CARTELLA STAMPA - Politicamentecorretto

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CARTELLA STAMPA - Politicamentecorretto
CARTELLA STAMPA
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Partecipanti all’incontro di Brdy il 20 ottobre
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Antecedenti
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Dichiarazione di Europe for Peace
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20 ottobre a Brdy
Bfieznice, REPUBBLICA CECA
Manifestazione contro le armi nucleari e le basi militari
Promotori:
Europe for peace – Coordinamento NeZakladnam (No alle basi in Repubblica Ceca)
Partecipanti confermati
1) Sindaci
•1 sindaco polacco e 85 cechi
•Video-messaggio del Signor Akiba, sindaco di Hiroshima
•Saluto del sindaco di Londra
2) Organizzazioni
INGHILTERRA – LONDRA
CND, Campaign for Nuclear Disarmament (www.cnduk.org)
Dr Kate Hudson, presidente CND dal 2003.
Kate Hudson ha guidato campagne antinucleari e contro la guerra a livello nazionale e internazionale. E’ l’autrice di “CND, ora più che mai: storia del movimento per la pace.”
Sophie Bolt, vicepresidente CND dal 2004.
E’ anche presidente regionale CND a Londra. Da studente era membro attivo del CND studentesco e membro esecutivo delle Nazioni Unite degli Studenti.
ITALIA - SPAGNA
MONDO SENZA GUERRE (www.mondosenzaguerre.org/www.mundosinguerras.org)
BELGIO – IEPER
Mayors for Peace - 2020 Vision Campaign
Segreteria internazionale (www.2020visioncampaign.org, www.mayorsforpeace.org)
Pol D'Huyvetter
STATI UNITI – MAINE
Global Network Against Weapons & Nuclear Power in Space
(www.space4peace.org)
Bruce Gagnon, Segretario/Coordinatore
E’ impegnato sui temi dello spazio da vent’anni e nel 1992 ha contribuito a creare questa organizzazione. E’ consulente del Helen Caldicottàs Nuclear Policy Research Institute, ha coordinato per
quindici anni la Florida Coalition for Peace & Justice ed ha ricevuto una formazione organizzativa
nella United Farmworkers Union.
SVEZIA
International Peace Bureau, Abolition 2000 Council, Swedish Peace Council and Network
Against War (www.space4peace.org)
Agneta Norbert
Ex insegnante e da tempo attivista pacifista, all’inizio degli anni Ottanta Agneta ha organizzato
marce della pace delle donne nell’ex Unione Sovietica e negli Stati Uniti. Negli anni Novanta ha
illustrato il nuovo pericolo nucleare attraverso seminari e iniziative, ha preso parte ad azioni per
chiudere la base di Menwith Hill in Inghilterra ed è stata arrestata due volte. Negli ultimi cinque
anni ha organizzato seminari ed azioni davanti alle ambasciate degli Stati Uniti per protestare
contro la militarizzazione dello spazio e ha invitato Helen John dall’Inghilterra, Regina Hagen
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dalla Germania e Joseph Gerson dagli Stati Uniti come oratori.
Ha pubblicato numerosi articoli e opuscoli su questo tema.
Agneta è membro del Steering Committee dell’International Peace Bureau,
Abolition 2000 Council, del Swedish Peace Council e di Network Against War in Svezia
15 altre organizzazioni italiane, polacche e tedesche.
3) Delegazioni del Partito Umanista di 13 paesi europei:
Italia, Belgio, Spagna, Gran Bretagna, Francia, Portogallo, Germania, Danimarca, Grecia,
Ungheria, Svizzera, Paesi Bassi, Repubblica Ceca.
Giorgio Schultze – Portavoce del Forum Umanista Europeo
ANTECEDENTI:
IL RITORNO DELLE GUERRE STELLARI, NUOVE BASI USA NELL'EST EUROPEO
ENTI LOCALI E CITTADINI UNITI NELLA PROTESTA
Il vecchio sogno di Reagan dello scudo stellare sembrava solo un triste ricordo ormai superato dalla storia,
ed invece é un progetto quanto mai attuale. Dal 2002 gli USA hanno preso contatto con i governi dell'Ungheria,
della Repubblica Ceca e della Polonia per la realizzazione di nuove basi militari secondo il progetto National
Defence System. Gli accordi si sono svolti in segreto e solo nell'agosto 2006, grazie al comitato "Ne zakladnam" – no alle basi – promosso dal Movimento Umanista in Repubblica Ceca e composto da una cinquantina
di associazioni, la notizia é divenuta di dominio pubblico. Questa protesta ha presto coinvolto tutti i sindaci dei
paesini dove dovrebbe essere costruito il radar perno di questo sistema e molti altri sparsi in tutto il paese.
Un’alleanza che mette sotto gli occhi del mondo un problema di governance presente anche in altri
paesi europei.
Vediamo il contesto in cui si forma quest’alleanza: le elezioni politiche si erano svolte pochi mesi prima; l'ODS,
il partito di maggioranza relativa, aveva formato una coalizione di destra, insieme alla Democrazia Cristiana e ai
Verdi, con giusto 100 deputati contro i 100 della sinistra. Una situazione di paralisi politica che si é sciolta solamente nel gennaio 2007, grazie a due deputati socialisti che sono passati con la destra. Il giorno dopo la formazione del governo, il Premier Topolanek ha annunciato , dietro evidenti pressioni americane e tra numerosi
problemi di politica interna ancora da risolvere, la realizzazione dello scudo stellare in Repubblica Ceca.
Il comitato "Ne zakladnam", già molto attivo nei mesi precedenti, ha reagito immediatamente, improvvisando
una manifestazione con circa 3.000 persone: "vogliamo il referendum" era lo slogan più gridato. Davanti alla
sede del governo, invece lo slogan é stato: " o nas bez nas", si decide su di noi senza di noi, riferendosi al periodo comunista e forse alla conferenza di Monaco, quando l'Europa permise a Hitler di conquistare la
Cecoslovacchia. Jan Tamas, portavoce del comitato, spiega: "Finora non abbiamo ascoltato nessuna spiegazione ragionevole sul motivo dell'installazione delle basi; tutto è stato fatto nel miglior stile dei regimi dittatoriali,
alle spalle della gente".
Presto la protesta si è sparsa nei paesini in cui si vuole costruire il radar per lo scudo stellare e quindici sindaci
hanno organizzato referendum locali, in tutti quanti la volontà popolare è risultata contraria alla costruzione
dello scudo. Anche nel resto della repubblica Ceca, dove circa il 70 percento della popolazione è contraria alla
costruzione dello scudo, altri sindaci hanno aderito alla campagna.
Il governo ceco e quello americano sicuramente non si aspettavano un’alleanza così salda ed un’opposizione
tanto netta. I tentativi di dividere il coordinamento, di far cambiare opinione ai sindaci ed alla popolazione ceca
sono falliti. In un crescendo di manifestazioni e proteste, il progetto dello scudo è sempre più impopolare. Nel
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frattempo, il fatto che la situazione internazionale sia grave e che la politica
americana peggiori le cose, é chiaro a molti. Sia Kissinger che Gorbachov
si sono espressi con molta chiarezza sulla necessità di prendere sul serio il tema del nucleare e rispettare il
Trattato di non proliferazione.
La ripresa della corsa agli armamenti nucleari, la lotta al terrorismo, l'instabilità politica in Medio Oriente e
soprattutto le dichiarazioni sulla possibilità di usare la bomba nucleare a scopo preventivo, porta al crollo dell’assioma della Mutua Distruzione Assicurata (MAD) che reggeva l’equilibrio della guerra fredda, aprendo scenari nuovi e ancor più gravi.
Jan Tamas e altri membri del comitato si rendono conto che anche se anche le loro rivendicazioni verranno
accolte, grazie alla politica americana di accordi segreti con singoli paesi europei, il pericolo rimarrà. Chiamano
in causa l’Europa e promuovono la campagna “Europe for Peace”. Secondo Giorgio Schultze, Presidente della
Regionale Umanista Europea, l'Europa dovrebbe avere una politica indipendente da quella americana, schierarsi a favore di un disarmo nucleare proporzionale con la supervisione dall'ONU, restituire agli Stati Uniti le 500
bombe nucleari custodite nelle basi NATO sparse per il suo territorio e diventare così un modello di cultura non
violenta per il resto del mondo . Solo cosi si potrà evitare una catastrofe nucleare.
Europe for Peace, conta con l’adesione di personaggi illustri: premi Nobel quali Mikhail Gorbachov e Maired
Maguire, accademici quali Noam Chomsky, il fisico Angelo Baracca ed il sociologo Jan Keller, attivisti quali
Padre Alex Zanotelli e Giulietto Chiesa, politici quali il Senatore Fernando Rossi, la Vice Presidente del
Parlamento Europeo Luisa Morgantini ed il sindaco di Hiroshima, Tadatoshi Akiba.
Jan Tamas assicura che in tutta Europa si sentirà parlare della loro iniziativa perché alla fine, nonostante le
menzogne, la violenza, la manipolazione e le ingiustizie, trionferà la luce della ragione e un nuovo umanesimo
si fará strada nel cuore della gente.
Dichiarazione di Europe for Peace
Un’Europa libera dalle armi nucleari
In tutto il mondo scienziati e artisti, militari e pacifisti, donne e uomini, giovani e anziani dicono: la
guerra è un disastro!
L’Europa rappresenta per molti un’aspirazione, un modello economico, un riferimento culturale, l’idea stessa di
benessere e sicurezza sociale. L’Unione Europea cresce e sempre nuovi paesi chiedono di poterne far parte.
L’Europa vuole “promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli“, ma questo desiderio si scontra
con una realtà che negli ultimi anni é cambiata velocemente: il terrorismo internazionale, la guerra in Iraq, il
ricorso alla violenza per risolvere i conflitti internazionali, regionali e locali, la strategia della guerra preventiva
e soprattutto una nuova folle corsa agli armamenti nucleari. Le dichiarazioni di Stati Uniti e Francia sulla possibilità di usare per primi la bomba atomica contro il terrorismo, le affermazioni del Giappone sulla possibilità di
entrare nel mondo dell’atomica per scopi difensivi, l‘intenzione dell‘Iran e della Corea del Nord di proseguire
nel loro programma nucleare, lasciano tutti sgomenti.
L’Europa, abdicando al suo ruolo di potenza economica e culturale mondiale, frammentata nei suoi governi
nazionali e subordinata alla strategia politica militare degli Stati Uniti, accetta l’installazione di nuove basi,
favorendo l‘aggravarsi delle tensioni internazionali.
I popoli in tutta Europa, invece, chiedono: diamo una possibilità alla pace!
L’Europa non deve appoggiare alcuna politica che trascini il pianeta verso la catastrofe: qui è in gioco la vita di
milioni di persone, è in gioco il futuro stesso dell’umanità. Le armi nucleari vanno smantellate oggi, prima di
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usarle; dopo sarebbe troppo tardi. Che i politici siano alla altezza della situazione
o si facciano da parte!
L’Europa ha l’occasione storica di essere un modello positivo e trainante per tutti quei paesi che stanno avviandosi all’integrazione regionale in America Latina, in Asia e in Africa. L’Europa ha l’occasione di avviare una politica internazionale di distensione e di pace, che possa aprire i nuovi orizzonti e i nuovi cammini che l’essere
umano ha bisogno di percorrere. L’Europa ha l’occasione di mettersi alla testa di un cambiamento epocale
come avanguardia della Nazione Umana Universale.
Chiediamo che l’Europa scelga una politica di pace, decisa e non-violenta. Chiediamo come misure urgenti e
irrinunciabili:un’Europa libera da armi nucleari: pretendere dagli Stati Uniti il ritiro di tutti gli ordigni nucleari
presenti nelle basi USA-Nato per il loro smantellamento, e l’eliminazione degli arsenali nucleari della Francia
e della Gran Bretagna, come primi passi per avviare il programma di disarmo nucleare globale con la supervisione dell’ONU
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dichiarare illegali le armi nucleari secondo la sentenza del Tribunale
Internazionale del 1996
la cancellazione di qualsiasi accordo per l’installazione o l’ampliamento
di basi militari di potenze straniere sul territorio
il ritiro delle truppe dei paesi europei dai territori occupati
la ricerca della mediazione diplomatica e del dialogo per la soluzione dei conflitti
Nelle strade delle grandi metropoli e delle loro periferie, nei piccoli centri urbani e rurali d’Europa, qualcosa di
nuovo sta nascendo: una sinfonia dolce ma potente, che come un uragano travolge ogni ingiustizia, ogni sopruso, ogni violenza. Nessuno potrà farla tacere, perché è la speranza più profonda dell’essere umano.
Amiche e amici di tutta Europa,
costruiamo con la forza della non violenza
un’Europa di pace!
Praga, 22 febbraio 2007
Giorgio Schultze
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