Canzoni - iis bona mosso
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Canzoni - iis bona mosso
Canzoni Imagine Imagine there's no heaven It's easy if you try No hell below us Above us only sky Imagine all the people Living for today... Imagine there's no countries It isn't hard to do Nothing to kill or die for And no religion too Imagine all the people Living life in peace... You may say I'm a dreamer But I'm not the only one I hope someday you'll join us And the world will be as one Imagine no possessions I wonder if you can No need for greed or hunger A brotherhood of man Imagine all the people Sharing all the world... You may say I'm a dreamer But I'm not the only one I hope someday you'll join us And the world will live as one Scritta e cantata da: Jhon Lennon Auschwitz Son morto che ero bambino son morto con altri cento passato per il camino ed ora sono nel vento. Ad Auschwitz c'era la neve il fumo saliva lento nel freddo giorno d'inverno ed ora sono nel vento. Ad Auschwitz tante persone ma un solo grande silenzio che strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento. Io chiedo come può l'uomo uccidere un suo fratello eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento. Ancora tuona il cannone e ancora non è contenta di sangue la belva umana e ancora ci porta il vento. Io chiedo quando sarà che l'uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare e il vento si poserà. Scritta e cantata da: Francesco Guccini Generale Generale, dietro la collina ci sta la notte crucca e assassina, e in mezzo al prato c'è una contadina, curva sul tramonto sembra una bambina, di cinquant'anni e di cinque figli, venuti al mondo come conigli, partiti al mondo come soldati e non ancora tornati. Generale, dietro la stazione lo vedi il treno che portava al sole, non fa più fermate neanche per pisciare, si va dritti a casa senza più pensare, che la guerra è bella anche se fa male, che torneremo ancora a cantare e a farci fare l'amore, l'amore delle infermiere. Generale, la guerra è finita, il nemico è scappato, è vinto, è battuto, dietro la collina non c'è più nessuno, solo aghi di pino e silenzio e funghi buoni da mangiare, buoni da seccare, da farci il sugo quando è Natale, quando i bambini piangono e a dormire non ci vogliono andare. Generale, queste cinque stelle, queste cinque lacrime sulla mia pelle che senso hanno dentro al rumore di questo treno, che è mezzo vuoto e mezzo pieno e va veloce verso il ritorno, tra due minuti è quasi giorno, è quasi casa, è quasi amore. Scritta e cantata da: Francesco De gregori Canzone speciale La vivevo e non mi potevo muovere E non mi potevo muovere, se facevo un passo morivo.. Ma ora basta mi sono stufata di vivere in quel lagher Dove i tedeschi ci facevano lavorare, ci maltrattavano … e se non obbedivi morivi io ero il numero 1044 pensate 1044 per i tedeschi noi non avevamo un nome, eravamo numeri, o meglio dire animali… Ma ora basta noi dobbiamo essere liberi Non ci importa se i tedeschi ci uccideranno ma almeno abbiamo provato … Rit: siamo uomini noi tutti Dio ci ha creato per essere uniti No di certo per farci la guerra ma realizzare i nostri sogni Inventata da: Sirlene Garbaccio Poesie Aprile "Prova anche tu, una volta che ti senti solo o infelice o triste, a guardare fuori dalla soffitta quando il tempo è così bello. Non le case o i tetti, ma il cielo. Finché potrai guardare il cielo senza timori, sarai sicuro di essere puro dentro e tornerai ad essere Felice." Anna Frank Un paio di scarpette rosse C'è un paio di scarpette rosse numero ventiquattro quasi nuove: sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica "Schulze Monaco". C'è un paio di scarpette rosse in cima a un mucchio di scarpette infantili a Buckenwald erano di un bambino di tre anni e mezzo chi sa di che colore erano gli occhi bruciati nei forni ma il suo pianto lo possiamo immaginare si sa come piangono i bambini anche i suoi piedini li possiamo immaginare scarpa numero ventiquattro per l' eternità perché i piedini dei bambini morti non crescono. C'è un paio di scarpette rosse a Buckenwald quasi nuove perché i piedini dei bambini morti non consumano le suole. Joyce Lussu Domani Da domani sarà triste, da domani. Ma oggi sarò contento, a che serve essere tristi, a che serve. Perché soffia un vento cattivo. Perché dovrei dolermi, oggi, del domani. Forse il domani è buono, forse il domani è chiaro. Forse domani splenderà ancora il sole. E non vi sarà ragione di tristezza. Da domani sarà triste, da domani. Ma oggi, oggi sarò contento, e ad ogni amaro giorno dirò, da domani, sarà triste, Oggi no. Poesia di un ragazzo trovata in un Ghetto nel 1941 Per Ricordare Tante, troppe cose l'uomo non deve dimenticare. Per non dimenticare la Shoà, per non dimenticare il fratello negro schiavizzato torturato martoriato, per non dimenticare la crudeltà dei cuori, per non dimenticare il pianto innocente di un bimbo fra braccia tenere inerti, per non dimenticare lo sguardo della sofferenza, per non dimenticare il vuoto dell'ignoranza l'arroganza delle serpi... Troppo l'uomo ha da ricordare: Per non riviverlo per non farlo rivivere per non ricreare l'Inferno né alimentarne le fiamme. Furore del delitto terrore della mente ubriacatura del potere miseria avvilente paura di Essere! Troppo l'uomo ha da disseppellire da riportare in vita da una morte ingiusta: La dignità il rispetto l'amore, la fierezza di essere Uomini. Letizia