Utilizzo Cavallo senza Imboccatura

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Utilizzo Cavallo senza Imboccatura
Capitolo 4
Meccanismo d’azione ed effetti della Crossover Bitless Bridle
MECCANISMO D’AZIONE ED EFFETTI DELLA CROSSOVER BITLESS BRIDLE
Un primo accenno ad un sistema di lacci incrociati, può essere riferito ad una capezza dipinta su un
boccale greco datato al V secolo a.C, come mostra la figura 4.1.
FIGURA 4.1. Boccale greco della metà del V secolo a.C., a forma
di testa di mulo che indossa una testiera con cinghie incrociate
dietro al mento (Anderson, 1961).
Già nell’antichità, quindi, era stato ideato un mezzo di controllo, per gli animali domestici, con
forma e meccanismo simile all’attuale Crossover Bitless Bridle.
Nel 1894, McCleod, ideò una briglia in stile Western fatta interamente di corda che si attaccava ai
lati dell’imboccatura, incrociava dietro al mento, girava intorno alla nuca ed infine scorreva
nuovamente ai lati dell’imboccatura, per poi attaccarsi alle redini.
Più tardi, nel 1980, Woodruff, prendendo spunto dall’idea di McCleod, brevettò un’altra briglia,
attualmente ancora in commercio, che portava il nome di “Be Nice Halter”. Essa manteneva il
sistema dei tiranti incrociati dietro al mento, ma non prevedeva l’uso dell’imboccatura, anche
perché fu ideata soprattutto per il lavoro di addestramento alla longe.
FIGURA 4.2. “Be Nice Halter” (www.valleyvet.com).
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La Be Nice Halter si basa su un semplice principio: lavorando per esempio alla corda, quando un
cavallo fa resistenza, viene automaticamente esercitata una pressione sull’intera testa, dalla nuca al
naso, mentre quando si rilassa e non si allontana, la pressione immediatamente diminuisce.
Nel 1988, Edward Allan Buck, ex cowboy ed addestratore di cavalli della California, iniziò la
produzione di una briglia chiamata “Spirit Bridle” che, come la Be Nice Halter, lavora con il
sistema incrociato dietro al mento, non prevede l’uso dell’imboccatura ed inoltre, può essere
utilizzata per qualsiasi tipo di attività, non solo per l’addestramento. La manifattura, infatti, è in
cuoio e non in corda, con cinghie provviste di fibbie, in stile inglese e provvista anche di redini.
FIGURA 4.3. Spirit Bridle (www.canadiantack.com).
FIGURA. 4.4. Dettaglio del montante dell’attacco della testiera
sulla capezzina della SpiriBridle (www.canadiantack.com ).
Buck introdusse, così, la prima vera bitless bridle con sistema di cinghie incrociate, un mezzo di
controllo e di lavoro completamente diverso ed innovativo rispetto agli altri sistemi bitless ad allora
conosciuti.
Questa briglia, elimina definitivamente l’uso dell’imboccatura ma, a differenza della Be Nice halter,
non si limita solo al lavoro alla longia. Buck, inoltre, imputava all’imboccatura molti dei problemi
comportamentali e fisici che mostravano i suoi cavalli ed il suo intento, quindi, fu quello di
introdurre una nuova filosofia di pensiero, l’idea che l’imboccatura poteva non essere il mezzo più
adatto per controllare i cavalli e che si potevano ottenere gli stessi risultati utilizzando anche mezzi
meno coercitivi.
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Robert Cook, Professore Emerito di Chirurgia alla facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università
di Tufts, Massachusetts, dopo anni di studi sugli effetti fisici e comportamentali dell’imboccatura,
volle studiare la briglia di Buck, ritenendolo un finimento molto valido per poter ottenere il
controllo dell’animale e, più importante, preservarne il benessere.
Apportando alcune modifiche alla Spirit Bridle, Cook brevetta , nel 2000, un nuovo prodotto, “The
Bitless Bridle” (The B.B.).
FIGURA 4.5. Ma Io Nò che indossa una
Bitless Bridle in cuoio.
La forma della Bitless Bridle riprende la figura di un otto, due giri formati dalle cinghie, uno dietro
alla nuca ed uno attorno al naso, che si incrociano sotto alla gola, abbracciando così l’intera testa.
FIGURA 4.6. Cochise con Bitless Bridle in cuoio (Foto
dell’autore).
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La B.B., è un sistema di controllo significativamente diverso da altri più noti metodi bitless come
l’hackamore tedesco, il bosal (sistema hackamore western) o il sidepull.
E’ un metodo di comunicazione senza dolore, confortevole come una capezza, ma che permette
efficacemente sia di fermare sia di far girare il cavallo.
L’hackamore tedesco ed il bosal forniscono mezzi più che sufficienti per richiedere una fermata,
ma poco efficaci per le girate; al contrario, il sidepull è meglio indicato per girare, ma poco efficace
per fermare.
La briglia incrociata di Cook permette, invece, di voltare con facilità spingendo leggermente su una
sola metà della testa del cavallo e di fermarlo esercitando una pressione distribuita sull’intera
superficie della testa.
E’costituita principalmente da una testiera, con frontalino passante davanti alle orecchie ed una
nasiera o capezzina, che viene fissata dietro al mento ed è dotata di due anelli laterali. Due cinghie
partono dalla testiera all’altezza del frontalino (corrispondenti alle due cinghie del sottogola delle
testiere tradizionali) ed incrociano ventralmente sotto alla gola, per poi uscire dagli anelli laterali
della nasiera.
Le cinghie incrociate, inoltre, sono dotate d’ulteriori due anelli alla loro estremità, per permettere
l’attacco delle redini.
FIGURA 4.7. Cloudee con Bitless Bridle
(www.bitlessbridle.com).
FIGURA 4.8. Visione laterale e dal basso della
Bitless Bridle.
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FIGURA 4.9. Particolare dell’anello laterale della
capezzina della Bitless Bridle.
FIGURA 4.10. Disegno, con visione dal basso, che
illustra la disposizione delle cinghie incrociate nella
B.B.(Cook, 2003).
La figura 4.10, mostra come sia possibile far girare il cavallo nella direzione desiderata esattamente
nello stesso modo delle briglie tradizionali, ovvero con la trazione sulle redini; quello che cambia è
il risultato di questa forza. Se ad esempio, vogliamo girare a sinistra (vedi freccia gialla di figura
4.10), la tensione sulla redine provocherà una pressione distribuita sull’intero lato opposto della
faccia (vedi frecce rosse di figura 4.10), dalla nuca alla guancia, spostando tutta la testa del cavallo
verso sinistra. Il meccanismo è analogo, ma funzionalmente opposto per la girata a destra.
Attraverso la capezzina, verrà esercitata contemporaneamente, anche una pressione sul naso.
FIGURA 4.11. Veduta laterale della Bitless Bridle (Cook, 2003).
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Il meccanismo d’azione della B.B., agisce facendo girare il cavallo nella direzione desiderata con
una pressione, ovvero spingendolo dal lato opposto, invece che con una trazione sulla bocca. E’ un
metodo, che non provoca dolore e se pensiamo, con le briglie tradizionali, alla differenza tra la
mano leggera di un cavaliere esperto ed alla situazione, molto più frequente, del principiante,
possiamo immaginare che il cavallo sia spesso sottoposto per tutto il tempo del lavoro, ad un forte
dolore alla bocca.
Se, invece, si vuole fermare il cavallo, si esercita una trazione con tutte e due le redini ed il cavallo
sentirà stringere su entrambi i lati della testa; per effetto della capezzina, abbasserà anche la testa.
Dobbiamo ricordare comunque, che l’aiuto delle mani, non deve mai essere l’unico “segnale” che
mandiamo al cavallo nel dare un comando.
La forma della Bitless Bridle è tale per cui, ogni forza di trazione sulle redini, è in realtà ridotta
piuttosto che aumentata, come avviene invece, con imboccature a leve tipo il Weymouth o il
Phelam.
Questo meccanismo si ottiene in due modi: primo, la forza di trazione della redine, è scomposta e
quindi ridotta, dal cambiamento di direzione della cinghia che poi si porta sul lato opposto della
testa; secondo, la stessa forza di trazione sulla redine, diventa una pressione sul lato opposto e si
distribuisce su una larga area della testa, dalla nuca alla guancia, diminuendo così di intensità.
FIGURA 4.12. La B.B. su un Tennessee Walking
Horse (Cook, 2003).
Nella figura 4.12, si può notare come la capezzina rimanga più bassa rispetto a quella delle briglie
tradizionali. Questo perché, per poter aumentare l’area di distribuzione della pressione sulla testa
durante le girate, il braccio di leva tra la nuca ed il naso, deve essere il più lungo possibile.
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Il corretto fissaggio della capezzina è a circa 1” (per i pony) ed a circa 2” ( per cavalli di taglia
grande) dall’angolo della bocca (1” corrisponde a 2,54 cm); queste misure
devono essere
comunque adattate ad ogni cavallo, in quanto dipendono dalla lunghezza della testa del singolo
soggetto. Un altro parametro importante da considerare, per posizionarla in modo corretto, è la
distanza dall’incisura naso-incisiva. Quando viene fatta indossare la testiera, è utile individuare,
tramite la palpazione, questa incisura (vedi figura 4.13) ed il limite tra le strutture ossee del naso e
quelle muscolari e cartilaginee che ne sostengono la parte più craniale.
FIGURA 4.13. Particolare delle ossa nasali e dell’incisura naso-incisiva (Barone, 1996).
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FIGURA 4.14. Muscoli e cartilagini nasali del cavallo (Barone, 1996).
FIGURA 4.15. Disegno illustrante il corretto fissaggio della testiera rispetto al piano anatomico
della testa (Cook, 2004). 1) Cavità nasale. 2) Osso nasale 3) Limite craniale dell’osso nasale. 4)
Limite delle narici. 5) Limite craniale dell’osso incisivo. 6) Punto di contatto tra labbro superiore ed
inferiore. 7) Dente canino nella mandibola inferiore. 8) Foro mentoniero. 9) Cavità orale. 10)
Cinghia della nasiera 11) Cinghie incrociate. 12) Trachea. 13) Entrata del torace a livello della
prima costa. 14) Nasofaringe. 15) Laringe. 16) Vie respiratorie inferiori (Cook, 2004).
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Una volta individuato il confine tra l’osso nasale e la cartilagine, questo verrà considerato come
limite massimo per posizionare la capezzina. Se la posizione fosse più bassa, potrebbe esercitare
una pressione troppo forte sulle narici, determinando, così, un impedimento alla respirazione non
essendo più sostenuta da una base ossea. Una volta posizionata, la fibbia va stretta quanto basta per
non farla scivolare in basso, è opportuno comunque far passare al massimo lo spessore di un dito tra
di esso ed il margine inferiore della mandibola.
La Bitless Bridle può essere utilizzata in tutte le discipline, anche negli attacchi, inoltre, può fungere
anche da capezza se, ai due anelli laterali, al posto delle redini viene attaccata la longhina.
In questo modo, si può lavorare il cavallo anche alla corda.
FIGURA 4.16. Bobo che lavora
alla corda.
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