Surgical Tribune - AICPE Associazione Italiana di Chirurgia Plastica

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Surgical Tribune - AICPE Associazione Italiana di Chirurgia Plastica
Surgical Tribune
08/11/2016
News Italy
Claudio Bernardi - Tesoriere AICPE
08/nov/2016 | News Italy
Quando il seno è troppo grande
by S. Perfetti
Tutto quello che c’è da sapere sull’intervento di riduzione del seno: «Diminuire un décolleté
troppo ingombrante migliora la postura e l’autostima, ma è necessario operarsi da giovani
per evitare danni permanenti alla schiena» dicono i chirurghi plastici dell’Associazione
Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe)
Le più famose sono Paola Perego e Alessia Marcuzzi, ma non sono certo le uniche: sono oltre
5mila le donne che si operano ogni anno in Italia per ridurre un seno troppo prosperoso. Ne parla
l’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe), che punta i riflettori su un intervento
meno famoso rispetto all’aumento del seno, ma altrettanto importante nella vita di una donna, in
quanto consente di risolvere problematiche fisiche e psicologiche: la mastoplastica riduttiva. “Chi
decide a sottoporsi alla riduzione mammaria chirurgica lo fa in seguito a problematiche correlate
con il peso eccessivo delle mammelle” spiega Claudio Bernardi, tesoriere dell’Associazione
Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe) “In termini medici si chiama “ipertrofia mammaria” e
consiste nello sviluppo eccessivo della ghiandola mammaria durante la pubertà o la gravidanza,
fino a raggiungere il peso di qualche chilogrammo nelle cosiddette gigantomastie. A causarla sono
fattori costituzionali, ormonali e anche una predisposizione ereditaria”.
Ecco quindi quello che chi vuole sottoporsi all’intervento deve sapere.
1) Un seno troppo grande causa dolori fisici. Un seno eccessivo porta inevitabilmente a
modificare il proprio fisico e il comportamento: “Ci sono donne che hanno atteggiamenti posturali
viziati, dovuti sia al peso delle mammelle, sia alla tendenza di nasconderle – spiega Bernardi -.
Questo causa cifosi (gobba) o rotazioni (scoliosi) della colonna vertebrale e della gabbia toracica
quando una mammella “pesa” più dell’altra. Le dimensioni delle mammelle spostano in avanti il
baricentro della colonna vertebrale portando collo e spalle e sopportare un peso importante causa
dolori, difetti di postura e anche problemi dermatologici come fenomeni irritativi della cute a livello
del solco mammario. Non solo: può causare difficoltà nello svolgimento di normali attività
quotidiane e nella pratica sportiva e quasi sempre è associata a problemi nella vita di relazione
sociale e sessuale”.
2) Gli effetti sull’autostima. Molte donne non si sentono a proprio agio indossando alcuni vestiti,
come canottiere o abiti scollati, in quanto un seno grande tende ad attirare gli sguardi. “Anche per
questo, dopo l’intervento molte donne si sentono rinascere: possono indossare il vestito che
vogliono senza vergognarsi o senza sentire tutti gli sguardi puntati addosso. Inoltre riescono a
eseguire esercizi sportivi con più facilità. In generale, migliora la propria autostima e di
conseguenza la vita sociale”.
3) Prima si opera, meglio è. Per prevenire l’insorgenza e l’aggravarsi di problematiche
psicofisiche è necessario intervenire chirurgicamente in tempi precoci, ovvero una volta che lo
sviluppo puberale è terminato. “La conferma dell’utilità di intervenire il prima possibile sta nel fatto
che l’intervento correttivo eseguito in età non più giovanile, pur migliorando l’atteggiamento
posturale scorretto, non riuscirà mai a modificare eventuali curve patologiche della colonna
vertebrale che si sono create nel corso degli anni. Quando si presenta l’indicazione chirurgica alla
mastoplastica riduttiva è inutile e dannoso aspettare di più, si rischia solo di aumentare i disagi
fisici e psichici” aggiunge Bernardi.
4) Un bel seno. L’intervento di riduzione mammaria o mastoplastica riduttiva ha come obiettivo
non solo la diminuzione del volume, ma anche il rimodellamento delle mammelle, che spesso
appaiono deformate e asimmetriche. “Lo scopo è quello di ottenere una forma ottimale e la
migliore simmetria possibile”.
5) Prima dell’intervento. La preparazione pre-operatoria prevede analisi cliniche di routine e le
raccomandazioni abituali prima di un intervento chirurgico: “Nelle due settimane precedenti è
necessario eliminare il fumo e non assumere aspirina o antinfiammatori non steroidei (fans) che
aumentano il rischio di sanguinamento. È buona norma praticare un doccia con sapone
disinfettante la sera prima dell’intervento. Indispensabile lo screening ecografico o mammografico
preoperatorio”.
6) L’operazione. L'intervento viene eseguito in anestesia generale, generalmente con un ricovero
di un giorno. “Si asportano cute e tessuti mammari in eccesso, spostando l'areola più in alto e
rimodellando i rimanenti tessuti in una forma più piccola, più alta e proiettata. L’intervento di solito
non è doloroso: farmaci antidolorifici posso essere assunti solo se necessario. A seconda
dell’entità dell’intervento, la dimissione può avvenire nella stessa giornata dell’operazione o, al più
tardi, il giorno seguente all’intervento. Il recupero è molto rapido poiché la paziente, pur
convalescente, beneficia subito di un piacevole senso di “leggerezza”” dice l’esperto di Aicpe.
7) Si allatta anche dopo il bisturi. Esistono attualmente delle tecniche chirurgiche
particolarmente sofisticate che consentono di asportare grandi quantità di tessuto e nello stesso
tempo di lasciare inalterata la struttura della ghiandola che rimane. “Dopo l’intervento riduttivo, ciò
che rimane del parenchima ghiandolare è funzionante e la ragazza potrà allattare. Inoltre si cerca
di mantenere il più possibile la sensibilità e la retrattilità dell’areola”.
8) Le cicatrici. Bisogna mettere in conto che la riduzione mammaria lascia il segno: una cicatrice
circolare intorno all'areola, una verticale e molto spesso anche una a livello del solco mammario.
Le cicatrici residue si rendono meno evidenti con il tempo, ma sono permanenti.
9) In ospedale o no? È possibile eseguire l’intervento in una struttura pubblica in convenzione
con il SSN solo nei casi di ipertrofia mammaria severa, dove si possa accertare sia clinicamente,
sia con indagini strumentale, che esistono disturbi funzionali importanti come danni alla colonna
vertebrale. Non sono previsti interventi di mastoplastica riduttiva in convenzione se lo scopo è
meramente estetico.