bulma e vegeta - Il Bazar di Mari

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bulma e vegeta - Il Bazar di Mari
FANFICTION su DRAGON BALL
BULMA E VEGETA
Capitolo unico (conclusa)
Note: NC-18 - Lemon
Autore: Dordor
ATTENZIONE: questa fanfiction tratta argomenti riservati ad un pubblico adulto. Se continui a
leggere, ti prendi la responsabilità di dichiararti con più di 18 anni.
- I personaggi di questa fanfiction sono tutti maggiorenni, e in ogni modo si tratta di un’opera di
finzione che non trova alcun riscontro nella realtà. -
<Oh no! Sono già le otto del mattino!>
Bulma di solito era abituata ad alzarsi un’ ora prima, ma dopo un terribile litigio telefonico con
Yamcha la sera prima si sentiva veramente a pezzi. Ormai non ricordava più da quanti anni stessero
insieme e per tutto questo tempo la maggior parte delle ore le trascorrevano a litigare. Ormai La
ragazza era diventata abbastanza adulta da rendersi conto di voler avere anche lei una famiglia
normale, quella famiglia serena e felice che invidiava tanto alla sua amica Chichi… E fu proprio
questo l’ argomento del dibattito telefonico la sera prima con Yamcha: egli non intendeva
assolutamente metter su famiglia; in effetti il ragazzo, dopo essere stato morto tutto quel tempo,
aveva un’ infinita voglia di godersi la vita in pieno e non aveva la minima intenzione di sposarsi ed
avere figli!
Bulma tutta frastornata dal sonno e dal terribile dolore che incombeva sulla sua testa si recò nel
bagno; in seguito si recò in cucina per fare colazione, anche se non aveva molta fame. Proprio lì si
ricordò del suo coinquilino che ormai faceva compagnia a lei e ai suoi genitori da quasi un anno:
Vegeta. Il Sayan, infatti, lasciava ogni mattina le sue tracce che consistevano in briciole sparse
dappertutto, latte che rendeva appiccicoso il tavolo e zucchero per la quale le formiche ogni mattina
facevano festa. Bulma non ci faceva molto caso di solito, ma quella giornata cominciò già
malissimo: era veramente nervosa… nervosa e confusa. All’ improvviso si udì una voce: <Tesoro!
Finalmente ti sei alzata!>. Era la signora Brief con l’ annaffiatoio tra le mani: <Guarda che sono
solo le otto del mattino, mamma… piuttosto, è anomalo il fatto che io mi alzi sempre alle sette di
mattina, no?>, rispose Bulma col suo inconfondibile tono di voce. I suoi amici ormai la
conoscevano bene, soprattutto Crilin: quando Bulma era nervosa poteva diventare anche più
irascibile e pericolosa dei sayan! La madre capì tutto: < Oh, oh, oh! Allora era con Yamcha che
parlavi ieri sera a telefono! Dai, bambina mia, vedrai che come al solito le cose si aggiusteranno!>.
La signora Brief adorava Yamcha, anche se spesso faceva soffrire sua figlia. Bulma si voltò verso la
porta rinunciando a fare colazione: <Io esco un po’. Faccio un po’ di compere, così mi distraggo…
dì a papà che oggi non lavorerò, non mi sento tanto bene…>. Proprio in quel momento si accorse
che la sua gamba era coperta di formiche: <Aaaaah! Io prima o poi lo sbatto fuori quel Vegeta! Mi
ha veramente rotto!>.
Quando uscì ripensò a ciò che aveva detto sul sayan: però in fondo Vegeta non aveva mai dato così
tanto fastidio, a parte quando chiedeva del cibo. Non era amante del dialogo, anzi! Per spronarlo a
parlare, a volte, Bulma si ritrovava a parlare da sola e solo dopo si rendeva conto che i suoi sforzi
erano quasi inutili! Però sentiva di avere pazienza con lui… forse proprio perché non si vedeva e
non si sentiva non dava alcun fastidio, però quando c’ era la sua aristocratica presenza si avvertiva.
Inoltre era evidente il fatto che Vegeta non sopportasse la presenza di Yamcha; una volta le disse
che gli sembrava un essere talmente inutile che quando lo vedeva gli veniva voglia di dare di
stomaco. A quel punto a Bulma scappò un sorrisetto immaginandosi la scena…
La ragazza si ritrovò davanti ad una vetrinetta piena zeppa di oro e pietre preziose. C’ era di tutto:
bracciali, set di orecchini e collane d’ oro bianco, anelli tempestati di topazi e zaffiri… sullo
scaffale inferiore, in un angolino, si accorse di una particolare coppia di anelli d’ oro giallo: si
trattava delle famose fedi del matrimonio. <Tsk! Yamcha non mi ha mai neanche fatto l’anello di
fidanzamento… figuriamoci se mi chiedesse di sposarlo.>
Bulma prese la metropolitana; non aveva affatto voglia di tornare a casa, nemmeno per il pranzo.
Decise, così, di voler passare una giornata sola con se stessa e pensare a prendere una decisione su
un fatidico dubbio che la assillava ormai da qualche mese: lasciare o no Yamcha.
Questa era un decisione molto importante da prendere; non riusciva a scegliere tra la sicurezza di un
ragazzo che le stava accanto ormai da anni e la consapevolezza di essere una bella ragazza e trovare
facilmente la vera persona che faceva per lei… e che fosse anche disposta a metter su famiglia! Da
qualche tempo c’ era un’ altra persona presente nei suoi pensieri: Vegeta. Ormai era quasi un anno
che viveva nella Capsule Corp. ed ogni giorno rimaneva affascinata dal bel Sayan: a parte il suo
carattere e le sue idee, Bulma trovava il suo sguardo talmente sexy… capitava spesso, infatti, che
quando cercava di parlare a Vegeta, si perdesse nei suoi occhi neri… il tipico fascino del mistero!
Anche se pure loro a volte litigavano, però Bulma pensava al ragazzo in maniera quasi assidua.
Dopo essersi recata dall’ altra parte della città, e dopo aver mangiato ad un fast food, Bulma decise
di tornare a casa: alla fine non aveva comprato niente, ma forse aveva riflettuto troppo… a volte
riflettere non porta a nulla, ma il caso volle che la ragazza si trovasse di fronte ad una scena
orripilante: una bellissima ragazza mora, con un bellissimo abitino rosso di seta, si avvinghiava
sensualmente ad un ragazzo alto e moro proprio come lei; dopo che i due finirono di darsi un bacio
ammiccante, Bulma si accorse che dietro quel vestitino rosso c’ era… c’ era Yamcha..!
Erano le sei del pomeriggio. Bulma rincasò e si accorse che anche Vegeta era tornato a quell’ ora;
infatti se lo ritrovò davanti perché la cercava:
<Finalmente… forza, preparami da mangiare.>. Bulma non sapeva quale fosse stata la reazione del
principe dei Sayan se gli avesse risposto di no; in effetti aveva sempre un po’ paura di lui,
soprattutto se lo avesse contraddetto, ma non aveva assolutamente voglia di cucinargli in quel
momento. Cercando di trattenere la collera che conteneva il suo cuore gli rispose: <Per oggi non ci
dovrebbe essere niente, a parte degli ottimi sandwich nel forno… serviti da solo.>. Vegeta la guardò
un po’ seccato, ma dopo un po’ le voltò le spalle e si recò in cucina: chissà, forse si era accorto che
Bulma non era la “Bulma” che conosceva, quella che dal momento in cui la trovi allegra e brillante
può mutarsi in una iena isterica, ma mai una via di mezzo come in quel momento. La ragazza lo
vide allontanarsi: la sua schiena era coperta da vecchie cicatrici e nuove ferite; si vede che l’
allenamento dev’ essere stato molto duro.
Proprio in quel momento alle spalle di Bulma suonarono alla porta; quando Bulma andò ad aprire il
cuore le salì in gola e il suo stomaco si contorse dalla rabbia: era Yamcha. Perché era lì? Forse
aveva appena finito di divertirsi con la moretta ed ora era corso da lei per continuare il suo
divertimento?
<Bulma… dobbiamo parlare.>
<Tsk! Parlare? Non credo proprio…>
<Ascoltami! Cosa ci facevi oggi in periferia?>
<Ah… allora ti sei accorto di me oggi? Yamcha… io…>
<Bulma, posso spiegare!>
<… cosa?>
<Dai, non fare così!>
<Ma che vuoi? Ma che dici? Ma ti… ti rendo conto o no?>
<Ti ripeto che posso spiegare! Non era come sembrava… sto per ottenere un nuovo lavoro, e…>
<E lo vuoi ottenere slinguazzando una bella ragazza? Mi fai SCHIFO!>
<…>
<… sei proprio uno stronzo, Yamcha! Ringrazia Dio che io ti stia rivolgendo ancora la parola, ma
sappi che questa è l’ ultima volta, perché non voglio vederti mai più!>
Intanto Vegeta, mentre gustava i suoi sandwich, ascoltava perfettamente le urla della ragazza e
capiva benissimo cosa stava accadendo. <Tsk!>
<Mi fai spiegare o no? Ma allora sei proprio una bambina!>
<IO sarei la bambina? Io che volevo sposare te sono una bambina e tu che invece volevi goderti la
vita sei l’ uomo maturo? Rispondi!>
<Forse tu non l’ hai ancora capito che da quando sono resuscitato io voglio, anzi, io ho il DIRITTO
di vivere la mia vita così come mi pare e piace!>
<Ma da come ho visto la stai già vivendo a pieno, mio caro! Però almeno potevi avvertire le
persone che ti stanno attorno, soprattutto una povera idiota che ti sta vicino da più di dieci anni!>
<Ma sentila! Secondo te io non me ne sono accorto che tu te la fai con quel sayan schifoso? Oltre
che a far fuori te vuole far fuori l’ intero pianeta!>
<Almeno lui sa cosa vuole, a differenza di uno stronzo che in questo momento mi sta guardando
negli occhi! E poi… come diavolo ti permetti di dirmi una cosa del genere? Io non faccio la puttana
come la tua amichetta! Io ho sempre cercato di fare l’ onesta con te e…>
Le lacrime non le tratteneva più…
<… e vedo che essere troppo onesti nella vita può far male… molto male!>
<… Bulma, senti…>
<No, no…>
<Bulma, ti prego!>
<No, no e no! Yamcha… è finita… vattene.>
<Ma…>
<VATTENE!!!>
Bulma gli batté la porta in faccia e corse al piano di sopra. Yamcha, da fuori, malediceva tutti per lo
sfortunato evento.
Era passata un’ ora e Bulma ancora non riusciva a smettere di piangere… sentiva che tutto il tempo
che aveva trascorso con Yamcha era stato tutto sprecato, inutile. Aveva buttato i migliori anni della
sua vita con un animale del genere, ma come poteva saperlo?
Le fresche lenzuola sulle quali era stesa erano tutte bagnate dalle sue lacrime, lacrime che
scioglievano anche quel poco di trucco che abbellivano i suoi occhi. All’ improvviso sentì la porta
aprirsi: era Vegeta, a torso nudo e col pantalone del pigiama, si stava rigenerando con una lattina di
Coca Cola; aveva appena finito di fare la doccia.
Quando entrò nella stanza incrociò il tristissimo sguardo di Bulma; le lacrime facevano luccicare i
suoi occhioni blu e la ragazza appena lo vide smise di piangere per qualche secondo. In seguito
Vegeta diresse subito lo sguardo verso la finestra dove vi si recò, continuando a rinfrescarsi con la
bevanda. <Era inevitabile che se ne infischiasse di me… ma chi voglio prendere in giro? Sono solo
un’ idiota…>; pensando quest’ ultima frase i suoi singhiozzi ripresero a susseguirsi e le lacrime
continuarono ad uscire. Vegeta, intanto, continuava a fissare il tramonto e la città che si illuminava
e che si preparava per la notte; vi era un’ arietta così piacevole che il sayan emanò un sospiro che lo
fece sentire subito più rilassato. Fissava il cielo e non vedeva l’ ora che i cyborg comparissero:
aveva una voglia tremenda di sconfiggerli, ma soprattutto in quel periodo era impaziente di
raggiungere il livello di Goku e di diventare finalmente anche lui un super sayan… ma i suoi
pensieri vennero interrotti da uno strillo di Bulma, che intanto continuava a disperarsi. Vegeta non
resistette: <Vuoi stare zitta?>.
Bulma si interruppe immediatamente e sobbalzò impaurita spalancando gli occhi: <Se continui a
piangere non concluderai niente, lo capisci o no?>. Bulma continuava a fissarlo:
<Sei una sciocca se credi di risolvere qualcosa in questo modo… combattere sarebbe la cosa
migliore, ma pare che voi terrestri non sappiate neanche cosa significhi. Stai solo continuando a
scocciarmi!>.
Bulma interpretò la frase in modo positivo; era la prima volta che Vegeta le dava un consiglio;
anche se a modo suo, ma era pur sempre una “specie” di consiglio. Così si ammutolì, continuando a
fissare la sua figura di schiena. <Adesso esci. Sono molto stanco e voglio riposare…>
Bulma improvvisamente si sentì il cuore avvolto da uno strano calore e si calmò; non aveva alcuna
intenzione di uscire.
<Vegeta…>
<?>
<Posso farti una… domanda?>
<…>
<Tu hai mai sofferto nel perdere qualcuno?>
Vegeta la guardò sbalordito.
<Ah, ah, ah, ah! Voi terrestri siete davvero strani! Stai bluffando, vero?>
Bulma infastidita rispose: <No…>
<Ma ti pare che il principe dei sayan soffra per qualcuno? Mettitelo in testa, dolcezza, io sono
spietato. Non mi interessa di niente e di nessuno. Tanto meno di quel topo di fogna del tuo ragazzo
per cui soffri tanto..!>
<…pfff AH, AH, AH, AH!!> Bulma interpretò sarcasticamente la frase come una battuta e non
riuscì a contenere la risata, forse anche un po’ scaturita dal nervosismo. Vegeta se ne accorse, ma
fece finta di nulla. Bulma placò la sua risata, ma non si fermò con Vegeta.
<E dimmi… ti sei mai sentito umiliato, invece?>
<…>
Vegeta si faceva attendere.
<Oggi, per esempio… io sono stata umiliata parecchio…>
Vegeta ancora niente.
<Allora?>
<Ascolta, ti ho già detto che sono molto stanco. Non mi va di parlare di certe cose, ne tanto meno
con te! Ora esci.>
<E dai, Vegeta! Lo sai che sei proprio pesante? Un vero principe non dovrebbe solo parlare per
comandare e offendere! Ma sei proprio impossibile, eh?>
Vegeta si voltò e guardò la ragazza perplesso! Stette un po’ in silenzio, ma riuscì a rispondere alla
sua domanda:
<Kakaroth… la pagherà cara…>
<Eh?>
<Ha osato umiliare me, il principe dei sayan, colui che dev’ essere il più forte dell’ intero
universo!>
Bulma pensò: <Ecco, ci risiamo!>
<Ha osato diventare un super sayan prima di me… ma come si è permesso? Lui è un guerriero di
grado inferiore e non ha neanche il diritto di sorpassare il grande Vegeta! Mi ha umiliato persino
davanti agli occhi di Freezer… non lo perdonerò mai, MAI
Il sayan stringeva la lattina nel pugno talmente forte che la ruppe. Non era la prima volta che Bulma
ascoltava questo discorso da Vegeta, ma cercò di capirlo. Vegeta stette un po’ in silenzio e riprese.
<Mi sto allenando davvero duramente per questa battaglia contro i cyborg. Il ragazzo del futuro ha
detto che sono addirittura più forti di Kakaroth trasformato in super sayan. Perciò se non passo
questo limite, oltre che a non sconfiggere Kakaroth, non riuscirò a sconfiggere nemmeno i cyborg.>
<Bè, in effetti…>
<… Allora? Sei contenta adesso? Per favore, vattene.>
<… e va bene.>
Vegeta buttò la lattina fuori alla finestra, chiuse le ante di vetro e si sedette nello stesso posto dove
poco prima c’ era seduta la ragazza, borbottando fra sé e sé: <Dannazione! Mi ha sporcato tutto il
letto!>
Bulma si sentiva improvvisamente felice… era contentissima del fatto che Vegeta si fosse sfogato
con lei e che l’ avesse aiutata, almeno un pochino, a dimenticare Yamcha! Era stata la prima
persona ad avere una tale fortuna! Lì si rese conto che Vegeta… le piaceva davvero tanto. Non
sapeva perché. Nonostante il ragazzo fosse un essere totalmente spietato e che voleva addirittura
uccidere il suo caro amico Goku, non riusciva a non volergli bene. Ironicamente si rivolse al sayan
con tono allegro: <Sai che ti dico? Non mi importa più un bel niente di quel cafone!>
<…>
<Insomma, abbiamo trascorso davvero molto tempo insieme e buttare questi anni così è davvero
triste, ma alla fine lo ha voluto lui. E poi sono così carina! I maschietti mi correranno sempre
dietro!>
Vegeta a volte non la sopportava: non aveva mai conosciuto una persona così narcisista e
impertinente in vita sua! Però reagiva in modo strano, perché la stava a sentire comunque. Bulma
riprese:
<Sai… capisco il tuo stato d’ animo…>
<Eh?>
<Sei praticamente intrappolato nel tuo orgoglio, ma d’ altronde fa parte della natura di voi sayan;
anche Goku è così a volte! Noi comuni terrestri non possiamo farci proprio niente!>
Vegeta la guardava sbigottito:
<So di non essere nessuno per poterti dire certe cose, ma cerca anche tu di essere coerente con te
stesso: non mi hai appena detto che per ottenere qualcosa bisogna combattere? Bè, effettivamente lo
stai facendo allenandoti ogni giorno… però non pensare troppo al fatto che Goku ti abbia superato
in potenza! Ti turba solamente, e poi tu non sei il tipo che si confida più di tanto, quindi ne soffri
ancora di più…>
Vegeta non poteva crederci! Ma cosa voleva questa all’ improvviso? Si accorse che nella vita mai
nessuno lo aveva confortato in questo modo. Nonostante egli fosse tanto crudele e antipatico con lei
e con gli altri, Bulma capiva i tristi sentimenti di Vegeta… perché anche Vegeta ha dei sentimenti!
Ad un certo punto Bulma si avvicinò a Vegeta e gli poggiò le piccole manine sulle spalle:
<E proprio in proposito, mi raccomando: per qualsiasi sfogo, per qualsiasi confidenza, problema…
per qualsiasi cosa, ricordati che ci sono io! Cerca di fare sempre come hai fatto stasera.>
<…>
<Non avere più timore e non essere più triste, Vegeta… ti prego…>
Bulma lo guardava in un modo talmente dolce che a
Vegeta vennero i brividi. Non riusciva, non poteva crederci.
<Se vuoi… posso colmare io un po’ della tua tristezza…>
<Ma… chi sei, tu..?>
<Io? Bè… una miserabile terrestre!> E gli strizzò un occhiolino.
Vegeta cedette. Il suo istinto cominciava a farsi sentire, non aveva mai avuto una donna al suo
fianco. Fissava i suoi dolcissimi occhi blu con un’ intensità che intanto incantava anche la ragazza:
lo sguardo di Vegeta era tremendamente sexy, con quegli occhi neri così profondi… dagli occhi lo
sguardo passò alle sue labbra dai lineamenti duri, squadrati.
Per la prima volta Vegeta agì senza pensare, seguendo l’ istinto che distingue ogni uomo da ogni
donna: l’ invito della ragazza fu molto esplicito e, molto lentamente, prese tra le mani il morbido
viso di Bulma, lo tirò a sé per poter baciare prima la sua guancia e poi… la sua bocca. Bulma era al
settimo cielo: nello stesso giorno aveva sia perso una persona che trovatone un’ altra, in qualche
modo, migliore.
Le labbra di Vegeta erano proprio come le immaginava e l’ incombere del suo fresco profumo di
doccia nelle sue narici la spinse a buttarsi su di lui. Si baciarono per un po’, poi Vegeta la staccò da
sé e la guardò negli occhi. Improvvisamente arrossì e ciò scaturì un sorriso sul volto di Bulma:
<He, he! Ho fatto arrossire il principe dei sayan..!>.
<Co… cosa?>
La ragazza lo zittì con un dito poggiato sulle labbra e gli baciò il collo. Ormai i due erano stesi, lei
sopra di lui; Vegeta si sentiva veramente bene in sua compagnia e ora che stava cominciando a
baciargli parti erogene come collo e orecchio si stava anche eccitando.
Sentì il bisogno di toglierle quel vestitino rosa che adornava il suo bel corpo. Glielo tolse mentre lei
continuava a baciarlo e dopo la prese: ora era lui che tronava su di lei. Si guardarono un po’ negli
occhi, poi Vegeta si alzò un po’ per poter ammirare meglio il corpo di Bulma, che ormai si trovava
in reggiseno e mutandine. Dopo averlo guardato si rivolse di nuovo ai suoi occhi, le prese una mano
e cominciò a massaggiarla, a odorarla, a baciarla… cosa voleva fare?
Dalla mano Vegeta passò a toccarle e baciarle il braccio e da lì passò al busto. Vegeta voleva
sentirla totalmente sua; stava esplorando quel corpo così sinuoso che non aveva mai avuto modo di
avere… e lo stava esplorando con tutti i cinque sensi: la toccava, la assaggiava, la mirava, la
odorava e, quando arrivò al petto, ebbe modo di ascoltare anche i battiti del suo cuore. Quando
arrivò alle gambe si eccitò molto e Bulma, mentre lo guardava, fremeva dal piacere; era bellissimo
guardarlo mentre agiva in tal modo! Vegeta continuava a scendere verso il lato sinistro, arrivando al
polpaccio e, piano piano, al piedino. Lì si soffermò molto tempo: mentre lo massaggiava e lo
analizzava, improvvisamente gli scappò un sorrisetto malizioso: <Che piede piccolo…>. A Bulma
scappò un sorrisetto; la ragazza era onorata del fatto che lei fosse la prima donna di Vegeta: pensava
di voler essere la prima e l’ ultima. A quel punto il sayan risalì sul corpo della ragazza e si avvicinò
al suo seno, che cominciò a toccare e baciare, provocando l’ eccitazione di entrambi. Bulma
cominciava a gemere dall’ eccitazione: non sembrava affatto la prima volta che Vegeta si
cimentasse in una situazione del genere, anzi! Pensò che forse era anche più esperto di Yamcha!
Vegeta si accorse di avere un’ erezione; a quel punto ebbe una voglia irrefrenabile di andare fino in
fondo, tanto irrefrenabile che… le strappò le mutandine! Bulma esclamò: <A… Ahi!>;
Vegeta si bloccò e la guardò:
<C… che c’ è!?>
<Ehm… potresti essere un po’ più delicato..?> Gli disse Bulma dolcemente.
Gli stampò un altro bacio sulle labbra. <… anch’ io sono molto eccitata, ma troppa aggressività, sai
com’ è…>
<Ma… io ti voglio.>
<…>
Bulma rimase in silenzio un paio di secondi. Poi disse un po’ intimidita: <… slacciami il
reggiseno…>
Vegeta non aveva la minima idea di come si facesse… non sapeva neanche dove mettere le mani.
Bulma lo aiutò a capire e inarcò un po’ la schiena in modo da permettere al sayan di sbottonare i
gancetti dietro. Con le mani Vegeta provò a percepire dove si dovesse sbottonare e dopo che capì
cercò di aprire i gancetti… sfortunatamente il corpo viaggiava a velocità maggiore rispetto alla
mente; il sayan non vedeva l’ ora di possederla ed ora era in seria difficoltà e molto, molto
imbarazzato… stava cominciando ad innervosirsi.
<Ma come diavolo…? Porc..!>
Bulma capì che così avrebbe rovinato l’ atmosfera:
<Hi, hi! Aspetta, ora ti faccio vedere.>
Bulma si alzò, sganciò il reggiseno dietro la schiena e se lo tolse di fronte al volto impietrito di
Vegeta: <Così la prossima volta lo fai tu.>…quei seni erano perfetti. La ragazza, senza dire niente,
si avvinghiò sui suoi pantaloni e glieli abbassò. Ormai entrambi erano completamente nudi e Vegeta
le si scagliò contro. Giocarono per un po’ di tempo con baci e carezze, fino a quando l’ eccitazione
non arrivò al culmine; in quel momento Vegeta la penetrò subito. Lei scivolava molto bene e
riusciva a mantenere un ritmo costante.
Quella sera Vegeta e Bulma fecero l’ amore altre tre volte, una più intensa dell’ altra, e fu proprio
qui che concepirono Trunks. Vegeta pensava a questa possibilità, ma non più di tanto perché era
troppo concentrato a fare del dolcissimo amore con lei; ormai la sentiva veramente parte di sé… la
sua principessa. E Bulma, invece… Bulma ne era perfettamente consapevole e, come ben sappiamo,
non aspettava altro da un bel po’ di tempo.
FINE
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