Numero II ~ Febbraio

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Numero II ~ Febbraio
Liceo Scientifico “Giuseppe Berto” - Mogliano Veneto (TV)
Periodico di cultura studentesca
A.S. 2005/2006
N° II, Anno VII - Marzo 2006
rEDAZIONE
Hanno collaborato
a questo numero:
Direttore
Luca Barbon
Art Director
Luca Barbon
Vicedirettore
Enrico “Heimrich” De Zottis
Copertina
Eleonora Remigi
Produttore Esecutivo
Alessio Boschini
Articoli
Barbon Luca
Battaglini Giorgio
prof. Bonesso Andrea
Boschini Alessio
Derfel Cadarn
De Zottis Enrico
Nerevarine
Piero Gatti (ænigmista)
Piovesan Giulio
Priviero Anna
Psyco
Redattori
Anna Priviero
Giulio “Crunch” Piovesan
Piero Gatti
Psyco
E-MAIL
[email protected]
SITO UFFICIALE
http://www.labertuccia.altervista.org/
In questo numero:
Redazione/Sommario
pag. 02
Proëmio
pag. 03
Attualità - Festa d’Istituto
pag. 04
Braccialetti Alpas
pag. 04
Intervista al prof. Bonesso
pag. 05
Musica - The Darkness - One-way ticket to Hell… and back
pag. 06
Sport - Una vita fuori dal comune
pag. 07
Arti marziali tra realtà e finzione
pag. 08
Filosofia - Fantasia portami via
pag. 10
Fede e Ragione
pag. 11
Parole
pag. 12
Angolo Letterario - Neuromante
pag. 14
Terry Brooks
pag. 15
Dies Redactionis
pag. 17
My Land
pag. 18
Telefilm - Desperate Housewives
pag. 23
Cinema - La Marcia dei Pinguini
pag. 24
Sottobanco - Enigmistica
pag. 25
Menate
pag. 27
2
Proëmio
EDITORIALE
te un po’ dappertutto nella nostra scuola. Logisticamente parlando, è un’ottima posizione, in
quanto lo studente medio che si mette a fotocopiare una versione di latino di contrabbando,
per farsi spazio, è costretto a spostare la Box e
di conseguenza ne acquista coscienza. Ma non è
finita qui! Infatti, dove credete che la sposti, il
nostro studente medio? Sul divanetto adiacente,
dove, ohibò, poco dopo dovrà sedersi un altro
studente medio, che per la stessa ragione la ricollocherà sul tavolino e si avvedrà della sua esistenza. Ed in questo ciclo senza fine, forse qualche studente medio in più saprà dove essa si
trovi. Ricordo infine che la sua funzione consiste
nel raccogliere articoli, magister dixit ed eventuali messaggi a senso compiuto per la redazione, non gli insulti ai vostri compagni di classe.
Stupefacente… devo dire che la quantità di materiale sfornato dalla redazione mi ha piacevolmente sorpreso! Ecco perché questo nuovo numero, di lunga lavorazione (come è nostra usanza… sembra quasi la pubblicità dei biscotti!)
conta più pagine di quante io ne abbia mai viste
in una Bertuccia, nonostante abbia ridotto di
due punti le dimensioni dei caratteri. Possano i
presbiti perdonarmi!
Comunque, ci sono altre e ben più importanti
novità da segnalare. Innanzitutto, dopo aver
constatato tristemente l’impossibilità materiale
di mantenere il sito web della Bertuccia così come era stato concepito all’epoca (agli albori della
mia carriera, nel lontano 2002), ho provveduto a
svilupparne uno di concezione più moderna che
consentirà una completa interazione fra gli studenti ed il giornale: infatti, chiunque attualmente può registrarsi nel nuovo sito e inviare un articolo, che, se ritenuto valido dai moderatori della redazione, verrà in breve tempo pubblicato
nello stesso, peraltro attraverso una procedura
molto semplice ed intuitiva (ma comunque esplicata nelle FAQ). Annesso e connesso, è ora presente anche un solido forum, nel quale sarà possibile aprire dibattiti su tutti gli argomenti, suddivisi in sezioni.
Il nuovo indirizzo pubblicato a pagina due vi
condurrà nel posto giusto.
Concludendo, constato che lo sforzo necessario
a scrivere un editoriale di due colonne con i caratteri ridotti è allucinante. Che dire adesso,
quando in teoria avrei già dovuto esaurire lo
spazio a mia disposizione? Purtroppo il tempo
atmosferico mi fornisce pochi spunti, considerando che dalla mia finestra attualmente vedo
solo lo sfocato riverbero aranciato dei lampioni
(molto poëtico… ma mi chiedo chi sia il pirla che
ha sostituito le buone vecchie lampade bianche
nei lampioni davanti a casa mia!). Del tempo,
dunque, non posso parlare; tuttavia - ma guarda
un po’! - noto di aver in ogni caso quasi raggiunto la fine della seconda colonna, in un modo o
nell’altro. Ah, il piacere di scrivere cose inutili!
Ora, lasciando un attimo la realtà virtuale, vorrei notificare che la Box è stata ripristinata da
Gennaio, e che ora è collocata sul tavolino delle
fotocopie al piano terra, vicino a uno di quei ridicoli confessionali che sono spuntati recentemen-
Luca Barbon
Nuove leve: istruzioni per l’uso
Ora, urge un chiarimento. Dopo ampie discussioni, abbiamo definitivamente stabilito la nostra
“gerarchia estesa”. Infatti, finché eravamo in pochi, non era necessario alcun distinguo fra redattori ed articolisti, così come non lo era una
gerarchia rigorosamente definita. Ma ora, è opportuno mettere dei paletti (o meglio, dei tondini
di platino-iridio). La stratificazione gerarchica
ora è la seguente: un direttore, che si becca le
rogne; un vice-direttore, che si becca le rogne
che il direttore gli scarica addosso e che quando
serve ne fa le veci; un produttore esecutivo, che
pacatamente fa notare al direttore che se pure
un articolo lo ripugna profondamente, può darsi
che sia gradito al nostro target (sì, lo studente
medio che si fotocopia le versioni prima citato).
Oltre a ciò esistono anche altre figure, come il
webmaster, l’ænigmista, eccetera, ma sono ruoli
da considerarsi come semplici classi di prestigio
per redattori (un po’ di nicchia come riferimento,
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ma sorvoliamo...).
Ma ciò allo studente medio importa relativamente; quello che dovrebbe importargli, invece, è come approcciarsi con individui malvagi e notoriamente violenti come i redattori. Le risposte sono
semplici e molteplici: innanzitutto, non andate
dal direttore a dirgli “Voglio fare il redattore”,
perché una frase del genere potrebbe indisporlo
nei vostri confronti. Piuttosto, andate da un normale collaboratore (essendo casualmente la gerarchia basata anche sulla malvagità, infatti, è
improbabile che un semplice articolista sia davvero cattivo) e consegnategli un vostro articolo, o
chiedetegli consiglio su cosa potreste scrivere.
Oppure mettetelo nella Box, e così facendo vi
garantirete anche l’anonimato, o ancora inviatelo all’indirizzo e-mail della redazione. In ogni caso, se vi firmerete, il vostro nome figurerà tra gli
articolisti, qualora veniste pubblicati. E’ tutto,
credo.
attualità
Festa d’istituto
ciata sulle dieci e mezza/undici per poi continuare fino alle quattro di mattina. Non ho ricordi
particolarmente interessanti a parte quando la
musica si è fermata a causa dell’impianto e tutti
hanno continuato a ballare, compreso io poiché
avevo gia impostato le gambe in modo tale che
continuassero a muoversi. Naturalmente è stata
una questione di pochissimo tempo e immagino
che la gran parte di voi non se ne sia nemmeno
accorta. A proposito il locale è “ai cavalli” a Zerman per chiunque volesse organizzare là una
festa (giusto per fare un po’ di pubblicità gratuita). Non mi viene proprio in mente niente se
qualcuno ha qualcos’altro da dire parli adesso o
taccia per sempre.
Nonostante ai cocktail preferisca un boccalone di
sana e vecchia birra e alla moderna musica da
discoteca preferisca il sacro ed eterno Rock n’
Roll, quella sera c’ero anch’io! Ebbene sì ed ero
proprio in mezzo a quel branco di anime dannate
che si dimenavano al ritmo infernale e assordante emanato dalle casse! Insieme a tutti gli altri
come in un grande feto, fratelli e sorelle eguagliati da un unico grande ideale di pace e amore
fraterno… no, aspettate, quella era Woodstock,
la festa di istituto era l’altra già, bè come avrete
capito la mia opinione è un po’ di parte non ho
mai adorato questo tipo di manifestazione ma vi
prometto che cercherò di essere più oggettivo
possibile. Tanto per cominciare il locale era molto carino, non mancava nulla: c’erano i divanetti
appartati, un impianto audio che anche se ha
fatto un po’ i capricci ha retto e lo spazio per chi
si volesse mettere a ballare. Come a tutte le feste
bisogna aspettare un po’ prima che la gente trovi
la confidenza giusta per dare inizio alle danze
quindi se non ricordo male la festa sarà comin-
Adios amigos!
Crunch
Braccialetti alpas:
Una moda, un inganno, un peccato
letti venduti, facciamo una media di 1,50€ ognuno, fanno quasi 400.000 euro. Dove sono finiti?
Se lo sono chiesti a Striscia la notizia, se lo sono
chiesti i fornitori del materiale promozionale e
degli stessi braccialetti, adesso ce lo chiediamo
più o meno tutti: come mai di questi 400.000
euro ne sono andati ZERO in beneficenza e ZERO ai fornitori? Grazie a Striscia piano piano il
puzzle si va componendo, può darsi che poi si
disintegri all’improvviso con rivelazioni dell’ultimo minuto, ma per ora la figura che si va materializzando è quella del maggior promotore dell’iniziativa, tale Massimo Albano che, sembra, oltre
a raccontarne tante che pare un politico, abbia
impiegato questi soldini per costruire un albergo
in Canada, in una zona idilliaca.
È davvero un peccato. Così facendo finirà che
nessuno farà più beneficenza per paura di finanziare il racket della compassione. Alla fine, come
sempre, saranno i più deboli a soffrirne.
Ce l’hanno un po’ tutti, il braccialettino di gomma. Quello giallo di Armstrong per la ricerca sul
cancro, quello arancio dei motociclisti per beneficenza varia, quelli colorati dei negozi, dei cui
guadagni beneficiano soprattutto i produttori,
ma tant’è, hanno pure loro il diritto di campare.
Insomma, quello del cerchietto colorato da polso
è quasi un must. Eppoi è per beneficenza… Già,
qui sta il problema. Se Lance Armstrong è un
personaggio decisamente sotto gli occhi di tutti e
quindi non può permettersi di finire in tribunale
per truffa, possono invece correre il rischio altre
persone, magari dipendenti di associazioni semioscure di cui non si viene quasi nemmeno a sapere il nome, al momento dell’acquisto del prodotto. Così è successo con il braccialetto arancio
dell’Alpas – La mia inclinazione. Ce l’aveva Macio
Meandri, ce l’aveva Capirex, pure Biaggi, era per
beneficenza, la gente l’ha comprato. Pure il sottoscritto, perché faceva pendant con quello di
Armstrong. Un’offerta più o meno libera, ogni
volta qualcosa più di un euro, 250.000 braccia-
Giorgio Battaglini
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Intervista al prof. bonesso
te debba saper liberare tutto questo. Ecco anche
l'utilità di ciò che insegno. Spero di ottenere come risultato un dialogo che possa esser definito
"tra adulti", magari anche al triennio.
GB: Lei è anche responsabile della sicurezza nelle situazioni d'emergenza: ci parli di cosa comporta questo ruolo e di perchè lei lo riveste.
PB: In pratica prevede il continuo monitorare
delle condizioni di sicurezza nella scuola e nella
palestra. A questo proposito sarebbe mia intenzione aumentare l'opera di manutenzione, al fine
di rendere il complesso più sicuro, ma soprattutto più organizzato, più coordinato e fra gli studenti e fra i professori. Si tratta quindi di fare
più prove d'evacuazione. Ovviamente, è un invito
rivolto a tutti, sono ben gradite segnalazioni riguardo alla sicurezza da parte di chiunque.
Quanto alla domanda sul perchè io, diciamo che
è un incarico che ho rivestito anche nella scuola
dove ero prima.
GB: E l'ambiente di questa scuola come le sembra?
PB: Devo purtroppo dire che, rispetto a quando
la frequentavo, il rapporto docenti-studenti è più
distaccato, forse anche a causa del maggior numero di persone che ora l'edificio accoglie. Gli
alunni sono persone normali, per la loro età,
hanno a mio avviso la necessità di trovare modelli, figure autorevoli, "amiche", a cui potersi
appoggiare. Mi sembra inoltre che il personale
ausiliario non sia adeguatamente valorizzato,
soprattutto da parte di alcuni docenti.
GB: Le dò venti secondi per convertirmi...
PB: Ehm... di solito ci metto un po' di più, comunque... Ecco, in due parole penso che se una
persona vuole essere veramente libera non può
non incrociare il messaggio cristiano; beninteso,
non come dottrina, ma come stile di vita. Ecco,
una metafora che spesso uso è quella dell'arte:
un cristiano deve fare della propria vita un'opera
d'arte.
Gruppo animalesco di intervistatori: GB
Preda sacrificale: PB
GB: Si presenti.
PB: Andrea Bonesso, qui dal primo Giugno 2005
per tutto l'anno corrente. Insegnante di IRC, esercito soprattutto al biennio e nelle sezioni oltre
la D. Ho inoltre la E come corso completo. Sono
un ex- alunno del Berto, ora collega dei miei exinsegnanti. Magari un po' imbarazzato, ogni tanto...
GB: Precedenti esperienze di insegnamento?
PB: Ho insegnato quattro anni in una scuola secondaria di primo grado, se preferite la chiamiamo media, a Mirano e a Trebaseleghe. Devo dire
che è stata un'esperienza positiva, sono stato
mitizzato dagli alunni!
GB: Beh, anche qui, tutto sommato.
PB: Si, ma anche per una questione d'età, penso
io. Comunque mi ero imposto un principio ferreo: "Prima gli alunni, poi gli insegnanti". Gli insegnanti sono al servizio degli alunni, non bisogna
mai dimenticarlo.
GB: Perchè insegna religione? Cosa bisogna aspettarsi da una sua lezione? Quale crede possa
essere l'utilità della sua materia?
PB: Allora, rispondendo in ordine... Per caso! Ho
studiato teologia per interesse personale, poi sono stato praticamente "chiamato" a fare l'insegnante.
GB: Vox populi, insomma.
PB: In pratica sì, si può dire così. Quanto al rapporto con gli studenti, io sono solito chiedere agli
studenti; cerco di capire il loro punto di vista,
cercando di abbattere le barriere visibili e no. Ad
essere sinceri, ho avuto per questo delle critiche
dai miei colleghi, riguardo all'autorità, ma ritengo ci si debba basare più sull'autorevolezza. Cerco il coinvolgimento e la valorizzazione di ciò che
offre la classe, di far riflettere sull'impostazione
che si vuol dare della propria vita; per inciso,
trovo sia questa la cosa più difficile. Nei ragazzi
sento una profonda ansia di non essere omologati, nonostante tutto, e penso che un insegnan-
Alessio Boschini & Heimrich
Magister Dixit 2006
•
De Conti:
•
(Ad un alunno maggiorenne) Hai un bel sedere, però siediti!
•
E per oggi abbiamo finito. La prossima volta facciamo la struttura del romanzo, la
storia e tutte quelle menate là…
•
La sperimentazione Brocca e’ nata circa
quindici anni fa da un tizio che era un po’…
•
La sperimentazione Brocca oggi però sembra essere un po’ fallita… (alunno) “Per for-
za, con un nome così…”
Finitela voi due, o vi classifico RC sul registro come facevo una volta! "Cioè?" Rompic*******! “Ma lo fa ancora, oggi?” No, adesso ve lo dico direttamente…
Flego:
•
E questo è un fatto noto, un po’ come Lapo
Elkann…
•
Diciamo che i maschi sono le cariche negative, e le cariche positive facciamo che sono le femmine, altrimenti si incavolano…
5
Musica
THE DARKNESS:
ONE WAY TICKET TO HELL… AND BACK
sa come singolo. I volumi e la tensione riprendono una certa altezza con “Hazel Eyes”, canzone
di sicuro non facile da assimilare per le diverse e
“originali” (il coro scozzese prima del ritornello
può effettivamente lasciare perplesso più di
qualcuno) sequenze che la compongono, ma con
una melodia davvero di valore. Prigionieri però
non se ne fanno, ed ecco che il ciclone riprende
tutta la sua potenza in “Bald”: cupa, cattiva, demoniaca e in definitiva ipnoticamente accattivante come potrebbe essere appunto una jam
session tra i Queen e i Judas Priest – ma i Darkness non sono i Sepultura, e per non smentirsi
forniscono una canzone come questa con un testo da pura comicità demenziale…per capire cosa intendo, leggete sul dizionario il significato del
titolo della canzone. Affinché l’ascoltatore si riprenda dallo shock, ecco che arriva assolutamente inaspettato un rock’n’roll dal nome di
“Girlfriend” che avrebbe fatto scintille se inserito
nella colonna sonora di “Grease”. Se i Darkness
ancora non avevano stupito lo fanno di sicuro in
chiusura, con la canzone “English Country
Garden” che fa il paio con “Hazel Eyes” per particolarità e che davvero fa comparire i Queen davanti agli occhi, e infine con “Blind Man”, tre minuti e venticinque secondi di coro melodico praticamente perfetto per Natale o per il funerale di
una persona dotata in vita di un certo senso dell’ironia. Il viaggio all’inferno è terminato: i Darkness hanno dato ottima prova di sé, spostando
il tiro da un primo album sicuramente d’effetto
ma in linea di massima convenzionale ad un seguito molto più complesso e sfaccettato in grado
di dare maggior fiato alle buone idee già viste
agli inizi. Questa “speranza dal nord ovest” (no,
non intendo dalla Contea) sembra davvero avere
le carte in regola per fare qualcosa di grande,
speriamo che continuino su questa strada.
Sono tornati: gli Inglesi più brillanti del momento sono scesi ancora una volta tra noi a dire
messa, e anche questa volta i discepoli non si
faranno aspettare. Il traguardo del secondo album è un giro di boa nella carriera di un gruppo
(per capirci, un po’ come il settimo anno di matrimonio) ed è importantissimo per consolidare
quanto si è raccolto in termini di apprezzamento
e reputazione con il primo disco – usciti da un
non indolore cambio di formazione (l’ex tecnico
del suono Richie Edwards al posto del bassista
Frankie Poullain) che ha fatto oscillare la stabilità anche emotiva del gruppo, i Darkness sono
ritornati in prima linea con un album fresco,
complesso, irriverente…bello, insomma. Come
per un esercito, l’attacco è preceduto da una sonora sventagliata di artiglieria, e i calibri sono di
quelli grossi: l’apertura è posta nelle mani, o
piuttosto nelle note, della title track nonché primo singolo “One Way Ticket” che dietro ad un
riff e ad un ritornello tipicamente da stadio nasconde le prime “stranezze” (l’intro in flauto, l’assolo orientaleggiante, i sintetizzatori di fondo)
che torneranno a farsi sentire nel corso dell’album; l’offensiva continua con le seguenti
“Knockers” e “Is It Just Me?” (questa prossimo
singolo in uscita), da subito vincenti per la capacità di mettere insieme distorsioni altamente megalomani con arrangiamenti non esattamente da
corso di armonia in omaggio con “Topolino”. Aperta ormai la via per l’assalto della fanteria, troviamo la relativamente più frenata “Dinner Lady
Arms” che vince il premio come una delle canzoni meglio studiate del disco, con frequenti cambi
e accelerazioni: ecco che si fanno sentire chiaramente i pater familias Queen, per farsi trovare di
nuovo più avanti. La tempesta ora si calma
(giustamente) con la ballatona farcita con doppio
strato di violini “Seemed Like A Good Idea At The
Time”, canzone davvero di gran classe e eleganza
destinata a fare furore se come spero verrà diffu-
Heimrich
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sport
Una vita fuori dal comune
scolare. Dopo un po’ riprende a correre in bici e
nel ‘98 la US Postal Service gli offre un contratto,
anche se tutti considerano Lance finito, e giunge
anche le prime vittorie.
Il 99 è l’anno della svolta, l’anno della prima vittoria del Tour, quello che diventerà la sua ossessione. Nessuno ritiene possa arrivare nemmeno
tra i primi dieci, infatti i favoriti sono Alex Zulle e
Fernando Escartin, che poi giungeranno alle sue
spalle rispettivamente 2° e 3°. Ullrich non partecipa al giro perché infortunato, mentre Pantani
perché sospeso dall’UCI a causa del tasso di ematocrito troppo elevato.
Lance vince il prologo e conquista subito il Maillot jaune, e poi altre tre tappe, giungendo sugli
Champs Elisée con 7’37” su Zulle.
Tutti pensano sia stato un exploit del texano.
Nel 2000 bissa il successo dell’anno prima scontrandosi con il Pirata e il Kaiser Jan, quello che
sarà fino al 2005 uno dei suoi veri rivali storici.
Il Tour di quell’anno viene vinto da Lance e così
sarà fino a quest’anno.
È inutile parlare anno per anno dei suoi successi
perché ha sempre nettamente dimostrato di essere il più forte, anche se nel 2003, un giovane
italiano della Fassa Bortolo, ha cominciato ad
emergere, arrivando 3° nel 2004 e 2° nel 2005. E
il texano, infatti, ha affermato, durante la premiazione del 2005,che sarà proprio Ivan Basso il
suo erede.
Lance però, a differenza dei vari Merkx, Indurain… vince solo 21 tappe in nove partecipazioni
al Tour, imponendosi in quasi tutte le crono, nelle quali costruisce la metà dei suoi vantaggi sugli
avversari. La sua tattica è sempre stata quella di
infliggere enormi vantaggi nelle crono e poi di
controllare totalmente la gara mettendo sempre
davanti la squadra a tirare, per sfiancare gli avversari per poi attaccarli nelle salite più impegnative. È anche però vero, che se parte dei suoi
successi sono anche merito della sua squadra,
non va però dimenticata anche l’importanza della bicicletta: è stato infatti lui uno dei promotori
della bici in carbonio, affidandosi al marchio
Trek, oramai uno dei maggiori produttori che ha
saputo conquistare i mercati.
Ad Armstron spettano cinque delle dieci edizioni
più veloci, ma è soprattutto entrato nella leggenda perché è l’unico professionista che ha saputo
vincere sette volte la Grand Boucle.
Ma, proprio a causa di questa sua totale supremazia e predominio in ogni Tour, nei quali ha
sopraffatto ognuno dei suoi avversari ha diviso i
tifosi. I giornalisti hanno detto: “Armstrong, o lo
si ama o lo si odia”. È detestato dai francesi, che
non si sentono più padroni in casa loro e ora
Una vita fuori dal comune: prima il professionismo e poco dopo la malattia, in seguito il ritorno
tra i prof., dopo le prime indiscrezioni riguardanti il possibile uso di “epo” (eritroproietina) al
Tour del ’99, poi un successo e un dominio assoluto di sette anni, poi il ritiro ed infine nuove accuse e la notizia che uscirà un film della sua vita.
Sto parlando di Lance Armstrong: uomo, padrone del Tour, ma soprattutto sopravvissuto al
cancro. Forse però è meglio che cominciamo dal
lontano18 settembre 1971.
Quando è nato sua madre aveva appena sedici
anni, poco dopo il padre è scappato lasciando
una famiglia in una difficile situazione economica. L’infanzia del giovane texano è nella norma,
con tutti i problemi che hanno i ragazzi; poiché
non riesce a socializzare si dedica al triathlon, e
dopo poco tempo i risultati cominciano ad arrivare, tanto che può vincere una gara anche se
ha il gesso ad un piede!!! Gareggiare e vincere
sono, infatti, i pochi modi che ha per portare un
po’ di soldi in casa.
Diventato professionista nel 1992 debuttò al
G.P. di San Sebastian (8 Agosto) con una squadra americana, la Motorola, anche se deve ritirarsi; sempre nello stesso anno si impone altre
due volte. Sempre quando militava nella Motorola vince il Mondiale del ’93, una tappa al Tour e
in seguito altre classiche di coppa del mondo.
Proprio mentre comincia ad affermarsi sulla scena del ciclismo che conta, l’inattesa notizia… Già
durante un allenamento lamenta un dolorino
nella zona dell’inguine, ma gli esami dimostrano
che non è qualcosa di passeggero… si tratta infatti, di un cancro testicolare con ampie metastasi ai polmoni, e le sue possibilità di guarire
sono meno del 10%.
Comincia così il periodo più brutto e doloroso
della sua vita sia da un punto di vista emotivo
che fisico, perché il cancro è una malattia che
non solo fa soffrire, ma piuttosto distrugge l’individuo togliendogli la dignità e parte della voglia
di vivere.
Dopo essergli stato asportato un testicolo, operato ai polmoni e due volte al cervello, inizia i quattro cicli di chemioterapia, la quale consiste nell’introduzione da parte del malato di sostanze
tossiche che servono ad eliminare la malattia. Il
rischio di danni collaterali accompagna come un'ombra il periodo della cura. La chemioterapia comincia a funzionare e Lance
inizia il periodo di riabilitazione che serve nella
ricostruzione psicologica e fisica del malato, perché la chemio riduce notevolmente la massa mu-
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la stagione, infatti il suo unico obbiettivo è sempre stato quello di vincere il Tour.
È stato anche l’unico grande sovrano della
Grand Boucle che non è mai stato scalzato dal
suo trono quando è stato in attività, cosa che
invece era successa a “Cannibale Merckx”e Miguel Indurain.
Ora, finita l’attività professionista, Lance, dopo
essersi preso una lunga vacanza, ha ricominciato ad allenarsi con i suoi compagni della Discovery Channel, e non ci sarà da stupirsi se l’anno
prossimo lo vedremo nell’ammiraglia degli
“Esploratori” a guidare Savoldelli e Popoviyc verso nuove vittorie.
tifano Basso, il nuovo anti-texano, mentre i suoi
fans sono gli americani e quanti altri sono impressionati non solo dalla sua bravura come ciclista, ma anche dalla sua vita passata.
Mr Tour de France è anche impegnato nel sociale: dopo aver sconfitto il cancro ha creato una
fondazione che serve a dare una mano a tutti i
malati di tumore. Ed è proprio per finanziare la
Lance Armstrong Foundation che due anni fa ha
introdotto nel commercio il braccialetto giallo
Livestrong, che poi è stato imitato da molti altri,
fino a diventare l’oggetto della “moda estiva 2005”.
Dopo il suo ritiro il mondo del ciclismo ha perso
uno dei pochi grandi ciclisti degli ultimi venti
anni, unico per quanto riguarda la personalità e
anche per quanto riguarda il modo di affrontare
Psyco
Arti marziali tra realtà e finzione
Normalmente, quando si pensa alle arti marziali, le
immagini che sovvengono sono due: Neo e l’agente
Smith che si picchiano svolazzando, e una cintura nera marconetana che vi sbraita dietro dicendovi di piegare le gambe durante un remoto allenamento giovanile di karate o di judo.
Il contrasto, risulta evidentissimo. Ma cosa sono, dunque, in realtà, le arti marziali? Sono davvero quell’accozzaglia di coreografiche tecniche assassine ostentate
dalla cinematografia statunitense? O molto più banalmente, una serie di goffi e rigidi movimenti su un tatami, oltretutto
privi della benché minima utilità pratica, come
dimostra la nostra esperienza diretta?
La risposta è più articolata di
quanto si immagini, perché in
effetti, entrambe le immagini
sopra presentate sono espressioni delle arti marziali; espressioni assai limitate, però.
Infatti, le arti marziali (almeno
nell’accezione tradizionale –
orientale – del termine)
sono discipline costituite da due aspetti
complementari:
quello
didatticoeducativo, e quello
prettamente marziale.
Essi possono avere pesi differenti in discipline diverse
(vedi “do” e “jutsu”), ma sono sempre previste.
L’aspetto didattico comprende l’esercizio del controllo assoluto sulle proprie reazioni fisiche e mentali,
spesso attraverso tecniche meditative, ed in generale
serve a formare o a rafforzare la personalità del discepolo. E’ la componente delle arti marziali che meno
viene considerata nei dojo (palestre) occidentali, so-
prattutto in quelle dove si praticano arti abbassate al
rango di sport come sono ormai il karate, il judo ed il
kendo, anche se a mio parere è molto più rilevante in
situazioni di reale pericolo rispetto alla tecnica di
combattimento. Ricordo, a questo proposito, che nella
filosofia orientale, che purtroppo si ha scarsa occasione di affrontare a livello scolastico, la lotta psicologica
(anche con se stessi) è trattata quasi allo stesso modo
di quella fisica: a riprova di questo, faccio presente
che trattati cinesi di strategia militare del IV secolo
avanti Cristo vengono attualmente studiati nei corsi
per manager (che, normalmente, non sono soliti mettere mano alle armi).
Appurato dunque che la parte didattica
non è una futile astrazione, slegata dalla
“realtà effettuale”, passiamo a considerare quella tecnica. Le arti marziali sono
molte, e ognuna è nata in un diverso contesto storico, sociale e geografico; perciò,
non si può generalizzare eccessivamente
sul tipo di addestramento impartito dal
punto di vista del combattimento. Gran
parte si basa fondamentalmente sulle
tecniche senz’armi, ma frequentemente include anche l’addestramento in alcune armi della
tradizione locale. Esistono
comunque arti marziali specifiche quasi per tutte queste
armi tradizionali (vedi tabella).
Le arti marziali tradizionali, quindi, non vanno intese
come tecniche di combattimento in senso stretto, bensì
come addestramento della mente e del corpo atto a
formare individui dalla forte personalità e capaci di
affrontare la vita sia nella sua quotidianità che nelle
eccezionali situazioni di rischio.
A questo punto, credo di aver fornito abbastanza indi-
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cazioni per aggiustare la mira sull’idea di arte marziale, e non voglio dilungarmi oltre. Per argomenti più
specifici, vi rimando alla vastità di Internet, dove si
possono trovare ottime trattazioni in merito.
Note essenziali di nomenclatura
Piuttosto, ecco qualcosa di utile: essendo la varietà delle discipline marziali impressionante, e i
rapporti di parentela fra di esse inestricabili, fornirvi una lista completa anche solo delle principali arti guerriere orientali, sarebbe solo uno
spreco di tempo, anche perché hanno nomi apparentemente incomprensibili. Quindi, fornirò le
linee generali per riconoscere i sintagmi chiave
che accomunano la maggior parte di esse, in modo che possiate interpretarne la grafia.
I termini più frequenti in questa nomenclatura
tecnica
sono
i
suffissi
“do”
(via)
e
“jutsu” (metodo), che indicano, rispettivamente,
se l’arte marziale in questione è più sbilanciata
verso l’aspetto educativo o quello tecnico.
Per quanto riguarda le arti marziali specifiche,
basate su una singola arma, il loro nome è formato semplicemente dal nome dell’arma più uno
dei suffissi citati (es.: tanto-jutsu, naginata-do). I
nomi delle armi della tradizione giapponese le ho
riportate nella tabella a fianco.
Luca Barbon
Arma
Descrizione
Bo
Bastone lungo
Fukya
Cerbottana
Jo
Bastone corto
Kama
Falcetto
Katana
Spada lunga
Kusari-Gama
Falcetto con catena
Manriki-Gusari
Catena corta
Naginata
Lancia con lama ricurva
Nunchaku
Bastoni legati da catene, usati correggiati per mietere
Sai
Tridente da pesca
Shuriken
Lame da lancio
Shinobi-To
Spada corta a lama dritta
Tanto
Pugnale
Tonfa
Arma in legno simile ai moderni sfollagente
Tessen
Ventaglio
Wakizashi
Spada corta
Yumi
Arco corto
Magister Dixit: Bonato (I)
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Sono un insegnante modello, tutto d’un
pezzo… sì, un pezzo di…
Dovete tenere sempre le finestre aperte, in
classe ci sono quaranta metri cubi d’aria,
se uno fa un pensierino siamo a posto…
Le lezioni troppo lunghe sono come spararsi in una parte anatomica!
Qualcuno ha un’idea di cosa sia la fotosintesi? Ora voglio vedere le stronzate che
vengono fuori…
I concetti devono essere chiari, altrimenti
sguazziamo nella popò.
Hai defecato! Hai detto una gran… stronzata!
Gli organismi autotrofi non sono quelli che
fanno tutto da soli! Anch’io mangio da solo… piscio da solo… vado a letto da solo…
ma anche no, dipende!
I miei vecchi insegnanti mi interrogavano
dal posto. Mi inchiappettavano da seduto… ed è difficile inchiappettare stando
seduti!
L’insegnante si accascia per una stronzata
detta da un alunno…
Io faccio collezione di caccolette.
(Due studenti devono uscire) Dai, veloci,
toglietevi dalle balle, sennò vi spezzo le
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9
gambe… veloci!
La verifica serve come autoverifica, cioè se
non sapete vi trombate da soli! Non potete
dirmi “Mi ha trombato lei”, se non avete
studiato!
E poi mi saltano fuori al consiglio di classe
con storie tipo “Eh, poverino, ha il nonno a
casa con la scaccarella, non può studiare… oppure è stato mollato dalla morosa,
gliel’ha fatto vedere, e lei non gliel’ha data… sono grossi traumi!”
Basta, sparare con la cannuccia… Altrimenti scriviamo: “Colpisce l’insegnante che
si accascia sulla cattedra”.
Hai presente quando una vacca alza la coda? Ecco, tu hai detto una cosa del genere!
Calzavara non vi ha detto che sono due le
cose che vanno alla deriva? Naufraghi… e
stronzi!
L’altra volta “dissi”, come dicono i terroni…
(Rivolto ad un’alunna distratta) Scusa, mi
puoi cagare?
Dopo te lo mostro… la verifica! Date delle
risposte che nemmeno un deficiente darebbe… Quando le correggo, guardo il gatto e gli chiedo: “Tu cosa avresti risposto?”.
Gli leggo le vostre risposte e lui inizia a
rotolare per terra, sulla schiena, felice!
filosofia
Fantasia portami via
ne alla normale tabella delle frequenze, se la si
vuole cambiare il lavoro è più lungo); quindi i
capelli del vostro amico/amica saranno anche
diventati verdi, ma la sua pelle potrebbe esser
divenuta rosso fuoco o azzurro cielo (sempre ammesso che in un mondo simile il fuoco sia rosso
ed il cielo azzurro). Non c'è alcun bisogno di universalizzare la cosa, potrebbe semplicemente essere una disfunzione dei vostri occhi, ma se non
foste soli, quale sarebbe la realtà più giusta? A
questo punto sarebbe divertente dividere il genere umano
in due parti: quelli che vedono
il nero e quelli che vedono il
verde. Secondo la genetica la
nostra visione cromatica non è
propriamente una conquista
umana ma più che altro scimmiesca, quindi se un gruppo
di uomini avesse una visione
diversa dalla nostra si potrebbe
ipotizzare una loro comune
discendenza da un altro ceppo
genico. A questo punto non è
più necessario che siano sempre scimmie, potrebbero esser
stati anche altri animali ad
aver guadagnato questo tipo di
vista, se fossero stati dei rapaci questi uomini sarebbero
aviani, esseri mitologici mezzi
umani e mezzi aquile. Probabilmente però una stirpe simile
presenterebbe ben altro che una semplice visione diversa della realtà come tratto distintivo: forse avrebbero solo quattro dita, artigliate per di
più. Forse avrebbero le ali. E forse saprebbero
anche volare, proprio come… angeli. Ma anche
no (!), la strada metafisica è sempre la più pericolosa, meglio tornare a più basse e libere quote.
Dunque, dov'eravamo rimasti... sarebbe a questo
punto interessante ipotizzare una loro società: di
sicuro non avrebbero costruito case di pietra, se
si vuole che loro possano volare allora bisogna
levarsi dalla testa che abbiano muscolatura ed
ossatura simili a quelle umane (sarebbero troppo
pesanti), quindi è necessario ripiegare su tecniche edili e comunque di lavorazione generale che
hanno a che fare con materiali più leggeri, probabilmente non avrebbero avuto problemi ad
utilizzare canne di bambù e simili, cosa che li
avrebbe costretti a ritirarsi dalle montagne dei
loro progenitori. Ma soprattutto avrebbero avuto
bisogno di qualcuno di più grosso che li minacciasse. Un padrone dei cieli più forte di loro, sen-
Nel buttar giù quest'articolo ammetto d'aver avuto parecchie esitazioni, anche se in realtà desideravo farlo da tempo. Penso che chiunque, durante questi più o meno sofferti mesi di scuola, abbia avuto occasione di scambiar quattro parole
con un'altra persona, di chiacchierare, o, più
semplicemente di far finta di farlo; e mi rifiuto di
pensare che nessuno abbia mai notato che razza
di ruolo sia riservato alla fantasia nei discorsi
d'ogni dì. E dire che essa è stata addirittura l'oggetto tematico dell'opulentamente magnificata agenda
Smemoranda di quest'anno.
Certo vien da chiedersi se gli
inviti proposti sul succitato
diario possano definirsi fantasiosi: "Immagina un mondo
senza guerre" tutto sommato
va bene, è sempre un piacere
sentir qualcosa dalla vivavoce
di Piedino il brontosauro,
"Immagina un mondo migliore" sarebbe meglio se fosse
un po' meno vago... se non è
crisi nera questa. Altre fantasie predilette parrebbero essere quelle relative a miracoli,
sogni ad occhi aperti sulla nostra comune vita, alte proposizioni metafisiche. Solo che
in tutto questo non mi riesce
personalmente di scorgere
alcuna fantasia. Davvero questo porterebbe a liberare la nostra mente dai vincoli, ad osservarne le mille sfaccettature, come di
fronte ad un tramonto ma anche ad un prisma
che scompone la luce che vediamo in tanti diversi colori? Delle volte dimentichiamo davvero
quanto il nostro mondo sia armonizzato che non
ci accorgiamo che basterebbe il benché minimo
cambiamento per stravolgerlo del tutto. Ad esempio, poniamo caso che conosciate una persona coi capelli neri; se un giorno voi usciste di
casa e vedeste questa persona sfoggiare una luminosa criniera verde, costui o costei potrebbe
semplicemente (?) essersela tinta, ma potreste
anche essere voi che all'improvviso vedete verde
tutto ciò che è nero. Potrebbe anche esser divertente vedere una volta tanto le nostre lavagne
rilucere di un verde brillante, ma difficilmente la
questione si limiterebbe a questo: dopotutto la
luce arriva a noi mediante i fotoni, i cui diversi
colori sono null'altro che un cambio nelle loro
frequenze. Tutto questo per dire che se cambia il
verde cambiano anche tutti gli altri (se ci si attie-
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nò nulla avrebbe impedito agli aviani di continuare a vivere come semplici rapaci più abili in
una manualità che non avrebbero sfruttato. Nell'immaginario collettivo c'è una bestia volante
adatta a questi ruoli, che vive sui monti e che
tutti temono: il drago. Anche i draghi dunque, e
già qui servirebbe operare una dicotomia e decidere se essi dovrebbero essere intelligenti o soltanto bestie stupide ed immensamente forti
(insomma dinosauri sopravvissuti, dannazione,
avverto già l'ombra di Piedino). Ora, bisogna considerare che un aviano, oltre ai draghi non avrebbe moltissimi altri problemi di sopravvivenza, quindi perchè essi costituiscano una minaccia reale dovrebbero essere o davvero astuti o
molto numerosi. Facciamoli numerosi. A questo
punto sorge un problema... non ricordo più da
dov'ero partito. Beh, non importa, la storia può
continuarla chiunque di voi, oppure può buttarla giù con un semplice soffio come si fa coi castelli di carta degli amici, ma non serve affatto
mettersi a ragionare su grandi questioni per usare la fantasia, le nostre tanto temute scienze, la
fisica, la biologia, la chimica con i loro mille rami, ma anche la matematica, la Storia, la filosofia e la letteratura... tutte queste discipline grondano di spunti, di idee, di follie, non aspettano
altro che venir spremute fino all'osso, come i limoni. E ci verrà il crampo alla mano prima d'averne cavato fuori tutto il succo.
Alessio Boschini
Fede o ragione, fede e ragione… o altro?
la struttura del cosmo, nel significato più ampio,
sia razionale e che le leggi fisiche effettivamente
esistano. Non è possibile verificarlo o falsificarlo
in laboratorio: appunto ci si fida e si inizia l’indagine.
Sembra evidente, dunque, che la parola “fede”
non sia un’esclusiva di quegli strani soggetti denominati uomini religiosi!
Tuttavia, esiste un’altra parola che può aiutare a
superare il (presunto) conflitto tra ragione e fede:
si tratta di “vita”. In apparenza un vocabolo
scontato; in realtà, esso si riferisce a quanto ci è
dato, donato e nel quale ci troviamo immersi. Un
dono si può soltanto accogliere o rifiutare. La
vita, comunque la si pensi, ci precede sempre. In
un certo senso si potrebbe affermare che ci custodisce: spetta a noi darle fiducia (fede) e cercare di capirne le dinamiche ed i segreti (ragione).
Senza dimenticare che rimane sempre più grande di noi.
Una delle caratteristiche della cultura definita
occidentale è la solida contrapposizione tra i due
termini oggetto di questo breve intervento; anche
oggi il confronto è acceso, come si evince dai frequenti dibattiti in merito. Per molte persone l’incompatibilità è scontata: fides aut ratio.
Proverò, subito, a chiarire il possibile significato
delle due parole. Con “fede” si indica la fiducia
che una persona pone in qualcuno o qualcosa,
oppure il contenuto dello stesso atto di fiducia (è
la classica distinzione tra “fides qua creditur” e
“fides quae creditur”). Il vocabolo “ragione” rimanda a quella particolare dote o facoltà umana
che ci permette di dare giudizi esplicitandone le
motivazioni. Nel contesto odierno, per molti, ragione si identifica con razionalità tecnicoscientifica, quindi con i risultati delle scienze
sperimentali; si tratta, a parer mio, di un indebito riduzionismo. Un attento esame del modo di
procedere di dette scienze rivela una sorpresa.
Esse si basano su assunti non dimostrabili con
il loro metodo; lo scienziato si fida del fatto che
prof. Andrea Bonesso
Magister Dixit
costumi… quelle puttanate là!
Cavicchi:
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Cadelli:
Cosa state facendo qui, state meditando?
Ah, ho capito, questa si chiama “tromba
delle scale”, quindi voi state pensando: “Se
io mi butto giù che faccio, trombo??”
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Viaggi:
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Paggiaro:
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La risposta giusta è la numero “b”.
Venivano rappresentati la moda, gli usi, i
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Ragazzi, fate silenzio!! Non vi rendete conto
che lui non si rende neanche conto di non
sapere?? Abbiate pazienza!
parole
sulle pareti delle grotte, che comunque testimoniano l’avvento di un linguaggio primitivo) è noto
che si può procedere soltanto tramite modelli
matematici, quindi solo probabilisticamente. D’altro canto si potrebbe obiettare che il
“linguaggio” non è strettamente legato all’evoluzione degli esseri umani in quanto tali: anche le
scimmie ( e come loro anche la stragrande maggioranza degli animali) comunicano fra loro;
quindi il linguaggio non è caratteristico dell’uomo. Come in ogni trattazione che si rispetti (e
sarebbe bene farlo anche nel quotidiano parlare,
onde evitare incomprensioni), è bene definire l’oggetto di cui si vuol parlare; i linguisti considerano “linguaggio” solo quella forma di comunicazione in cui i vari periodi sono legati fra loro da
connettivi logici. In base a questa primigenia definizione si è già in grado di declassare la modalità comunicativa degli animali a semplice
“proto-linguaggio” (in quanto espressioni quali
“Attenzione!”, “Cibo!”, “Amico”, che pure compaiono nel vocabolario animalesco sono tra esse
slegate e non conoscono rapporto). Da questo si
deduce la necessità di una capacità intellettiva
superiore, affinché si possa parlare di
“linguaggio”, che per il momento trova riscontro
solo negli umani. O, per la precisione, in ciò che
chiamiamo “logica”. Bene, dalla padella alla brace, come sempre succede quando si scava più a
fondo. Addentrarsi nel mondo della logica vuol
dire partire dalle buon’anime dei sofisti greci,
Parole, parole, parole. I nostri discorsi d’ogni
giorno ne sono costituiti (intelligenti o meno che
siano) e allo stesso modo lo è questo stesso articolo. Però l’atto dello scrivere, o del parlare, è
divenuto talmente insito nell’essere umano (in
particolare in uno studente) che troppo poco ci si
sofferma a pensare sull’importanza delle lettere e
dei sintagmi che pure mesciamo con tanta abilità. Non che questo sia un male, anzi; rappresenta un processo d’interiorizzazione tipico della
capacità adattativa degli uomini e della loro evoluzione. Ma ogni tanto può essere un bene fermarsi a discernere le pari infinitesimali di ciò
che facciamo. In questo caso le parole sono la
codificazione di ciò che chiamiamo linguaggio.
Certo, andare alle origini del linguaggio è un
compito gravoso e complesso, sul quale i linguisti si arrovellano da anni, senza pervenire tra
l’altro a molti risultati. Ad esempio, ancora non
si sa se fu il linguaggio a determinare l’aumento
volumetrico del cervello dei nostri antenati o se,
viceversa, sia stata una maggiore capacità cerebrale a favorirne lo sviluppo. Le tesi più recenti
sembrerebbero suggerire l’ipotesi di una mutazione progressiva a livello genico, unita a ciò che
si chiama “effetto del collo di bottiglia” (ovverosia
un particolare evento esterno per cui sopravvivono soltanto degli individui con il corredo genetico
in esame). Ma, a questi livelli, in cui è impossibile ricostruire la storia mediante i fatti (cioè testimonianze scritte o comunque anche incisioni
Magister Dixit: Viaggi 2005 (I)
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[Un alunno è interrogato alla lavagna… ed
è negato in matematica] Sei un idiota!!
Quando ti vedranno fare matematica diranno: “Ma chi è quel cane che ti ha insegnato a fare matematica?”, che sarei io!
[Durante un compito] Ragazzi non suggeritevi… che sono cieca ma non sorda,
[abbassando la voce] beh, insomma…
State zitti!! Altrimenti sbaglio sennò…
Non ha senso lavorare su cose che non ha
senso.
Come non hai capito? Hai letto la teoria?
Non sei scemo! Perché vuoi recitare la parte dello scemo? Lasciala a qualcun altro…
ce ne sarebbero tanti…
[Durante un compito ha ritirato una decina
di bigliettini] Oggi ho ritirato così tanti bigliettini che li potrei raccogliere in un romanzo che chiamerei “Le mille e un biglietto”.
State attenti perché dopo su questo argomento fallite tutti!
Non dovete imparare tutto a memoria come un bidibam, bidibum, bidibam, bidi-
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bum…
Io so chi fa o chi non fa i compiti, ve lo vedo scritto in fronte!
La retta dopo che è stata tracciata va dove
vuole… non potete deviarla.
Avete capito? Ragazzi, non mi rassicurate
per niente con queste facce da salami che
avete.
La scienza ha bisogno di certezze e non di
invenzioni.
Vi devo sommergere di perché!!
[Sta spiegando i sistemi alla lavagna andando avanti con i suoi discorsi mentre tre
quarti della classe non ne sta capendo nulla. Ad un certo punto la prof…] Ma come,
che sbo’!!
[Durante la lezione] Perché ridi Xxx? [Xxx:]
“No, è lui [Yyy]!” [Yyy:] “Ma và, se è
lui!” [Xxx:] “Cioè, uno ride da solo, ma varda se è possibile” Certo che uno ride da
solo, sei scemo?? [Dopo due minuti] Yyy,
non ridere da solo anche tu!
Dovrebbe venire più o meno così. “Prof,
guardi che è sbagliato…” Vabbé, anche i
migliori sbagliano!
Tractatus è una delle opere più criptiche della
filosofia, dalle interpretazioni molteplici e in
qualche caso contradditorie, che è bene affrontare solo con molta forza di volontà. Prendendolo
alla larga si può dire che Wittgenstein stesso visse due periodi di pensiero in cui si evidenzia il
diverso approccio all’invisibile, ciò su cui, secondo egli stesso si doveva tacere. Seguendo il ragionamento secondo cui non vi è una rappresentazione oggettiva della realtà ma vi è un continuo
tentativo di giungere ad essa ( e per farlo l’unico
modo è comunicare tra uomini) egli era giunto a
sostenere che “I limiti del linguaggio sono i limiti
della realtà”, intendendo per realtà il sussistere
di stati di cose di cui ci si fa immagini soggettive.
Tutto sommato non è difficile capire cosa s’intenda: ogniqualvolta si cerca di comunicare
qualcosa (cioè una realtà) a qualcuno l’unico
mezzo è il linguaggio (ovviamente non solo quello
verbale), ma se esso risulta limitato, di conseguenza si pone un limite alla realtà che si vuole
comunicare. Ci siamo capiti?
transitare (e possibilmente dimenticare) per Socrate, Platone ed Aristotele, saltare a piè pari i
teologi (anche se qualcosa di buono ci sarebbe),
cenare con Cartesio, ubriacarsi con Leibniz, alloggiare con gli illuministi e con Kant, inciampare su Hegel e quindi approdare a Bertrand Russell e alla filosofia postmoderna. Un simile percorso risulterebbe micidiale per chiunque. E viene anche da chiedersi se non sia stato o studio
di tutto ciò la causa dell’eccentrica personalità
del più grande logico del 1900. In realtà, genialità ed instabilità emotiva erano caratteristiche di
tutta la famiglia di Ludwig Wittgenstein (tre dei
suoi fratelli si suicidarono, il quarto continuò a
suonare il pianoforte anche dopo aver perso una
mano). Anche le sue spiegazioni all’università
erano leggendarie, all’insegna della follia: teneva
lezione seduto su uno sdraio, ordinava ai suoi
studenti di portarsene uno par suo, teneva i suoi
appunti in una cassaforte (che era anche l’unico
soprammobile del suo ufficio) e nonappena terminava le sue conferenze usciva di corsa per andare nel primo cinema là vicino a vedere film di
cowboy di second’ordine, che erano la sua unica
passione e lo aiutavano a dimenticare l’inutilità
del suo lavoro. Interpretare il sistema di un simile soggetto non è propriamente semplice, soprattutto se si considera che l’unica opera che egli
abbia mai dato in pasto alla stampa era il
“Tractatus logico-philosophicus”. Tale scritto è a
metà tra una raccolta di proverbi e un libro di
matematica (in effetti Wittgenstein era anche un
brillante matematico), costituito da sette enunciati di base da cui se ne deducono molti altri. Il
Alessio Boschini
Magister Dixit: Viaggi (II)
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Ragazzi, non pensate che io non sappia
niente di voi e dei compiti se li fate o non li
fate… invece a me non sfugge niente… io
so tutto… state attenti.
“Prof, ma in questo compito non c’è niente
di quello che ci ha dato da studiare!!” Ma
come no, è tutto qui, basta applicare le
regole, sempre che le sappiate!! “Certo che
le sappiamo, ma questi non sono i tipi di
esercizi che ci ha sempre dato per casa.”
Non c’entra niente!! Le regole sono quelle!
“Ma uffi… non si può rinviare?” No!! Ma
siete matti??
A me fa piacere avere una classe dinamica,
vivace. Non mi interessano le mummie,
che se ne vadano al museo!
[Due ragazze sono affacciate alle finestre]
Uscite dalle finestre!! [Risata generale] Ragazzi, questa è carina, potete mandarla
alla Bertuccia.
Perché devi fare il giullare? Cercate di non
dire stupidaggini se ci riuscite…
“Prof, se un po’ della classe fa casino non
può penalizzare il resto non ripetendo le
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cose che dice…” Beh, vi arrangiate… “E no
prof, non si può, perché è un’ingiustizia.”
Cosa hai detto? “No, adesso non ripeto
perché lei faceva casino mentre le parlavo.”
Come non ripeti… solo Paganini non ripeteva… “Prof, chi è Paganini?” E’ un violinista, lo conoscete?
[Entra il bidello con un foglio] Domani uscirete un’ora prima. [Tutti guardano sul
diario e l’ora che si salta è della Viaggi]
“Prof, manca lei domani?” Ma no… ah, sì,
domani non ci sono…
Calzavara:
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Lasciate che “Moscio” sia solo il nome dell’autore del libro di latino; perché ad essere
troppo mosci, capita di inciampare sui
propri stessi attributi.
Quindi il poeta dice che nascere servi della
gleba è una sfiga universale.
Queste si chiamano “associazioni venatorie”, perché si occupano della caccia, non
perché si fanno in vena.
Nella versione ci sono due donne comuniste che magna i putei...
Angolo letterario
Neuromante
di W. Gibson
cyberpunk, che secondo una definizione della
scrittrice americana Tama Leaver è: "Cyber, per
l'ambientazione - un mondo post apocalittico,
ecocida, tecnofeticista e postumano; punk, poiché i personaggi principali sono degli anti-eroi
che lottano contro multinazionali estremamente
potenti o contro organizzazioni militari". Gente
che vive ai margini della società, mezzi criminali
ma artisti del computer che tutto possono con
una tastiera in mano.
Gibson è l'inventore di questa branca della fantascienza che incentra l' attenzione sul mondo
dell'informatica, della realtà virtuale e delle Intelligenze Artificiali.
Per sette anni, Gibson aveva scritto solo racconti. Già nelle storie precedenti, egli si occupava
del problema della conoscenza, ma si era trattenuto entro i soliti confini, attribuendo la facoltà
della conoscenza esclusivamente agli esseri viventi. Qui questi confini vengono oltrepassati,
attaccando violentamente la pigrizia mentale. Il
primo attacco è subdolo, viene portato tramite gli
accenni alla condizione alienata delle persone
immensamente ricche della dinastia TessierAshpool.
"Parte prima,
Chiba City Blues
Il cielo sopra il porto era del colore di uno schermo
televisivo sintonizzato su un canale morto."
In un futuro non molto lontano, un mondo di
delinquenza e di tecnologia, di droghe e computer, di traffico di organi umani, di trapianti e di
ricchezza, di quartieri dove si aggirano i più
squallidi rifiuti umani, di fatiscenti metropoli
illuminate da un cielo grigiastro vive Case. Lui
un tempo era il miglior "cowboy", un uomo che
con la mente e il suo "cyberdeck" riusciva a entrare e muoversi nell'incredibile mondo delle matrici dei computer, nel cosiddetto "cyberspazio",
dove la sua coscienza disincarnata vagava nei
sistemi delle corporazioni che dominavano la
Terra e rubava le informazioni che gli venivano
richieste.
Ma Case aveva commesso il classico errore. Aveva cercato di rubare anche ai suoi mandanti, ed
era stato vittima di un destino a cui avrebbe preferito la morte: il suo sistema nervoso era stato
danneggiato in maniera tale che non avrebbe più
potuto entrare nel misterioso e bellissimo mondo
del "cyberspazio". Ma forse aveva ancora una
possibilità, e solo lui doveva sfruttarla...
"Le persone immensamente ricche non sono più
esseri umani", perché non hanno problemi a superare le difficoltà quotidiane delle persone normali, possono permettersi di alimentarsi diversamente, di divertirsi diversamente, di morire diversamente, o addirittura di non morire. Possono
inserirsi nella "matrice" e manipolarla, possono
clonarsi: possono cambiare la propria forma, ed
ogni forma mantiene la coscienza. Il secondo attacco non è un'invenzione di Gibson, ma usato
in questo contesto è letale. L'Intelligenza Artificiale "Wintermute" vuole fondersi con la sua simile Neuromante, per dare vita a... esatto: "dare
vita". Se una IA, che in definitiva non è che un
computer molto potente, aumenta ancora le sue
capacità, cosa può diventare? un essere vivente?
Forse, e forse no. Sicuramente, però, diventa un'entità cosciente. Siamo in territori impervi della speculazione umana, dove pochi prima di noi
sono stati. Non c'è illuminazione naturale, il
massimo che abbiamo è qualche accendino; il
terreno è instabile; se ci voltiamo indietro vediamo le luci brillanti e le strade asfaltate, i luoghi
caldi e sicuri dai quali veniamo; ma qui è tutto
così eccitante, tutto così nuovo e pericoloso...
Neuromante proietta il lettore in un futuro dove
regna la tecnologia e il caos e dove tutti (chi più,
chi meno) sono in un costante trip mentale. Il
protagonista, Case, si fa di "ottagoni" un particolare tipo di meta-anfetamine, l'unica cosa che
riesce a ridargli alcune delle sensazioni che aveva quando volava all'interno della matrice di dati
che pullula la rete mondiale di comunicazioni.
Un protagonista mutilato nella mente da una
neurotossina che gli impedisce di interfacciarsi
nuovamente con quello che era tutto il suo mondo. Ma Neuromante non è un libro sui drogati, è
un libro che parla di uno possibile scenario futuro dove l'alienazione dell'essere umano ha raggiunto punte di paradossale sado-masochismo.
Un mondo accelerato che pulsa ad un ritmo incredibilmente veloce dove la sanità mentale è un
lontano miraggio e dove solo chi è lucidamente
folle sopravvive. Un mondo dove lo stile è tutto,
dove conta COME agisci piuttosto che COSA fai.
Neuromante è visto come il primo romanzo
14
dagli schemi. Non c'è complementarietà tra i due
ma indipendenza: se la sanno cavare da soli,
nessuno dei due è più forte dell'altro ma semplicemente si ritrovano a fare un tratto insieme nel
viaggio delle loro esistenze. Se mai si è raggiunta
la parità tra uomo e donna si è avuta in questo
romanzo dove i due hanno lo stesso peso nello
svolgersi degli eventi pur restando ben delineati
nella loro specificità di maschio e femmina.
In chiusura si può affermare che Neuromante
sia un bel giallo, quasi una spy story, ben costruita e i cui colpi di scena sono sempre dietro
l'angolo. Un libro di non facile comprensione,
che richiede più di una lettura per coglierne tutte le implicazioni e le sfaccettature. Lati diversi
di uno stesso libro nel quale si può trovare la
denuncia sociale e il puro divertimento, la tematica teologico-religiosa e la realtà virtuale, il tutto
espresso senza giudizi né falsi moralismi. Un
mondo che mette in scena un futuro inquietante
ma verosimile e forse nemmeno troppo distante.
Dall'84 a oggi molte sono state le evoluzioni di
questo genere e il cyberpunk ha trasceso i limiti
della semplice letteratura per sfociare in altri
campi quali il cinema. Ottimi esempi sono Blade
Runner (al quale Neuromante viene spesso associato per le ambientazioni), Johnny Mnemonic
(pellicola tratta dall'omonimo romanzo sempre di
Gibson) e naturalmente Matrix (film cyberpunk
per eccellenza): in quest'ultimo film i riferimenti
sono tutt'altro che casuali.
Di merito questo romanzo ne ha molti, ma un
occhio particolare deve essere posto sui personaggi ben caratterizzati, con una personalità
complessa e ben delineata che li rende molto interessanti e anche ambigui. Sono degli anti-eroi
per eccellenza le cui idee sono a volte condivisibili, a volte no. Ma forse il fatto che colpisce di
più è il bilanciamento perfetto tra i due protagonisti: Case e Molly si ritrovano ad essere descritti
e creati in un sistema di assoluta parità. Non
importa se sono l'uno uomo e l'altra donna: entrambi sono forti, determinati, decisi in ugual
misura. E in ugual misura sono disperati e fuori
Nerevarine
Terry brooks
no nelle classifiche dei best-sellers e nel ’90 decise di riprendere le avventure degli Ohmsford
narrate nella trilogia di Shannara cominciando Il
ciclo degli Eredi, ciclo formato da Gli Eredi di
Shannara(1990), Il Druido di Shannara(1992),
La regina degli Elfi di Shannara(1993), I Talismani di shannara(1994) che narra della missione degli Eredi di riportare la magia nelle Quattro
Terre per sconfiggere gli Ombrati.
In seguito all’enorme successo dovuto a questo
ciclo, principalmente dovuto al fatto che la storia
narrata nel primo libro prosegue fino all’ultimo e
non spezzandosi come nei libri precedenti, rendendo così più fluida la narrazione delle vicende,
Brooks decide di finire anche il ciclo di Landover,
ultimandolo con La Scatola Magica di Landover
(1994) e La sfida di Landover(1996).
Sempre nel 1996 scrive un ulteriore libro, Il primo re di Shannara, prequel delle vicende narrate
nei precedenti libri e che vuole spiegare l’origine
di molte cose, dalla distruzione dei Druidi alla
creazione della Spada, della vita di Jerle Shannara e di Allanon.
Senza darsi tregua, nonostante l’enorme successo e la consacrazione come uno dei migliori
scrittori fantasy degli ultimi vent’anni, Brooks
continua a stupire e nel ’97 pubblica Il Demone,
libro ambientato nei tempi moderni in una cittadina americana in cui si svolge l’eterna lotta fra
il Verbo e il Vuoto e la giovane Nest Freemark si
trova coinvolta a causa dei poteri trasmessile
dalla nonna. A seguito di questo libro furono
scritti Il Cavaliere del Verbo nel 1998 e Il Fuoco
Terry Brooks, nato in Illinois l'8 gennaio 1944, è
uno scrittore statunitense di romanzi fantasy
Ha studiato letteratura inglese all'Hamilton
College e si è laureato in legge alla Washington &
Lee University. Prima di dedicarsi alla scrittura
ha praticato la professione di avvocato. Attualmente vive tra Seattle e le Hawaii con la moglie
Judin.
Il suo primo romanzo, La Spada di Shannara,
del 1977, diventò un best-seller mondiale e rimase nella classifica del New York Times dei libri
più venduti per oltre cinque mesi. In merito a
quest'opera, Brooks è stato spesso criticato con
l'accusa di plagio all'opera di Tolkien. Le forti
somiglianze tra le due storie sono innegabili, ma
a Brooks viene unanimamente riconosciuto il
merito di aver dato vita al fantasy moderno, uno
dei più prolifici generi di narrativa contemporanea, alimentandolo con le sue saghe sulle Quattro Terre. A questo primo libro seguì cinque anni
dopo Le Pietre Magiche di Shannara, libro che
dimostra l’evoluzione di Brooks come scrittore e
mette a tacere le voci di plagio, che sarà seguito
pochi anni dopo da La Canzone di Shannara
(1985).
Dopo il successo della trilogia fantasy, decide di
scostarsi dal fantasy “canonico”, scrivendo così
le avventure dell’avvocato Ben Holiday (che presenta una forte somiglianza con l’autore stesso)
che cominciano con Il magico regno di Landover
nel 1986 e proseguono fino al 1988 con L’Unicorno Nero(1987) e Mago a metà(1988).
Nei due anni che seguono i libri di Brooks entra-
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ho deciso di iniziare un progetto ambizioso.
Scriverò un prologo a Shannara che narri
dall'avvento delle Grandi Guerre sino alla
formazione del Primo Consiglio dei Druidi.
Questo probabilmente mi farà scrivere almeno 6 libri o forse anche di più. Però la prima
trilogia, che sarà il mio prossimo lavoro,
narrerà l'inizio dei tempi con la distruzione
del vecchio mondo. E da questo emergeranno diversi elementi familiari di Shannara.
Gli Elfi usciranno dal loro mondo nascosto,
le Pietre Magiche saranno presenti, Il Re del
Fiume Argento farà la sua comparsa e le
Razze che compongono le Quattro Terra comincieranno la loro evoluzione. Ho già iniziato a scrivere il primo libro e la sua pubblicazione è prevista per l'Agosto del 2006.
Il nuovo libro su Landover sarà accantonato
per diversi anni, soprattutto perchè sento il
bisogno di scrivere questo prologo a Shannara prima di tutto il resto. Però durante
questi anni, potrebbe uscire il film di Landover, e quindi più avanti potrebbe avere più
senso la scrittura di un nuovo libro.
Vorrei dirvi di più su questo film, ma finchè i
contratti non saranno firmati e sarà tutto
ufficiale, credo sia meglio aspettare. Il contratto dovrebbe essere firmato entro i prossimi 60 giorni, ma queste richiedono il loro
tempo. Abbiate pazienza e vi darò più informazioni possibili.
E' anche stato deciso di realizzare una nuova versione più estesa di "The World of
Shannara". L'editore ed io abbiamo pensato
che potesse essere una buona idea rilasciare questa versione dopo aver completato la
pubblicazione della nuova serie, in modo
che sia possibible includere parte di quel
materiale. In questo modo Teresa Patterson,
la scrittrice di The World of Shannara, avrà
più materiale su cui lavorare ed i lettori da
leggere in seguito.
Nel frattempo potete sempre acquistare la
vecchia edizione del libro che sarà ristampata a Settembre 2005 con una nuova copertina.
L'ultimo libro della serie del Druido Supremo
(High Druid) sarà pubblicata per la fine di
agosto dell'anno a venire.
degli Angeli(1999).
Nonostante i suoi libri siano stati fra i best-seller
per tempi, Terry Brooks ha continuato a scrivere, rispolverando la saga che lo ha portato al
successo: nel 2000 ha pubblicato il primo libro
della trilogia de I Viaggi della Jerle Shannara,
intolato La Strega di Ilse, cui ha seguito Il Labirinto pubblicato l’anno dopo e L’Ultima Magia
nel 2002. Dopo questa trilogia che parla degli
avvenimenti successivi al Ciclo degli Eredi, ha
pubblicato un’altra trilogia ancora, che parte dai
vent’anni successivi ai Viaggi, intitolata Il Druido
Supremo che comincia nel 2003 con Jarka
Ruus, a seguire Tanequil nel 2004 e La Regina
degli Straken nell’ottobre 2005.
Oltre a tutti questi libri, Brooks ha stipulato un
contratto per portare sul grande schermo il primo libro del ciclo di Landover e dicendo che aveva intenzione di scrivere un preludio di Shannara, come dice in questa lettera ai fan rilasciata
sul sito ufficiale:
Un saluto a tutti,
Avevo promesso di scrivere una lettera prima di Natale spiegandovi in modo dettagliato i piani editoriali e di scrittura per
l'anno a venire (e anche oltre) ed eccola qui.
Ho aspettato che alcune questioni fossero
risolte prima di scrivere, anche se al momento poche di esse sono ancora in alto mare. Quindi vi darò le informazioni che ho al
momento, però per le altre dovrete aspettare
sino all'inizio del nuovo anno.
Lasciate che vi dica subito cosa NON succederà, però prima di leggere fate un profondo
respiro ed evitate di insultarmi. Ricordate
che vi avevo promesso un nuovo libro della
saga di Landover subito dopo la pubblicazione di Straken nel prossimo 2005? Ve lo
ricordate? Mi sembra ovvio. Ebbene potete
dimenticarvene. Il motivo per cui ho cambiato idea è il fatto che ho deciso di seguire ciò
che al momento più mi eccita, e prima dell'inizio di Novembre ho avuto l'idea per una
nuova storia che però non era su Landover.
Era qualcosa di completamente diverso.
Per anni mi è stato chiesto se avrei scritto
qualcosa del periodo più antico di Shannara, quello che comprende le Grandi Guerre,
Galaphile ed il Primo Consiglio dei Druidi.
La mia risposta è stata sempre la stessa:
non mi interessava tornare indietro nel tempo, ma solo andare avanti. Ho fatto un piccolo strappo con "Il primo Re di Shannara"
però è stato soprattutto per dare delle risposte ad una serie di domande riguardanti la
Spada, i Druidi e altre cose. Però ultimamente ho pensato parecchio al fatto che una
cività possa essere distrutta ed alla sua
conseguente ricostruzione.
Perciò dopo aver valutato varie alternative,
Questo è tutto. So che ora avrete tantissime
domande riguardo la nuova serie, però ritengo che non sia corretto per uno scrittore
rivelare troppo sul progetto al quale sta lavorando. Perciò per il momento terrò tutto
per me. Una volta che avrò terminato il primo libro, potrò rivelarvi qualcosa di più specifico.
Quindi uscite ed andate a divertirvi. Vi auguro un buon Natale ed un felice anno nuovo. Abbiate buoni propositi e non dimentica-
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Nella trilogia del Verbo e Vuoto, Brooks ha invece dimostrato la sua capacità di essere autore
'completo', abbandonando il facile escapismo di
mondi immaginari e sviluppando un'attenta analisi critica della società moderna. Nelle opere della saga di Shannara, inoltre, è fondamentale sottolineare che la differenze con le tradizionali opere fantasy sta nel raccontare le vicende di protagonisti sì dotati di poteri magici, ma in realtà
pressoché uguali a noi, che nella magia trovano
solo un supporto ma mai una via risolutiva. I
personaggi di Brooks, inoltre, diversamente da
quelli della fantasy tradizionale, sono psicologicamente approfonditi e le loro vicende interiori, i
loro frequenti viaggi d'iniziazione per divenire
adulti fino in fondo, rimangono centrali nello sviluppo della narrazione.
tevi di essere gentili con il prossimo. Possiamo tutti fare di più in questo.
Auguri
Terry Brooks, 6 dicembre 2004
Valore delle opere di Brooks — Ciò che distingue le opere di Terry Brooks dalla tradizionale
produzione Fantasy non risiede tanto nel fatto
che Brooks abbia dato vita al genere fantasy
contemporaneo, quanto nel modo originale con
cui l'autore ha affrontato il genere dimostrando
di saperlo rinnovare di volta in volta. Alla sua
inizialmente tradizionale saga di Shannara Brooks ha infatti aggiunto quella di Landover che
può essere letta come un'allegoria della condizione umana: Ben Holiday, infatti, affronta numerose prove che non vengono risolte con l'ausilio
della magia ma con la propria forza di volontà.
Derfel Cadarn
Dies redactionis
mangiare mostrando un’innocente espressione
infantile; i suoi viaggi introspettivi nel mondo dei
manga e dei videogiochi lo hanno portato ad un
progressivo allontanamento dalla realtà, causandogli frequenti attacchi di “intensa-e-profondariflessione-muta-con-occhio-sbarrato”; non è raro scoprirlo intento ad osservare un crocifisso di
un’aula con aria assorta sussurrando “…mi hanno fatto troppo basso…”. Il suo ruolo di viaggiatore dimensionale della redazione torna spesso
utile per comporre articoli inusuali e riflessivi
atti a coinvolgere l’animo del lettore in profonde
meditazioni mistiche. L’unico spiraglio di luce
tra queste menti psicotiche è dato a tratti dall’unica, solitaria parte femminile della redazione,
che sola tra tutti ad avere ancora una parte di sé
legata al tessuto della realtà pensa bene di mantenere la redazione su questa terra con i suoi
articoli (tanto amati dal direttore…); questo salvo
poi trasformarsi in un’atroce torturatrice idealista nei suoi continui scontri con Crunch su temi
basilari quali il dolce natalizio preferito da Dan
Brown. Oscuro, perverso e diabolico: è questo il
vice-direttore, nera figura che tra un album dei
Soundgarden e una sinfonia di Mendelssohn ha
votato la propria mente malata ad eternare la
grandezza del giornalino; la segretezza dei suoi
progetti è proverbiale, ma strane voci girano riguardo a dei suoi piani per un “regno millenario”, voci che è meglio non verificare… Ultimo,
ma decisamente non per importanza (al massimo per data di entrata nella redazione), la vera
mente ancora parzialmente incorrotta del giornale, il pensatore che con i suoi articoli a sfondo
intellettuale copre la follia delle suddette belve.
Tutto questo e altre innominabili cose ancora è
La Bertuccia di oggi, covo di menti deviate quan-
Cos’è la redazione della Bertuccia? Chi sono i
misteriosi individui che la compongono? In quali
arcani e remoti luoghi si tessono le trame di questa austera istituzione che è il nostro (vostro!)
giornale scolastico? E’ nel buio che questa entità
vive e pianta le sue radici, espandendosi nelle
menti dei lettori, nella fredda oscurità delle tenebre più nere…sì, beh, almeno finché qualcuno di
noi non si accorge che in realtà stiamo tenendo
una riunione di redazione chiusi nello sgabuzzino del primo piano (e poi si chiedono perché
mandiamo fuori così pochi numeri), scoperta in
seguito alla quale il corpo redazionale si avvia
sommessamente e furtivamente verso una stanza più decentemente illuminata.
Ma chi sono le losche figure di cui stiamo parlando? Esseri velati di tenebra, difficilmente inquadrabili in una categoria di esseri umani, che
nascondono il proprio volto alla società e al mondo agendo dietro le quinte come sghignazzanti e
satanici burattinai (paura, eh? ma dovreste vedere dal vivo uno di quei sorrisi… tutti quei denti…). Tra essi vige un apparente ordine gerarchico di forma piramidale (e non nel senso che la
redazione si fa tetragona, come qualcuno potrebbe pensare) che vede al proprio vertice il Direttore: è questi una figura complessa, piena di sfaccettature come non se ne vedevano dai tempi
dell’invenzione del caleidoscopio, volta all’assoluta affermazione editoriale del suo giornale; non
amante della celebrità personale, è colui che più
di tutti ha accesso alle alte sfere del potere e che
più di tutti ha preso a testate la porta della presidenza in preda alla disperazione. A seguire troviamo Crunch, “il neurone” (si noti il singolare…), esperto di fumetti nonché di metafisica
trasognata applicata all’arte di scroccare da
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to follemente geniali_ tuttavia degli interrogativi
ancora rimangono: perché nessuno ci paga per il
nostro lavoro?...perché nonostante tutti gli annunci facciamo così tanta fatica a trovare nuovi
collaboRATORI?...PERCHE’ IL BLOCCO MAIUSCOLO DI QUESTA MALEDETTA TASTIERA SI
E’ INCASTRATO?!...PErchè?...Non lo so, so solo
che il nostro è un lavoro duro, che abbiamo an-
cora un sacco di cose da fare per rendere rispettabile ciò che facciamo, come ad esempio educare i (pochi) nuovi discepoli appena arrivati in redazione, che andremo incontro ad un sacco di
ostacoli e che dopo le vacanze c’è compito di matematica… e questo è male.
Heimrich
My land
un tavolo dov’erano seduti tipi poco raccomandabili, surrogati di avventurieri: un Beorniano
dall’aria scazzata, un Nano testa-di-cazzo e un
Elfo dall’aria rincoglionita. L’uomo si avvicinò
ancora, sempre di più, quando ormai vicinissimo
ecco che esclama con voce grave
“Sargon!” indicando il nano che si stava impiccando con la barba, ”Sargon! Tu mi devi 75 mo
(Monete d’Oro, NdT)…”
e qui il poveraccio si accascia a terra: gli è infatti
arrivata in testa un boccale di birra (vuoto, la
birra non si spreca inutilmente!!!) lanciato da
Risca per uscire dalla mischia e fiondarsi verso
l’uscita. Sargon, vedendosi sgammato alla grande, decide di approfittare del colpo di fortuna e
darsela a gambe con i compagni e Risca, poiché
è un Nano e gli aveva salvato il culo. Così questi
figuri sospetti si lanciarono contemporaneamente verso l’uscita, ma essendo essa piccola, i più
si schiantarono sul muro laterale procurandosi
un trauma cranico, per poi riuscire nell’intento
di essere inseguiti da tutta la marmaglia del luogo. Anzi non proprio tutta. Infatti non si sa per
quale ragione nel locale era rimasto qualcuno
oltre ad un isterico Omorzo, i sui schiavi Hobbit
e l’uomo svenuto. Sono tre oscuri figuri, tre Uomini, anche se uno talmente brutto e selvatico
da sembrare una scimmia. Uno ha le sembianze
di un antico Numenoreano, solo che è tropo gracile per essere un guerriero e coloro che osservano bene si accorgono che dietro l velo delle cataratte, nei suoi occhi ipermetropi, astigmatici e
miopi brilla il bagliore della Conoscenza… o è
forse il riflesso delle candele? Egli è un
“Sapiente”, che pretende di avere un Anello Minore, che altro non è che vile paccottiglia made
in Valinor trovata da Manwe e poi gettata lontano perché doppia. Per motivi di privacy, lui sarà
noto come Tizio. Fu così che il Tizio andò ad aiutare il pover’uomo, ma fece appena in tempo ad
issarlo e farlo sedere su un tavolo che la sottospecie di primato biondo interviene aprendo a
forza la bocca dello svenuto per versarci dentro
una pinta di birra. Stranamente l’uomo non morì
affatto ma rinvenne, grazie all’aiuto di… rullo di
tamburi… Spark. Spark, per gli amici “il Ciucciamentine”, sarebbe quella cosa bionda, pelosa
e setolosa, ovvero un Wose proveniente della fo-
All'insegna del Puledro Impennato
Terra di Mezzo, Eriador, Brea, Locanda del Puledro Impennato ore 20.oo circa, 1 ottobre 3018 T.E.
L’interno della locanda era gremito di gente, tutta intenta a raccontare gli ultimi avvenimenti:
l’arrivo di quattro Hobbit misteriosi, l’attacco subito dai Cavalieri Neri, la partenza dei quattro
piccoli viaggiatori insieme al Ramingo poco raccomandabile noto come Granpasso, ma soprattutto il fatto che fosse da poco partito il grande
Stregone Gandalf il Grigio, non dopo aver lanciato un incantesimo sulla birra, il che può significare una cosa sola… birra ottima, prezzi bassissimi, Locanda affollatissima e affari d’oro per
Omorzo Cactaceo. In questo clima gioioso sono
molti gli avventori del Puledro Impennato, fra cui
parecchi avventurieri, alcuni solitari in cerca di
ingaggio, altri seduti insieme al tavolo. Uno in
particolare, un Nano, che dall’armamento si direbbe un guerriero prode e valoroso sta sfidando
gli altri avventori in una gara a chi beve più birra, forte della resistenza tipica della sua razza a
tale liquido. Gli altri avventori gli prestano poca
attenzione, essendo essi stessi in simil faccende
affaccendati o perché queste sono cose comuni
nelle taverne. Ad un certo punto un nuovo sfidante si avvicina però a Risca, è, infatti, questo il
nome del Nano prode in battaglia almeno quanto
in birreria, e appena dopo due boccali getta la
spugna, non senza aver però accusato il guerriero di barare. Non l’avesse mai fatto! Infatti, il Nano, oltre che leggermente brillo, è anche dannatamente orgoglioso, e pertanto si sente in dovere
di rispondere a questa accusa infamante con un
pugno in faccia all’Uomo, sfortuna volle che non
indossasse i guanti borchiati da battaglia, altrimenti per quel giovane inopportuno non ci sarebbero state più gare in osteria, una vera disgrazia… e dopo questa “botta in risposta” il puledro impennato vide scoppiare una rissa in piena regola prima tutti contro Risca, poi nella foga
dello scontro, dove i colpi bassi erano gratuiti e
d’obbligo, divenne un tutti contro tutti indiscriminato. Inspiegabilmente ignaro di ciò che avveniva alle sue spalle, un pover’uomo alto e nero
vestito, con una barbetta incolta si avvicinò ad
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resta Druadana, situata in un punto impreciso
della Terra di Mezzo, grossomodo tra Rohan e
Gondor. Sin da bambino Spark veniva preso in
giro a causa dei suoi capelli biondi e della sua
altezza da un pulcino piccolo e nero con un pezzo di guscio sulla testa chiamato Calimero… e
così lui per fuggire agli insulti correva, e più correva più vedeva che era bravo a correre e batté
persino Forrest Gump alle Olimpiadi della Terra
di Mezzo, a cui si allenava facendo Il giro della
stessa una volta ogni due mesi, e la sua specialità era la Maratona dell’Anello. Accadde però che
un giorno, attraversando L’Isen, il ciucciamentine incontrò uno strano gruppo di figuri a cavallo
che parlavano sibilando o con vocette talmente
stridule da lasciare qualche sospetto sulla loro
integrità… morale, e che puzzavano talmente
tanto da far fuggire tutti terrorizzati, senza quindi riuscire a scoprire dove si trovasse “Contea,
Baggins”; questo finché non arrivò Spark, che
comunicò tutte le informazioni di cui avevano
bisogno per poi chiedere:
“Scusi, ma che giorno è oggi? Quanto manca alla
Maratona dell’Anello?” e il capo dei travestiti rispose:
“Sciocchino, non lo sapevi che le Olimpiadi sono
state sospese per la Guerra? Scusami scusami
scusami, ma adesso io e loro dobbiamo andare a
“Contea, Baggins”. Stammi bene bel maschione!”.
Così con il morale a terra il Ciucciamentine andò
a Brea, e saputo dell’incantesimo sulla birra si
diede all’alcolismo.
Tornando a noi, ecco quindi che l’Ignorante e lo
Sbabbaro cominciarono, chi con più, chi con
meno delicatezza ad interrogare l’uomo, venendo
così a sapere che Sargon, il Nano figlio di Sauron
e Aragorn, gli doveva 75 monete d’oro, a causa di
vecchi affari cui avevano collaborato (leggi:
“Contrabbando armi e erba pipa”), e fu loro inoltrata richiesta riacciuffare il Nano e portarlo a
lui per risarcire il debito. Mente loro avviavano la
contrattazione per il compenso, il terzo tizio, anzi
Sempronio era impegnato ad aiutare Omorzo a
sistemare la Locanda. Egli e infatti un umile allevatore andato a Brea appena saputo da un amico del concorso per bestiame… peccato che il
concorso fosse falso e che l’amico voleva una
scusa per allontanarlo dal Forlindon e fregargli il
resto del bestiame; in ogni caso non avrebbe potuto comunque partecipare al concorso, dato che
la mucca era stata… mangiata strada facendo.
In ogni caso, dopo aver aiutato Omorzo a sistemare i danni della rissa, Sempronio ottenne una
notte gratis alla locanda e, passando affianco ai
tre mentre andava a dormire, sentì i discorsi sulla Caccia al Nano e decise di unirsi anche lui. Il
quartetto decise così di andare a dormire.
La mattina vede i nostri eroi alzarsi di buon’ora
per andare a caccia, ma prima è d’obbligo procurarsi le provviste, per cui…
“Signor Cactaceo, potrei gentilmente avere tre
galline, vive?” disse il Sapiente
“io potrei avere sette galline vive, un mulo e due
stie?”, disse Sempronio
“Io… avere… nero… gallo nero” disse Spark
mentre gli altri lo guardavano con aria di sufficienza e commentavano: “il solito esagerato”.
Dopo aver effettuato gli acquisti necessari, Tizio
insegnò alle galline a camminare in fila, Sempronio mise le sue nelle stie e le caricò sull’asino e
Spark insegnò a Mr Gigolo a corteggiare le galline.
Dopo queste importantissime amenità, ecco che
il gruppo si mise in cerca del nano e dei suoi amici, ma trovo che le impronte si interrompevano davanti ad uno spiazzo d’erba che andava in
direzione di Chiane Ditteri, ma videro un'altra
serie di impronte, fra cui qualcosa di trascinato e
decisero di seguirle. Dopo una buona mezz’oretta
di cammino, i nostri eroi arrivarono in una piccola radura al centro dl bosco dove anche un
cieco avrebbe capito che si era svolto uno scontro, ma siccome oltre i cadaveri trovarono solo
del pelo d’orso, pensarono che fosse passato un
animale selvatico e affamato e avesse banchettato, quando un fulmine a ciel sereno andò a
schiantarsi davanti a loro, che dallo shock ricordavano che nella combriccola era presente anche
un beorniano, che era quindi in gradi di trasformarsi in un orso… Decisero allora di seguire le
nuove impronte che puntavano verso Colle Vento…
Quando la situazione si complica
non siete voi a cercare i guai, ma loro a trovare voi
Terra di Mezzo, Eriador, tra Chiane Ditteri e Colle
Vento, meriggio, 2 ottobre 3018 TE
Avevamo abbandonato il terzetto male in arnese
quando aveva capito che la sua “preda” era diretta verso Colle Vento. Durante il tragitto i tre
Uomini si raccontarono le reciproche storie, Mr
Gigolò contribuì alla creazione delle uova che
avrebbero sfamato la compagnia nei prossimi
tempi e Spark, illudendosi di non essere visto,
cercò di fecondare la cena prendendo spunto dal
suo gallo… per decenza non si analizzeranno i
particolari… Fu così che ridendo e scherzando,
di tanto in tanto osservando le tracce del quartetto che li precedeva di circa mezza giornata e
perdendosi spesso e volentieri che il gruppetto
arrivo, finalmente, a Colle Vento al calar del sole.
E qui cominciarono i primi dubbi. Infatti le orme
degli inseguiti terminavano lì per poi dirigersi,
più fresche verso gli Erenbrulli, ma cosa ancora
più strana, le stesse impronte, non più vecchie
Terra di Mezzo, Eriador, Brea, Locanda del Puledro Impennato ore 8.00 circa
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bito l’allevatore si pentì dell’errore commesso,
che tra l’altro gli costava una notte di guardia,
ma evidentemente un qualche Vala vegliava su
di lui perché Spark fece una faccia tristissima e
disse:
“Tu vince, noi fatto 2. Adesso Spark il Ciucciamentine fa guardia” e si allontanò lasciando un
interdetto Sempronio nell’atto di esultare.
di due o tre ore tornavano indietro e ripartivano
nella stessa direzione, cioè sempre gli Erenbrulli.
Giunti sulla sommità del Colle, Tizio si chinò e
alla fievole luce del sole osservò una serie di impronte diverse dalle altre. Subito chiamò gli altri,
mantenendo però un tono di voce per non farsi
sentire da eventuali presenze ostili
“Hei, venite! Ho trovato delle nuove impronte! A
quanto pare quei mascalzoni hanno un alleato,
ma non riesco a capire a che Razza appartiene.
Le orme dei pedi sono lunghe ma leggere, sembra che avanzi balzando. Guardate”
Subito gli altri si avvicinarono, tra il curioso e
l’intimorito. Si chinarono e bastarono pochi secondi per capire a
che razza apparteneva l’alleato nemico. Le risate
vennero
subito,
spontanee, persino il gallo, le galline e il mulo risero,
mentre l’allevatore
e il barbaro si accasciavano al suolo, ridendo così
forte che persino
gli Archetti di Moria li sentirono e
ne ebbero timore,
il tutto mentre Tizio li osservava
stupito. Al che, il Ciucciamentine si alzò e guardandolo con sufficienza attraverso
le lacrime del riso disse:
“Stupido!…cena buona quella, Orecchielunghe saporito,
non Tappo Malefico (“Nano”
ndGM)!” mentre Sempronio
traduceva a beneficio del sapiente
“è una lepre, non qualche creatura misteriosa…”. Così dicendo andò a preparare l’occorrente per la notte, mentre Spark cercava di predire
il tempo atmosferico della notte e Tizio si occultava in un antro nel tentativo di riposarsi, essendosi stancato non poco durante il viaggio. Dopo
aver capito che per quella sera il cielo sarebbe
stato nuvoloso ma che non avrebbe piovuto, il
barbaro si avvicinò all’allevatore per decidere i
turni di guardia
“Noi gioca morra, chi perde no dorme” grugnì
Spark
“Chi perde fa tre turni da tre ore” rispose Sempronio
“Bene, Spark mai perso” rispose lo sbabbaro.
Così cominciò un’epica sfida a morra. Dopo circa
dieci minuti in cui si ottenevano solo pareggi,
ecco che il Ciucciamentine chiamò un 9 lanciando un 4 e Sempronio lanciò 5 chiamando 2. Su-
Quando anche Sempronio si addormentò, Spark
il barbaro decise di pensare un po’ alla vicenda
che lo aveva condotto fin lì, ma dal momento che
pensare era troppo noioso, decise di passare all’azione per ammazzare un po’ il tempo – e detto
da un barbaro, può essere
non poco pericoloso… Decise
così di cercare di avere una
discendenza e dopo una fitta
discussione con il suo gallo,
provò anche lui a fare le uova,
ma dopo molti ardui sforzi,
non ottenne esattamente la
stessa cosa prodotta dalle galline, basti pensare che era più
lunga, scura e maleodorante…
decise allora di andare a sfogare la sua frustrazione sulla
persona che aveva avuto la
malaugurata idea di fare i turni di guardia. In quel momento
un improbabile viandante che
avrebbe cercato forma di vita
sul Colle avrebbe notato solamente una scia bionda luccicare al
vento, ma non avrebbe udito nulla, tanto era furtivo e silenzioso
Spark. Sulla pianura ai piedi del
Colle un animaletto lanciò un breve verso stridulo prima di morire
per colpa di un predatore e il Ciucciamentine imprecò perché quel suono che
aveva turbato la notte rischiava di farlo scoprire… Quando infine giunse dove Sempronio si era
acquattato per riposare, decise che per dispetto
gli avrebbe tolto le coperte, per farlo star male;
ma vedendo che dormiva a pancia in giù, seguì
un piano ancora più diabolico… gli calò le braghe, prese l’ascia grande da battaglia e, facendo
attenzione a non svegliarlo, incise “SPARK” sulle
sue natiche. La vittima si limitò a sognare di essere morsa dal mulo e si girò nel sonno, mentre
Spark si allontanava lasciandolo sanguinante e
senza coperte nella notte umida e buia.
Mancavano solo due ore alla fine dell’ultimo turno di guardia e il barbaro era stanco, talmente
stanco che rischiava di calpestare la sue occhiaie. Decise allora di fare un giretto turistico di
Colle Vento alla ricerca di un furetto da addestrare, ma non trovandolo si limitò ad arare la
sommità del Colle per seminare poi qualche strana specie di pianta allucinogena…
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na e appena vide ciò che anche l’altro aveva visto, divenne anch’egli succube dell’incantesimo,
ma non prima di gridare:
“Sempronio! Attento alla sca…”
Sempronio sentendosi chiamare, vide ciò che era
accaduto ai suoi compagni e si tappò fulmineamente gli orecchi, intuendo il pericolo della scatoletta, per poi staccare a morsi del pelo da
Francis e usarlo come tappo per attutire i suoni
ed entrare nella stanza. Tuttavia ciò funzionò
solo in parte, infatti alcune parti della canzone
filtravano, ostacolandolo nei suoi movimenti per
raggiungere la scala, pensava infatti che il sapiente si riferisse ad essa quando l’aveva avvisato, ma quando vide che la porta del piano superiore era ancora integra, capì che Tizio si riferiva
al carillon e si diresse verso esso. Nel frattempo
Tizio, con un grande sforzo di volontà era riuscito ad avvicinarsi alla scatoletta e, dopo un cenno
di intesa con i compagni, lo chiuse. Immediatamente l’effetto magico terminò, sia per loro che
per i malviventi, i quali dopo un attimo di sorpresa attaccarono il gruppetto. Tutto accadde
molto, troppo velocemente; uno dei ladri riuscì
ad attaccare e ferire Tizio, contemporaneamente
a ciò Spark lasciò cadere la sua ascia e si tappò
le orecchie immediatamente imitato da Sempronio e, mentre un ladro cercava di colpire questi,
il Sapiente riaprì la scatoletta e, grazie al precedente sforzo di volontà per contrastarne il potere, questa volta fu immune dai suoi effetti, cosa
che non accadde per i quattro avversari che precipitarono nuovamente in uno stato semicomatoso. I nostri eroi ne approfittarono per ridurli all’impotenza (in tutti i sensi) grazie a calci, testate, morsi, beccate, ecc… insomma, fecero un putiferio che al confronto lo scontro nella Locanda
era stato un civile scambio di opinioni (perché,
non era così?!? NdTutti).
Dopo aver sistemato i briganti Tizio chiuse il carillon e stava per riporlo quando si udirono dei
passi concitati provenire dal piano superiore.
Tutti si preparavano a un nuovo scontro e rimasero piacevolmente colpiti quando dalla porta
sbucarono tre persone. Inutile dire che si trattava del gruppo inseguito.
“Finalmente, ecco la resa dei conti.” Pensò Tizio,
preparandosi a riaprire la scatoletta.
Appena vide ciò Bremen il Beorniano cercò di
lanciarsi verso di lui e fermarlo, ma venne bloccato per le spalle dall’Elfo, il quale gli sussurrò
qualcosa nell’orecchio e lui annuì controvoglia
rilassandosi.
“Suvvia, compagno Sapiente, non commettere
sciocchezze. Se tra di noi vi è motivo di discordia, cerchiamo di appianarlo civilmente. Per quale motivo ci stavate braccando come si bracca un
animale?” disse Kinslayer il Mago a Tizio
“Noi siamo qui per riparare ad un torto commesso da uno dei tuoi compagni, un tale Sargon, un
Nano che ha un debito di 75 monete d’oro con
Ma ecco, Mr Gigolò, il gallo della compagnia si
alza e da la sveglia annunciando:
Terra di Mezzo, Eriador, Colle Vento, ore 6.50, 3
ottobre 3018 TE
Così, dopo una abbondante colazione a base di
uova e varie supposizioni sul cosa ci facesse il
nome del barbaro inciso sul deretano di Sempronio, la strana compagnia si rimise in viaggio, seguendo le orme che puntavano verso gli Erenbrulli, ma dovettero fermarsi dal momento che la
gallina fecondata da Spark stava avendo dei problemi…infatti poco dopo da lei uscì un uovo talmente grande che tutti si domandarono come
facesse a stare dentro alla gallina. Spark, forse
intuendo cosa potesse contenere, lo prese e lo
mise tra le zampe di Francis il mulo perché lo
tenesse al caldo, ma l’animale non gradì e fece
cadere l’uovo che cadendo si ruppe rivelando
così al mondo il suo contenuto: al posto del tuorlo vi era, non del tutto sviluppato, un essere metà uomo e metà uccello, una nuova spaventosa
razza creata dall’unione di Spark e una delle galline di Sempronio. Il barbaro ne fu immensamente rattristato e decise di mettersi la fascia
del lutto al braccio.
Il viaggio proseguì in un clima cupo e triste, finché gli “Eroi” non arrivarono davanti ad una specie di collinetta, dove le impronte si fermavano
davanti ad una porta che dava sul fianco del piccolo rilievo. Il gruppetto si fece quindi circospetto
e Sempronio spiegava a Francis come doveva
comportarsi in caso di combattimento, mentre
Spark, deciso a sfogare la sua rabbia per il figlio
mai nato estraeva l’ascia, richiudeva la porta
spalancata per poi sfondarla a spallate. Una volta spostati i resti della porta ed entrati nella collinetta, i tre più i vari animaletti si trovarono di
fronte a due rampe di scale: una saliva e una
scendeva ed entrambe davano su delle porte
chiuse. Decisero di salire, Spark in testa, Tizio al
centro e Sempronio in coda che spingeva il mulo.
Appena spalancata la porta, il Wose si ritrovò
dinnanzi ad una scena tanto curiosa quando
raccapricciante: una stanza di circa sei metri
quadri, al cui interno vi era una scrivania, delle
scale che continuavano a salire dando su una
porta mezza scardinata ma, soprattutto, quattro
uomini, dall’aspetto dei tagliagole, immobilizzati,
come imbambolati, al centro della stanza, mentre un carillon dall’aspetto blasfemo girava e
suonava “The Lord of the Rings” dei Blind Guardian. La blasfemia dell’oggetto era dovuta al fatto
che le statuette danzanti in esso presenti erano
quelle di due Orchi, uno vestito da sposa e l’altro
in frac che ballavano. Una visione veramente
atroce. Appena vide e udì ciò Spark si immobilizzò,facendo la stessa fine dei briganti. Vedendo
che il barbaro si era improvvisamente fermato
d’innanzi a lui, Tizio osservò cautamente la sce-
21
te. Nel momento stesso in cui la corda si tese, il
povero mulo schizzò verso l’alto con sommo orrore di Sempronio. Passarono alcuni secondi, dopo
dei quali si udì un poderoso ruggito e la corda si
spezzo con uno schianto e Francis tornò a terra
rischiando di spezzarsi una zampa. Mentre l’allevatore correva verso il suo mulo per sincerarsi
delle sue condizioni, Risca rideva come un dannato per il suo “brillante piano”, Kinslayer cercava di calmare l’orso il quale cercava di intimidire
Sargon a forza di poderosi ruggiti ai quali il Nano
rispondeva con epici rutti, Tizio ebbe una visione: Sempronio che abbracciava Francis, Risca
che accusava Mr Gigolò di barare con i dadi,
Spark, Sargon e quell’orso che era il Beorniano
riempirsi di botte e un gruppo di orchi che avanzava verso questi tre…. Appena si voltò per avvisare gli altri, vide che il barbaro stava saltando
di sotto, sopra la schiena di Bremen per riprendersi la sua ascia e insieme ad essa distruggersi
le ginocchia a causa della caduta. Capendo che
ormai era troppo tardi per le parole, il sapiente si
legò una corda in vita che annodò al resto della
corda legata al mulo e scese anche lui. Appena
arrivò di sotto vide i tre che stavano per ingaggiare uno scontro che riuscì ad interrompere appena in tempo per sentire l’urlo disumano di Risca in direzione del gallo nero. E poi ci fu silenzio. Un silenzio che durò poco, perché fu interrotto da un rullo di tamburi e schiamazzi in avvicinamento….
un trafficante d’armi a Brea.” Rispose Tizio.
“Cosa?!? Sargon è un commerciante d’armi? È
una vera fortuna per lui essere sparito in quella
botola, chissà che sia morto e se non è così ci
penserò io stesso!” disse un sempre più inferocito Bremen.
“Calmati Bremen, non vorrai trasformarti di
nuovo” gli disse il Mago.
Solo allora Tizio, Spark e Sempronio notarono
che mancava Sargon, che l’unico Nano presente
era Risca, il quale doveva ancora abbassare l’ascia. Notarono però che al posto di Sargon vi era
un altro essere, piuttosto piccolo e ripugnante
(avete presente le statuette dei Troll Norvegesi
che si vendono? Ecco, l’essere in questione è la
loro copia vivente..) che ricordò a Spark suo figlio e quindi esclamò:
“Figlio mio! Sei vivo!”
E lo sgorbietto dall’altisonante nome di Scoreggia
non esitò un attimo ad andare dal Wose, e appena gli arrivò addosso cercò di salirgli su una
gamba e rubargli le monete che portava su una
borsetta legata in vita; ma non appena fece ciò
Spark si ricordò che suo figlio aveva le ali e che
quindi non poteva arrampicarsi, così prese l’impudente creatura e la scagliò molto gentilmente
contro la parete e poco mancò che non uccidesse
Scoreggia.
“Dove Sargon?” disse quindi il barbaro montando in collera.
“Il pirla è caduto in una botola poco più avanti e
noi ce ne siamo fregati altamente e siamo andati
avanti. Era più inutile di un orco, almeno loro
sono utili a farsi uccidere” rispose parlando per
la prima volta Risca. Senza dargli tempo di fare
alcunché Spark se lo caricò in spalla e si fece
portare dove si era aperta la botola, seguito a
ruota da tutti gli altri. Appena scese dalle spalle
dell’Uomo Selvaggio il Nano camminò un attimo
finché non trovò un punto sul pavimento e chiamò gli altri dicendo:
“Hei, è qui che c’è la botola!”
Subito il barbaro prese l’ascia e menò un gran
fendente sul pavimento, solo che nel momento
stesso in cui l’arma lo toccò, si aprì una botola e
per non caderci dentro il Wose fu costretto a
mollare l’ascia che cadde sul fondo con un tonfo
accompagnato dal silenzio e poi:
“Hei, potevi uccidermi!” poi “C’è qualcuunooo?”
molto probabilmente provenienti da Sargon.
Subito iniziò una consulta su come fare per tirarlo fuori di lì e Tizio e Sempronio aiutati dalla
forza di Spark misero su un sistema di carrucole
per scendere che aveva come contropelo il povero
mulo. Appena ebbero terminato, Risca con la
scusa di controllare che la corda fosse sufficientemente, lunga prese l’estremità libera e ne fece
un cappio che mise al piede di Bremen per poi
buttarlo giù dalla botola e dirgli:
“Che dici, Bre, ti piace il bungee-jumping (o come si scrive)?” per poi piegarsi in due delle risa-
Derfel Cadarn
P.S.: Io me stesso medesimo, dopo un’attenta rilettura a mente lucida e privo di alcol in corpo mi
sono reso conto dell’Orrore perpetrato per allora
nobili scopi, tuttavia mi dichiaro innocente contro
le accuse di blasfemia che verranno sporte da
eventuali lettori del SdA.
22
telerubrica
Desperate housewives
spicuo conto in banca. La sua vita da brava sposina infatti sembra non appagarla abbastanza:
che divertimento volete che ci sia nel fare ogni
giorno shopping, guidare una Ferrari e vivere in
una lussuosissima villa con ogni tipo di comfort
esistente? Insomma, ognuno di noi vuole un po’
di pepe nella propria vita… Per questo lei, per
rendere tutto un tantino più eccitante, ha deciso
di instaurare una relazione segreta col giardiniere… i cui addominali scolpiti dall’estenuante potatura delle siepi lo fanno un bocconcino molto
più appetibile dei rotoloni di ciccia del Sig. Solis!
Le vicende di questo triangolo amoroso, sono a
mio avviso le più divertenti e non mancano esilaranti colpi di scena.
Come episodi più spassosi, sicuramente sono da
citare quelli con protagonista Lynette (non mi
ricordo il cognome… chi lo sa?) Ex donna in
carriera, ha buttato all’aria un prosperoso lavoro
per mettere su un’abbondante famiglia con un
marito che, il più delle volte, spende il suo tempo
fuori città per lavorare. Così lei deve armarsi di
molta pazienza e caparbietà per impedire ai suoi
4 figli di distruggere il mondo a suon di capricci
e strazianti urla da mocciosetto… Ma ora mi domando: cosa trattiene quella donna dallo strangolarli tutti o dall’abbandonarli ai bordi di qualche super strada senza voltarsi indietro… Non
so. Forse ora ho capito cos’è l’amore materno…
Ultima, ma sicuramente non ultima, è Susan
Mayer, divorziata e madre dell’adolescente Lisa.
Insieme hanno costruito una solida alleanza madre e figlia e spesso i loro ruoli sembrano confondersi… avete mai visto una 15enne stare dietro alle faccende amorose della propria mamma?
E io che credevo fosse il contrario… Ad ogni modo, Susan ha il disperato bisogno di un uomo
come si deve e sembra aver trovato questo suo
principe azzurro nel nuovo vicino di casa, il signor Mike Delfino. Conteso da altre casalinghe
del quartiere, alla fine instaurerà una relazione
con Susan ma, come tutti hanno capito, egli ha
parecchi scheletri nascosti nel suo armadio. Di
lui non si sanno ancora molte cose ma una cosa
è certa: non è un idraulico! O se lo è un po’ pervertito perché nasconde una pistola in casa e ha
le pareti tappezzate di foto rubate agli abitanti
del suo vicinato…
Insomma, i misteri a Wisteria Lane non sono per
niente pochi. Sicuramente, il giallo principale è
quello che funge da filo conduttore di tutta la
serie: il misterioso suicidio della casalinga Emily,
la quale è la voce narrante della storia. Non chiedetemi però come può una defunta narrare qual-
Come promesso, sto fedelmente continuando il
mio durissimo lavoro di recensione dei più esaltanti telefilm del panorama televisivo. Per fare
questo mi sembra opportuno ricordare che questi articoli sono il frutto di ore e ore trascorse
davanti ad uno schermo televisivo sotto i pressanti ordini del nostro direttore che, anche se lui
lo nega, non può nascondere la sua straordinaria devozione a tutte le trame di tutti i telefilm
conoscibili, che peraltro sa a memoria.
In quanto unica presenza femminile all’interno
di questo giornalino, mi sento in dovere di portare una ventata di femminilità in mezzo a questo
strabordare di ormoni maschili. E per fare ciò
ora parlerò di un telefilm femminile per eccellenza, le cui protagoniste sono casalinghe veramente disperate e in loro, io mi ritrovo. Certo, non
sono casalinga ma all’interno di questa redazione, sono molto disperata…”DESPERATE HOUSEWIVES”!
In un graziosissimo quartiere di una altrettanto
graziosa città americana, le casalinghe che vi
abitano sembrano essere le vere regine e le vere
anime della vita sociale e mondana. Esse sono lo
stereotipo dei più comuni tipi di donna esistenti
ma, come ogni fanciulla vivente, esse nascondono i più terribili segreti e i più impensabili misteri, dietro la loro candida facciata di “affettuose
vicine”. Le protagoniste principali sono quattro,
ognuna con una propria vita da gestire e mandare avanti contro le avversità della vita, lo sparlare delle male lingue e ,ovviamente, i disastri provocati dai soliti adorati maritini imbranati e un
po’ allocchi.
Bree Van DeKamp è la rossa casalinga afflitta
da strane manie di perfezionismo: tutto dentro le
sue quattro mura domestiche deve essere perfettamente in ordine, niente può essere lasciato
fuori posto, niente può essere lasciato al caso. Il
pranzo deve essere servito in maniera perfetta, la
casa deve splendere in maniera impeccabile e
tutti i componenti della famiglia devono assolutamente rispettare queste regole di buon comportamento e buon gusto…Per questo non ci si
stupisce se, già dalle prime puntate, il marito di
Bree, stanco di convivere con questa specie di
macchina dell’ordine, chiede “disperato” il divorzio.
Gabrielle Solis è forse uno dei motivi che può
spingere il pubblico maschile a seguire questo
telefilm. Gabrielle è infatti la bellissima mogliettina del ricchissimo Sig. Solis che, probabilmente,
ha deciso di sposare, abbandonando la sua fortunata carriera di top-model, solo per il suo co-
23
cosa, va bene? Da quando ha deciso di farla finita così inspiegabilmente, le 4 amiche si sono
sentite in dovere di ficcare il naso nel suo sempre più oscuro passato, portando alla luce intrighi sempre più affascinanti: Cosa nasconde il
burbero marito di Emily? Perché il loro “unico”
figlio è così schizzato? Cosa c’è dentro al loro
baule di cui hanno provato a liberarsi? E soprattutto…Il Sig. Delfino sta indagando su di loro?
Insomma molti punti interrogativi devono essere
ancora risolti e, anche se la prima serie è ormai
conclusa, presto arriverà in Italia la seconda, la
quale promette di essere piena di risposte ma
anche di nuovi intrighi, come in ogni telefilm che
si rispetti.
Anna Priviero
P.S.: Chiedo perdono ma non posso essere sicura al 100% della correttezza ortografica inglese
dei nomi dei protagonisti… Sono certa che se
qualcuno di voi troverà qualche incoerenza di
ogni tipo, me la farà certamente notare… confido
nella vostra memoria ma soprattutto nel vostro
impeccabile inglese.
cinema
La marcia dei pinguini
fetto, fedeltà, cura della prole, difesa della vita.
Insomma,
la
trasposizione
in
chiave
"animalesca" di una relazione ideale. E' da sottolineare comunque che non tutti concordano in
questa visione che sa un po' di vecchio e superficiale.
Ad ogni modo la fortuna del film è da imputarsi
alla maestria dimostrata nel girare le scene che
per altro sono riprese dal vivo (e quindi al gelo,
non in uno studio), alla capacità del narratore e
infine al soggetto rappresentato. E' infatti da notare che i pinguini hanno fatto la fortuna anche
di altri film ultimamente; come non ricordare
"Madagascar", recente film di animazione in cui
un gruppo di animali fugge da uno zoo, utilizzando il piano di evasione studiato da tre "uccelli
in frac" desiderosi di raggiungere l'Antartide? O
ancora, "Pinguini alla riscossa", altra avvincente
storia sull'affetto familiare e le avventure incontrate da una famigliola di pinguini per trovare la
figlia rapita?
In conclusione, questi uccelli e i loro tenerissimi
cuccioli riscuotono il loro meritato successo, ricordandoci che una vita vale tutte le peripezie e
gli ostacoli incontrati!
Il film del francese Luc Jaquet, "La marcia dei
pinguini", nei nostri cinema da metà novembre,
racconta la storia del pinguino imperatore che
ogni anno deve affrontare incredibili peripezie:
maschi e femmine marciano per moltissimi giorni nel gelo delle regioni del Polo Sud per incontrarsi lo stesso giorno alla stessa ora nel medesimo posto... è l'inizio della magia. Non ovviamente
quella alla "Harry Potter", fatta di baccette magiche ed incantesimi, ma la magia del cuore. E' la
magia dell'amore; i maschi, in netta minoranza,
vedono contesi i propri favori dalle compagne e
quando finalmente le coppie sono formate inizia
la danza! Le uova deposte dovranno essere accudite pazientemente e soprattutto tenute al caldo,
il clima rigido (-40°!!) potrebbe creparle; i neogenitori si alternano nella protezione dell'uovo
ma molte insidie sono in agguato! Oltre tutto le
femmine, stremate, necessitano di cibo e si avventurano in quella che è un'altra marcia per
nutrirsi e procurarsi qualcosa anche per i piccoli... sempre ammesso che al loro ritorno li trovino. Chissà, le uova potrebbero essersi rotte, oppure i piccoli essere congelati, o mangiati dai
predatori, o ancora...
Come ci viene ricordato all'inizio del film dalla
calda voce di Fiorello, narratore della vicenda,
"La marcia dei pinguini" pur essendo un documentario è soprattutto una storia d'amore.
Alcuni critici hanno visto nello stile di vita di
questi animali un'esaltazione del riconoscimento
della famiglia e di tutti i valori ad essa legati: af-
Anonimo
Il produttore esecutivo tiene a far sapere che questo articolo, ritenuto di gran pregio, è stato realizzato da una persona esterna alla redazione. Animo, gente!
24
Sottobanco
Giochi enigmistici per passare il tempo durante le lezioni noiose.
1
1. Particella di carica negativa.
8. Unione vantaggiosa per tutti i membri.
10. Trento in automobile.
11. Il Radon.
12. Riunisce gli automobilisti.
14. La scienza dell’orecchio.
17. Gli estremi del nadir.
18. Felici, pimpanti.
19. Ricevuta di Ritorno.
21. Lanciavano i giavellotti nell’esercito romano.
25. Sono celati dall’esca.
26. Un seme delle carte da scopa.
27. Il massimo tribunale ateniese.
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1. Paese baltico.
2. Vivace mammifero acquatico.
3. Il cuore dell’ipotecario.
4. Possono essere precisi o mancini.
5. Gli arnesi col becco.
6. Sono pari nell’orata.
7. La fine del boa.
9. In testa ai fiorentini.
12. Al centro della baia.
13. I trasporti di carnevale.
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Rosa pallida.
Contraddistingue i vari tipi di matrimonio.
Il padre del principe.
Colla maiuscola, è la grande caloria.
Riunisce i matematici nostrani.
Dividono il giorno.
15. Matura in estate.
16. Solleva dall’afa.
18. Scaldacqua ad accumulazione.
20. C’è quello di testa e quello di denti.
21. Nella piovra e nella seppia.
22. Assicurazione contro le malattie, pagata
sino al 1977.
24. Le ha doppie il carrello
25. È opposto al perielio.
27. Solido con otto facce.
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Parole crociate
VERTICALI
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ORIZZONTALI
1. Il training che distende e rilassa.
8. La corda dei marinai.
10. Allievo Sottufficiale.
12. È elettronicamente carico .
13. Siracusa.
14. La sigla dell’Agenzia Telegrafica Ungherese.
11.
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1. Al centro della ruga.
2. Tu… francese.
3. Compatta, uniforme.
4. Il massimo grado militare.
5. Distribuisce l’elettricità.
6. I confini del Nebraska.
7. Converte le valute.
9. La pasta dei dolci.
Portico greco.
L’appellativo dei divi.
Sono pari nei fini.
Aeronautica Militare
Lo ski porta in cima alla pista.
A Londra sta per metà.
Asti.
In testa all’orco.
Parole crociate a schema libero
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ORIZZONTALI
1. Mantenere la parola data.
10. Antichi cantori.
11. Il suo simbolo è Er.
12. La televisione nazionale.
13. Prefisso che varia.
14. Caltanissetta.
15. Matura in estate.
17. Dispositivo che rallenta.
18. Il centro di Oporto.
19. Fiorisce in primavera.
20. Rapì Persefone.
21. La città tedesca.
22. Lo costituiscono le mogli degli sceicchi.
23. Cadere urtando.
1. Il giardino della villa.
2. Il più noto undici madrileno.
3. Quelle barbare sono di Carducci.
4. Sono pari negli ambi.
5. Si cura con un vaccino.
6. Può avere molte carrozze.
7. Fiume iberico.
8. È famoso il suo carnevale.
9. L’Obraztsova soprano (iniz.).
13. Lo è la nostra postura.
15. Le tacche sul termometro.
16. Deliziosa è la caramel.
17. Il vestito colla coda biforcuta.
18. Scorre in Slesia e in Brandeburgo.
19. La Malaysia.
20. Grande pappagallo variopinto.
21. È il cuore dell’Asia.
22. Le prime degli Apache.
Magister Dixit: Bonato (II)
•
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8
Nei compiti vi do venti minuti, basta che
poi quando ritiro non mi diciate “Eh, il mio
orologio è collegato con l’istituto Ferrari di
Torino, dove c’è l’orologio atomico, il suo è
in anticipo di due minuti, lo può buttare
nel cesso e tirare l’acqua”!
Finite le scuole alimentari, ti ritrovi in prima media, poi c’è l’orientamento, le coccole, i bacini… ti spiegano dov’è il bagno, dove fare la pipì… Basta che scrivano sulla
porta “cesso”, così si orientano da soli!
Non vi do voti come uno e mezzo, due e
mezzo, solo voti interi. Non intendo masturbarmi il cervello con voti tipo cinque
meno meno, sei più più stronzo dell’altro!!
Una volta le certezza te le davano, a legna-
•
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•
•
•
26
te! O ti svegliavi fuori, o eri fottuto!
Gli arrotondamenti vanno fatti in base alle
solite robe, l’interesse, la partecipazione,
non rompe le palle durante la lezione…
Una volta, quando andavo a scuola, prendevo voti come “dal cinque e mezzo al sei
più più”… Ma che cazzo vuol dire?!
Barbato… chi è Barbato? Massiccio, che si
è imbucato là in fondo…
Il metodo di studio originale è stare col culo sulla sedia.
Il metabolismo, le ossidoriduzioni… sto
parlando di fantascienza in questo momento…
Se al momento della verifica uno mi alza la
mano e mi dice “questo argomento non
l’ho capito”, mi vien da rispondere in modo
estremamente volgare: cazzi tuoi!
Avanzavano pagine, perciò adesso vi toccano le
Menate
sul contenuto delle quali il direttore declina ogni responsabilità
Migliaia di pezzenti al giorno d’oggi pensano di poter prevedere il futuro, ma solo pochi, baluardi della
vera sapienza, possono permettersi di scrivere un oroscopo ben fondato ed efficace! Così, reduce da una
tradizione millenaria, il sottoscritto si concede a voi come vate, per aiutare a rendere meno pesante, il
difficile cammino della vita di questo anno. Ecco a voi:
L’ OROSCOPO TATTICO DELLO STUDENTE
ONLY BY GIULIUS CRUNCH!
guardi fuori dalla finestra lo riesci anche a vedere è quello con le
luci che fa quello strano boato;
comunque poiché marte è il dio
della guerra, questo è un momento propizio per le risse, dedica le
tue attenzioni ai prof vedrai che
ti alzeranno i voti delle materie,
(per quanto riguarda quello in
condotta con un sette in fondo
sei sempre sufficiente)
ARIETE
-studio: in questo momento(cioè
quello in cui sto scrivendo) giove
si trova nell’inclinazione ciusta
quindi approfittane, se ti impegnerai potrai avere dei risultati.
Sempre che i prof non siano di
manica stretta
-amore per lei: troverai il tuo uomo ideale, è alto sul metro e ottanta con una folta capigliatura
castana, guance rosse e barba
non reperibile, lo riconoscerai
grazie alla sua potente aura mistica
-amore per lei: troverai il tuo uomo ideale, è alto sul metro e ottanta con una folta capigliatura
castana, camminata superba barba non reperibile, lo riconoscerai grazie alla sua potente aura
mistica
-amore per lui: lascia perdere tagliati i capelli e
va a lavorare
-amore per lui: è un ottimo periodo per sperimentare esperienze omosessuali
TORO
-studio: i pianeti parlano chiaro, sei troppo intelligente per sprecarti nello studio, ma non preoccuparti un influsso benefico ti accompagnerà per
tutto l’anno in particolare se sei nato intorno alle
tre meno dieci del 17 maggio
CANCRO
-studio: la vita è a scale c’è chi scende e c’è chi
sale l’importante è che tutto questo movimento
rassoda i glutei che sono fondamentali per avere
un bel voto in educazione fisica. Dai che forse ti
alzi un po’ la media!
-amore per lei: troverai il tuo uomo ideale, è alto
sul metro e ottanta con una folta capigliatura
castana, sorriso solare e barba non reperibile, lo
riconoscerai grazie alla sua potente aura mistica
-amore per lei: troverai il tuo uomo ideale, è alto
sul metro e ottanta con una folta capigliatura
castana, spalle larghe e barba non reperibile, lo
riconoscerai grazie alla sua potente aura mistica
-amore per lui: quelli come te non hanno bisogno di conferme quelli come te non devono chiedere mai, in particolare se sei nato intorno le
14.50 del 17 maggio (le stelle parlano chiaro!)
- amore per lui: gli ormoni che si trovano nel sudore ascellare eccitano l’altro sesso ora che lo sai
approfittane per mettertene un po’ dietro le orecchie, venere è nel tuo segno muoviti!
GEMELLI
-studio: marte sta attraversando il tuo segno se
27
-studio: le stelle promettono molto bene per i
nati sotto il segno dello scorpione in tutte le materie, MA! Se prediligete le materie di stampo
scientifico allora: sciagura a te! Sciagura a te!
LEONE
-studio: se pensi che i bei voti siano tutto nella
vita ti sbagli di grosso: Einstein è stato bocciato
in matematica, quindi cala la cresta oppure:
sciagura a te! Sciagura a te! (mercurio è inflessibile da questo punto di vista)
-amore per lei: troverai l’uomo della tua vita, è
alto sul metro e ottanta con una folta capigliatura castana, assetto poderoso e barba non reperibile, lo riconoscerai grazie alla sua potente aura
mistica
-amore per lei:troverai l’uomo della tua vita, è
sul metro e ottanta con una folta capigliatura
castana, sopracciglia non esageratamente folte e
barba non reperibile, lo riconoscerai grazie alla
sua potente aura mistica
-amore per lui: male molto male, l’assetto solare
in contrapposizione con i moti millenari crea un
malvagio ma efficace influsso sul tuo … in fondo
c’hai rinunciato fino ad ora non sarà così pesante rinunciarci per un altro anno
-amore per lui: la posizione delle stelle in afelio
contrapposto al sistema luni-solare in movimento assoluto significa che questo è il periodo giusto per rimorchiare, se riuscirai ad ottenere 6853 numeri di cell entro la fine della stagione avrai
uno 0,0003% di possibilità di trovare la donna
della tua vita! Orsù reffati!
SAGITTARIO
-studio: secondo l’antica conoscenza tutti i nati
sotto il segno del sagittario hanno una mira infallibile con l’arco e le frecce, ora che sei a conoscenza di questo tuo lato le stelle ti invitano ad
approfittane per applicarlo nella vita scolastica,
non so come ma so che puoi farcela, perché le
stelle hanno fede in te!
VERGINE
-studio: per tutto l’anno l’influsso negativo delle
costellazioni avversarie non ti darà pace, sentirai
come un fischio nelle orecchie che non ti permetterà di studiare, ma non preoccuparti a giugno le
cose cambieranno e potrai dimostrare ai prof chi
sei veramente!
-amore per lei:troverai l’uomo della tua vita, è
alto sul metro e ottanta con una folta capigliatura castana, passo sicuro ed elegante e barba non
reperibile, lo riconoscerai grazie alla sua potente
aura mistica
-amore per lei: troverai l’uomo della tua vita, è
sul metro e ottanta con una folta capigliatura
castana, voce suadente e riappacificante e barba
non reperibile, lo riconoscerai grazie alla sua potente aura mistica
-amore per lui: una vecchia fiamma ricomparirà
dal tuo passato è alto di colore e con molti centimetri di simpatia, approfittane forse è l’occasione che aspettavi da tempo.
-amore per lui: se hai già la ragazza la perderai,
se non hai la ragazza la troverai, se troverai la
ragazza lei troverà il suo ex, se trovi il suo ex e
questo ci sta, allora troverai la felicità!
CAPRICORNO
-studio: mercurio sta entrando nel vostro segno
e vi invita a passare di più i compiti ai vostri
compagni di classe, anche quando la cosa vi
sembrerà impossibile non abbiate paura i prof
apprezzeranno il vostro ingegno (sembrano cattivi ma le stelle assicurano che è solo una mancanza di affetto)
BILANCIA
-studio: le persone della bilancia sono caratterizzate da un forte equilibrio interiore e dalla capacità di distinguere un chilo di paglia da un chilo
di piombo, diffida quindi dei voti alti e di quelli
bassi, ricorda che le stelle dicono: “la perfezione
sta’ nel mezzo”, quindi sbrigati ad abbassare la
tua media a 6!
-amore per lei: troverai l’uomo della tua vita, è
alto sul metro e ottanta con una folta capigliatura castana, di animo profondo e barba non reperibile, lo riconoscerai grazie alla sua potente aura mistica
-amore per lei:troverai l’uomo della tua vita, è
alto sul metro e ottanta con una folta capigliatura castana, sguardo da bambino e barba non
reperibile, lo riconoscerai grazie alla sua potente
aura mistica
-amore per lui: l’influsso di saturno ti porta a
marcare eccessivamente il tuo territorio, ciò potrebbe portarti all’ossessione e alla gelosia, l’oroscopo ti invita ad essere più permissivo con la
tua dolce metà, a fidarti di lei e non preoccuparti
se frequenta un ragazzo alto sul metro e ottanta
con una folta capigliatura castana…
-amore per lui: per il segno della bilancia quest’anno è pieno di insidie e di trappole, quindi segui il consiglio dell’oroscopo, se devi metterti insieme ad una, fallo dopo san Valentino, così risparmi un regalo (Giulius docet)
ACQUARIO
-studio: tutto scorre liscio come l’olio, sembra
SCORPIONE
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che nulla cambierà la vostra routine ma qualcosa sta cambiando in voi, infatti con il bombardamento di radiazioni cosmicissime provenienti da
saturno, sentite come il bisogno di sfogarvi; picchiate pure il primo che passa per il corridoio, il
vostro migliore amico o il vostro prof di italiano,
le stelle assicurano, che capiranno i vostri sentimenti e non reagiranno alle vostre violenze
(provare per credere), per questo infatti vi saranno alzati i voti!
PESCI
-studio: avete appena smesso di studiare e gia
volete ricominciare? Pazzi! La conformazione del
cielo è evidente: se un amico vi chiederà di suonare con lui perchè ha appena imparato a suonare “under the bridge” dei red hot chili peppers
non rifiutate il suo invito e rinunciate allo studio
piuttosto, altrimenti il lato oscuro degli astri vi
costringerà a traslocare!
-amore per lei: troverai l’uomo della tua vita,è
alto sul metro e ottanta con una folta capigliatura castana, espressione sorniona e barba non
reperibile, lo riconoscerai grazie alla sua potente
aura mistica
-amore per lei: troverai l’uomo della tua vita, è
alto sul metro e ottanta con una folta capigliatura castana, raffinatezza del linguaggio e barba
non reperibile, lo riconoscerai grazie alla sua potente aura mistica
-amore per lui: uffa, che palle sono stanco di
sparare c…ehm…ehm.. consultare il cielo… tuttavia cercherò di fare un ultimo sforzo, vediamo
cosa dicono le stelle…uhm… bè ma è evidente:
TAGLIATI I CAPELLI E VAI A LAVORARE!
-amore per lui: urano è entrato nella vostra costellazione e vi invita a smetterla con le timidezze
e a sfoderare il vostro potenziale e la vostra attrezzatura. Abbigliamento consigliato: impermeabile grigio.
Ora che la coscienza intrinseca alle cose si è rivelata per mezzo di me illuminando il vostro cammino io mi
ritiro: che la forza sia con voi…
Adios amigos.
Crunch
5ª A: I PROFESSORI IN FILASTROCCA
Una prof dal nome ignoto va cantando:
“Son Bella io, come mi ha fatto il buon Dio!
Non di fisico, ma di mente
Come la Furlan dice così sapiente!”
Flego invece dall’angolo suo insinua sempre:
“I De Conti qui non tornano per niente!”
Forse, avranno preso lo Scuola-Bis
Con fermata Via di Nello,
dove Paggi nei paraggi urla e grida:
“Lazzaroni…chi la Fava l’aspetti!!!!!”
Firmato: LACCAL
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