Il Libro d`Oro di Don Gino

Transcript

Il Libro d`Oro di Don Gino
Il Libro d’Oro di Don Gino
Perché questo libro d’oro
Nel giornalino “L’Eco di Alfero” composto e ciclostilato dall’amico sacerdote e alferese Don
Gerico Babini, distribuito a tutte le famiglie della parrocchia ed inviato anche a quasi tutti
parrocchiani lontani per la celebrazione del 40° anniversario di parrocchia (14 settembre 1940-14
settembre 1980), il parroco Don Gino Saragoni a pagina 13 ha scritto testualmente:
“Prima di morire o di andarmene da Alfero, vorrei preparare il cosiddetto “ libro d’oro “ nel quale
scrivere le cose più importanti realizzate, col concorso dalla mia gente, in questi quarant’anni e
principalmente la storia della nostra nuova chiesa parrocchiale con i nonni di tutti coloro che, con il
loro lavoro e le loro offerte hanno contribuito ad edificarla e a renderla più bella.
Questo libro resterà sempre esposti in chiesa, come ricordo perenne anche per le future
generazioni.“
Come vedete, la promessa è stata mantenuta!
Il parroco
Don Gino Saragoni
Alfero, 2 marzo 1981
La nuova Chiesa
Da quando Alfero, dopo la seconda guerra mondiale, cominciò ad ingrandirsi con la costruzione di
nuove case ed iniziò, con un crescendo continuo, l’afflusso dei villeggianti e dei turisti, era avvertita
sempre più l’esigenza di avere una nuova chiesa, più comoda per l’accesso è più funzionale ed
accogliente di quella allora esistente.
Nell’anno 1959, dopo varie vicende, il Pro. Francesco Olivucci, insegnante di disegno a Forlì e di
villeggiatura ad Alfero, si offrì di eseguire il progetto della costruenda chiesa, coadiuvato per la
parte tecnica, cioè per le strutture e i calcoli del cemento armato, dall’Ing Tomaso Zattoni di Forlì.
Non essendo possibile ottenere contributi specifici dallo Stato o da altri enti, confidando nella
provvidenza del buon Dio, l’opera fu iniziata e compiuta utilizzando vari cantieri di lavoro,
finanziati dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale.
Attualmente questi cantieri di lavoro sono scomparsi, ma per noi furono di grande aiuto.
Vi parteciparono, con grande impegno e passione, operai disoccupati, muratori e scalpellini in
pensione, i nomi dei quali saranno pubblicate in questo libro d’oro.
Come tutti sanno, la paga giornaliera di questi lavoratori era minima e per questo meritano tutti
quanti la mia riconoscenza e anche quella di tutti coloro che, anche in avvenire, beneficeranno del
frutto del loro lavoro e dei loro sacrifici.
In modo particolare merita di essere ricordato Mini Vittorio, che fungeva da capocantiere, per il
grande impegno e la pazienza con i quali ha portato avanti un lavoro così complesso e impegnativo,
dal principe fino alla fine.
Benedizione e posa della prima pietra
21 giugno 1961
Dopo lo scavo delle fondazioni perimetrali, eseguite tutte a mano, cioè a forza di picco e pala, e in
un terreno alluvionale, che richiese molto cemento e ferro, in una bella domenica di giugno - la data
è scolpita in uno dei due pannelli della porta maggiore – piena di sole e di aria di festa, alla presenza
dei parroci delle parrocchie limitrofe, delle autorità comunali, degli operai e di un foltissimo gruppo
di parrocchiani, il Vescovo di Sansepolcro Mons. Domenico Bornigia benediceva la prima pietra.
Le fasi più importanti del lavoro della edificazione della chiesa furono filmate dall’Ing. Tomaso
Zattoni, già ricordato in questo libro, che ha svolto gratuitamente l’opera sua e merita perciò tutte la
mia riconoscenza e anche quella della comunità parrocchiale presente e futura.
Intanto cominciava lavoro della estrazione della pietra, senza mezzi meccanici, ma tutto a forza di
braccia per preparare le bozze in travertino per i muri perimetrali e le lastre di pietra serena per le
colonne interne e le due facciate, davanti e di dietro.
Era un battito incessante di scalpelli, che cominciava nel primo mattino e che durava fino al vespro
inoltrato, come un coro musicale.
E intanto le colonne in cemento armato, rivestite di pietra serena, sbocciavano dalla terra e si
infittivano come una selva prodigiosa, protesa verso il cielo.
Poi piano piano sopra questa selva di colonne venne a posarsi, come la tela tessuta da un ragno
gigantesco, tutta la intelaiatura del tetto con le sue tegole rosse, che sembravano voler salire verso
l'azzurro e il campanile svettante come la vela di una nave...
Consacrazione della chiesa
14 agosto 1963
Finalmente ciò che qualche anno prima poteva sembrare un sogno, è divenuto gioiosa realtà.
Il 14 agosto, vigilia della Madonna Assunta, alla cui intercessione attribuisco la realizzazione di
quest'opera, ci preparammo a compiere una lunga e suggestiva cerimonia della consacrazione o
dedicazione della nuova chiesa.
Assistettero anche vari sacerdoti tra cui Don Piero Gai, priore di Riofreddo, che fungeva da
cerimoniere. È sempre bello ed esaltante rivedere nel filmato dell'Ing. Zattoni le fasi di quella sagra.
Compì il solenne rito il vescovo di Sansepolcro Mons. Abele Conigli, ora vescovo di Teramo, che
era molto affezionato ad Alfero e al quale anche gli alferesi volevano bene.
Fu lui che qualche mese dopo venne ad annunziare alla mia gente che, non potendo offrire un aiuto
in denaro, come avrebbe desiderato e come sarebbe stato più utile per me, mi aveva ottenuto il titolo
di Monsignore.
La chiesa nuova, come era la vecchia, fu dedicata a Sant’Andrea Apostolo e l'altare maggiore
invece alla Madonna Assunta.
Tutti gli anni sento il dovere di celebrare con commozione e con senso di immensa gratitudine a
Dio, alla Madonna e a quanti mi hanno aiutato, l'anniversario della consacrazione. Tutte le messe
che vengono celebrate in quel giorno sono in suffragio dei benefattori defunti e specialmente degli
operai, i più dei quali sono già andati a ricevere dal buon Dio il premio di quanto hanno fatto, con
semplicità e fede, per il decoro della sua casa. E spero che anche i miei successori continueranno a
compiere questo gesto di fede e di giusta riconoscenza.
Gli operai
Più volte nelle pagine di questo "libro d'oro" ho ricordato gli operai che hanno lavorato, quasi gratis,
nella edificazione di questa nostra chiesa parrocchiale.
Ora vorrei fissare, a caratteri grandi, i loro nomi perché siano letti ricordati anche da coloro che
verranno.
Penso sia giusto dividerli in due gruppi: il primo da quelli che, sia per le loro capacità professionali
e sia per il volume delle giornate di lavoro effettuate, anche nei vari cantieri di lavoro con i quali
abbiamo potuto realizzare altre opere a vantaggio del nostro paesello, sono i più meritevoli della
mia riconoscenza e di quella di tutta la comunità parrocchiale, presente e futura.
Vittorio Mini: capo o istruttore nei vari cantieri di lavoro, scalpellino e muratore
Federico Ambrogetti: valente scalpellino e muratore
Giocondo Giovannetti: pure muratore e scalpellino
Galliano Mosconi: manovale e anche muratore
Dante Mosconi: manovale
Ottavio Boattini: manovale
Pietro Bravaccini: manovale
Guerra Giovanni: manovale
Ilario Gressi: manovale
Ugo Lanzi: muratore e carpentiere e, che in seguito prese il posto di Vittorio Mini come
capocantiere
Evangelista Masini: falegname, merita menzione particolare per tutti i lavori eseguiti per la chiesa;
intelaiatura del tetto, e specialmente la porta maggiore intarsiata in noce e le tre porte laterali in
legno di cipresso.
Gli operai del secondo gruppo hanno lavorato più che altro che non in modo continuo come quelli
del primo, nella costruzione della chiesa e sono:
Tommaso Novellini: manovale
Giuseppe Berni: muratore
Sante Bussi: manovale
Nello Bernabini: manovale
Giovanni Taccioli: muratore
Giovanni Mancini (detto il Rosso): manovale
Mario Taccioli: muratore
Lodovico Bussi: muratore
Flavio Novellini: muratore
Albano Rebeschini: manovale
Giovanni Battista Pastorini: manovale
Con gli operai, specialmente elencati nel primo gruppo, che hanno partecipato ai vari Cantieri di
Lavoro, sia prima che dopo l’edificazione della Chiesa, abbiamo realizzato tante opere, le principali
delle quali sono le seguenti:
1. Campo sportivo e accessori.
2. Cappellina dedicata ai Caduti delle due guerre mondiali (1915-18 e 1940-45).
3. La parte più vecchia del fabbricato, prima denominato “oratorio”, e ora “Convitto”.
4. Campo da tennis e pallavolo.
5. Piscina e accessori.
6. Strada di accesso, che parte dalla comunale di Alfero-Mazzi e conduce alla Chiesa vecchia.
7. Strada dia accesso al Cimitero con relativi muri di sostegno.
Non posso fare a meno di ricordare tutte le belle piante ornamentali, piantate in tanti anni e con
tanta fatica degli operai e mia personale, che formano come una cornice di splendido verde intorno
a tutte le opere sopra descritte.
A questo punto non vorrei essere frainteso. Ho voluto ricordare in questo libro le opere principali
realizzate, non per autolodarmi, ma per un tributo di riconoscenza agli umili operai, sopra
menzionati, che, in tanti anni hanno lavorato per una misera paga, ma con tanta passione, perchè
sapevano di dare il loro contributo per rendere più bello ed attraente, anche per il turista e il
villeggiante, il loro amato paesello.
Le vetrate istoriate
Dopo che fu terminata la Chiesa e furono eseguiti i lavori accessori, come la pavimentazione
esterna, il portico e la scalinata, diversi parrocchiani mi chiedevano se avevo intenzione di collocare
i vetri istoriati al posto di quelli retinati bianchi, posti in un primo tempo in tutte le finestre.
A tutti rispondevo in modo evasivo. Mi rivolsi alla Ditta Michele Mellini di Firenze per avere un
consiglio, in quanto temevo di rendere la Chiesa troppo buia. Quando mi fu assicurato che, con un
certo tipo di vetrata quel pericolo poteva essere evitato, decisi di procedere alla posa in opera delle
vetrate stesse. Prima furono eseguite quelle dell’abside, e poi quelle delle finestrine laterali e della
facciata.
Anche dopo che tutte le finestre sono state sistemate, trovo ogni tanto qualcuno, sia della Parrocchia
che di fuori, che mi chiedono se c’è la possibilità ancora di mettere su una vetrata.
Comunque, oltre il tetto che resta il lavoro più grande da eseguire, ci sarebbero ancora tanti lavoretti
da fare per completare la nostra Chiesa: per esempio un tettino di protezione alle tre porte della
Chiesa: due dal lato nord-ovest e uno a sud-est, che, come ognuno può constatare, è molto sciupata
dal sole e dalle intemperie. Anche quei lavoretti potrebbero essere fatti, come le vetrate, mettendo la
targhetta che ricordi in memoria di chi viene eseguito il lavoro.
Ecco l’elenco delle vetrate dell’abside:
Sacro Cuore: offerta in memoria dei fratelli Don Augusto e Alfredo Taccioli e dei genitori dai
familiari.
Madonna Assunta: offerta in memoria dalla moglie Cavalieri Assuntina dal marito Busoni
Amedeo.
S. Giuseppe: offerta in memoria di Caminati Paolino dai familiari e amici.
Sant’Andrea Apostolo (protettore della nostra Parrocchia): offerta in memoria di Fabbri Mario dai
genitori.
S. Francesco d’Assisi: offerta dai coniugi Dino e Marcella Taccioli in memoria dei loro defunti.
S. Giovanni Gualberto (protettore delle foreste): offerta da Montini Marina in memoria del marito
Mini Vittorio.
Vetrate laterali
S. Pietro Apostolo: offerta dal Maestro Norberto Lanzi in memoria del padre Lanzi Pietro.
Sant’Agostino: offerta in memoria di Cavalieri Agostino dalla moglie e dai figli.
S. Gabriele dell’Addolorata: offerta in memoria dei genitori dalla famiglia Bardeschi.
S. Giovanni Dosco: offerta in memoria dei defunti da Grilli Giovanna e dal figlio Eugenio.
S. Rita: offerta in memoria della sorella Suor Rita da Silvana Arcangeli.
Sant’Agnese: offerta in memoria dei suoi defunti da Babini Agnese.
S. Giovanni Battista: offerta in memoria del marito Giovannetti Lino dalla moglie e figli.
S. Luigi Gonzaga: offerta in memoria della mamma Bernabini Luisa dal Maestro Norberto Lanzi.
Santa Lucia: offerta in memoria della Bernabini Olimpia in Mosconi dai familiari.
Santa Caterina da Siena: offerta in memoria dei coniugi Angelo Giovannetti e Nuti Loreta dalle
figlie Alduina e Nella.
S. Alberico Abate: offerta in memoria dei loro defunti da Cini Donato e sorelle Margherita e
Armida Bravaccini.
S. Antonio da Padova: offerta da Spighi Ada e Lanzi Annunziata in memoria dei loro defunti.
Papa Giovanni XXIII: offerta da Taccioli Filina ved. Guerra in memoria dei suoi defunti.
Vetrate della facciata
Vetrata rappresentante l’Eterno Padre: offerta dai coniugi Bernabini Daniele e Ricci Adelaide in
memoria dei loro defunti.
Vetrata dello Spirito Santo: offerta dai coniugi Baccarini Giuliano e Bianca di Ravenna in memoria
dei loro defunti.
Vetrata S. Teresina del Bambino Gesù: offerta dai coniugi Fulvio e Teresa Spighi in memoria dei
loro defunti.
Conclusione
Prima di scrivere l’ultimo capitolo di questa bella storia dell’edificazione della nostra Chiesa, che
avrà per argomento la ricostruzione del tetto, desidero fare una precisazione.
Qualcuno di quelli che leggeranno queste pagine si meraviglieranno del fatto che fin qui abbia
appena nominato il Prof. Francesco Olivucci, autore del disegno della Chiesa, che prestò la sua
assistenza per la realizzazione dell’opera, nei periodi estivi in cui si trovava in villeggiatura ad
Alfero.
Non intendo turbare la serenità, che spero si diffonda nell’anima di chi leggerà queste pagine che
descrivono l’avventura esaltante di un popolo che sotto la guida del suo pastore con tanto
entusiasmo e sacrificio si è costruito quella che è la casa di Dio e della preghiera, con la cronaca
triste ed opaca di due processi; il primo dei quali si svolse presso il Tribunale di Forlì e il secondo
presso la Corte di Appello di Bologna...
Ciò è avvenuto, non per colpa mia e con mio grande rammarico. Infatti tutta la vicenda doveva
finire in bellezza e invece non è stato così!
Chi desidera notizie in proposito potrà rivolgersi al Parroco di Alfero che gli mostrerà le sentenze
dei due processi, conservate nell’archivio parrocchiale.
Prima di porre termine a queste brevi e frammentarie notizie, desidero che sia scritto in questo libro,
a caratteri indelebili, il nome del Maestro Norberto Lanzi, che fu mio valido collaboratore nella
gestione dei vari Cantieri di Lavoro, mediante i quali abbiamo potuto realizzare la varie opere
descritte o accennate in queste pagine.
Anch’egli, come tanti altri, ha prestato la sua opera nel più completo disinteresse.
Non potendo io dargli il compenso che meritava, ch’egli ha sempre rifiutato, gli feci ottenere,
tramite Monsignor Giovanni Cioli, Vescovo di Arezzo e Sansepolcro, l’onorificenza pontificia di
Cavaliere dell’Ordine di S. Silvestro Papa.
A lui vada la riconoscenza mia e di tutta la comunità parrocchiale di Alfero!
L’ultimo lavoro (la ricostruzione del tetto)
Così ho voluto intitolare l’ultimo capitolo di questo “Libro d’Oro”, dedicato ad un lavoro che mi sta
molto a cuore e credo indispensabile per la funzionalità della nostra Chiesa.
Nel giornalino “Eco di Alfero” che fu preparato da Don Gerico Babini per il mio 40-esimo anno di
parrocchia e che fu distribuito a tutti i parrocchiani residenti e anche ai lontani, dopo aver illustrato
il problema, fu lanciato un appello per la raccolta delle offerte, facendo presente che veniva aperto,
presso l’agenzia della Cassa di Risparmi di Alfero, un conto corrente, intestato al parroco pro
tempore, nel quale tutti potevano versare la quota di contributo.
L’appello è già stato raccolto da molti. Ciò che mi riempie di commozione e mi induce a bene
sperare per la riuscita dell’iniziativa, è che, come avviene quasi sempre in questi casi, i meno
abbienti sono stati anche i più generosi.
Nelle pagine seguenti verranno registrate tutte le offerte, che sono segnate in un blocchetto che
serve per ricevuta e saranno annotate anche tutte le offerte che perverranno in seguito.
Speravo di poter realizzare il lavoro nel corrente anno 1981, ma per vari motivi ciò non mi è stato
possibile. Spero, con l’aiuto del buon Dio, della Madonna e della mia gente, a costo anche dei miei
sacrifici personali, di poterlo realizzare nel prossimo 1982.
In queste pagine ho cercato di mettere in risalto soprattutto il lavoro gratuito degli operai. Avrei
dovuto anche ricordare tante buone persone, sia parrocchiani che forestieri, che mi hanno aiutato sia
con offerte in denaro che con materiali, specie in legno di castagno, che ha servito per i travi e
l’intelaiatura del tetto.
Purtroppo, così a distanza di tempo, non mi sarebbe possibile ricordare tutti i nomi di queste
persone benefattrici.
Perciò li affido alla infinita bontà di quel Dio che ha detto, come anche la più piccola cosa fatta per
amor suo, non sarà lasciata senza ricompensa; e quindi molto più lo sarà ciò che è stato fatto per il
decoro della sua casa, affinché i loro nomi siano scritti nel libro della vita...
Alfero, 16.08.1981
Il Parroco
Don Gino Saragoni
Elenco degli offerenti e delle offerte per la ricostruzione del tetto della Chiesa
(gli importi sono stati omessi per motivi di privacy, ndr)
Baccarini Giuliano, Taccioli Dino e Marcella, Lanzi Bernabini Annunziata, Soprani Leo, Mengozzi
Mosconi Dorinda, Bernabini Ing. Marino, Giovannetti Romano, Sensi Natale e Deluca Maria,
Bernabini Lorena e Stoppa Maria, Taccioli Mario, Bravaccini Duilio, Taccioli Settimio e Nella,
Lanzi Maestro Norberto, Bernabini Benito di Castel d’Alfero, Brizzi Lino, Biserni Quinto, Biserni
Corrado, Taccioli Mosconi Giustina, Malpezzi Ugoletti Tina, Marcuccini Clelia e Vinna, Pastorini
Giacomo e Livia, Taccioli Maurizio, Grilli Giantonino e Tina, Bravaccini Bruno fu Generoso,
Mancini Francesco di Castel d’Alfero, Pastorini Cecilia, Novellini Flavio, Sensi Vinno, Guidi Lanzi
Domenica, Servidei Domenico, Guerra Spignoli Clotilde, Lanzi Luigi fu Guglielmo, Ghini
Giuseppe e Iolanda, Berni Giuseppe, Gelli Alberto, Bernabini Daniele e Adelaide, Cavalieri
Terzilio e Esterina, Bussi Sante, Branchetti Cesira, Faggi Giulio, Fabrizi Pietro, Fabbri Florindo,
Bernabini Natale di Castel d’Alfero, Bernabini Alipio, Bernabini Alvaro e Ovidia, Santini
Antonietta Berni, Guerra Taccioli Filomena, Gressi Mario e Ines, Amadori Lanzi Maria di via
Pascoli, Bernabini Lino di Paolo, Bernabini Giuseppe Paolo, Taccioli Beniamino di via dei Laghi,
Rossi Bartolini Antonia, Biserni Giovanni e Zelinda, Righi Candido, Pellizzari Francesco di
Voghera, Suor Margherita Taccardi, Arcangeli Silvana, Lombardi Romano, Spighi Alessandro, Fra
Valeriano Pastorini, Giommoni Giuseppe, Righi Elena ved. Lanzi, Giangrandi Gino e Agnese,
Lanzi Dario e Gian Maria, Bravaccini Candida, Bernabini Nella ved. Stoppa, Mosconi Maddalena
ved. Piccini, Baroni Bruno, Don Gino Saragoni, Sig. Serra, Bartolini Alvaro, Taccioli Caterina,
Ensini Sestilia ved. Lanzi, Lanzi Bruno, Lanzi Fulvia, Righi Lina in Nonna, Taccioli Pasquale e
Lina, Taccioli Lodovico, Biserni Jacobo Ines, Bernabini Vasco e Oriana, Taccioli Domenico
Cesare, Bravaccini Margherita e sorelle, Stoppa Pasquale, Mosconi Nello e Nella, Padre Silvio
Spighi, Guerra Giovanni e Pierina, Ciavattini Livia, Nuti Lino, Mariani Natalina (1ª offerta), Deluca
Vittorio, Dott. Orso van Praag, Gelli Mario, Dott. Laurentini Lino, Bardeschi Federico, Bernabini
Nello e Siria, Montini Marina ved. Mini, Avv. Geremia Macherozzi, Lanzi Ivano, Bussi Duilio e
Rosanna, Soprani Pier Paolo, Bernabini Pasquale del Pozzo, Guidi Dott. Guido, Zoffoli Alessandro,
Bernabini Luigi, Bravaccini Giovanni, Ugolini Walter, Giovannetti Alduina, Giovannetti Sirio e
Anna, Lanzi Ugo e Daffara Giovanna, Berni Anna, Famiglia Storti, Branzanti Romolo, Lanzi Luigi
e Annunziata, Mariani Natalina (2ª offerta), Soldati Dott. Gianfranco, Bardeschi Giuliana, Pronti
Walter e Antonietta, i colleghi dell’Ing. Giangrandi Franceschino di Ravenna, Casi Guerrino e
Bianca, Grassi Aldo e famiglia, Pizzuto Vincenzo e famiglia, Giovannetti Maria in Bravaccini,
Mariani Natalina (3ª offerta), Giovannini Antonietta ved. Ghetti, Staccioli.
(il Libro d’Oro continua con una postilla di Don Gerico Babini, ndr)
Il “Libro d’Oro” che mi ha lasciato Don Gino termina qui alla pagina 34 e con il nome Staccioli.
Ero indeciso se pubblicarlo o no, ma poi ho ripensato alla telefonata del giovedì sera (10
settembre)... Sentii la sua voce calda, amichevole e piena di vita: “Gerico, domani sera, venerdì, mi
levano i punti e sabato mi mandano a casa. Dovresti farmi 200 copie del “Libro d’Oro” della
Parrocchia... Dimmi che tipo di carta ci vuole...” Io gli suggerii che tipo di carta doveva prendere
per stampare il “Libro d’Oro” e ci salutammo con la speranza di rivederci presto.
Ma la domenica mattina, 13 settembre 1981, fu per gli Alferesi come se fosse voltata una pagina
della loro storia, una pagina incerta, tutta da scrivere, ma con la sicurezza che il Signore non ci
abbandona e con la speranza che Don Gino pregherà per noi.
Il giorno del funerale, Suor Lucia mi consegnò il libro e la carta che aveva comprato a Forlì e così il
“Libro d’Oro” continua...
Altre offerte:Mariani Natalina (4ª offerta), Famiglia Cicognani, Babini Ugo e Flavio, Taccioli Dino
e Grilli Marcella, Babini Don Gerico.