Transcript
PDF
Newsletter Udine United Rizzi Cormor APRILE ’16 “Il calcio non dà nulla a chi non dà tutto”. NEWS I nostri Juniores hanno matematicamente vinto il campionato! VOLUME 2, NUMERO 4 Visione periferica ed emozioni – Prima parte Il campo visivo (ossia ciò che percepiamo con la vista) può essere schematicamente diviso in due ampie zone: la visione centrale riguarda quella parte del campo visivo in cui mettiamo a fuoco gli oggetti, distinguendo i dettagli, i colori, ecc. La visione periferica, invece, è quella parte più esterna, in cui l’acuità è ridotta (è come se la vista fosse più sfocata) ma comunque percepiamo la presenza e il movimento di oggetti o persone. La visione periferica è fondamentale in moltissime attività: ad esempio, mentre guidiamo l’automobile, focalizziamo la strada davanti a noi per calcolare la distanza con chi ci precede, per leggere i cartelli stradali, ecc. La visione periferica però ci consente di individuare prontamente ed efficacemente se un bambino sta per scendere dal marciapiede oppure se l’automobile accanto a noi si sta avvicinando troppo: in questo caso non ci interessa vedere i dettagli (ad esempio, riconoscere se il bambino ha i capelli lunghi o corti), ci basta percepire una sagoma anche sfocata che sta per invadere la strada, dando così luogo ad una risposta rapida ed appropriata (frenare per evitare l’incidente). Alla stessa maniera, durante una partita di calcio, il giocatore dovrà concentrare la sua attenzione sul pallone o sull’avversario diretto: ma avrà molte più probabilità di effettuare un passaggio smarcante se terrà conto, con la visione periferica, di compagni e avversari in zone del campo anche a lui lontane e non in direzione del suo sguardo. Si ritiene, che molti grandi calciatori in grado di aperture di gioco e di lanci ‘illuminanti’ (alla Pirlo, per intendersi), abbiano la capacità di sfruttare pienamente questa visione periferica. In definitiva, si tratta http://www.dailymail.co.uk/sport/football/article-2926679/Tomas-Rosicky-downs-nine-years-Arsenal-showed-s-called-Little-Mozart-masterdella capacità di ve- class-against-Brighton.html dere ‘con la coda dell’occhio’ o di quello che in ambito sportivo (calcistico, ma anche e soprattutto nel mondo del basket) viene chiamato ‘passaggio no look’, per indicare la situazione in cui il giocatore guarda in direzione opposta al pallone, al fine di trarre in inganno gli avversari. Questa visione periferica viene però influenzata fortemente dalle nostre emozioni, come vedremo nel prossimo numero della newsletter. Il calcio nei libri A.S.R.D. Udine United Rizzi Cormor Via delle Scuole, 15 33100 Udine Contatti 393 1383881 0432 542402 [email protected] www.udineunited.it “Siamo onesti, una volta o l’altra tutti abbiamo guardato i supplementari di una partita sperando che la situazione di pareggio durasse sino a darci la possibilità di godere del dramma dei tiri dal dischetto. Il rigore è calcio nella sua forma più pura: calciatore, portiere e palla. Nient’altro. Una prova di tecnica e di nervi. È l’essenza stessa del gioco, l’elemento primario. E anche da un punto di vista così scarno, è tutt’altro che semplice”. Ben Lyttleton – Undici metri. Arte e psicologia del calcio di rigore – Ed. TEA.