Ahmed vive di sport: la mattina si allena da solo, il pomeriggio con la

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Ahmed vive di sport: la mattina si allena da solo, il pomeriggio con la
rinnovato per ricongiungimento familiare, dopo il matrimonio con un’operatrice socio-sanitaria conosciuta a
Treviso, nella comunità in cui viveva.
Ora cittadino italiano, titolare di pensione d’invalidità e con la casa fornita dalla squadra, che gli assicura anche
«qualche rimborso». La pensione, però,
i primi due anni non l’ha avuta, perché «con il permesso di soggiorno per
sport non mi spettava», racconta. Eppure la sua disabilità non può sfuggire
a nessuno. E per questo «anche le visite di accertamento con la commissione dell’Inps sono state facili», racconta.
Ahmed vive di sport: la mattina si
allena da solo, il pomeriggio con la
squadra. Poi le partite, il campionato,
le trasferte. È autonomo in tutto: guida,
fa la spesa, cucina, passa da una carrozzina all’altra in un batter d’occhio.
Si fascia il moncherino con i calzini,
nello spogliatoio: «I miei compagni mi
prendono in giro quando tiro fuori i
calzini, io che non ho nemmeno una
gamba. Ma poi, quando se li dimenticano, vengono a chiedermeli in prestito». Ad Ahmed la disabilità ha aperto
la carriera sportiva e le porte dell’Italia. Lui ci ha messo, naturalmente, la
SuperAbile INAIL
9 Giugno 2016
capacità e la determinazione di saperla prendere nel verso giusto. «Le protesi
alle gambe non le voglio, ci ho pensato: mi farebbero sentire davvero disabile, sarei lento nei movimenti, mentre
con la carrozzina ormai sono decisamente agile».
Stranieri con disabilità: a caccia di numeri. Come Ahmed, però, ce ne sono
pochi. Mentre tanti sono gli stranieri con disabilità che vivono in Italia.
Quanti con esattezza non si sa: lo chiediamo all’Istat, ma la risposta è franca: «Dati su stranieri disabili non sono
pubblicati». Qualche informazione ci
arriva invece dal ministero dell’Istruzione (Miur). È infatti la scuola il settore in cui gli stranieri con disabilità
– bambini, ovviamente – sono maggiormente “contati” e studiati. Le rilevazioni avvengono ogni anno e i dati
sono quindi continuamente aggiornati. Così il ministero fornisce le ultime
cifre sugli alunni stranieri disabili nelle nostre scuole, riportati nell’indagine,
appena pubblicata, Gli alunni con cittadinanza non italiana, condotta dalla
Fondazione Ismu. Nell’anno scolastico
2014/2015 gli alunni stranieri con disabilità certificata erano in totale 28.117,
per lo più maschi (meno di 9mila le
femmine). Rispetto all’anno precedente, si è registrato un aumento di quasi
1.500 unità. Sono tanti, quindi, sempre
di più, gli studenti stranieri con disabilità, che rappresentano ben il 12% del
totale degli alunni disabili certificati. E
ci sono regioni, come Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Lazio, in cui
uno studente disabile su cinque è di
origine straniera. Questi numeri vanno però letti con la massima attenzione: lo raccomanda lo stesso ministero,
nell’esaminare le possibili ragioni di
questa crescita. Certamente è il segnale di una crescente integrazione socia-