LA PSICOGENEALOGIA APPLICATA

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LA PSICOGENEALOGIA APPLICATA
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a s t i l l o
psicogenealogia
a pp l i c a t a
Come una saga possa nasconderne un’altra
Della stessa autrice:
La Symbolique des prénoms, Éditions Quintessence, 2003.
Le Grand livre de la psychogénéalogie, Éditions Quintessence, 2006.
Traduzione dal francese di Paola Artero
Titolo originale: La Psychogénéalogie appliquée, Éditions Quintessence, 2006
.
© 2009 — Edizioni Quintessence
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Tel. (+33) 04 42 18 90 94 — Fax (+33) 04 42 18 90 99
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Proprietà letteraria Quintessence riservata.
I S B N 978-2-35805-104-0
p r e m e ss a
Dedico questo libro ad
Aurélia, la più grande
e ad Orane, la più piccola,
le mie care figlie.
Le relazioni tra gli uomini e le donne, non è proprio lì che si trova
il senso della ricerca genealogica? La magia dell’incontro amoroso ha
un effetto cicatrizzante sulle ferite antiche ed opera un rinnovamento
della linfa interna, preannunciando l’impegno che si assumono due
esseri a fare un tutt’uno, a produrre una coppia ideale.
Attraverso la scelta delle affinità, la rete della parentela s’ingrandisce, l’albero si nutre, arricchito da nuovi apporti. A loro volta, i
figli nati grazie a questa coppia procreeranno, prolungando così le
ramificazioni genealogiche: rami, fronde, fogliame, che rispondono
alle aspettative del lignaggio rispetto ai ruoli di ognuno. Il patrimonio
viene trasmesso anche se un ramo celibe lo interrompe. Per illustrare
il mio discorso, vorrei qui evocare una storia greca, l’amore tra
Filemone e Bauci. In una regione di montagna, vi erano due alberi,
una quercia ed un tiglio; erano ammirati da tutti i passanti, essendo
sorti da un unico tronco. All’origine, gli dei dell’Olimpo Giove e
Mercurio decisero di fare un giro in Frigia per mettere alla prova
l’ospitalità di questo popolo. Camuffati da viaggiatori vagabondi,
vennero respinti, finché alla fine una porta si aprì: quella di una
semplice capanna. Due anziani vi vivevano in perfetto amore da
lungo tempo, anime talmente buone e generose che accolsero calorosamente quei due “poveracci”. Per ringraziarli della loro apertura
di cuore e della loro oblatività, gli dei li invitarono ad esprimere un
desiderio.
l a p si c o g e n e a l o g i a a p p l i c a t a
Filemone e Bauci si augurarono di morire insieme, così come
avevano vissuto. E gli dei esaudirono il loro desiderio più caro. La
mitologia greca ci insegna che morire insieme significa mescolare
due essenze in un unico tronco; il rispetto delle differenze si armonizza grazie all’amore. Noi ereditiamo dagli antenati le radici, a
partire dalle quali gli stili di vita variano all’infinito.
Quest’opera è rivolta a tutti, ai fedeli ascoltatori che partecipano
alle mie conferenze, ai miei pazienti da cui traggo materiale per la
scrittura. Non voglio farne un’opera erudita: i concetti espressi a
parole hanno lo scopo di migliorare la comprensione delle famiglie.
Dedico questo libro, dal più profondo del cuore, alle mie famiglie,
al mio paese d’origine, la Spagna, al mio paese natale, l’Algeria,
al mio paese d’adozione, la Francia, alla mia isola di elezione, la
Riunione. Su queste terre sono cresciuta, ho corso, camminato,
respirato. I miei luoghi di vita nutrono il mio immaginario, danno
nuovo slancio alla mia anima nomade. Possa tale forza creatrice
giungere fino a voi, miei futuri lettori, attraverso questa ricerca di
sé che è la psicogenealogia.
AVVERTIMENTO AI LETTORI
Quest’opera è stata scritta in francese. Al lettore lasciamo
la scelta della trasposizione analogica di nomi, fatti e luoghi
citati inerenti alla Francia.
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in t r o d u z i o n e
I diversi capitoli che compongono quest’opera trattano alcuni temi
senza esaurirne il contenuto. L’intenzione è quella di presentare un
metodo nella sua applicazione, in cui le ipotesi, espresse a partire
da osservazioni, abbiano potuto essere verificate nel corso di sedute
individuali con il lavoro di elaborazione dell’albero genealogico, o in
gruppo, durante atelier e seminari. Inizialmente, l’approccio è teorico
rispetto ai concetti in opera; poi da cognitivo diventa sperimentale
e pone al centro della ricerca il senso della nostra storia. Laddove
la memoria verbalizzata viene a mancare, il simbolo stabilisce delle
equivalenze, apre la via a prospettive tutte nuove.
Proprio come le liane tropicali erte sopra al fiume per collegare
tra loro due rive inaccessibili e molto distanti tra loro, secondo
l’espressione di Groddeck, ne l’Etre humain comme symbole 1,
come le “vie dell’Es”, le traversate dell’inconscio familiare si rivelano
sorprendenti; se le percorriamo con passo sicuro ed abile, esse
conducono all’altra sponda.
La psicogenealogia esplora un campo di ricerca appassionante,
le sue ipotesi rappresentano dei semi germogliati, pronti per essere
seminati. L’interpretazione dei dati si rivela promettente e rimette
in questione certe idee fasulle e certe rappresentazioni personali
o collettive sulla famiglia. Tentare una classificazione mi appare
un’impresa riduttiva, rispetto al terreno d’indagine che si offre alla
riflessione. Lo spazio ed il tempo restano aperti, possibili ricettacoli di informazioni ricevute, offerte, trovate attraverso il grafismo
dell’albero in tutti i suoi aspetti. L’effetto specchio è tale da rinviare
le immagini d’un altro tempo. La coppia fondatrice, la più lontana
coppia alla quale sia possibile risalire, influenza con una esattezza
sconcertante il nostro percorso, età per età, anno per anno, nome
1. Titolo originale: Der Mensch als Symbol. (Tutte le note sono del traduttore).
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per nome, sentimento per sentimento. La somiglianza tra gli avvenimenti importanti desta l’interesse della nostra razionalità e, alla fine,
il pensiero è costretto a capitolare dinnanzi a tante prove intime,
raffronti giusti, coincidenze apparentemente fortuite. La vocina
chiede: “Sei tu?”, e si sente rispondere: “Sì, sono io”. L’approccio
psicogenealogico celebra l’avvenuto ritrovo con gli antichi.
L’etimologia insegna che le parole genesi, generazione, genere
costituiscono, stando a Groddeck, una filiazione linguistica con
ginocchio, poichè l’articolazione permette all’uomo di stare in posizione eretta; la nascita evoca la rinascita per la parentela con gnosi
e conoscenza. L’albero genealogico rappresenta il supporto indispensabile per tenere unita tutta una famiglia. Grazie ad un processo
dialettico, il concepimento di un bambino autorizza un altro membro
del clan a morire; per effetto della generazione, la morte genera la
vita, la vita si conclude con la morte. La psicogenealogia fornisce
la chiave dell’anima e con essa i particolari intorno alle affinità, il
ruolo delle combinazioni affettive, la decodificazione delle relazioni
interpersonali, i conflitti tra i sessi, la composizione dei lignaggi, la
struttura del clan.
Attraverso lo studio dell’affinità, i legami transgenerazionali che
vengono messi in luce forniscono un’informazione essenziale sulla
dinamica propria ad ogni albero genealogico. Lo studio conduce
in profondità, ognuno nel proprio “teatrino interiore” e rivela i
progetti che hanno presieduto al concepimento, i diversi programmi
e scenari di vita.
Tra gli antenati, coloro che guidano le nostre scelte devono tenersi
forte, poiché l’attivazione transgenerazionale suscita stupefacenti
cambiamenti di posizione lungo i diversi rami. Taluni non si raccapezzano più, cadono dal loro piedistallo sacro e vengono detronizzati dall’incerta posizione che occupavano, o muoiono; talaltri
si risollevano dal loro statuto di vittime, i malati guariscono dai loro
mali, dalle loro follie, da sintomi e patologie varie. I membri esclusi,
defraudati, rifiutati riallacciano i rapporti con la propria famiglia,
coloro che sono condannati al fallimento cominciano ad avere
successo, persone affettivamente dipendenti trovano la soluzione
che permette loro di separarsi, altre unioni sono finalmente possibili
senza strazio, né abbandono. Le coppie sterili, dopo vani tentativi,
fanno dei figli mentre altri trionfano negli affari, laddove penavano
senza nessuna prospettiva per il futuro.
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in t r o d u z i o n e
Se l’approccio sistemico ha il merito di riscontrare le influenze
intra-familiari, la psicogenealogia le conferma, definendole allo
stesso tempo in maniera più precisa tramite un lavoro che copre
diverse generazioni, diversi secoli. L’albero si muove e indubbiamente ciascuno vi ha il proprio posto, contro venti, tempeste e
maree. La decodificazione del posto giusto, la posizione migliore
dal punto di vista reale e simbolico, accorda all’uomo avveduto il
beneficio di crescere e svilupparsi liberamente.
L’ipotesi dell’inconscio familiare aiuta a cogliere il senso delle
trasmissioni, delle ripetizioni, della bilancia dei conti di famiglia e
fonda la ricerca pratica. Collegati come siamo ai nostri antenati
dalla lealtà invisibile, come fare per giungere sull’altra sponda, là
dove inizia la nostra vera vita? Così come le radici della lingua
corrispondono a problematiche tanto specifiche quanto comuni
ad ogni famiglia, la psicogenealogia dimostra di essere un metodo
eccellente per la conoscenza di se stessi, per il superamento degli
ostacoli, la liberazione immediata degli affetti, la creazione.
“L’essere umano non ha età;
può risalire sino all’esistenza
dei suoi genitori e dei suoi nonni …”
(G. G r o d d e c k , 1916)
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Le
tre sequenze
Il mio metodo si fonda su tre sequenze della storia familiare. La
prima sequenza si basa sull’elaborazione del genosociogramma,
albero genealogico commentato; questo approccio trae spunto dall’apporto culturale e grafico dell’antropologia della parentela e, nei
suoi aspetti clinici, dalle ricerche di Anne Ancelin Schützenberger.
La seconda sequenza s’inserisce in un percorso d’ascolto intorno
alla parola, a ciò che viene detto, non detto, al silenzio, ai segni
del linguaggio corporeo. La terza sequenza si basa sul risentito 2
provato nel corso delle sedute, mano a mano che l’albero prende
forma e che l’analisi mette in luce delle corrispondenze significanti,
delle sincronicità. Quando il lavoro di presa di coscienza scritto,
parlato, provato, si trova ad un punto avanzato, mi volgo alla risoluzione simbolica dell’albero; il consultante attinge alla fonte della sua
creatività il potere di trasmutazione, la propria capacità di superare
gli ostacoli.
Il
genosociogramma
L’albero genealogico è un documento tangibile in cui, in base a
regole cronologiche ed informazioni conservate nella memoria, si
inserisce la costellazione familiare. In seguito, viene completato da
fruttuose ricerche e dallo studio del contesto storico, economico e
sociale. Le caratteristiche di base che compongono il genosociogramma sono le seguenti:
La scheda d’identità e la zona geografica: Cognomi, Nomi, Date,
Luoghi, Età.
2. Dal francese ressenti.
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l a p si c o g e n e a l o g i a a p p l i c a t a
La rievocazione degli avvenimenti della vita:
1.Incontro:
•Circostanze dell’incontro, inizio della storia d’amore.
•Problematica comune da scoprire.
2.Coppia e scelta d’affinità:
•Matrimonio, Secondo Matrimonio e successivi.
•Separazione, Divorzio.
3.Composizione della famiglia:
•Concepimento, Nascita.
•Numero di figli.
•Distanza tra concepimenti o nascite.
•Chi vive sotto lo stesso tetto?
4.Filiazione e fratria:
•Rango nella fratria o ordine di arrivo rispetto alla data di
nascita.
•Ruoli parentali.
•Separazioni, compresa custodia dei figli, bambini dati in
affidamento, bambini abbandonati.
•Figli unici.
5.Padrino, madrina:
•Identità, ruolo, influenza.
6.Mestieri:
•Ambito sociale.
•Formazione iniziale, studi.
•Cambiamento di professione voluto o rovescio di fortuna.
•Savoir-faire e competenze.
7.Denaro, beni e eredità:
•Atteggiamento nei confronti del denaro.
•Perdita o acquisizione di beni.
•Eredità, perdita di eredità, processi e conflitti
intrafamiliari.
8.Malattie:
•Importanti, ripetute.
•Operazioni, cure.
•Conseguenze per l’entourage e benefici per il malato.
•Internamenti, malattie mentali, segreti.
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9.Incidenti e traumi, comprese le ferite di guerra:
•Cause, circostanze, danni fisici, handicap, effetti
sull’entourage.
•Situazioni di detenzione, condizioni di prigionia e ritorno
alla normalità.
10.Morti:
•Cause del decesso, età, conseguenze per la famiglia e cerchia delle persone coinvolte nel lutto.
•Elaborazione del lutto, risoluzione o meno, effetti a lungo
termine.
•Casi di suicidio: contesto, mezzi messi in opera, problematica specifica.
11.Traslochi:
•Cambiamento di domicilio per scelta o obbligo.
•Residenze, indirizzi successivi.
•Obbligo o scelta professionale.
12.Spostamenti:
•Dell’intera famiglia, di uno o più componenti.
•Durata, ragioni, conseguenze.
13.Migrazioni:
•Definire il progetto migratorio.
•Paese d’origine e paese di destinazione, cause ed effetti
della migrazione.
•Situazione degli immigrati, condizioni materiali ed affettive
dell’integrazione.
14.Fatti di guerra e politica francese:
•La Comune (1870), perdita dell’Alsazia-Lorena con conseguenti migrazioni nell’Africa Settentrionale (1871), Prima Guerra Mondiale (1914-18 3), Genocidio degli armeni
(1915), Guerra di Spagna (1936), Seconda Guerra Mondiale (1939-45), Guerra d’Indocina (1946-56), Guerra d’Algeria (1956-62).
Partendo da questi dati, il consultante riflette sulla natura dei
legami affettivi che sono in gioco nell’albero, ne deduce i collega3. Ricordiamo che in Francia il conflitto si dichiarò già nell’agosto del 1914.
Per comodità, ci atterremo a questo riferimento anche nel resto del libro.
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menti rispetto a legami o rotture familiari, lealtà invisibili, messaggi
trasmessi, nascosti, velati.
Lo studio genealogico facilita la memorizzazione dei dati e la loro
interpretazione. L’interesse dello schema sta nella sua proiezione
della storia familiare; il documento iniziale potrà successivamente
essere rimodellato, dopo un’indagine in Comune, negli archivi provinciali o nei registri parrocchiali. Il consultante riprende possesso
delle sue radici, ne è depositario, ne possiede i titoli, può condividere la sua esperienza con i suoi cari. I “pappagalli”, vale a dire le
persone che detengono l’informazione, saranno lieti di riferire le
confidenze legate ai segreti di famiglia. Quando si pongono le buone
domande al momento giusto, si trova sempre una persona-risorsa,
degli indizi o delle tracce materiali, come oggetti, gioielli, mobili,
lettere, conservati al momento delle successioni. Parecchi fatti di
memoria ingarbugliati (in-garbuglio, intrigo) non resistono ad una
domanda diretta posta con chiarezza, per telefono, o ad una visita
imprevista durante la quale le lingue sciolgono i giuramenti prestati
un tempo. Quando la morte si avvicina, il tempo è contato e vengono rivelate delle informazioni essenziali che non ci si aspettava
più di poter avere.
D e c o di f i c a z i o n e
d e g li a n t e n a t i
attraverso le nostre parole
È tracciando il genosociogramma che si costruisce l’analisi, si
elabora il commento e la memoria ritorna. Per questo, è necessario
prevedere un momento di riposo, un tempo di maturazione e di
distacco. La parola del consultante esprime preziose informazioni
riguardo all’inconscio familiare; occorre stare attenti all’intonazione
della voce, al mormorio, al trasalimento del viso, alla reazione corporea. Chi è che parla? Si può allora riconoscere un avo, un anziano,
dietro le parole che vengono pronunciate; le frasi fatte esprimono
i sentimenti rimossi, i risentiti serbati in fondo al cuore. Le parole
esprimono un contenuto, stanno a testimoniare il vissuto soggettivo
degli antenati; una frase ripetuta fa luce in maniera sorprendente su
un nodo genealogico. Il consultante possiede l’informazione senza
poterla decodificare: quel che gli manca è il software di traduzione
capace di fargliene capire il senso, la sofferenza in essa contenuta.
Il psicogenealogista, terapeuta dell’anima degli antenati, entra nel14
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l’energia di vita e di morte dei personaggi dell’albero. Questo tipo
di ascolto si differenzia da quello dell’analisi o della terapia, essendo
volto piuttosto alla trasmissione transgenerazionale.
Il
risentito
Il risentito si prova a livello inconscio, è profondo e lascia delle
tracce sul piano fisico. L’emozione tocca il cuore, la presa di
coscienza attraversa gli strati dell’intelletto, il risentito, lui, è un’impregnazione. Il peso della memoria genealogica viene trasmesso
al momento del concepimento del bambino, quando ha luogo il
progetto parentale, improntato dal desiderio degli antenati di veder
realizzate le loro aspettative. Certo, il risentito può evocare la storia
personale del paziente, ma l’originalità della psicogenealogia sta nel
risalire indietro nel tempo alla ricerca delle sue cause passate. La
cronologia ci aiuta a ritrovare l’eziologia degli avvenimenti, al di là di
papà, mamma, mia sorella, mio fratello ed io. Il risentito, come un
sasso buttato nell’acqua, genera dei cerchi concentrici da decifrare.
Mettersi in contatto col proprio risentito equivale a cogliere il senso
che si cela dietro alle apparenze, permette di liberarsi dalle influenze
negative e di fondare la storicità del soggetto, la sua capacità di
crearsi nuovi punti di riferimento, per essere co-autore della propria
vita nel movimento della Storia.
Il
r i c o r s o a l s i m b o li s m o
Secondo la definizione greca, il simbolo è un segno di riconoscimento. Jung, eminente ricercatore, introduce ne L’uomo e i suoi
simboli la nozione di trascendenza: una parola o un’immagine
diventano simboliche dal momento in cui vanno al di là del senso
letterale, evidente, immediato, per significare qualcosa di più dell’apparenza, ovvero la profondità del senso. Entrare nell’albero vuol dire
poter interpretare le cose nascoste, tirarle fuori dall’oblio. Il simbolo
ha una funzione liberatoria e parla là dove la situazione è bloccata.
La rivelazione del senso si definisce ermeneutica. Il simbolo apre
la porta dei segreti di famiglia, rende visibile l’invisibile, riunisce dei
fili sparpagliati, rivela delle sincronicità, traccia delle sintesi. Gérard
de Nerval scrive nel suo bel libro Aurélia: “Non potei penetrare
senza fremere quelle porte d’avorio e di corno che ci separano
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l a p si c o g e n e a l o g i a a p p l i c a t a
dal mondo invisibile”. Il metodo simbolico penetra la psiche, luce
di vita.
Il simbolo, via d’accesso privilegiata all’inconscio familiare, ci
consegna le chiavi mancanti, solleva il velo del silenzio, dei mal
detti, della paralisi. Il rancore significa ridammi il mio cuore 4.
In un tempo al di là del tempo, il meta-tempo, tutto è possibile.
Il simbolo ci offre la mappa delle nostre radici; la scoperta delle
coincidenze significative fornisce le prove tanto attese, come un
ponte sull’inconscio, là dove quest’ultimo segue una logica propria,
dove l’individuo è determinato da ciò che precede, legato al proprio
passato. La psicogenealogia si ispira al principio di causalità secondo
il quale ogni effetto proviene da una causa, la ricerca delle cause
originarie cancella gli effetti negativi della catena familiare.
4. In francese mal dits, quasi omofono di maladie (malattia) che l’autrice mette tra
parentesi nel testo originale e rancœur, come rends-cœur.
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capitolo i
Coppia
in accor do o
di s a c c o r d o ?
Dove la scelta del coniuge
è ispirata da ciò che precede!
In psicogenealogia, la scelta del coniuge non si stabilisce in base
ad una preferenza individuale, ma piuttosto in relazione alle storie
di coppia, di filiazione ed alle identificazioni anteriori. Nelle favole, il
destino di un ragazzo è di diventare un eroe e quello di una ragazza
di trovare marito; diremo allora che gli eroi e le eroine sono i nostri
antenati, i nostri avi, e che senza saperlo noi riproduciamo i loro
schemi maritali, le loro pene di cuore, le loro unioni impossibili.
La data del matrimonio o la data dell’inizio della convivenza nelle
unioni libere non esplicitano abbastanza tali questioni inconsce.
Le circostanze spazio-temporali dell’incontro, la magia di quella
prima intuizione sul seguito degli eventi permettono di captare delle
informazioni inattese. I ruoli giocati nostro malgrado, l’attrazione
provata nei confronti del futuro coniuge, lo scenario al quale gli
faremo prendere parte, procedono dalla nozione di determinismo.
L’obbedienza alle aspettative degli anziani dirige la scelta del partner,
la durata dell’unione ed i destini parentali.
La scelta d’affinità implica l’ingresso di nuovi membri che vengono
ad ampliare la rete della parentela. L’associazione di due alberi è in
opposizione, o risponde ad un desiderio di complementarità, o ancora
di somiglianza? L’affinità è definita come la riunione di due famiglie,
apparentemente diverse, talvolta simili. Se si prende coscienza della
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