Intorno a me, solo buio e silenzio. Mi ha lasciata qui nuda, legata a

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Intorno a me, solo buio e silenzio. Mi ha lasciata qui nuda, legata a
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Intorno a me, solo buio e silenzio.
Mi ha lasciata qui nuda, legata a una poltroncina, un fazzoletto di seta nera a coprirmi gli occhi. Mi sento piccola al
centro di questa stanza enorme, il salone delle feste, il più
grande del palazzo.
Stamattina, mentre venivo da Leonardo, non sapevo davvero cosa aspettarmi, ho pensato a mille scenari diversi, consapevole che comunque lui sarebbe riuscito a stupirmi.
E ci è riuscito. Come sempre.
Mi ha aperto la porta ed è comparso sulla soglia con
quell’espressione sicura che non lascia scampo. Non ha
chiesto nulla, mi ha solo attirata a sé e mi ha baciata, poi mi
ha presa per mano, guidandomi attraverso scale e corridoi
fino a questo salone. Si è fermato al centro e ha cominciato a spogliarmi. Il cuore mi martellava nel petto, pensavo
stessimo per fare l’amore, lo desideravo con tutta me stessa. Avrei voluto che mi abbracciasse e che annullasse con il
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proprio corpo la mia nudità, che mi rendeva impacciata e
nervosa.
«Girati» mi ha detto invece. E io ho obbedito. Mi ha bendata prima che potessi dire qualunque cosa, annodandomi
dietro la nuca un fazzoletto nero che aveva nella tasca dei
pantaloni. «Oggi non hai bisogno della vista, Elena. T’insegnerò a vedere in un altro modo.»
Mi ha fatta sedere, mi ha legato i polsi ai braccioli non so
bene con cosa – potrebbero essere le nappe delle splendide
tende di broccato di questa sala – e lo stesso ha fatto con le
caviglie, ancorandole ai piedi della sedia.
«Che intenzioni hai?» gli ho chiesto con la voce rotta.
«Shhh... questo non è il momento delle domande» mi ha
risposto in un sussurro. Mi ha coperta con un lenzuolo ruvido, di quelli che si usano per nascondere le tele degli artisti,
quasi fossi una sua creazione, lasciando esposti il viso e il
seno. Mi ha accarezzato una guancia e poi ho sentito i suoi
passi allontanarsi.
Sono qui da più di un’ora. Almeno, credo sia passata un’ora, dato che ho sentito una volta le campane di San Barnaba.
All’inizio è stato solo smarrimento, e pensieri fuori controllo. Ero nel panico, disorientata, mi sembrava di subire
una tortura senza senso. Mi sono maledetta per essermi messa in questa situazione e per aver accettato quel patto infernale. Volevo solo liberarmi e scappare.
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Poi ho capito.
L’odore di questa stanza mi è penetrato lentamente nelle
narici, sottile e insistente: legno antico, polvere, umidità. Il
velluto dell’imbottitura ha cominciato a solleticarmi la schiena, mentre una brezza leggera è entrata da una delle finestre – un brivido sottile ha percorso tutto il mio corpo rendendomi i capezzoli appuntiti e duri. E anche dal silenzio,
lentamente, sono emersi i suoni: le voci del Canal Grande,
il brontolio lontano dei vaporetti, una goccia caduta non so
dove, il mio respiro divenuto quasi assordante.
Leonardo mi ha bendata perché la mia vista è vorace. Consuma tutto, non lascia scampo agli altri sensi. Il mio sguardo
è sottoposto ogni giorno a infiniti stimoli: il mio lavoro, le
mie passioni, la città in cui vivo. Sono ventinove anni che
mi drogo della bellezza di Venezia, che mi nutro di marmi,
stucchi, tempere e pietre. Il mondo lo leggo solo attraverso
gli occhi. E adesso sono coperti di nero, addormentati, narcotizzati. Mi bastava questa sola via per conoscere le cose.
Ero felice e sicura. Prima d’incontrare lui.
Un raggio di sole filtra attraverso le imposte e regala un
po’ di tepore alla mano destra, intorpidita. Non lo vedo, ma
sto provando a sentirlo. Ci sto provando, a osservare il mondo senza occhi. Oltre gli occhi. Dove c’è la vera Elena, quella
che Leonardo vuole.
Adesso le caviglie cominciano a farmi male e anche i polsi. Il sangue fatica a raggiungere le estremità. Una lacrima
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sottile mi scivola da sotto la benda fino alle labbra – è calda
e salata – quando avverto un lieve fruscìo. Percepisco una
presenza nella stanza.
«Leonardo? Sei tu?» mi agito sulla poltroncina.
Sento i suoi passi avvicinarsi. Da quanto tempo è qui?
Da quanto mi sta osservando? Adesso è in piedi di fronte a
me, riesco ad avvertirlo, mi arriva il calore del suo corpo e
quell’inconfondibile profumo d’ambra.
«Leonardo, liberami... ti prego...»
Non mi risponde. Solleva un lembo del lenzuolo e lo fa
scivolare via con lentezza esasperante. Adesso sono nuda,
completamente esposta, impotente. Per un tempo che mi
sembra infinito avverto i suoi occhi che esplorano ogni
parte di me. È un tocco indelicato, pungente, che provoca
piccole scosse sotto pelle. Mi ferisce e mi eccita allo stesso
tempo.
All’improvviso, la sua voce è vicinissima al mio orecchio.
«Ti sto guardando, Elena. Ovunque.»
Vorrei dirgli che mi piace essere guardata così, che non lo
sapevo e l’ho scoperto ora, ma devo inghiottire un grumo di
saliva e non riesco a parlare.
Deve essersi inginocchiato davanti a me, le sue mani sulle mie cosce. Poi labbra calde e umide si posano sulle mie.
Scendono lente sul collo, sento la sua barba contro la mia
guancia, sul mio seno, contro il mio ombelico. Barba che
sfiora, solletica, punge e tormenta. Il suo orecchino striscia
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contro la mia spalla. E poi di nuovo le sue labbra sono sopra
le mie, la lingua preme arrogante aprendosi un varco tra i
denti e irrompe nella mia bocca.
Un’onda sfacciata mi scuote il ventre e poi scende, liquida
e insidiosa. Vorrei sentire il resto del suo corpo, cingergli le
spalle con le mani, ma posso solo aprirle e chiuderle, impaziente.
«Rilassati, Elena.» Leonardo mi soffia sul viso. «Solo io
posso usare le mani, oggi.»
Deve avere lo sguardo torbido, ardente di desiderio, lo so,
anche se non posso vederlo. Quel sorriso enigmatico, crudele, gli aleggia sul volto.
Percorre con le dita i tratti del mio viso, fino al mento.
Mi afferra i capelli, liberandone alcuni dalla benda. La sua
lingua dentro il mio orecchio. Sangue che ribolle nelle vene.
«Anche se non mi vedi» la sua voce è velluto, risuona intorno a me, dentro di me, «puoi sentirmi, lo so.» Leonardo si
rifugia nell’incavo del collo e mi annusa, si beve il mio odore.
«Devi solo fidarti dei tuoi sensi... Elena...»
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