25.12.1970. Natale. Il messaggio di Gesù è per tutti e di tutti

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25.12.1970. Natale. Il messaggio di Gesù è per tutti e di tutti
25.12.1970. Natale. Il messaggio di Gesù è per tutti e di tutti.
BA069 (al giro 122 della prima parte della
bobina)
(Interventi di: Vincenzo Barbieri, Marcello Gentili, Sergio Gomiti).
p. Vincenzo B.: …questo Vangelo e quindi è facile avere dei luoghi tradizionali. Ma con voi è un
po’ difficile perché certe cose non le bevete più così come sono state dette in passato. Ed allora,
siccome il Vangelo può essere, vedete, stiracchiato in mille modi per arrivare a dire quel che si
vuole, credo che invece dobbiamo avere molto rispetto per la Parola del Signore come ci viene così
dalla Sacra Scrittura e cercare di interpretare proprio all’osso il suo pensiero e le sue intenzioni.
Quindi mi sembra che dobbiamo passare al di là del sentimentalismo che potrebbe nascere leggendo
questo episodio della Madonna, di Gesù e Giuseppe, di Gesù bambino che formano una famiglia
ideale, eccetera, eccetera. Quello che mi sembra di poter ricavare e che scopriamo in tutto il
Vangelo, mi sembra che possa essere questo, cioè il Signore che vuole stare in mezzo agli uomini. E
questo ci dà subito un primo insegnamento che in fondo, come vi dicevo, appare in tutto il Vangelo.
Il Signore è in mezzo ai dottori del tempio. Il Signore sta tanti anni con una famiglia qualunque e
naturalmente durante il giorno lavorava, faceva il suo lavoro, stava così con la gente di Nazaret, un
piccolissimo paese sperduto, sconosciuto. Faceva un lavoro piuttosto misero. Però vi è un
insegnamento profondo: il Signore che vuole stare in mezzo agli uomini. E il primo insegnamento
quindi è questo perché spesso invece il Signore lo abbiamo rinchiuso all’interno delle chiese, delle
chiese anche materiali. Per trovarlo bisogna andare così, nella tal chiesa e in quell’angolo speciale
dove c’è il tabernacolo. E l’abbiamo chiuso dentro i libri di teologia e l’abbiamo chiuso in Vaticano.
Ecco, lo abbiamo chiuso, mentre il Signore è venuto per darsi a tutti. E dopo averlo chiuso viene
spesso, è stato centellinato, è stato dato così a spizzico, non tutto d’un colpo perché non faccia male.
Quindi ai bambini si è presentato nel catechismo sotto un certo modo, agli adulti sotto un altro
ancora. Quando si tratta di affrontare un problema ben preciso, si cerca nel Vangelo di tagliarsi certi
aspetti, quando si parla della proprietà o di altro perché non faccia tanto male e non scocci troppo.
Quindi mi sembra proprio che il punto è questo: il fatto che il Signore vuole essere libero di dire la
sua parola a chiunque. Mi diceva proprio Gonzalez Ruiz in questi giorni il motivo per cui ha
accettato, oltre che di parlare a voi così in semplicità, di fare quella conferenza in piazza. Diceva:
perché ogni tanto bisogna parlare anche ai dottori del tempio e se verranno così gente sapiente
anche a loro annunciamo il messaggio di Cristo. Quindi il primo punto mi sembra che sia questo: il
Signore che è venuto per stare con gli uomini. E con quali uomini? Con tutti. Con tutti. Il suo
messaggio lo dice a tutti. Sarà poi dopo ad ognuno di capirlo e chi lo rifiuta, peggio per lui, sarà
condannato. E chi lo riceve sarà colui che dietro la scia del Signore avrà da patire, avrà da soffrire
però alla fine avrà gli stessi risultati suoi. Quindi il Signore vuole stare con gli uomini, con tutti gli
uomini e perché questo? Perché il messaggio di Cristo non è qualche cosa che è al di fuori
dall’umanità, non si rivolge soltanto a un gruppo. Non ha detto di formare la chiesa, così, isolata dal
mondo, ma si rivolge essenzialmente agli uomini, a tutti perché il suo messaggio coincide proprio
con i bisogni più intimi dell’umanità. E quali sono? Lo sappiamo: il senso della giustizia, il senso
dell’amore, il senso della pace, il combattere contro tutte le forme di oppressione sia da quelle,
diciamo, giuridiche, da quelle della convivenza degli uomini fino a quelle spirituali. E come si
presenta questo messaggio di Cristo al mondo? Nelle mille forme della vita quotidiana. Il Signore il
suo messaggio, la sua predicazione, stando a Nazaret, stando nella famiglia di Nazaret, lo
presentava così, giorno per giorno, momento per momento, mentre lavorava, mentre veniva nel
contatto quotidiano con la gente del luogo. Ecco vedete quindi che c’è molto da riformare nel modo
di presentare il messaggio di Cristo. Il Cristo che spesso è stato rinchiuso, vi dicevo, nei libri di
teologia, nelle chiese, il suo messaggio che viene così, dato col contagocce e senza che provochi
squilibri nell’ordine costituito, mentre invece vuole essere aperto a tutti e essere quella parola di
fuoco che è in se stessa perché rivoluziona interiormente tutto, prima di tutto gli uomini al loro
interno e poi le strutture e la società. E questo naturalmente fa male e allora si cerca di impedirlo il
più possibile. Il Cristo che questo messaggio lo annunzia attraverso i semplici, attraverso i buoni,
attraverso loro che soffrono. Ed allora anche qui c’è da cambiare molto la mentalità. Dov’è di più il
Cristo? Con chi è di più? È di più all’interno del Vaticano, nei discorsi ufficiali o non altrove? È
dovunque, dovunque dove vi sono persone che portano avanti il messaggio dell’umanità, dove
combattono per la giustizia perché lì è lo stesso messaggio del Cristo. E allora ci sarebbero da
cambiare tutte le statistiche. Statisticamente probabilmente i settecento milioni di cinesi emarginati,
che sono il famoso pericolo giallo, che sono gli anticlericali, il pericolo per la Chiesa,
probabilmente sono i più vicini al Cristo. Allora ci abbiamo i Vietcong che sono forse i più vicini a
Cristo perché portano avanti questo messaggio di liberazione dall’oppressione. Vedete quanto ci
sarebbe da cambiare vedendo questa nuova prospettiva che ci sembra è la prospettiva del Vangelo.
Ecco allora che dobbiamo cercare di metterci su questa fila, di capire profondamente il messaggio
di Cristo come ci viene predicato momento per momento, senza aspettare cose grandi, così,
momento per momento perché ogni giorno noi ci troviamo di fronte a certe situazioni di cattiveria,
di ingiustizia, ci troviamo di fronte delle persone da aiutare, a cui volere bene, da risolvere i
problemi del quartiere e lì c’è già il messaggio di Cristo. Anche se non ci viene così ufficialmente,
proprio forse perché non ci viene ufficialmente perché non ci viene dall’alto, il Signore ci manifesta
il suo volere, ciò che lui vuole da noi nei momenti della vita nostra quotidiana. Allora è possibile
capirlo dovunque. Non è difficile. Non c’è bisogno di aver fatto né teologia, né di andare ad
interrogare i teologi o chi sa chi. È proprio nella semplicità della vita quotidiana, nella lettura così,
semplice, semplice del Vangelo che ha tanti commenti che il Signore dirà momento per momento
come comportarci. Preghiamo un po’ in questa santa Messa proprio perché questo messaggio sia
veramente capito in noi e non soltanto da noi ma da tutti gli uomini di buona volontà a cui il
messaggio del Signore è indirizzato. E il giudizio dell’accettazione del Signore, del suo messaggio o
no non sarà dato da noi. Sarà dato da questa rispondenza della gente, di ogni uomo proprio da
questo anelito di giustizia e di amore e di libertà che c’è nel mondo. E chi si metterà da quella parte,
dalla parte di coloro che combattono per questo, sarà dalla parte di coloro che seguono il messaggio
del Signore. Chi invece, sotto mille scuse, da quelle spirituali a quelle più banali dell’egoismo
quotidiano, non seguirà questo allora si metterà contro il messaggio del Signore. E allora sarà come
quei dottori del tempio cui il Signore ha voluto parlare ma che non hanno voluto ascoltarlo. Lo
interrogavano ma per curiosità, forse per fregarlo meglio, per vedere come meglio difendersi da
questo messaggio di fuoco che egli portava. E allora quell’ascolto per loro, invece di essere
messaggio di salvezza, sarà un messaggio di condanna. Non c’è bisogno, così, di far polemica tra
l’altro, di fare tanti nomi e cognomi. Sappiamo quali sono queste persone, quali sono queste
istituzioni che rifiutano questo messaggio autentico del Cristo. E lasciamoli intanto nel loro brodo e
il giudizio del Signore verrà sopra di loro. Mi sembra che sia molto chiaro, lapallissiano. Ecco
perché il Signore ha voluto parlare anche a loro come in seguito, quando parlava alla folla, qualche
cosa diceva anche agli altri, a tutti. Perché il messaggio di Cristo non è legato a niente, a nessuna
struttura e non è affidato particolarmente a nessuna persona, a nessuna istituzione. Chi lo accoglie è
con lui e porta vanti il suo messaggio. Chi non lo accoglie si autocondanna sia al giudizio storico su
questa terra e sia al giudizio divino. Questo mi sembra che possiamo dire dalla lettura semplice di
questo brano evangelico: il Signore che vuole rimanere tra gli uomini, vuole che tutti portino avanti
il suo messaggio e chi lo porta vanti sarà benedetto, chi non lo porta avanti si autocondanna da solo.
Sia lodato Gesù Cristo.
Sergio G.: C’è Marcello Gentili, che è qui tra noi oggi, e allora ci vorrà dire qualcosa.
avv. Marcello G.: Cari fratelli, Sergio mi invita a dire qualche parola sulla vicenda di Milano, il
processo per la morte di Giuseppe Pinelli. Qualcuno di voi avrà letto, sentito qualche cosa di questo
uomo semplice. Mi veniva fatto di pensare a lui sentendo prima quello che diceva Barbieri. Questo
uomo semplice ma profondamente cosciente, assetato di giustizia e morto nella Questura di Milano
qualche giorno più di un anno fa. Volevo dirvi che, affrontando questa che per me è stata una
gravissima fatica personale e un grosso impegno, ho pensato spesso a voi. Mi avete molto spesso
aiutato durante questo anno di fatica. Ho pensato alla vostra sofferenza che in qualche modo si
avvicina a quella tanto più grave, tragica e definitiva di Giuseppe Pinelli e della sua famiglia. Ho
pensato a voi e ho pensato che in qualche modo ero con voi discutendo e lottando in quel processo.
Se a qualcuno interessasse sentire qualche particolare, qualche dettaglio, qualche frammento
registrato del dibattimento, io penso, come mi diceva prima don Sergio, che ci si potrebbe vedere
alle tre e mezzo alle Baracche verdi, ripeto, se a qualcuno interessa, perché per il resto il processo è
stato largamente noto attraverso i giornali, e parlarne insieme familiarmente.
Sergio G.: Chi non lo sapesse Marcello Gentili è uno degli avvocati al processo appunto su a
Milano. L’avete visto anche dai giornali. Quindi stasera verso le tre e mezzo si può venire. Si sta un
pochino insieme. e se ne parla un po’ di questo fatto che ha sconvolto parecchio l’Italia e non
soltanto l’Italia.
Credo in un solo Dio…(Continua la celebrazione della Messa secondo il rituale senza che venga registrata).
(Termina la registrazione dell’assemblea eucaristica in piazza dell’Isolotto, la mattina di Natale del 1970).