MYC - Milan Young Citizens

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MYC - Milan Young Citizens
elaborato da
MYC - Milan Young Citizens:
la partecipazione dei giovani per il futuro della città
Report dei risultati emersi dalla survey online
Le principali evidenze
Novembre 2015
Indice
1. Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
2. L’analisi dei risultati: le principali evidenze. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
3. Conclusioni. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
5
1. Premessa
Il presente documento illustra i principali risultati emersi dalla survey online somministrata nell’ambito
del progetto “MYC - Milan Young Citizens: la partecipazione dei giovani per il futuro della città”.
Il progetto, realizzato dal Comune di Milano in collaborazione con la Fondazione Giacomo Brodolini,
The Hub s.r.l., Associazione Culturale Aprile, Associazione Culturale ARCI, Acca Più s.r.l., Avanzi s.r.l. e
Make a Cube s.r.l., ha l’obiettivo di promuovere tra i giovani della città metropolitana di Milano una
nuova cultura d’impresa fortemente orientata ai temi della social innovation, come leva strategica per
uno sviluppo urbano sostenibile.
Nello specifico, la survey è stata realizzata con l’obiettivo di inquadrare i bisogni e i desideri di un
target di giovani con un’età compresa tra i 16 e i 35 anni, residenti nella città metropolitana di Milano.
A tale scopo, sono state costruite complessivamente 19 domande attinenti alle seguenti aree tematiche:
- Dati anagrafici;
- Percorso formativo e condizione occupazionale;
- Relazioni sociali e partecipazione sociale;
- Bisogni e desideri per un miglioramento generale della qualità della vita;
- Conoscenza e interesse rispetto al tema della social innovation.
La somministrazione è partita il 6 luglio 2015 e si è conclusa il 30 ottobre 2015.
6
2. L’analisi dei risultati:
le principali evidenze
In questo paragrafo sono riportate le principali evidenze emerse dall’analisi delle risposte fornite per
ciascuna delle aree tematiche indagate con il questionario di rilevazione on-line.
Dati anagrafici
il campione si presenta ben bilanciato dal punto di vista del sesso: su un numero complessivo di 1127
giovani che hanno compilato il questionario, 615 sono donne e 512 sono uomini (tab.1) con un’età
media di 26 anni (tab.2).
Tab.1 - Il sesso del campione
Sesso
V.a.
V.%
Maschio
512
45,43%
Femmina
615
54,57%
Totale
1127
100,0%
Tab.2 – Età del campione
Età in anni compiuti
Media
26,2
Minimo
16
Massimo
35
7
Con riferimento alla zona di residenza, il 15,53% vive nella Zona 9 di Milano, il 14,46% nella Zona 3, il
12,24% nella Zona 4, il 12,24% nella Zona 6, l’11,62% nella Zona 5, il 10,65% nella Zona 8, il 9,85%
nella Zona 2, l’8,16% nella Zona 7 e il restante 5,15% nella Zona 1 (Tab. 3).
Tab.3 – La zona di residenza
Zona di residenza
V.a.
V.%
Zona 1: Centro storico
58
5,15%
Zona 2: Porta Nuova; Stazione Centrale; Greco; Turro; Gorla; Precotto; Crescenzago
111
9,85%
Zona 3: Porta Venezia/Buenos Aires; Città Studi; Casoretto; Lambrate; Cimiano; Feltre; Rubattino; Ortica.
163
14,46%
Zona 4: Porta Romana; Porta Vittoria; Forlanini; Cavriano Calvairate; Nosedo;
Santa Giulia
139
12,33%
Zona 5: Porta Ticinese; Porta Vigentina; Porta Lodovica; Conchetta; Spaventa;
Stadera; Chiaravalle; Gratosoglio; Chiesa Rossa; Naviglio Pavese; Ripamonti
131
11,62%
Zona 6: Porta Genova; San Giminiano;
Sant’Ambrogio; Bisceglie; Inganni; Barona
12,24%
Lorenteggio;
Giambellino;
138
Zona 7: Porta Vercellina; Washington/Marghera; Baggio; Quinto Romano;
Quarto Cagnino; San Siro; Muggiano
92
8,16%
Zona 8: Porta Volta; Porta Comacina; Bullona; Fiera; Chinatown; Ghisolfa;
Portello; QT8; Gallaratese; Bonola; Lampugnano; Quarto Oggiaro; Musocco;
Villapizzone
120
10,65%
Zona 9: Porta Garibaldi; Zara/Isola; Lancetti; Bovisa; Dergano; Prato Centenaro; Niguarda; Affori; Bicocca; Bignami; Comasina; Bruzzano
175
15,53%
Totale
100,0%
1127
Quasi la metà del campione vive con la famiglia di origine (45,70%); il 22,4% ca. con la famiglia
creata con il partner; il 16,95% da solo/a e il 15% con coinquilini (tab.4).
Tab.4– Con chi vivono i giovani che hanno partecipato alla survey
Con chi vivi
V.a.
V.%
Da solo/a
191
16,95%
Con la famiglia di origine
515
45,70%
Con la famiglia creata con il partner
252
22,36%
Con coinquilini
169
15,00%
Totale
1127
100,0%
8
PERCORSO FORMATIVO E CONDIZIONE OCCUPAZIONALE
Con riferimento al titolo di studio posseduto, circa il 40% del campione possiede una laurea, seguito
da un 30% che, invece, ha un diploma di scuola media superiore. Il 14% ha un master post laurea;
il 7,8% ha la licenza media inferiore; il 6,4% ha un diploma universitario e, infine, solo l’1,5% ha una
qualifica professionale (Grafico 1).
Grafico 1 – Titolo di studio dei giovani che hanno partecipato alla survey
Quasi la metà del campione (47,03%), al momento dell’indagine, risulta occupato; il 32% ca. è studente; il 12% ca. è sia studente che lavoratore; il 5,41% è disoccupato e il 3,82% è in cerca di una
prima occupazione.
Solo lo 0,44% non studia, non è occupato e non cerca lavoro (NEET) e lo 0,18% è casalingo/a (Tab.5)
Tab.5 – La condizione occupazionale dei giovani coinvolti nella survey
Attualmente sei
V.a.
V.%
Studente
354
31,41%
Lavoratore
529
47,03%
Studente- lavoratore
132
11,71%
In cerca di prima occupazione
43
3,82%
Disoccupato
61
5,41%
Non studente, non occupato e non in cerca di lavoro
5
0,44%
Casalingo/a
3
0,18%
Totale
1127
100,0%
Dei 661 giovani che, al momento dell’indagine, sono occupati (lavoratori e studenti lavoratori), più
della metà ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato (52,80%); il 18,15% ha un lavorato
autonomo e/o partita IVA; il 12,56% ha un contratto di lavoro accessorio (prestazione occasionale,
ecc.), seguito da un 8,17% che ha un contratto di lavoro part-time. Inoltre, il 5% ca. sta svolgendo un
tirocinio formativo e il 3,33% è senza contratto di lavoro (Tab.6).
Tab.6 – Tipologia di contratto dei giovani che attualmente lavorano
Tipologia di contratto
V.a.
V.%
Contratto di lavoro part time
54
8,17%
Contratto di lavoro full time
349
52,80%
Lavoro accessorio (prestazione occasionale, lavoro stagionale, voucher)
83
12,56%
Partita IVA/lavoratore autonomo
120
18,15%
Tirocinio formativo
33
4,99%
Senza contratto
22
3,33%
Totale
661
100,0%
Più della metà del campione (65,31%), al momento dell’indagine, non sta cercando attivamente
lavoro (Tab7) principalmente per motivi di studio o formazione (41,09%), seguito da un 27,07% che
dichiara di essere soddisfatto del lavoro che svolge. Un 13% ca. accetta la sua attuale condizione in
9
considerazione della situazione del mercato del lavoro. Sono pochi, invece, coloro che non cercano
attivamente lavoro perché sono sfiduciati dall’attuale andamento del mercato (dato coerente con la
percentuale molto bassa di NEET nel campione della survey) o per condizioni personali o familiari di
salute (Tab 8).
Tab.7 – Giovani che non stanno cercando attivamente lavoro
Attualmente stai cercando attivamente lavoro?
V.a.
V.%
Si
391
34,69%
No
736
65,31%
Totale
1127
100,0%
Tab.8 - I motivi per i quali i giovani non stanno cercando lavoro
Perché non cerchi attivamente lavoro?
V.a.
V.%
Per condizioni personali o familiari di salute (es. invalidità, cura di famigliari, etc.) 6
0,82%
Per motivi di studio o formazione
41,09%
302
Non ho esigenza di cercarlo (condizioni economiche favorevoli o lavoro/lavorerò
nell’azienda familiare)
32
4,35%
Sono sfiduciato perché ho cercato a lungo in passato senza ottenere risultati
(nessuna offerta, offerte inadeguate alle mie capacità)
7
0,95%
Perché sto valutando la possibilità di crearmi un lavoro in proprio
21
2,86%
Perchè sono soddisfatto del lavoro che ho
199
27,07%
Perché accetto la mia attuale condizione considerando la situazione generale
del lavoro
98
13,20%
Perché la mia situazione attuale non mi lascia tempo libero per cercare lavoro
56
7,62%
Altro
15
2,04%
Totale
736
100,0%
Come evidenziato dalla nuvola di parole riportata di seguito, i 15 giovani che hanno scelto come
opzione di risposta “altro” (2,03%) hanno dichiarato di non cercare lavoro al momento, o perché ne
inizieranno uno a breve o perché sono liberi professionisti e ritengono che il cercare lavoro sia parte
integrante della loro professione, o ancora perché hanno dei figli piccoli e in questa particolare fase
della loro vita non hanno tempo per cercare lavoro.
Fig.1 – I motivi per i quali i giovani non stanno cercando lavoro
(opzione di risposta “altro”)
10
Infine, dei 736 giovani che hanno risposto di non cercare attualmente un lavoro, nel caso in cui si
presentasse un’occasione, quasi il 60% ha risposto che dipenderebbe dalla tipologia di offerta di
lavoro, mentre il 30,7% ca. si dichiara sicuramente disponibile ad accettare il lavoro. Decisamente in
minoranza quelli che, invece, dichiarano di non essere comunque disponibili a lavorare (5,03%), che
non sanno rispondere (4,22%) e che preferiscono non rispondere (1,50%).
Tab.9 - Disponibilità a lavorare da parte dei giovani che non cercano lavoro
Anche se attualmente non sei in cerca di un’occupazione, nel caso si pre- V.a.
sentasse un’occasione, saresti disponibile a lavorare?
V.%
Sarei sicuramente disponibile a lavorare
226
30,61%
Dipende da come è l’offerta di lavoro
431
58,64%
Non sarei comunque disponibile a lavorare
37
5,03%
Non saprei
31
4,22%
Preferisco non rispondere
11
1,50%
Totale
736
100,0%
RELAZIONI SOCIALI E PARTECIPAZIONE SOCIALE
Per quanto riguarda i posti frequentati abitualmente per trascorrere il tempo libero, al primo posto
compaiono i bar e ristoranti (77% ca.), seguiti dagli spazi urbani (piazza, corso, giardini, ecc.)(69,18%).
Anche il cinema e il teatro sono tra i posti dove i giovani si ritrovano con frequenza (64% ca.) come
anche le case private (48%).
I posti meno frequentati sono, invece, le parrocchie e gli oratori (6,2%) e i centri di aggregazione
giovanili comunali (3,5%) (Grafico 1).
Grafico 2 - I posti frequentati abitualmente nel tempo libero (domanda multi risposta)
Dall’analisi delle risposte fornite dai 43 giovani che hanno scelto come opzione di risposta “altro”(3,8%) è emerso come i posti frequentati per passare il tempo libero coincidano con i luoghi dedicati all’educazione/formazione (scuola, università) o al posto di lavoro ( negozi, alimentari, ecc.). Più
volte, inoltre, è stata indicata la propria abitazione come luogo in cui viene passato il tempo libero,
spesso navigando su internet (social network o per cercare lavoro).
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Fig. 1 - I posti frequentati abitualmente nel tempo libero
(opzione di risposta “altro”)
Le attività a cui i giovani si dedicano maggiormente nel tempo libero sono uscire con amici (74,2%)
quasi a pari merito con gli hobbies (leggere, ascoltare musica, ecc.) (73,6%) e, a seguire, navigare su
internet (56,3%). Quelle, invece, a cui dedicano minor tempo sono cercare lavoro (13,8%) e l’attività
politica (6,6%) (Grafico 2).
Grafico 3 – le attività svolte nel tempo libero (domanda multi risposta)
Dall’analisi delle 32 risposte fornite dai giovani che hanno scelto come opzione di risposta “altro”(2,8%), emerge in maniera molto netta il dedicarsi alla famiglia e alla cura dei figli come attività
principale svolta nel tempo libero. E’ emersa anche la difficoltà per alcuni giovani a ritagliarsi del
tempo libero, in quanto molto spesso viene utilizzato per lo studio.
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Fig.2 - Le attività svolte nel tempo libero
(opzione di risposta altro)
La partecipazione ad associazioni non risulta particolarmente elevata nei giovani che hanno partecipato alla survey: per il 45% dei casi, infatti, i giovani hanno risposto di non far parte di nessuna
associazione.
Tra coloro che, invece, ne fanno parte, ricorrono maggiormente associazioni di volontariato e promozione sociale, associazioni sportive e associazioni di tipo culturale.
Molto bassa, invece, la partecipazione ad organizzazioni sindacali e partitiche e, quasi nulla, ad organizzazioni di tipo religioso (grafico 3).
Grafico 3 – partecipazione ad associazioni (domanda multi risposta)
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BISOGNI E DESIDERI PER UNA MIGLIORE QUALITA’ DELLA VITA
Quasi il 73% dei giovani che hanno risposto al questionario non conosce i servizi territoriali dedicati
ai giovani offerti dalla città di Milano, e quasi il 3% afferma che non ci sono servizi dedicati ai giovani
(tab.1).
Tab.1 – conoscenza dei servizi del territorio dedicati ai giovani
Conosci i servizi del territorio dedicati ai giovani?
V.a.
V.%
Si
275
24,40%
No
822
72,94%
Non ci sono servizi
30
2,66%
Totale
1127
100,o%
Un dato interessante è rappresentato dalle risposte fornite alla domanda in cui è stato chiesto che
cosa manca nella città di Milano: i servizi che i giovani hanno indicato con maggior frequenza come
mancanti si riferiscono al “sostegno all’autoimpiego e all’auto imprenditorialità giovanile” (45,52%),
seguiti da “sostegno all’autonomia abitativa” a pari merito con “iniziative di quartiere per conoscere le
persone della porta accanto” (44,90%).
I servizi che, invece, risultano essere mancanti in maniera inferiore sono “percorsi di sostegno alla
genitorialità” (14,46%) e “percorsi sulla prevenzione alle dipendenze (alcool, gioco/scommesse,
droga,ecc.)” (13,58%) (tab.2).
Tab. 2– Cosa manca nella città di Milano (domanda multi risposta)
Dal tuo punto di vista, cosa manca nella città di Milano?
V.a.
Percorsi di formazione professionale per apprendere competenze lavorative
(corsi di falegnameria, carpenteria., ecc.)
287
V.%
25,47%
Percorsi formativi su tematiche come l’affettività, la corporeità, i temi sociali,
l’ambiente, l’etica
241
21.38%
Percorsi formativi di tipo artistico
192
17.04%
Sostegno all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità giovanile
513
45.52%
Attività piacevoli per il tempo libero (cineforum, spettacoli, concerti, ecc...)
253
22.45%
Iniziative di “quartiere” per conoscere le persone della “porta accanto”
506
44.90%
Percorsi sulla prevenzione alle dipendenze (alcool, gioco/scommesse, droga,ecc.) 153
13.58%
Stage su varie tipologie di lavoro a scopo di orientamento (per esempio nel
periodo estivo)
420
37.27%
Percorsi di sostegno alla genitorialità
14.46%
163
Accesso al credito
259
22.98%
Spazi per lo sport
278
24.67%
Sostegno all’autonomia abitativa
506
44.90%
Altro
49
4.35%
Dall’analisi delle risposte fornite all’opzione di risposta “altro” emerge come molto sentita l’esigenza
da parte dei giovani di essere supportati dal Comune nella realizzazione del proprio percorso sia
formativo che professionale. Ricorre spesso anche il desiderio di poter usufruire di maggiori spazi
verdi, piste ciclabili e luoghi di aggregazione e socializzazione per i giovani che non siano di consumo.
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Fig.1 – Cosa manca nella città di Milano
(Opzione di risposta “altro”)
Dal punto di vista dei giovani coinvolti nella survey, nel mercato del lavoro attuale, le modalità con cui
si trova lavoro oggi sono principalmente “segnalazioni al datore di lavoro da parte di familiari, amici o
conoscenti “(62,38%), rispondendo ad offerte di lavoro pubblicate su giornali o su internet (43,92%) e,
a seguire, tramite stage, tirocini, work experiences (non scolastici, o universitari o legati ad un corso
di Istruzione e Formazione Professionale - IeFP) (43,03%).
Poco considerati i concorsi pubblici e i centri di orientamento e le informazioni per disoccupati (informa giovani), ancor meno i servizi per l’impiego e infine, quasi per niente, i centri di orientamento e
consulenza psicologica (circa l’1,33%) (Tab.3).
Tab. 3 – le modalità che aiutano di più i giovani a trovare lavoro (domanda multi risposta)
Nel mercato del lavoro attuale, dal tuo punto di vista, quali sono le modalità che V.a.
aiutano di più i giovani a trovare lavoro? V.%
Tramite segnalazioni al datore di lavoro da parte di familiari, amici o conoscenti
703
62,38%
Con inserzioni su giornali o su internet
223
19,79%
Rispondendo ad offerte di lavoro pubblicate su giornali o su internet
495
43,92%
Inviando domanda al datore di lavoro o presentandosi direttamente al datore di
lavoro
356
31,59%
Attraverso un servizio pubblico per l’impiego
75
6,65%
Attraverso un centro di orientamento e informazione per disoccupati (Informagiovani)
82
7,28%
Per concorso pubblico
79
7,01%
Tramite la scuola, l’università, il CFP (compresi stage svolti per queste strutture)
470
41,70%
Tramite stage, tirocini, work experiences (non scolastici, o universitari o legati ad
un corso di FP)
485
43,03%
Attraverso agenzie private di collocamento/selezione
181
16,06%
Attraverso agenzie di lavoro interinale
170
15,08%
Iniziando un’attività autonoma o collaborando ad un’attività familiare
184
16,33%
Tramite contatti acquisiti nei lavori svolti precedentemente
468
41,53%
Tramite centri di orientamento e consulenza psicologica
15
1,33%
Altro
11
0,98%
Le risposte fornite all’opzione di risposta “altro” (0,98%) in realtà rafforzano l’opzione di risposta
risultata più ricorrente, ovvero il ricorso al passaparola e alle conoscenze personali come modalità
“vincenti” per trovare lavoro. Abbastanza frequente anche la creazione di network sui social (Linkedin
in particolare).
15
Fig.2 – Le modalità che aiutano di più i giovani a trovare lavoro
(opzione di risposta “altro”)
CONOSCENZA E INTERESSE RISPETTO AL TEMA DELLA SOCIAL INNOVATION
L’auto imprenditorialità e/o lo sviluppo di un lavoro autonomo sono considerate come opportunità
concrete di trovare lavoro per quasi il 67% dei rispondenti (tab.1) e le motivazioni principali che sono
state fornite a supporto di tale scelta fanno riferimento al “desiderio di autorealizzarsi” ( 77,5% ca.).
Come seconda motivazione prevale “trasferire e mettere in pratica le competenze maturate” (44,8%)
e, a seguire, il “bisogno di cambiamento” (41,7%) (grafico 1).
Tab. 1– auto imprenditoralità come opportunità di lavoro
Nel contesto del mercato del lavoro attuale, considereresti un lavoro au- V.a.
tonomo e/o lo sviluppo di una tua idea imprenditoriale come una opportunità concreta di lavoro? V.%
Si
754
66,90%
No
373
33,10%
Totale
1127
100,0%
16
Grafico 1 – le motivazioni per l’avvio di una propria idea imprenditoriale
(domanda multi risposta)
Le motivazioni indicate nell’opzione di risposta “altro” (2.9%) esprimono in maniera molto forte il desiderio dei giovani di poter essere “imprenditori di se stessi”, senza dover rendere conto a dei superiori
che, da quanto emerge dalle risposte fornite, sono percepiti spesso come poco competenti soprattutto
nell’utilizzo delle risorse informatiche. Voglia di essere indipendenti e di un salario adeguato sono,
quindi, le risposte maggiormente ricorrenti. Frequenti sono anche il desiderio di realizzare un proprio
sogno e poter organizzare in maniera autonoma i tempi di lavoro
Fig.1 - le motivazioni per l’avvio di una propria idea imprenditoriale ?
(Opzione di risposta altro)
17
Gli strumenti/progetti che le istituzioni dovrebbero offrire per l’avvio di un’attività autonoma/d’impresa,
per la maggior parte dei giovani coinvolti nella survey, sono gli incentivi finanziari (56,4%) e, a seguire,
l’assistenza/consulenza all’avvio (32,5%).
Per una percentuale decisamente inferiore sono i corsi di formazione (8%) e i seminari di orientamento (2%).
Grafico 2 – strumenti/progetti per l’avvio di una propria idea imprenditoriale
Per coloro che, invece, hanno scelto l’opzione “altro” (2,9%) prevale la richiesta di un alleggerimento
delle procedure burocratiche e un percorso di accompagnamento anche dopo la fase di start up.
Fig.2 - strumenti/progetti per l’avvio di una propria idea imprenditoriale
(Opzione di risposta “altro”)
Sempre per l’avvio di un’attività in proprio, su una scala da un minimo pari a 0, equivalente a per nulla
importante, a un massimo pari a 5 equivalente a del tutto/molto importante, i giovani del campione
considerano come importanti e/o molto importanti aspetti afferenti alle proprie capacità personali ed
18
un adeguato supporto economico iniziale, ovvero: le capacità gestionali/di autonomia, la capacità di
lavorare, carattere/la fiducia in se stessi da una parte e il supporto del sistema bancario/finanziario,
il capitale iniziale dall’altra.
L’area che potrebbe rappresentare un’opportunità per lo sviluppo di un’idea imprenditoriale, per quasi
la metà dei giovani che hanno risposto al questionario è quella della cultura e turismo (47,91%)
mentre per il 24,05% quello degli spazi e beni pubblici. Infine, per circa il 19% è quella del welfare.
Tab. 2– Aree per lo sviluppo di un’idea auto imprenditoriale
Quali, tra le seguenti aree, pensi che potrebbero rappresentare un’opportunità V.a.
per lo sviluppo di una tua idea auto imprenditoriale:
V.%
Welfare
212
18,81%
Spazi e beni pubblici
271
24,05%
Cultura e turismo
540
47,91%
Altro
104
9,23%
Totale
1127
100,o%
Dall’analisi delle risposte fornite nell’opzione “altro” (9,23%), spiccano gli ambiti della ristorazione e
delle nuove tecnologie. Frequenti sono anche il settore dello sport e dei servizi alle PMI.
Fig.3 – Aree per lo sviluppo di un’idea auto imprenditoriale
(opzione di risposta “altro”)
Infine, per il 72,23% dei rispondenti il sociale rappresenta un’opportunità concreta di lavoro.
Tab. 3– Il sociale come opportunità di lavoro
Dal tuo punto di vista oggi investire nel sociale può rappresentare V.a.
un’opportunità concreta di lavoro?
V.%
Si
72,23%
814
No
313
27,77%
Totale
1127
100,0%
19
3. Conclusioni
Dall’analisi delle risposte fornite alla survey online sono emerse alcune considerazioni generali rispetto alla situazione dei giovani (16-35 anni) che vivono nella città metropolitana di Milano.
In linea generale, emerge un quadro abbastanza confortante per quanto riguarda la condizione dei
giovani che hanno risposto al questionario: la maggioranza di loro, infatti, attualmente ha un lavoro o
sta studiando o, ancora, sta studiando e lavorando insieme (90,15%).
In ragione di ciò si lega anche il fatto che la maggior parte dei ragazzi, al momento dell’indagine, non
stia cercando attivamente lavoro (65,31%), in quanto principalmente impegnata negli studi o perché
si ritiene soddisfatta del lavoro che svolge.
E’ emerso, inoltre, un approccio abbastanza positivo nei confronti del mondo del lavoro, nonostante il
quadro di crisi occupazionale che caratterizza il nostro paese: sembra che i ragazzi non si vogliano accontentare delle offerte di lavoro disponibili sul mercato ma, piuttosto, ricercano, almeno come prima
scelta, un lavoro che possa rispondere ai loro interessi o aspettative.
Qualora si presentasse un’occasione di lavoro, infatti, più della metà dei giovani che in questo momento non sta cercando attivamente lavoro, ha dichiarato che lo accetterebbe in base al tipo di lavoro
e non semplicemente per il fatto di aver ricevuto un’offerta, anche se quest’ultima opzione di riposta
è stata comunque scelta da una fetta non indifferente di giovani (30,61%).
Sembrerebbe, quindi, che in generale, il sentimento di sfiducia o rassegnazione nei confronti del
mondo del lavoro che caratterizza gran parte dei giovani in Italia, non sia particolarmente sentito tra
i giovani milanesi che hanno partecipato alla survey.
Tuttavia non si può non tenere conto del fatto che la percentuale di giovani cosiddetti NEET (ovvero
che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro) che hanno risposto alla survey è molto bassa
(o,44%).
Pertanto, viene da pensare che i ragazzi che hanno partecipato alla survey rappresentino solo una
parte di popolazione giovanile che, già per il fatto di essere venuta a conoscenza del presente progetto, è maggiormente predisposta ed aperta verso un coinvolgimento attivo in iniziative e/o percorsi
promossi sul territorio per i giovani.
Mentre si conferma la difficoltà a intercettare uno specifico target di utenza, quale i NEET, per i quali
forse sarebbe necessario intervenire in maniera più mirata e specifica per ottenere un reale coinvolgimento verso questo tipo di iniziative.
In linea con le opinioni della popolazione giovanile italiana, i giovani che hanno partecipato alla survey
considerano il ricorso al “passaparola” come la principale modalità con cui trovare un lavoro e, solo in
seconda battuta, rispondendo a inserzioni su giornali o internet, mentre si evidenzia la trascurabilità
del ricorso ai servizi territoriali privati e ai servizi per l’impiego.
Le informazioni relative alla tipologia contrattuale dei giovani che lavorano, inoltre, dimostrano come,
da una parte, prevalga la forme “stabile” del contratto di lavoro a tempo indeterminato (52,80%) ma,
dall’altra, evidenziano come si stia progressivamente ampliando il numero di giovani che decidono di
svolgere un lavoro autonomo e/o a partiva IVA (18,15%), dato che però potrebbe essere falsato dal
fenomeno sempre più diffuso in Italia delle cosiddette “finte partita iva”.
I giovani milanesi, inoltre, non sono solo alla ricerca di un guadagno che possa dare loro l’indipendenza,
ma si dichiarano principalmente alla ricerca di un lavoro che possa garantire loro la possibilità di realizzare i propri sogni e di mettere in pratica ciò per cui hanno studiato.
Il posto fisso non è la principale aspirazione dei giovani. I dati, infatti, rilevano un forte interesse e
propensione nell’area della creazione di impresa e del lavoro autonomo (considerato come opportunità concreta di lavoro per il 67% ca. dei giovani), dato che trova conferma anche nel fatto che la
maggior parte dei giovani ritiene che il principale servizio che manca nella città di Milano sia proprio
il “sostegno all’autoimpiego e all’auto imprenditorialità giovanile”.
Il lavoro in proprio viene collegato ad una forte esigenza di autorealizzazione personale. Il 77,5% del
campione sottolinea, infatti, questa motivazione come fattore determinante per l’avvio.
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Il ritratto che sembra emergere è quello di una generazione di giovani che vede nelle variabili soggettive come le capacità gestionali/di autonomia, la fiducia in se stessi le determinanti per il successo
nella fase di avvio di un’attività in proprio, sottolineando, allo stesso tempo, come imprescindibile, in
tale fase, la disponibilità di un supporto di tipo finanziario da parte delle istituzioni e dagli Istituti di
credito.
Seppure il sociale sia considerato da una fetta molto ampia di giovani (73% ca.) come opportunità
concreta di lavoro, allo stesso tempo c’è da dire che tra le tre aree proposte dalla survey per lo sviluppo di un’idea auto imprenditoriale, al primo posto compare “cultura e turismo”, seguito da “spazi e
beni pubblici” e, solo come terza ed ultima opzione, l’area del “welfare”.
Tale dato sembra, da una parte, esprimere la mancanza di informazioni da parte dei giovani sulle attuali richieste del mercato del lavoro del nostro paese e, dall’altra, una scarsa conoscenza del tema
della social innovation e delle opportunità lavorative associate ad essa.
Le informazioni relative alla partecipazione sociale dei giovani non sono particolarmente incoraggianti, seppur in linea con quelle rilevate sulla popolazione giovanile in Italia.
Si conferma che il giovane milanese, come quello italiano d’altronde, trae soddisfazione dalla socializzazione e intende le amicizie in primo luogo come spazio di comunicazione e di svago.
In generale, dai dati disponibili si evince che il tempo libero è dedicato soprattutto ad attività individuali o che si svolgono all’interno del gruppo di amici (uscire con gli amici, hobbies o navigare su
internet). Così anche i posti frequentati abitualmente sono più che altro luoghi di socializzazione quali
bar e ristoranti o spazi urbani quali piazze, parchi, ecc.
Ci sono, invece, pochi indizi per un utilizzo del tempo libero che comporti un coinvolgimento dei giovani
nella società in senso più ampio: si conferma, infatti, una scarsa partecipazione ad attività di natura
politica o religiosa e diminuiscono anche le forme di associazionismo, dato che rispecchia un generale
minore protagonismo e attivismo nei confronti della società da parte dei giovani ed un sempre maggiore individualismo.
Questo fenomeno di chiusura dei giovani in forme sempre più individualistiche si conferma anche dal
fatto che gran parte di coloro che hanno partecipato alla survey dichiara di non conoscere i servizi
dedicati ai giovani, che la città di Milano offre.