N° del 21/12/2008 - Diocesi di San Miniato
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N° del 21/12/2008 - Diocesi di San Miniato
Diocesi di San Miniato da La Domenica del 21/12/2008 ________________________________ Santo Natale 2008 Il messaggio natalizio del Vescovo Fausto Un natale all’insegna della crisi, quest’anno. Non verrebbe nemmeno la voglia di farseli gli auguri, tanto è il timore di ripercussioni pesanti sulla nostra vita e su quella delle nostre famiglie. La difficoltà non risparmia nessuno e per le fasce più deboli della popolazione la situazione sta diventando drammatica. Il rischio già certezza per qualcuno di perdere il posto di lavoro, le scarse prospettive di impiego per i giovani che quando va bene sono parcheggiati in un precariato senza futuro, il malcostume dei potenti che continua indisturbato, son tutte cose che fanno pesante questo Natale! Non è giusto, vien da dire, sopratutto perché in gran parte dove ci troviamo è il frutto di scelte scellerate, di ingordi interessi e furberie di ogni tipo da parte di chi non si fa più scrupolo di niente. Il peggio dell’uomo infatti nasce dal suo cuore e matura nella sua testa. Il buio più nero viene dallo sbandamento morale, dalla crisi della coscienza del bene e del male, dal cedere alla tentazione di una vita senza valori, pronta ad ogni compromesso pur di succhiare un po’ di piacere dovunque sia possibile. Da qui, conseguenze negative a non finire che sconquassano la società, fanno soffrire e irrimediabilmente travolgono i più deboli. Prima che sia troppo tardi è assolutamente necessario un ripensamento, personale e collettivo. Urge un rinnovamento. Partendo, come in un nuovo inizio, dal gesto più semplice ed essenziale, quello dell’aprire le braccia e le mani nel segno dell’amicizia disinteressata e gratuita. Reimparando l’abc di una solidarietà concreta verso chi è maggiormente in difficoltà; muovendo i passi da una nuova tenerezza del cuore; provando a pensare a se stessi solo insieme con gli altri e agli altri come più importanti di noi. Forse ci sarebbe anche da rivedere su che cosa poggia la nostra vita, la nostra economia, la nostra convivenza sociale, perché non sia solo carta straccia. Forse occorrerebbe ripensare alla fine se Dio ha un posto dentro di noi. Il Natale ci invita a questo ripensamento, ponendo davanti ai nostri occhi un mistero d’amore e di speranza; amore vero e speranza che non delude: la presenza stessa di Dio fra di noi. Perciò gli auguri di Natale voglio farveli lo stesso, anche in quest’anno bigio. Vorrei che fossero prima di tutto un abbraccio forte a chi più sta male e fa fatica, a chi sente più acuto il disagio del momento. Per tutti poi desidererei che fossero un invito ad alzare gli occhi al cielo per lasciarsi guidare dalla stella che ci orienta e traccia il cammino verso la grotta di Betlem. Lì qualcosa di nuovo, qualcosa di bello, anzi Qualcuno è nato. Piccolino ed umile che quasi ci se ne può anche non accorgere: l’Emmanuele, il Dio con noi. In Lui, Principe della pace, Redentore del mondo, amore infinito, è la nostra unica Speranza e il fondamento di ogni autentica solidarietà. Crespina e Cenaia L’inizio del ministero pastorale Padre Lorenzo D’Mello Domenica 14 dicembre, alle ore 9.30 nella chiesa parrocchiale di Crespina ed alle ore 11.30 nella Chiesa di Cenaia, Padre Lorenzo D’ Mello ha fatto il suo ingresso quale nuovo pastore dell’Unita Pastorale. Il Vescovo Mons. Fausto Tardelli ha parlato e presentato ai fedeli il sacerdote. Il decreto di nomina vescovile del nuovo parroco dell’Unità Pastorale è stato poi letto ai fedeli dal cancelliere vescovile don Robero Pacini, nella chiesa di Cenaia . A Crespina e poi a Cenaia , la liturgia per l’insediamento del nuovo pastore è stata vissuta, direi emotivamente partecipata dai fedeli . L’ avvenimento: l’avvicendamento di un nuovo sacerdote, incide ed è sempre motivo di speranza, di fede, forse anche di nostalgia, di rimpianto, certo sempre di lode a Dio e di riconoscenza al Vescovo per la continuazione di un servizio sacerdotale che, alimenta la Parola e torna ogni volta a donare agli uomini, non solo l’alimento per il corpo, ma per l’anima, per le anime, per la comunità, per la Chiesa. E questo in una società che si va sempre più arroccando su se stessa. Il saluto dei Crespinesi Caro Padre Lorenzo, oggi viviamo un momento importante per la tua vita e per la nostra comunità parrocchiale di Crespina e di Cenaia. Perdonaci questo “tu” ma vogliamo già considerarti uno di noi. Ti accogliamo come nuovo Pastore, accettando la volontà del nostro Vescovo, che ringraziamo per avere voluto essere presente in questa occasione. La nostra parrocchia, figlia dell’unica Chiesa, vuole porgerti il benvenuto attraverso tutti i suoi membri. I bambini ti dicono ciao, ti offrono la loro allegria e il loro essere monelli, ti ringraziano per aiutarli ad avvicinarli a Gesù nei Sacramenti. Tutte le famiglie ti salutano, le nostre case, piccole chiese domestiche, vogliono accoglierti aprendoti le porte. Tutti gli anziani ti accolgono, ti offrono le loro pene ed i loro ricordi, le loro energia cariche di esperienza e tradizioni. Tutti i giovani vogliono salutarti, con la loro voglia di crescere e la loro ricerca di certezze, ti chiedono di saperli accogliere ed avvicinare sempre più a Cristo. La nostra chiesa, simbolo della dimora di Cristo, ti vuole accogliere, ogni sua parte diventi anche per te manifestazione dell’incontro con Dio. Con oggi cominci il tuo ministero nella nostra comunità. Ricominciare un servizio di pastore significa prendere nuovamente il largo e buttare le reti per una nuova pesca di anime. La nostra è una piccola comunità, ma con una consolidata tradizione di fede, tra cui spicca la festa del Santo Patrono San Michele Arcangelo. Tu conosci bene chi è l’arcangelo San Michele, colui che ha combattuto e vinto il demonio. Dio nel suo disegno ci ha affidato alla sua protezione, tenuto conto del nostro carattere, imparerai presto a conoscerci anche attraverso realtà positive, fatte di persone semplici e benevole. Il nostro paese, storicamente formato da una popolazione anziana, negli ultimi anni si è arricchito di giovani famiglie che hanno portato nuova linfa al nostro territorio. In parrocchia troverai una sentita partecipazione alle celebrazioni liturgiche, un’avviata scuola di catechismo, il coro giovanile, delle persone generose che offrono il loro tempo per la cura e la manutenzione della chiesa e della canonica, un Consiglio Pastorale unitario che rappresenta una tappa fondamentale del cammino di unificazione delle parrocchie di Crespina e Cenaia. Purtroppo anche la nostra piccola comunità soffre gli affanni e le difficoltà che la Chiesa incontra nel mondo occidentale. Noi promettiamo di aiutarti nella tua azione pastorale con il sostegno della nostra preghiera. Ci impegniamo insieme a te ad un servizio umile e semplice, come quello che ogni sacerdote promette a Dio ed alla Chiesa il giorno della consacrazione e ci offriamo di camminare insieme a te, in armonia, seguendo l’operato del Vescovo. Ci impegniamo concretamente mettendoci a tua disposizione, per creare insieme a te, un’atmosfera di pace, di collaborazione, di carità e di amore. Ti auguriamo che tu sappia essere sempre un testimone fedele nelle mani di Dio e che tu riesca sempre a scovare” il bello” nascosto in ogni momento della tta vita e di quella della nostra comunità. Con affetto, i tuoi Crespinesi Il saluto della comunità di Cenaia Caro Padre Lorenzo, è con grande piacere che le porgiamo il saluto di benvenuto, quale nuovo parroco di Cenaia. La nostra comunità l’accoglie a braccia aperte e le assicura che fin da questo momento faremo in modo di farla sentire a casa. Certamente Lei padre Carmelitano, porterà nella nostra parrocchia una ventata di novità, come ci ha detto quando l’abbiamo conosciuta, il vostro carisma è la preghiera, il vostro è un cammino di fede, speranza, amore, ed è proprio lungo questo cammino che noi cercheremo di starle a fianco r di farci guidare. Non dobbiamo però illuderla, Cenaia è un paese che rispecchia nella vita parrocchiale, l’andamento generale in Italia, i praticanti sono circa il 10% della popolazione, ma comunque da sempre, è un popolo generoso verso la Chiesa e non fa mancare l’affetto e l’aiuto al proprio parroco. Il nostro paese è nato sulla via Provinciale, in passato di natura prevalentemente agricola, ma in questi ultimi anni si sta notevolmente industrializzando ed espandendo nell’interno. Stanno arrivando nuove famiglie dai paesi e dalle città limitrofe, dobbiamo tutti insieme aiutarle ad integrarsi, a farle sentire pietre vive della nostra Chiesa e lei sicuramente, troverà il modo di contattarle ed avvicinarle alla parrocchia. Siamo una comunità giovane, attiva, ricca di iniziative, molti sono i ragazzi del catechismo che in questi ultimi anni è stato riorganizzato per le 1° e II classi a persone adulte della parrocchia. Dai giovani cresciuti intorno all’organo della nostra chiesa è nato il gruppo culturale ‘Artemide’, ma tanto c’è ancora da fare per potere riuscire a coinvolgere i ragazzi e farli crescere e camminare nella fede. Inoltre in parrocchia, da pochi mesi è sorto “Il Centro di ascolto” della Caritas dove vengono accolte e aiutate persone bisognose, in paese sono presenti la Misericordia ed il Gruppo Fratres, molto attivi sul territorio e siamo sicuri che lei, riuscirà con la sua semplicità a portare a tutti parole di conforto e di fede, mettendo e facendoci mettere in pratica, quanto Gesù ci ha detto: “ama il prossimo tuo come te stesso”. Siamo certi che con il suo aiuto riusciremo a mantenere quel clima di unità fra le parrocchie di Cenaia e di Crespina, che a causa del campanilismo con tanta fatica abbiamo raggiunto in questi anni, ma che certamente adesso ci fa sentire più maturi e più forti nella fede, creando fraterna collaborazione nel Consiglio Pastorale Unitario. Comunque ci ripetiamo, non dobbiamo illuderla, il cammino non sarà facile, molte sono le difficoltà, molte sono le cose da fare, partendo dalle più materiali, come la ristrutturazione della Sala della comunità, luogo d’incontro per i vari avvenimenti della parrocchia, ma anche luogo di catechismo e preghiera, che ormai si rende impellente e ci porterà ad affrontare nuove ed ingenti spese, alle cose riguardanti la vita parrocchiale. Con lei riscopriremo la bellezza della preghiera, anche se dobbiamo dirle a tale proposito che ci siamo sempre impegnati in questi anni, con incontri di preghiera e di approfondimenti della Parola di Dio, per giovani ed adulti. Noi collaboratori parrocchiali ci rendiamo disponibili per poterla aiutare nel suo nuovo incarico, cercheremo di seguitare e mettere in pratica i suoi consigli, e siamo sicuri che lei da buon padre spirituale, non mancherà di farsi sentire vicino a ciascuno di noi e sorreggerci nei momenti del bisogno. Le rinnoviamo il nostro augurio di benvenuto e preghiamo il Signore affinché tutti insieme, con il suo aiuto, la parrocchia di Cenaia possa crescere sempre più nel suo percorso di fede. Con affetto, La Comunità di Cenaia Gli Interventi dell’autorità civile A Crespina, il Vicesindaco Iselda Barchini ed a Cenaia il Sindaco Thomas D’Addona, nel loro saluto a padre Lorenzo, hanno fatto propri i contenuti dei messaggi del saluto al nuovo parroco dei parrocchiani, invitando i cittadini ad aiutare Padre Lorenzo a stabilire subito una rapporto di conoscenza e di collaborazione con il sacerdote, per il bene delle persone, del territorio, per una proficua collaborazione . Ringraziamenti al Vescovo per avere inviato il sacerdote in un territorio in cui l’azione del parroco è ben evidente ed opportuna verso tutti, cittadini, associazioni di volontariato etc. La Parola di padre Lorenzo Padre Lorenzo ha rivelato la tensione della propria vocazione all’ordine sacro, alla preghiera, alla meditazione, alla contemplazione di Dio sorta già in età giovanile in India dove viveva. Religioso Carmelitano, e consacrato sacerdote a Roma. “Dio mi ha voluto mandare qui da voi, vengo con l’amore del Padre, con cuore aperto per evangelizzare e portare tutti voi alla gioia vera che solo cristo può dare. Verrò nella vostre famiglie, busserò alle vostre porte ed ai vostri cuori per portarvi la parola del Salvatore. Padre Lorenzo ha voluto ringraziare i propri Superiori che hanno soddisfatto la sua richiesta per portare le verità evangeliche nel nostro mondo occidentale. Non ultimo il ringraziamento a Mons. Tardelli per avere ascoltato la sua richiesta di offerta di collaborazione nella Diocesi di San Miniato. L’accoglienza calorosa e fraterna del Presule ed infine (dopo pochi mesi) la doppia gioia di vedersi affidate due comunità (anziché una) quali Crespina e Cenaia. Santa Maria a Monte BENEDIZIONE DEI BAMBINELLI. Domenica 20 dicembre prossimo, ultima domenica di Avvento, al termine della Santa Messa delle 9.30, avverrà la benedizione dei Bambinelli, le immaginette che rappresentano il Bambino Gesù e destinate ad essere collocate nel presepe. E’ un’iniziativa che intende contribuire a centrare il Natale sulla figura di Gesù, a riscoprire il vero protagonista. E’ anche un invito a ricollocare il presepe in famiglia, come rappresentazione materiale e spirituale della scena della Natività. L’invito è rivolto a tutti, a cominciare dai bambini. Una volta benedetto, il Bambinello sarà posto –prima del pranzo domenicale, quando la famiglia si riunisce- nella capanna, accompagnato da una preghiera che la famiglia stessa è invitata a recitare. E’ una sollecitazione ad entrare nello spirito originario della festa che si sta per celebrare, di farlo con la semplicità che la scena della natività riassume e nell’amore della famiglia, icona di quella che si raccoglie nella grotta di Betlemme. L’augurio è che questa iniziativa susciti in tutti quanti il desiderio di andare oltre la corsa ai regali che contraddistingue il Natale consumistico , di recuperare invece la spontaneità dell’avvenimento. In un certo senso fare il presepe è un modo di accogliere Gesù che nasce dedicandogli tempo e spazio della propria vita. DON MARCO RICEVUTO IN COMUNE. Nel corso della settimana appena trascorsa don Marco Pupeschi, neo-parroco di Santa Maria a Monte è stato ricevuto in consiglio comunale. Sia l’intervento del Sindaco, David Turini, che dei rappresentanti dei gruppi consiliari hanno messo in evidenza nei rispettivi indirizzi di saluto il ruolo della comunità cristiana nell’ambito della crescita civile. E’ emersa poi la necessità di creare ambiti di socializzazione e di confronto in un territorio interessato da un tasso di immigrazione che sta cambiando la fisionomia del comune stesso. C’è quindi urgenza di sinergie tra le istituzioni in modo da identificare e promuovere azioni a sostegno della promozione umana. Rispondendo agli indirizzi di saluto don Marco ha manifestato la sua soddisfazione a svolgere la propria azione pastorale in una parte di Chiesa in cui non mancano le sfide, ma in cui sono anche presenti risorse umane che permettono di affrontarle e governarle. Egli ha ribadito la sua disponibilità, pur nella distinzione dei ruoli, a collaborare con l’amministrazione comunale per obiettivi comuni: tutela della famiglia e dei soggetti più deboli, sviluppo delle relazioni sociali e promozioni dei valori umani ed ambientali. NUOVI CHIERICHETTI. Il servizio all’altare si arricchisce di un bel gruppo di bambini. Sempre domenica 20 prossimo, nel corso della Santa Messa delle ore 9.30, inizieranno la loro attività. Si sono preparati e sono stati preparati con assiduità ed entusiasmo, sostenuti dalle loro famiglie che ne hanno assecondato nella scelta subito dopo la loro Prima Comunione. E’ significativo che il loro servizio inizi alla vigilia del Santo Natale: davvero potranno fare da corona all’altare e contribuire a rendere decorose le celebrazioni liturgiche. Questi ragazzi dimostrano di aver compreso che fare il ministrante non è solo servire l’altare, ma anche comportarsi secondo il Vangelo del Signore a scuola, a casa, nello sport; essere di esempio con i compagni e gli amici, insegnargli il Vangelo; compiere buone azioni con le persone più bisognose; insomma avere un comportamento conforme all'insegnamento del Nostro Signore. Il Ministrante è un ragazzo o una ragazza che serve durante le celebrazioni, affinché la liturgia sia più solenne, e l’assemblea possa parteciparvi meglio. L’attività del ministrante diventa un modo concreto per vivere la vocazione battesimale.Papa Paolo VI si rivolse a un gruppo di chierichetti definendoli: “Voi siete strettamente associati al sacrificio eucaristico di cui dovete approfondire il significato teologico, spirituale e rituale. Voi siete collaboratori del sacerdozio ministeriale, al quale portate un aiuto prezioso. Voi svolgete un vero ministero liturgico insieme con i lettori, i commentatori, i cantori”. Ed un altro Papa, Giovanni Paolo II, raccomandò loro: “Voi Ministranti siete chiamati in particolare a essere giovani amici di Gesù. Impegnatevi ad approfondire questa amicizia con Lui. Scoprirete di aver trovato Gesù un vero amico per la vostra vita. Gesù Cristo ha un urgente bisogno di giovani che si mettano a sua disposizione con generosità e senza riserve”. Infine, una nota giuridica: il servizio del ministrante è legato a quello del ministero istituito dell'accolito. La Chiesa Cattolica prevede che oltre all'accolito istituito si possa dare anche un ministero di accolito de facto: i fedeli possono svolgere temporaneamente alcune funzioni dell'accolito, e questo è quello che avviene con la funzione svolta dai ministranti (specialmente nella preparazione dei vasi sacri e delle incensazioni, o nell'adempiere a funzioni diverse come cerimoniere liturgico). Ponte a Elsa Cenacolo col vescovo Fausto alla Materna Ponte a Elsa è un paese in notevole espansione per il progetto urbanistico che si va rapidamente realizzando, ma è pur sempre un paese dormitorio, le persone lasciano per il lavoro (nelle zone industriali di Ponte a Egola, Santa Croce, S/A, Empoli etc) le proprie abitazioni al mattino e vi ritornano alla sera. Ma Ponte a Elsa ha un grande cuore che fa vivere e palpitare la sua gente, quello della Scuola materna Paritaria Paolina. Suor Grazia (la direttrice) ne è con le sue due consorelle il motore pulsante: piccola, minuta, sempre indaffarata, due occhi profondi che rispecchiano, rivelano la sua premura, il suo amore per i bimbi: unici e irripetibili testimoni dell’amore dei genitori come dell’amore di Dio. Venerdì 5 dicembre è riuscita ad ottenere dal Vescovo Tardelli la sua presenza per una relazione su “La Famiglia” . Anche se la notizia si era sparsa velocemente tramite i bimbi, l’ora tarda (oltre le ore 21.00), il freddo ed il cattivo tempo facevano temere di essere veramente in pochi all’appuntamento. Invece non sono state sufficienti neppure le sedie in dotazione alla materna, molti genitori si sono sistemati nelle piccole banchine dei bimbi. E qui ci sarebbe da dire del bello della diretta, perchè mons. Tardelli si è trovato di fronte 50- 60 adulti con una ventina di bambini, dai 3 ai 6 anni. Il parroco don Lido ha ringraziato il Vescovo della sua presenza , ed informati sulla sua relazione :“ La Famiglia centro della Chiesa” Mons. Tardelli ci ha coinvolti subito con la sua affabilità, con la sua parola. Ci siamo ‘accovacciati’ intorno a lui, abbiamo sentito il suo affetto, il suo interesse al nostro bene spirituale e morale, anche i bimbi hanno avvertito questo fuoco d’amore intorno a loro, il calore del focolare domestico ( di un lontano tempo – L’ara della Famiglia) e sono rimasti mirabilmente svegli ed attenti perché l’amore ed il bene hanno un linguaggio universale. Con e per la parola del Vescovo si sono sentiti - in ogni istante protagonisti ed importanti, ora abbracciando mamma, ora più forte babbo. E’ stata la ‘veglia’ di una famiglia cristiana. Sintesi della serata di Nilo Mascagni Mons. Tardelli ha proposto la famiglia quale ‘realtà d’amore’ e con la similitudini di quattro colori ci ha proiettato verso nuovi orizzonti, dove vivevamo forse inconsapevolmente. Ed il cuore ci è balzato allora nel petto! “La Famiglia è Centro della Chiesa – ha detto mons. Tardelli – Dio l’ha creata, amata. Essendo molto amata da Dio, nel suo progetto salvifico , una realtà di proposta di amore, la famiglia è anche attaccata dal demonio, per questo è fondamentale che la famiglia rimanga legata a Dio. Ad ognuno di noi proteggerla, con la preghiera, la catechesi, i sacramenti, con la carità, l’amore che tutto può. Certo dobbiamo prendere in considerazione, fare i conti con la realtà dove viviamo , con eventuali problematiche e disagi, ma i nostri ideali non debbono essere avvertiti come meta irraggiungibile perché siamo nel progetto di Dio, e con Dio - in comunione di amore - costruttori del domani”. Mons. Tardelli sulla linea di un realismo moderno, di passione, di Pastor bonus, ha sintetizzato, anche per coinvolgere i più piccoli, così amanti dei colori, i quattro colori cui la famiglia si rispecchia, si può identificare: colori ora accesi, ora profondi, ora tenui, ma con proposte chiaramente figurative e reali che hanno costituito un modo eccezionale di comunicazione per tutti, adulti e bambini. Il primo colore prospettato dal Presule è il rosso, il fuoco dell’amore, della carità, dell’umanità, del volersi bene, del cercare di amarsi, del sapersi accogliere , nell’accettare noi stessi e gli altri. La seconda pennellata che il Vescovo ha proiettato sulla famiglia è l’azzurro, il celeste. In evidenza il richiamo del cielo, la famiglia quale opera di Dio, da questo l’essenzialità del rapporto con il Creatore nella famiglia . L’invito accorato del Presule a vincere talvolta anche talune difficoltà che rendono poche le occasioni o il desiderio di pregare insieme in famiglia e con gli altri, l’invito a non perdere mai il rapporto con la fonte dell’amore che è Dio. “Anche la presenza delle suore alla scuola materna - ha detto mons. Tardelli - viene da Dio e voi avete compreso questa pennellata celeste del padre, che ha motivato le vostre scelte per i vostri figli”. La terza pennellata data dal Vescovo per la famiglia è stato il colore verde, il colore della speranza, del futuro, il colore che guarda avanti: “La famiglia – ha detto il Vescovo - è il luogo dove si dona la vita , è l’amore che si apre alla vita; la generazione dei figli è la fioritura dell’amore. La famiglia lavora per il futuro, nessun altra realtà al mondo ha in animo le sorti del futuro, perchè se i figli crescono bene, non solo sani, ma con dei valori etici, creeranno un mondo migliore, altrimenti il mondo che verrà sarà una giungla”. “…Educare – ha continuato il Vescovo - far crescere, concretizzare appunto l’amore nel dono della vita, perché è proprio attraverso i figli che si prepara il mondo del domani , desiderando che i figli siano migliori di noi per costruire un mondo migliore: nella famiglia, nella scuola, nella società… la famiglia non esiste solo per i figli ma essendo esperienza d’amore i figli sono esplicitazione d’amore in uno stato che dovrebbe impegnarsi di più anche nella scuola, perché una nazione che investe sulla scuola investe sul futuro”. Il Vescovo ha donato alla famiglia una pennellata di giallo vivace, stimolante, acuta a indicare come essa abbia un ruolo attivo da svolgere come soggetto sociale ed ecclesiale con una funzione primaria, vitale, nella società e nella chiesa, perché entrambe sono costituite da famiglie, quindi l’invito a non lasciarsi condizionare dai ritmi convulsi della vita del nostro tempo, dove la nostra società pare piuttosto orientata all’esistenza del singolo piuttosto che strutturare l’esistenza alle esigenze primarie della famiglia. Ha quindi esortato le famiglie a sentirsi più soggetto sociale ed ecclesiale ed a rinvigorire i colori primari da lui configurati in vividi ed accesi per il futuro : il rosso (l’amore) – l’azzurro (la paternità di Dio sulla famiglia) – il verde (la speranza) – il giallo (la consapevolezza, il ruolo e l’importanza della famiglia in un mondo che cambia…) L’applauso finale al vescovo è stato caloroso e forte. Suor Grazia ha ringraziato insieme a don Lido mons. Tardelli, offrendo al Presule, a nome dei genitori dei bimbi della Materna, alcuni doni. Approfondimenti… Una riflessione sui media di Michael Cantarella Che cosa non si farebbe per vendere un giornale in più, per conquistare un punto percentuale di auditel. Si potrebbe dire qualsiasi cosa, ma in realtà le vicende che ci vengono presentate come “notizie” negli ultimi giorni sono frutto di precisi ragionamenti. Esempio numero uno. La trasmissione da parte di una tv inglese di un documentario che raccontava una morte in diretta: “right to die”, diritto di morire. Semplice, quanto orribile, il documentario di un regista Canadese, John Zaristky, con toni strappalacrime, racconta le ultime ore di vita di un malato di sclerosi amiotrofica, deciso a morire subito. Risultato: grande audience e dibattito più che mai aperto sull’eutanasia, presentata al grande pubblico come la drammatica risoluzione del problema. Drammatica quanto spettacolare. Secondo fatto. Il mancato assenso alla sottoscrizione del documento presentato dalla Francia, ed appoggiato da alcuni paesi tra cui l’Italia, da parte del Vaticano per la “depenalizzazione” del reato di omosessualità. Due temi diversi, ma delicatissimi, che riguardano entrambi importanti sfere della sensibilità umana. Su questi temi sono state dette molte cose, molte delle quali non esatte e opportunamente manipolate per attaccare la Chiesa. Da questi episodi nascono alcuni interrogativi, riguardanti soprattutto il mondo dell’informazione e dei media. La velocità con cui oggi vengono presentate, discusse, elaborate le notizie rende quasi impossibile ogni tentativo di interpretazione ed approfondimento. I giornalisti, i principali “mediatori” dell’informazione, oggi si limitano a riportare le notizie delle agenzie, sparando titoloni o componendo servizi veloci ed incomprensibili, cercando di sintetizzare al massimo concetti che spesso avrebbero bisogno di ben altro spazio. Inoltre, la necessità di riempire i giornali e le tv di spazi pubblicitari, porta i media a cercare il sensazionalismo, lo scoop ad ogni costo, tutto ciò a danno della obiettività e delle più elementari regole giornalistiche. Questa metodologia, applicata a temi che scuotono le coscienze di tutti, e che avrebbero bisogno di un attenta verifica dei fatti e di ampie discussioni, porta a gravi malintesi, proprio per la troppa velocità e superficialità con cui sono trattati. I media, soprattutto quelli televisivi, vivono di estemporaneità e di improvvisazione, e di scarso interesse verso le posizione “diverse”. E da qui nasce una seconda considerazione, ovvero il continuo attacco verso le posizioni della Chiesa, basato, come nel caso della depenalizzazione del reato di omosessualità, su argomenti non veri, fondati su congetture, che scatenano reazioni e prese di posizione fortissime, senza per altro aver verificato i termini reali del dibattito. In che modo si attacca? Semplicemente semplificando, rimanendo in superficie ai fatti, dandone una versione approssimativa ed inesatta. Per questo motivo, in un tempo di gigantismo informativo e di semplificazione, dobbiamo ancor più stare con gli occhi aperti: leggere, documentarsi, filtrare le notizie che ci giungono senza dare giudizi affrettati ed approssimativi. E, soprattutto, dobbiamo stare con gli occhi aperti: di fronte a temi così importanti non facciamoci seppellire dal fracasso della tv e dei media. Corso volontari dei centri di ascolto Caritas Maria Icona della carità Venerdì 12 Dicembre u.s., nell’auditorium del Convento Francescano di San Romano, si è svolto il terzo incontro di formazione dei volontari dei centri di ascolto caritas. Dopo, le relazioni di Don Enrico Bacigalupo sui temi del volontariato e carità e rapporto fra centro di ascolto e comunità parrocchiale tenutesi rispettivamente il 22 Ottobre e il 19 Novembre, è stata la volta di Padre Francesco Giulio Ruffato, il quale ci ha magistralmente fatto riflettere su, come “ogni gesto di carità è un’epifania dell’amore di Dio”. L’attesa di Maria, il suo tempo di avvento, è colmo di carità. Infatti il Vangelo ci dice che ella corre subito dalla cugina Elisabetta, molto anziana e in difficoltà a causa della maternità che le è donata (cf Lc 1,39ss). Maria ascolta la parola del Signore, prende la sua decisione e in fretta si mette in viaggio. Un viaggio che la porterà alla città di Ain Karim, dove risiede la cugina Elisabetta. Percorre da sola Lei, giovane fanciulla, con tutti i rischi che c’erano a quei tempi, 150 chilometri. Anche noi come Maria dobbiamo vivere la carità con la “fretta evangelica” che non è altro che il “fuoco dello spirito” che ci porta a metterci subito in cammino, senza paura dell’ignoto, uscendo dal nostro mondo per incontrare l’altro nel suo “chiostro” con le sue abitudini, la sua cultura le sue tradizioni. Padre Francesco ci ha posto questo interrogativo:”cosa spinge Maria a mettersi in viaggio verso la cugina?” La fede. La fede che nasce dall’ascolto della Parola. Parola ascoltata, accolta e vissuta. Così la Parola ci plasma, ci educa, ci forma. La carità vera, autentica, sincera rende visibile il Cristo. “Colui che vive la carità, non ferma l’attenzione su di sé, ma rinvia a Colui che è la fonte e la pienezza dell’amore: “Cristo Gesù.” (Evangelizzazione e Testimonianza). Padre Ruffato ha concluso dicendo che “ il brano evangelico mette in luce la concretezza di Maria. La Madre di Gesù ascolta, decide, agisce.” La carità nasce dalla Fede, si alimenta della preghiera e della contemplazione e rafforza la nostra relazione con Dio. La carità evangelica è come un cerchio, parte da Dio e a Lui ritorna attraverso i fratelli sofferenti. La carità che siamo chiamati a vivere non è assistenzialismo ma approfondimento della nostra relazione con il Salvatore. Il prossimo incontro si terrà, sempre a San Romano, il 21 Gennaio p.v. sul tema “Centro di Ascolto e Centro di Distribuzione, risorse al servizio della comunità.” 3° Incontro del corso diocesano per Animatori di Pastorale Familiare Amore e la Sponsalità nell’Antico Testamento di Giorgio e Grazia Tempestini Nel segno dell’approfondimento del percorso di Pastorale Familiare, sabato 13 dicembre a San Miniato, Don Luca Mazzinghi, biblista e docente della Facoltà Teologica di Firenze, ha relazionato il terzo incontro del corso diocesano di formazione, sul tema “l’Amore e la Sponsalità nell’Antico Testamento”. Attraverso la lettura dei primi capitoli della Genesi, don Luca ha spiegato al gruppo attento dei partecipanti il progetto di Dio di creazione dell’umanità e ciò che significa per l’uomo una compagna che gli corrisponda al suo pari. L’uomo non è fatto per stare solo ma per vivere in relazione col prossimo. Nasce la coppia, prima forma di comunione del creato. Per aiutarci nella comprensione del testo biblico, Don Luca, compiendo un cammino a ritroso dall’affermazione sul ripudio di Gesù in Mt 19 ai testi della creazione del Genesi, ha attualizzato il messaggio biblico soffermandosi sugli aspetti salienti. La donna sta di fronte all’uomo, gli corrisponde per dargli aiuto, ha sottolineato, un aiuto inteso nel senso ebraico della parola, che non significa servire l’uomo, ma un aiuto in senso di completezza e di salvezza. La donna nasce dalla costola dell’uomo, l’organo fisico che, nel contesto culturale dell’epoca in cui i racconti sono stati scritti, era ritenuta generatrice di vita e solo nel racconto della creazione, con una ricchezza di significati simbolici, si inverte il processo generativo riservato invece alla donna. Nel proseguo dell’incontro Don Luca ha parlato dell’origine della coppia: L’uomo lascerà suo padre e sua madre, si unirà a sua moglie e i due saranno un’unica carne (Gn 2,24); il comportamento riportato ai giorni nostri ci indica l’inconciliabilità fra la posizione di rimanere eternamente figli e nello stesso tempo essere marito o moglie. Diventare coppia significa intraprendere un percorso di vita comune, che implica inderogabilmente un cambiamento, una maturazione degli affetti, l’assunzione di nuove responsabilità. Inoltre Don Luca ha ripreso nella Genesi il concetto di nudità, che nella coppia sta a significare reciproca accettazione di quello che si è. La nudità non è da limitarsi al solo aspetto fisico, ha precisato, ma una nudità di carattere e di spirito. Citando un concetto di Ravasi, la nudità, in senso ampio, realizza nella coppia una comunione senza tensioni, senza vergogna. Per l’approfondimento sono state consigliate alcune letture, in particolare Il Cantico dei Cantici ed il libro di Tobia. Tra i presenti qualche domanda di chiarimento e approfondimento ha dato voce alle riflessioni scaturite dalla relazione ascoltata. Scambio di commenti e impressioni positive tra i partecipanti al corso. Un’ iniziativa che passo dopo passo diventa preziosa opportunità di arricchimento personale e collettivo da interiorizzare e riportare con entusiasmo nelle diverse realtà parrocchiali. AZIONE CATTOLICA DIOCESANA Incontro di Formazione per Adulti Sabato 29 Novembre l’ACI Diocesana ha promosso un incontro per adulti sul tema “Persona e partecipazione nella dottrina sociale della Chiesa” , guidato dal Professore Paolo Nepi. La riflessione, stimolata anche dallo stile laboratoriale che ha contribuito a creare un clima di vero dialogo e confronto, si è articolata intorno al contesto delicato che il nostro Paese e il mondo intero stanno vivendo. Come tutte le crisi che necessariamente richiedono di essere attraversate e non subite, siamo chiamati come cristiani laici a partecipare alla ricostruzione di un nuovo sistema economico-produttivo. Quali, allora gli strumenti per fare ciò? Il trinomio suggeritoci è stato il seguente: vedere cioè leggere bene la situazione, giudicare e agire cioè prendersi delle responsabilità. Tutto questo consapevoli che a partire dal Concilio Vaticano II non esiste più separazione fra Chiesa e mondo contemporaneo. Il ruolo delle comunità ecclesiali diventa, quindi, quello di parlare a tutti gli uomini del nostro tempo e per far ciò primariamente occorre un ascolto attento e premuroso. A maggior ragione siamo quindi chiamati a ricercare il bene comune come quel bene che si ripartisce fra tutti e che permette ai membri di tutta la comunità sociale di vivere dignitosamente. Occorre per questo consolidare l’opera di formazione delle coscienze perché si radichi sempre più la consapevolezza che l’impegno politico fa parte della vita cristiana. Per educare al bene comune, poi, la prima priorità è data dal rispetto delle regole sempre e comunque, evitando scorciatoie e facilitazioni e costruendo competenze sui problemi, compito questo dei laici cristiani adulti nella Chiesa e nel mondo.