orfanotrofi in Africa. L’abbandono dei minori è spesso legalizzato in vari paesi e comunque non perseguito come reato. Il maltratta- BAMBINI SOLDATO Human Rights Watch ha stimato che il totale globale di bambini soldato è tra 200.000 e 300.000. E non sono solo pre-adolescenti, visto che vi sono bambini che combattono già tra i 5 e i 7 anni. Secondo la coalizione Stop all’uso dei bambini soldato, il problema è più critico in Africa, dove vi sono fino a 100.000 bambini, alcuni di appena nove anni, coinvolti in conflitti armati. 2 milioni di bambini sono stati uccisi nelle guerre degli ultimi 20 anni. I bambini rapiti e addestrati per diventare soldati sono esposti, anche dopo la fine delle ostilità, a gravi conseguenze di carat- - BAMBINI SENZA LIBERTÀ Più di 8 milioni di bambini in tutto il mondo sono ospitati in istituti d’accoglienza: alcuni perché privi di genitori, ma la maggior parte perché disabili, oppure per via dello scioglimento della famiglia, di situazioni di violenza domestica o delle gravi condizioni sociali ed economiche. I bambini rinchiusi nei centri di detenzione sono sottoposti a violenze commesse dal personale stesso degli istituti, violenze utilizzate sia come forma di controllo – attraverso la paura – sia come punizione. In almeno 77 paesi, le punizioni corporali e altre punizioni violente sono accettate negli istituti penali come misure disciplinari legali. In un numero minore di paesi le punizioni corporali sono ammesse anche nelle scuole. tere sanitario, psicologico e sociale. Molti di loro riportano ferite anche gravi o mutilazioni; contraggono malattie come l’Hiv/AIDS; spesso sono denutriti. Le atrocità che hanno commesso o di cui sono stati spettatori continuano a perseguitarli anche per lungo tempo dopo la fine della guerra, con incubi e un costante senso di ansia e di panico. Anche se smobilitati e incoraggiati a reinserirsi nella società, il percorso di reinserimento è molto difficile per via dello stigma morale di cui sono oggetto, e perché l’unica realtà che hanno conosciuto e che è stata loro insegnata è quella della violenza: ciò rende per i bambini soldato estremamente difficoltosa l’accettazione dei nuovi standard morali e di comportamento di una società civile in stato di pace. Le ragazze, soprattutto, dopo essere state nell’esercito, non vengono accettate come spose e non viene loro permesso di lavorare, sono così condannate a una vita di elemosina o di prostituzione. Oltre un miliardo di bambini vivono in 42 paesi colpiti, tra il 2002 e oggi, da violenti conflitti. Ma l’impatto dei conflitti armati sui bambini è difficile da stimare a causa della mancanza di informazioni affidabili e aggiornate; oltre 100.000 bambini sono stati smobilitati e reintegrati dal 1998 ad oggi. Degli oltre 250.000 bambini che prendono parte ai combattimenti in 35 paesi, ben 120.000 sono in azione solo nel continente africano. È a disposizione un elenco dei Paesi in conflitto che utilizzano i bambini soldato, redatto dalle Nazioni Unite. L’elenco è stato aggiornato nel 2006 ed attualmente comprende: Afghanistan, Burundi, Chad, Colombia, Costa d’Avorio, Iraq, Liberia, Myanmar, Nepal, Filippine, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Sri Lanka, Sudan e Uganda. Anche se sono stati compiuti progressi in alcuni Paesi, come in Liberia e in Sierra Leone, in alcuni aree di crisi, come in Sudan (Darfur), Chad, Afghanistan, Iraq e Sri Lanka ad esempio, la situazione ha continuato a peggiorare. BAMBINI SPOSI Ancora oggi in grandi e moderni paesi asiatici, del Medio Oriente e dell’Africa è possibile, a volte perfino doveroso, ascoltare una chiacchierata tra amici e amiche a cena che si consultano sull’opportunità - secondo tradizione - di scegliere una futura sposa per il figlio maschio ormai quindicenne, o di consultarlo magari tra qualche anno prima di prendere una decisione definitiva. Negli stessi gruppi di persone che “rispettano” le buone tradizioni non vi sono invece dubbi sull’opportunità di “assegnare” una figlia in sposa fin da piccola, a questo o quel buon partito senza chiedere l’opinione della ragazza, un’attenuante che sarebbe comunque ben poca cosa rispetto alla gravità dell’abuso sfacciato dei diritti umani della ragazza. La decisione dell’assegnazione può essere presa anche parecchio prima di un eventuale matrimonio e dunque quando la bambina è ancora molto piccola, non raramente solo per evitare l’imbarazzo di dover rifiutare un’offerta di un altro clan quando la ragazza arriva alla pubertà e si sa che non è ancora stata promessa. Tali comportamenti ed attitudini collettive fanno sì che tutti si aspettano che tutti gli appartenenti a quel gruppo culturale si comportino di conseguenza. I membri sono anche disposti a fare pressioni perché nessuno sgarri dalla regola e i maschi, di tutte le fasce d’età, sono disposti ad usare la violenza con gravi punizioni corporali, compresi acidi buttati in faccia ad una ragazza, una coltellata o un colpo di pistola, per cancellare il disonore percepito di una disobbedienza circa un matrimonio combinato e una sposa bambina pagata ma non consegnata allo sposo. Altri matrimoni forzati di bambine sono poco meno indecenti del sequestro prolungato a scopo di lavoro in stato di schiavitù e di abuso sessuale. Si tratta infatti di uomini adulti o anziani che si prendono delle bambine in sposa, con il solo scopo di ottenere servizi gratuiti di colf e di natura sessuale. Il contesto familiare e di conoscenze che convince le ragazze a subire la pessima sorte sono in primis i familiari della ragazza stessa (che in pratica l’hanno venduta come fosse una mucca); poi la famiglia dello sposo e tutto il sistema di quartiere o di villaggio di imposizione della volontà del più forte. Tali pressioni psicologiche familiari o ambientali ottengono il risultato sperato perché alle ragazze viene negata qualunque forma di educazione di base e diventano quasi tutte succubi del sistema violentemente maschilista. Ad esse viene anche impedito di consultare sorelle più grandi o amiche. Pertanto che la legge punisca o no tali comportanti diventa irrilevante dato che comunque gli abusi non vengono denunciati. Ma nascosti o no, denunciati o no, sono sempre gravissimi crimini contro i diritti dei bambini. BAMBINI VITTIME DI VIOLENZA FISICA O PSICOLOGICA I bambini sono vittime di violenza in ogni forma, inclusi omicidio, stupro, rapina e aggressione semplice e aggravata in misura simile alla violenza contro gli adulti. Ma il tasso di omicidi di bambini nei paesi a basso reddito è più del doppio di quello registrato nei paesi ad alto reddito (ad es. 2,58% contro 1,21% su una popolazione di 100.000 persone). I tassi più alti di omicidio si rilevano durante l’adolescenza - in particolar modo tra i ragazzi - in un età compresa tra i 15 e 17 anni (3,28% per le ragazze e 9,06% per i ragazzi) e nei bambini tra 0 e 4 anni (1,99 per le bambine e 2,06 tra i bambini). La violenza, anche quella estrema, è molto presente nella mente dei bambini anche nei paesi ricchi: in media un giovane europeo di 16 anni ha visto in TV durante la sua vita 12.000 omicidi, la maggior parte con armi da fuoco. Gli abusi possono essere fisici, come nel caso delle percosse o dei maltrattamenti, oppure psicologici come alcuni episodi di incuria, o di abbandono per negligenza o per cause di forza maggiore, ad esempio in situazioni di infermità grave. Il bambino viene abbandonato a se stesso e non vengono garantite le cure di base necessarie al suo armonioso sviluppo psicofisico. Si individuano casi di trascuratezza in aspetti generali della vita o casi più specifici, come può essere l’assenza di igiene personale, fino a episodi più gravi in cui il bambino non viene nemmeno nutrito; e ancora maltrattamenti emotivi, come ad esempio far sentire il bambino non voluto o privo di valore a livello affettivo. Secondo dati Eurispes, il 46% delle violenze a carico di minorenni avviene sui bambini che non hanno ancora compiuto 14 anni. Di queste, il 33% sono abusi fisici, il 21,8% sono casi di trascuratezza e incuria, il 19,8% abusi psicologici. Nei paesi ricchi tra il 20 e il 65% dei bambini in età scolare dichiarano d’esser stati vittime di atti fisici o verbali di bullismo. Tra l’80 al 98% dei bambini soffre di punizioni fisiche all’interno del nucleo familiare; di questi, un terzo o più subisce punizioni fisiche aggravate dall’utilizzo di attrezzi come cinghie o bastoni. Su scala mondiale l’UNICEF stima che ogni anno tra i 133 e i 275 milioni di bambini assistano a violenze all’interno del nucleo familiare. La violenza tra conviventi accresce il rischio delle violenze in famiglia sui bambini, come dimostrato da studi provenienti da Cina, Colombia, Egitto, Messico, Filippine e Sud Africa. Studi del genere mostrano la correlazione sempre più stretta tra violenza contro le donne e violenza contro i bambini, riscontrando che la violenza domestica raddoppia il rischio di violenza contro i bambini. MORTALITÀ INFANTILE Il numero di bambini che perdono la vita prima dei 5 anni di età è sceso da oltre 12 milioni nel 1990 a 7,6 milioni nel 2010. Quasi 21.000 bambini sotto i cinque anni sono morti ogni giorno nel 2010, circa 12.000 di meno rispetto al 1990. Dal 1990 il tasso globale di mortalità sotto i cinque anni è sceso del 35%, da 88 morti ogni 1.000 nati vivi nel 1990 a 57 nel 2010. America Latina e Caraibi, Asia orientale e Pacifico e Europa centrale e orientale, paesi dell’Ex Unione Sovietica hanno ridotto la loro mortalità infantile sotto i cinque anni il tasso di mortalità del 50% o più. Il tasso di declino della mortalità sotto i cinque anni ha accelerato dall’1,9% all’anno nel 1990-2000 al 2,5 % tra il 2000 e il 2010, ma resta insufficiente per raggiungere l’Obbiettivo di Sviluppo del Millennio numero 4 in particolare nell’Africa sub-sahariana e in Asia meridionale. I tassi più elevati di mortalità infantile sono ancora in Africa sub-sahariana, dove un bambino ogni 8 muore prima dei 5 anni, più di 20 volte la media dei paesi industrializzati (1 ogni 167) e il doppio dell’Asia meridionale (1 ogni 15). Mentre i tassi di mortalità sotto i 5 anni sono scesi quasi ovunque nel mondo, la disparità tra le due regioni più colpite e il resto del mondo è cresciuta. Le morti di bambini sono sempre più concentrate in Africa sub-sahariana e in Asia meridionale, mentre la quota del resto del mondo è scesa dal 33% nel 1990 al 20% nel 2010. Ma in Africa sub-sahariana vi sono anche paesi dove il tasso medio annuo di riduzione della mortalità infantile è raddoppiato dal periodo 1990-2000 al 2000-2010. 6 dei 14 migliori risultati di riduzione accelerata sono paesi dell’Africa sub-sahariana, così come 4 dei 5 paesi con le maggiori riduzioni in assoluto (più di 100 morti in meno ogni 1.000 nati vivi). Circa la metà dei decessi sotto i 5 anni in tutto il mondo si verificano in soli cinque paesi: India, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Pakistan e Cina. India (22%) e Nigeria (11%) insieme rappresentano un terzo di tutte le morti sotto i 5 anni a livello globale. Oltre il 70 % delle morti di bambini sotto i 5 anni si verifica entro il primo anno di vita. La percentuale di decessi sotto i 5 anni che si verificano entro il primo mese di vita è aumentata di circa il 10 % dal 1990 raggiungendo oggi più del 40 % di tutti i decessi sotto i 5 anni di vita. Quasi il 30 % delle morti neonatali avvengono in India. L’Africa sub-sahariana ha il più alto rischio di morte nel primo mese di vita e ha mostrato il progresso più basso al mondo. A livello globale, le quattro principali cause di morte dei bambini sotto i 5 anni sono la polmonite (18%), le malattie diarroiche (15%), complicazioni di nascite premature (12%) e asfissia neonatale (9%). La denutrizione causa più di un terzo delle morti sotto i 5 anni. La malaria è ancora un killer nell’Africa sub-sahariana dove provoca circa il 16% delle morti sotto i 5 anni. Le autorità di diversi paesi hanno denunciato ed investigato diversi casi di bambini trovati morti, a seguito del prelievo di organi umani essenziali alla vita, destinati al traffico illegale di organi. MUTILAZIONI GENITALI Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il numero di ragazze che hanno subito mutilazioni genitali femminili è tra i 100 e i 140 milioni, e ogni anno la vulnerabilità aumenta di altri 2 milioni. Nell’Africa SubSahariana, in Egitto e in Sudan ogni anno 3 milioni di donne e bambine sono sottoposte alla mutilazione o taglio dei genitali femminili. PORNOGRAFIA INFANTILE Un’indagine su internet da parte delle autorità americane ha potuto scoprire in tutto il mondo almeno 100.000 siti pedopornografici online, un numero che è in crescita. Secondo il Centro Nazionale per i bambini scomparsi e sfruttati degli Stati Uniti l’83% di questi siti aveva materiale pornografico che ha coinvolto bambini tra i 6 ei 12 anni; il 39% aveva materiale che coinvolge i bambini di età compresa tra 3 e 5 anni, e il 19% aveva immagini di neonati o bambini sotto i 3 anni. TRAFFICO DI BAMBINI Ogni anno circa 1,5 milioni di bambini sono vittime del traffico di tutto il mondo. Circa 50.000 persone trafficate entrano negli Stati Uniti ogni anno, per lo più donne e bambini. Grazie alla tolleranza dei governi e all’indifferenza della maggior parte della gente, oggi nel mondo vengono trafficate persone, soprattutto donne e bambini da 127 paesi da sfruttare in 137 paesi. Almeno 17.000 nuove persone vengono vendute negli Stati Uniti ogni anno e circa 800.000 in tutto il mondo. In ogni giorno dell anno (2010) le persone che sono sottoposte a sfruttamento sessuale a seguito del traffico in stato di schiavitù sono 2.5 milioni, almeno un terzo sono bambini. I profitti ottenuti ogni anno dallo sfruttamento a livello globale delle persone sono 31,7 miliardi di dollari. Il costo per l’economia globale per il finanziamento della coercizione dei lavoratori sfruttati, escludendo le vittime del lavoro forzato del commercio del sesso, è di circa 21 miliardi di dollari. Il prezzo di un minore da vendere per il racket della mendicità, per le case chiuse, per il lavoro schiavizzato in fabbriche tessili o di giocattoli, per il servizio in casa, varia molto da un paese all’altro. Il prezzo minimo registrato è di 100 Euro e quello massimo di 4500 Euro. Il prezzo di un rapporto sessuale multiplo con un minore in alcuni paesi è inferiore al costo di una pizza nelle pizzerie di quegli stessi paesi; il prezzo di un rapporto sessuale con una ragazza di 18 anni di proprietà di una banda criminale inizia dal valore di due caffè e nei locali di lusso arriva fino al prezzo di una bottiglia di vino. In certi paesi ai bambini non va nulla di quanto guadagnano, alle giovani adulte va circa l’un per cento di quanto guadagnano fino ad una soglia massima di 300 euro all’anno.