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Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/31/2012; “TAXE PERÇUE” “TASSA RISCOSSA” 3,00 euro contiene I.P. Anno LVIII | n. 20 | 25 ottobre 2014 | www.cittanuova.it da quest’anno e al Vangelo d gli abbonamenti ai Passa P el giorno sono a distinti da Cit rola tà Nuova Il nuovo Passaparola si fa in 6! Vangelo del giorno ti arriva ogni due mesi con: letture, note esegetiche, +pagine (112 anzichè 64) esperienze, testimoni, +grande il formato ogni mese +storie vere per accompagnarti +punti di vista nel vivere il Vangelo +esperti +famiglia con un approfondimento sulla crisi di coppia di Rino Ventriglia 20€ opp. 18€ (se sei abbonato a CITTÀ NUOVA) 24€ opp. 22€ (se sei abbonato a CITTÀ NUOVA) Per chi si abbona entro il 31.12.2014 la rivista CITTÀ NUOVA costa 48 invece di 50 Per le altre promozioni consulta www.cittanuova.it oppure contattaci: [email protected] Tel. 06.96522201 Ogni abbonamento consente anche la lettura online. Per attivarla vai su www.cittanuova.it/registra/ e dopo comunica il nome utente (mail) ad [email protected] Il punto CIÒ CHE CI SALVERÀ di Michele Zanzucchi LA LOGICA DELL’ABBRACCIO È un mondo in ebollizione quello che ogni giorno ci passa sotto gli occhi. Un pianeta globalizzato e quindi apparentemente universale, ma in cui il dettaglio, il particolare, cioè il locale, ha un peso sempre maggiore. Nella marea di foto e video che invadono le nostre giornate, in questi giorni mi hanno colpito tre “fermo-immagine”: l’abbraccio commovente di un assistente della Caritas a un anziano profugo proveniente dalle zone conquistate dall’Isis in Iraq, a Erbil, il capoluogo del Kurdistan; un secondo abbraccio, quello del SDSDDOODFRSSLDQRQVSRVDWDLOFXLÀJOLRqVWDWRGD lui recentemente battezzato a San Pietro; un terzo abbraccio, questa volta collettivo e sporco di fango, di cinque o sei giovani impegnati nel liberare le strade di Genova dai materiali d’ogni genere lasciati dalle recenti alluvioni. Tre abbracci, tre luoghi diversi, tre plastiche espressioni di solidarietà. Forse, nello smarrimento generalizzato, è giunto il tempo della cultura dell’abbraccio, della logica dell’abbraccio. Concentriamoci sul Sinodo dei vescovi dedicato alla famiglia, che ha visto emergere con forza un inedito stile di dialogo e discussione in cui la chiarezza e la sincerità invocate dal papa hanno fatto breccia anche nei cuori più induriti. In una logica solamente evangelica, i padri sinodali e tutti gli altri presenti hanno cercato di affrontare le questioni più spinose legate alla famiglia, alla distinzione uomo-donna, alle convivenze di vario genere oggi esistenti, senza pregiudizi, ma ricchi piuttosto della misericordia di Dio. Non per deporre fardelli troppo pesanti sulle spalle della gente ma per far loro sentire che Dio li ama immensamente. Il racconto di un padre sinodale è stato centrato su un duplice episodio parallelo accaduto in una diocesi del Nord-Europa. Il primo: una coppia di giovani conviventi si presenta dal parroco per chiedere il matrimonio religioso. Il prete li ascolta (passo comunque importante), ma poi come risposta alla loro richiesta forse un po’ ingenua espone la dottrina cattolica sul matrimonio con una tale durezza che quei due giovani se ne vanno delusi pensando di non essere all’altezza del compito. Il secondo: un’altra coppia nelle stesse condizioni della precedente, con in più un pargoletto già nato, si presenta al parroco chiedendo egualmente il matrimonio religioso. Questa volta il parroco interrompe il loro racconto chiedendo di aspettarli un minuto. Esce, va in canonica, prende una bottiglia di vino dolce e tre bicchieri, poi torna e dice loro semplicemente queste parole: «Voglio brindare con voi perché l’amore di Dio vi ha ispirato. Vi accompagnerò nel vostro cammino». Ora i due giovani sono felicemente sposati, sono tra i più attivi laici della SDUURFFKLDHKDQQRDQFKHIDWWRXQDOWURÀJOLR L’abbraccio precede la legge, la solidarietà è un dovere per il cristiano che prende sul serio la parabola del buon samaritano, il comandamento dell’amore è “il più importante”. Questa è la prima delle verità, una rivoluzione portata venti secoli fa da Gesù Cristo ma che riappare ogni tanto come la più radicale delle rivoluzioni. La “dottrina” rimane, ci mancherebbe, la Chiesa in questo Sinodo e nel prossimo non cambierà le sue convinzioni. Ma l’abbraccio non potrà mai negarlo. A nessuno. Un atto in cui, come scriveva Boris Pasternak, si può ©DEEUDFFLDUHLOÀPDPHQWRª PAGINA PAGINA 14 20 Schiavitù Si parla di tassare la prostituzione invece di destinare risorse per contrastarla di Carlo Cefaloni In copertina: È in fase di approvazione la legge delega sul lavoro (pagg. 8-10) Opinioni 3 6 11 51 82 Il Punto di Michele Zanzucchi Editoriali di Alberto Ferrucci, Anna Granata e Luca Gentile Ping Pong di Vittorio Sedini Se posso di Piero Coda Penultima fermata di Paolo Crepaz Quindicinale di opinione del Movimento dei focolari fondato nel 1956 da Chiara Lubich con la collaborazione di Pasquale Foresi DIRETTORE RESPONSABILE – Michele Zanzucchi CAPOREDATTORE RIVISTA – Paolo Lòriga REDAZIONE Sara Fornaro – Maddalena Maltese - Giulio Meazzini Aurelio Molè - Aurora Nicosia – Oreste Paliotti EDITORIALISTI – Vera Araújo – Gianni Bianco - Luigino Bruni – Vincenzo Buonomo - Gianni Caso – Roberto Catalano – Fabio Ciardi - Pietro Cocco Piero Coda – Paolo Crepaz – Michele De Beni – Pasquale Ferrara - Alberto Friso – Lucia Fronza Crepaz - Alberto Ferrucci - Anna Granata - Elena Granata - Gennaro Iorio - Alberto Lo Presti – Iole Mucciconi - Nedo Pozzi Alessandra Smerilli LoppianoLab Aziende etiche, gente di talento, scelte di bene comune: il Paese non si è arreso di M. Maltese Sommario Attualità 12 Kurdistan, dove sei? di Michele Zanzucchi 19 28 Una nuova luce di Giulio Meazzini 34 45 Erwitt e Gardin: un’amicizia di Giuseppe Distefano L’incendio invisibile di Aurelio Molè 50 anni fa su Città Nuova a cura di Gianfranco Restelli Invito alla lettura di Elena Cardinali 52 L’Africa di don Vittorio di Mariagrazia Baroni 60 Preghiere per il re di Luigi Butori COLLABORATORI – Ezio Aceti – Chiara Andreola - Raffaele Arigliani Paolo Balduzzi – Mariagrazia Baroni - Giovanni Bettini - Maria Chiara Biagioni – Riccardo Bosi – Elena Cardinali – Cristiano Casagni – Giovanni Casoli – Marco Catapano – Francesco Châtel – Giuseppe Chella – Franz Coriasco – Mario Dal Bello - Paolo De Maina – Raffaele Demaria – Claudia Di Lorenzi - Giuseppe Distefano – Costanzo Donegana - Marianna Fabianelli Luca Fiorani – Daniele Fraccaro - Tonino Gandolfo – Annamaria Gatti Michele Genisio - Letizia Grita Magri - Benedetto Gui - Annalisa Innocenti Pasquale Ionata - Walter Kostner - Maria Rosa Logozzo - Pasquale Lubrano – Andrea F. Luciani – Roberto Mazzarella - Fausto Minelli Tanino Minuta – Eleonora Moretti – Enzo Natta - Cristina Orlandi - Maria Rosa Pagliari – Vito Patrono – Vittorio Pelligra - Lauretta Perassi - Maddalena Petrillo Triggiano – Giovanna Pieroni – Adriano Pischetola - Stefano Redaelli - Daniela Ropelato - Caterina Ruggiu – Lorenzo Russo - Maria e Raimondo Scotto - Vittorio Sedini – Lella Siniscalco – Loreta Somma CORRISPONDENTI IN ITALIA – Loreta Somma (Campania) – Tobia Di Giacomo (Piemonte) - Silvano Gianti (Lombardia) – Patrizia Labate (Calabria) – Emanuela Megli (Puglia) – Tiziana Nicastro (Emilia–Romagna) Stefania Tanesini (Toscana) 62 Media di Claudia Di Lorenzi Famiglia e società 23 À come pubblicitÀ di Raffaele Cardarelli 24 Mamma, mi compri il tablet? di Sara Fornaro 25 26 Cittadinanza di Carlo Cefaloni 27 Vita in famiglia di Maria e Raimondo Scotto Bambini e media di Maria Rosa Pagliari Lo psicologo di Pasquale Ionata CORRISPONDENTI DALL’ESTERO – Alberto Barlocci (Argentina) Michel Bronzwaer (Olanda) – Luigi Butori (Thailandia) - Ed Herkes (Belgio) – Antonio Faro (Brasile) – Carlo Maria Gentile (Filippine) Frank Johnson (Gran Bretagna) – Silvano Malini (Uruguay) Javier Rubio Mercado (Spagna) Jean–Michel Merlin e Alain Boudre (Francia) - Liliane Mugombozi (Kenya) – Djuri Ramac (Slovenia) Joachim Schwind (Germania) - Clare Zanzucchi (Stati Uniti) GRAFICA E FOTOGRAFIA – Umberto Paciarelli Priscilla Menin - Domenico Salmaso - Raffaella Pediconi SEGRETERIA DI REDAZIONE – Carlo Cefaloni (responsabile) Edoardo Mastropasqua – Luigia Coletta – Luciana Cevese - Roberta Ruggeri ABBONAMENTI – Antonella Di Egidio Silvia Zingaretti – Desy Guidotti Marcello Armati PROMOZIONE E DIFFUSIONE – Marta Chierico PROGETTO GRAFICO – Umberto Paciarelli COLLABORATORI SITO – Elena Cardinali – Paolo Friso – Paolo Monaco Valentina Raparelli – Franco Fortuna - Antonella Ferrucci PAGINA PAGINA PAGINA 30 70 46 Tecnologia La rottura programmata degli elettrodomestici tra mito e realtà. Le proposte di legge di Giulio Meazzini Dal vivo e spiritualità 36 Colei che scioglie i nodi di Annamaria Gatti 38 Cercando “paesaggi” dell’anima a cura di Oreste Paliotti 41 Pane disceso dal cielo di Pasquale Foresi 42 Parola di vita | Novembre di Chiara Lubich 44 Capaci di soffrire con l’altro a cura di Roberto Catalano Vita sana 55 In arrivo le celle solari “stampabili” di Lorenzo Russo 56 Bormio perde la discesa libera di Paolo Candeloro DIREZIONE e REDAZIONE via Pieve Torina, 55 | 00156 ROMA tel. 06 96522200 - 06 3203620 r.a. | fax 06 3219909 [email protected] UFFICIO PUBBLICITÀ via Pieve Torina, 55 00156 ROMA | tel. e fax 06 96522201 uffi[email protected] UFFICIO ABBONAMENTI via Pieve Torina, 55 | 00156 ROMA tel. 06 3216212 - 06 96522200-201 | fax 06 3207185 [email protected] Reportage In Kazakistan, una nazione Arti marziali La lezione di vita composita e ricca nel sottosuolo di Pietro Parmense dell’Aikido applicata anche nel baseball di Stella Chiu Yuen Ling 58 Buon appetito con… di Cristina Orlandi Diario di una neomamma di Luigia Coletta 67 59 Alimentazione di Giuseppe Chella Educazione sanitaria di Spartaco Mencaroni 76 Tratto da “Big” “La famiglia A-mici” Arte e spettacolo 63 Hans Memling, un rinascimento fiammingo di Mario Dal Bello 64 65 Televisione di Eleonora Fornasari 66 Cinema di Giovanni Salandra, Raffaele Demaria e Cristiano Casagni Teatro di Giuseppe Distefano Musica leggera di Franz Coriasco CD e DVD novità Musica classica di Mario Dal Bello Appuntamenti a cura della Redazione Cultura e tendenze 68 Regina Jonas, la rabbina di Michele Genisio 72 74 75 Il generale Rommel di Mario Spinelli Il piacere di leggere a cura di G. Abba In libreria a cura di Oreste Paliotti In dialogo 78 79 81 La posta di Città Nuova Incontriamoci a Città Nuova... Riparliamone a cura di Gianni Abba Questo numero è stato chiuso in tipografia il 14-10-2014. Il numero 19 del 10-10-2014 è stato consegnato alle poste il 7-10-2014 Segnaliamo su www.cittanuova.it ESTERI Diario dalla Siria/55 a cura della Redazioneweb SPORT Vittorie sempre più al femminile di Marco Catapano ECONOMIA CIVILE L’impresa sociale e la sfida di Bertinoro di Carlo Cefaloni E d i tA ot truiaal iltià Lavoro Malala Yousafzai di Alberto Ferrucci di Anna Granata Ci ha lasciato Walter Baldaccini, imprenditore umbro di Economia di Comunione, che nelle vacanze seguiva attività sociali in Africa e che aveva aperto l’azionariato della Um- Questa è decisamente una buona notizia: la diciassettenne pakistana Malala Yousafzai ha vinto il Nobel per la pace. È la Perché e come restare in Italia bria Cuscinetti ai lavoratori che con lui avevano reso l’azienda un grande fornitore mondiale di quegli stabilizzatori delle ali dei grandi jet dalla cui affidabilità ed efficienza dipende la vita di tutti noi. I suoi figli hanno raccontato a LoppianoLab come, sulla traccia del padre, stanno portando avanti l’azienda in questo momento di crisi: invece di affidarsi alla sola riduzione di costi, hanno avviato nel salernitano una nuova attività di ricerca che ha creato per gli stabilizzatori un software capace di affrontare problematiche più vaste, consolidando così la clientela senza guerre di prezzi: potendo trasferirsi negli Usa accanto al cliente più importante, sono rimasti invece in Umbria. In questi giorni, al contrario, dalla borsa di Milano sono sparite le azioni Fiat, trasformata Fca, quotata a New York, con sede legale in Olanda e fiscale in Gran Bretagna; in Italia rimangono gli stabilimenti con metà dei lavoratori in cassa integrazione e rimane la Ferrari, guidata però dall’amministratore della Fca. Complice di questo esodo è l’Unione-europea, che impone regole pignole in ogni settore ma dimentica di sanzionare le leggi societarie e fiscali dei Paesi del Nord che favoriscono l’evasione fiscale delle multinazionali; responsabili dell’esodo sono pure le nuove generazioni che guidano le aziende, che antepongono calcoli economici di breve respiro alla missione dell’azienda tracciata dai fondatori, nel caso Fiat così legata al territorio da inserire nella sigla aziendale il nome della città di Torino. I passaggi generazionali non sono eludibili e rispettare la mission aziendale non significa vivere nella tradizione: occorre comunque adeguare l’attività aziendale ai tempi e ai mercati. Questo vale in particolare per noi italiani, i cui prodotti non potranno mai competere nel prezzo con quelli dei Paesi in cui il lavoro è poco tutelato. Dobbiamo puntare sull’inventiva, la qualità, la cultura di chi opera in azienda: i nostri prodotti saranno più preferiti solo perché “speciali”. 6 Città Nuova - n. 20 - 2014 Il Nobel più giovane di sempre prima volta che il prestigioso premio viene attribuito a una cittadina pachistana e a una persona dall’età FRVu JLRYDQH 6H D TXHVWL HOHPHQWL GHOOD VXD ELRJUDÀD aggiungiamo che si tratta di una donna, di religione musulmana, che si è battuta con tutte le sue forze per il diritto all’istruzione nel suo Paese e nel mondo, abbiamo tutti i motivi per gioire quest’anno della scelta dell’Accademia svedese. Con Malala ha ricevuto il premio anche Kailash Satyathi, insegnante indiano sessantenne che ha speso la sua vita battendosi contro gli abusi sui minori e liberando migliaia di bambini dal lavoro forzato. Hanno entrambi già dichiarato di voler lavorare insieme per la pace tra i loro Paesi e per il diritto all’istruzione, unico vero strumento per superare la violenza. In poco più di 16 anni, la vita di Malala è già stata seJQDWDGDVFHOWHGLUDURFRUDJJLR$DQQLVLqULÀXWDWD di abbandonare la scuola, violando la legge dei talebani che negano alle bambine il diritto all’istruzione. La sua scelta e la diffusione delle sue idee sul web sono alla base dell’attentato di cui di lì a poco è rimasta vittima. Operata a Birmingham, è rimasta nella città inglese per continuare gli studi. Il 12 luglio 2013 ha festeggiato il suo sedicesimo compleanno al Palazzo di Vetro dell’Onu, dove ha lanciato un forte appello per il diritto all’istruzione di tutti i bambini del mondo, augurandosi che possano andare a VFXROD ©DQFKH L ÀJOL GHL WDOHEDQL H GL WXWWL L WHUURULVWLª Nel suo saari rosa, invocando Allah, si è riferita alla tradizione iniziata da Gandhi, Nelson Mandela, Martin Luther King, Madre Teresa di Calcutta, i suoi maestri in materia di non violenza. «Un bambino, un insegnante, XQ OLEUR XQD SHQQD SRVVRQR FDPELDUH LO PRQGRª KD concluso il suo forte e accorato messaggio. Voleva fare il medico, ma ha cambiato idea: vuole fare il politico. La saggezza non ha età, se ascoltassimo di più le nuove generazioni, ne avremmo più di una prova. Francoforte 2014 Se gli scaffali si svuotano La storica sede torinese della Fiat. La giovane pakistana Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace. R. Vieira/AP cento dal 2011) e a prezzi sempre più bassi (-5,1 per cento i libri di carta, -20,8 gli ebook al netto dell’Iva rispetto al 2013), ma perché il nostro Paese è agli ultimi posti nel vecchio continente per numero di lettori, davanti solo alla Grecia. Nel 2014 il 57 per cento degli italiani non ha comprato nemmeno un libro e periodicamente chiudono HGLWULFLHOLEUHULH4XDOFXQRWHQWDGLJLXVWLÀFDUHLGDWLFRQ la rivendicazione ottimistica di una crescita del mercato digitale, ma si tratta di una spiegazione approssimativa perché, se è vero che di libri digitali se ne pubblicano ogni anno di più, è altrettanto vero che la crescita non avviene secondo le attese e non dà segnali di «recupero ULVSHWWRDOOHSHUGLWHVXOFDUWDFHRªFRPHKDVRWWROLQHDWRD Francoforte il presidente dell’Associazione italiana editori (Aie), Marco Polillo. Tenuto poi conto che i lettori di ebook sono spesso gli stessi che leggono anche i vecchi libri di cellulosa, l’interpretazione più corretta è semmai che la lettura è lontanissima dall’essere una priorità per i nostri connazionali e il degrado culturale sovente paventato da molti intellettuali e dagli standard scolastici del Belpaese a conti fatti sembra non essere una favola, come vorrebbe qualche irriducibile ottimista. Quale futuro si prospetta? Se è evidente che con la crisi nera che ci attanaglia, quando già per molte famiglie italiane è un miracolo affrontare le spese essenziali per la propria sopravvivenza, i beni non necessari costituiscono un lusso, è però altrettanto evidente che senza LQYHVWLUHLQFXOWXUDHGHGXFD]LRQHULHVFHGLIÀFLOHFUHGHUH che il futuro potrà essere più roseo del presente. Ci consola solo vedere che l’aumento di numeri negativi che costella le analisi sullo stato dell’editoria in Italia sembra al momento risparmiare i libri per ragazzi. In fondo, anche se poi sono veramente pochi i titoli che sostengono l’intero settore, dà comunque gioia poter credere che le nuove generazioni stiano rivelandosi più lungimiranti delle vecchie. Un’immagine della Buchmesse di Francoforte, la più grande fiera del libro. M. Probst/AP La Fiera del libro più importante del mondo è per un editore italiano motivo di grande sconforto. Non tanto perché di libri se ne vendono sempre meno (in calo del 20 per M. Pinca/AP di Luca Gentile Città Nuova - n. 20 - 2014 7 POLITICA ITALIANA di Marco Fatuzzo LaPresse Attualità L’ articolo 18? Non c’è più. No, non nel senso che sia stato abolito, ma è praticamente “annegato” all’interno del Jobs Act e del maxiemendamento sul quale il governo ha ottenuto, nelle scorse settimane, OD ÀGXFLD DO 6HQDWR )DWWD HFFH]LRne per la previsione della reintegra]LRQH GHL ODYRUDWRUL OLFHQ]LDWL SHU motivi disciplinari, sia pure solo per alcune fattispecie. Per il ministro Poletti «tutta la discussione si qIRFDOL]]DWDVXOODTXHVWLRQHGHOO·DUWLFROR PD O·RSHUD]LRQH FKH VWLDmo facendo partire è rilevantissima e, per avere successo, richiede che cambi la cultura del Paese». E ciWD O·HVHPSLR GHJOL DPPRUWL]]DWRUL sociali: «Passeremo – afferma – da un sistema di politiche passive del 8 Città Nuova - n. 20 - 2014 JOBS ACT COME CREARE LAVORO? LA LEGGE DELEGA SUL LAVORO, APPROVATA IN SENATO CON UN VOTO DI FIDUCIA E ORA PASSATA ALLA CAMERA, APRE SCENARI DI INCERTA DECIFRAZIONE. QUALCOSA VA COMUNQUE FATTO PER RIMETTERE IN MOTO LA MACCHINA-PAESE R. Monaldo /LaPresse ODYRUR LQ FXL OR 6WDWR SDJD OH SHUVRQH SHU UHVWDUH D FDVD VHQ]D DOFXQ obbligo, a un sistema di politiche atWLYHGRYHOR6WDWRHOHVXHVWUXWWXUH le prendono in carico per offrire loro nuove opportunità di impiego». Il testo della delega è assai vago H FRQ DPSL VSD]L GL GLVFUH]LRQDOLWj SHU OD VXD DWWXD]LRQH /D QRYLWj SL ULOHYDQWH GHO SURYYHGLPHQWR q VHQ]D K. Wigglesworth/Ap Il disegno di legge sul lavoro, su cui Matteo Renzi (a des.) ha avuto la fiducia al Senato, non incontra il consenso di Maurizio Landini (sopra) della Fiom, che ha organizzato assieme alla Cgil lo sciopero generale del 25 ottobre. dubbio la previsione di una nuova tipologia di contratti: tutti a tempo indeterminato e “a tutele crescenti”, ovYHUR VHQ]D OD SURWH]LRQH GHOO·DUWLFROR DOO·LQL]LRGHOUDSSRUWRGLODYRURH per un numero di anni ancora da precisare. Dopo il passaggio alla Camera dei deputati, dove non si esclude venJDDQFRUDSRVWDODÀGXFLDVSHWWHUjDO JRYHUQR GHÀQLUH ² DWWUDYHUVR XQ GH- creto avente valore di legge ordinaria FKH5HQ]LFRQWDGLIDUDSSURYDUHHQtro il mese di novembre) e il varo (nei mesi successivi) dei decreti delegati attuativi – come sarà concepito questo nuovo contratto, come saranno modiÀFDWLJOLDOWULFRQWUDWWLSUHFDULHJOLDPPRUWL]]DWRULVRFLDOLHFRVDDFFDGUjQHO FDVRGLOLFHQ]LDPHQWLLOOHJLWWLPLDFFHUtati dal Tribunale. Città Nuova - n. 20 - 2014 9 JOBS ACT, COME CREARE LAVORO? F. Cimaglia/LaPresse At t ualità ,QWDQWR 5HQ]L ID LO ELODQFLR IUD L dissensi provenienti nel Paese da parti del mondo politico (non solo GDL EDQFKL GHOO·RSSRVL]LRQH H GD SH]]LGHOPRQGRVLQGDFDOHHLFRQVHQVL FKH DUULYDQR GDOO·HVWHUR /D PLQRUDQ]D3GFKLHGH©FRUUHWWLYLSHU migliorare il ddl e renderlo meno generico su alcuni punti, tra cui quello VXOOD VHPSOLÀFD]LRQH GHOOH IRUPH FRQWUDWWXDOLªSHU)RU]D,WDOLD©LOJRYHUQR 5HQ]L H OD VXD PDJJLRUDQ]D sono nel caos più totale. Emergono evidenti le diverse anime all’interno GHO 3G H GHOOD PDJJLRUDQ]Dª H SHU LO06GDOSDOFRGHOODNHUPHVVHGHO Circo Massimo, «il ddl si migliora cercando di creare più tutele per chi attualmente ha un lavoro, e poi uscendo dalla logica che più precaUL]]LSLFUHLODYRURª6HQ]DFRQWDUH L SHVDQWL JLXGL]L YDOXWDWLYL HVSUHVVL GDOOD &DPXVVR H GD /DQGLQL FRQ OD PDQLIHVWD]LRQHGLSLD]]DDQQXQFLDWD per il 25 ottobre. Per contro, l’Ocse «si congratula per la riforma», il presidente uscente della Commissione europea -RVH 0DQXHO %DUURVR GHÀQLVFH LO Jobs Act «una riforma coraggiosa, 10 Città Nuova - n. 20 - 2014 Luigi Angeletti, Annamaria Furlan e Susanna Camusso, il fronte sindacale nel dibattito su articolo 18 e Jobs Act non è coeso. importante e di grande impatto sulla competitività dell’economia italiana», e per la cancelliera Angela 0HUNHO ©FRQ LO -REV$FW O·,WDOLD VWD facendo un passo importante, perché VXO IURQWH GHOO·RFFXSD]LRQH VL GHvono eliminare le barriere presenti nel mercato del lavoro e l’Italia sta cercando di fare questo». Ma l’assist SLULOHYDQWHD5HQ]LDUULYDGDOSUHsidente della Banca centrale europea Mario Draghi, che, in un intervento pronunciato a Washington, ad un diEDWWLWR GHOOD %URRNLQJV ,QVWLWXWLRQ si dice favorevole alla riforma del governo, affermando di non credere che la revisione delle regole del lavoro in Italia si tradurrà in massicFL OLFHQ]LDPHQWL SHUFKp ² VSLHJD ² «dopo anni di recessione, e tassi di GLVRFFXSD]LRQH HOHYDWL OH LPSUHVH che hanno voluto o dovuto licen]LDUH OR KDQQR JLj IDWWRª$ VFDQVR di equivoci, Draghi tiene tuttavia a precisare che «deve essere più faciOHSHUOHD]LHQGHDVVXPHUHLJLRYDQL QRQ OLFHQ]LDUOLª H DPPRQLVFH ©,Q Europa i politici che non aumenteranno i posti di lavoro verranno puniti dall’elettorato dei propri Paesi». Il problema nodale, dunque, rimane quello di creare nuove opSRUWXQLWj ODYRUDWLYH 6u PD FRPH" Un primo livello (elementare) di risposta è legato a ciò che richiedoQR SHU LQFUHPHQWDUH SURGX]LRQH HG RFFXSD]LRQHVLDO·LPSUHQGLWRULDLWDliana che anche gli investitori straQLHUL VRSUDWWXWWR XQD ULGX]LRQH GHOOD SUHVVLRQH ÀVFDOH FRVWL HQHUJHWLFL comparabili a quelli degli altri Paesi HXURSHLXQDEXURFUD]LDSLVQHOODH veloce, tempi certi per il pagamento dei crediti da parte delle pubbliche DPPLQLVWUD]LRQL VHUYL]L HIÀFLHQWL Tutti punti deboli del nostro sistema. Un secondo livello di risposta emerge dalle proposte di politica economica, corredate da stime sulOH SRVVLELOL ULFDGXWH RFFXSD]LRQDOL SURYHQLHQWL GDOOH DVVRFLD]LRQL GDWRULDOL GDL VLQGDFDWL H GD LVWLWX]LRQL GL YDULD QDWXUD 6HFRQGR OH VWLPH GHO &HQWUR VWXGL GL &RQÀQGXVWULD del Cer (Centro Europa ricerche) GHOOD &JLO GHOO·$QEL $VVRFLD]LRQH QD]LRQDOH ERQLÀFKH H LUULJD]LRQH GL /HJDPELHQWH VDUHEEH SRVVLELOH OD FUHD]LRQH GL PLOD QXRYL impieghi, in un biennio, attraverso il pagamento dei debiti della pubblica DPPLQLVWUD]LRQHODULGX]LRQHGHOO·,rap e una sforbiciata alle aliquote contributive, la lotta al dissesto idroJHRORJLFR H OD PHVVD LQ VLFXUH]]D delle 2.943 aree a maggior rischio QHO 3DHVH LQ XQ WHUULWRULR FRVu VRJgetto a frane, alluvioni e sismi come TXHOOR LWDOLDQR O·DWWXD]LRQH GHOOD GLUHWWLYD HXURSHD ´µ UHFHpita anche dal nostro Paese, sull’efÀFLHQ]D HQHUJHWLFD GHOOH DELWD]LRQL private e delle industrie. Marco Fatuzzo ANCHE I SASSI PENSANO Ping Pong di Vittorio Sedini Città Nuova - n. 20 - 2014 11 Paesi fantasma QUESTA RIFUGIATA DA KOBANE È SENZA PATRIA Kurdistan, dove sei? 12 Città Nuova - n. 20 - 2014 L. Pitarakis/AP D el Kurdistan si parla da sempre, perché è la terra promessa di un popolo che non riesce a trovare un luogo dove posare il capo. Il fatto è che il territorio da loro abitato si situa in una delle zone geostrategiche più sensibili esistenti, tra Siria, Turchia, Iraq e Iran. Una regione montuosa e desertica, diventata negli ultimi anni appetibile per il petrolio che pare un mare sotterraneo. I curdi, dopo anni di continuate e violente proteste – celebre quella del leader del Pkk Ocalan –, nel dopoguerra iracheno, a partire dal 2003, hanno cercato pragmaticamente di costruire di fatto un loro Stato autonomo, seppur sotto il vessillo di Baghdad, con città principali Mosul ed Erbil. Una zona che è stata scelta anche dai cristiani iracheni per rifugiarsi fuggendo da città più pericolose. Di Kurdistan si è tornato a parlarne per l’offensiva dell’Isis che ha provocato circa 300 mila profughi curdi riversatisi verso la confinante Turchia, che però li ha sempre visti come il fumo negli occhi. I raid aerei degli Usa e dei suoi alleati non riescono a fermare l’offensiva dell’Isis mentre i turchi esitano ad intervenire per poter giocare di rimessa e presentarsi come i salvatori dei curdi per meglio controllarli. Nella zona chi ci rimette sono ancora e sempre i più poveri tra i curdi. Michele Zanzucchi P r i m Aot t pu ai lai nt ào PIAGHE DEL XXI SECOLO di Carlo Cefaloni I l vero scandalo è l’indifferenza. Partiamo da un esempio banale. Durante un programma televisivo di per sé misurato e gradevole, come Tale e Quale Show su Rai Uno, due noti uomini di spettacolo hanno ironizzato sulla popolazione notturna della via Salaria, a Roma. Ma anche la mattina si possono incontrare prostitute nei campi che circondano il santuario del Divino Amore nella stessa capitale. Degrado umano Ditemi, che c’è da ridere? Di fatto nel Bel Paese esiste ed è diffusa la riduzione in schiavitù. A cielo aperto, nelle periferie degradate come nelle zone più isolate, o dentro spazi comunque riconoscibili, esseri umani, prevalentemente donne, subiscono violenze degradanti senza che arrivi un intervento liberatorio dall’oppressione. Fioccano, invece, prese di posizione urgenti per “ripulire le strade” e ripristinare il decoro urbano. Magari regolarizzando il “mercaWRµ SHU HVWUDUUH GDO ÁXVVR GL GHQDUR in circolazione, una porzione per le sempre più magre casse dello Stato. Già l’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha pensato bene di adeguare il conteggio della ricchezza nazionale LA TOLLERANZA DELLA SCHIAVITÙ IN ITALIA SI PARLA DI LEGALIZZARE E TASSARE IL SISTEMA DELLA PROSTITUZIONE INVECE DI DESTINARE RISORSE PER CONTRASTARE L’ODIOSO CRIMINE DELLA TRATTA DEGLI ESSERI UMANI 14 Città Nuova - n. 20 - 2014 D. Leone/LaPresse (Pil) ai parametri europei (Eurostat) introducendo nel conteggio il valore SUHVXQWR GHOOH DWWLYLWj FRPH ©WUDIÀco di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando (di sigarette o alcol)». Avremo così, a partire dal 2014, un balzo del Pil che taluni stimano addirittura al 16 per cento (circa 260 miliardi di euro) che rimarrebbe comunque invariato con lo spostamento dell’attività delle nuove “case chiuse” dall’illegale al “legale” con un monitoraggio sanitario utile per i clienti e i loro familiari. È un vecchio cavallo di battaglia del partito radicale che, coerentemente con la visione individualista “liberal-liberista e libertaria” vuole una legge che riconosca come attività commerciale «la prestazione di servizi sessuali e remunerati tra persone maggiorenni consenzienti». In tal senso si muove la proposta referendaria della Lega intenzionata a far pagare le tasse alle prostitute che «esercitino la professione lontano Adriani/LaPresse Sopra: Via Crucis contro la prostituzione e la tratta delle donne proposta dall’associazione Giovanni XXIII. A des.: scena consueta sulle strade delle periferie urbane. Città Nuova - n. 20 - 2014 15 Primo piano LA TOLLERANZA DELLA SCHIAVITÙ dalle strade, in luoghi sicuri e delimitati a norma di legge». In tal modo si offrirebbe «più sicurezza e tutela per chi esercita questa attività» e si combatterebbe «la criminalità, la tratta e lo sfruttamento». Il ragionamento non è così lontano dal pensare comune e, in suo soccorso, arriva la legalizzazione dei “servizi della prostituzione” introdotta in Germania. D’altra parte, udite udite, la proposta si trova già nel piano di rinascita nazionale della loggia P2 di Licio Gelli. Il documento, datato 1976, andrebbe riletto attentamente su più capitoli; ma è sul modello di città che occorre prestare attenzione perché quando alcuni sindaci si dicono a favore dei quartieri a luci rosse confessano, di fatto, di non riuscire a gestire il territorio con il proliferare di periferie dove crescono i luoghi dello scarto (slot city, sex city, campi nomadi, deSRVLWLGLULÀXWLHFHQWULSHULPPLJUDWL accanto ad abitazioni esclusive dotate di guardiania e un centro storico offerto come cartolina per i turisti. La miseria del libero consenso Il «libero consenso tra adulti FRQVHQ]LHQWLªqODIRJOLDGLÀFRFKH serve a coprire le situazioni di profonda diseguaglianza e povertà. Il problema della prostituzione esplose ad esempio a Torino, come ricorda il Gruppo Abele, negli anni Ottanta, durante la prima applicazione della cassa integrazione a tappeto: «“Lo facciamo per portare soldi a casa senza dover rubare”, dicevano imbarazzati quei signori di mezz’età che si rivolgevano a chiedere aiuto perché non ce la facevano più a vivere in quel modo». I circoli del pensiero iperliberista, invece, come il molWR LQÁXHQWH LVWLWXWR %UXQR /HRQL vedono solo la libertà dell’impresa al di là di considerazioni di «mora- 16 Città Nuova - n. 20 - 2014 lità personale e di fede religiosa» e bollano la lotta che fece la senatrice Merlin nel 1958 contro la schedatura delle prostitute e la loro emancipazione dalla condizione servile come esempio di «collettivismo totalizzante». Così il dibattito pubblico al festival di economia di Trento del 2011 ha visto il prevalere della tesi a favore della tassazione e legalizzazione della prostituzione con una maggioranza del 69 per cento del voto dei presenti, per lo più studenti universitari. Un dato che sembra confermare la tesi di chi vede in certi studi, infarciti di modelli matematici apparentemente infallibili, la scomparsa della percezione «del volto e della ferita dell’altro» come del buon senso. Le migliori ricerche a livello internazionale confermano un dato ovvio: è il disagio economico e la povertà a spingere verso la prostituzione. Bisogna agire su queste cause per sottrarre un numero crescente di persone fragili al dominio della criminalità organizzata. Una società anonima e colpevole si accontenta, invece di creare occasioni di inclusione sociale tramite il ODYRUR GL GHÀQLUH H UHJRODPHQWDUH ipocritamente la vendita delle prestazioni sessuali come lavoro. D. Leone/LaPresse A. Contaldo/LaPresse Una commissione in controtendenza A togliere di mezzo ogni alibi ci ha pensato la Commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere del Parlamento europeo con la relazione Honeyball (dal nome della relatrice, la deputata britannica Mary Honeyball del gruppo socialdemocratico) del febbraio 2014 «sullo sfruttamento sessuale e prostituzione e sulle loro conseguenze per la parità di genere»: «La prostituzione è una violazione dei diritti umani», è scritto. I dati sono agghiaccianti. Il 68 per cento di coloro che la praticano soffrono di disturbi traumatici. La stessa percentuale delle vittime della tortura. Mentre la quasi totalità (95 per cento) ha subito violenza prima di entrare in un mercato brutale che non conosce limiti se non O·DFFXPXOR GL SURÀWWL /D OHJDOL]]D- Una delle iniziative contro la prostituzione messa in atto dalle forze dell’ordine di Roma. Sopra: chiuse tre case d’appuntamento mascherate da centri benessere a Torino. zione risolverebbe il problema? Al contrario, secondo la relazione Honeyball, che prende di mira le cifre del modello tedesco evidenziandone le incongruenze. A cominciare dal fatto che «la criminalità organizzata svolge un ruolo di rilievo laddove la prostituzione è legale» con un EHQHÀFLR VRSUDWWXWWR GHL ©SURWHWWRUL che riescono a trasformarsi in uomini d’affari» che rispondono alOD ORJLFD ÀVLRORJLFD GHO PHUFDWR GL ©PDVVLPL]]DUHLSURÀWWLªGLYHQWDQGR l’ambiente idoneo a far prosperare «i crimini estremamente violenti, la corruzione, la criminalità organizzata e la tratta di esseri umani» incentivati dalle scelte dei Paesi che decidono di «legalizzare l’industria del sesso». Talita Kum C’è chi lotta ogni giorno senza quartiere contro la piaga della tratta di circa 21 milioni di esseri umani nel mondo che vengono usati come merce non solo per scopi sessuali (la prostituzione interessa il 60 per cento del fenomeno), ma anche per lavori usuranti o il prelievo di organi. Esiste un piccolo esercito di suore che hanno formato una rete planetaria (“Talita Kum”) che si è fatta conoscere, con conferenze stampa e comunicati, prima dei Mondiali di calcio disputati in Brasile nel 2013, dato che questi grandi eventi producono un aumento considerevole (tra il 30 e il 40 per cento) di questo tipo di consumo alimentato senza scrupoli anche grazie, come ha precisato la brasiliana suor Gabriella Bottani, «alle campagne pubblicitarie dove le donne vengono prevalentemente presentate come oggetti di piacere sessuale e di consumo all’interno di un sistema socioeconomico centrato sulla logica esclusiva del lucro sulla vita delle persone». Città Nuova - n. 20 - 2014 17 LA TOLLERANZA DELLA SCHIAVITÙ LaPresse Primo piano Così anche l’italiana suor Eugenia Bonetti, presidente dell’associazione “Slaves no more”, invita a considerare la centralità del problema che non è la prostituzione in generale ma «il WUDIÀFR GL HVVHUL XPDQL SHU OR VIUXWtamento sessuale con riduzione delle vittime in condizioni di schiavitù o semi schiavitù», come avviene per le tante immigrate straniere attirate con l’inganno e minacciate non solo direttamente ma con ritorsione verso i familiari rimasti in patria. Le catene sono invisibili ma molto strette. A ÀQH VHWWHPEUH LO &RQVLJOLR G·(XURSD ha censurato l’Italia perché ancora «non ha un piano d’azione nazionale sulla tratta di esseri umani». Una politica contro la schiavitù Ci vorrebbe una task force di intervento pubblico per avvicinare le vittime, capire come aiutarle concretamente e stroncare il giro d’affari GHOUDFNHWFKHFRQWLQXDDIDUHSURÀWWL e investire in attività lecite riuscendo a mimetizzarsi ed esercitare la SURSULD LQÁXHQ]D LQ DOWUL PRGL 0D come sempre, mancano i fondi pub- 18 Città Nuova - n. 20 - 2014 A Roma, multe a prostitute e clienti che esercitano il meretricio in strada. blici e anche le unità di strada messe in piedi dalle associazioni di volontariato di ogni genere stentano ad andare avanti, mentre un certo ceto politico ha offerto un misero esempio di disquisizione sull’“utilizzaWRUH ÀQDOHµ GL SUHVWD]LRQL VHVVXDOL rientranti nel giro della prostituzione con la tendenza, si dice prevalente tra i clienti, ad orientarsi verso le e i minorenni. Una situazione simile a quella svedese secondo Max Waltman, ricercatore presso l’università di Stoccolma, dove è stata introdotta dal 1999 una norma che penalizzando i clienti produrrebbe, secondo la relazione della commissione Honeyball, un effettivo potere deterrente con notevole riduzione del fenomeno e la perdita di interesse dei clan malavitosi. Per l’adozione di un sistema del genere e il varo di un piano nazionale antitratta si spende l’associazione papa Govanni XXIII, attiva sul campo dal 1990 con l’esperienza cominciata da don Oreste Benzi a Rimini da un presupposto preciso («nessuna donna nasce prostituta, c’è sempre qualcuno che la fa diventare») e che ha liberato dalla schiavitù della tratta oltre seimila persone anche grazie ad una sensibilizzazione diffusa come la veJOLD´SHUOHGRQQHFURFLÀVVHµ Non è d’accordo con l’utilità di criminalizzare il cosiddetto cliente il Gruppo Abele, fondato da don Luigi Ciotti nel 1965, che ribadisce l’importanza di applicare effettivamente le leggi vigenti (la Merlin del 1958 e l’articolo 18 del testo unico sull’immigrazione del 1998) che teoricamente permettono di intervenire per uscire dall’inferno della prostituzione forzata. Anche se poi bisogna ammettere che, nei fatti, l’aiuto dello Stato stenta ad arrivare, soprattutto per le donne italiane, se solo si pensa all’occasione di lavoro come percorso di riscatto. In generale manca una regia nazionale per affrontare il problema nella sua complessità. Il dibattito serio sul modello svedese, raccomandato dalla commissione del Parlamento europeo, può essere un banco di prova dell’effettiva volontà di affrontare il ritorno della schiavitù nel nuovo millennio. Ma per arrivare a qualche risultato bisogna ripartire da quello che propone di fare la rete “Talita Kum” a quella parte di società che non vuole restare complice di un delitto odioso contro la dignità umana: acquisire competenze per riconoscere, identiÀFDUH H GHQXQFLDUH OH GLYHUVH VLWXDzioni di tratta di essere umani. Carlo Cefaloni ALCUNI SITI PER APPROFONDIRE www.slavesnomore.it www.apg23.org http://www.gruppoabele.org www.europarl.europa.eu/ NOBEL di Giulio Meazzini Attualità UNA NUOVA LUCE G Anche la storia di questa invenzione è interessante. La prima idea di emissione di luce tramite semiconduttore fu proposta da Henry J. Round, un collaboratore di Marconi, nel 1907. Nei primi dispositivi reaOL]]DWL DOOD ÀQH GHJOL DQQL &LQTXDQWD IL PREMIO PER LA FISICA A TRE GIAPPONESI INVENTORI DEL LED. UNA RIVOLUZIONE ECOLOGICA ED ECONOMICA PER IL TERZO MILLENNIO E. Kayne/Ap radualmente le nostre case, le strade delle città e gli oggetti che utilizziamo si convertiranno ai led. Il motivo è semplice, conviene: le lampadine D LQFDQGHVFHQ]D LQYHQWDWH DOOD ÀQH dell’Ottocento da Edison) durano FLUFD PLOOH RUH OH ODPSDGH ÁXRUHVFHQWLRQHRQUHDOL]]DWHDOODÀQHGHgli anni Venti del secolo scorso) 10 mila ore, mentre i led (diodo a emissione luminosa) 100 mila ore. Non solo: i led hanno un bassissimo consumo rispetto alle altre lampade, perché l’energia elettrica viene convertita direttamente in fotoni luminosi tramite un semiconduttore, senza passare per il riscaldamento GHO ÀODPHQWR FRPH QHOOH YHFFKLH lampadine a incandescenza, che sprecavano in calore venti volte più HQHUJLD 8QD HIÀFLHQ]D HQHUJHWLFD che, tra l’altro, è in costante miglioramento. Ancora: la luminosità di un led è senza paragoni. Il record attuale è di ben 300 lumen per watt. Per ora. Se poi consideriamo che un quarto dell’energia elettrica consumata nel mondo è dovuto all’illuminazione, si capisce l’enorme risparmio possibile grazie alla diffusione dei led e il vantaggio per l’ambiente. Una vera rivoluzione è quindi in corso nei lampioni delle strade, nell’illuminazione delle nostre case, nei computer, nei cellulari e così via. Le lampade a led (dall’inglese light-emitting diode) sono utilizzate già su vasta scala, dai nostri cellulari ai grandi impianti sportivi. si riusciva a produrre solo luce rossa, poi verde. Ma per produrre luce bianca mancava il diodo a luce blu (rosso+verde+blu=bianco). Nonostante gli sforzi di industrie, laboratori e ricercatori di tutto il mondo, non sembrava possibile arrivare al risultato. Solo la testardaggine dei tre giapponesi – Isamu Akasaki e Hiroshi Amano dell’università di Nagoya e Shuji Nakamura dell’università GL 6DQWD %DUEDUD LQ &DOLIRUQLD ² QHOO·LQVHJXLUH ©XQ VRJQRª KD LQÀQH portato nel 1992 al risultato tanto atteso. Trent’anni di impegno per un’impresa che sembrava impossibile. Da qui il premio Nobel per la ÀVLFDDLWUHULFHUFDWRUL «Un’invenzione di grandissimo EHQHÀFLR SHU O·XPDQLWjª KD FRPmentato la commissione del premio, proprio come voleva Alfred Nobel quando, nel 1895, scrisse il suo famoso testamento nel quale istituiva il riconoscimento alle persone che DSSRUWDQR ©FRQVLGHUHYROL EHQHÀFL all’umanità». Città Nuova - n. 20 - 2014 19 Attualità «L a mia è una scommessa di fede giusta. Voglio dimostrare che il Vangelo funziona quando adoperiamo braccia e cuore con intelligenza senza risparmiarci dal sudore». Vincenzo Linarello, a capo di Goel, il consorzio sociale che lavora in terra di ‘ndrangheta, sa che il riscatto e il lavoro buono costano fatica e che demolire il progetto messo in piedi da criminalità e massoneria per lasciare la Calabria in perenne stato di precarietà costa attentati ai raccolti e alle attività. «La ‘ndrangheta non è cattiva: è inutile – prosegue –. Le nostre 12 imprese e cooperative dimostrano che l’etica costituisce un vantaggio competitivo». Il coraggio di Vincenzo ha calamitato l’attenzione e i capitali di Marco e Matteo Cabassi, immobiliaristi milanesi (vedi Città Nuova n. 18/2014 p. 8), che gli hanno of- 20 Città Nuova - n. 20 - 2014 LUOGHI DI NOVITÀ di Maddalena Maltese LE STORIE BELLE DELL’ITALIA AZIENDE ETICHE, GENTE DI TALENTO, SCELTE DI BENE COMUNE: IL NOSTRO PAESE NON SI È ANCORA ARRESO. PAROLA DI LOPPIANOLAB ferto nel cuore della capitale della moda un punto espositivo per le creazioni dell’atelier Cangiari, prodotWH LQWHUDPHQWH FRQ ÀODWL ELRORJLFL ©3HU QRL VRVWHQLELOLWj VLJQLÀFD GDUH a tutte le nostre attività un cuore», spiega Matteo, che non nasconde di guardare al coraggio di Goel tutte le volte che la crisi e la burocrazia aggrediscono le sue imprese: «Se ce l’ha fatta Vincenzo, possiamo farcela anche noi». A LoppianoLab succede anche questo: rapporti di reciprocità tra imprese e tra Nord e Sud di un Paese ÀQDOPHQWHQRQGLYLVRGDO3LOPDFRQ un progetto comune di innovazione. Il laboratorio per l’Italia, ideato dal gruppo editoriale Città Nuova, dal Polo Lionello Bonfanti, dall’istituto universitario Sophia e dalla cittadella di Loppiano, taglia il nastro della quinta edizione e sorprende per le adesioni, tremila partecipanti, per la continuità dei progetti (Slot Mob, la mobilitazione contro l’azzardo, lanciata lo scorso anno ha coinvolto 60 città e ora punta a 100), per l’indagine su fenomeni sociali rilevanti (gender e intercultura), per il dialogo tra mondo laico e cattolico (Umberto Galimberti e Piero Coda si sono confrontati sull’attualità di Agostino); per gli spazi di partecipazione capaci di far incontrare cittadini e buona po- Renzi alla festa per il 50° di Loppiano; in basso e a fronte, momenti di LoppianoLab al Polo Lionello con gli imprenditori e all’auditorium col filosofo Galimberti, il direttore di Avvenire, Tarquinio e il teologo Coda. Una domanda al presidente del Consiglio Qual è la mappa di Matteo Renzi per l’Italia? «In questo momento è molto difficile capire se la mappa parte dalla cultura, parte dall’educazione o parte dai valori. Nelle priorità dei cittadini parte dal lavoro perché c’è una situazione di crisi profondissima e di disperazione in alcune fette di popolazione. In particolar modo penso al più del 40 per cento di giovani che sono disoccupati e a quelle fasce di popolazione sopra i 50 anni che quando perdono il lavoro non lo ritrovano. Viene naturale dire che la priorità è il lavoro, però l’Italia non può affrontare il mondo del lavoro senza una scommessa educativa, culturale più grande: credo, allora, che questi temi vadano presi insieme. «La mappa del futuro dell’Italia parte innanzitutto dalla scuola, perché cambiare la scuola sarà decisivo per riuscire a cambiare il Paese nei prossimi dieci anni. La mappa parte anche da tutte le riforme che abbiamo messo in campo nella giustizia, nella pubblica amministrazione, per dare più semplicità, come per la Costituzione e la legge elettorale. Ma poi conta la concretezza e l’immediatezza per dare una risposta alle tante famiglie che vivono con difficoltà la fine di un modello economico e ancora non vedono bene il loro futuro. Finalmente dopo tanti mesi l’occupazione torna a salire, si registrano più 80 mila posti di lavoro, ma ne abbiamo persi un milione. Quindi questa è la vera sfida e la vera scommessa: il lavoro». Città Nuova - n. 20 - 2014 21 At t ualità LE STORIE BELLE DELL’ITALIA Prospettive Le tre parole di LoppianoLab Cultura: LoppianoLab fa cultura, perché aiuta l’umanità a “coltivare” il proprio essere, conoscendolo meglio e accompagnandolo nella sua crescita, ma cultura anche nel senso sempre etimologico di “prendersi cura” dell’interezza della persona umana e di sostanziarla di sapienza. Laboratorio: LoppianoLab è assolutamente un laboratorio, bozzetto di una società in cui si lavora “insieme” per comprendere meglio le questioni sfidanti per il Paese, per accogliere la pluralità dei punti di vista, per sperimentare che le cose vanno meglio quando con umiltà si condividono, quando non ci sono maestri e discenti, ma una comunità che continuamente si educa e si scopre forza, enérgheia, energia capace di trasformare le cose, la società, le istituzioni. Il regista Pupi Avati, intervistato dal giornalista di Rai 3 Gianni Bianco, è intervenuto sull’importanza dei talenti e della vocazione personale non solo nel cinema ma nella società. litica, giovani alle prese con l’emergenza occupazionale e professionisti come Pupi Avati e Fernando Muraca, che hanno scommesso sul talento, capace ancora oggi di creare lavoro e offrire bellezza grazie al cinema. “Una mappa per l’Italia”, titolo di questa quinta edizione, diventa un viaggio dentro un Paese, poco alla ribalta ma di radici solide e diffuse, che non si è arreso alle zampate della crisi, prima dell’etica e dei valori e poi dell’economia. Anzi, conoscendo in profondità le storie di chi siede sul palco o interviene in platea o progetta e dibatte nei 15 laboratori aperti, il dolore è il terreno fertile che ha visto germogliare impensate novità come la cooperativa L’Arcolaio di Giovanni Romano, che dentro il carcere di Siracusa ha fatto nascere una pasticceria e un servizio di catering gestiti da detenuti, che “evadono” ogni giorno grazie al lavoro esterno. 22 Città Nuova - n. 20 - 2014 Società civile: è evidente che centrale in questa esperienza non è l’individuo, ma la comunità o, per dirla con un’espressione emersa a LoppianoLab, il “luogo relazionale” che siamo. Una società relazionale aiuta ad analizzare meglio i talenti e le risorse personali, è luogo di fiducia perché luogo in cui la relazione è ontologica (riguarda cioè il nostro stesso essere e stare al mondo) e può proprio per questo, correttamente, definirsi civile. Luca Gentile - direttore Città Nuova editrice L’atavica disoccupazione dell’Abruzzo ha suscitato in Ornella Seca, titolare di varie agenzie assicurative, il progetto di estendere a tutto il versante adriatico l’esperienza di un Consorzio assicurativo etico e solidale. Anche le storie in video dei 50 imprenditori della Virtual Expo, installata al Polo Lionello, testimoniano quanto «la sofferenza è amore civile creativo – per dirla con l’economista Luigino Bruni, che proprio alle periferie consegna la palma dell’innovazione – perché è la fame di vita di un popolo che fa rinascere l’economia, il buono e il bene di un Paese». La particolarità di LoppianoLab resta quella di non essere un laboratorio asettico, ma una fucina inserita in una città, Loppiano, che sulla SHOOH VSHULPHQWD OH VÀGH GHOO·LQFXOturazione (800 gli abitanti di 64 nazioni), delle aziende che chiudono, come accaduto all’Azur, o che devo- no reinventarsi, come la cooperativa Loppianoprima. Il 4 ottobre si è dato inizio ai festeggiamenti per il 50° della sua fondazione e il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è intervenuto per «portare la stima, la vicinanza, l’amicizia delle istituzioni», insistendo sul compito di questa intuizione nata dal carisma di Chiara Lubich: «Essere luogo in cui si vive, VLVHPLQDHVLFRVWUXLVFHODÀGXFLDª «Una città, scuola di vita per far riVSHUDUHLOPRQGRªO·KDGHÀQLWDLQYHce papa Francesco, nel videomessaggio giunto a sorpresa, accompagnato dall’augurio di «guardare avanti semSUHGLSXQWDUHLQDOWRFRQÀGXFLDFRraggio, fantasia. Niente mediocrità». Inattese e sorprendenti le piste disegnate a più riprese sulla mappa 2014 di LoppianoLab: alcune sono strade EDWWXWHDOWUHVRQRVROFKLGHÀQLWLTXDOcuna è appena una timida traccia. La carta però c’è. Serve partire. Maddalena Maltese À COME PUBBLICITÀ di Raffaele Cardarelli Fa m ig l ia e s o c ie t à Fa m ig l ia e soc ie t à Diffondere il bene «L’immaginazione è più importante della conoscenza». (A. Einstein) N ell’ultima puntata di questa rubrica (Città Nuova n. 17) abbiamo visto perché ogni sistema umano necessiti di un modello di riferimento, di una religio SHULQÁXHQ]DUHHPXRYHUH i comportamenti di grandi masse di popolazione verVR RELHWWLYL SUHGHÀQLWL L’obiettivo della crescita economica ad ogni costo, agognata dalla Borsa e dalla società neoliberista, si può ottenere proponen- Attraverso ogni media per una svolta culturale do una religio acritica; i ´VDFHUGRWLµ SL HIÀFDFL per diffondere questa religio sono i grandi comunicatori dei media, ormai diffusi capillarmente su tutto il globo. Questa religio-per-l’economia, anziché per l’essere umano, sta causando una progressiva e paradossale infelicità anche e soprattutto nei Paesi dove il reddito pro-capite è più elevato. La causa di questa infelicità diffusa è il disorientamento provocato dalla perdita di solidi riferimenti sociali – uomodonna, educatore-alunno, %HQH0DOHJHQLWRUHÀJOLR – che non sono stati sostituiti, ma soltanto messi in discussione. Infatti, per diffondere un crescente benessere economico ad una parte del pianeta, questa religio consumista necessita di una condizione essenziale: che l’“altra parte” – quella più debole economicamente o militarmente – consenta (con le buone) o subisca (con le cattive) lo sfruttamento delle proprie risorse materiali e umane. Come è possibile trasmettere una svolta culturale, trasmettendo una religio tesa al Bene Comune, anziché al Benissimo di pochi? Soltanto in un modo, a mio avviso: diffondendo attraverso i media, in particolare i VRFLDO PHGLD L ÀOP OH iniziative, le comunicazioni coerenti con la nostra religio. Nell’aprile del 2010, Felix Kjellberg, un giovane svedese di 21 anni, aprì un proprio canale su YouTube, dal quale commentava i videogiochi più popolari con lo pseudonimo di “Pewdiepie” (dal nome di un noto videogioco svedese). Nel 2013 Pewdiepie divenne il canale più sottoscritto su YouTube, con 19 milioni di abbonati e 1,3 miliardi di visualizzazioni video. Le iniziative come Slot Mob VRQR ÀDPPHOOH FKH SRtranno trasformarsi in un LQFHQGLREHQHÀFRTXDQGR il comunicatore che si nasconde in ciascuno di noi, navigando nel web, saprà diffonderle al proprio pubblico. Italia, popolo di santi, poeti e (sempre più) navigatori… [email protected] Città Nuova - n. 20 - 2014 23 Fa m ig l ia e soc ie t à TECNOLOGIA di Sara Fornaro Mamma, mi compri il tablet? O 24 Città Nuova - n. 20 - 2014 Le richieste dei bambini cominciano dalla tenerissima età. Come rispondere? I consigli dei pediatri F. Zwicky/Ap rmai, è uno degli oggetti del desiderio più ambiti dai bambini. È il tablet, sempre più utilizzato per leggere, lavorare e svagarsi. Ce ne sono di tutti i tipi e, naturalmente, per tutte le età. Ma quando LQRVWULÀJOLULXVFLUDQQRDG ottenere il proprio, sospirato, tablet? Molto dipenGHGDOODFDSDFLWjGHOVLVWHma nervoso dei genitori di resistere alle loro pressanti implorazioni. '·DOWUD SDUWH FRQIXVL GD SDUHUL GLYHUJHQWL FRQ VWXGLRVL FKH LSRWL]]DQR un ruolo positivo di queVWL DSSDUHFFKL HOHWWURQLFL QHOOR VYLOXSSR FRJQLWLYR GHLEDPELQLHPHGLFLFKH LQYHFH QH WHPRQR HYHQWXDOL HIIHWWL QHJDWLYL VHPpre più spesso le mamme H L SDSj QRQ VDQQR FRPH FRPSRUWDUVLHTXDVLVHQ]D DFFRUJHUVHQH VL ULWURYDQR FRQXQWDEOHWWUDOHPDQLH delle regole da stabilire. 6WDQGR DOOH ULFHUFKH FRQGRWWHLQYDUL3DHVLQRQ qDQFRUDSRVVLELOHVWDELOLUH FRQ FHUWH]]D VH O·XWLOL]]R GHO WDEOHW PD DQFKH GHOOR VPDUWSKRQH IDFFLD PDOH Ë FHUWR SHUz FKH OD VHdentarietà, nei bambini, SXz SURYRFDUH REHVLWj QRQFKp DXPHQWDUH LO ULVFKLR GL GLDEHWH GL WLSR PDODWWLH FDUGLRYDVFRODUL H LFWXV4XHVWHDSSDUHFFKLDWXUH HOHWWURQLFKH WXWWDYLDSRVVRQRRIIULUHDQFKH molte opportunità: basti I nuovi computer portatili possono aiutare i bambini autistici ad esprimersi meglio, come nel caso di Grady, tre anni, che nella foto abbraccia la mamma Tara. SHQVDUHDOUXRORFKHVYROgono per l’istruzione dei EDPELQLQHL3DHVLLQYLDGL sviluppo. A guardare i numeri, peUz VL UHVWD LPSUHVVLRQDWL 5LIDFHQGRVL DO 5HJQR 8QLWRLULFHUFDWRULKDQQRLQIDWWL FDOFRODWR FKH XQ EDPELQR FKH QDVFH RJJL D VHWWH DQQL DYUj WUDVFRUVR XQ DQQR GHOODVXDYLWDRUHVX GDYDQWL D XQ FRPSXWHU XQ tablet, alla tv o a un videRJLRFR$DQQLJOLDQQL saranno addirittura tre. In Italia molti mediFL FRQVLJOLDQR GL YLHWDUH O·XVR GHOOR VPDUWSKRQH H GHO WDEWOHW DL EDPELQL FRQ PHQR GL GLHFL DQQL 4XHVWR SHUFKp VSLHJDQR JOL VSHFLDOLVWL GHOOD 6RFLHWj italiana di pediatria preYHQWLYD H VRFLDOH O·XWLOL]]R FRVWDQWH H SUROXQJDWR GHO FHOOXODUH R GL DOWUL VWUXPHQWLHOHWWURQLFLVLPLOL CITTADINANZA di Carlo Cefaloni SXz SURYRFDUH LVRODPHQto, aggressività, perdita di FRQFHQWUD]LRQH HPLFUDQLD e insonnia. 6H SHUz VL DFTXLVWD XQ tablet al proprio bambiQR PHJOLR GLVFRQQHWWHre Internet, per evitare brutte sorprese e perdite di denaro. Non solo. SeFRQGR TXDQWR GHQXQFLDto da Simone Feder, del movimento No-slot, tra OHPLJOLDLDGLDSSOLFD]LRQL FKH FRQWULEXLVFRQR D GLIIRQGHUHODFXOWXUDGHOJLRFR G·D]]DUGR FH QH VRQR GHFLQHFKHVLULYROJRQRDL EDPELQL FRQ VORW PDFKLQHFKHFRQVHQWRQRGLYLQFHUH FDVFDWH GL PRQHWLQH FRQFXLDFTXLVWDUHFLzFKH QHO JLRFR QRQ VL q ULXVFLWL D FRQTXLVWDUH 0HJOLR YLJLODUH FRQ DWWHQ]LRQH dunque! Sarebbe poi importante stabilire un tempo di utilizzo (e rispettarlo!), VFHJOLHUHFRQFXUDDSSOLFD]LRQLFRVWUXWWLYHDGHJXDWHDOO·HWjGHOSURSULRÀJOLR H JLRFDUH FRQ OXL 2JQL bambino dovrebbe poi traVFRUUHUH RJQL JLRUQR DOmeno una o due ore all’aULD DSHUWD IDFHQGR VSRUW R JLRFDQGR FRQ JOL DPLFL (veri, non virtuali). E non GLPHQWLFKLDPRFKHDQFKH VH XQ WDEOHW SXz RIIULUH tante opportunità, non potrà mai sostituirsi alle attiYLWjPDQLSRODWLYHFRPHOH FRVWUX]LRQLFKHLQVHJQDQR DLSLFFROLDVYLOXSSDUHDELOLWj VSD]LDOL H FRJQLWLYH D PXRYHUVL FRUUHWWDPHQWH QHOORVSD]LRDQRQVRIIULUH GLYHUWLJLQLHDFRQFHQWUDUsi meglio. Delibere di iniziativa popolare «Si partecipa alle elezioni comunali ma, a urne chiuse, l’impegno ÀQLVFH&KHIDUH"ª Antonio - Roma &RPHGLFRQRLIDXWRULGHOO·HFRQRPLDFLYLOHOHVWUXWWXUHGHOOHD]LHQGH UDSSUHVHQWDQRLOOXRJRGRYHVLFRQWLQXDQRDGDQQLGDUHUDSSRUWLGL WLSRIHXGDOHËSUHRFFXSDQWHSHUFLzODWHQGHQ]DGHOSRWHUHSROLWLFR DLPSRUWDUHQHOODJHVWLRQHGHOEHQHSXEEOLFRPRGHOOLFKHGHULYDQR GDLFRQVLJOLGLDPPLQLVWUD]LRQHGHOOHVRFLHWj6LULVFKLDGLULGXUUHOD SDUWHFLSD]LRQHDOPRPHQWRGHOOHHOH]LRQLODVFLDQGRFKHVLDODEXRQD YRORQWjGHOJRYHUQDQWHDFRQFHGHUHVSD]LIRUPDOLGLFRQVXOWD]LRQH 1HVVXQSURJHWWRGLOHJJHSRSRODUHQHDQFKHTXHOORVXOO·DFTXDSXEEOLFD DUULYDQHOODGLVFXVVLRQHGHOO·DXODGHO3DUODPHQWR$FFDGHDOORVWHVVR PRGRTXDQGRVLVFDPELDODGHPRFUD]LDLQGXVWULDOHFKHULFKLHGHODUHDOH FRJHVWLRQHGHLGLSHQGHQWLFRQODJHQHULFDEHQHYROHQ]DGHOSURSULHWDULR GHOODVRFLHWj/DVROLWXGLQHHLPSRWHQ]DGHOODYRUDWRUHGLYHQWDFRVuOD VWHVVDGHOFLWWDGLQRFKHDWWHQGH´TXHOORFKHKDQQRGHFLVRLFDSLµRSSXUH ULFHUFDO·DLXWRGHL´QRVWULµSROLWLFL 3HUTXHVWRPRWLYRIHQRPHQLFRPH6ORW0REVRQRLPSRUWDQWLSHUFKp LOJHVWRFROOHWWLYRGLSUHPLDUHXQEDULVWDFKHULÀXWDOHVORWPDFKLQHQHO SURSULRORFDOHqXQDWWRSROLWLFRGLOLEHUD]LRQHGDOGRPLQLRGHOGHQDUR VXOODYLWDGHOOHSHUVRQH8QIDWWRFKHLQGXFHDFDPELDUHQRUPHLQLTXH SUHVHQWDWHFRPHLQDPRYLELOLGDJUXSSLGLSRWHUHWUDVYHUVDOH4XLQGL VHQ]DPHGLD]LRQLRDWWHVHLQÀQLWHJUXSSLGLFLWWDGLQLUHDOPHQWHDWWLYL HUHVSRQVDELOLSRVVRQRSUHQGHUHDOFXQLWHPLFHQWUDOLHSURSRUUHLQ PDQLHUDFUHDWLYD´GHOLEHUHGLLQL]LDWLYHSRSRODULµSUHYLVWHLQPROWL VWDWXWLFRPXQDOLRIDUHLQPRGRFKHWDOHVWUXPHQWRVLDVHPSUHSL GLIIXVR1RQVLWUDWWDGLSUHVHQWDUHJHQHULFKHLVWDQ]HPDGLVFULYHUHYHUH HSURSULSURJHWWLGLGHOLEHUHLQPDWHULHGLFRPSHWHQ]DGHOOD*LXQWDRGHO &RQVLJOLRFRPXQDOH%XRQODYRUR [email protected] Famiglia e società VITA IN FAMIGLIA di Maria e Raimondo Scotto Buongiorno, “tenerezza”! «Scontrandomi ogni giorno con le fragilità di PLR PDULWR H GHL ÀJOL PL sento annullata. Covo una UDEELD LQWHULRUH SHUFKp OL sento indifferenti ai miei ULPSURYHUL 9RUUHL WURYDUH XQD VWUDGD SHU DOOHJJHULUH TXHVWD DWPRVIHUD SHVDQWH nella quale siamo immersi dalla mattina alla sera…». Loredana - Livorno Spesso i continui rimproveri non servono. Di fronte alle inevitabili fragilità di chi ci vive accanto, facilmente scattano giudizi affrettati, critiche, insofferenza e, come con- seguenza logica, nasce una distanza emotiva, una chiusura, una sensazione di solitudine. Queste le tipiche situazioni a catena che spesso caratterizzano le nostre relazioni. Eppure (provare per credere!) c’è un ingrediente che potrebbe bloccare sul nascere questa atmosfera “pesante”: andare alla radice delle fragilità “fastidiose” dell’altro, cercando di coglierne le motivazioni, e poi scegliere di reagire con la tenerezza. Qualche giorno fa un’amica ci ha conÀGDWR ©/D WHQHUH]]D QRQ mi viene spontanea. Nella BAMBINI E MEDIA di Maria Rosa Pagliari Generazioni fragili ©,EDPELQLFKHJXDUGDQRWURSSDWYSRVVRQRFRUUHUH LOULVFKLRGLFUHVFHUHLQVLFXUL"ª Eliana - Frosinone Si potrebbe parlare a lungo su questo tema. I bambini amano guardare la tv anche perchè permette loro di conoscere qualcosa sulla vita e su loro stessi. Mostrando i vari comportamenti senza lasciare nulla al caso, la tv mette in luce quali dovrebbero essere gli atteggiamenti adeguati ai vari contesti che si possono presentare nel corso della vita. Una sorta di addestramento anticipato sul mondo che conferisce al bambino l’illusione di sapere come comportarsi. Però i bambini hanno scarsa consapevolezza che stanno guardando “gli altri” vivere e soffrire le conseguenze di eventuali azioni sbagliate. Il piccolo telespettatore che guarda apprende in un contesto sgravato di ogni respon- 26 Città Nuova - n. 20 - 2014 mia famiglia d’origine era sinonimo di debolezza, di infantilismo; ma quando mi sono convinta che è l’olio buono, indispensabile per gli ingranaggi rela- zionali, l’ho fatta mia, superando ogni pregiudizio». È vero: la tenerezza non è sinonimo di debolezza, di sdolcinature, ma piuttosto di fortezza. Scegliere la sabilità, colpa o timore, senza tutta la fatica e il rischio di sperimentarsi in prima persona. Si può anche ipotizzare che proprio questo stato di leggerezza favorisca l’apprendimento televisivo, perché la tv rende ciò che si impara interessante e al tempo stesso facile in quanWRSULYRGLLPSOLFD]LRQLGLUHWWH/DVFXRODWHOHYLVLYDQRQ è però una scuola di vita reale: ciò che si impara non è costruito sull’esperienza vissuta in prima persona nelle situazioni concrete e nelle relazioni con gli altri. Attraverso la tv il bambino accede al mondo degli adulti prima di essere diventato lui stesso un adulto, si sente grande prima del tempo: anche lui sa quello che gli adulti sanno. Ma gli adulti sanno perché hanno vissuto, sperimentato ed elaborato i fatti della vita, i bambini perché hanno viVWR/RVYLOXSSRGHOO·HVSHULHQ]DHGHOOHFRPSHWHQ]HFKH evolvono gradualmente con la crescita, lascia il posto alla “precocizzazione” delle fasi evolutive, accorciando i tempi della maturazione psicologica, sociale e cognitiva. Il rischio è di far crescere generazioni di persone fragili e insicure, che esprimono arroganza e forza per camuffare l’incapacità di autogestirsi. Anche per tutto ciò è necessaria la costante mediazione degli adulti di quanto viene trasmesso dalla tv. [email protected] LO PSICOLOGO di Pasquale Ionata strada della tenerezza, infatti, esige coraggio, decisa volontà di non lasciarci guidare dai primi impulsi ed emozioni negative per entrare nel mondo dell’altro con rispetto e dolcezza. A volte, facendo attenzione al momento opportuno, potrà essere necessario orientare, guidare, aiutare chi ci sta accanto a migliorare; se le parole usciranno dalla nostra bocca senza rancore e passionalità e senza pretese rapide di cambiamenti, infondendo piuttosto coraggio, non si creeranno barriere e indifferenza. Scrive Giovanna di Chantal che sono più HIÀFDFLOHFRUUH]LRQL©IDWWH con dolcezza viva, cordiale, seria ed amante; perché questa maniera dilata il cuore più di quella che parla e di quella che ascolta, e la rimanda tutta gaia e incoraggiata al bene…» (9ROHUFL FRPH 'LR FL YXRle, Città Nuova). Sarebbe bello iniziare le nostre giornate con un “buongiorno” sereno, con un tono di voce rassicurante, con uno sguardo nuovo! Come aiuta incontrare la tenerezza in uno sguardo! Ci può essere uno sguardo indifferente, concentrato solo sui propri affanni della giornata, ed uno decentrato da sé che ti abbraccia, ti fa senWLUHXQLFRFKHKDÀGXFLDH crede in te. E così, poiché “il buongiorno si vede dal mattino”, i nostri ingranaggi relazionali gireranno con più leggerezza. [email protected] Dichiarare guerra alla guerra ©/DSVLFRORJLDFRPHVSLHJDODFRQYLQ]LRQHGHOODJXHUUD"ª Attilio - Torino Premetto che siamo tutti costretti a creare convinzioni unilaterali dato che DLÀQLSUDWLFLqQHFHVVDULRFKHWXVLDTXHVWDSHUVRQDFRQTXHVWHHTXHVWHDOWUH convinzioni. Ecco perché crediamo nei principi, sapendo sempre (se siamo abbastanza onesti) di avere e credere anche in altri principi. Nella vita però dobbiamo adottare un determinato sistema di convinzioni. Ora, per poterti attenere ad un principio, devi rimuovere gli altri, e in tal caso è possibile che questi scompaiano dalla coscienza. Ma verranno proiettati, e ti sentirai perseguitato dalle persone che hanno punti di vista differenti dai tuoi, o può darsi che li perseguiti tu. Ma nella lotta per la causa giusta userai la cosa stessa contro la quale combatti. Siamo convinti di non volere la guerra, e la proiettiamo. Chi è che fa la guerra, allora? Siamo costretti ad ammettere che siamo noi a preparare la guerra, assetati di sangue, perché in ciascuno di noi alberga un demone tremendo, un istinto che Freud chiamò 7KDQDWRV (pulsione di aggressività o di morte). Allora sarebbe opportuno “dichiarare guerra alla guerra”, come fece Henry Dunant nel XIX secolo. A 30 anni era un ricco banchiere svizzero; il 24 giugno 1859 cambiò tutto. Era stato mandato dal suo governo a parlare con Napoleone III di un accordo commerciale tra gli svizzeri e i francesi, favorevole per entrambi. Ma Napoleone si trovava sulla piana di Solferino per combattere contro gli austriaci. Il banchiere arrivò tardi e la sua carrozza si arrestò su una collina che dava sul campo di FRPEDWWLPHQWR$OO·LPSURYYLVRLQL]LzODEDWWDJOLD'XQDQWULPDVHSLHWULÀFDWR ,OYHURRUURUHYHQQHTXDQGRHQWUzD6ROIHULQRRJQLHGLÀFLRHUDSLHQRGL uomini straziati, feriti, morti. Mosso dalla pietà, rimase in città tre giorni per aiutare. Non fu mai più lo stesso uomo di prima. Negli anni successivi divenne un fanatico sostenitore della pace, premio Nobel nel 1901, fondatore della Croce Rossa e sostenitore alla prima Conferenza di Ginevra della prima legge internazionale contro la guerra, una mossa che avrebbe dato vita alla /HJDGHOOH1D]LRQLHDOOH1D]LRQL8QLWHO·2QXGLRJJL [email protected] Fotog raf ia Erwitt e Gardin: un’amicizia D ifficile trovare qualcuno che non conosca questa istantanea. Anche solo distrattamente ci avrà strappato un sorriso vedendola in qualche negozio di poster, sfogliando riviste o libri fotografici, o su Internet. Appartiene alla serie d’incontri tra i cani e i loro padroni ai quali Elliott Erwitt dava la “caccia” cogliendone le situazioni più buffe e originali fotografando dal basso. Siamo nel 1946. Grande autore della celebre agenzia Magnum, Erwitt, definito “fotografo della commedia umana”, ha firmato molte altre immagini entrate nella nostra memoria collettiva, con soggetti che ricorrono: immagini di bambini, personaggi famosi, scatti pubblicitari, scorci di città, visitatori di musei. All’artista americano la Fondazione Musica per Roma con Contrasto e Fondazione Forma dedica una mostra mettendolo a confronto con un altro grande interprete della fotografia, Gianni Berengo Gardin. Un percorso incrociato di stili, due sguardi partecipi e un legame forte. Un’amicizia fatta di camera oscura, di acidi di sviluppo e di sali d’argento, con una ricostruzione del loro studio: il luogo magico dove tutto avviene e si rivela. Giuseppe Distefano Un’amicizia ai sali d’argento. Fotografie 1950–2014. Roma, Auditorium Expo, fino all’1/2/2015. 28 Città Nuova - n. 20 - 2014 Attualità DIBATTITI di Giulio Meazzini CHI ROMPE NON PAGA LA ROTTURA PROGRAMMATA DEGLI ELETTRODOMESTICI TRA MITO E REALTÀ. LE PROPOSTE DI LEGGE I O WHFQLFR LQWHUYHQXWR SHU YHULÀcare cosa è successo al frigorifeUR ï VROR FKLDPDUOR FRVWD FRPH PLQLPRHXURïGRSRVROLGXH PLQXWL GL SURYH VL DO]D SHQVRVR /R LQFDO]R ©$OORUD"ª 5LVSRQGH ©)RUVH q PHJOLR VH VL PHWWH VHGXWRª +R JLj FDSLWR WXWWR V·q URWWR LO FRPSUHVVRUH H VRVWLWXLUOR FRQ XQR XVDWRFRVWDPHWjGHOIULJRULIHURQXRYRSLODPDQRGRSHUD&KHIDUH"6L SRWUHEEH UDFFRQWDUH HVDWWDPHQWH OD VWHVVDVWRULDSHUODODYDWULFHTXDQGR ODPSHJJLDQRLQPRGRGLVRUGLQDWROH OXFHWWH VXO FUXVFRWWR VLFXUDPHQWH VL qURWWDODVFKHGLQDHOHWWURQLFDLOFHUYHOOR GLJLWDOH GHOOD ODYDWULFH OD FXL VRVWLWX]LRQHFRVWDFRPHPLQLPR HXUR &KH IDUH VRVWLWXLUH OD VFKHGD FROULVFKLRFKHSUHVWRVLURPSDTXDOFKH DOWUR SH]]R YLVWR FKH OD EUHYH JDUDQ]LDqQDWXUDOPHQWHDSSHQDVFDGXWD R DIIURQWDUH OD VSHVD SHU XQ HOHWWURGRPHVWLFRQXRYR" /DUDEELDHODIUXVWUD]LRQHFKHVL SURYDQRLQFHUWLPRPHQWLSRWUHEEHUR DQFKH DXPHQWDUH VH VL FRQVLGHUDVVH FKH D YROWH TXHVWH URWWXUH QRQ VRQR FDVXDOLGRYXWHFLRqDOODVIRUWXQDGHO FRPSUDWRUH EHQVu SURJUDPPDWH GDO FRVWUXWWRUH 9L ULFRUGDWH XQD YROWD TXDQGR XQ IULJRULIHUR R XQD ODYDWULFH GXUDYDQR YHQWL R WUHQWD DQQL" 30 Città Nuova - n. 20 - 2014 %HQH VFRUGDWHYHOR (UDQR L WHPSL in cui gli ingegneri lavoravano con HQWXVLDVPR D FRVWUXLUH PDFFKLQH VHPSUH SL UREXVWH H SHUIH]LRQDWH FHUFDQGR OH VROX]LRQL PLJOLRUL SHU RJQL SURGRWWR 2JJL LQYHFH VHPEUD FKH YHQJDQR SDJDWL SHU IDUH HVDWWDPHQWH LO FRQWUDULR WURYDUH OH VROX]LRQLHLPDWHULDOLGHWHULRUDELOLHGL EDVVD TXDOLWj FKH ´JDUDQWLVFDQRµ OD URWWXUD HQWUR XQ QXPHUR SUHÀVVDWR GLDQQLSRFRGRSRODVFDGHQ]DGHOOD JDUDQ]LD(SLLOSH]]RFKHVLURPSHqSRVWRLQXQDSRVL]LRQHLQFXLq LPSRVVLELOH VRVWLWXLUOR SL q EUDYR O·LQJHJQHUH ËODFRVLGGHWWD´REVROHVFHQ]DWHFQRORJLFDµ FLRq OD URWWXUD SURJUDPPDWD SHU VSLQJHUH LO FRPSUDWRUH D ULDFTXLVWDUH OD PHUFH R FKLDPDUH OD FRVWRVD DVVLVWHQ]D SHU DOFXQL q VROR XQD OHJJHQGD PHWURSROLWDQD SHU DOWUL XQD GHOOH SL RGLRVH FDUDWWHULVWLFKH GHO PHUFDWR VWUXWWXUDWR SHU VIUXWWDUH JOL RWWXVL FRQVXPDWRUL *OL HVHPSL VWRULFL VRQR RUPDL IDPRVL O·DFFRUGR WUD SURGXWWRUL GL ODPSDGLQHQHJOLDQQL9HQWLGHOVHFRORVFRUVR SHUULGXUUHODGXUDWDGLRJQLSH]]RD PDVVLPR PLOOH RUH OD 'X3RQW FKH QHJOL DQQL 7UHQWD FKLHVH DL SURSUL HVSHUWL GL ´LQGHEROLUHµ OD ÀEUD GHOOH FDO]H GL Q\ORQ IDFHQGROH VPDJOLD- Molti rifiuti industriali pericolosi sono smaltiti illegalmente, senza alcun trattamento, nelle discariche del Terzo mondo. UH SL IDFLOPHQWH R OD FODVV DFWLRQ GHO FRQWUR OD $SSOH DFFXVDWD GL XVDUH QHOO·L3RG EDWWHULH FKH GXUDYDQRVRORPHVLHQRQSRWHYDQR HVVHUH VRVWLWXLWH &LFOLFDPHQWH QHOOD VWRULDFLVRQRVWDWLWHQWDWLYLHPRYLPHQWL GL RSSRVL]LRQH D TXHVWR DQGD]]RFRQULVXOWDWLOLPLWDWL 2JJLXQDVSLQWDXOWHULRUHDOGLEDWWLWR YLHQH GDL GDWL VXOO·LQTXLQDPHQWR VHFRQGR O·$JHQ]LD IUDQFHVH SHU O·DPELHQWH QHJOL XOWLPL YHQWL DQQL VRQRPROWRDXPHQWDWLJOLDFTXLVWLGL DSSDUHFFKL HOHWWURQLFL OD PHWj GHL TXDOL QRQ YLHQH ULSDUDWD TXDQGR VL URPSH PD SRUWDWD GLUHWWDPHQWH LQ GLVFDULFD FRQ ULVFKL FUHVFHQWL SHU O·DPELHQWH H OD VDOXWH 7UD O·DOWUR PROWL ULÀXWL LQGXVWULDOL SHULFRORVL GHL 3DHVL DYDQ]DWL ÀQLVFRQR LOOHJDOPHQWHVHQ]DDOFXQWUDWWDPHQWRRULFLFODJJLRQHOOHGLVFDULFKHGHO7HU]R PRQGR VSHFLDOPHQWH LQ$IULFD DOLPHQWDQGRLOWULVWHFRORQLDOLVPRGHOOD VSD]]DWXUD 1HJOL XOWLPL PHVL LQ )UDQFLD VL GLVFXWHPROWRXQDSURSRVWDGLOHJJH FKHSUHYHGHFDUFHUHHPXOWHSHUFKL WUXIID LO FRQVXPDWRUH ©DFFRUFLDQGR LQWHQ]LRQDOPHQWH OD GXUDWD GL XQ SURGRWWRÀQGDOVXRFRQFHSLPHQWRª 1RQ q IDFLOH SHUz GLPRVWUDUH O·LQWHQ]LRQDOLWj H OD PDODIHGH 4XDQGR XQ LQGXVWULDOH SURJHWWD XQ QXRYR SURGRWWR GHYH GHFLGHUH TXDOL PDWHULDOLHSH]]LXWLOL]]DUHGLTXDOHTXDOLWj GXUDWD FDUDWWHULVWLFKH ,O WXWWR SHURWWHQHUHXQSUH]]RÀQDOHGLYHQGLWDDFFHWWDELOHSHULFRPSUDWRULELODQFLDQGRTXDOLWjFRVWRHJXDGDJQR 0D LO FRQVXPDWRUH SUHIHULUj FRPSUDUHXQIHUURGDVWLURFKHGXUDGLHFL DQQLVSHQGHQGRVXELWRPLOOHHXURR DFTXLVWDUH SHU VROL FHQWR HXUR XQ Città Nuova - n. 20 - 2014 31 At t ualità CHI ROMPE NON PAGA Il vecchio iPod del 2003, per il quale la Apple è stata coinvolta in una causa, e le calze di nylon, la cui resistenza alle smagliature è decisa con molta precisione dai produttori. IHUURGDVWLURFKHGXUDGXHDQQLHSRL FDPELDUOR" 6SHFLDOPHQWH LQ TXHVWR PRPHQWR GL FULVL JHQHUDOL]]DWD QRQ VDUjIDFLOHDSSURYDUHODQXRYDOHJJH IUDQFHVHFKHTXDOFXQRKDJLjEROODWRFRPHSRSXOLVWDWired ,Q RJQL FDVR QRQ ELVRJQD JHQHUDOL]]DUH SHUFKp ELVRJQHUHEEH FRQRVFHUH LQ GHWWDJOLR OD VLWXD]LRQH GHOOHVLQJROHGLWWHHGHLPHUFDWLFDVRSHUFDVRSULPDGLJLXGLFDUH3HU HVHPSLRF·qFKLDFFXVDO·(XURSDGL IDYRULUH L YHQGLWRUL GL DXWR FRVWULQJHQGR JOL DXWRPRELOLVWL D URWWDPDUH OH YHFFKLH DXWR WURSSR LQTXLQDQWL DWWXDOPHQWHVLDPRDOOLYHOOR(XUR 0DTXHVWDqXQDEDWWDJOLDVDFURVDQWD SHU OD QRVWUD VDOXWH 3LXWWRVWR O·(XURSDSRWUHEEHLPSHJQDUVLVXOIURQWH GHOO·REVROHVFHQ]D WHFQRORJLFD REEOLJDQGRWXWWLLSURGRWWLDGLFKLDUDUH ´OD GDWD GL URWWXUD SUHYLVWDµ FRPH VL ID SHU JOL DOLPHQWL FRQ OD GDWD GL VFDGHQ]D H VWDELOHQGR LQROWUH XQD 32 Città Nuova - n. 20 - 2014 Le leggi in Europa e in Italia Secondo la Commissione europea esistono già due direttive (99/44 e 2005/29) che possono aiutare nel contrasto all’obsolescenza programmata. La prima permette agli Stati membri di aumentare il periodo di garanzia oltre i due anni minimi previsti. La seconda sanziona il produttore che non avverte il consumatore della durata limitata di un prodotto. Ma evidentemente non sono efficaci se in Belgio e in Francia si discute di leggi ad hoc, mentre sul web è stato addirittura proposto un referendum contro l’obsolescenza programmata. Anche in Italia esiste una proposta di legge (1563) su questo argomento, depositata in Parlamento nel settembre 2013. Tutte queste iniziative hanno alcune richieste in comune: aumento del periodo minimo di garanzia da due a cinque anni (o variabile a seconda del prodotto come in Inghilterra); obbligo per le aziende di rendere disponibili le istruzioni per la riparazione e i pezzi di ricambio per almeno cinque anni dopo l’uscita di produzione del prodotto; eliminazione dell’onere della prova a carico del consumatore, il quale dovrebbe dimostrare che il vizio nel prodotto non è dipeso da un suo errato utilizzo, ma era preesistente; attivazione di corsi di formazione per giovani che vogliano specializzarsi nella riparazione dei beni di consumo; sanzioni per le ditte che attuano politiche scorrette. ´GXUDWD PLQLPDµ SHU TXHL SURGRWWL LQGXVWULDOL GHVWLQDWL DOO·XVR GHO SXEEOLFR,QTXHVWRPRGRLOFRQVXPDWRUH DYUHEEH OD SRVVLELOLWj GL IDUH XQD VFHOWD UDJLRQDWD ELODQFLDQGR SUH]]R HTXDOLWj $O GL Oj GHOOD VROX]LRQH ´SROLWLFDµDOSUREOHPDFKHVSHULDPRWURYL XGLHQ]D DQFKH LQ ,WDOLD YHGL ER[ SRVVLDPRLQWDQWRGDUFLGDIDUHSHUVRQDOPHQWH VLD LQIRUPDQGRFL SULPD GHOO·DFTXLVWR SUHVVR L VLWL FKH IDQQR FRPSDUD]LRQL WUD L SURGRWWL XQ HVHPSLR SHU WXWWL LO VLWR GL$OWURFRQVXPR VLD SHUFKp QR" SURYDQGRO·HPR]LRQHGLWHQWDUHODULSDUD]LRQHGDVROL Giulio Meazzini +STORIE +APPROFONDIMENTI +ATTUALITÀ novità allegato di novembre allegato a questo numero nuovo Da gennaio 2015 il nuovo libretto Passaparola è una rivista a sé e cambia la periodicità da mensile a bimestrale Per riceverlo non è più necessario abbonarsi alla rivista Città Nuova Ti arriverà ogni due mesi con più pagine (112 anziche 64) e un formato più grande Abbonamento annuale 20 euro (18 euro se si è abbonati alla rivista Città Nuova) È disponibile anche in libreria (1 copia 6 euro) CONTATTACI [email protected] - www.cittanuova.it 06.96522.200/201 Attualità TERRA DEI FUOCHI di Aurelio Molè C osa hanno in comune Cristoforo Colombo, Rita Levi Montalcini ed Enzo Gagliardi? Il paragone potrebbe sembrare esagerato e irreverente per i primi due, ma ognuno nel suo campo, nel suo piccolo mondo, mutatis mutandis, può essere un faro che illumina, un sentiero inesplorato, un pioniere innovatore. L’importante è credere al proprio sogno, gettare il cuore oltre l’ostacolo, superare il senso del limite, avere un’anima. È un’intelligenza che cerca di volare, di aprirsi alla continua novità della vita, all’emozione della ricerca. Leggendo il Diario di bordo di Cristoforo Colombo si comprende come ciò che l’ha sorretto, contro i continui tentativi di ammutinamento di una ciurma stremata, contro una terra promessa mera chimera, contro tutte le inevitabili avversità, è stato il sogno di scoprire le Indie «per il cammino di Occidente, attraverso FXL ÀQR DO SUHVHQWH QRQ VDSSLDPR D scienza certa esser passata persona». Allo stesso modo la passione per lo studio del cervello ha portato Rita /HYL0RQWDOFLQLDQRQDUUHQGHUVLÀQR a scoprire l’Ngf, una proteina prodotta dalle cellule nervose che dirige il differenziamento e lo sviluppo. Anche nella nostra vita quotidiana, senza mai diventare noti navigatori o scienziati, possiamo divenire catalizzatori di piccole rivoluzioni culturali. Enzo Gagliardi, originario di Cancello Scalo, nel casertano, scenografo di produzioni italiane e internazionali, un giorno, superati gli “anta”, si è interrogato. «L’idea nasce – racconta Enzo Gagliardi – da una sana follia. Mi sono chiesto cosa potevo fare per la mia terra dove non ci sono luoghi per coltivare la bellezza». Invitati, a costo zero, sei amici a cena, si accende il fuoco della passione. Sono persone, artisti, esperti che sposano un’idea, un progetto, un sogno. Accendere la “terra dei fuochi” con l’amore per la cultura, la bellezza, la conoscenza della 34 Città Nuova - n. 20 - 2014 L’INCENDIO INVISIBILE ACCENDERE LA PASSIONE PER LA PROPRIA CULTURA, STORIA, ARTE ATTRAVERSO IL FESTIVAL DELLE CORTI GIUNTO ALLA TERZA EDIZIONE CON MIGLIAIA DI PARTECIPANTI propria storia. Non hanno una lobby FKH OL ÀQDQ]LD Qp VRYYHQ]LRQDPHQWL pubblici, ma la passione è contagiosa. Vivono dei liberi contributi di tutti. Offrono spettacoli, visite guidate, ricostruzioni storiche. Chi vuole e come può contribuisce. Durante una visita guidata «un signore si avvicina – ricorda Enzo Gagliardi – e mi chiede l’Iban dell’associazione per fare una cospicua donazione che ci ha fatto andare in attivo. È una nuova forma artistica, una nuova strada da percorrere». Un cammino collettivo che coinvolge Una rivoluzione culturale positiva C’è un’espressione ricorrente che mi ha colpito nelle diverse tavole rotonde del recente LoppianoLab 2014. «Occorre dare un’anima, nell’economia, nella politica, nell’architettura». Per me, che mi occupo di educazione, è apparso come un accorato appello all’essenzialità del nostro far cultura oggi che richiede, prima di tutto, una passione per la verità e di saper imparare gli uni dagli altri. In pratica, occorrerebbe avere più cura del nostro modo di pensare. Educarci insieme, cioè, ad una “bella mente”, che è tale se, oltre che intelligente e brillante, è anche una “buona mente”, umile, disarmata, animata solo dall’amore per il bene. Una mente controcorrente rispetto a molte rivoluzioni in campo politico e sociale, che cercano sempre un nemico da distruggere. In una “rivoluzione culturale positiva”, invece, non esiste un nemico da sconfiggere, perché tutte le energie vengono indirizzate, il più possibile, ad una soluzione condivisa. Una mente, quindi, tanto più affascinante quanto più sa essere costruttiva, pronta anche a “intravedere oltre”, al di là del limite di un conflitto o di schemi chiusi e tradizionali, disponibile alla ricerca, ardita fino a “pensare l’impensabile”, non prigioniera di schemi precostituiti. Che di tutto fa tesoro, non per possederlo e rinchiuderlo, ma per rimetterlo nel circuito comunicativo, a disposizione di tutti. È anche il caso del Festival delle Corti. Michele De Beni Docente di pedagogia, Istituto Universitario Sophia, Loppiano (Fi) sempre più persone per una forma d’arte corale, dove ognuno porta il suo contributo di idee. Non c’è nesVXQD YDQLWj DUWLVWLFD SHUFKp q XQ·DUWH popolare di divulgazione culturale, ma dove ognuno «monta, smonta, carica: SDOFKLVHGLHVFHQRJUDÀHª L’evento che è nato si chiama Festival delle Corti, giunto alla terza edizione. Iniziato a maggio, si è concluso a settembre con migliaia di partecipanti. Protagonista la valle di Suessola con le sue piazze, strade, giardini, palazzi, cortili, che si trasformano in palcoscenico da impiegare per raccontare la storia, per riscoprire insieme la cultura, le radici e la memoria dei luoghi, troppo spesso dimenticata. Decine gli eventi proposti dall’Associazione Fatti per volare. Tra i momenti più suggestivi del festival le rievocazioni Un concerto, un laboratorio per ragazzi, una visita guidata. Alcuni momenti della terza edizione del Festival delle Corti Suessolane dedicata al tema “Amata e odiata terra”. storiche: accampamenti romani del console Claudio Marcello ricostruiti nel castello di Cancello dove sostò nel 216 a.C. per prepararsi alla battaglia contro Annibale a Nola. Fino ad un salto nel Medioevo per rivivere la vicenda memorabile della consegna delle chiavi di Napoli a Manfredi lo Svevo, avvenuta nel 1255. Ogni anno la manifestazione prende il via con il “Premio della speran- za”, assegnato a chi si distingue, nel proprio campo d’attività, per il servizio reso all’intera comunità. Il premio, simbolico, una scatoletta di ple[LJODVVFRQGHLÀDPPLIHULHODVFULWWD di un detto cinese: «Quando c’è il buio, non bisogna gridare al buio, ma ELVRJQD DFFHQGHUH XQ ÀDPPLIHURª In questi anni di fuochi ne sono stati accesi molti, ma non fanno notizia. Un incendio invisibile. Città Nuova - n. 20 - 2014 35 D a l D avl i vvi ov o STORIE CHE CAMBIANO di Annamaria Gatti Colei che scioglie i nodi Sono tante le difficoltà che rendono ingarbugliata la nostra esistenza e cercano soluzione, o almeno luce per vederci chiaro. Ad Augsburg, davanti all’immagine di Maria che papa Francesco ha proposto all’attenzione mondiale “R omantische Straße”, Strada Romantica, è un percorso che dalle Alpi raggiunge il Meno e collega piccoli e grandi centri che si caratterizzano per la gradevolezza artistica e la presenza di castelli. La percorro partendo GD)XVVHQHGDOÀDEHVFRFDVWHOORGL1HXVFKZDQVWHLQ HUDJJLXQJHQGR$XJVEXUJIUDOHSLSUHVWLJLRVHFLWWj EDYDUHVL 36 Città Nuova - n. 20 - 2014 0LDJJLURFRQPLRPDULWRIUDYLHHDQJROLLQFDQWHYROL FKHTXHVWDFLWWjRIIUHLQDEERQGDQ]DSXQWDQGRDGXQD meta particolare: la chiesa di St. Peter am Perlach. Il motivo per cui sono venuta: ospita la pala di Maria Knotenlöserin, in Italia invocata come “Maria FKHVFLRJOLHLQRGLµ$OODÀQHVFRSURFKHLOWHPSLR EDURFFRHUDSURSULRDFFDQWRDOO·LPSRQHQWHPXQLFLSLR 6RGGLVIDWWDSHUDYHUSHUFRUVRFDSDUELDPHQWHWDQWD Augsburg: il municipio con accanto la chiesa e il campanile di St. Peter am Perlach, dove è custodita la pala di “Maria che scioglie i nodi” (a fronte, un particolare). VWUDGDYDUFRODPRGHVWDSRUWDG·HQWUDWDHLQFRQWUR “Maria che scioglie i nodi”, comunicativa e presente, come mi ha accompagnato in questi ultimi anni. /D0DGRQQDFKHSDSD)UDQFHVFRVWDIDFHQGRFRQRVFHUH a tutto il mondo, dopo averla importata in Argentina negli anni Ottanta durante una sua permanenza in *HUPDQLDqUDFFKLXVDLQXQDYROWDVSRJOLDHELDQFD QHOODQDYDWDGHVWUDGLTXHVWDFKLHVDEDYDUHVHVHYHUDH UDFFROWDPHQWUHIXRULODEHOODJLRUQDWDSXOVDGLIROODHGL WUDIÀFR Qui tutto è silenzio, intorno alla modesta pala ad olio, dipinta nel 1700 da Johann G.M. Schmidtner, ignorando ODSRSRODULWjFKHDYUHEEHUDJJLXQWRODVXDRSHUD /·LPPDJLQHVWDIDFHQGRLOJLURGHOPRQGRVRSUDWWXWWR grazie alla sollecitazione papale, che riporta alla GHYR]LRQHXQJUDQQXPHURGLIHGHOL3HUFKp" ,WHPSLVRQRGLIÀFLOLPROWHGRPDQGHUHVWDQRVHQ]D risposta; dolore, tradimento, delusione, scoraggiamento DOOLJQDQRQHOOHIDPLJOLHVLWUDWWLGLPDODWWLHWUDJHGLHR GLYLVLRQLFRPHFRPSDJQLGLYLDJJLRXQYLDJJLREXLR che invoca luce e speranza. Molti giovani vagano DOODULFHUFDGLSXQWLGLIRU]DLQFXLFUHGHUHSHUFXL FRPEDWWHUHHJLRFDUVLODYLWD(TXHVWDXPLOHGRQQD Madre per eccellenza, pare saper ascoltare e rispondere a tante attese e richieste. Questa pala e la sua storia vera DWWLUDQRSXUQHOQDVFRQGLPHQWRODÀGXFLDGLPROWLODFXL preghiera è che prenda lei in mano i tanti nodi della vita, OLVFLROJDLOOXPLQLOHUDJLRQLGHOODVRIIHUHQ]DHGHOOR smarrimento. ,OGLSLQWRULSUHQGHODYLFHQGDGHOQRELOH:ROIJDQJ /DQJHQPDQWHOFKHULYROWRVLDOSDGUHJHVXLWD-DNRE 5HPSHUFKLHGHUHFRQVLJOLRVXOOHGLIÀFROWjGHOVXR PDWULPRQLRRUPDLVXOO·RUORGHOGLYRU]LRYLHQHLQYLWDWR a pregare Maria. Il nastro nuziale che gli sposi hanno LQWUHFFLDWRIUDOHPDQLQHOODWUDGL]LRQDOHFHULPRQLD sponsale, nastro presentato alla Madre aggrovigliato, DGXQDSUHJKLHUDSLLQWHQVDLQVSLHJDELOPHQWH si scioglie. Il matrimonio si salva e il nipote, canonico a St. Peter, commissiona la pala per raccontare la grazia ottenuta dai nonni. 0DULDYHVWLWDGDOO·DELWRURVVRHGDOPDQWR EOXqDYYROWDGDOOR6SLULWRFKHDFFRPSDJQDLO gesto materno di risolvere i grovigli dei suoi devoti. Un angelo porge il nastro con i nodi a Maria mentre un altro, solennemente, lo mostra disteso allo spettatore. La scena ai piedi della Vergine ULSRUWDDOOHJRULFDPHQWHO·HVSHULHQ]DGL:ROIJDQJFKH guidato dalla presenza angelica, ricorre al gesuita per FKLHGHUHO·DLXWRGHVLGHUDWR/DOXFHFKHDYYROJH0DULD FRQWUDVWDFRQLOEXLRLQFXLVLWURYDO·XRPRDOODULFHUFD GLVSHUDQ]D/·RFFKLRQRQSXzQRQSHUFHSLUHTXHVWR FRQWUDVWRHFHUFDUHQHOOHVHPELDQ]HXPDQHIRUVHXQ accenno alle proprie, alla propria anima in ricerca. (LQRGLVLVFLROJRQR )RUVHqTXHOORFKHTXLIDQQRWXWWL&RPHRUD GLVFUHWDPHQWHDOFXQLIHGHOLLQVRVWDVXOOHDQWLFKH panche. I loro volti sono assorti nella preghiera; tutto respira calma e pace, quella dello spirito. È un momento privilegiato per me che ho desiderato VWDUHTXLGLIURQWHDTXHVWD0DGUHDFXLFKLHGR GLVFLRJOLHUHLQRGLQXPHURVLFKHDIIROODQRODPLD HVLVWHQ]D(JXDUGDQGRLOJHVWRGL0DULDPHQWUHGLVID TXHOOLGHOQDVWURQX]LDOHOLEHURLOSHQVLHURHO·DQLPRVH i nodi non verranno sciolti per disegno divino, la pace FKHFDODEHQHÀFDQHOFXRUHGLFKLODSUHJDqODULVSRVWD certa che in qualche modo si troveranno strumenti di VROX]LRQHQHOODGLIÀFROWjËLOPLVWHURGLTXHVWD0DGUH FKHKDDFFHWWDWRGLFROODERUDUHFRQOD3URYYLGHQ]D UHQGHQGRVLGLVSRQLELOHÀQRDOO·HVWUHPRSDVVR$QFKHSHU PHSHUQRLTXHVWRDIÀGDUVLDOODYRORQWjGL'LRGLYHQWD umile segno di redenzione. &HUFRXQ·LPPDJLQHTXDOFKHOLEUHWWRFRQXQDQRYHQD GDUHJDODUHDJOLDPLFLPDXQLVRODWREDQFRRIIUH pochissime immagini commentate e nessuna in altre lingue. Mi riprometto di ricercare in Italia quanto SRWUHEEHHVVHUHJUDGLWRHXWLOH 6WRFRQFOXGHQGRTXHVWRFRQWULEXWRTXDQGRLOFHOOXODUH PLVHJQDODO·DUULYRGLXQVPV©&LDRFDULVVLPLJUD]LH ancora per la novena che ci avete donato e condiviso. /DVWLDPRUHFLWDQGRLQFRSSLDHQHYHGLDPRJLjLIUXWWL Katia e Sergio». Città Nuova - n. 20 - 2014 37 Dal vivo ARTISTI D’OGGI a cura di Oreste Paliotti M anoppello, cittadina in provincia di Pescara, è famosa per il santuario del Volto Santo dove da quattro secoli viene custodito quello che è ritenuto il sudario di Cristo con impressa la sua immagine: un velo di trasparente bisso sul quale OHLQGDJLQLVFLHQWLÀFKHQRQKDQQRULVFRQWUDWRUHVLGXL o pigmenti di colori e davanti al quale ha pregato nel settembre del 2006 Benedetto XVI. Per contemplare la misteriosa reliquia ho fatto tappa a questo santuario retto dai frati cappuccini; non senza però una lunga sosta all’ingresso, attratto dalle formelle delle tre moderne porte bronzee: opere di intensa spiritualità realizzate, in ricordo della visita papale, da uno scultore abruzzese: Osvaldo De Fabiis. Per saperne di più, m’è nato il desiderio di incontrarlo. Eccomi dunque nella sua casa a Giulianova, in provincia di Teramo, dove Osvaldo vive con il padre Luigi, la PRJOLH)UDQFHVFDHGXHÀJOL6LPRQHHG(OHRQRUD L’intervista a questo architetto-pittore-scultore 59enne originario di Padula di Cortino, sempre nel Teramano, si svolge nel suo studio zeppo di dipinti e sculture, opere ÀQLWHHER]]HWWLFKHGLPRVWUDQRXQDPSLRYHQWDJOLRGL tecniche. Manoppello: quelle porte bronzee sono state il primo lavoro del genere? «Potrei dire di sì. Ho lavorato in passato per fusioni di piccole dimensioni, ma questa è stata un’impresa differente dalle precedenti, un’opera che mi ha impegnato culturalmente e mi ha coinvolto soprattutto spiritualmente. Ogni volta, misurarmi con un’opera nuova da realizzare rappresenta per me un forte stimolo a dimenticare il mio bagaglio di precedenti esperienze e imparare cose nuove». Com’è nata in te la passione per l’arte? «Già da bambino (4-5 anni), dimostravo una spiccata creatività. All’epoca cominciava a comparire la tv dalle nostre parti e io, con i carboni del caminetto, cercavo di ridisegnare le immagini che vedevo sullo schermo. In mancanza di giocattoli – il mio era un paesino di montagna dove non era facile averne –, mi ingegnavo a FUHDUQHTXDQWLFDYDOOLSODVPDWLFRQO·DUJLOODGHOÀXPH o costruiti con qualsiasi altro mezzo mi tornasse utile, e ÀJXUHXPDQHHFDUUHWWLQLHDOWURDQFRUDª E in che modo hai coltivato questa attitudine artistica? «Al liceo artistico statale di Teramo ho appreso le tecniche di base. Ho lavorato poi per diversi anni presso un’azienda locale come scultore modellista, lavoro che mi ha aiutato a perfezionare la tecnica e mi ha permesso, allo stesso tempo, di proseguire gli studi. Nel 1988 38 Città Nuova - n. 20 - 2014 Cercando “paesaggi” dell’anima A tu per tu con Osvaldo De Fabiis, architetto, scultore e pittore abruzzese mi sono laureato in architettura, senza peraltro mai tralasciare il mondo dell’arte. La scultura, soprattutto, mi affascina: ho bisogno di toccare la materia, sentirne la sostanza. Volendo parlare, però, delle arti in generale, c’è da dire che non riesco a distinguere in me la scultura dalla pittura, dall’architettura e dalla natura stessa: le considero un unicum che può elevare nello spirito, imprimendo in ogni spazio dell’intimo l’idea del bello». Osvaldo De Fabiis mentre lavora al bozzetto dell’Assunta. Sotto: “La pesca miracolosa”, altorilievo ligneo. esempio, un pannello ligneo di grandi dimensioni posto nella chiesa di San Pietro apostolo qui a Giulianova, a mio avviso contiene in sé, in perfetta sintonia, immagini decisamente classiche unite ad altre ispirate a linee EDURFFKHHLQDOFXQLWUDWWLDÀJXUD]LRQLFKHULFKLDPDQR princìpi cubistici. Va anche detto che, per il fatto che l’opera esprime chi la realizza, concepisco un’opera che SXzFRQVLGHUDUVLPDLÀQLWDFRPHO·DUWLVWDqLQFRQWLQXD evoluzione, così lo è l’opera realizzata». Vuoi dire che certe opere realizzate tempo fa tu oggi le rifaresti in modo diverso? ©&UHGRGLVu/RVWHVVRPLRPRGRGLULÁHWWHUHVXGLHVVH RJJLqFDPELDWRSHUFXLVLPRGLÀFDDQFKHODYLVLRQHFKH ne ho. Poi però, le lascio come sono, necessariamente e continuo a contemplarle così come sono». Hai progettato una chiesa in provincia di Teramo, quella di Santa Maria degli Angeli. Ma ritrattistica e arte sacra si direbbero la tua produzione privilegiata… «Mi sono accorto, nell’arco della mia esperienza di “operaio dell’arte”, che attraverso il sacro riesco ad esprimere ciò che è più profondo in me. Ma, in realtà, non avverto tanta differenza tra sacro e profano: mi sento libero di rappresentare ogni espressione della creazione. Riguardando certe produzioni del passato, colgo nei miei modellini qualcosa di intimo, che potrebbe farli anche sembrare soggetti sacri. Ed è questo che mi ha da sempre attratto; qualsiasi lavoro faccia». Gli artisti che consideri punti di riferimento importanti per te? ©/DPLDqXQ·DUWHVSLFFDWDPHQWHÀJXUDWLYDGRYXWDDOOD mia passione per gli antichi maestri. Ma amo anche i contemporanei: mi ha fatto molto piacere ascoltare alcune critiche riguardo ad alcune mie opere che, dicono, si inseriscono altrettanto bene in uno spazio moderno come in uno del passato. Una delle ultime mie realizzazioni, ad Da scultore, ma anche pittore, prevale in te l’interesse per il corpo umano. Il paesaggio sembra secondario, anzi inesistente… «Sarà che per me il corpo umano è di per sé XQ´SDHVDJJLRµ«FRVuLQHVSORUDWRride) E quanti paesaggi ancora da scoprire ogni JLRUQR0LDIIDVFLQDSURYDUHDGHVSULPHUHO·LQÀQLWR interiore attraverso la scorza del corpo umano. La persona come paesaggio dell’anima». Vedo che stai lavorando a una Madonna Assunta. Ti è stata commissionata per qualche chiesa? «Dovrebbe essere collocata in una chiesa della provincia ULHWLQDGL$PDWULFHPDGLDPRWHPSRDOWHPSR+R Città Nuova - n. 20 - 2014 39 “IL SOFFIO” (PARTICOLARE). ?????????????????? cercato di immaginare con gli occhi dell’anima Maria nel momento in cui, dalla tomba, viene portata in cielo: le bende si sciolgono, le vesti si muovono nell’aria, si LQWUHFFLDQRFRPHVRWWRLOVRIÀRJDJOLDUGRGHOOR6SLULWR Maria viene assunta in cielo, ma nello stesso tempo porta con sé tutti, quale sintesi dell’umanità. Appare nel bozzetto FRPHÀJXUDHWHUHDPDYXROHHVVHUHDQFKHHVSUHVVLRQH della materia che con lei è redenta». Normalmente hai un’altra attività. Di che si tratta? «È sempre però collegata con l’arte. Lavoro presso la Piccola Opera Charitas, una fondazione cui ha dato YLWDS6HUDÀQR&RODQJHOLGHOO·2UGLQHGHL)UDWLPLQRUL cappuccini. La sede centrale è a Giulianova e si occupa del recupero psicosociale di ragazzi diversamente abili. Ospita nella casa madre, nelle varie dipendenze e case famiglia, ragazzi provenienti da tutto l’Abruzzo e regioni limitrofe (sono circa 230). Oltre alle normali attività riabilitative, per la propria attività si avvale di laboratori DUWLVWLFRDUWLJLDQDOLDOÀQHGLVYLOXSSDUHOHDWWLWXGLQLGL ciascun ragazzo in diversi campi dell’artigianato artistico (ceramica, pittura, legno, mosaico, decoupage, scultura, ecc.). Dalla collaborazione tra ragazzi e maestri d’arte nascono prodotti di alta qualità. Ero appena laureato TXDQGRS6HUDÀQR&RODQJHOLLOIRQGDWRUHPLKDFKLHVWR di dedicarmi a quest’ambito, mettendomi al servizio dei ragazzi della Piccola Opera. Si è trattato per me, in quel momento, di fare una scelta di vita. Non immaginavo nemmeno lontanamente dove questa scelta mi avrebbe portato e che sarebbe stata l’occasione per maturare umanamente e professionalmente, mettendo a servizio e facendo fruttare tutte le doti che mi sono state concesse in dono. Certo è che in questi anni sono intimamente ed umanamente arricchito: più dai, più ricevi e hai di che poter continuare ad esprimerti e donare ancora». a cura di Oreste Paliotti VERSO L’UNITÀ di Pasquale Foresi Spiritualità Pane disceso dal Cielo L’Eucaristia, mistero grandioso da scoprire e vivere come anima della socialità Se si prendono le frasi essenziali dette da Gesù e da san Paolo, che presentano con tanta semplicità l’Eucaristia, senza tutte quelle elucubrazioni teologiche che nei secoli successivi hanno fatto oscurare la grandezza di questo mistero, mi sembra di scoprirla per la prima volta. Mistero enorme che è stato, secondo me, triplice. Il primo mistero è che il Figlio di Dio si è incarnato; il Verbo, la seconda Persona nella santissima Trinità, che dice: «Io sono il pane disceso dal Cielo». Il secondo mistero è che Gesù dica a qualcosa: «Questo è il mio Corpo». Mi verrebbe da dire che se avesse scelto una montagna che tutti vedevano, che tutti potevano adorare, e avesse detto: «Questo è il mio Corpo», sarebbe stato molto più facile alla gente credere, che non dirlo al pane che si mangia e al vino che si beve. E il terzo mistero. Mentre da una parte dice: «Io sono il pane disceso dal Cielo», dall’altra dice: il pane che è disceso dal Cielo è quello che viene dalla Terra. E in questa unità sta il mistero grandioso e sta anche il pericolo di un’interpretazione errata dell’Eucaristia. C’è poi tutto l’aspetto delle disposizioni necessarie per ricevere l’Eucaristia: la fede, la confessione dei peccati, la carità fraterna… e altre elencate dai Padri della Chiesa. C’è l’aspetto della socialità che, come dice bene Paolo VI, è adesso una delle cose più sentite e importanti – e l’Eucaristia deve diventare l’anima di questa socialità. $TXHVWRULJXDUGRPLYLHQHLQPHQWHODÀJXUDGLXQSHUVRQDJJLR del Nuovo Testamento che non ha ricevuto l’Eucaristia, per la verità, in un senso strettissimo, ma ha ricevuto Gesù. E mi è sembrato che lui riassumesse in sé tutte queste disposizioni. È san Giovanni Battista, l’uomo della preghiera e anche della comunità. Lo vediamo circondato da gente che prega e si fa battezzare, ed è l’uomo della penitenza, l’uomo dell’amore. È quello che dice: «Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo»: le stesse parole che la Chiesa ripete prima di amministrare la Comunione. Ed è anche l’uomo dello Spirito Santo. Lo vede apparire sotto forma di colomba sul capo di Gesù e ascolta la voce del Padre FKHGLFH©4XHVWRqLOPLRÀJOLRGLOHWWRª$PHVHPEUDFKH guardando Giovanni Battista, sappiamo come accogliere Gesù Eucaristia. Sintesi da conversazioni pubblicate in: Luce che si incarna, Città Nuova, 2014. Città Nuova - n. 20 - 2014 41 Parola di vita NOVEMBRE di Chiara Lubich La sorgente della vita «È in te la sorgente della vita» (Sal 36,10). Q uesta Parola della Scrittura ci dice qualcosa di così importante e vitale da essere uno strumento di riconciliazione e di comunione. Anzitutto ci dice che una sola è la sorgente della vita, Dio. Da lui, dal suo amore creativo, nasce l’universo e ne fa la casa dell’uomo. È lui che ci dà la vita con tutti i suoi doni. Il salmista, che conosce le asprezze e le aridità GHLGHVHUWLHFKHVDFRVDVLJQLÀFDXQDVRUJHQWH G·DFTXDFRQODYLWDFKHOHÀRULVFHDWWRUQR non poteva trovare un’immagine più bella per FDQWDUHODFUHD]LRQHFKHQDVFHFRPHXQÀXPH dal grembo di Dio. Ecco, dunque, sgorgare dal cuore un inno di lode e di riconoscenza. Questo è il primo passo da fare, il primo insegnamento da cogliere nelle parole del Salmo: lodare e ringraziare Dio per la sua opera, per le meraviglie del cosmo e per quell’uomo vivente che è la sua gloria e l’unica creatura che sa dirgli: «È in te la sorgente della vita». Ma non è bastato all’amore del Padre pronunciare la Parola con cui tutto è stato creato. Ha voluto che la sua stessa Parola prendesse la nostra carne. Dio, l’unico vero Dio, si è fatto uomo in Gesù e ha portato sulla terra la sorgente della vita. 42 Città Nuova - n. 20 - 2014 La fonte di ogni bene, di ogni essere e di ogni felicità è venuta a stabilirsi fra di noi, perché l’avessimo, per così dire, a portata di mano. «Io sono venuto – dice Gesù – perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10). Egli ha riempito di sé ogni tempo e spazio della nostra esistenza. E ha voluto rimanere con noi per sempre, in modo da poterlo riconoscere ed amare sotto le più varie spoglie. A volte ci viene da pensare: «Come sarebbe bello vivere ai tempi di Gesù!». Ebbene, il suo amore ha inventato un modo per rimanere non in un piccolo angolo della Palestina, ma su tutti i punti della terra: egli si fa presente nell’Eucaristia, secondo la sua promessa. E lì noi possiamo abbeverarci per nutrire e rinnovare la nostra vita. «È in te la sorgente della vita». Un’altra fonte cui attingere l’acqua viva della presenza di Dio è il fratello, la sorella. Ogni prossimo, specie quello bisognoso, che ci passa accanto, se noi lo amiamo, non si può considerare XQQRVWUREHQHÀFDWRPDXQQRVWUREHQHIDWWRUH perché ci dona Dio. Infatti, amando Gesù in lui [“Ho avuto fame (...), ho avuto sete (...), ero uno straniero (...), ero in carcere (...) (Cf Mt 25,3140)], riceviamo in cambio il suo amore, la sua vita, perché lui stesso, presente nei nostri fratelli e sorelle, ne è la sorgente. Particolare del mosaico absidale della basilica di San Clemente, Roma | Dove Dio è presente | Una fontana ricca di acqua è anche la presenza di Dio dentro di noi. Egli sempre ci parla e sta a noi ascoltare la sua voce, che è quella della coscienza. Quanto più ci sforziamo di amare Dio e il prossimo, tanto più la sua voce si fa forte e sovrasta tutte le altre. Ma c’è un momento privilegiato nel quale come mai possiamo attingere alla sua presenza dentro di noi: è quando preghiamo e cerchiamo di andare in profondità nel rapporto diretto con lui, che abita nel fondo della nostra anima. È come una vena d’acqua profonda che non s’asciuga mai, che è sempre a nostra disposizione e che ci può dissetare in ogni momento. Basterà chiudere un attimo le imposte dell’anima e raccoglierci, per trovare questa sorgente, pur nel bel mezzo del più arido deserto. Fino a raggiungere quell’unione con lui nella quale si sente che non siamo più soli, ma siamo in due: egli in me e io in lui. Eppure siamo – per suo dono – uno come O·DFTXDHODVRUJHQWHLOÀRUHHLOVXRVHPH La Parola del Salmo ci ricorda, dunque, che è solo Dio la sorgente della vita e quindi della comunione piena, della pace e della gioia. Quanto più ci abbevereremo a questa fonte, quanto più vivremo di quell’acqua viva che è la sua Parola, tanto più ci avvicineremo gli uni gli altri e vivremo come fratelli e sorelle. Allora si avvererà, come continua il Salmo: «Quando ci illumini viviamo nella luce», quella luce che l’umanità attende. Pubblicata su Città Nuova n. 24/2001, in versione integrale. Città Nuova - n. 20 - 2014 43 Spiritualità E ALTRE RELIGIONI a cura di Roberto Catalano Capaci di soffrire con l’altro L a compassione è il centro della predicazione del Buddha e, come VFULYHLOÀORVRIRH maestro di meditazione buddhista Chögyam Trungpa Rinpoche (1939-1987), ©O·HVVHQ]DGHOO·XRPRqIDWWDGL compassione e sapienza». Per arrivare alla vera compassione, tuttavia, è necessario essere FDSDFLGLVRIIULUHFRQO·DOWUR Ogni essere umano ha un ´SXQWRVHQVLELOHµXQDIHULWD aperta attraverso la quale l’altro può entrare. /DFRPSDVVLRQHGLIURQWH al dolore e alle sventure altrui richiede la capacità di «celebrare l’esistenza anche nella prova della sventura». E questo schiude le porte della QRVWUDYLWDDOIUXWWRSLEHOOR HJUDWLÀFDQWHFKHVLSRVVD VSHULPHQWDUHODJLRLD,QIDWWL «la compassione è piena di gioia, di gioia spontanea, di gioia costante nel senso della ÀGXFLDQHOODPLVXUDLQFXL la gioia contiene ricchezze IDYRORVHª,OVHJUHWRSHU arrivare a questo tipo di gioia SURIRQGDqO·HVVHUHFRQO·DOWUR tutto quanto egli è e vive, di negativo e di positivo. Si tratta di dimenticare sé stessi per essere con l’altro, come ricorda LOIDPRVRPDHVWUREXGGKLVWD di meditazione Atisha, vissuto a cavallo del primo millennio ©7XWWHOHVRIIHUHQ]H di questo mondo provengono dal desiderio egoista; tutte le 44 Città Nuova - n. 20 - 2014 JLRLHHOHIHOLFLWjSURYHQJRQRGD un atteggiamento altruista». Non dobbiamo dimenticare, ci insegna ancora la sapienza buddhista, che «la compassione verso gli altri comincia dalla benevolenza verso sé stessi». «Il caos nel mondo è dovuto in gran SDUWHDOIDWWRFKHOHSHUVRQH non sanno apprezzarsi. Non essendo mai riuscite a provare VLPSDWLDRDPDQLIHVWDUH GROFH]]DQHLSURSULFRQIURQWL QRQSRVVRQRIDUHO·HVSHULHQ]D dell’armonia o della pace interiore. Di conseguenza, anche ciò che comunicano agli DOWULqGLVFRUGDQWHHFRQIXVRª La vera compassione ci chiede, dunque, prima di tutto, GLDYHUHÀGXFLDLQQRLVWHVVL ©XQDÀGXFLDQHOVHQVRGL vedere ciò che siamo e sapere che possiamo permetterci di aprirci». E l’apertura è dono. «Occorre cedere tutto. Ogni volta che doniamo, migliora la YLVLRQHLOÀOWURFKHDEELDPR sulle pupille diminuisce; O·XGLWRVLDIÀQDHLOFHUXPH GHOOHRUHFFKLHVYDQLVFH3L lasciamo cadere la tensione e O·DWWHJJLDPHQWRGLIHQVLYRSL sentiamo e meglio vediamo […]. Doniamo semplicemente senza aspettarci nulla in cambio. Doniamo e basta; doniamo, doniamo, doniamo. Abbandoniamo la presa. Ogni volta che doniamo, la luce aumenta». La compassione verso gli altri comincia dalla benevolenza verso sé stessi 50 ANNI FA SU CITTÀ NUOVA a cura di Gianfranco Restelli Scrittore, giornalista, conduttore di programmi televisivi e radiofonici, collaboratore dell’Osservatore Romano e a Roma della televisione olandese KRO e belga BRT, redattore speaker presso Radio Vaticana, nonché collaboratore del nostro periodico, Fred Ladenius è stato, alla fine degli anni Sessanta, uno degli iniziatori del Rinnovamento carismatico cattolico in Italia. Proponiamo stavolta il brano conclusivo di una sua intervista al pastore battista Martin Luther King, figura di primissimo piano nella lotta per i diritti degli uomini di colore e apostolo della non-violenza. Iniziata ad Amsterdam, l’intervista si concludeva all’aeroporto “Leonardo da Vinci” di Roma, all’indomani dell’udienza del 18 settembre da Paolo VI, in Vaticano. Le nostre speranze sono comuni «È stato un incontro indimenticabile – ci ha detto Martin Luther King –. Il papa è con noi, il papa è con tutti gli uomini di buona volontà, ovunque QHOPRQGR3RVVRGLUYLFKHVRQRULPDVWRSURIRQGDPHQWHLPSUHVVLRQDWRH commosso dalla sua saggezza e dalla sua bontà. Abbiamo parlato a lungo HPLVRQRUHVRFRQWRGHOIDWWRFKH3DROR9,FRQRVFHLSUREOHPLGHOPLR popolo come pochi. Da molto tempo il papa segue la mia opera e mi ha FKLHVWRGLWHQHUORDOFRUUHQWHGHLQRVWULVIRU]LHGHLQRVWULVXFFHVVL «Pregherà per noi, me lo ha promesso… e noi pregheremo per lui, per le sue intenzioni, poiché le nostre speranze sono comuni. Mi ha detto di continuare a “bussare” e mi ha ricordato l’esempio del 0DKDWPD*DQGKLOD´JUDQGHDQLPDµFKHIXWDQWRYLFLQDDOQRVWUR&ULVWR Questa è stata per me una grande giornata, una di quelle giornate che ci DUULFFKLVFRQRO·DQLPDHFKHSURIRQGRQRQHOFXRUHXQVHQVRGLSDFHHGL concordia, che sembra un preambolo di eternità… Sono sicuro che il mio LQFRQWURFRQLOFDSRGHOODSLJUDQGHGHOOH&KLHVHFULVWLDQHIDUjPHGLWDUH molti miei compatrioti che hanno scordato i precetti dell’Amore». Già l’altoparlante annunciava la partenza dell’aereo. Lo accompagnammo VXOODSLVWDÀQRDOODVFDOHWWDHFLVWULQJHPPRODPDQRDOXQJR(SRFKLLVWDQWL GRSRLOMHWVLVWDFFDYDGDOVXRORSXQWDQGRYHUVRLOQRUG2UPDLVLHUDIDWWR buio e il cielo era tutto un diadema di stelle. $UULYHGHUFLUHYHUHQGR.LQJ«&LULFRUGHUHPRGLWHHIRUVHDOQRVWUR prossimo incontro, molte cose saranno diverse. Cristiani come Martin Luther King possono dare un nuovo vigore agli Stati Uniti d’America, una QD]LRQHFKHGLYHQQHJUDQGHSHUFKpXRPLQLÀHULPDXPLOLGLQDQ]LD'LR VHSSHURLQIRQGHUOHLOVHQVRGLXQDOLEHUDFRQYLYHQ]DIUDJHQWLGLGLYHUVD stirpe. Fred Ladenius INVITO ALLA LETTURA di Elena Cardinali Per chi vuole approfondire alcuni degli argomenti di questo numero con i libri di Città Nuova pagg. 16-18 ACCOUNTABILITY Il crescente sentimento di disaffezione dell’opinione pubblica verso la politica conferisce nuova attualità alla riflessione sui temi della rappresentatività e partecipazione. Centrale è il concetto dell’accountability che regola la relazione tra governanti e governati. Ascani nel volume spiega l’importanza di questo strumento che può giocare un ruolo fondamentale nella rifondazione delle nostre democrazie. pag. 24 LA FAMIGLIA E I NUOVI MEDIA Youtube, Facebook, blog: sono solo alcuni dei termini che compongono l’universo in rapidissima espansione delle nuove tecnologie. Conoscere questo fenomeno è fondamentale, in particolare per quanti – genitori, nonni, insegnanti – operano nel mondo della formazione. Il volume è uno strumento per entrare “in confidenza” con i nuovi media, scoprendone potenzialità e limiti. pag. 72-73 LA CONGIURA DI HITLER In un racconto avvincente Mario Dal Bello in La congiura di Hitler ricostruisce una vicenda ancora avvolta nel mistero: il piano pensato e progettato da Hilter nel 1943 e affidato al generale Wolff di deportare papa Pio XII e alcuni membri della Curia vaticana in Germania. Appassionante. Per ordinare i volumi: via Pieve Torina, 55 00156 Roma - tel 06.78 02 676 [email protected] - www.cittanuova.it Reportage DIARIO DI VIAGGIO Testo e foto di Pietro Parmense S ull’aereo Tre bimbi piangono all’unisono nella carlinga del nuovissimo 777-800 che ci sta portando ad Almaty. È un segno della speranza che abita questo popolo-incrocio-di-popoli (è così che LQ$VLD&HQWUDOHELVRJQHUHEEHGHÀQLre gli abitanti dei singoli Paesi dopo le epoche timuride, mongola e sovietica e le loro disgregazioni o rimescolamenti). L’aeroporto di Almaty vorrebbe stabilizzarsi sugli standard europei, ma non lo è e non lo può essere. Non si può ridurre un popolo in strutture architettoniche che non sono le proprie. Così al controllo dei passaporti la selva di cartelli d’ogni foggia, dimensione e formattazione (non ci si capisce proprio nulla) dice che qui non si ragiona come a Berlino o a Parigi. Meno male! La città alberata La vera ricchezza di Almaty è la catena di montagne del Tien Shan, che crea un arco di 180 gradi coronando la città a Sud. Almaty m’appare una città ordinata, pulita e alberata, rimasta caSLWDOH GHO .D]DNLVWDQ ÀQR D TXDQGR il presidente Nursultan Nazarbayev, nel 1997, non ha ceduto al desiderio della grandeur, trasferendo governo e Parlamento in piena steppa, nella nuova città di Astana. Oddio, nemmeno Almaty aveva e ha una lunga storia: si ricorda il suo nome, Alma $WD PRQWDJQH GHOOH PHOH VLJQLÀca), ancor prima della distruzione a opera del solito Tamerlano, della fondazione poi nel XIX secolo da parte dei russi del forte chiamato Verniy. Durante e dopo la Rivoluzione d’ottobre crebbe a dismisura, raggiungendo le 222 mila anime. Un milione nel 1982. Almaty non avrebbe granché di cui fregiarsi – restano appena una dozzina di abitazioni del XIX secolo, le sole sopravvissute al terremoto del 1911 –, anche perché l’epoca sovietica qui ha fatto non pochi danni architettonici. 46 Città Nuova - n. 20 - 2014 KAZAKISTAN ORO, PETROLIO E QUALCHE BELLEZZA NEL PAESE PIÙ VASTO DELL’ASIA CENTRALE LA RICCHEZZA DEL SOTTOSUOLO FATICA A TRASFERIRSI NELLA CULTURA LOCALE. IL REGIME FORTE DI NAZARBAYEV E UNA NAZIONE COMPOSITA Foto di rito per una coppia di giovani sposi al Mausoleo di Khoja Ahmed Yasawi a Turkestan. Sopra: il Baiterek ad Astana. La collina blu Si raggiunge il crinale della collina, assai allungata e DIÀODWDFRPHODPRUHQDGLXQJKLDFciaio, grazie a una funivia degli anni Sessanta. Quel che c’è d’interessante quassù è una sorta di vasto luna park kitsch quanto si vuole, ma amato alla follia da grandi e piccini. E anche un minizoo con una dozzina di gabbie che ospitano malconci animali. Una famiglia che viene dalla steppa nel cuore del Paese vuole farsi fotografare con me. Il papà mi dice: «Mi chiamo Gengis, vengo dalla steppa, ho FDYDOOLPXFFKHHÀJOL'D dove vieni?». «Dall’Italia». «Niba- li!». Mi sovvengo che il corridore italiano è capitano della squadra kazaka Astana, “la capitale”. E poi aggiunge: «Milan Juve Inter». Orgoglioso. Gli faccio: «E i papi e gli imperatori romani?». E lui: «Ah sì, quel Francesco che difende gli immigrati... Ma quali imperatori?». «Gli imperatori romani...». «Ma di imperi ci sono solo quelli di Gengis Khan e di Tamerlano!». Così è se vi pare. Le tombe a tumuli Prima di giungere alla cittadina di Yesik, noto alcuni cumuli di terreno che non mi sembrano per nulla naturali. Furono gli sciiti locali a costruirli nel IV secolo d.C., una popolazione molto avanzata nell’artigianato, come numerosi manufatti testimoniano. Tra tutti la più importante è la scoperta dell’abito di guerra di una guerriera dell’epoca, di una sciamana: il copricapo conta 150 decorazioni dorate, alcune delle quali, che rappresentano cavalli in corsa, appaiono veramente affascinanti, mentre il vestito vero e proprio di decorazioni ne conta la bellezza di tremila, ricamate nella maglia metallica, con fermagli in forma di tigre. E poi una sorta di scudo, dei parastinchi, una sciarpa... Città Nuova - n. 20 - 2014 47 Repor tage KAZAKISTAN ORO, PETROLIO E QUALCHE BELLEZZA Dialogo alla kazaka Intervista all’arcivescovo Tomasz Peta, metropolita di Astana Shymbulak, sogno kazako Anche il presidente Nazarbayev viene spesso da queste parti per cimentarsi nell’arte dello sci alpino, ma soprattutto per vedere a che punto è l’avanzamento dei lavori della maggiore stazione sciistica dell’immenso Kazakistan. Il Paese centrasiatico ha obiettivi alti, tra cui quello di portare le vicine Almaty, Medeu e Shymbulak a ottenere l’organizzazione di un’edizione dei Giochi olimpici invernali prima del 2050, orizzonte che il presidente ha voluto dare ai suoi concittadini. L’aria è fresca. Chi è venuto quassù non è sempre danaroso. Così sbocconcella il suo panino portato da casa osservando le montagne o il falco che un 48 Città Nuova - n. 20 - 2014 kazako dai tratti mongoli dell’Altai ´DIÀWWDµSHUHXURSHUIDUVLIRWRJUDfare con un bestione da 15 chili appollaiato sull’avanbraccio. Kapshagay Mi sto recando da Almaty verso Sud. Non posso proprio dire che gli scenari siano idilliaci. La città di Kapshagay è originale: sulla strada statale scorgo VROR HQRUPL HGLÀFL SDFFKLDQL EUXWWL e pretenziosi, che in realtà sono dei casinò. Hanno i consueti improbabili nomi: Pyramid, XoClub, Las Vegas, Dubai, New York freedom, Stars, Royal Plaza, Alladin, Carlton... È evidente, qui si investono parte dei soldi del gas e del petrolio Il Kazakistan è un Paese pronto per essere evangelizzato? «Cosa vuol dire evangelizzare in un Paese musulmano? Evangelizzare è volontà di Dio. L’amore di Dio e la sua parola salvifica vengono prima. Solo in seguito un uomo può rispondere o agire. Il Kazakistan è un buon suolo per l’evangelizzazione, come nel passato è stato un oceano di sangue e lacrime di gente innocente. Evangelizzazione in un Paese musulmano è innanzitutto una testimonianza di vita: i cristiani debbono amare i loro vicini musulmani». Che cosa mi può dire del dialogo interreligioso in Kazakistan? La presenza governativa in questo campo è un fattore positivo? «Nel Kazakistan vi sono 130 nazionalità e gruppi etnici, con molte confessioni religiose. Grazie a Dio il governo si interessa a fondo del dialogo interreligioso. Il governo organizza delle tavole rotonde e diverse conferenze. Ogni tre anni un “congresso delle religioni del mondo” viene organizzato ad Astana, con la presenza anche di una delegazione vaticana. L’attività del governo serve a stimolare il dialogo tra le religioni, creando un’atmosfera di collaborazione. Naturalmente ogni religione ha il diritto di svolgere il suo proprio lavoro assieme al dialogo che è “obbligatorio”. Quest’opera governativa permette anche la salvaguardia di minoranze religiose ed etniche». In senso orario da sin.: il monumento ad Almaty; una famiglia kazaka a Turkestan; preghiera alla stessa moschea; lungofiume ad Astana; caravanserraglio a Tamgay Tas. che i kazaki (o almeno alcuni kazaki) stanno facendo a palate in associazione con Eni, Gazprom, Total e compagnia bella. Accadde che il presidente kazako nel 2006 decise che tutti i casinò del Sud del KazakiVWDQVRSUDWWXWWRTXHOOLDOORUDÀRUHQWL di Almaty, si sarebbero trasferiti in questa città che doveva diventare un polo economico di primo piano del Paese. Ma la città che si scorge dietro queste pacchianate è rimasta sporca, disordinata, rada, grigissima. Il treno più lento del mondo EpiFR &RVu YLHQH GHÀQLWR VX ,QWHUQHW LO WUHQRFKHYDGD$OPDW\ÀQRDG$NWRbe, sul Caspio, attraversando tutto l’Ovest abitato del Kazakistan. Alcuni FRQYRJOL SRL FRQWLQXDQR ÀQR D 0Rsca e San Pietroburgo. Si parla di un percorso di giorni e giorni, ovviamente, non di qualche ora. La media oraria GLIÀFLOPHQWHVXSHUDLNPRUDUL&Rsì l’unico vero divertimento è la fermata ad Arbic-2, vecchia città mineraria; all’arrivo del treno ecco scatenarsi l’assalto di centinaia di venditori alla sauvette, tre quarti dei quali offrono angurie e meloni e il restante quarto pane e companatico. L’assalto dura 11 minuti e 45 secondi, il tempo di riparWLUHSHUO·LPSURYYLVRÀVFKLRGHOFDSRstazione, con un cappello dalla visiera esagerata che risale trenta centimetri sopra la sua fronte. I raggi creano l’opera d’arte Sono appena ritornato al Mausoleo di Khoja Ahmed Yasawi, qui a TurkeVWDQGRSRODVÀDQFDQWHYLVLWDLQSLHQR giorno. Ho già visitato Samarcanda, Buchara, Konjeurgench e Isfahan, dove si ergono forse i migliori capolavori dell’arte religiosa centrasiatica, ma qui qualcosa si aggiunge. La vox populi parla chiaro: tre pellegrinaggi a questo mausoleo valgono un pellegrinaggio alla Mecca. Fu costruito VX RUGLQH GL 7DPHUODQR WUD LO e il 1405 in onore del profeta Khoja Ahmed Yasawi che, nato nel 1094 a Sayram, era poeta e mistico, fondatoUH GHOO·RUGLQH VXÀ 7DULTDK 7HUPLQz la sua vita nel 1166 in un eremitaggio su una collina non lontana dal luogo del mausoleo. Si dice che qui passò Tamerlano stesso il quale, dopo una preghiera e vedendo il pietoso stato della gente e della cittadina, ordinò che vi fosse costruito un enorme mausoleo per riscattare la città che aveva ospitato un tale personaggio. La composizione archiettonica del mausoleo è strana, decorato totalmente nella porta nordoccidentale, mentre la grandiosa porta sudorientale è in mattoni apparenti: fu l’ultima a venire FRVWUXLWDHIRUVHLVROGLHUDQRÀQLWLH Tamerlano ormai era morto e sepolto. La polvere del deserto Viaggio in auto tra Turkestan e Kyzylorda nel cuore del Kazakistan. Un viaggio istruttivo anche se faticoso e monotono, perché mi dimostra come l’uomo sappia vivere anche in condizioni non dico estreme ma certo assai disagevoli. Si esce da TurkeCittà Nuova - n. 20 - 2014 49 Repor tage KAZAKISTAN ORO, PETROLIO E QUALCHE BELLEZZA stan fendendo un abitato squallido abbacinato dal caldo, ma la strada è nuova e perfetta. La sabbia della steppa desertica turbina e invade la sede stradale. Rallegrano lo spirito le mandrie di cammelli, bufali e cavalli. A Zhanacorgan, a metà tragitto, ci si ferma perché l’autista vuole fumare una sigaretta. Si tratta di un semplice incrocio tra le due strade lungo le quali è cresciuto l’abitato, sotto lo sguardo severo e austero della statua bronzea di un eroe ka]DNR FKH QRQ ULHVFR D LGHQWLÀFDUH H sotto quello molto più prosaico di un distributore di benzina Sinooil: L FLQHVL VRQR DUULYDWL ÀQ QHO GHVHUWR kazako. L’autenticità che non ti aspetti Astana. Al di là dell’Esil, nel grande Parco Centrale impazza un lunapark con tutti i tradizionali ingredienti degli analoghi spazi-giochi del mondo. Circola una notevole folla, non solo di famiglie coi bambini, ma anche di ragazzi, adulti e vecchi. Par di tornare indietro all’Italia di 40 anni fa. Mi trovo ad aiutare un giovane poliomielitico nel salire una scaletta che porta DO SRQWH VXO JUDQGH ÀXPH ©Bonsoir monsieur», mi fa. Vende bruscolini e biglietti della lotteria perché non ha potuto studiare. Ha imparato però il francese, da solo, legge tutto quello che può, conosce le pieghe più riposte di Balzac e le manie di Hugo, gioisce per i quadri di Matisse ed è XQ IDQDWLFR GHL ÀOP GL 5HVQDLV 8Q portento. Mi racconta la sua storia, la malattia e la voglia di riscatto, la spinta a saper sempre di più e l’incomprensione della famiglia che lo FRQVLGHUDXQÀVVDWR Grandeur Ci sono città costruite per il volere di una sola persona che nei fatti considera tutti i suoi “simili” non tali ma “uguali” a sé. È probabilmente questo il pensiero che ha mosso Nazarbayev quando ha voluto trasferire la capitale del Kazakistan da Almaty ad Astana. Mutatosi in pochi istanti da comuniVWDDSRVWFRPXQLVWDKDLGHQWLÀFDWR il nuovo corso della Storia con la propria persona, peraltro non senza intelligenza e con la straordinaria fortuna di essersi ritrovato nel sottosuolo risorse di petrolio e di gas che dire straordinarie è poco. Astana, dunque: spazi enormi, come in tutte le città che vogliono esprimere un istinto di grandeur che però non può realizzarsi senza una parallela grandeur culturale. Eppure il fattore umano lo si trova anche ad Astana: all’agenzia di viaggio, al distributore di benzina, al parco giochi, al bar, al semaforo, nonostante il contesto sfavorevole. Pietro Parmense CARTA CONTO RICARICA EVO LA PREPAGATA EVOLUTA PER LA TUA ORGANIZZAZIONE. 8QRVWUXPHQWRøHVVLELOHFRQYHQLHQWHHVLFXURFKHªLQVLHPHFRQWR FRUUHQWHEDQFRPDWHFDUWDGLFUHGLWRGLVSRQLHULFHYLERQL÷FL DJJDQFLL5,'6''SDJKLWUDPLWH326DFFHGLDLVHUYL]LGHJOL VSRUWHOOLDXWRPDWLFL$70DFTXLVWLRQOLQH+DFRVWLPROWRFRQWHQXWL HSHUOHOHSLFFROHRUJDQL]]D]LRQLVHQ]DSDUWLWDLYDSX´VRVWLWXLUH OÚDSHUWXUDGHOFRQWRFRUUHQWH 6FHJOLOD÷QDQ]DHWLFD 0HVVDJJLRSXEEOLFLWDULRFRQ÷QDOLW¢SURPR]LRQDOH3HUOHFRQGL]LRQLFRQWUDWWXDOLHGHFRQRPLFKHOHJJLLOIRJOLR LQIRUPDWLYRGLVSRQLELOHVXOVLWRZZZEDQFDHWLFDLWHSUHVVROHQRVWUH)LOLDOLH%DQFKLHUL$PEXODQWL ZZZEDQFDHWLFDLW Se posso LA SFIDA DELL’OGGI di Piero Coda RESPONSABILITÀ È CUSTODIA D icevamo, la volta scorsa, che essendo responsabile per il mio prossimo sono responsabile per ciascuno che incontro sulla mia strada. Il contesto o meglio la portata e l’orizzonte della responsabilità, in ultima istanza e in ogni circostanza, sono tutti e tutto. È il nostro mondo: familiari, amici, compagni, vicini e lontani, e anche fratello sole, sorella acqua e terra, come cantava Francesco d’Assisi. Dietrich Bonhoeffer lo spiegava così: «Dietro il prossimo, raccomandatoci dall’appello di Gesù, sta colui che è lontano, ossia Gesù Cristo in persona, Dio stesso. Colui che non discerne dietro al prossimo questo “lontano”, e non riconosce questo “lontano” come prossimo, non serve il prossimo ma sé stesso e fugge dall’aria aperta della responsabilità al comodo angolino del dovere compiuto». In questa logica s’intuisce come il caso serio della UHVSRQVDELOLWjGLYHQWDDOODÀQHLOSUHQGHUHVXGLVp le conseguenze anche tragiche dell’agire dell’altro. Per il cristiano è questa la lezione paradossale della responsabilità come l’ha vissuta Gesù: l’offrirsi VHQ]DULVHUYHSHUJOLDOWULVLQRDOVDFULÀFLRGLVp Non lo ha insegnato lui stesso: «Chi vuole salvare la propria vita la perderà» (Lc 9,24)? 0DF·qDQFRUDXQDULÁHVVLRQHGDIDUHTXHOODFKH apre la responsabilità – per chi crede – al rapporto con Dio. Anche se non è una considerazione di tipo religioso soltanto, ma un rimando alla profondità dell’umano che – direbbe Dante Alighieri – tale si fa “transumanandosi” verso quell’Altro da sé che si dà e si nasconde in ogni altro. È, per dirla con Lévinas, la “curvatura” dello spazio tra l’io e il tu nel suo aprirsi al terzo: «Nell’accoglienza d’altri – egli spiega – accolgo l’Altissimo al quale la mia libertà si subordina, ma questa subordinazione non è un’assenza: essa si ad-opera in tutta l’opera personale della mia iniziativa morale, nell’attenzione ad altri in quanto unicità e volto». Nell’ottica dell’esperienza cristiana, questa “curvatura” è provocata dall’irruzione di Dio nella trama della responsabilità che ci lega gli uni gli altri. «Il contesto o meglio la portata e l’orizzonte della responsabilità, in ultima istanza e in ogni circostanza, sono tutti e tutto. È il nostro mondo». Come dice Gesù: «Ciò che hai fatto al più piccolo dei miei fratelli, è a me che l’hai fatto». E questo perché – prima ancora del mio essere chiamato alla responsabilità per altri – mi ritrovo gratuitamente e irrevocabilmente scelto dall’amore di Dio. Guardare agli altri e al mondo con questi occhi è la chance dell’oggi. In una bella sintesi, papa Francesco così l’ha espressa il giorno d’inizio del VXRSRQWLÀFDWR©,QIRQGRWXWWRqDIÀGDWRDOOD custodia dell’uomo: è una responsabilità che ci riguarda tutti». Attualità ANNIVERSARI di Mariagrazia Baroni VENT’ANNI FA LA SCOMPARSA DEL FONDATORE DI AFRICA MISSION. L’EREDITÀ NELLA RETE DI SOLIDARIETÀ CHE AVEVA INTESSUTO L’AFRICA DI DON VITTORIO E rano gli anni Ottanta e in molti ricorderanno il viso bonario di don Vittorio Pastori, noto anche come don Vittorione, e gli appelli in favore dell’Africa nei famosi salotti televisivi di Raffaella Carrà, Mike Bongiorno ed Enzo Tortora. Ma ad oggi a ricordare il prete del varesotto, nel ventennale della scomparsa avvenuta il 2 settembre 52 Città Nuova - n. 20 - 2014 1994, saranno in numero notevolmente accresciuto. A cominciare dal Movimento e dalla ong Africa Mission Cooperazione-sviluppo, da lui IRQGDWDFKHORUDFFRQWDFRQXQÀOP documentario del regista milanese Tomaso Pessina, il quale si è recato in Uganda sulle tracce di don Vittorio per cercare ancora oggi la presenza di questo sacerdote che ha vestito l’a- bito talare per iniziativa del vescovo di Gulu. Lo festeggeranno, dicevamo, ancora nel Karamoja, la regione dell’Uganda che don Vittorio aveva tanto amato e dove la speranza di vita si attesta intorno ai 35-40 anni. Ma chi era don Vittorio? È stato un amante della vita che più di cercare sé stesso si è occupato di cercare l’altro ovunque fosse. Infaticabile sostenitore dell’operosità evangelica laicale, nasce a Varese nel 1926. Da giovane attivo nella parrocchia di San Vittore, allo scoppio della Seconda guerra mondiale aderisce ad un’organizzazione clandestina che espatria in Svizzera ebrei e fuggitivi. Negli anni Cinquanta – in un’Italia che cerca di risollevare le proprie sorti dalle ma- cerie del dopoguerra –, Vittorio è il proprietario di uno dei locali più noti in tutta la Lombardia. Ma è nella sua parrocchia, dove è costantemente impegnato, che avviene l’incontro cruciale con don Enrico Manfredini, il nuovo parroco, con cui stringe un forte legame. Lo segue anche quando diviene vescovo a Piacenza con l’incarico di curare l’amministrazione della residenza vescovile, del seminario e di tutte le istituzioni diocesane. Insieme intraprendono il primo dei 147 viaggi tra Uganda, Kenya, Tanzania e altre terre appartenenti all’area sub-sahariana, ed entrambi rimangono impressionati dal lavoro della Chiesa cattolica e dei suoi missionari in questi luoghi spesso Giovani dell’Uganda, terra amata da don Vittorio Pastori. A fronte, alcuni momenti della sua vita di missione e con Giovanni Paolo II. carenti di tutto. Nel 1972 fonda a Piacenza l’associazione Africa Mission, un movimento formato da cristiani laici impegnati a portare aiuto alle missioni presso le popolazioni africane, dei Paesi del Terzo mondo e dell’Est europeo. Nel 1982 nasce il ramo tecnico operativo dell’organizzazione, l’Ong Cooperazione e Sviluppo, che annovera due centri indipendenti a Kampala, la capita- le, e a Moroto, nel Karamoja. Oggi Africa Mission è una solida realtà per il numero di iniziative: 900 pozzi perforati in Karamoja, progetti nel settore sanitario, agricolo, aiuto nelle emergenze in Uganda e in altri Stati africani, e un centro giovanile dedicato a don Vittorio. Si trova a Moroto ed è il punto di riferimento per 600 giovani, educati a crescere nella solidarietà e nella pace. L’espressione «chi ha fame ha fame subito», che spesso ripeteva, rappresenta anche un ricordo per chi lo ha conosciuto: «Ho impresso QHOODPHQWHLOVXRSURÀOR– dice padre John Toninelli – mentre cuoceva pentoloni di risotto nei villaggi, circondato dai bambini che avevano fame ed erano incuriositi da quel signore così robusto e bonario». Alternando lunghi periodi in Africa ad altri in Italia, don Vittorio si fa portavoce delle genti africane negli incontri con comunità, gruppi e associazioni italiane in modo da sollecitare l’aiuto. Lungimirante la sua visione: «Dopo anni di esperienza per le vie dell’Africa – raccontava – posso confermare che i poveri del mondo diventano sempre più poveri». «La sua – ricorda il missionario Piero Gheddo – è una vocazione speciale, quella del viaggiatore che stabilisce un ponte fra l’opulenza italiana e la povertà». L’attuale presidente di Africa Mission, don Maurizio Noberini, spiega come anche in tempo di crisi si possa tener fede all’insegnamento di don Vittorio: «Il nostro impegno non si esaurisce in una semplice raccolta fondi o nella distribuzione di aiuti, ma trova piuttosto il suo senso autentico nella missione. Don Vittorio ha sempre invitato i fedeli a rimboccarVLOHPDQLFKHDYHULÀFDUHGLSHUVRQD FRVDF·qROWUHLFRQÀQLLWDOLDQLª©/D carità è l’essenza del cristianesimo», diceva, ma occorre agire e fare dei passi. D’altronde è proprio «così che si assapora la bellezza del dono». Città Nuova - n. 20 - 2014 53 IL VANGELO DEL GIORNO Letture Commenti spirituali Note esegetiche Esperienze Testimoni Da gennaio 2015 il Vangelo del giorno diventa una rivista a sé Per riceverlo non è più necessario abbonarsi alla rivista Città Nuova Abbonamento annuale 24 euro (22 euro se si è abbonati alla rivista Città Nuova) È disponibile anche in libreria 1 copia 2 euro CONTATTACI [email protected] - www.cittanuova.it 06.96522.200/201 AMBIENTE di Lorenzo Russo In arrivo le celle solari “stampabili” N el settore della tecnologia green si fanno passi da giganti. La principale fonte di calore della terra, il sole, attira il mondo dei ricercatori per trovare idee sempre alternative nella cattura dell’energia. In Australia alcuni ricercatori hanno inventato delle celle solari stampabili attraverso uno speciale inchiostro, celle che sono dieci volte più efÀFLHQWL GHL FODVVLFL SDQQHOOL solari e funzionano anche in presenza di nuvolosità. Si tratta di celle solari stampabili che potranno produrre energia per tutta la casa ma anche per elettrodomestici più piccoli come computer portatili e telefoni cellulari. Frutto del lavoro di gruppo (l’unione L’invenzione di ricercatori australiani permette all’inchiostro di catturare la luce e convertirla in elettricità fa la forza), i ricercatori australiani, dopo vari test con risultati positivi durante la sperimentazione, hanno deciso di avviare la fase della commercializzazione. In pratica, l’inchiostro è capace di catturare la luce solare e di convertirla in elettricità. La tecnologia è stata sviluppata da un consorzio compren- Vita sana Vita sana dente l’Ente nazionale di ricerca Csiro e due università di Melbourne, in cui hanno lavorato 50 riFHUFDWRULIUDFKLPLFLÀVLci e ingegneri. Usando una stampante commerciale, un sottilissimo strato viene depositato VXXQDVXSHUÀFLHGLPDWHULD plastica, permettendo così di applicare le celle solaUL VX ÀQHVWUH FUHDQGR XQR strato semitrasparente. Le celle solari possono essere VWDPSDWH DQFKH VX VXSHUÀci più piccole per ricarica e alimentazione di smartphone e di computer portatili. «È un grande passo avanti perché queste celle si possono applicare ovunque e funzionano anche in condizioni di nuvolosità – commenta Fiona Scholes, la scienziata del Csiro che coordina il progetto –. Inoltre la consistenza è migliore di quella utilizzata per i tradizionali pannelli solari. Molte società di diversi Paesi hanno espresso interesse nel commercializzare la tecnologia. La squadra dei ricercatori è ora al lavoro per produrre una versione spray dell’“inchiostro solare”. Un grande traguardo per una maggiore attenzione all’ambiente. Ricordiamo che nel 2007 la percentuale di fonti rinnovabili nel mondo viaggiava a quota 18 per cento. Nel 2011 era salita al 21 per cento. Lo scorso anno invece è arrivata D VÀRUDUH LO SHU FHQWR più di un quinto della produzione elettrica. Città Nuova - n. 20 - 2014 55 Vita sana SPORT di Paolo Candeloro C arcentina, Canalino Sertorelli, Piano dell’Orso, Prati del Ciuk, muro di San Pietro. Nomi che ai più dicono poco o nulla, ma che si portano dietro una lunga storia di spettacolo, coraggio, velocità. Il tutto, nel segno della neve. O meglio, del ghiaccio, elemento indispensabile in occasione della discesa libera di Coppa del Mondo. Siamo sulla mitica pista “Stelvio” di Bormio, «il Teatro alla Scala degli sport invernali», come ebbe a dire anni fa il presidente della Federazione internazionale sci, Gian-Franco Kasper. Qui, GRYHVLVRQRVÀGDWLHKDQno trionfato i più grandi campioni del Circo bianco, è andata in scena l’ennesima rinuncia sportiva in salsa italica. La discesa libera di Coppa del Mondo, quest’anno, non si disputerà. Niente diagonali in contropendenza, curve da tirare come un compasso e salti nel vuoto a oltre 100 chilometri orari, e addio – o quantomeno arrivederci – alle migliaia di tifosi che tra Natale e San Silvestro si riversano in Valtellina per osservare da vicino gli uomini jet con gli sci ai piedi. I motivi? Economici, ovviamente, ma non solo. Impossibile da mettere insieme, stavolta, il milione di euro necessario allo svolgimento della competizione, che comprende la preparazione del tracciato e l’organizzazione in senso più lato, dalle misure 56 Città Nuova - n. 20 - 2014 Bormio perde la discesa libera La gara di Coppa del Mondo di sci si sposta dallo Stelvio a Santa Caterina Valfurva M. Trovati/AP Sopra: i vincitori dello slalom maschile della scorsa edizione di Coppa del mondo, Neureuther (al centro), Hirscher (a sin.) e Moelgg. Sotto: il norvegese Lasse Kjus durante la Coppa del mondo nel 1995. A fronte: veduta di Bormio. (2) A. Trovati/AP di sicurezza all’ospitalità di atleti, tecnici e addetti ai lavori. Quattrocentomila euro li avrebbe messi a disposizione la Regione Lombardia, che ha fatto di tutto per non rinunciare al tradizionale appuntamento GLÀQHDQQR$´PDQFDUHµ però, è stata la Sib (Società impianti Bormio), la quale ha preferito non chiudere la pista in un periodo di alta stagione a livello turistico, sottolineando poi FRPH OD SUHVHQ]D ÀVVD GHL professionisti di Coppa del Mondo potrebbe in qualche modo indurre a considerare la “Stelvio” un tracFLDWRWURSSRGLIÀFLOHSHUJOL “sciatori della domenica”. Così il Circo Bianco resta privo di uno dei suoi capisaldi, da molti considerata la discesa libera più GLIÀFLOH GL XQ FDOHQGDULR maschile che prevede, tra le DOWUHOHSLFFKLDWHPR]]DÀDto giù per la “Lauberhorn” di Wengen (Svizzera) e lungo la “Streif” di Kitzbühel $XVWULD/D´6WHOYLRµOXQga oltre tre chilometri e dal dislivello di 987 metri, ha ospitato anche due edizioni dei Mondiali (’85 e 2005) e visto festeggiare alcuni dei più grandi campioni della velocità e dello sci alpino in generale quali il francese /XF $OSKDQG L QRUYHJHVL /DVVH .MXV H $NVHO /XQG Svindal, gli statunitensi Daron Rhalves e Bode Miller, gli austriaci Hermann Maier, Stephan Eberharter e Michael Walchhofer, gli svizzeri Michela Figini (nel 1985 vi si gareggiò anche per il titolo iridato femminile di discesa), Pirmin Zurbriggen e Didier Défago e gli azzurri Christof Innerhofer e Dominik Paris. Ma l’affascinante pista di Bormio, dove dopo l’esordio del 1993 si correva ininterrottamente dal ’95 (con un solo “anno sabbatico”, il 1999), è stata terreno di conquista anche per gli amanti delle discipline tecQLFKH GDO QRVWUR $OEHUWR Tomba all’americana Mikaela Shiffrin, dal norvegese Ole Kristian Furuseth ai tedeschi Markus Wasmeier e Felix Neureuther sino ad arrivare all’austriaco Benjamin Raich e al croato Ivica .RVWHOLþ Davvero un peccato, dunque, che quest’anno gli uomini jet siano costretti a traslocare dalla “Stelvio” di Bormio alla “Deborah Compagnoni” di Santa Caterina Valfurva. L’Italia manterrà la sua discesa libera di Coppa del Mondo, ma non sarà certo la stessa cosa. Eppure, le polemiche pare facciano parte del Dna di questa pista, se consideriamo che al termine dei Campionati iridati ’85 un contadino posizionò GHO ÀOR VSLQDWR OXQJR OD SDUWH ÀQDOH GHO WUDFFLDWR corrispondente a un terreno di sua proprietà. La “Stelvio” venne chiusa per anni, prima che l’uomo accettasse di “sgomberare il locale” in cambio di un regalo mica da ridere: un tunnel posto proprio sotto il percorso e utilizzato ora come magazzino per le sue macchine agricole. &KLVVjVHDÀQHGLFHPEUH TXDQGR L ULÁHWWRUL VDUDQQR puntati 18 chilometri più in là, anche lui sentirà un pizzico di nostalgia per quelle saette con gli sci ai piedi, gli uomini jet del Circo Bianco. Città Nuova - n. 20 - 2014 57 Vita sana BUON APPETITO CON... di Cristina Orlandi Ingredienti (4 persone) Per gli spinaci: 400 g di VSLQDFL J GL SDUPLJLDQR JUDWWXJLDWR TE GL VDOH H GL SHSHEXUURSHUORVWDPSR Per la besciamella: 40 g GLEXUURJUGLIDULQD PO GL ODWWH QRFH PRVFDWD TEGLVDOHHGLSHSH Per il ripieno: 160 g di SURVFLXWWRFRWWRJGLSDUPLJLDQRJGLIRQWLQD Sformati di spinaci con cuore di prosciutto e formaggio 8Q·LGHD VÀ]LRVD H VHPSOLce che sarà gradita da tutti i FRPPHQVDOL XQ·DOWHUQDWLYD DLVROLWLVHFRQGLSLDWWLDEDVH GL YHUGXUH PROWR DSSUH]]D- WD DQFKH GDL SL SLFFROL 3HU XQD FHQD LPSRUWDQWH SRWUHWH VHUYLUHORVIRUPDWRFRPHDQWLSDVWRPDJDULDUULFFKLWRFRQ XQDVDOVDFDOGDDOIRUPDJJLR FXRFHUOLDYDSRUHROHVVDUOL$ FRWWXUDXOWLPDWDWULWDUOLHXQLUOL DO SDUPLJLDQR JUDWWXJLDWR H DOOD EHVFLDPHOOD 5HJRODUH GL VDOHHSHSH Per il ripieno: )UXOODUH LO SURVFLXWWR FRQ OD IRQWLQD H LO SDUPLJLDQR'LYLGHUHLOFRPSRVWRRWWHQXWRLQTXDWWURSDUWLXJXDOL Composizione Per la besciamella: In un WHJDPHIDUWRVWDUHODIDULQDQHO EXUURYHUVDUYLJUDGDWDPHQWHLO ODWWHLOVDOHLOSHSHHXQDSXQWDGLQRFHPRVFDWDJUDWWXJLDWD 'XUDQWH OD FRWWXUD JLUDUH SHUFKp OD VDOVD QRQ VL DWWDFFKL DO IRQGRHQRQIDFFLDJUXPL Per gli spinaci: 0RQGDUH H ODYDUH JOL VSLQDFL TXLQGL ,PEXUUDUH JOL VWDPSLQL PRQRSRU]LRQH H ULHPSLUOL SHU OD PHWjFRQODFUHPDJOLVSLQDFL SRUUH QHO FHQWUR OD SDOOLQD GL SURVFLXWWR H IRUPDJJLR TXLQGL ULFRSULUH FRQ DOWUR FRPSRVWR GL VSLQDFL 0HWWHUH QHO IRUQR SUHULVFDOGDWR D & H FXRFHUH SHU PLQXWL ÀQR D TXDQGR OD VXSHUÀFLH VL VDUj EHQ FRORULWD 6HUYLUH JOL VIRUPDWLQLEHQFDOGL JLUDYDSHUFDVDDYROWHDQFKH FRO WHOHFRPDQGR DOO·RUHFFKLR GLFHQGR´SRQWR"µ ,Q JHQHUDOH JOL HVSHUWL FRQVLJOLDQR GL QRQ HVDJHUDUHQHOSDUODUHDLEDPELQLFRQ YH]]HJJLDWLYL QRPLJQROL H SDUROH VWRUSLDWH PD GL DVVRFLDUHDOOHFRVHLOQRPHJLXVWR (LRHPLRPDULWRQRQDEELD- PR SUREOHPL QHO IDUOR VLDPR G·DFFRUGR FKH SDUODUH EHQH q DQFKH SHQVDUH EHQH 0D F·q XQD SDUROD D FXL VRQR WURSSR DIIH]LRQDWDHFKHQRQFRUUHJJHUz q ´FDPPHUHOODµ )LQFKp OHLQRQGHFLGHUjGLFDPELDUOD FRQ O·RULJLQDOH ´FDUDPHOODµ LR OH RIIULUz PRUELGH H GROFL ´FDPPHUHOOHµ Preparazione DIARIO DI UNA NEOMAMMA di Luigia Coletta Le prime parole 1RQ ULFRUGR FRQ SUHFLVLRQH TXDQGR ,UHQH KD GHWWR OD SULPD SDUROD IRUVH SHUFKp QHO PRPHQWR LQ FXL KD SURQXQFLDWR OH IDWLGLFKH VLOODEH ´PDPDµ VDSHYR FRQ FHUWH]]D FKH QRQ OR IDFHYD SHU GHFODPDUH LO PLR QRPH PD SLXWWRVWR SHU ULFKLDPDUH OD PLD DWWHQ]LRQH QHO FHUFDUH GL DIIHUUDUH FRQ OD PDQLQD XQ ELVFRWWR R XQ JLRFDWWROR ,Q HIIHWWL KR VHPSUH SHUFHSLWR TXDQWR L VXRL LQWHUHVVL IRVVHUR HVVHQ]LDOL H GLUHWWR LO VXR PRGR GL FRPXQLFDUH OR GLPRVWUD LO IDWWR FKH VHFRQGR PH OD VXD SULPD YHUD SDUROD GHWWD FRQ FRQVDSHYROH]]D q 58 Città Nuova - n. 20 - 2014 VWDWD ´DFTXDµ &HUWDPHQWH DQFKH ´PDPPDµ H ´SDSjµ KDQQRDYXWRXQSRVWRGLWXWWR ULVSHWWR QHOOD FODVVLÀFD GHOOH SULPH SDUROH PD PLD ÀJOLD KD EDGDWR JLXVWDPHQWH SULPD DTXHVWLRQLGLVRSUDYYLYHQ]D 3HUVRQDOPHQWH LQ TXDQWR PDPPD GHVLGHUDYR FKH TXHVWD SDUROD IRQGDPHQWDOH HQWUDVVHQHOYRFDERODULRGHOOD PLD EDPELQD TXDQWR SULPD TXLQGLODLQYLWDYRFRQVHPSOLFLWjHFRVWDQ]DDFRPSOHWDUHOD IUDVH ©,UHQH q O·DPRUH GLª (SRFRSULPDGLFRPSLHUHXQ DQQRPLKDIDWWRTXHVWRUHJDOR©PDPPDª3RLKDSUHVR GLPHVWLFKH]]D FRO WHOHIRQR H ALIMENTAZIONE di Giuseppe Chella EDUCAZIONE SANITARIA di Spartaco Mencaroni Equità: sfida del millennio La clorofilla La clorofilla è il pigmento di colore verde, presente nei cloroplasti che sono dei corpuscoli contenuti nelle cellule dei vegetali e in alcuni batteri. La clorofilla realizza la fotosintesi, un processo importantissimo grazie al quale i vegetali producono la sostanza organica (carboidrati) a partire dall’anidride carbonica dell’aria. La struttura chimica della clorofilla ha una certa analogia con quella dell’emoglobina che è il pigmento rosso del sangue. Mentre l’emoglobina ha il ferro come componente centrale, la clorofilla ha il magnesio. Essa svolge un’attività normalizzatrice della nostra flora intestinale, è battericida per diversi ceppi di batteri (azione antinfettiva), rinforza il sistema immunitario, purifica il fegato favorendo lo smaltimento delle sostanze velenose (azione antitossica), è antiossidante, è antianemica ed è un potente deodorante. È importante sapere che può svolgere una notevole attività per la prevenzione delle malattie degenerative (azione antinvecchiamento). Secondo alcuni autorevoli studiosi del Linus Pauling Institute, la clorofilla combatte la crescita delle cellule cancerose e protegge da carcinogeni che possono essere presenti negli alimenti contaminati da alcune muffe (aflatossine ecc.). A causa della ingestione di alimenti contaminati (cereali, frutta secca ecc.) molti cinesi hanno sofferto di tumore epatico e l’assunzione della clorofilla ha dimostrato di essere una valida protezione. 0HQRGLJLRUQLqTXHVWRLOFRQWRDOODURYHVFLDGHOSLDPEL]LRVR SURJHWWRGLVYLOXSSRJOREDOHVRFLRVDQLWDULRGHOODVWRULDLO´0LOOHQQLXP 'HYHORSPHQW*RDOVµ0'*FKHQDVFHQHOVHWWHPEUHFRQOD VRWWRVFUL]LRQHGDSDUWHGLWXWWL3DHVLPHPEULGHOOH1D]LRQL8QLWHGHOOD ´0LOOHQQLXP'HFODUDWLRQµXQGRFXPHQWRHSRFDOHQHOTXDOHYLHQH VDQFLWRO·LPSHJQRJOREDOHDHUDGLFDUHLSULQFLSDOLGHWHUPLQDQWLGHOOH GLVHJXDJOLDQ]HVRFLRVDQLWDULHHQWURLO /·DPEL]LRVRSURJHWWRqGHFOLQDWRLQRWWRPDFURRELHWWLYLFLDVFXQRGRWDWR GLWDUJHWHVSOLFLWLHGDWHGLFKLDUDWHSHULOUDJJLXQJLPHQWRGHJOLVWHVVL VUDGLFDUHODSRYHUWjHVWUHPDHODIDPH UHQGHUHXQLYHUVDOHO·LVWUX]LRQHSULPDULD SURPXRYHUHODSDULWjGHLVHVVLHODFRQGL]LRQHGHOJHQHUHIHPPLQLOH ULGXUUHODPRUWDOLWjLQIDQWLOH PLJOLRUDUHODVDOXWHPDWHUQD FRPEDWWHUHO·+LY$LGVODPDODULDHDOWUHPDODWWLHWUDVPLVVLELOL JDUDQWLUHODVRVWHQLELOLWjDPELHQWDOH UDJJLXQJHUHXQDSDUWQHUVKLSJOREDOHSHUORVYLOXSSR 1HJOLXOWLPLDQQLOH1D]LRQL8QLWHHO·2UJDQL]]D]LRQH0RQGLDOHGHOOD 6DQLWjKDQQRUHDOL]]DWRQXPHURVHD]LRQLSHUUHQGHUHFRQFUHWLHYLVLELOL LULVXOWDWLPHWWHQGRLQFDPSRHQRUPLULVRUVHGLGDWWLFKHHFRQRPLFKH SROLWLFKHHVDQLWDULHKWWSZZZXQRUJPLOOHQQLXPJRDOV/DOHWWXUD GHOO·XOWLPRUDSSRUWRDSUHDXQDYLVLRQHGLVSHUDQ]DVRQRVWDWL FRURQDWLGDOVXFFHVVRJOLVIRU]LUHODWLYLDOGLPH]]DPHQWRGHOOHSHUVRQH FKHYLYRQRLQFRQGL]LRQLGLSRYHUWjHVWUHPDHDOODULGX]LRQHGLPRUWLSHU PDODULDHWXEHUFRORVLVLUHJLVWUDQRVLJQLÀFDWLYLSURJUHVVLQHOO·DFFHVVR GHOODSRSROD]LRQHDOO·DFTXDSRWDELOH²PLJOLRUDWRSHUROWUHPLOLDUGLGL SHUVRQHIUDLOHLO²QHOO·DFFHVVRDOO·LVWUX]LRQHSULPDULDHQHOOD SDUWHFLSD]LRQHGHOOHGRQQHDOODYLWDSROLWLFDHVRFLDOH *OLRELHWWLYLSLFULWLFLFRPHODULGX]LRQHGHOODSRYHUWjHGHOODPRUWDOLWj LQIDQWLOHVRQRVWDWLUDJJLXQWLSHUO·HQRUPHPLJOLRUDPHQWRGLDOFXQL3DHVL FRPHOD&LQDHO·,QGLDODVFLDQGRLQGLHWURSHUzSURSULROHDUHHGRYHOH FRQGL]LRQLGLYLWDVRQRSLGUDPPDWLFKH 6DUjTXHVWDODSULQFLSDOHVÀGDGDUDFFRJOLHUHJDUDQWLUHXQRVYLOXSSR DUPRQLFRLQXQDSURVSHWWLYDGLHTXLWjHEHQHFRPXQHJOREDOH Città Nuova - n. 20 - 2014 59 UN PAESE IN TRANSIZIONE Thailandia Preghiere per il re S. Lalit/Ap D i fronte all’ospedale Siriraj di Bangkok delle persone pregano per il loro re. Le condizioni di salute del re Bhumibol Adulyadej non sono buone. Un esperto team di medici che si occupa della salute del monarca lo ha recentemente operato per la rimozione della cistifellea e lo ha curato per un’infiammazione allo stomaco. Il popolo thai, che tanto ama il monarca, ad ogni notizia che riguarda la sua salute, si riversa nelle strade adiacenti l’ospedale per pregare, dimostrare riconoscenza e amore sincero verso il re che al momento è il più longevo, 86 anni, regnante al mondo. Non sono momenti facili per il “Paese degli uomini liberi”. Con l’ennesimo colpo di Stato dello scorso 22 maggio, che ha messo fine alle proteste anti-governative, la situazione del Paese è in parte migliorata. È stato ristabilito l’ordine pubblico anche a costo di restrizioni sulle libertà personali perché è ancora in vigore la legge marziale. La Giunta militare sta cercando di mettere un freno all’anarchia indiscriminata, alla corruzione dilagante per far rispettare le leggi. All’orizzonte, però, prima di 15 mesi, non si prospettano nuove elezioni democratiche. Un’intensa attività diplomatica del generale Prayuth Chanocha, anche in Europa, nasce dall’esigenza di spiegare le ragioni del colpo di Stato. Luigi Butori Città Nuova - n. 20 - 2014 61 Attualità MEDIA di Claudia Di Lorenzi Il piano di contrasto del Miur Cyberbullismo Nella lotta al bullismo che si consuma in Rete, il ministero dello Sviluppo, l’Istruzione e la Ricerca ha deciso di rafforzare il piano di contrasto esistente con interventi molteplici, che riguardano la rete dei centri di assistenza, l’offerta formativa delle scuole, l’aggiornamento dei docenti. Nelle linee guida sul tema recentemente pubblicate, si disegna il nuovo sistema YROWR D ©UHQGHUH SL IDFLOPHQWH DFFHVVLELOL OH ULVRUVH ÀQDQ]LDULH H XPDQHª 1HOORVSHFLÀFRVLLSRWL]]DFKHLFRPSLWLÀQRUDVYROWLGDJOL2VVHUYDWRULUHgionali – che hanno operato a supporto delle scuole – vengano trasferiti ai nuovi “Centri territoriali di supporto” e, ad un livello territoriale meno esteso, ai “Centri territoriali per l’inclusione”, con una conseguente moltiplicazione delle strutture locali di assistenza. All’interno di tali centri opereranno docenti esperti delle «nuove forme di devianza giovanile, dovute ad un uso QRQFRQVDSHYROHGHOOD5HWHªLQFROODERUD]LRQHFRQVSHFLDOLVWLGHOOD3ROL]LD postale e del Garante dell’infanzia e dell’adolescenza. Tali strutture avranno anche il compito di raccogliere il «patrimonio pedagogico-didattico prodotto GDOOHD]LRQLGLFRQWUDVWRDOEXOOLVPRGHOOHVFXROHªHGLRIIULUHVRVWHJQRSHUOD realizzazione di iniziative mirate. È prevista poi la costituzione di Nuclei regionali di supporto che faranno da raccordo tra i Centri territoriali e da collegamento con il Miur. Il doFXPHQWRVROOHFLWDOHVFXROHDIÀQFKpSLDQLÀFKLQRSURJUDPPLGLGDWWLFLPLUDWL alla prevenzione e al contrasto del cyberbullismo: iniziative che dovranno HVVHUHFRQWHQXWHQHO3LDQRGHOO·RIIHUWDIRUPDWLYDGHJOLLVWLWXWLHFRPSUHQGHUH la comunicazione immediata di comportamenti di cyberbullismo a docenti HJHQLWRULO·DGR]LRQHGLPLVXUHÀQDOL]]DWHDXQXWLOL]]RFRUUHWWRGHOOD5HWH e degli strumenti informatici; l’introduzione di forum di discussione, blog e lezioni online quali strumenti di supporto alla metodologia didattica. Una IRUPD]LRQHVSHFLÀFDDOEXRQXVRGHOOD5HWHVDUjULYROWDDJOLLQVHJQDQWL 62 Città Nuova - n. 20 - 2014 GIORNATA DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI Al centro la famiglia I media, che nascono per favorire la comunicazione fra gli individui e la creazione di comunità virtuali, sono chiamati a raccontare uno dei “luoghi” privilegiati dell’incontro, quello dove si costruiscono le prime relazioni e si fa scuola di convivenza e dialogo: la famiglia. È questo il cuore del messaggio di papa Francesco per la 49ma Giornata per le comunicazioni sociali, il 15 maggio 2015, sul tema “Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro, nella gratuità dell’amore”. In particolare, i media sono esortati a raccontare la bellezza della famiglia come primo ambiente in cui si sperimenta la gioia dell’amore, la gratuità del dono, la consolazione del perdono offerto e ricevuto. DIRITTI IN RETE Parlamento e società civile scrivono la Carta dei diritti e dei doveri Nasce per promuovere un uso sano e consapevole della Rete, rispettoso degli individui e in grado di garantire una più ampia partecipazione democratica. La prima Carta dei diritti e dei doveri di Internet sta per vedere la luce, dopo mesi di lavoro congiunto fra Parlamento, esperti del settore, imprenditori e società civile. È «la prima volta che in sede parlamentare si decide di istituire una Commissione su questi temi», afferma la presidente della Camera Laura Boldrini, secondo cui «Internet ci deve stare a cuore perché può dare nuovo impulso alla partecipazione democratica». A presiedere la Commissione è il giurista Stefano Rodotà, che spiega che il nuovo testo rappresenta un passo in avanti rispetto ai regolamenti adottati in molti Paesi, perché tiene conto anche dei «diritti che Internet ha fatto nascere e di quelli che ha messo in discussione». A breve, il testo sarà diffuso in Rete perché cittadini ed esperti possano contribuire alla riflessione. La Carta sarà offerta anche alla riflessione di altri Paesi per farne un testo il più possibile condiviso. GRANDI MOSTRE di Mario Dal Bello A r t e e s p e t t a c olo Arte e spettacolo Hans Memling, un rinascimento fiammingo B isogna andare in BelJLR D %UXJHV FLWWj gioiello di acque e di vie, entrare nell’Hopital Saint-Jean, e si capisce Hans Memling, che qui ha lavorato ed è morto nel 1494, lasciando una galleria immensa di polittici, di trittici, di ritratti. Un mondo, aperto da van Eyck e da van der Weyden, in cui Hans innesta la sua ricerca, quasi “fotografica”, della bellezza. Non l’italiana, classica, ma quella di uomini e donne del suo tempo, di storie sacre dentro la natura o ambienti colti così come sono, nell’amore punWLJOLRVRGHOSDUWLFRODUH3HU Memling infatti nel dettaJOLR VL QDVFRQGH O·LQÀQLWR in un volto l’archetipo della bellezza eterna. 1HOOD FLWWj PHUFDQWLOH che ospita stranieri come LO ÀRUHQWLQR 7RPPDVR 3RUWLQDULFKHULWUDH+DQV RIIUH XQ·DUWH UDIÀQDWLVVLma, oli su tavola che illuminano in trasparenza case, tappezzerie, vestiti, oggetti. E volti, che dicono “tutto” l’uomo. Il Ritratto d’uomo in un paesaggio (New York Frick Collection, 1470 circa) e il Giovane (Venezia, Accademia, dopo il 1480) sono alcuni esempi di un modello che suggestioQHUj L YHQHWL GD *LDP- Per la prima volta in Italia, alle Scuderie del Quirinale, il maestro dei polittici e dei ritratti. In una cinquantina di tavole un genio da scoprire “Ritratto di un giovane uomo davanti a un paesaggio” (sopra) e “Trittico di Adriaan Reins” (sotto), entrambi datati attorno al 1480. bellino a Tiziano. Sono SHUVRQH FROPH GL GLJQLWj raccolte in silenzi e pensieri non enigmatici, ma intensi, in una natura che si può toccare. Nelle storie che Hans UDFFRQWD FRPH XQ ÀOP FRORUDWR ² TXHOOH GL VDQW·2Usola a Bruges o della 3DVVLRQHD7RULQR²ODUHligione è presente storico, animato, dove c’è gente, animali, paesaggi: la vita, fotografata da un pennello a cui nulla sfugge. Ma niente di esteriore, di decorativo. Le donne pallide e bionde, gli uomini dagli occhi scuri brillano di una luce che è naturale, vicina: q OD FDSDFLWj GL LQWURVSH]LRQHULVSHWWRVDWXWWDÀDPminga, che mostra pelle, rughe, occhi, capelli così come sono, ma come specchio dell’anima. Memling QRQqPDLVXSHUÀFLDOH Chiudiamo col sublime Trittico del Giudizio – purtroppo non in mostra – dove l’orrore infernale, molto nordeuropeo, è mitigato dal Cristo sereno seduto sull’arcobaleno. In Memling ogni tristezza è assente. Egli guarda con ÀGXFLDDOODFUHD]LRQH Hans Memling. Roma, 6FXGHULHGHO4XLULQDOHÀQR al 18/1/2015 (cat. Skira). Arte e spettacolo TELEVISIONE di Eleonora Fornasari Che Dio ci aiuti 3 Su Rai Uno è ricominciata la terza stagione di Che Dio ci aiuti. Esattamente come il suo parente stretto Don Matteo (anch’esso prodotto da /X[ 9LGH OD ÀFWLRQ LQ questa stagione ha inizio con un trasferimento. Suor Angela e la madre superiora, infatti, hanno lasciato il convento di Modena per andare a Fabriano, nelle Marche. Questa novità assicura drammaturgicamente un potenziale tutto nuovo di storie, personaggi e situazioni da raccontare. Presenza forte e indiscussa della serie è suor Angela, una sorta di angelo custode per chiunque incroci il suo cammino. Il personaggio è bizzarro e divertente e ci offre uno spaccato inconsueto sulla vita delle suore, vere e SURSULH ÀJXUH GL VHUYL]LR in continuo equilibrio tra doveri spirituali e vocazione a interessarsi al prossimo, segreti e conÀGHQ]H GD FXVWRGLUH PD anche necessità di fare trionfare il vero e il giusto. Non è un caso che le suore siano anche chiamate “madri” e come madri descritte: affettuose, RADIO di Aurelio Molè I provinciali L’idea è semplice. Anche se viviamo in città, in fondo siamo tutti provinciali con uno sguardo e una mentalità spesso limitata. Eppure, proprio nel raggio corto della nostra provincia, ci sono i veri problemi, quelli quotidiani, che rendono la vita più o meno vivibile. Perché allora non pescare nell’immenso patrimonio dei giornali locali per trovare quelle notizie che ci riguardano da vicino e che sfuggono dalla rete dei grandi media nazionali? È la scommessa de I provinciali in onda su Radio2 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 10 e 30. Condotto con ironia e garbo da Michele Astori e Pif che dopo il delizioso film La mafia uccide solo d’estate ha deciso di sperimentarsi con un programma radiofonico. Nell’epoca del global I provinciali valorizza il local, al tempo dell’abolizione racconta la provincia italiana con racconti minimalisti che 64 Città Nuova - n. 20 - 2014 ci rappresentano meglio di tanti studi sociologici. Mentre il mondo si interroga su come risolvere la crisi economica e combattere il terrorismo, il programma indaga sul campionato di bestiame, una rapina in maschera, un finto matrimonio, un furto di tombini stradali, un gallo che canta a squarciagola nel pollaio e disturba la quiete pubblica. I radioascoltatori sono invitati a scovare notizie e sono ricompensati da brani nazionalpopolari di sicuro effetto. premurose, pragmatiche e generose. Come don Matteo, che ha un eccezionale spirito investigativo, suor Angela è dotata di un acuto spirito di osservazione, che le permette di entrare in empatia con le persone e di intuire verità ancora prima che queste vengano svelate. Suor Angela ha un rapporto diretto con il Signore e parla con lui in qualsiasi momento, anche in macchina. A lui DIÀGD OH SURSULH SUHRFcupazioni e con lui addirittura si arrabbia, come accade in ogni rapporto vero e sincero. Grazie a lei, il convento diventa una famiglia allargata, un vero e proprio focolare domestico che non nega a nessuno la propria ospitalità, neanche alla bella Rosa, new entry di questa nuova stagione, personaggio che porterà scompiglio tra le ragazze di suor Angela, facendo saltare equilibri consolidati nel tempo. Tra le novità della terza serie c’è anche la partecipazione alla colonna sonora dei Dear Jack, la band lanciata dall’ultima edizione del programma Amici di Maria De Filippi. A questa immagine di svecchiamento corrisponde un team di autori giovani e creativi, che è riuscito a mettere alla prova un sistema narrativo ormai collaudato, con storie forti, vicine alla cronaca e ÀQDOL]]DWH D VROOHYDUH GLlemmi etici. TEATRO CINEMA di Giuseppe Distefano Il regno d’inverno Una volta tanto la Palma d’oro a Cannes qPHULWDWD4XHVWRÀOPPROWROXQJR²PD QRQVLDYYHUWHSHUQXOOD²DPELHQWDWRLQ Cappadocia, in un inverno della natura e soprattutto dell’anima, è di una poesia così struggente, di una profondità di temi WDQWRUDUDHGLXQDEHOOH]]DFLQHPDWRJUDÀFDULSUHVHÀVVHGLYROWLHGLDPELHQWL GHQVLVVLPHFRVuDOWDGDSRWHUVÀRUDUHLOFDSRODYRUR/·H[DWWRUH$\GLQJHVWLVFHXQ albergo insieme alla giovane moglie Nihal e alla sorella Necla. Tutto scorre bene, ma la verità dei dolori nascosti, delle tensioni reciproche viene presto a galla. E in un teatro dei sentimenti acutissimo balza forte la necessità della verità e dell’amore. Regia di Nuri Bilge Ceylan; con H. Bilginer, M. Sozen, D. Akbag. Giovanni Salandra Una promessa Ambientato nel 1912 in Germania, in eleganti interni d’epoca, ripreso con tecniche attuali e ben recitato. Leconte, ispirandosi a un romanzo con originalità, narra la storia di un triangolo sentimentale, lui lei e il marito anziano, seguendo con discrezione ciascuno dei tre e cogliendone sussurri e sguardi fugaci. Il racconto non punta sulle esplosioni delle passioni, che pure ci sono, ma al loro controllo, per amore del coniuge malato, e alla resistenza dell’amore nei sei anni di separazione a causa della guerra. L’autore ha mirato all’eleganza, alla semplicità e alla delicatezza per esaltare la forza rigenerante dei sentimenti veri, quando sono vissuti con autocontrollo e non in una fretta consumistica. Regia di Patrice Leconte; con R. Madden, R. Hall, A. Rickman. Raffaele Demaria Sin City - Una donna per cui uccidere A quasi dieci anni dal primo episodio, tornano le vicende tratte dalla bellissima graphic novel di Frank Miller. A parte il 3D, assente dieci anni fa, il nuovo capitolo ripropone le tecniche e lo stile dell’esordio, nel tentativo (estremo) di portare sul grande schermo con la maggiore fedeltà possibile le tavole del fumetto. Ma, come in quell’occasione, l’operazione lascia il segno più per l’idea di fondo e le tecniche utilizzate che per il contenuto, quasi che la rilettura iperviolenta del noir di Miller trovi la sua ragion d’essere solo sul disegno. Regia di Frank Miller e Robert Rodriguez; con M. Rourke, J. Alba, J. Brolin, J. Gordon-Levitt, R. Dawson, B. Willis, E. Green, P. Boothe, D, Haysbert. Cristiano Casagni VALUTAZIONE DELLA COMMISSIONE NAZIONALE FILM Il regno d’inverno: raccomandabile, problematico, dibattiti. Una promessa: consigliabile, problematico, dibattiti. Sin City: complesso, violento. Alcesti, un rito Una messinscena austera, di Massimiliano Civica, con due sole magnifiche attrici, Daria Deflorian e Monica Piseddu, a impersonare vari ruoli con un semplice cambio di maschere, di fasce e di grembiuli sulle strette tuniche scure. Un andamento ieratico, una gestualità orientale che ricorda il Teatro Nô, la sua astrazione simbolica. Una recitazione “in levare”, quasi una liturgia, dove le parole non sono recitate ma dette, private della passionalità. Siamo in un luogo unico: il Semiottagono del complesso dell’ex carcere delle Murate, a Firenze. Venti spettatori a sera, una piccola comunità che si ritrova a condividere un rito intimo: quello di Alcesti, l’eroina di Euripide, che si offre di morire al posto del marito Admeto, re di Fere, e diventata, nei secoli, il simbolo della sposa fedele, disposta per amore a rinunciare alla sua stessa vita. Quando per Admeto giunge l’ora della morte, egli ha la possibilità, grazie a un dono di Apollo, di sottrarsi a Thanatos, purché qualcun altro muoia al suo posto. Nessuno, però, nemmeno gli anziani genitori del re, è disposto al sacrificio. Solo Alcesti. Il suo gesto viene premiato dagli dei, ed ella, grazie a Eracle, torna dall’Ade, dallo sposo. Ed è emozionante il Coro che si fa canto ancestrale nella voce di Monica Demuru, che chiude con Henna di Lucio Dalla, appena sussurrata, mentre Admeto prende per mano la figura velata, che lascia il dubbio sulla sua identità. Produzione Fondazione Pontedera Teatro e Atto Due. Fino al 26/10. Arte e spettacolo MUSICA LEGGERA di Franz Coriasco Fabi, Silvestri & Gazzè: l’unione fa la torta Il padrone della festa è di gran lunga l’album italiano più importante di questa stagione. E non solo perché DÀUPDUORVRQRWUHELJGHOOD nostra scena cantautorale. Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè sono i talenti più limpidi espressi in questi ultimi decenni dalla sempreverde scuola cantautorale romana, e sono amici da una vita. L’idea di mettere in stand-by le rispettive carriere soliste la covavano da tempo; tant’è che l’anno scorso Fazio li avrebbe voluti insieme a Sanremo. Ma i tre preferirono maturare il proprio progetto con più calma, e TXHVWR JLj GLFH GL XQ·DIÀQLWj HOHWWLYD ÀRULWD DQFKH sulla comune esigenza di previlegiare i propri tempi e i propri modi rispetto ai diktat dei mercati. I fatti gli han dato ragione, anche perché le loro rispettive creatività abbisognavano di ceselli certosini per arrivare a un amalgama che non 66 Città Nuova - n. 20 - 2014 fosse la semplice addizione dei loro talenti. Subito ai vertici delle FODVVLÀFKH QRVWUDQH LO ORUR primogenito ha tutti crismi di un’opera destinata a lasciare il segno, quasi fosse il sequel di quel mitico Banana Repubblic che 35 an- ni fa suggellò il sodalizio di tutt’altro trio cantautorale: Dalla, De Gregori e Ron. E se ad accoglierlo ci sono WXWW·DOWULPHUFDWL²HWXWW·DOWUR PRQGR ² OH FDQ]RQL FRQYLQFRQR ÀQ GDO SULPR ascolto perché questa troika sembra fatta apposta per rafforzare le peculiarità di ciascun ingrediente e dar più sapore alla torta: il liriVPRGL)DELLJUDIÀVRFLRlogici di Silvestri e la poetica vagamente stralunata di Gazzè, s’intersecano fra OHULPHÀQRDIRQGHUVLLQXQ unicum decisamente suggestivo e fragrante. Anche sotto l’aspetto del sound tutto funziona a meraviglia; in sapiente equilibrio tra malinconie e slanci propositivi, la dozzina di nuove canzoni si srotola suadente, tra echi battistiani o à la Police, schizzi di bossanova (in un brano c’è anche la tromba di Fresu), leggiadrie acustiche di pop, folk e blues G·DXWRUH SHUÀQR LO IXQN\ della loro adolescenza. Eleganza di grammatiche e d’atmosfere, ma mai ostenWDWDRÀQHDVpVWHVVD «Non siamo la somma di tre, ma un grande Uno», hanno dichiarato di recente. E hanno ragione – e ragioni – da vendere. Soprattutto perché i tre sanno dire cose importanti con parole semplici (Come mi pare e la tittle-track, per esempio, valgono più di cento lezioni d’educazione civica), raccontando il mondo partendo dal basso e dal personale, ma senza giudicarne a priori le nevrosi e idiosincrasie. Facile a questo punto pensare che questo disco non rappresenti una parentesi, ma piuttosto l’incipit di una lunga storia. CD e DVD novità CHARLES-SIMON CATEL Les Bayadères. Compositore francese oggi trascurato, l’autore scrisse nel 1810 l’opera in tre atti edita oggi da Palazzetto Bru Zane assai meritevolmente. Si tratta infatti di un’opera orientaleggiante che ha rivaleggiato con la Vestale di Spontini, creando il divismo al femminile. Amata dal giovane Berlioz, l’edizion in due cd preziosa è diretta da Didier Talpain con l’Orchestra e il Coro nazionale di Bulgaria. (m.d.b.) SIA 1000 Forms of Fear (Rca) Arriva dall’Australia l’ultima eroina del pop di massa. Questo suo sesto album ha tutto ciò che serve a spararla nell’olimpo del nuovo pop: gran voce, sapienza melodica, solidità e carisma autorale. Chi la segue dagli esordi giura che una volta era molto meglio, ma questo resta un signor disco. (f.c.) RYAN ADAMS Ryan Adams (A&M) Fra le voci più intense e personali del song-writing statunitense, questo scapigliato cantautore del North Carolina è già al 14° album, ma approda ai fatidici anta come un cantautore di culto più che una star internazionale. Consigliato agli amanti del rock d’autore. (f.c.) APPUNTAMENTI MUSICA CLASSICA a cura della Redazione di Mario Dal Bello Il Mozart di Graham Vick Don Giovanni. Jesi, Teatro Pergolesi. Graham Vick, 60 anni, vede il mondo in preda al male e alla disperazione. Nessuno si salva. Così, memore di ÀOPFRPHPulp Fiction o Arancia meccanica, inscena uno spettacolo di sesso, droga, brutalità dove don Giovanni regna incontrastato: così è oggi e così siamo noi, tant’è vero che DOODÀQHO·HURHVLVLHGHLQSROWURQDDFFDQWRDJOLVSHWWDWRUL2ULJLQDOHPD eccessivo, il lavoro registico catapulta sul palco e in sala i cantanti-attori LQXQYRUWLFHPLPLFRFRVWDQWHFRQUDUHSDXVHSHUGDUÀDWRDQFKHDOOD musica di Mozart, ai cantanti (voci promettenti) e all’orchestra (incerta) dei Pomeriggi Musicali di Milano, diretta, regista permettendo, da José Luis Gomez-Rios. Una operazione che cerca di attualizzare Mozart dando al personaggio-motore dell’azione la statura di un uomo solo e inesausto che fa girare gli altri come marionette attorno a sé (un’idea molto interessante), tutte infelici. Per le sublimi allusioni mozartiane, del suo dire-non-dire, delle sospensioni tragicomiche c’è poco spazio: tutto è esplicitato e vorticoso, siamo nella società dell’immagine. È Vick-Mozart. Chissà cosa ne direbbe Amadeus. I DELITTI DEL BAR LUME Di Eugenio Cappuccio. Con Filippo Timi, Enrica Guidi, Lucia Mascino. Un paesino inventato all’isola d’Elba, personaggi simpatici, Timi in forma. Buon prodotto tivù da recuperare per l’aria giocosa e una regia attenta, senza sbavature. Extra con trailer. Fox (m.d.b.) MALEFICENT Di Robert Stromber. Con Angelina Jolie, Elle Fanning, Sam Riley. La favola della Bella Addormentata in una versione dark ma non troppo, perché la strega non è così perfida. Angiolina perfetta. Extra ottimi con scene eliminate e speciali. Walt Disney. (m.d.b.) RAGAZZI DI VITA Di Pierpaolo Pasolini. Un attore straordinario, Fabrizio Gifuni, rende omaggio, ancora una volta con la sua voce, allo scrittore e pensatore cardine del ’900 italiano, che studia e “conosce” da anni per le sue messe in scena. CD mp3, Emons audiolibri (g.d.) KLEIN E FONTANA Gli universi paralleli dei due grandi artisti in oltre 90 opere e una ricca documentazione fotografica e filmata sul sodalizio artistico dei due creatori. “Klein Fontana, Milano Parigi 1957-1962”. Milano, Museo del Novecento, fino al 15/3/15 (cat. Electa). GUERZONI E GHIRRI Il racconto fotografico di un’amicizia tra due artisti, negli anni ’70, della loro formazione, dei loro “viaggi randagi” nella campagna modenese. “Franco Guerzoni - Nessun luogo. Da nessuna parte - Viaggi randagi con Luigi Ghirri”. Triennale di Milano, fino al 9/11. MUSICA SACRA Il XIII Festival di Musica e Arte sacra dedicato a Haendel, Schubert, Bruckner, Brahms e la contemporanea Missa Azteca vede anche la presenza dei Wiener Philarmoniker. Roma e Vaticano, fino al 29/10. RIA LUSSI Una delle sedi delle più grandi collezioni private esposte al pubblico, apre per la prima volta le sue porte all’arte contemporanea, con sculture di vetro. “Ria Lussi. Imperatori di Luce”, Roma, Galleria Doria Pamphilj, fino al 10/11. SAN SEBASTIANO Martire popolarissimo fin dai primi secoli, invocato contro le pestilenze, vanta una ricca iconografia specie nel periodo post-tridentino. 40 opere scelte da Sgarbi dal Rinascimento al Seicento. Castello di Miradolo, San Secondo di Pinerolo, fino all’8/3/15. RUSSIA PALLADIANA Nell’ambito delle celebrazioni dell’Anno del Turismo Italia-Russia 2014, l’influenza che l’opera del Maestro del tardo Rinascimento ebbe sulla storia dell’architettura russa. “Palladio e la Russia dal Barocco al Modernismo”. Venezia, Museo Correr, fino al 10/11. C u l t Cuurlat u er a tee nt ede nze ndenze D i Regina Jonas, per cinquant’anni nessuno ne ha parlato. Da quando nel 1944 è stata ingoiata dalla voragine mortale di Auschwitz, su di lei neanche una parola. Poi, nel 1991, dopo la caduta del Muro, una ricercatrice del dipartimento di psicologia del St. Mary’s College nel Maryland, Katerina von Kellenbach, trovò negli archivi segreti di Berlino Est una busta che attirò la sua attenzione. Conteneva un certiÀFDWR VFULWWR LQ WHGHVFR HG ebraico, conferito nel 1930 a una giovane donna per l’abilitazione all’insegnamento degli studi ebraici nelle scuole ebraiche tedesche. La busta conteneva anche una foto singolare: Regina Jonas che indossa indumenti rabbinici. Nella busta c’era pure un FHUWLÀFDWR ÀUPDWR GDO UDEbino Max Dienemann, capo dell’Associazione dei Rabbini Liberali della città di Offenbach, con il quale egli ordinava rabbino la signorina Jonas. Sebbene già altre donne, come la Asenath Barzani, avessero esercitato ruoli analoghi senza essere ordinate, la Jonas risulta essere la prima donna rabbino nell’ebraismo. Non intendiamo addentrarci nelle complesse discussioni che, nel mondo ebraico, sollevano le ordinazioni femminili, ma vogliamo mettere in luce la singolare esperienza di questa donna che ha voluto, con passione e determinazione, essere fedele a sé stessa. 68 Città Nuova - n. 20 - 2014 RISCOPERTE di Michele Genisio Regina Jonas la rabbina La storia della prima donna abilitata ad insegnare la Torah, morta nel lager di Auschwitz Il mondo ebraico contemporaneo comprende varie correnti, spesso in aperta disputa tra di loro. Alcune non ammettono che la donna studi la Torah e il Talmud. Oggi infatti le donne possono essere ordinate rabbini da seminari riformati e conservatori, ma non nelle correnti ortodosse. La scoperta del dossier sulla Jonas fu di grande importanza perché ÀQRDTXHOPRPHQWRVLULteneva che la prima donna rabbino fosse Sally Priesand, ordinata nel 1972. La Jonas non aveva grande simpatia per l’ebraismo riformato che al suo tempo muoveva i primi passi in Germania: ella si sentiva ebrea ortoGRVVD ÀQR DO PLGROOR 6L WURYzFRVuDVÀGDUHO·establishment religioso quasi contro voglia: fu ordinata da un rabbino riformato perché nessun altro la voleva ordinare. Ma il movimento riformato non l’avrebbe poi ricordata perché non la considerava parte della propria tradizione; e lo stesso accadde col movimento ortodosso che non la poteva accettare come una sua esponente. Ella si sentiva spinta a perseguire l’ordinazione rabbinica perché percepiva che il compito della sua vita era insegnare la Torah, essere esempio e guida della sua comunità. «Se proprio devo rivelare cosa mi ha guidata come donna a diventare rabbino – affermava –, mi vengono in poi rabbina, fu infaticabile insegnante delle giovani generazioni e grande “curatrice di anime”. mente due punti: la certezza della chiamata di Dio e il mio amore per la gente. Le competenze e vocazioni che Dio ci ha posto nel cuore non fanno distinzioni di sesso. Così ognuno di noi ha il dovere, uomo o donna che sia, di agire secondo i doni che Dio ha elargito». La sua umiltà e dedizione alla Torah servirono a spianarle la pur tormentata La porta d’ingresso e (in alto) la ferrovia con cui i deportati arrivavano nel lager “modello” di Theresienstadt. A fronte: Regina Jonas con indosso gli indumenti rabbinici. strada all’ordinazione. Nel suo originale percorso fu aiutata da uno sparuto numero di persone tra le quali alcuni rabbini ortodossi – come Isidor Bleichrode, Felix Singermann e Max Weyl – che non potevano condividere la sua scelta, ma erano affascinati dalla sua vicenda umana. La Jonas impostò la sua tesi per chiedere l’ordinazione non VÀGDQGROHDUJRPHQWD]LRQL della Halakhah (la tradizione normativa dell’ebraismo) ma proprio basandosi su di essa. Divenuta Nel 1942 fu arrestata dalla Gestapo e deportata nel lager “modello” di Theresienstadt, dove erano internati intellettuali e artisti ebrei. Lì continuò il suo lavoro come rabbino, aiutando anche lo psicologo Viktor Frankl – lì detenuto – a predisporre un’unità di crisi per migliorare le possibilità di sopravvivenza dei prigionieri. Il suo compito era accogliere alla stazione i deportati che arrivavano con i famigerati treni e aiutarli in quel momento di shock e disorientamento. Nel 1944 fu trasferita ad Auschwitz, dove probabilmente fu ammazzata lo stesso giorno in cui arrivò. «Regina Jonas è stata una donna eccezionale e carismatica – afferma la studiosa israeliana Shalin –. Nel ghetto si fece carico di compiti molto duri, sapeva come dare speranza alle persone il cui mondo era stato completamente distrutto». Ma la cosa che più colpisce è stata la sua capacità GL VYROJHUH ÀQR LQ IRQGR il compito che, secondo lo SVLFRORJR -XQJ q DIÀGDWR a ciascuno di noi: «Si tratta di dire di sì a sé stessi, di porsi dinanzi a sé stessi come al compito più grave». Per fare della nostra vita quell’opera unica, quel capolavoro, che solo a noi è chiesto di realizzare. Città Nuova - n. 20 - 2014 69 Cultura e tendenze VERITÀ ETERNE di Stella Chiu Yuen Ling La perfezione perfetta Il baseball come la vita. La lezione dell’arte marziale giapponese Aikido U n fabbricante di spade, con lunghi anni di esperienza, ha raggiunto la perfezione del mestiere. Un suo allievo, che ha acquisito un certo livello, comincia a vantarsi di poter superare il maestro, H OR VÀGD SRQHQGR OD VXD spada, sorretta da due sassi, in mezzo ad una rapida corrente. È autunno, cadono le foglie dagli alberi lungo il corso d’acqua. Passano sopra la lama e vengono tagliate geometricamente a metà. Gli spettatori sono sbalorditi. È la volta del maestro. Pone in modo analogo la sua spada. Passano le IRJOLH VHJXHQGR LO ÁXVVR GHOOD FRUUHQWH PD DOOD Àne tutte rimangono intatte! Meravigliati, gli spettatori non credono ai loro occhi: ODVSDGDqFRVuDIÀODWDDOla perfezione, che le foglie avvicinandola deviano il loro percorso per evitarla! La perfezione in sé a volte spacca, ma la perfezione perfetta non rompe mai la naturalità della natura. 70 Città Nuova - n. 20 - 2014 3HU HVVHUH HIÀFDFL LQ sport come il tennis o il baseball, la racchetta e la mazza vanno messe di continuo in rapporto con il tempo e lo spazio. Il tempo è quello che il giocatore ha a disposizione per eseguire un colpo. Lo spazio è quello che si vuole far percorrere alla palla e all’avversario. Per “rubare” il tempo e lo spazio a chi sta di fronte, è importante coniugare velocità di pensiero ed esecuzione, mettendo a fuoco tre passaggi: quando vedo la palla in arrivo; quanto ci metto ad organizzarmi e che cosa voglio fare con il colpo. Sadaharu Oh è il detentore del record assoluto di fuoricampo di baseball, 868 home run, ottenuto nel 1977. Oh ha avuto la fortuna di incontrare un maestro per la vita, Hiroshi Arakawa, ricevendo da lui un addestramento che, oltre la tecnica, cerca l’equilibrio tra due aspetti della personalità sportiva: essere sereno e allo stesso tempo avere spirito da “guerriero”. C’è riuscito applicando l’esercizio mentale dello Zen, l’arte marziale giapponese Aikido e l’arte della spada allo sport di stile “occiGHQWDOHµ/DÀORVRÀDGHOOR Zen insegna che non sei contro l’avversario ma in cooperazione con lui, per cui non va guardato come qualcuno da distruggere ma da rispettare, in modo che entrambi possano esprimere il massimo della capacità. A volte un contendente può essere uno straordinario alleato. L’Aikido, pur utilizzando tutto il bagaglio tecnico di un’arte marziale, non attua un combattimento di tipo militare, nemmeno di difesa personale, ma guarda alle leggi di natura che regolano le relazioni fra gli individui. Il suo fondatore, Morihei Ueshiba (1883-1969), voleva affermare che per cambiare il mondo occorre prima cambiare sé stessi. Il concetto di “non resisten]Dµ QRQ VLJQLÀFD UHVWDUH imbelli nei confronti di un ipotetico oppositore, ma che OD VROX]LRQH GL XQ FRQÁLWWR consiste innanzi tutto nella conservazione della propria LQWHJULWjÀVLFDVHQ]DVXELUH le conseguenze che derivano dalla contrapposizione forza contro forza. Questo principio sviluppa la capacità di sottrarsi agli effetti negativi delle azioni violente altrui, lasciando che queste ultime si esauriscano naturalmente. Nel caso del baseball la palla ti viene incontro, perciò devi aspettarla. Aspettare è una virtù: bisogna concentrarsi, ottenere equilibrio e autocontrollo. Intento fondamentale di Morihei Ueshiba è abbracciare l’avversario, capire il VXR LQWHQWR ÀQR LQ IRQGR Ciò permette di reagire un attimo prima di lui. La spada invece ha potere di vita e di morte, perciò deve essere usata con concentrazione e prudenza. Oh si è allenato a spaccare lo spaventapasseri di paglia. È facile tagliarlo in Tecniche Aikido in palestra e nel deserto. A fronte: Sadaharu Oh, mitico campione di baseball. GXH PD q GLIÀFLOH QRQ IDU volare nell’aria le briciole di erba! Quindi la forza, l’angolazione e il controllo del polso devono essere in perfetta armonia. Inoltre bisogna ascoltare il rumore della spada nell’aria. Senza essere ingannato dalla mossa dell’altro, controllare il tempo e lo spazio, e decidere. Nel caso del baseball, il lanciatore, la palla, la mazza ed io battitore siamo un’unica cosa. Naturalmente, chi arriva al massimo grado di Aikido gradualmente poi perde la capacità di YLQFHUH ÀQFKp DUULYD LO momento di ritirarsi. Ma ogni conclusione offre un nuovo inizio. Oh si ritirò nel 1980. Successivamente assunse il ruolo di allenatore per diverse squadre giapponesi, dedicandosi ai programmi di educazione alla salute, per trasmettere questa arte ai giovani. «C’è una verità eterna: le diecimiOD FLRq QXPHUR LQÀQLWR cose e avvenimenti hanno in fondo un unico centro: Amore. Vivere in modo da unirsi in armonia con l’universo fuori e dentro di te, nella complementarietà con essa e con ogni prossimo. Ricorda che l’atto della persona più umile o la grande vittoria di un gigante, se fatte per amore agli occhi di Dio Creatore, hanno lo stesso merito». (S. Oh e D. Falkner, Sadaharu Oh: A Zen Way of Baseball, Leather Bound, 1998). Città Nuova - n. 20 - 2014 71 Cultura e tendenze UNA PAGINA DI STORIA di Mario Spinelli Il generale Rommel Luci e ombre nella figura del feldmaresciallo che Hitler costrinse al suicidio S ettanta anni fa usciva tragicamente di scena il leggendario generale tedesco Erwin Rommel, morto suicida il 14 ottobre 1944 a Herrlingen, nel Baden Wurttemberg, la regione 72 Città Nuova - n. 20 - 2014 dove era nato 53 anni prima. Adolf Hitler gli aveva imposto una scelta impossibile, o forse scontata per un soldato tutto d’un pezzo come lui: ingoiare una pasticca di cianuro o affrontare il processo per alto tradimento davanti alla corte marziale. In quel ’44 in cui tutto crollava per la Germania e la vittoria del Terzo Reich appariva sempre più una chimera, Rommel era stato accusato di essere fra gli organizzatori a lui con stima, rispetto e SHUÀQRVLPSDWLD dell’attentato al Fuhrer del 20 luglio, a cui Hitler era incredibilmente scampato. Il feldmaresciallo lasciava la moglie Lucia Mollin, ÀJOLD GL XQ LPPLJUDWR YHQHWR H LO ÀJOLR VHGLFHQQH Manfred. Hitler lo aveva idolatrato al punto che gli assegnò i funerali di Stato e volle che la sua morte XIÀFLDOPHQWH IRVVH DWWULbuita alle ferite subite mesi prima, quando era stato attaccato da un aereo inglese mentre viaggiava in auto. Ma chi è stato veramente Rommel? Su questa ÀJXUD FRPSOHVVD H FRQtroversa sono stati versati ÀXPL GL LQFKLRVWUR H JOL storici non smettono di dividersi. Pure il cinema lo ha ricordato spesso, a Il “finto” funerale ufficiale organizzato da Hitler per Erwin Rommel, la “volpe del deserto”. cominciare dal notissimo La volpe del deserto, il soprannome di Rommel, diretto nel ’51 da un vecchio maestro di Hollywood, Henry Hathaway, e interpretato da James Mason. Al di là dei giudizi più disparati che si possono dare su di lui come stratega e come uomo, di sicuro Rommel è stato il più prestigioso fra i generali di Hitler. Che non era l’unico ad apprezzarlo; il popolo tedesco e gli stessi alleati (Churchill, Patton, Montgomery) guardavano Era un bell’uomo, dai lineamenti regolari, intelligente, sguardo serio ma non duro, e veniva dalla gavetta (i colleghi prussiani e aristocratici non lo potevano vedere, e lui li ricambiava). Per carattere e formazione era nemico della retorica, alieno dal fanatismo, austero e asciutto, quasi spartano. I decenni passano ma il buon nome di Rommel dal lato etico-politico regge: a differenza di altri non è stato un generale nazista. Era fedele a Hitler come capo della Germania, al suo Paese e all’esercito; però non da politico, ideologo o uomo di parte ma da militare, da soldato che ubbidisce e combatte per la patria e i concittadini, a prescindere da chi sieda alla Cancelleria. Difetti ne ebbe, e di errori ne fece. La guerra è brutta, il nazismo è stato una mostruosità, e Rommel era fra i condottieri della guerra nazista. Però nessuno lo ha potuto accusare di crimini di guerra, non si è macchiato delle nefandezze, crudeltà e aberrazioni commesse GD WDQWL PLOLWDUL H XIÀFLDli della Wermacht e specialmente delle SS. I suoi critici, pur riconoscendolo un genio militare – il maggior biografo, David ,UYLQJ OR KD GHÀQLWR XQ “Annibale del XX secolo” –, sostengono che era più imbattibile come tattico che come stratega. Al comando dell’Afrikakorps, in Libia ed Egitto, diresse le battaglie di italiani e tedeschi contro gli inglesi come nessun altro, con XQD UDSLGLWj HG HIÀFDFLD eccezionali nel manovrare i mezzi corazzati. Mitica la sua furbizia, già durante la guerra lo chiamavano la “volpe del deserto”; una volta fece “truccare” i pali della luce in modo da farli sembrare delle contraeree ai piloti della RAF. Ma tutto questo è tattica, appunto. Strategicamente Rommel IX VFRQÀWWR ,O VXR SLDQR di travolgere i britannici e arrivare al canale di Suez – avversato da Hitler, che preferiva il fronte russo – fallì miseramente. I rifornimenti, da Tunisia e Libia, ci mettevano troppo ad arrivare, e così nelle due battaglie di El Alamein (1942) le forze dell’Asse, prive di viveri e munizioni, ebbero la peggio. E fu la ritirata GUDPPDWLFDÀQRLQ7XQLsia, dove erano in attesa gli americani. «È colpa della politica», dirà Rommel, alludendo ai contrasti con Berlino. Ma la politica è sempre pronta a far pagare ad altri i propri sbagli. Tutto sommato il Rommel adorato dai soldaWLLOJHQHUDOHFKHVLULÀXWz di fucilare i commandos nemici catturati o i prigionieri ebrei e che ordinò di retribuire regolarmente i cittadini francesi obbligati a costruire i bunker tedeschi lungo la Manica, ULPDQH XQD ÀJXUD FRQ SL luci che ombre. Città Nuova - n. 20 - 2014 73 Cultura e tendenze IL PIACERE DI LEGGERE a cura di Gianni Abba Il dramma dell’uomo LEONARDO PARIS Sulla libertà Città Nuova euro 38,00 Nelle collane dell’editrice Città Nuova ci sono tanti gioielli da scoprire e riscoprire. Uno di questi è sicuramente il saggio di Paris: la coscienza e il libero arbitrio, cioè la possibilità per l’uomo di prendere decisioni libere, sono tra gli argomenti oggi più dibattuti in ambito VFLHQWLÀFR ÀORVRÀFR H WHRlogico. Paris non ha paura di partire proprio dalla scienza, con rispetto e prendendone sul serio le conclusioni, in particolare quelle di Gerald Edelman, il famoso neuroscienziato recentemente VFRPSDUVR FKH VÀGD OD UHOLgione con la sua concezione della libertà come fenomeno interno alla biologia (materialismo riduzionista non determinista). Il confronto prosegue nel dialogo con Lurija e Vygotskij (scienziati 74 Città Nuova - n. 20 - 2014 nell’Unione Sovietica degli anni Venti del secolo scorso), la cui teoria sulla natura “storica” della coscienza umana legge la libertà come dato non solo biologico, ma anche sociale. A questo punto del percorso, Paris chiede la PHGLD]LRQH GHOOD ÀORVRÀD SULPD GL WXWWR FRQ + Jonas, che di fronte alla “libertà naturalizzata” proposta dalla scienza, costata il “dramma strutturale” dell’uomo, dramma che non diminuisce, ma si acuisce con la comparsa di Dio. Poi con L. Pareyson e il suo cristianesimo tragico di fronte al «deserto di disperazione che sta in fondo alla coscienza contemSRUDQHDª ,QÀQH O·DSSRUWR della teologia, col protestante Jüngel, che affronta il nodo della libertà di Dio («non necessario») accanto a quella dell’uomo, e FRQ + 8 YRQ %DOWKDVDU che legge la libertà in prospettiva trinitaria. Un libro di alto livello, ma appassionante anche per i non specialisti. Si può essere d’accordo o no con le conclusioni di Paris, ma non si può non meravigliarsi per LO OLYHOOR GL ULÁHVVLRQH D cui è giunta oggi la teologia di fronte alla proromSHQWH VÀGD GHOOD VFLHQ]D che vuole «dire qualcosa – non tutto – sull’uomo a prescindere da Dio». Postfazione di Piero Coda. Giulio Meazzini JOHN GREEN Colpa delle stelle Rizzoli euro 16,00 Colpa delle stelle è una storia romantica, romanticissima. Una storia d’amore delicata e pura: l’archetipo della storia romantica, drammatica e infelice per HFFHOOHQ]D +D]HO DGROHscente di 16 anni, non è mai stata sana. La diagnosi della sua malattia – tiroide con metastasi polmonari – l’accompagna da sempre. Sopravvive grazie ad un farmaco sperimentale che su di lei sembra funzionare, limitando la produzione di acqua nei polmoni. Così, vive una vita piccola, isolata, protetta dalla famiglia, senza veri amici, depressa, perché «la depressione è un effetto collaterale del morire». Un giorno, al gruppo di sostegno che frequenta senza troppo entusiasmo, incontra Augustus: 17 anni, «osteosarcoma un anno e mezzo fa», gamba amputata, che vive «come su una montagna russa che va solo in salita» e incredibilmente affascinante. Così, conoscendo Augustus, la OHQWDPRUWHGL+D]HOGLYHQta vita. Narrata in prima persona, la storia colpisce per la leggerezza e l’ironia con cui si parla di malattia, cancro, dolore e ingiustizia, vita e morte. Anche se, come tende a precisare nei ULQJUD]LDPHQWL ÀQDOL O·DXtore, questo non è un libro sul cancro. Tamara Pastorelli JOHN GRISHAM Calico Joe Mondadori euro 13,00 Nel gioco del baseball una bean ball è una palla veloce, cattiva, scorretta, scagliata senza preavvi- so dal lanciatore non per fare un punto, ma per colpire alla testa il battitore della squadra avversaria. Nelle partite a livello professionale palle di questo tipo non sono frequenti, ma quando arrivano possono provocare danni anche molto gravi, seguiti spesso da una rissa, con VXFFHVVLYD VTXDOLÀFD GHO lanciatore. Perché allora Paul sta cercando suo padre Warren, malato terminale, per parlargli del tragico fatto, di trent’anni SULPD FKH SRUWz DO GHÀnitivo ritiro dai campi di gioco di Calico Joe, astro nascente del baseball e LGROR GL 3DXO" 3Xz XQ Àglio insegnare al padre a scusarsi e riscattare una vita mediocre? Gianni Abba IN LIBRERIA SILVIO DANEO Impensate vie +HYHU euro 15,00 Nel suo viaggio in Corea, papa Francesco ha sottolineato la centralità del dialogo, unica via per evitare la catastrofe universale. Eppure solo cinquant’anni fa queste parole erano inimmaginabili: nella Chiesa cattolica regnava la convinzione che «fuori della Chiesa non c’è salvezza». Il Concilio nei primi anni Sessanta avrebbe sancito l’apertura con il documento Nostra Aetate. Nei cinquant’anni successivi molto è avvenuto: le profezie di Paolo VI, i gesti di Giovanni Paolo II, il pensiero di %HQHGHWWR;9,HO·DSHUWXUD di Francesco. Oggi si parla di dialogo dell’amicizia e dell’abbraccio, di vera accoglienza. Impensate vie ripercorre le tappe salienti di questo cammino coniugando la vita dell’autore e quella della Chiesa. Daneo rilegge infatti la propria esperienza esistenziale alla luce di alcune tap- pe fondamentali della Chiesa e del Concilio, aiutando a comprendere le svolte storiche attraverso accadimenti personali: nella cattedrale di St. Patrick’s a New York, nel cuore di Manila, nelle case dei brahmini del Gujarat, sulla collina di Assisi accompagnando il Dalai Lama al seguito di Giovanni Paolo II. Leggere queste pagine VLJQLÀFD VFRSULUH DWWUDverso una esperienza personale che potrebbe essere di ciascuno di noi, quanto gli ultimi cinquant’anni DEELDQR VLJQLÀFDWR Ë XQ invito ad essere attenti al sussurro dello Spirito che in ogni epoca indica alla Chiesa, ma anche a individui e comunità, la strada da percorrere. Roberto Catalano a cura di Oreste Paliotti TOTALITARISMI Gian Piero Piretto (cur.), “Memorie di pietra”, Raffaello Cortina, euro 25,00 – Le tracce in architettura dei regimi del ‘900. Una lettura a più voci che coinvolge anche altre discipline. GIOVANI Umberto Galimberti, “Giovane, hai paura?”, Marcianum Press, euro 7,00 – Le radici della paura dei giovani d’oggi e i suggerimenti per eliminarla, essendo consapevoli di ciò che si è e delle proprie capacità. NARRATIVA Maja Haderlap, “L’angelo dell’oblio”, Keller, euro 16,50 – Storia di una minoranza slovena in Austria. Ricordi, pane impastato nella stube e mani di nonna e bambina s’intrecciano nei racconti. SPIRITUALITÀ Adriana Zarri, “Quasi una preghiera”, Einaudi, euro 18,50 – Nel mondo di silenzio e contemplazione dell’autrice il ritmo della natura e dell’anima scorre insieme. Un libro per credenti e no. AUTISMO Federico De Rosa, “Quello che non ho mai detto”, San Paolo, euro 14,00 – Affetto da gravi disturbi autistici, il giovane autore descrive come ha scoperto l’amicizia, l’amore, la fede. POLITICA Rocco Pezzimenti, “Il movimento cattolico post-unitario”, Città Nuova, euro 18,00 – Da Rosmini a De Gasperi, l’impegno dei cattolici e il ruolo della cultura cristiana in un secolo e mezzo di storia nazionale. STORIA Enrico Camanni, “Il fuoco e il gelo”, Laterza, euro – La Grande guerra sulle Alpi narrata dai soldati degli opposti fronti attraverso le lettere e i diari: un mondo d’insospettata ricchezza e umanità. BIOGRAFIE Pavel Basinskij, “Fuga dal paradiso”, Castelvecchi, euro 35,00 – Il “paradiso” da cui fuggì Tolstoj era la sua tenuta di Jasnaja Pojana. Un libro che getta nuova luce sugli ultimi giorni del grande scrittore. 76 Città Nuova - n. 20 - 2014 Testi e disegni di V. Sedini e F. Trabacchi 7UDWWRGDOODQXRYDULYLVWDSHUEDPELQLÀQRDJOLDQQL Se ti abboni o rinnovi il tuoo aabbonamento a entro il 31.12.2014, riceverai il numero doppio FRQWDQWLVVLPLJLRFKLDGHVLYL il CALENDARIOGHOO·AVVENTO e il CALENDARIO del 2015! E avrai in REGALO un ALBUM tutto DA COLORARE FKH riceverai con di GENNAIO! Contattaci: ELJ#FLWWDQXRYDLW DEERQDPHQWL#FLWWDQXRYDLW Tel. 06.96522201 In dialogo LA POSTA DI CITTÀ NUOVA di Michele Zanzucchi @ L’Isis fa paura Rispetto per i gay «Le notizie provenienti da Siria e Iraq fanno veramente paura. Mi chiedo se non sia opportuna una grande coalizione internazionale che metta a tacere il califfato nero». Giusy -Palermo «Vorrei rispondere a proposito dell’ironia sulle probabili Mariapoli gay del sig. Luca Colli del n. 13-14 di Città Nuova. Tanti anni fa, da giovane, ero avulso da questa realtà, non ci credevo, non la capivo e ancora oggi faccio fatica. Da un po’ di tempo ho maturato che Dio li ama come me, perché anche io sono amato da Dio. So con certezza che Dio non ama il peccato e questo, caro sig. Colli, sta dalle due parti; spetta a noi e a loro accettarlo o no, viverlo o no. Rispetto le loro unioni ma non le capisco, sulle adozioni dei minori ho molti dubbi, sono contrario. Mi ha molto sconcertato un’intervista in tv a due lesbiche le quali affermavano FKH SHU ORUR DYHUH GHL ÀJOL non è un problema, basta farsi inseminare. Non capisco e non voglio capire». Carmelo - Scicli (Rg) L’Isis fa paura, è vero. Va fermato, come dice lo stesso papa Bergoglio. Ha ragione lei quando invoca una grande coalizione internazionale: l’Onu dovrebbe prendere l’iniziativa, ma non lo fa per tanti veti incrociati e tante paure. Così si muovono gli Usa, controvoglia va detto, attorniati dai soliti “volenterosi” e con la complicazione che alcuni Paesi arabi e la stessa Turchia non sembrano avere un percorso diplomatico lineare: in fondo sono dalla parte dell’Isis ma non possono ammetterlo. Così i “soliti” bombardamenti non servono a risolvere, nemmeno militarmente, le questioni sospese. Lo ripeteremo ÀQR DOOD QRLD FKH O·2QX intervenga e che Usa & Company costruiscano piuttosto quelle scuole e quegli ospedali nei Paesi della regione che prosciugherebbero la stessa acqua di ignoranza nella quale l’Isis prospera. Pochi media fanno sapere che lo stesso califfato sta conquistando l’appoggio di grandi masse di arabi sunniti costruendo case, scuole e ospedali! 78 Città Nuova - n. 20 - 2014 e per tutti Un altro tassello viene messo con questa lettera rispettosa nel grande dialogo sulla “questione omosessuale” che attraversa la società italiana e anche le nostre colonne. Rispetto e ascolto, carità e verità. Molto Vangelo. Grazie Carmelo, e grazie a tutti coloro che non vogliono mettere la testa sotto la sabbia per non vedere. @ Renzi a Loppiano «Ho conosciuto e partecipato alle precedenti edizioni di LoppianoLab. Conosco e apprezzo il lavoro che portate avanti. Per questo motivo sono rimasta imbarazzata dal video di Repubblica che documenta, la sera del 4 ottobre, l’arrivo a Loppiano del presidente del Consiglio Renzi. Sono dispiaciuta e indignata e ho bisogno di scriverlo. Ho sempre pensato che LoppianoLab potesse essere considerato come una realtà culturale, non soltanto spirituale, capace di traguardare la contemporaneità e indicare altri sguardi e altre vie rispetto alle consuetudini che ci imprigionano e che ci fanno comodo. Certo, quando era viva e presente Chiara Lubich, tutti potevano venire alla platea dei Focolari perché andavano da lei. Ma, ora, offrire una vetrina senza regole a un soggetto politico – al di là delle cariche istituzionali –, mi sembra un’occasione persa per indicare altri modi di dialogo e di confronto». Adonella Monaco «Per motivi di studio non sono riuscita a venire a LoppianoLab. Quando ho saputo della presenza di Renzi, sono rimasta piuttosto interdetta, perché, al di là di convinzioni politiche SLRPHQRÀORJRYHUQDWLYH dei membri del Movimento, mi è sembrato un endorsment alle politiche recentemente attuate. Faccio queste considerazioni perché mi sento parte attiva del Movimento e in un’ottica sempre più democratica e orizzontale non mi so- @ Si risponde solo a lettere brevi, firmate, con l’indicazione del luogo di provenienza. Invia a: [email protected] oppure: via Pieve Torina, 55 00156 Roma Incontriamoci a “Città Nuova”, la nostra città UOMINI-MONDO Prima scena: «Non sai qual è la giornata che ti aspetta: ci può essere di tutto là fuori». Così una giovane sotto le coperte riprende il suo risveglio all’alba del 26 ottobre 2013, JLRUQR LQ FXL 5DL KD FKLHVWR DL WHOHVSHWWDWRUL GL ÀOPDUH la propria giornata. 45 mila video, 2.200 ore di girato che danno origine, con la sapiente regia di Gabriele Salvatores, a uno straordinario spaccato di vita in cui uomini, donne, bambini si raccontano: Italy in a day, un giorno da italiani. «L’immagine dell’Italia che mi hanno restituito questi 45 mila video – dichiara Salvatores – è quella di un Paese sofferente ma con dignità, speranzoso verso il futuro». Tra i tanti, un giovane infermiere riporta le parole del papa che, pensando a Dio, ha in mente l’immagine dell’infermiere che guarisce le ferite. Seconda scena: il papa incontra l’Assemblea dei Focolari e ricorda che la Chiesa sembra un ospedale da campo dove il primo lavoro è curare le ferite, non fare il dosaggio del colesterolo: «Egli ci aspetta nelle prove e nei ge- no sentita “rappresentata” da questa scelta». Maria Chiara Queste sono soltanto due delle lettere critiche (molte, al contrario, erano quelle positive) giunteci a proposito della partecipazione del premier al 50° della cittadella di Loppiano, manifestazione inserita nel programma del laboratorio annuale di LoppianoLab. Tengo a precisare alcune cose: 1) Renzi ha partecipato alla manifestazione perché amico di Lappiano da tempi non sospetti. Sua nonna è un membro del Movimento; 2) il programma di LoppianoLab non era certo centrato sulla venuta del premier, come abbiamo documentato in tanti modi, sia sulla rivista (vedi pag. 8-12 n. 18/2014) che sul sito; 3) Renzi è attualmente il primo ministro dell’Italia, la quarta carica dello Stato, e perciò stesso merita rispetto, di qualunque parte politica sia e da qualsiasi orizzonte culturale proven- miti dei nostri fratelli, nelle piaghe della società e negli interrogativi della cultura del nostro tempo». E mette in JXDUGLDVXOULVFKLRGLIDUH´EL]DQWLQLVPLµÀORVRÀFLWHRORgici, spirituali perché serve una “spiritualità dell’uscire”. Non ho potuto non pensare ai lettori di Città Nuova, impegnati nelle mille frontiere del lavoro, della famiglia, della cultura. Uomini e donne che vogliono trovare in Città Nuova quella scuola di comunione che il papa raccomanda. Quanti video (e articoli!) straordinari potrebbero nascere! Che ondata di speranza se si potessero ULSUHQGHUHLWDQWLHSLVRGLQDVFRVWLHQRQÀOPDELOLGLFXL tanti sono testimoni ogni giorno. I protagonisti di Italy in a day sono i nostri vicini di casa, i nostri compagni di scuola, i nostri parenti, gente che è alla ricerca di risposte, magari c’è anche qualche nostro lettore! Terza scena: cassa del supermercato a Roma. Una signora è disperata. Nessuno le spiega dove sono le mollette da stendere. Il tono e la reazione esagerati fanno pensare a una persona esaurita e stanca. «Signora, venga con me», le dico. «Lei sa dove sono le mollette?», mi interroga vedendo che non sono un’inserviente. «Veramente no, ma possiamo cercarle insieme», rispondo, mettendo da parte la fretta. Avevo appena letto quanto il papa raccomanda ricordando Chiara Lubich: «Occorre formare uomini-mondo con l’anima, il cuore, la mente di Gesù e per questo capaci di riconoscere e di interpretare i bisogni, le preoccupazioni e le speranze che albergano nel cuore di ogni uomo». E Città Nuova esiste proprio per questo. Marta Chierico [email protected] ga; 4) se Chiara Lubich accoglieva tutti i politici, non vedo perché ora dovremmo fare delle esclusioni; 5) nel Movimento ci sono persone di ogni orizzonte politico, renziani e antirenziani, vendoliani e grillini, berlusconiani e bersaniani e alfaniani… LoppianoLab li ha ospitati con indiscutibile equidistanza; 6) non credo che 30 secondi di un ÀOPDWR PROWR SUHFDULR SRstato da repubblica.it possa essere preso come specchio fedele di quel che è avve- nuto a Loppiano; 7) il Movimento in quanto tale non ha mai chiesto nulla né ai politici né agli alti prelati. Non vedo perché dovrebbe farlo ora con Renzi; 8) detto questo, rispettiamo ogni opinione e ringraziamo i lettori di essersi espressi anche a proposito della visita di Renzi. Carceri «Il mio nome è Gino Baccani e mi trovo deteCittà Nuova - n. 20 - 2014 79 In dialogo LA POSTA DI CITTÀ NUOVA Città Nuova GRUPPO EDITORIALE nuto presso il C.R. Rebibbia - Via Bartolo Longo 72 - 00156 Roma. Qui dentro non entra mai niente di bello, di buono, di interessante. Vorrei che qualcuno mi scrivesse lettere che... mi aiutino a vivere. Augurando a tutti voi pace, serenità e prosperità in ogni vostra aspirazione». Gino Caro Gino, ecco fatto! cerchiamo in tutti i modi di alleviare le sofferenze di chi sta pagando col carcere un errore commesso in qualche momento della propria vita. Ma la dignità no, quella va conservata a tutti i costi. È anche per questo che “Città Nuova” entra con centinaia di copie nelle carceri italiane. @ Ferrero ringrazia «Michele Genisio su Città Nuova n. 11/2014 si produce in una apologia del fenomeno Nutella, non fuggendo alla tentazione seppur bonaria, di decantare come buono un fatto umano per il solo fatto che si è universalizzato, che è costume, che è nell’immaginario di tanti! Ma con una compiacenza solare, e quasi da rèclame, mi lascia (e non sarei il solo) interdetto. Prima di chiamare in causa i Nutella Party, andiamo sempre a interpellarci, se i party lo fanno anche altri: le maestranze dei nostri fornitori terzomondisti, l’ambiente, la giustizia, insomma! Non dovrebbe 80 essere necessario scomodare le encicliche sociali per rammentarci che il party è e sarà tale se e solo se sarà di tutti. Un’occhiata alle Guide al Consumo critico prodotte dal cnms.it di Vecchiano, per cogliere subito che la declamata Nutella non è per la festa di tutti: per i canali di fornitura di cacao e tè dell’azienda produttrice, per la non tutela del lavoro e della giustizia retributiva minima, per le forniture ad eserciti, per l’ingente spesa SXEEOLFLWDULD L SDUDGLVL Àscali e altre carinerie. Filtro critico, fratelli... Non possiamo più (o sempre meno!) dire: “Non sapevamo”!». Marco La realtà è sempre più complessa di quello che pensiamo, caro Marco. Persino le cose più semplici possono avere dei risvolti inquietanti. Che vanno evidenziati, certamente. Assieme a tanti altri “dettagli” della realtà che non appaiono nella tua lettera. Come le decine di migliaia di persone che, nel primo, nel secondo e nel terzo mondo portano a casa un salario grazie alla Ferrero. Dobbiamo evidenziare tutte le complessità della realtà, è vero, ma senza dimenticare che della realtà ognuno può vederne una parte, non tutto. @ La vecchietta e l’Expo 2015 «Mercato rionale. In alcune cassette abbandonate giacevano alcuni scarti di verdura e di frutta. Tra le bancarelle spuntò un’anziana signora che con il bastone cercava qualcosa da recuperare. Le si avvicinò una signora, la prese per mano e la condusse ad un banco di frutta e verdura e le fece la spesa. Poi le accarezzò il volto e se ne andò. «Alcuni giorni dopo, conversando con un amico sulla futura Expo 15, raccontai quanto avevo osservato. Lui mi disse freddamente: “Un bel gesto da imitare”. All’Expo, dove si parlerà di cibo, nutrizione e fame nel mondo, ciascuno suonerà la sua zampogna, verranno offerti gustosi panini con la fogliolina d’insalata chiamata “ipocrisia”. Il mio amico si fece scuro in volto: “Dove vedi questa ipocrisia?”. Risposi: “Non ti sei accorto che alcune economie che hanno sponsorizzato l’Expo sono le medesime che creano la fame nel mondo?”. Lui di rimbalzo mi replicò: “Non vedo ipocrisia, ma quanti posti di lavoro ha creato l’Expo”». Pier Carlo Merlone Credo che un’economia sana e onesta, aperta ed HIÀFDFH QRQ SRVVD PHWWHre tra parentesi gesti come quello avvenuto al mercato rionale citato dal lettore. Tuttavia, credo che qualche ragione l’avesse anche il suo interlocutore. Credo che la logica economica su larga scala debba contenere anche il germe della solidarietà. DIRETTORE RESPONSABILE Michele Zanzucchi DIREZIONE e REDAZIONE via Pieve Torina, 55 | 00156 ROMA tel. 06 96522200 - 06 3203620 r.a. fax 06 3219909 - [email protected] UFFICIO ABBONAMENTI via Pieve Torina, 55 | 00156 ROMA tel. 06 3216212 - 0696522200 | fax 06 3207185 [email protected] EDITORE CITTÀ NUOVA della P.A.M.O.M. Via Pieve Torina, 55 | 00156 Roma tel. 06 3216212 - 0696522200 | fax 06 3207185 C.F. 02694140589 P.I.V.A. 01103421002 DIRETTORE GENERALE Danilo Virdis STAMPA Tipografia Città Nuova Via Pieve Torina, 55 | 00156 Roma tel. 066530467 - 0696522200 | fax 063207185 Tutti i diritti di riproduzione riservati a Città Nuova. Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. ABBONAMENTI PER L’ITALIA Tramite versamento su ccp 34452003 intestato a: Città Nuova o tramite bonifico bancario presso: Banco di Brescia spa Via Ferdinando di Savoia 8 00196 Roma | cod. IBAN: IT38K0350003201000000017813 intestato a: Città Nuova della P.A.M.O.M. 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Città Nuova aderisce al progetto per una Economia di Comunione ASSOCIATO ALL’USPI UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA Autorizzazione del Tribunale di Roma n.5619 del 13/1/57 e successivo n.5946 del 13/9/57 Iscrizione R.O.C. n. 5849 del 10/12/2001 La testata usufruisce dei contributi diretti dello Stato di cui alla legge 250/1990 Città Nuova - n. 20 - 2014 RIPARLIAMONE a cura di Gianni Abba In dialogo Un disegno armonioso A proposito dell’articolo “Ogni giorno un puzzle” a cura di Tanino Minuta apparso su Città Nuova n. 17/2014 Interrogativi ©&DULVVLPR 7DQLQR Ànalmente di nuovo un tuo articolo su Città Nuova! Ogni numero che arriva, cerco un tuo scritto perché è sempre quello che mi ci vuole! Anche questa volta, con le notizie che si sentono alla tv, sorgono tanti interrogativi, e non solo per quelli... mi serviva il tuo riferimento al puzzle per incastonare i miei pezzi in un disegno armonioso!». Mariangela Attrattiva ©+R DSSHQD ÀQLWR GL leggere la tua esperienza. È stata come una meditazione per impostare in un certo modo la giornata, per essere “pronti all’uso” su ciò che Dio vuole da noi. Ti confesso che leggendola e immaginandoti davanti al puzzle della tua giornata, mi è venuta in mente una meditazione di Chiara Lubich di tanti anni fa, si chiamava “L’attrattiva del tempo moderno”. «“Rimanere nella più alta contemplazione e rimanere mescolati fra tutti, uomo accanto a uomo... perdersi nella folla per informarla del divino... segnare sulla folla ricami di luce e, nel contempo, dividere col prossimo l’onta, la fame, le percosse, le brevi gioie”. In quella meditazione mi sembra che ci sia racchiuso tutto il tuo modo di essere, di amare, il tuo essere “uomo accanto a uomo”. «Se viviamo immersi nella magia dell’Attrattiva del tempo moderno, nulla più ci può fare paura e veramente l’altro diventa il lasciapassare per l’eternità». Salvatore Vivere «Penso che in queste storie semplici della gior- nata ci sia un grande insegnamento perché è la presentazione di un modo di vivere: una possibilità di vita. Potresti raccogliermi tutte le esperienze simili e mandarmele? Le faccio girare tra i miei amici». Un’anziana professoressa cieca con un computer che legge Città Nuova Grazie! «A nome mio ma anche di molti amici e amiche, ti scrivo perché “Ogni giorno un puzzle” è una grande lezione. Certo, ci vogliono occhi per vedere anche nel banale una tessera che comporrà il mosaico, ma ci vuole an- che una scelta di base, una decisione. Un’amica mi faceva notare che in questa storia c’è anche la tua trasformazione assieme ai fatti che vivi e dei quali sei soggetto e oggetto nello stesso tempo. «Ti ringrazio perché questa pagina di Città Nuova è divenuta l’intrattenimento di una serata con famiglie amiche. Mentre discutevamo, qualcuno dei ragazzini che giocavano in altra stanza si è avvicinato e ci ha chiesto di cosa stavamo parlando ed è rimasto ad ascoltare in silenzio. Gli abbiamo letto il pezzo di Luciano che si esercitava a parlare davanti allo specchio… era incantato. Non mollare, Tanino!». Dario Città Nuova - n. 20 - 2014 81 Penultima fermata RICCHEZZA E FELICITÀ di Paolo Crepaz Risparmiare. Dove? E sco a prendere il giornale: istintivamente salgo in macchina, ma poi mi rendo conto che posso inquinare un po’ meno e guadagnare salute andandoci a piedi. Dal giornalaio vedo nuove caramelle alla liquirizia, ma mentre sto per tirare fuori i soldi mi chiedo se davvero ne ho bisogno e rimetto via il portafogli. Oggi al lavoro ho deciso di portarmi il panino da casa. Ieri volevo comperarmi una felpa dai colori vivaci: apro l’armadio e ne trovo una carina che pensavo d’aver smarrito. Risparmio. Ma ne vale davvero la pena? Sto aiutando la crescita che tutti dicono debba essere sostenuta? Prendo in mano il porcellino di terracotta nella stanza di mia figlia: a forza di raccogliere centesimi di euro peserà ormai più di mezzo chilo: «Se aggiungi poco al poco, ma lo farai di frequente, presto il poco diventerà molto», scriveva Esiodo sette secoli avanti Cristo. Non voglio farmi condizionare dal pregiudizio che ogni soldino risparmiato è una svista del governo, né dalla convinzione popolare che metà del reddito serve a pagare i debiti e metà a pagare le tasse. Winston Churchill asseriva: «I risparmi sono una cosa molto buona, soprattutto se i tuoi genitori li hanno fatti per te». Negli anni della contestazione ci eravamo impegnati a lasciare DLQRVWULÀJOLXQPRQGRPLJOLRUHGLTXHOORFKH avevamo trovato, ma allora devo risparmiare o investire? Viviamo, dicono, nella società dei conVXPL&KHÀQHDYUjIDWWRODVRFLHWjGHLULVSDUPL" E per la società degli investimenti, in persone, progetti, iniziative, che spazio c’è? Al bar ho sentito dire da qualcuno che la ric- chezza non sempre dà la felicità, mentre con la miseria si va sul sicuro: non la dà mai. Un saggio (sempre del bar) mi cita Oscar Wilde: «Esiste un’unica classe di persone che pensa al denaro più dei ricchi: i poveri. I poveri non riescono a pensare ad altro». Ha ragione: basta guardare chi a due passi da noi sta sperperando sciaguratamente una fortuna con le slot machine e con le scommesse. Che tristezza! Non a tutti il destino ha riservato la stessa sorte: se anche il denaro crescesse sugli alberi, ci sarebbe sempre qualcuno a cui toccherebbe in sorte un bonsai. Quelli stessi che giocavano al bar li rivedo al mercatino del riuso intenti ad acquistare a poco prezzo abiti che la gente ha messo a disposizione anziché buttarli. Meno male che qualcuno ha risparmiato per loro. Ho capito da tempo che se spendo bene il denaro posso risparmiare qualcosa, mentre se spendo bene il tempo, quello che mi rimane lo posso usare per fare cose interessanti HVWDUHFRQJOLDPLFLLÀJOLLQLSRWLQL+RFDSLWR anche che ci sono cose che non si possono risparmiare, ma si devono regalare senza parsimonia: un po’ di tempo per ascoltare, un sorriso, una telefonata, un piccolo favore non richiesto, una sorpresa in mezzo a tanta routine. 0HQWUHVSDUHFFKLRODWDYRODPLRÀJOLRPLSURSRQH di non buttare l’acqua avanzata nella brocca, ma di usarla per sciacquare i piatti. Un altro ha invece deciso di spendere un po’ di soldi per imparare il tedesco, ora che allena piccoli calciatori in Alto Adige: così si risparmia di vedere facce attonite quando spiega gli schemi di gioco. Oggi si risparmia in modo diverso, ma è ancora di moda. INFAMIGLIA !'%.$!$%,,!&!-)',)! 4ESTIMONIANZECITAZIONIEPENSIERIDIPERSONAGGI DICULTUREETRADIZIONIPROVENIENTIDATUTTOILMONDOEx UNPRATICOSCHEMAMENSILEPERILBILANCIOFAMILIARE SOSTIENE I PROGETTI DI SOSTEGNO A DISTANZA DI FAMIGLIE NUOVE )LMATRIMONIOUNRAPPORTOCHEATTRAVERSALEDIVERSE STAGIONIDELLAVITA)CONTRIBUTIDELLIBRODITAGLIO PSICOLOGICOTEOLOGICOPASTORALEANTROPOLOGICO ESPERIENZIALEMETTONOINLUCELEDIFlCOLTËE LESTRAORDINARIEPOTENZIALITËDEIRAPPORTIDILUNGADURATA Pref. Card. Carlo Maria Martini VIA0IEVE4ORINAs2/-!sTELsDIFFUSIONE CITTANUOVAITs www.cittanuovaeditrice.it Pasquale Ionata DIVENTA CIÒ CHE SEI il potere curativo delle parole Nome____________________________________________________________________________ ISBN 978-88-311-0744-0, pp. 168, euro 12,50 Cognome__________________________________________________________________ Jaro KŇivohlavý VINCE CHI SA PERDERE come gestire le crisi e i conflitti interpersonali ISBN 978-88-311-7509-8, pp. 64, euro 9,50 Indirizzo___________________________________________________________________ Ugo Morelli IL CONFLITTO GENERATIVO la responsabilità del dialogo contro la globalizzazione dell’indifferenza Città______________________________________________Cap_____________________ ISBN 978-88-311-0184-4, pp. 304, euro 24,00 Telefono___________________________________________________________________ Pasquale Ferrara RELIGIONI E RELAZIONI INTERNAZIONALI atlante teopolitico Chiedo che i dati personali da me forniti vengano utilizzati esclusivamente da Città Nuova della P.A.M.O.M. per presentare iniziative editoriali. Acconsento al trattamento e alla comunicazione dei miei dati personali (Informativa legge 675/96) per ricevere ulteriori informazioni e proposte. Se intende rinunciare a tale possibilità, barri questa casella. ISBN 978-88-311-0183-7, pp. 176, euro 16,50 Aldegonde Brenninkmeijer-Werhahn (ed.) A CUORE APERTO riflessioni sul significato del matrimonio ISBN 978-88-311-2571-0, pp. 240, euro 16,00 AGENDA DELLA FAMIGLIA 2015 ISBN 978-88-311-2570-3, pp. 224, euro 10,00 Firma______________________________________________________________________ MODALITÀ DI PAGAMENTO: PAGAMENTO ANTICIPATO CON AGGIUNTA DI EURO 3,00 COME CONTRIBUTO ALLE SPESE DI SPEDIZIONE s!-%::/"!.#!UNICREDIT BANCA DI ROMA, AG. ROMA 14 - P.ZZA CESARE CANTÙ, 1 - 00181 ROMA, IBAN. 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